-Capitolo 1: Dirt and Grime (Quarta Parte).

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trinh
view post Posted on 12/11/2010, 07:54 by: trinh




Titolo: Dirt and grime.
Autore originale: michelerene.
Traduttrice: trinh89.
Lingua originale: inglese.
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: SasuNaru.
Rating: yaoi, mpreg, what if.

-Capitolo 1: Dirt and grime (quarta parte).

La cena quella sera fu tranquilla. Jiraiya aveva parlato alle nipoti del loro comportamento precedente verso il loro ospite e aveva trascorso del tempo utile per chiarire in termini coincisi che non sarebbero dovuti succedere episodi simili.

Sasuke, ancora una volta per rispetto alla famiglia, si sedette alla fine estrema del tavolo. Osservò come Ino rimestava il cibo nel piatto, ma teneva un occhio sospetto su di lui. Voltando il suo sguardo scuro sulla sorella dai capelli rosa, vide come Sakura sorrideva smagliante, intrattenendo una conversazione con il nonno, ma quando l’uomo distoglieva l’attenzione, lanciava a Sasuke una feroce occhiata di disgusto.

Ma questo non faceva né caldo né freddo a Sasuke, che sinceramente aveva occhi solo per l’ultimo dei fratelli a tavola. Naruto fece un cenno col capo nella sua direzione, un sorriso sul volto.

“Devi muoverti molto, bastardo. Dicci dove sei stato. Non ho mai lasciato il…”

“A parte le stalle e i porcili, ovviamente,” aggiunse Sakura con voce al pinnacolo della cortesia. Bevve un sorso di vino rosso. “Non proprio una discussione educata a tavola, sai.”

Sasuke aprì la bocca per rispondere quando fu fermato da occhi azzurri dardeggianti di rabbia. Voltando il capo, Naruto sorrise dolcemente alla sorella con un ghigno. “Dimmi, Sakura, ti piace la tua zuppa?”

Sakura batté le palpebre per un momento, cosciente di aver raccolto l’ira del fratello e attenta a quale sarebbe potuta essere la sua prossima mossa.

“Sì, fratello.”

“Oh, bene.” L’odioso sorriso a spaccargli quasi il volto in due. “Prendi la mia.”

In un movimento troppo rapido da evitare, Sakura si ritrovò una scodella di crema di asparagi rivoltata sulla sua testa a gocciolarle sui capelli e sul leggero di un rosa leggero. Il suo borbottio iraicondo fallì nel coprire il boccheggiò di Ino e il mezzo tentativo del nonno nel camuffare la sua risata divertita. Sasuke non tentò nemmeno di nascondere il suo sbuffo.

Naruto si riappoggiò contro la sua sedia, osservando sornione la sua opera, “Ora, sono certo che anche tu sia perfetta per un porcile. Wilbur è sempre stato un amante degli asparagi.”

“Naruto, tu piccolo…” ringhiò Sakura, ma fu fermata dal vendicarsi dalla mano del nonno sul suo braccio.

Jiraiya si schiarì la gola e ritirò la mano. “Ewww…” disse sentendo la zuppa fredda e verde sulle dita e asciugandole con il tovagliolo.

“Non ho idea di dove abbia sbagliato con voi mocciosi,” borbottò il signore dai capelli bianchi a bassissima voce prima di rivolgere un enorme sorriso a Sasuke. “Due giorni fa eravamo a pochi passi dall’essere senza casa, ma grazie a questo giovane siamo di nuovo al sicuro. Quando ci ha offerto il suo aiuto sapevo che non avevo niente con cui ripagarlo, ma un gesto di questa portata richiede qualcosa di più di un semplice grazie ed io gli ho offerto…” continuò Jiraiya, ma le parole furono troppo basse e farfugliare per essere comprese.

Gli occhi verdi si socchiusero, la zuppa momentaneamente dimenticata, “Tu gli hai offerto cosa, esattamente, nonno?”

L’uomo robusto ridacchiò, un rossore gli salì alle guance e si portò una mano dietro la testa. “Ho detto a Sasuke che una volta che voi aveste saputo ciò che ha fatto per noi, voi vi sareste tutti offerti di sposare il nostro salvatore.”

Ora, in situazioni come queste, ci sono due modi in cui reagire ad un’informazione di tale portata. Il primo è un lugubre silenzio che cade sulla stanza, mentre il tempo sembra rallentare e un vento soffia dal nulla muove l’erba attraverso la stanza. Il secondo risultato possibile è, beh, onestamente parlando, più o meno questo…

“Cosa! Sei pazzo?!” gridò Sakura sbattendo le mani sul tavolo prima che la sua sedia si capovolgesse dietro di lei mentre si precipitava fuori.

Anche Ino si alzò, soffocandosi con la zuppa e Sasuke fu piacevolmente sorpreso del fatto che non fosse più spaventata di lei, ma lo fissasse invece con incredulità mentre cercava di riprendere fiato.

“Ragazze!” gridò Jiraiya passandosi una mano in faccia. “Temo di aver fatto qualche ‘errore’ di calcolo…”

“Mostro sporco, disgustoso e volgare… nessuna qualità che possa riscattarlo in qualche modo. Almeno sa parlare? Sono allibita che qualcuno sia stato in grado di reggerlo abbastanza a lungo da insegnargli a star seduto diritto e usare una forchetta. Dio, che sua madre non l’abbia annegato…”

“Mia signora.” E ricadde il silenzio sopracitato. La voce era tranquilla, distinta e fredda. Sakura ed Ino voltarono lentamente le loro teste per la massa informe dell’uomo di cui stavano discutendo. “Certamente sono capace di parlare,” occhi neri lampeggiarono con qualcosa che fece deglutire con difficoltà Sakura ed Ino.

Sasuke ne aveva avuto più che abbastanza. Aveva detto a Jiraiya che sarebbe successo questo e non poteva credere di essere rimasto abbastanza a lungo da riuscirsi a sedere. Incapace di fermare i suoi occhi dal posarsi su Naruto e vedere che ancora una volta il biondo aveva il viso rivolto nella sua direzione, ma con gli occhi chiusi. Perché? Si domandò Sasuke. Aveva pensato che Naruto non fosse infastidito perché quel pomeriggio… ma ciò nonostante si rifiutava di guardarlo…

Un fruscio di gonne lo riportò alla situazione sottomano, “Quando il vostro stimato nonno era in difficoltà, gli ho offerto il mio aiuto senza pensare ad una ricompensa. Ho imparato questa lezione diversi anni prima da il giovane più compassionevole che abbia mai incontrato”. Sasuke vide un sorriso gentile affiorare sulle labbra di Naruto, ma i suoi occhi non si aprirono, “Quando gli ho detto che non volevo nulla in cambio, mi aveva assicurato che i suoi generosi e premurosi nipoti avrebbero sorvolato sul mio aspetto,” Sasuke tenne le braccia allargate e per un attimo si erse in tutta la sua vera altezza, la pelle d’orso non poté nulla per schiacciarlo con il suo peso. Gli occhi neri inchiodarono le ragazze sul posto mentre la sua calma voce fallace le colpì a più riprese con la forza di un uragano. Sasuke le schernì, “Sapevo ciò che avrei trovato una volta arrivato. Ovviamente, avevo ragione e lui torto. Non sprecherò ulteriore del vostro tempo. Grazie per la cortesia,” le parole vennero fuori come una beffa, ma i suoi occhi si addolcirono leggermente quando incontrarono quelli di Jiraiya. “Buona giornata.”

Sasuke si voltò solo per essere fermato da una mano sulla sua spalla.

“Lo farò io, bastardo.” Sasuke abbassò lo sguardo sulla mano e poi lo alzò per incontrare i vibranti occhi color zaffiro. Erano aperti e solo per lui; Sasuke vi ci sarebbe annegato volentieri dentro.

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Naruto era stato più volte sul punto di fare più che scaricare la zuppa sulla sorella quando Sasuke parlò. Non era che Naruto non avesse sentito il suono prima d’ora, a dire il vero aveva udito il profondo e vellutato tenore, oscurato dal desiderio e dal bisogno e gemente, mandargli brividi lungo la schiena, ma non era questo il punto. Dannazione.

Naruto scosse leggermente il capo per ritornare al presente e si sentì gli occhi chiudersi. La voce di Sasuke era l’unica cosa più bella che avesse mai sentito e non gli importava cosa diceva o come la diceva, Naruto la sentì avvolgersi intorno a lui, attirandolo più vicino.

“… Non sprecherò ulteriore del vostro tempo…”

Gli occhi di Naruto sgranarono. Aspettate, che? Osservò Sasuke fare un cenno al nonno e poi voltarsi verso la porta. In un battito di cuore era saltato via dalla suo posto, una delle sue mani sulla spalla di Sasuke. Sentì l’uomo tendersi sotto il suo mantello di fortuna e gli occhi scuri fissi nei suoi.

“Lo farò io, bastardo,” sussurrò ed ebbe la soddisfazione di vedere gli occhi neri sgranare.

Dopo diversi secondi gli occhi di Sasuke sbatterono di nuovo, diventando freddi e scuri proprio come il resto di lui, ma Naruto vide una delle sue mani protendersi e accarezzare il dorso della sua mano abbronzata. “Dobe, non puoi veramente voler…”

“OIh mio Dio, Naruto!”

La mano si ritrasse e Naruto strinse i pugni lungo i fianchi. Sasuke lo affiancò e Naruto gli mandò uno sguardo di avvertimento che diceva senza mezzi termini che Sasuke doveva rimanere lì dov’era prima di rivolgere l’attenzione a sua sorella.

“Che stai facendo?” lo schernì Sakura.

Finalmente anche Ino ritrovò la voce, “Te l’avevo detto che li avevo visti,” sputò fuori alla sorella. “Sapevo che sarebbe successo. Naruto era lì, mezzo nudo e lasciava che quel coso lo toccasse.”

“E’ vero, Naruto?” domandò Sakura con il volto contorto in una smorfia di disgusto.

Ino scoppiò a ridere con voce acuta, “Sei così stupida, fronte spaziosa… guarda il suo collo.”

Senza pensarci la mano di Naruto andò al suo collo e gemette leggermente al marchio che c’era. Un’occhiata veloce all’uomo più alto accanto a lui bastò per trovare Sasuke più stoico che mai, ma Naruto era certo di aver letto un lampo di compiacimento degli occhi color carbone.

“Ciò che faccio non è affar vostro,” cominciò Naruto con voce passa e calma.

“Lo è se pensi anche solo per un istante che permetteremo al tuo disgustoso animale di sedersi al nostro tavolo e dormire in casa nostra. O… oh Dio… te che lo tocchi in nostra presenza.”

Naruto ridacchiò, “Data l’opportunità, farei più di quello,” disse a bassa voce. “Sasuke ci ha salvato. E’ un gentiluomo giusto, d’onore e gentile, che merita tutto il nostro rispetto. Se non lo volete, va bene perché io non lo condividerò. Tuttavia,” Ombre scurirono gli occhi normalmente di un azzurro brillante, “per tutti i propositi e le intenzioni che avete, questa casa è sua. Non è così, Nonno?”

Jiariya che era rimasto a squadrare il nipote con attenzione, osservando come si accostava a Sasuke, prendendo nota di quanto gli stesse vicino e di quanto ‘tranquillo’ fosse, annuì semplicemente, “Sì, finché non riesco a ripagarlo, ogni cosa che abbiamo è sua.”

Sasuke ringhiò, “No, non è così che funziona, idiota.”

“Quindi se solo Sasuke lo volesse,” lo interruppe Naruto, “potrebbe farci dormire tutti nella stalla… giusto?”

Jiraiya annuì e i volti delle ragazze impallidirono.

“Mi chiedo chi sceglierebbe” disse Naruto con il volto dipinto d’innocente curiosità. Le sorelle lo guardarono inorridite, lanciando occhiate tra un Naruto sorridente, un Jiraiya ghignante e un impassibile Sasuke. “O quanta voce in capitolo avrei io in qualità di suo fidanzato.”

Jiraiya si alzò in piedi, gettando il tovagliolo sul tavolo prima di schiarirsi la gola. “Bene, penso che abbiamo tutti un bel po’ di cose su cui riflettere stasera. Ragazze…” indicò verso la porta, “Andiamo?”

“Ma, Nonno…” “Non c’è nulla…” iniziarono Sakura ed Ino con voci concitate.

“No,” schioccò Jiraiya, “ed è meglio se tornate in camera vostra. Mi avete entrambe messo in ridicolo e ho bisogno di un po’ di tempo per passarci sopra, credo.”

Entrambe le ragazze annuirono al nonno e lasciarono la stanza, ma non prima di aver fulminato Sasuke e Naruto con lo sguardo. Naruto sorrise in risposta, “Notte!”

Jiraiya sospirò, “Immagino che voi due abbiate di che discutere. Mi aspetto di esserne aggiornato domattina.” Era quasi sulla soglia quando sentì la mano una mano di Naruto sulla spalla.

“Vecchio, stai bene? Sei arrabbiato con me…” Gli occhi azzurri si specchiarono in quelli dell’uomo e Jiraiya lo fissò con totale serietà cercando di rassicurarsi che questa decisione avrebbe reso felice suo nipote. Il suo sguardo di spostò sul segno roseo visibile sotto il colletto del ragazzo. Con una risata roca che fece sussultare Naruto, Jiraiya gli arruffò i capelli e ghignò lascivamente.

“L’unica volta in sui sono mai stato arrabbiato con te, moccioso, è stata quando ti sei travestito da donna e hai camminato per il paese facendo svenire gli uomini per dissanguamento.”

Naruto ritirò la mano e sghignazzò, “Oh, intenti quando tu sei svenuto…” Ma il suo sorriso era sincero e Jiraiya non fu affatto sorpreso quando Naruto gli si gettò addosso, abbracciandolo stretto.

“Grazie, nonno.” Sussurrò Naruto contro il suo petto e Jiraiya spinse via il nipote, verso Sasuke e si sentì stringere il cuore alla constatazione che Naruto era cresciuto.

Con un sorriso ridicolo, ma con occhi freddi e duri, Jiraiya fissò Sasuke. “Ovviamente, intendo parlare bene con te.”

Sasuke diede un rigido cenno col capo, “Sì, signore.”

Con un’ultima arruffata ai capelli di Naruto, Jiraiya si girò e se ne andò.

Naruto si voltò verso Sasuke, improvvisamente felice dello distanza che li separava, quando Sasuke ringhiò, “E che cavolo, dobe?”

Continua…
 
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