| Titolo: Gegenschein: Musica (Antichiarore: Musica). Autore originale: asashouryuu. Traduttrice: trinh89. Lingua originale: inglese. Disclaimer: tutti i personaggi di questa fanfic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro. Pairing: SasuNaru. Rating: G.
Prima che me lo scordi, l’antichiarore è un fenomeno notabile difficilmente nel punto in cui il sole è da poco tramontato. Sono luminescenze micrometeoriche. Chiusa questa parentesi. Vi lascio alla lettura, sperando che vi piacia ^^. Baci!!!
-Prisma: Gegenschein.
Tu con in mano un drink dimenticato, seduto in un posto poco illuminato dove hai una buona vista del centro della pista da ballo dove lui danza. Lo osservi. Interessato. Attento. Ammiri come quella forma flessuosa si muove aggraziatamente. Seduttivamente. I suoi movimenti rendono la tua gola secca come il cotone, facendoti leccare le labbra per inumidirle. Eri affamato e assetato. Cogliesti tutti i suoi movimenti, anche quelli più sottili e i più piccoli e avevi ancora più fame.
Mentre lui era perso nella musica e nelle luci che si muovevano, tu non potevi fare altro che osservare, ansimare e sentire il desiderio.
Non sentivi la musica, ma riuscivi a vederla scorrere da quel corpo, al quale bramavi di essere premuto contro e toccare. Non potevi smettere di occhieggiarlo. Sapevi che era sbagliato. Sapevi che dovevi osservare quelle donne scarsamente coperte, ma i tuoi occhi erano incollati su quel biondo. Sempre su di lui.
Il tuo respiro si fece irto quando il giovane fece scorrere le mani lungo i fianchi, andando più in basso, affondando il suo bacino indietro lentamente, sollevandolo languidamente. Oh sì. Avevi proprio avuto difficoltà a respirare in quel momento.
Apristi leggermente le gambe per assecondare la tua erezione. Dopo un paio di istanti lo osservasti, non eri più imbarazzato a come il tuo corpo reagiva al modo malizioso di ballare del giovane. Infatti, assumevi che chiunque lo vedesse ballare, avesse la tua stessa reazione, sebbene l'idea che qualcuno al di fuori di te lo stesse osservando, ti dispiaceva. Molto. Volevi che quel ragazzo danzasse per te soltanto... con te. Le tue mani prudevano perché potessero toccare la tua eccitazione. Cosa avresti provato a masturbarti mentre lo osservavi? Ti chiesi. Scommettevi che era dieci volte meglio che farlo nella tua stanza. Da solo.
Il tuo cuore saltò un battito quando un paio di occhi intensi ti guardarono. Sapevi che ti stava guardando. Ma perché? Ti domandasti. Emettesti un breve gemito quando la tua erezione si contrasse come a chiedere 'Che importa perché?' Poi quel giovane gli sorrise, uno di quei sorrisi che ti facevano cedere le ginocchia e tremare le gambe pensasti, ti dirigesti verso la pista da ballo, totalmente in trance e completamente manipolato dalla lussuria. In ogni passo, la tua esperienza ballerina combinata assieme al tuo talento e alle tue abilità volarono fuori dalla finestra, pezzo dopo pezzo, così quando rimanesti in piedi di fronte alla causa della tua eccitazione, eri rigido tanto quanto una un manichino di legno.
“Non so ballare”, formulasti un po' freddamente, perché dannazione! Eri così nervoso. In un certo qual modo, eri stato sincero perché per te, questo non era un'ordinaria pista da ballo; questo era il terreno di giochi del biondo... il suo reame.
Udisti la sua risata cristalline che si mischiarono immediatamente alla musica. “Tu sei lo stesso ragazzo che ha fatto eccitare tutte le donne nelle vicinanze cinque giorni fa”.
Deglutisti e rabbrividisti quando insieme con il battito solitario dei tamburi, il biondo penetrò i fianchi contro i tuoi, sfiorando i tuoi pantaloni. Improvvisamente, stavi ballando e tirando il biondo più vicino a te. Volevi sentirlo. Volevi che fosse influenzato dal tuo modo di ballare. “Ti ho fatto eccitare?”
Il biondo inarcò un sopracciglio al tuo indirizzo. “Io non sono una donna”. Sapendo che il tuo braccio sinistro era avvolto alla sua schiena, la inarcò, mostrando il suo collo che ti fece desiderare di premere la tua bocca e sentire la sua vena pulsante.
“Allora, ti ho eccitato?” domandasti mentre scorrevi la punta delle dita sull'area esposta del petto brunito e lo sentivi tremare. Volevi trascinare la tua lingua su quella pelle e assaporarlo.
“La musica e la danza mi eccitano”.
Arrogantemente e seriamente, formulasti le parole che non avevi mai sognato, tanto meno pensato di dire. “Io sono musica e danza”. Ovviamente, eri ubriaco! Ebbro della presenza del biondo! Il tuo mondo stava girando di blu e oro, riempito con le sue risate e i suoi ansimi delicati.
Il biondo gli diede un sorriso volpesco, voltandosi cosicché la sua schiena fosse premuta contro il tuo petto e sollevò le braccia. Con respiri bollenti soffiò nel tuo orecchio, sussurrando raucamente, “Allora mi hai eccitato”.
In risposta, sorridesti tremante e focalizzasti il tuo sguardo intenso sul tuo partner.
Insieme, affondaste i vostri bacini l'uno contro l'altro. Tu, che eri così intossicato dalla vicinanza e dal calore del biondo, danzasti con abbandono. Non divenisti altro che una massa di movimenti seducenti e desiderio.
Quando ti resi nuovamente conto del mondo, ti ritrovasti nella tua stanza d'hotel e sul tuo letto. Eri nudo e saziato. Addormentato tra le tue braccia non c'era altri che il biondo e tu non riuscisti a distogliere gli occhi da lui. Lo stavi di nuovo osservando. Attento. Interessato.
Lussurioso.
Fine
Quando il battito ipnotico scorse per le sue vene, la pista da ballo divenne il tuo monto e tu una persona diversa. Ti muovesti appassionatamente, danzando aggraziato e completamente dimentico di tutto eccetto il ritmo infinito. Niente e nessuno poteva disturbarti a meno che lui non fosse venuto e ti avesse guardato. Lo sapevi sempre quando lo faceva, perché il suo sguardo era intenso, Riuscivi a percepire il suo movimento sul tuo corpo e la traccia che lasciava sulla tua pelle era bollente, quasi incandescente. Non passava molto che tu finivi per ballare solo per lui. La tua mente era concentrata su come lui avrebbe reagito se tu avessi girato i fianchi con i tuoi occhi annebbiati e le tue lebbra leggermente dischiuse. Lo tentasti come quelle ninfe maliziose in quei libri di mitologia che avevi letto. Sapevi che era solo un umano e come tutti gli altri, aveva i suoi limiti. Ti avvicinasti di più a lui... per spingerlo oltre quel limite. Chiudendo gli occhi e sospirando silenziosamente, facesti scorrere le tue mani sulle anche, girandole indietro e oscillandole prima di riportarle in avanti languidamente. Avvertisti immediatamente l'intensità del suo sguardo accendersi. Mosso dalla curiosità, guardasti nella sua direzione e vedesti la fiamma del desiderio bruciare nei suoi occhi, facendoli splendere cupamente. Vedesti quanto desiderava che il tuo corpo fosse premuto contro il suo; stesse sotto il suo; sopra il suo; aperto e circondato intorno a lui. Sorridesti. Lui si alzò. Ti eccitasti quando camminò verso di te. Oh sì.
Sfortunatamente, stesse solo davanti a te e tu iniziasti a chiederti quale fosse il suo problema.
Vedesti un cipiglio calare sul suo bel viso prima che tu lo udisti dire, “Non so ballare”.
La ridicolezza della sua frase nascosta dal suo tono freddo ti fecero ridacchiare. “Tu sei lo stesso ragazzo che ha fatto eccitare tutte le donne nelle vicinanze cinque giorni fa”, dicesti. Ricordavi bene quella notte. Ricordavi chiaramente i suoi movimenti. Ricordavi vividamente il suo bellissimo volto mentre ballava... mentre faceva l'amore con la musica. E segretamente sperasti di essere musica quella volta.
L'assolo del tamburo ti fece muovere il bacino contro il suo, sfiorando i suoi pantaloni. Riuscisti a sentire la sua eccitazione. Riuscisti a sentirlo gemere prima che iniziasse a ballare. Non dovesti incoraggiarlo perché lui si avvicinasse di più. “Ti ho fatto eccitare?”
Alzasti gli occhi al cielo e rispondesti, “Io non sono una donna”. Inarcasti la schiena, affidandoti al braccio che ti stava tenendo.
“Ti ho fatto eccitare?” tremasti quando la punta delle sue dita tracciarono l'area esposta del tuo petto. Oh Dio!
Avresti potuto dire di no, ma ti piaceva quel tono giocoso e la curiosità dietro la sua maliziosa domanda, così replicasti, “La musica e la danza mi eccitano”.
Supponesti che non ti avrebbe risposto, così rimanesti sorpreso quando lui affermò arrogantemente, “Io sono musica e danza”.
Un sorriso volpesco si fece strada sulle tue labbra e non importò che lui lo vedesse o meno. Ti voltasti, premendo deliberatamente la tua schiena contro il suo petto duro e sollevasti le tue braccia. Con ansimi bollenti che soffiavano sul tuo orecchio sinistro, sussurrasti raucamente, “Allora mi hai eccitato”.
Lui abbassò lo sguardo cosicché i vostri nasi si sfiorassero l'uno contro l'altro, cosicché i vostri respiri si mischiassero e le vostre labbra potessero essere così vicine da farvi portarvi al delirio. Le tue palpebre si socchiusero quando le sue mani si posarono sul tuo petto prima che si muovessero verso il basso a toccarti i capezzoli. Lui premette il suo inguine contro il tuo sedere come ondeggiasti il bacino da un lato all'altro. Posasti una mano sulla sua nuca mentre volteggiavate insieme. Riuscisti a sentire la sua eccitazione puntellare contro la tua schiena e in qualche modo, questo ti eccitò e ti allietò. Eri perso nella sua vicinanza e nel suo calore.
Quando tornasti di nuovo in te, era già mattina e tu eri su un letto familiare, in una stanza sconosciuta. Per di più, eri accoccolato tra le braccia di qualcuno. Il peggio era che eri nudo tanto quanto la persona accanto a te. Il panico ti inghiottì prima che lo sentisti -quello sguardo.
Sollevato, alzasti lo sguardo proprio quando lui si chinò sulle per catturare le sue labbra. Sentisti il ritmo, lo sentisti scorrere nelle tue vene e ti arrendesti immediatamente alla musica e alla danza. Di nuovo.
Fine.
Edited by trinh - 28/1/2010, 14:24
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