Titolo: The Uchiha Couple (La coppia Uchiha).
Autore originale:
asashouryuu.
Traduttrice: trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale:
www.fanfiction.net/s/2922292/1/The_Uchiha_CoupleDisclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: SasuNaru.
Rating: yaoi, mpreg, what if.
Finalmente ho finito di lavorare! E fino a metà luglio potrò tornare ad essere una tipica studentessa universitaria anormale! XD Anormale perché al posto di studiare fa altro. A dire il vero non sarò proprio disoccupata, visto che mi sono data all’uncinetto su commissione e devo sfornare 30 sottobicchieri e un bavaglino a punto croce… ma questi sono dettagli. Vi lascio al capitolo perché sono troppo pigra per aggiungere altro XD.
Buon week end!
-Capitolo 30: Disperazione 危険なものの爪.
Ciò che piaceva di più a Sasuke quando dormiva non era il riposo che giungeva con esso, ma il corpo caldo premuto contro il suo durante tutta la notte. Il suo corpo si era affezionato al suo calore e la sua mente aveva da lungo accettato il fatto che fosse la sua ancora, non solo nella vita di tutti reale, ma anche in quello dei sogni. Così quando sentì freddo, iniziò immediatamente a cercare quel meraviglioso calore, ma quando il suo subconscio gli disse che Naruto era stato premuto contro di lui per tutto il tempo, scattò subito all’erta e si svegliò.
Aprì gli occhi e trovò Naruto intento a fissare il soffitto. “Hai freddo?” domandò e sollevò un po’ il capo per guardare sua moglie, solo per vedere gli occhi azzurri dilatati. A quella vista, Sasuke capì che c’era qualcosa che non andava con il compagno, ma invece di farsi prendere dal panico, prese la situazione con calma. Controllo il battito e lo trovò debole, ma presente. Poi andò nella camera di Yuuzuki.
“Che c’è?” mormorò Yuuzuki intontito. Era certo che non fosse ancora mattina, perché il suo orologio biologico gli diceva così. E non voleva essere disturbato nel suo sonno, specialmente quando il suo corpo era esausto dalla sua prima missione da chuunin. Non aveva mai pensato che il lavoro di un capitano di squadra potesse essere così stancante.
“Chichiue sta male,” lo informò con calma Sasuke. Al sentire ciò, il ragazzo si fece subito attento e a differenza di lui, in quegli occhi azzurri vi erano panico e preoccupazione. “Lo porto all’ospedale, quindi voglio che tu badi ai tuoi fratelli, okay?”
Yuuzuki annuì e prima che il suo otousan uscisse dalla stanza, gli chiese, “Starà bene?” “Sì, starà bene”, replicò Sasuke. Nonostante, ad essere sinceri, non sapeva cos’era successo a Naruto, voleva credere che sarebbe stato bene.
Ma se non si riprenderà? Gli domandò una piccola voce nella sua testa.
Morirò mentre l’oscurità cadrà su Konoha, fu la sua risposta.
-SasuNaru is love-
Fortunatamente, quando Sasuke fece irruzione in ospedale portando Naruto tra le sue braccia, Shizune era ancora di turno mentre Sakura stava giusto per andare a casa. Le due ninja medico assistettero immediatamente il loro hokage e amico.
Sakura si accigliò interiormente. Era una professionista e non importava chi fosse il suo paziente, non permetteva mai alle sue emozioni di influenzarla, tuttavia sentendo Naruto freddo e inerte come un morto, le fece quasi avere crollo emotivo. Si tenne le mani per impedir loro di tremare. Cercò di allontanare da sé ogni sentimento personale che aveva, ma si ritrovò a fallire.
Ti prego, sussurrò mentalmente,
non farmi fallire questa volta.Controllando i segni vitali di Naruto, corrugò la fronte mentre realizzava che non ne aveva quasi nessuno. La Morte stava cercando di rubare in silenzio il sole ed il pilastro di Konoha?
Naruto, non andartene così, continuò a pregare tacitamente mentre la sua vista iniziava a diventare sfocata per le lacrime in procinto di cadere.
“Sakura–” Shizune non finì mai la frase perché Sakura, che aveva capito ciò che stava cercando di dire, annuì. Con le mani che brillavano del loro chakra, donarono la loro energia per aiutare i segni vitali di Naruto. E nel momento in cui lo fecero, furono spinte via da Naruto da una forza invisibile. Si lasciarono scappare un gemito di dolore e di sorpresa come le loro schiene colpirono la dura parete.
Sasuke, che era rimasto dentro la sala di emergenza, perché non voleva andarsene e perché entrambe le ninja medico erano troppo occupate ad assistere Naruto per convincerlo ad uscire, parve allarmato e poi spaventato come le due donne quando tutti e tre videro fumo rosso evaporare dal corpo del biondo.
“Merda!” non poté fare a meno di imprecare Sakura. In qualche modo, la temperatura del corpo di Naruto era aumentata, facendo sì che i liquidi del suo corpo iniziassero ad evaporare. Shizune agì all’istante e applicò il suo chakra per diminuire la temperatura, solo per venire nuovamente sbattuta contro il muro. Ora era ovvio che il corpo dell’uomo stava opponendo resistenza al chakra che gli veniva applicato.
“Sakura, comporrò un sigillo intorno a lui per rallentare l’evaporazione,” disse la ninja medico dai capelli castani e le sue mani si mossero velocemente a formare dei sigilli. “Ho bisogno che tu vada a chiamare Tsunade-sama”.
Ti prego, ti prego fa che il sigillo funzioni. Dacci ancora un po’ di tempo.Sakura annuì. Non avevano altra scelta se non chiamare il loro superiore, che era a capo dei ninja medici di Konoha. Sebbene avesse smesso di curare le persone per via della veneranda età, aveva esplicitamente fatto sapere alle sue allieve e subordinati che si sarebbe occupata della situazione medica di Naruto in ogni momento fino alla morte.
La ninja medico dai capelli rosa lanciò un’occhiata a Sasuke, sperando di dargli una qualche rassicurazione, ma non ne era in grado, perché anche lei ne aveva un urgente bisogno, non conosceva la situazione in cui si trovava Naruto, quindi gli fece semplicemente gli fece un cenno col capo e se lasciò la stanza per andare a prendere uno dei sannin leggendari.
Quando Tsunade arrivò, la prima cosa che ordinò, fu che l’Uchiha uscisse dalla sala e l’uomo non ebbe altra scelta se non quella di eseguire. Dopodiché, ascoltò Shizune circa la situazione di Naruto prima di mandare a prendere Hinata. Mentre le sue due allieve preparavano la medicina che Tsunade aveva ordinato loro, la più grande ninja medico analizzò Naruto con il suo chakra, poi si accigliò nel scoprire qualcosa.
Proprio in quel momento, Hinata fece il suo ingresso.
“Giusto in tempo, Hinata. Voglio che guardi il sistema circolatorio del suo chakra con il tuo byakugan”.
Sebbene non avesse completamente compreso la situazione, fece come chiesto. “Il sistema circolatorio del suo chakra si sta allargando e sovraffluisce di chakra, ma non suo. E’ del Kyuubi, ne sono certa perché è rosso e molto potente,” disse un attimo più tardi. “Tsunade-sama, si stanno fondendo?”
“Qualcosa mi dice che non si stanno fondendo,” replicò lei. “Ho letto su un rotolo che ogni cento anni un demone volpe raddoppia il suo potere. Ma non avrei mai pensato che fosse ancora possibile, considerando che il Kyuubi è sigillato dentro di lui”.
“Il suo corpo sta già mostrando segni di affaticamento per l’aumento di potere, quindi se me lo permetteste, potrei chiudere i suoi punti di pressione…” Hinata si interruppe quando realizzò che in alcun modo avrebbe potuto farlo, poiché il chakra che stava scorrendo nel sistema di Naruto non era suo, ma del Kyuubi.
“E cosa più importante, Naruto è-”
“Lo so ed è per questo che sono ulteriormente preoccupata”.
“Tsunade-sama, le medicine sono tutte pronte,” la informò Shizune portando con Sakura delle bottiglie di differenti medicinali.
“Il corpo di Naruto reagisce ad ogni trattamento al chakra, quindi dobbiamo curarlo nel modo tradizionale,” spiegò Sakura ad Hinata quando questa parve confusa sul perché non usassero il chakra.
Le tre osservarono come Tsunade somministrasse diverse medicine a Naruto. Attraverso dei sigilli, la donna rese la stanza umida e nebbiosa, sperando che preservasse la pelle di Naruto dal diventare troppo secca.
Soddisfatta del suo operato, rivolse l’attenzione alle tre, “Voglio che lo teniate sotto osservazione, specialmente per le prossime tre ore. Se passate le tre ore, il suo corpo non reagisce negativamente, voglio che gli somministriate un altro giro di queste medicine ogni cinque ore e voglio che sia alimentato per via venale con destro glucosio. Assicuratevi che questa specie di nebbia permanga”.
Le tre annuirono. “Bene, ora voglio che ognuna di voi componga un sigillo per contenere ogni ondata di potere reattivo che potrebbe scattare. Ogni sigillo deve essere più potente di quello prima”. Dopodiché Tsunade lasciò la stanza per parlare allo sposo del biondo.
-SasuNaru is love-
Nel momento in cui Sasuke entrò nell’ufficio di Tsunade assieme alla donna e la vide mandare subito giù tre bicchierini di sakè, che le condizioni di Naruto erano peggio di quanto avesse pensato. S’immobilizzò quando quegli occhi color miele lo guardarono con intensa serietà.
“Il potere di un demone volpe raddoppia ogni cento anni e questo è ciò che sta succedendo a Kyuubi nonostante sia sigillato dentro Naruto,” lo informò lei.
Kyuubi, pensò Sasuke. Lo aveva previsto e detto a Naruto, che poi non lo aveva avvisato o Kyuubi stesso pensava che non fosse possibile dato che ora non era null’altro che uno spirito?
“Se continua così per molto,” proseguì Tsunade, “il sistema circolatorio del suo chakra ne rimarrà danneggiato, alcuni dei suoi organi interni già mostrano segni di affaticamento”.
“Kyuubi lo curerà, vero?” domandò speranzoso. Non c’era modo che il demone permettesse a Naruto di morire, non dopo tutte le cose che i due avevano passato.
“Non ne sono certa, Sasuke. Anche se la volpe lo facesse, non tutti i danni possono essere curati dai poteri di Kyuubi, specialmente se tali danni sono oltre la portata di cura. Resta certo che noi stiamo prendendo tutte le misure necessarie per tenerlo in vita”.
“In vita?” fece eco Sasuke con voce sciatta e rauca. “Che vuoi dire?” in quel momento voleva così tanto chiedere del sakè, ma si rifiuto di farlo e anche quando la donna glielo offrì, non accettò, perché non solo l’alcol avrebbe potuto oscurare la sua paura, ma anche il suo cervello, una cosa che non poteva rischiare di perdere ora come ora. Con questo nuovo Sapeva che la situazione gli avrebbe richiesto una decisione e quando sarebbe arrivato il momento, voleva prendere quella giusta.
Tsunade annuì, “Quando Naruto ha compiuto quindici anni, Jiraiya mi ha detto che dopo averlo seguito nei suoi tre anni di allenamento, il suo corpo già mostrava segni di stanchezza dovuti al potere del demone volpe. Con questo nuovo sviluppo, non c’è un’elevata possibilità che il suo corpo non sarà in grado di sopportarlo ancora a lungo”.
Naruto stava per morire, pensò e non seppe se piangere o ridere istericamente. Era una massa di emozioni tumultuose e si augurò che questo fosse solo un incubo dal quale potersi risvegliare. Quasi saltò sorpreso quando una mano calda gli coprì una delle sue fredde.
“E Sasuke, Naruto è incinto di tre settimane”.
Incinto? Se solo sua moglie non fosse stata in una situazione critica, avrebbe ghignato di felicità alla notizia appena udito, ma Dio, Naruto stava per morire e se fosse morto, la stessa sorte avrebbe seguito il loro bambino non ancora nato. Non avrebbe perso una persona, ma due. Strinse le mani per fermarle dal tremare ulteriormente e chiuse le mascelle per assicurarsi che non un solo suono simile ad un singhiozzo gli sfuggisse. Cosa aveva fatto per meritarsi questo? Non lo voleva. Avrebbe preferito affrontare mille ninja con la forza e la crudeltà di Itachi, piuttosto che affrontare questo. Almeno avrebbe saputo cosa fare, sapeva come trattare con gli avversari.
“Voglio che tu sia pienamente cosciente di ogni cosa e sono certa che anche tu lo voglia. Con l’intensità del chakra che scorre nel suo corpo, c’è la possibilità che l’uovo fecondato soffochi fino alla morte. E in questo caso li perderai entrambi”.
Sasuke annuì col capo e basta, temendo che se avesse aperto bocca, avrebbe imprecato contro qualche sadica divinità. E non poteva permettersi di piangere perché le notizie non erano ancora state assorbite completamente e anche se lo fossero state, piangere sarebbe stato sufficiente? Cos’era sufficiente?
“Grazie,” disse con la mente assente mentre lasciava la stanza stordito, addolorato e confuso.
In qualche modo la voce delle condizioni di Naruto doveva aver raggiunto Iruka, perché il maestro era nel corridoio fuori dalla sala d’emergenza assieme a Kakashi, fece un cenno col capo ad entrambi.
“Sasuke?” disse Iruka come vide il viso più che impallidito del cognato. Era sul punto di abbracciarlo quando Sasuke scosse il capo. “Sto bene,” rispose. “Vado a prendere un po’ di caffè per tutti”. Il caffè era buono. In quel momento poteva non avere lo stesso effetto del sakè, ma almeno gli avrebbe calmato i nervi, che sembravano pronti a saltare da un momento all’altro.
Kakashi si accigliò come vide il suo ex allievo. Sasuke pareva calmo e forte come una colonna, ma il jounin sapeva quanto quella colonna stesse sul punto di crollare, così si congedò e seguì il capitano ANBU.
Senza alcun avvertimento, Kakashi tirò Sasuke in un abbraccio. Il più giovane in un primo momento oppose resistenza, ma le braccia si strinsero.
“Non sarà mai abbastanza. Non andrà mai bene,” mormorò Sasuke come le lacrime cadevano sulle guancie e cadevano sull’immacolata ceramica del pavimento. “Perderemo il nostro bambino che deve ancora nascere o io li perderò entrambi e rimarremo solo noi quattro e ci sentiremo soli”.
“Naruto aspetta un bambino?”
“Da tre settimane e non c’è nulla che io possa fare”.
Kakashi gli accarezzò la schiena, “No, c’è sempre qualcosa che tu puoi fare –aver fede”.
Ma avere fede sarebbe stato sufficiente? Le sue speranze alla fine sarebbero state infrante? Il suo desiderio si sarebbe avverato? Le sue preghiere avrebbero raggiunto i cieli, concedendogli un miracolo?
-SasuNaru is love-
Un orribile e sgradevole silenzio aleggiava nell’aria mentre Yuuzuki cucinava la loro colazione. Non gli piaceva il fatto che non aveva ancora sentito nulla dal suo otousan, dai suoi zii o zie circa le condizioni del suo chichiue. Non gli piaceva nemmeno il fatto che non potesse lasciare casa e andare in ospedale perché gli era stato ordinato di badare ai suoi fratelli.
Si era detto di calmarsi per diverse volte e che nonostante la mancanza di notizie, le condizioni del suo chichiue non erano critiche e da un momento all’altro, il suo chichiue sarebbe tornato a casa e nel suo usuale stato allegro. Ma i suoi sforzi non riuscivano a far svanire completamente il dolore e la sorda paura che pulsavano nella sua anima e non era in grado di indossare la calma che sempre manifestava durante le missioni, perché sapeva che questa situazione era diversa. Totalmente diversa.
“Giorno, chichiue,” udì salutare il fratello di cinque anni con voce assonnata, sebbene si fosse già lavato il viso. Akemi poi si accigliò quando realizzò che non era il suo chichiue quello che era in cucina. Aggrottando le sopracciglia, domandò, “Dov’è chichiue?”
Yuuzuki non era in vena di avere a che fare con lo sgradevole umore mattutino del fratello in quel momento, perché non era del suo solito buon umore.
“Mangia la tua colazione ora,” disse e sorrise oltre alle spalle del fratello, dove c’era la sorellina di tre anni in piedi sulle gambe tremanti.
“Buon giorno, Mi-chan,” la salutò e la tirò subito tra le sue braccia e la fece accomodare sul suo seggiolino.
“Dov’è chichiue?” chiese ancora una volta Akemi mentre si sedeva al suo posto.
“Fuori,” mentì, perché se avesse detto loro la verità non avrebbe saputo come rassicurarli che il loro chichiue stava bene.
“Stai mentendo. Non mangerò finché non mi dirai la verità”.
“Otousan ha portato chichiue all’ospedale durante la notte perché stava male”.
“Come sta?”
“Non lo so”. Fu sorpreso quando invece di porre ulteriori domande come si aspettava che Akemi facesse, quest’ultimo chino il capo e iniziò a mangiare. Fu solo pochi secondi più tardi che realizzò che Akemi stava cercando di nascondere i singhiozzi mangiando.
Posò una mano sulla spalla sinistra del più giovane, “Ti soffocherai se piangi e mangi nello stesso tempo e io sarò triste”.
“Non sto piangendo,” mormorò tirando su col naso.
“Sì, che lo stai facendo”. Poi Yuuzuki gli offrì un bicchiere di acqua, “Tieni, bevi questo”.
Occhi cerulei incontrarono un altro paio di occhi cerulei e la gentilezza negli occhi del fratello lo fece piangere di più. Prima di saperlo, si era gettato sul fratello che aveva avvolto un braccio intorno al suo corpo.
“Va tutto bene, Chichiue starà bene,” disse Yuuzuki con voce delicata. “Devi smettere di piangere ora, prima che-“ fu interrotto da Miki che, ancora troppo piccolo per capire tutta la situazione, ma grande abbastanza per sentire la gravità dell’atmosfera, seguì l’esempio di Akemi. Non avendo scelta, prese su Miki che aveva già gli occhi lucidi e la sistemò sulle sue gambe. In qualche modo, mentre confortava due delle persone a lui più care, si ritrovò solo a voler piangere con loro.
Continua…
A presto spero! Baci^^