-Prisma: When hope flickers., SasuNaru, Shounen-Ai

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trinh
view post Posted on 28/1/2010, 10:57 by: trinh




Titolo: When hope flickers.
Autore originale: asashouryuu.
Traduttrice: trinh89.
Lingua originale: inglese.
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fanfic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: Come volete voi.
Rating: G.

-Prisma: Quando la speranza scintilla.

Quando Tsunade congedò il loro team, Naruto fu il primo a lasciare l'ufficio dell'Hokage per farsi una doccia vitale per togliersi di sosso la stanchezza, la frustrazione e la delusione che una missione a lungo termine poteva portare.

Quasi un'ora più tardi, sentendosi pulito e rinfrescato al massimo, Naruto lasciò la sua stanza per prepararsi una ciotola di ramen.

Entrando in cucina, si fermò sui suoi passi nel vedere Sasuke, seduto su una delle sue sedie, e delle verdure e cibi sani sul tavolo che sapeva non c'erano quando era tornato a casa. Erano un'offerta di pace? Si domandò. O... Tremò al solo pensiero.

Era nervoso alla vista dell'amico, specialmente nell'avvertire quello sguardo fisso su di lui, ma quando notò la rabbia controllata che bruciava in quelle iridi ossidiana, scattò allerta.

Sasuke non era arrabbiato, ma furioso e Naruto si chiese se il bastardo ne avesse il diritto.

“Dobbiamo parlare”, disse Sasuke freddamente, smentendo le onde di rabbia che stavano fruoriuscendo dal suo essere.

“Tu vuoi parlare”, lo corresse Naruto. “Io devo mangiare”. I nervi saldi che aveva raccolto durante la missione stavano diminuendo e aveva bisogno di tempo per guadagnare il controllo della situazione. Non poteva permettersi di essere frainteso o perdere Sasuke.

Improvvisamente, entrambi stavano affrontando l'argomento con rabbia -una rabbia per nascondere la loro vulnerabilità, perché per loro, l'altra portava confusione ed imprevedibilità.

Sasuke ringhiò all'inequivocabile congedo. “Sei scappato, codardo!”

Naruto lo fissò di rimando. “No che non l'ho fatto”.

“Davvero? Non ti credo. Da quel che ho sentito, sei tu che hai insistito per prendere quella missione; pregato Tsunade-sama perché te l'assegnasse. Se questo non è scappare via...”

“Che cosa ti aspettavi?” schioccò Naruto. “Io non mi aspettavo quello da te! Non in un milione di anni!”

“Avresti potuto respingermi in modo decente!” ritorse Sasuke con rabbia. “Poi avrei potuto andare avanti, ma tu sei stato troppo insensi-”

“Taci!” ruggì Naruto, sorprendendo Sasuke. Prese un profondo respiro per calmarsi. “Se qui c'è qualcuno che è insensibile, quello sei tu”. Prese un altro profondo respiro e si passò una mano tra i capelli. “Non puoi dire una cosa del genere, così di punto in bianco”.

“Come volevi che te lo dicessi senza che tu mi lasciassi solo in quel modo?” chiese Sasuke sarcasticamente. Non era colpa sua se la sua confessione era stata un po' impacciata ed improvvisa. Non aveva esperienza in quel campo e l'idiota lo sapeva!

“Guarda. Me ne sono andato perché non sapevo cosa dire. Ho preso la missione perché volevo pensare senza la tua presenza”.

“Per questo, ti sei fatto assegnare una missione intensiva in una zona attiva. Sei stato in grado di pensare in quella situazione?” Quando a mala pena pensi?

Naruto prese posto. “Sasuke,” iniziò seriamente. La sua calma dissipò la spessa ira che li aveva avvolti, ma rese anche la tensione che aleggiava su di loro più grave.

Ecco, pensò Sasuke. Si disse, come prima, che non importava ciò che sarebbe stato. Avrebbe accettato la decisione di Naruto con tanta dignità e orgoglio sarebbe riuscito a racimolare.

“Tu sei molto importante per me. Farei qualsiasi cosa per te”.

Allora esaudirai il mio desiderio?


“Ma Sasuke, non ricambio i tuoi sentimenti”. Istantaneamente, dolore si accese e coloro quegli occhi ossidiana prima che fossero nascosti da uno spesso velo di apatia.

“Capisco,” riuscì a dire Sasuke dopo un attimo di silenzio, con la gola stretta. Sentì il bisogno di piangere, Voleva piangere. Stava per piangere. Era certo di questo e quindi decise che prima che cadesse la prima lacrima o prima che le lacrime si fossero raccolte intorno ai suoi occhi, avrebbe dovuto andarsene. Si mosse per alzarsi proprio quando Naruto proseguì.

“Non so cos'è l'amore. E' così semplice che per me è troppo complicato da capire. Tuttavia, pensò che se dovessi amare qualcuno...”
Naruto fece una pausa per un paio di secondi. “... penso che sarebbe carino se fossi tu”.

Sasuke si fermò sulla porta, scioccato. “C-come?”

Naruto lo guardò oltre la spalla. Si sentì lieto di vedere l'espressione sul volto di Sasuke. Prendi questo, bastardo! “Se non mi hai sentito, allora è un peccato”.

Sasuke alzò gli occhi al cielo, ma era felice. Almeno, una speranza c'era. Certo Naruto aveva ammesso che al momento non provava alcun sentimento romantico per lui, ma non lo aveva rifiutato. Se si fosse sforzato, e diamine! Lo avrebbe certamente fatto, Naruto si sarebbe potuto innamorare di lui. Questa prospettiva lo eccitò.

Ti farò innamorare di me.

“Avanti, andiamo da qualche parte. Hai fame, giusto?”

Naruto annuì. “Mi stai chiedendo di uscire con te?”

Sasuke alzò solo le spalle, una tinta rosata gli colorò le guance.

Sì. Ti farò innamorare di me poco per volta, ma inevitabilmente.
 
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