Capitolo 7

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trinh89
view post Posted on 15/1/2009, 21:07




Titolo: Angels.
Autore originale: YaoiRocks e XKhaalidaX.
Traduttrice: trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3519309/1/Angels
Disclaimer: I personaggi di Naruto non mi appartengono… Se così fosse Itachi-sama sarebbe mio, Sakura sarebbe morta e ci sarebbero sempre scene Yaoi hot tutto il tempo (parole dell’autrice).
Pairing: itanaru, sasunaru.
Rating: angst, yaoi, lemon, romantico.
Il titolo è preso dalla canzone dei Within Temptation.

-Capitolo 7.

Era passata una settimana dalla nascita di Suki e Naruto era seduto in soggiorno da solo con la piccola. Jiraya era fuori a fare chissacché mentre Shizune stava pulendo il piano superiore.

Era seduto sul divano con la neonata sul grembo. L’aveva appena allattata e il biberon vuoto era accanto a lui. Il suo dito al momento era nella bocca della bambina dal momento che, per qualche ragione, le piaceva succhiarlo. E piangeva quando Naruto lo levava dalla sua bocca, così per farla smettere, glielo lasciava. Anche se si sentiva strano, a farlo.

A dire il vero era felice che fosse nata, anche se era il risultato di uno stupro. Lei era famiglia, la sua famiglia. Con il suo stesso sangue. Non aveva mai avuto una famiglia prima d’ora, e amava la sensazione di vicinanza che aveva con la bambina. Rispondeva veramente solo a lui e non a Shizune e a Jiraya. Ma Naruto suppose che questo fosse perché la aveva portata in grembo e dato alla luce.

Aveva solo una preoccupazione. Quando sarebbero tornati a Konoh, agli anziani poteva non piacere l’idea di lui che allevava un bambino e avrebbero insistito perché la desse ad un orfanotrofio per essere adottata. Non avrebbe permesso questo. Se avessero provato, sarebbe scappato da Konoha, portando Suki con se. Non avrebbe potuto sopportare il pensiero di essere separato dalla sua piccola bambina.

Sentì il rumore di passi provenire dalle scale e alzò gli occhi per vedere Shizune venire giù. La donna sorrise quando lo vide e chiese,

“Dov’è Jiraya-sama?”

“Fuori”.

“A fare cosa?”

“Non lo so. Perché non vai e glielo chiedi?”

Shizune sospirò e scosse il capo,

“Lo lascerò al suo divertimento. Sarà sicuramente qualcosa riguardante il suo libro. Metto su una zuppa. Scommetto che hai fame”.

“Hmm, sì. E Suki-chan qui ama mangiare il mio dito…”

Shizune rise, facendogli mettere su il broncio e i suoi famosi ‘occhi da cucciolo bastonato’. Lei si sobbalzò improvvisamente e voltò la schiena dicendo,

“Non funzioneranno con me Naruto-kun”.

“Allora perché ti sei girate?”

Non rispose ma decise di andare in cucina, mettendosi all’opera, facendo più rumore del necessario. Naruto rise leggermente prima di riportare l’attenzione alla figlia. Rimosse dolcemente il dito e la piccola piagnucolò un po’, ma non pianse, cosa di cui Naruto fu grato. La mosse verso le sue braccia, abbracciandola stretta a sé.

La porta principale si aprì e Jiraya fece il suo ingresso, borbottando qualcosa. Si sedette accanto a Naruto sul divano, guardando Suki.

“Cosa stavi facendo?” chiese Naruto, cullando piano la bambina. Il sannin borbottò un po’ e poi rispose,

“Niente di che. Stavo provando a prendere qualche erba per Shizune da portare con lei per Tsunade-hime, ma sono stato attaccato da una volpe! Il piccolo disgraziato non voleva lasciarmi in pace”.

Naruto scoppiò a ridere e Jiraya lo fissò,

“Non ridere di me!”

“Perché no? Lo faccio tutto il tempo…”


“Why not? I do it all the time…”

***

“E’ bellissima!” disse Iruka mentre guardava le foto dategli da Tsunade.

“Sì, lo è, non è vero? Ho ricevuto una lettera da Shizune l’altro giorno, Dice che Naruto ha chiamato la bambina come sua madre, Suki”.

“Suki-chan? Me la ricordo. Era così amabile e vitale. Peccato che sia morta durante l’attacco di Kyuubi…”

Tsunade sospirò e annuì, guardando la foto di Naruto che teneva Suki. Il ragazzo non si era accorto che l’aveva scattata e si poteva vedere nei suoi occhi il piacere e la felicità nel tenere la piccola. Era la sua foto preferita.

“Guarda questa” disse, porgendo la foto al chuunin. La prese e sorrise,

“Sembra felice”.

“Certo che lo è. Lei è la sua famiglia. Lui non ha mai avuto una famiglia prima d’ora, quindi è nuovo per lui”.

“E’ anche la famiglia di Sasuke…”

“Ci occuperemo di lui più tardi”.

“Occuparsi di chi più tardi?” domandò Kakashi dalla porta, stupendo entrambi.

Tsunade fissò l’uomo prima di ruggire,

“Ti dispiace? Stiamo avendo una conversazione privata!”

Gli occhi di Kakashi slittarono sulle foto, che Tsunade coprì alla sua vista prima che avesse la possibilità di vederne il contenuto. Il Jounin dai capelli argentati sbatté le palpebre e poi disse,

“Ho un rapporto dalle sentinelle che potrebbe interessarvi”.

“Oh?”

“Sembra che Itachi sia stato avvistato nei pressi di Konoha una o due volte. Non troppo vicino da causare problemi tuttavia”.

Tsunade si accigliò, come Iruka. Cosa stava facendo intorno a Konoha? Sperò che non fosse venuto per Naruto. E Dio sa cosa avrebbe fatto una volta scoperto che il biondo aveva sua figlia. Tremò alla sola idea.

“Aumentate le sentinelle. Non lo voglio da nessuna parte vicino a Konoha, intesi?” ordinò. Il Jounin annuì e uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.

Iruka si voltò verso di lei, un’espressione preoccupata sul viso amichevole. La donna gli sorrise.

“Non preoccuparti per Naruto, è al sicuro con Jiraya. Sarà in pericolo solo una volt anche sarà tornado fra tre anni. Suki sarà cresciuta un po’ per allora”:

Iruka annuì, anche se appariva ancora preoccupato.

***

Al covo dell’Akatsuki, Itachi era seduto nello studio, pensando. Chiuse il libro che stava leggendo e lo spinse da parte. Non importava cosa facesse, non riusciva a levarsi di mente la conversazione tra l’Hokage e quel chuunin castano.

Era stata una sorpresa scoprire che Naruto aveva dato alla luce un bambino, da solo. Si accigliò. Aveva una figlia…una figlia che non sarebbe stato in grado di vedere per i prossimi anni.

Per qualche ragione, questo pensiero lo infastidiva. Non gli piaceva l’idea che non potesse vedere la sua discendente. Sembravano pensare che l’avrebbe uccisa. Non lo avrebbe fatto, non al proprio bambino. Non importava chi aveva ucciso, non sarebbe stato un suo bambino.

Chiuse gli occhi e se li massaggiò, sentendosi stanco. La porta si aprì e alzò lo sguardo per vedere Deidara entrare. Itachi lo osservò in attesa.

“Er, Itachi-san. Ho i rotoli che avevate chiesto”.

Itachi annuì e osservò l’uomo biondo posarli in una sedia vuota accanto ad lui e lo fissò prima che uscisse.

Si mosse solo quando fu sicuro che il membro dell’Akatsuki fosse lontano. Si alzò e si avvicinò ai rotoli, afferrandone il primo della pila. Tornò alla scrivania e si sedette, aprendo il rotolo, ne lesse attentamente il contenuto. Da ciò che aveva appreso dagli altri rotoli, il sigillo che era stato usato per imprigionare Kyuubi era indistruttibile, quindi non erano in grado di estrarre la enneacoda. Itachi non pensava a questo.

Finì il rotolo e lo spinse a lato, prendendone un altro.

Lo srotolò e poi sbatté le palpebre. Il rotolo mostrava informazioni su un sigillo chiamato ‘ketsugou’. Seguì la spiegazione che seguiva dopo il nome:

Il sigillo di ketugou è un speciale sigillo di collegamento. Implica l’unione di due anime cosicché non possano essere separate. Il sigillo può essere spezzato solo dal sigillatore, ma è estremamente difficile da eseguire e richiede molto chakra.

Il sigillo richiede il sangue di entrambe le anime perché funzioni. Il sigillo, mostrato in basso, deve essere eseguito correttamente o mal funzionerà, provocando la morte di entrambe le anime.

Se una delle due anime si allontana di una certa distanza dall’altra, allora entrambe cadranno malate. Se non verranno riunite, allora andranno incontro alla morte dal momento che non possono sopravvivere l’una senza l’altra. Se una delle due anime viene uccisa, allora anche l’altra morirà, dato che le loro anime non possono essere separate l’una dall’altra.

Il sigillo di collegamento era usato per tenere con la massima sicurezza i prigionieri in una certa area cosicché fosse impossibile per loro fuggire. Dovevano rimanere o morire. Il sigillatore aveva il compito di assicurarsi che il prigioniero approfittasse della situazione. Il fatto che entrambi si ammalassero ed fossero soggetti a morte è la punizione sia del prigioniero sia del carceriere per aver lasciato il primo fuggire da lui/lei.

Questo sigillo è caduto in disuso a causa della pericolosità di tale sigillo e gli anni di allenamento che richiedevano per imparare ad eseguire il sigillo senza complicazioni.



Gli occhi di Itachi passarono al sigillo. Era alquanto piccolo, ma sembrava difficile con molte curve e linee. Ghignò, era perfetto. Proprio quello che gli serviva per tenere Naruto legato a lui per il resto delle loro vite. Nessuno avrebbe potuto portarglielo via, e ad Itachi questo piaceva.

Anche se il problema era prendere il biondo ovviamente, dal momento che era sorvegliato. Iachi si sarebbe assicurato di prendere anche sua figlia. Aveva bisogno di un padre come di una madre, no?

“Presto, Naruto-kun, sarai mio e solo mio”. Sussurrò l’Uchiha, lo sharingan che lampeggiò nel Magekyou sharingan per un istante prima che i suoi occhi tornassero del loro color ebano.

***

Naruto starnutì, sbattendo le palpebre sorpreso. Shizune e Jiraya lo guardarono mentre erano seduti al tavolo.

“Lo sai che se starnutisci, significa che qualcuno sta parlando di te?”. Disse Jiraya, mettendo su una finta aria seria. Naruto fissò il sannin prima di replicare,

“Non credo il queste cose”.

Jiraya scoppiò a ridere e si concentrò al pasto davanti a lui, ghignando leggermente. Naruto grugnì e riportò l’attenzione al piatto di fronte a lui, decidendo di ignorare il vecchio uomo per il resto della sera.

‘Gliela farò vedere più tardi…’ pensò, con già alcuni scherzi in mente che avrebbe usato contro il sannin quando meno se lo aspettava. Una risata sinistra sfuggì dalle sue labbra, attirando lo sguardo sia di Jiraya che di Shizune su di se che poi si guardarono l’un l’altro, leggermente preoccupati per la sua sanità mentale.

Quando il biondo ebbe terminato, spinse il piatto da parte con un sospiro soddisfatto. Shizune prese su i piatti e andò in cucina, mettendoli da parte.

“Jiraya-sama, può lavare i piatti per favore?”

“C-cosa?”

“Fallo e basta Ero-sennin. Ti risparmierai un sacco di problemi se lo fai”. Disse Naruto dalla sua posizione sul tappeto cisino al fuoco e un cestino accanto a lui che teneva una Suki addormentata. Shizune scosse il capo mentre Jiraya si faceva strada verso la cucina, mugugnando,

“Mi sento come una casalinga…”

Naruto sgignazzò, osservando Jiraya, divertimento visibile nei suoi brillanti occhi azzurri.

“Dannato moccioso…”. Mormorò.

“Linguaggio!” boccheggiò Shizune, scioccata, “c’è un bambino nelle vicinanze!”

“Dorme”. Disse Naruto, sbadigliando.

“Non importa! Se prende l’abitudine di parlare così intorno a Suki-chan, allora anche lei imparerà quelle parole!”

“Oh…” disse Naruto e poi fissò Jiraya, che faceva del suo meglio per ignorarli entrambi.

‘Stuzzicarlo è così divertente…’ pensò Naruto con un sorrisetto.

***

(tre mesi dopo)

“Sembri stupido Ero-sennin. Lo stai facendo sbagliato”. Disse Naruto mentre guardava Jiraya che teneva una Suki di tre mesi sul grembo, tentando –e fallendo- di farla ridere. Non era soddisfatta e piangeva, cercando di colpire il vecchio uomo. Naruto rise e prese la bambina dall’eremita dei rospi. Il sannin fissò il biondo, ma fu ampiamente ignorato da quest’ultimo. Naruto calmò la bambina e fu contento di sedersi con lei sul suo grembo, lasciandola giocare con la collana che Tsunade le aveva dato. Amava quell’oggetto per qualche ragione. Stava cercando di afferrarla con la manina, ma non ci riusciva ancora. I muscoli della mano non si erano ancora sviluppati.

“Neh, Ero-sennin? Quando sarò in grado di allenarmi di nuovo?”

“Stare dietro a Suki ti porterà via la maggior parte del tempo. Posso darti lezioni solo quando dorme”.

Naruto aggrottò le sopracciglia, ma poi alzò le spalle, giudicando più importante la bambina.

Posso allenarti io, sai.

Davvero? Ma Suki-chan?

Lascial con l’Ero-sennin. Ti insegnerò qualcosa di davvero forte!

Grande! Anche se…possiamo aspettare fino a che non cresce un altro po’ e quando avrà più confidenza con l’Ero sennin?

Hmm, quale ragazza sana di mente entrerebbe mai in confidenza con quel pervertito?

Hai ragione…

Naruto sospirò, torcendo leggermente il naso. Suki alzò lo sguardo su di lui ed emise un versetto, sorridendo leggermente. Naruto ricambiò e lei rise ancora prima di tornare al suo compito di giocare con la sua collana.

“Ero-sennin?”

“Cosa?” chiese Jiraya rozzamente. Naruto combatté con l’urgenza di ridere prima di dire,

“Kyuubi è disponibile ad allenarmi, quindi quando lo farà, guarderai Suki-chan?”

Il sannin sbatté le palpebre e poi sorrise,

“Certo!”

Perché ho il presentimento che non sia una buona idea…

Kyuubi sghignazzò, ma non disse niente. La piccola sul suo grembo strinse la maglia del biondo con entrambe le mani, tirando leggermente. Naruto aveva imparato che quel gesto significava che voleva un abbraccio, e chi era lui per negarglielo.

***

Itachi si lasciò sprofondare nella sedia, stanco di provare il sigillo che aveva trovato. Ci aveva lavorato a lungo e pensò si averlo in pugno. Era più difficile di quel che sembrava, ancora più difficile eseguirlo senza fare errori.

Guardò nuovamente il disegno del sigillo, il sharingan attivo, seguendo la forma intricata. Anche con l’aiuto dello sharingan, era difficile da padroneggiare. Il più difficile che avesse mai incontrato. Ma alla fine ne sarebbe valsa la pena. Come si diceva, un Uchiha ottiene sempre quello che vuole…

Continua…


Edited by trinh89 - 15/1/2009, 22:28
 
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