Titolo: The Uchiha Couple (La coppia Uchiha).
Autore originale:
asashouryuu.
Traduttrice: trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale:
http://www.fanfiction.net/s/2922292/1/The_Uchiha_CoupleDisclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: SasuNaru.
Rating: yaoi, mpreg, what if.
-Capitolo 21: Incubo 兄きの呪い.
Freddo e buio... quelle furono le prime cose che registrarono la mente di Sasuke come tornò a casa dalla sua missione. Il freddo non era dovuta alla brezza della sera e il buio non era causato dall'assenza di tutte le luci che sarebbero dovute essere accese quando arriva la sera. No, era qualcosa di più, qualcosa di familiare. Qualcosa che faceva lampeggiare nella sua testa ricordi di terra tinta di sangue, pareti schizzate di rosso e cadaveri stesi in mezzo al cammino. Qualcosa di affine a profonda perversione aleggiava nell'aria insieme alla morte.
Paura e preoccupazione scorsero nelle sue vene, gelandolo e bruciandolo simultaneamente. C'era una sola cosa che gli importava in quel momento, la sua famiglia.
Sentì un suono farfugliato seguito dal suono di un corpo che cadeva al suolo dalla stessa stanza in cui erano stati uccisi i suoi genitori. Si precipitò nella stanza e stette lì in piedi. Sapeva cosa lo stava aspettando dietro la porta: la grottesca e sanguinosa scena dei corpi dei suoi genitori. Ma nonostante ciò, non riuscì ad impedirsi di aprire la porta con mani tremanti.
In modo familiare, lasciò vagare il suo sguardo intorno al posto dove c'erano i cadaveri dei suoi genitori, bagnati del loro stesso sangue, poi il sangue di Sasuke gelò, il suo intero sistema si fermò e il suo mondo ed il suo cuore crollarono come realizzò che non erano i corpi dei suoi genitori a giacere a terra, ma quello di Naruto e di Akemi. Naruto stava tenendo con fare protettivo Akemi, una prova che aveva combattuto e allo stesso tempo protetto il loro secondo genitori. Ma la sua lotta l'aveva ricambiato con null'altro che la morte. Gli occhi azzurri e vuoti di Naruto lo fissavano in impotenza.
Sasuke voltò di scatto il capo nella direzione dove sapeva esserci l'intruso, dove l'essere privo di cuore era in piedi. Vide un Itachi inespressivo con gli occhi chiusi, illuminato dalla pallida luce della Luna, parendo il Dio della Morte e per Sasuke lo era.
“Itachi...” ringhiò, tutto il suo corpo si tese. Come poteva essere vivo Itachi, quando lo aveva ucciso lui stesso molto tempo addietro? Naruto aveva persino testimoniato al suo dolore, la sua sconfitta e la sua morte.
“Bentornato a casa, otousan” lo salutò 'Itachi' aprendo gli occhi e rivelando calmi occhi azzurri. La sua voce era sinistra e irrispettosa.
Bile ribollì in Sasuke come realizzò che non era Itachi, ma Yuuzuki che gli aveva portato via i suoi tesori più preziosi. Ancora una volta, Sasuke si ritrovò nella spirale dell'oscurità, del dolore e dell'inettitudine. Cadde sulle ginocchia, con le mania terra, mentre tutto il fatto diventava troppo sopraffacente anche per lui, per poterla accettare.
Perché, anche quando aveva vegliato attentamente ciò che gli apparteneva, gli era comunque stato portato via in modo così semplice e veloce? I suoi sforzi non erano stati sufficienti? Era suo destino rimanere solo? Soffrire nell'oscurità e nell'amarezza? Vivere la vita di un vendicatore?
“Perché?” si sentì mormorare, ponendo la domanda al figlio. No, non suo figlio. Yuuzuki aveva smesso di esserlo nel momento in cui aveva attaccato Naruto e Akemi. L'assassino rispose senza emettere suoni e Sasuke non ebbe bisogno di attivare lo Sharingan per seguire i movimenti delle labbra del giovane. Le conosceva troppo bene m perché la risposta era echeggiata dentro la sua mente e perseguitato per lungo tempo.
Per testare le mie abilità...Yuuzuki continuò ad osservare il suo otousan, ridendo silenziosamente alla sua impotenza. Non poteva credere che un Uchiha potesse essere così debole. Pensava che Akemi fosse il più debole, ma si era sbagliato. Suo padre era il più patetico e debole Uchiha di tutta al storia e aveva perso interesse nell'ucciderlo.
“Guadati, otousan! Non vale nemmeno la pena ucciderti. Questo era ciò che doveva aver provato zio Itachi in quella fatidica notte”, schernì. Suo padre era proprio come il suo chichiue: debole davanti alla famiglia. Era certo che il più grande degli Uchiha non lo avrebbe attaccato o lo avrebbe fatto, ma i suo i attacchi sarebbero stati trattenuti come quelli del suo chichiue. “Puoi uccidermi ora e sopravvivere miserabilmente, scappare e aggrapparti alla vita”.
Stupido fratellino, se vuoi uccidermi, odiami, detestami e sopravvivi miserabilmente, scappa, scappa, e aggrappati alla vita.Perché il ruolo di vendicatore gli veniva sempre imposto? Non aveva diritto di parole nella questione? Perché gli rimanevano sempre due scelte: vendicarsi o dimenticare completamente? Fissò i suoi pugni stretti e poi gli occhi vuoti di Naruto.Perdonami, Naruto se non sono stato in grado di morire al tuo fianco. Ma va bene così, mi unirò a te quando avrò ucciso questo nemico, disse mentalmente, raccogliendo le forze. Si alzò lentamente e squadrò Yuuzuki. Il ragazzo ghignò e lasciò che il suo otousan osservasse i suoi occhi cremisi perché contasse i tomoe nelle sue iridi.
“Ora ne ho tre come te, Otousan, non è fantastico?” continuò maniacalmente.
Era peggio di Itachi. Decisamente peggio. Ma non gli importava. Avrebbe sconfitto e ucciso la persona davanti a lui. Poteva riuscirci anche se il giovane poteva controllare il fuoco e avere poteri ipnotici oltre la comprensione umana. Non era l'arroganza che glielo diceva o la sua autostima. Era un fatto. Chiuse gli occhi, sentendo le vene intorno agli occhi pulsare di chakra. Sentì lo Sharingan attivarsi. Aprì gli occhi e si ritrovò a fissare...
Il soffitto.
Il soffitto della camera sua e di Naruto.
Era madido di sudore freddo e tremava di rabbia, dolore e paura. Voltò il capo verso Naruto, solo per controllare che fosse davvero stato un incubo; che il biondo fosse ancora accanto a lui, vivo. Naruto era lì e stava lentamente aprendo gli occhi.
Stranamente, Naruto si era svegliato dal suo sonno profondo, ma non gli importò come vide lo sguardo turbato del moro.
“Sasuke?” mormorò come osservò il marito muoversi sopra di lui. Protese una mano per asciugare via il sudore dal viso e pettinare via al contempo delle ciocche di capelli appiccicate alla fronte.
“Era Itachi?” domandò Naruto.
Sasuke voleva raccontagli dell'incubo, ma qualcosa lo trattenne, così rimase in silenzio, non preoccupandosi di confermare o negare nulla. Invece chiuse semplicemente gli occhi e poggiò la fronte contro quella della moglie mentre cercava di calmare il battito del suo cuore.
Ad ogni modo, Naruto prese il suo silenzio per un sì. Era consapevole degli incubi di Sasuke sullo sterminio del suo clan, ma non era mai parso così turbato come era ora e si domandò se non ci fosse stato qualcosa di più nei suoi sogni questa volta.
Dopo un po', Sasuke si risistemò sul letto. Mentre fissava il soffitto, qualcosa gli venne in mente, qualcosa che era nel retro di essa, il momento in cui aveva posato gli occhi su Akemi. Lo colpì in pieno e gli gelò il sangue. La differenza di età tra Yuuzuki ed Akemi era simile a quella tra Itachi e lui. Cosa ancora peggiore, non poteva più negare che Yuuzuki aveva lo stesso potenziale di Itachi. Era la maledizione di Itachi che aleggiava su di lui anche dopo la sua morte? Non se ne sarebbe mai potuto liberare?
Ti prego lasciami andare, aniki, pregò in silenzio Sasuke. Nel retro della sua mente, udì la risposta del fratello, che lo fece rabbrividire.
Non posso, Sasuke, perché per me tu sei il mio stupido prezioso fratellino. Tu ed io condividiamo un legame fraterno immortale ed infrangibile.“Naruto, io...” prima che poté formulare la sua richiesta, si ritrovò stretto da Naruto. Si calmò un po' e iniziò a chiedersi quando tutti questi incubi avrebbe avuto fine.
Continua