-Gegenschein., SasuNaru, Shounen-Ai

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trinh
view post Posted on 15/4/2010, 11:04 by: trinh




Titolo: Gegenschein: 遅くても何もしないよりはまし.
Autore originale: asashouryuu.
Traduttrice: trinh89.
Disclaimer: questa traduzioni non è a scopo di lucro, i personaggi appartengono a Masashi Kishimoto.
Pairing: SasuNaru.
Rating: AU, Shounen Ai, OOC.

-Gegenschein: 遅くても何もしないよりはまし.

Proprio quando l’orologio segnò mezzanotte, un Sasuke addolorato spense le luci della sala da pranza sua e di Naruto. Per un momento, lasciò che i suoi occhi indugiassero sulla tavola… sulla cena –intatta e ora coperta- che aveva faticosamente preparato per festeggiare il loro quinto anniversario di coppia, peccato che Naruto non era lì. Naruto non ce l’aveva fatta e l’idiota non si era nemmeno preoccupato di chiamarlo per avvisarlo.

Era quel pensiero che lo fece girare e andare via. Si era ripromesso di non cambiare per nessuno, ma l’aveva fatto per Naruto. Era stato inevitabile perché Naruto non era altro che un catalizzatore per i cambiamenti. Se solo non avesse speso il suo tempo a preparare la cena, non avrebbe avuto la sensazione di averlo sprecato per qualcosa di inutile. Se solo non si fosse aspettato niente, non ne sarebbe rimasto deluso. Se solo non avesse incontrato Naruto e non se ne fosse innamorato, non avrebbe sviluppato l’abitudine di celebrare gli anniversari.

Non saresti felice e contento, gli disse una piccola voce. Si accigliò. Strinse le dita delle mani. Era a metà del corridoio quando sentì la porta aprirsi. Raggelò, trattenendo il respiro in attesa di quella voce, il suo cuore batté un po’ più velocemente.

Lentamente, si voltò e i suoi occhi sgranarono nel vedere Naruto. Naruto che stava grondando d’acqua e ansimando.

“Naruto?” mormorò, la voce intrisa di preoccupazione.

“Sasuke,” disse Naruto tra gli ansiti. Lasciò cadere incurante la sua borsa da viaggio di medie dimensioni e si passò una mano tra le ciocche bagnate. “E’ un inferno lì fuori. Le linee dei treni sospese, nessun taxi…”

“Avresti potuto chiamarmi,” ritorse Sasuke.

“Il mio cellulare era scarico”.

“Telefono pubblico?”

Naruto sorrise imbarazzato. “Quando ti stai precipitando a casa, un telefono pubblico…”

Sasuke non si preoccupò di sentire il resto della frase del suo amato. Naruto si era precipitato a casa attraverso il diluvio. Naruto aveva sfidato la tempesta per lui e ora…

Ora è qui… con me, pensò e fu improvvisamente sopraffatto dalla consapevolezza che il biondo gli era mancato. Pensava che due mesi di sole telefonate, e-mails e chattate online sarebbero state sufficienti e non fui che allora, quando credette che Naruto non ce l’avrebbe fatta e quando si era rassegnato al fatto che Naruto non sarebbe stato con lui, che l’idiota si era fatto vedere. Gli era mancato. Così tanto.

Senza opporsi al suo impulso, chiuse la distanza tra loro, coprì il volto sorpreso di Naruto e gli portò via il respiro con un bacio profondo.

Naruto non protestò. Fece immediatamente combaciare i loro corpi e rispose tanto ardentemente quanto il moro.

Tra baci torridi e disperati, le loro mani armeggiarono per svestirsi l’un l’altro. Nel corridoio, divennero una massa riottosa di desiderio e si bruciarono l’un l’altro.

Sasuke fu svegliato dal suo sonno profondo dal familiare calore e splendore associato ai fasci di luce che filtravano attraverso le finestre della loro stanza. Si coprì gli occhi con un braccio e poiché era piacevolmente soddisfatto, un piccolo sorriso tirò gli angoli delle sue labbra. Attimi più tardi, si voltò a guardare la causa di questo sentimento: Naruto.

Naruto era mezzo disteso sul suo stomaco, rivolto verso la parete e aveva un braccio infilato sotto il suo morbido cuscino. A giudicare dal suo respiro, Sasuke capì che era ancora addormentato, ma ciò non lo fermò dal seguire il suo capriccio.

Con delicatezza, sfiorò con le sue labbra una spalla brunita e intraprese una scia di baci muovendosi lentamente verso il basso. Mentre il suo braccio sinistro sosteneva il suo peso, la sua mano destra si muoveva lungo il petto abbronzato. I suoi tocchi erano sicuri, leggeri come una piuma e sfioravano la malizia.

Sasuke mordicchiò il fianco destro di Naruto prima di premere baci esitanti sulle impronte delle dita che aveva lasciato mentre Naruto si muoveva sulla sua durezza a qualche ora dell’alba. Sentì una scintilla di piacere scorrergli in corpo quando ricordò quella scena ed era così facile da ricordare quando l’odore delle loro attività spirava flebilmente dall’entrata di Naruto al suo naso.

Non si perse il gemito di Naruto che fu mezzo smorzato dal suo cuscino quando la sua mano passò sul suo membro, che si stava indurendo. Interruppe le sue somministrazioni quando il suo amante si rigirò e si distese supino. Lo osservò mentre raggiungeva barcollante la sveglia, strabuzzò gli occhi all’ora, poi ripose l’oggetto al comodino affianco al letto borbottando incoerentemente.

“Sasuke,” mormorò poi buttandosi un braccio sugli occhi.

Qualcosa di affine ad un sorriso graziò i lineamenti del viso di Sasuke. “Hm?” replicò mentre le sue mani gli massaggiavano l’interno coscia.

Naruto si levò il braccio dagli occhi, tirandosi su sui gomiti per guardare il suo compagno. Non poté combattere il sorriso che si allungò sulle sue labbra, sapendo che erano di nuovo insieme –fisicamente. Con i soli occhi, invitò Sasuke.

Languidamente, Sasuke si mosse e Naruto aggiustò le gambe cosicché il primo potesse starci in mezzo.

Con Sasuke che lo copriva, Naruto che era ora disteso sulla schiena, sollevò ancora una volta una mano per scostare le ciocche di capelli che gli impedivano di vedere completamente gli occhi scuri, spostandole dietro un orecchio. Il suo gesto affettuoso fece si che il volto di Sasuke si ammorbidisse ulteriormente. Passando un pollice sul labbro inferiore di Sasuke, Naruto disse sornione, “Sono arrivato in tempo”.

Sasuke sbuffò. “Ti piacerebbe, dobe. Sei arrivato due minuti dopo mezzanotte”.

Naruto mise su il broncio prima di far cadere il discorso dicendo, “Due minuti non fanno differenza!” il suo tono poteva sembrar leggero e indifferente, ma Sasuke sapeva che per Naruto quei due minuti erano molto importanti. La delusione che dardeggiò negli occhi azzurri gli dissero ciò che realmente provava, cioè che si stava silenziosamente picchiando per aver infranto una promessa. Naruto era un tale idiota.

Sasuke chinò il capo e appoggiò la sua fronte su quella di Naruto. “Sì, sei arrivato in ritardo,” mormorò raucamente, “ma sono contento che tu sia qui”.

Naruto arrossì. “Sasu-”

“Non è una cattiva idea festeggiare un giorno dopo, no?”

Ci furono un paio di secondi di silenzio prima che Naruto annuisse.

“Ma prima-”

“Una doccia,” finì il biondo per lui.

Sasuke gli scoccò un bacio fulmineo, rotolò via da Naruto e si alzò in piedi offrendogli una mano.

Naruto l’accettò immediatamente e si lasciò tirare su in piedi. Prima che Sasuke potesse mettere una distanza tra loro, si inclinò e sussurrò, “A proposito, felice anniversario in ritardo”. Poi procedette verso il loro bagno, lasciando Sasuke che si sentì ridicolamente caldo –calore che non aveva nulla a che fare con la luce del sole che lo stava bagnando.

Questa persona… Non ti lascerò mai andare… tu che hai cambiato il mio mondo e poi me.

Fine.
 
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