Capitolo 14: Essere odiato.

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trinh89
view post Posted on 16/1/2009, 13:50




Titolo: A time to… (Un tempo per…)
Autore originale: asashouryuu.
Traduttrice: -Sasha-, trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3444322/1/A_time_to
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: SasuNaru; FugakuxArashi, accenni di GaaraxNaruto e NejiGaara.
Rating: AU, yaoi, OOC.

-Capitolo 14: Essere odiato.

Speak to me, don't mislead me, the calm I feel means a storm is swelling;
there's no telling where it starts or how it ends.
Speak to me,
Why are you building this thick brick wall to defend me when your
silence is my greatest fear? Why let your shoulders bend underneath this
burden when my back is sturdy and strong?
Speak to me.
-“Trouble me”, 10000 Maniacs

“Di cosa vuoi parlare?” disse Sasuke. Sembrava scocciato quando invece era contento che questo incontro lo stesse ritardando dall’incontrare Naruto.
Neji Hyuuga rimase impassibile nonostante il tono di superiorità di Sasuke. Ignorando l’arroganza del ragazzo, Neji sapeva che sarebbe stato un vice-presidente davvero capace. “Voglio che tu ti candidi al posto di vice-presidente sotto la mia guida e non accetterò un no come risposta”.
Sasuke si tirò su dalla parete e ghignò. “E’ deciso allora”. Con ciò, i due andarono ognuno per la propria strada.

-SasuNaru is love-

Quando Naruto entrò in classe, ci furono fischi e commenti maliziosi sui suoi tagli e sulle sue ferite. Ma quando fece il suo ingresso Sasuke, ci furono soltanto mormorii e domande sulle sue condizioni da parte delle sue fan.
Camminò dritto al banco di Naruto chiedendosi che cosa dire. Sapeva che non avrebbe dovuto lasciare così le cose tra loro e anche il biondo stava avendo lo stesso pensiero.
“Hai un brutto aspetto, dobe,” disse piano.
“Il biondo ghignò, “Parla per te”.
E i loro amici che erano rimasti tesi durante il successivo momento di silenzio si rilassarono. Non sapevano cosa era successo ma erano consapevoli che ora le cose andavano meglio. Quello era ciò che erano Sasuke e Naruto. La loro rabbia sarebbe imperversata implacabile come una tempesta ma una volta passava, non rimaneva altro che il chiarore del cielo azzurro e il bel tempo.
“Ne, Sasuke,” iniziò il biondo. “Ho finalmente deciso”.
Il moro annuì semplicemente. Non sapeva che cosa avesse deciso Naruto ma non gliene importava niente.

-SasuNaru is love-

Naruto si premette contro il muro come cinque ragazze si protesero con volti supplicanti.
“No davvero, non ho mai badato attenzione alle abitudini di Sasuke e a ciò che preferisce. Perché non lo chiedete a Gaara? E’ lui quello osservatore”.
“Ma Gaara...” pigolò una delle ragazze mentre sbatteva le ciglia. “Perché non vai tu a chiederglielo allora?” le altre ragazze tesero le mani congiungendole in preghiera.
“Ragazze, questo sarebbe strano. Perché dovrei chiedere qualcosa su Sasuke?” sussultò quando tesero le mani alla sua giacca, aggrappandosi disperatamente e piagnucolando allo stesso tempo. Dio! C’era una fine alla sua tortura? “Okay! Okay! Ve lo dirò”.
Le ragazze squillarono e si misero a tutte orecchie.
“Se volete che a Sasuke piaccia il vostro regalo, non dategli cioccolato,” informò loro con voce cospiratoria. “Gli piace il tè verde amaro in particolare quello che viene da Kyoto”.
“Marca?”
Il biondo si picchiettò il mento mentre le sue ascoltatrici lo guardavano in attesa. “Il tè del negozio Kurosawa. E’ quello che preferisce maggiormente”. Le ragazze gli sorrisero soddisfatte e lo ringraziarono. Naruto ghignò solamente e le osservò andare via. “Scusate,” mormorò con voce a mala pena udibile.

-SasuNaru is love-

Il proprietario del Kurosawa fu sorpreso quando ricevette numerosi ordini ondine durante la notte ma non era certo un uomo che si lamentava della propria fortuna. Anzi, trascorse molto tempo a ringraziare gli dei per la sua fortuna.

-SasuNaru is love-

Sasuke guardò i regali che quasi straripavano dal suo armadietto delle scarpe e quelli ammucchiati sul tavolo. Chouji ne prese su uno e lo scartò. Shikamaru fuori dal suo stato di noia seguì l’esempio.
“Tè?” mormorò Chouji mentre lo tendeva per mostrarlo al suo amico. Shikamaru apparve sorpreso nel vedere che anche il regalo tra le sue mani era tè.
“Ti piace questo tipo di tè?” domandò Shikamaru.
“Quale tè?” disse Sasuke e prese quella offertagli da Chouji. Lo guardò indifferente. “Diavolo no ma mia madre sì. E’ amaro. Troppo amaro per i miei gusti”.
E l’affermazione dell’Uchiha sul tè di Kurosawa si diffuse in tutta la scuola in un lampo, e le sue ammiratrici si infuriarono per il crudele scherzo che Naruto aveva tirato loro. E non videro alcuna ragione per cui non dovevano vendicarsi.

-SasuNaru is love-

Il mattino seguente, la prima cosa che Naruto notò fu che una volta raggiunto il suo armadietto per prendere le scarpe, era che non c’erano più. Ciò voleva dire che avrebbe dovuto camminare in niente meno che i calzini per tutta la scuola. Fu così, fino a che Gaara non gliene diede un paio di riserva. La cosa successiva che notò fu la parola ‘stronzo’ scritta in vernice gialla ce copriva tutto il suo banco. E se non fosse stato per Shino, si sarebbe seduto su una sedia bagnata di vernice,
Naruto fece solo un segno col capo pazientemente come un gruppo di persone iniziarono a spintonarlo rudemente, anche in un ampio corridoio quasi vuoto. Gaara era irritato quindi quando una ragazza tentò di colpire il biondo di nuovo, la afferrò dritta per la spalla stringendo allo stesso tempo facendola gemere. “Sparisci,” ordinò perché il rosso ordinava sempre e non pregava mai.
Con il passare dei giorni, gli scherzi non furono più semplici scherzi. Divennero peggiori, molto. Erano vere e proprie angherie e gli insegnanti non potevano fare niente perché non sapevano chi erano i responsabili. Tutto ciò che potevano fare era dare avvertimenti sulle conseguenze del bullismo ma questo non fermò le ragazze. Naruto non se ne curava. Sapeva che era una conseguenza per quello che aveva fatto. Conosceva i colpevoli ma non disse niente di loro perché lo vedeva come un atto di codardia. Sospirò solamente quando la sua uniforme di educazione fisica era stata macchiata. Almeno Kiba che aveva mal di stomaco in quel momento e si trovava nell’infermeria, gli aveva prestato la sua.
Quando la bottiglia d’acqua andò perduta. Hinata gli diede la sua che non aveva toccato dicendo che non aveva sete.
Shikamaru lo prese quando perse accidentalmente l’equilibrio mentre si stava avviando verso gli spogliatoi.
Sorprendentemente, Ino aveva parato la palla che era stata mirata per colpirlo durante la loro partita amichevole a pallone.
Shino era entrato per primo nella stanza e come aveva presunto, due cancellini pieni di gesso sporco caddero su di lui. Si aggiusto appena gli occhiali da sole scure prima di muoversi al suo posto.
Sasuke, d’altra parte, aveva mostrato il suo lato protettivo vero il biondo. Accompagnava Naruto alla mensa, prendeva il suo pranzo e si assicurava che le cose del biondo si trovassero al loro posto sul banco o nell’armadietto. Era teso quando qualcun altro che non fosse loro amico si avvicinava a Naruto o guardava al loro indirizzo.
Ma più cercava di proteggere il biondo, peggio andavano le cose e Gaara decise che ne aveva abbastanza.
“Devo parlare con te,” disse Gaara mentre entrava nella stanza di Sasuke. Era venuto a casa di Sasuke così da poter parlare con il suo amico d’infanzia da solo.
Sasuke voltò la sua sedia per rivolgere la sua attenzione a Gaara prima di dare al rosso il permesso di sedersi sul letto.
Il rosso si avvicinò alla porta e si sedette.
“Riguarda Naruto,” disse Gaara.
“Lo so. Non saresti venuto qui per nient’altro,” fu la risposta consapevole di Sasuke.
“Smettila di proteggerlo. Stai peggiorando le cose”.
Il moro lo guardò torvo. Non era cieco. Lo aveva notato ma cosa poteva fare? Naruto…Strinse i pugni. Naruto aveva mentito per lui. Naruto lo aveva fatto probabilmente dopo che lo aveva accusato di tradito. Ora comprese ciò che il biondo gli aveva detto sul rinsavire. Era stato lui la causa, lo aveva realizzato questo. Questo era il motivo per cui doveva proteggere il biondo. Questo era il solo modo per rimediare a quello che aveva fatto.
“Non migliorerà le cose, Uchiha,” disse Gaara schietto.
“Mi stai dicendo che dovrei rimanere a guardare mentre si prendono gioco di lui?” Pensi che io possa farlo sapendo che io…”
“Se tieni a lui allora smettila di proteggerlo. Come ho detto, stai peggiorando le cose. Stanne fuori, Uchiha!”
Le sopracciglia di Sasuke si aggrottarono infastidito. “No, non posso”.
“Lo farai per il bene di Naruto”.
“Allora chi lo proteggerà?” ruggì Sasuke.
Incapace di trattenersi, Gaara afferrò la maglia dell’altro ragazzo. “Non essere pieno di te. Ci sono altri che lo stanno proteggendo. Lascia fare a noi”. Detto ciò, liberò la presa dal colletto di Sasuke rudemente e lasciò la stanza.
“Dannazione!”
Odiava come il suo proteggere il suo migliore amico degenerasse solamente le cose invece di migliorarle. Per la prima volta, Sasuke iniziò a sentirsi inutile, non forte abbastanza per proteggere qualcuno a cui teneva.
Sasuke iniziò presto a odiare e temere questo sentimento di impotenza che cresceva in lui.
Voleva fare tutto ciò che gli era possibile per assicurarsi che niente succedesse a Naruto…ma…non poteva.
Con un sospiro sconfitto, Sasuke si lasciò cadere sulla sedia e di massaggiò il ponte del naso in frustrazione.
Naruto, io…

-SasuNaru is love-

“Guarda come è patetico,” disse una ragazza che camminava a fianco di Sakura mentre Naruto entrava nella loro vista.
La loro conversazione era stata come al solito fio a che non intravidero il biondo. “che sgorbio. Nessuna domanda, sul perché nessuno voglia uscire con lui”:
“Non lo ha chiesto a nessuno, lo sai”. Disse Sakura con un sorriso sul volto come a volerlo ricordare.
“Noi non lo sappiamo questo, Sakura,” rispose un’altra. “Probabilmente lo ha fatto di nascosto. E timido in quel senso”.
“Dovete scusarmi. Vado a camminare con lui”. Perché non ne poteva più del loro essere infantile e sapeva che Naruto non era così. Anche se conosceva che il biondo solo da poco tempo, era più che certa che non era così. La sua amicizia con lui era più importante di quelle stupide ragazze.
Una ragazza le afferrò il polso. “Lui non merita la tua amicizia, lo sai. E’ solo un traditore”.
La rosa la guardò torva. “Non credo di poter stare con voi e parlare si qualche sconosciuto che non conosco. Preferisco passeggiare con un caro amico”, Dicendo ciò, strattonò il polso e si voltò. Chiamò il nome di Naruto e gli corse incontro.
Naruto non è quel tipo di persona. Assolutamente no.

-SasuNaru is love-

Sfortunatamente, non c’erano solamente le ragazze che avevano preso di mira Naruto con i loro scherzi. Il gioco Prendiamocela-con-Naruto era divertente, c’erano ragazzi che si erano uniti al divertimento. Sasuke osservava da lontano come Naruto veniva denigrato. Osservava pazientemente come i loro amici facessero tutto ciò che potevano per difendere il biondo. Gli scontri di Kiba e Chouji con i ragazzi sembravano fuochi d’artificio e gli incidenti durante le loro lezioni di educazione fisica aumentarono come Gaara, Shino e Shikamaru si vendicavano. Con discrezione nel loro piano, li facevano passare per completi incidente e non c’erano prove che indicassero loro come i colpevoli.
Perché non importa cosa mi abbiano detto gli altri…
Ma anche Sasuke era giunto al limite quindi quando sentì chiamare il suo amico ‘idiota totale’, si mosse prima che potesse anche solo fermarsi. Al diavolo quello che aveva detto Gaara! Lui era l’unico che poteva permettersi di chiamare Naruto così. Lui era l’unico perché quando lo diceva, non significava niente. Era solo una parola per provocare il biondo…una parola che qualcuno poteva commentare, era il suo soprannome per il suo amico d’infanzia biondo.
Sbatté il ragazzo contro il muro e lo colpì più e più volte. Non disse niente. Continuò solo ad attaccare il ragazzo. Diresse tutta la sua rabbia al ragazzo e avrebbe continuato a prenderlo a pugni se Naruto non lo avesse tirato indietro.
Non importava ciò che si era detto…
“Calmati, Sasuke!” sbottò Naruto come spinse Sasuke lontano dal ragazzo privo di sensi.
Io mi ritrovo sempre a combattere per te come se il mio destino fosse quello di essere il tuo protettore…
“Calmarmi?” esclamò Sasuke, gli occhi lampeggianti di rabbia e intenti omicidi. “Come puoi dire questo quando è per te?”
Io non capisco niente di questo ma io…
“Sasuke…”
Il moro si lasciò scivolare a terra e tirò un pugno contro la parete appoggiandovi poi il capo. “Fottiti, Naruto. Perché hai fatto quello per me? Non era necessario. Non devi soffrire a causa mia”. Chiuse gli occhi mentre buttava via tutta la rabbia con un profondo respiro. La maggior parte delle volte, le azioni di Naruto erano oltre la sua comprensione.
Naruto si sedette a fianco dell’amico. “Va tutto bene. Non lascerò che mi feriscano. Sono forte, Sasuke”.
Ma so che non posso perdonare nessuno…
“Lo sei?” domandò Sasuke come abbassò il suo sguardo in quello azzurro. Non ci fu sarcasmo o derisione nella sua voce quando lo disse, solo completa precauzione…preoccupazione per il suo migliore amico…preoccupazione per la persona che gli era più vicina fisicamente ed emozionalmente…preoccupata per la persona che stava facendo palpitare il suo cuore più veloce.
Nessuno ti ferisce e ti ferirà…
Tennero fisso lo sguardo l’uno dell’altro per un po’ prima che Naruto lo distogliesse, le guance leggermente arrossate. C’era qualcosa nel modo in cui Sasuke lo guardava che lo rendeva così consapevole. “Non lasciamo qui il ragazzo. Dovremmo portarlo in infermeria”.
Perché io sono il tuo guardiano…
“O potremmo fargli fare un volo già per le scale,” suggerì Sasuke maleficamente, facendo ridere il biondo.
Perché io…
Come si erano aspettati, con alcuni prudenti avvertimenti qui e lì e con l’aiuto di Neji che era una conoscenza di Naruto tramite Sasuke, le cose finirono più sottocontrollo. Due mesi più tardi, gli scherzi contro Naruto erano diminuiti ma era ancora il nemico delle fan di Sasuke. Ma Naruto poteva vivere con questo e i suoi amici potevano tollerare il loro odio fin tanto che non ferivano il biondo.
Io tengo a te più di quanto dovrei.

TBC

Non era uno stupido. Conosceva le norme sociali. Era cresciuto per seguirle ad una ad una senza domande. Conosceva le conseguenze dell’avere una relazione omosessuale. Sapeva che cosa aveva davanti a sé. Sapeva quale era sarebbe stato il sentiero che avrebbe intrapreso con lui ma…
Ma lo amava interamente, completamente, indiscutibilmente tanto che nemmeno la logica e la ragione potevano spiegarne il perché, era quindi da biasimare che nonostante sapesse tutto ciò si ostinasse a voler stare con il biondo?
Che confessasse ancora i suoi sentimenti?
Sapendo che amava e sapendo che era amato con così tanta passione, non poteva semplicemente finirla nonostante i suoi genitori glielo avessero detto. No, non si sarebbe arreso prechè sapeva solo come amare.
Non sapeva come lasciare e non voleva imparare perché voleva essere qualcuno amato una sola volta ma per sempre e aveva già trovato qualcuno che fosse il destinatario del suo amore.
Nonostante la pressione che stava provando, sarebbe stato tenace. Sarebbe stato deciso, non importava ciò che sarebbe accaduto. Si sarebbe appeso a questo amore e avrebbe lottato per il loro amore e forse…nel prossimo avvenire, il dea della vittoria avrebbe sorriso loro.
Con quel pensiero, il moro camminò con un po’ più di calma lungo la strada affollata.

Continua…

Edited by trinh89 - 24/1/2009, 13:38
 
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oriona
view post Posted on 22/3/2010, 18:47




mi sorge un dubboi, ma i cap. extra come vanno posizionati nella storia?
dopo quali cap.?
 
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trinh89
view post Posted on 22/3/2010, 21:38




alla fine di tutto, sono extra. per cui dopo il 31
 
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oriona
view post Posted on 26/3/2010, 22:29




ok grazie :D
 
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3 replies since 16/1/2009, 13:50   62 views
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