Capitolo 9: Una strada cosparsa di vetri infranti.

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trinh89
view post Posted on 16/1/2009, 13:45




Titolo: A time to… (Un tempo per…)
Autore originale: asashouryuu.
Traduttrice: -Sasha-, trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3444322/1/A_time_to
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: SasuNaru; FugakuxArashi, accenni di GaaraxNaruto e NejiGaara.
Rating: AU, yaoi, OOC.

-Capitolo 9: Una strada cosparsa di vetri infranti .

And as the road divides
That runs off with our lives
Promise me you will never say goodbye
“Promise Me”- Vince Neil

Era molto raro per gli studenti il poter essere rumorosi senza essere rimproverati dall’insegnante di turno ma oggi non era un giorno ordinario…almeno per gli studenti del secondo anno che stavano analizzando i depliant informativi sulle scuole superiori loro consegnati. Mentre i ragazzi dimostravano un atteggiamento piuttosto indifferente a proposito del materiale, le ragazze ridacchiavano e lanciavano piccoli gridolini osservando le uniformi.
“Guardate questa!” Esclamò una ragazza mentre indicava l’immagine dell’uniforme. “ La gonna è corta e la combinazione di colori perfetta, vero?”
“Che pagina è?” chiese un’altra ragazza.
L’insegnante si schiarì la voce sopra la confusione. “Potrete sbavarci sopra dopo che avrò spiegato alcune cose.” Come robot, ognuno prestò attenzione. Era meglio non fare arrabbiare la piccola e fusa professoressa. “Ora vi consegno un foglio dove scriverete le vostre tre prime scuole di scelta.”
L’emozione tra gli studenti divenne palpabile.

“Desidero che compiliate i fogli entro due mesi a partire da ora. La facoltà ritiene che due mesi siano abbastanza per voi per pensare e soppesare il vostro futuro. Capito?”

Un coro di risposte positive risuonò all’interno della stanza e ognuno tornò a discutere e sfogliare i depliant.

-SasuNaru is love-

Le due settimane successive trovarono il gruppo di amici seduti attorno al tavolo della cucina del biondo, avendo deciso di incontrarsi perché, a causa del lavoro e della scuola, non avevano trovato prima il tempo per farlo.

“Giuro,” buttò lì Kiba masticando il suo onigiri, “le ragazze prendono in considerazione l’idea di andare in una scuola solo se questa rispetta il loro senso del gusto!”

La maggior parte dei ragazzi aveva ignorato l’uscita di Kiba, continuando a mangiare la loro cena preparata autonomamente finché l’aprirsi della porta d’ingresso non li fece uscire dalla loro trans indotta.

“Tadaima” giunse la voce profonda e conosciuta dall’ingresso.

“Bentornato, Oyaji!” trillò Naruto.

Una volta che entrò nella sala da pranzo, cinque teste si voltarono per salutarlo prima di tornare silenziosamente al loro pasto.

“Ditemi,” cominciò Arashi, “Qualcuno ha già scelto la scuola dove andare? Sapete che non vi rimane molto tempo. Dovete decidere il prima possibile. Non siate frettolosi perché questa che dovete prendere è una decisione molto importante.”

Kiba, che era seduto alla fine del piccolo tavolo, decise di parlare per primo, “Bè, non so per ciò che riguarda voi ragazzi, ma io pensavo di andare alla scuola superiore Konoha. “ Affermò come finì il resto della sua cena.
Shino, che era affianco a Kiba fissò il muro prima di rispondere, “Konoha.”
Dopo venne Sasuke che sedeva di fronte a Shino e affianco al suo miglior amico biondo, mangiando il suo onigiri con quelli che sembravano come precisi, calcolati morsi, prima di rispondere che avrebbe frequentato la stessa scuola di Kiba e Shino.
Gaara, che era seduto vicino a Shino, dichiarò semplicemente, “Konoha” con il suo usuale tono di ghiaccio, prima di riprendere a mangiare la sua cena in silenzio.
Infine tutte le teste si voltarono verso il biondo, che era seduto vicino Sasuke, e di fronte al ragazzo dai capelli rosso cremisi. Naruto sembrava inconsapevole dei fin troppo ovvi sguardi inquisitori dei suoi amici e di suoi padre, e ingoiò la sua quarta scodella di ramen con gusto finché un pugno dall’alto non lo riportò alla conversazione. “Scusate!” rispose il biondo con un sorriso, “Qual’era la domanda?” (Questa è la stessa identica cosa che succede quando la Trinh mi parla, ma giuro che non lo faccio apposta…povera Trinh…non succede sempre comunque)
Sasuke parlò“In quale scuola vuoi andare?” Naruto avrebbe potuto giurare di aver sentito sussurrare, ‘moron’ alla fine della domanda, ma per il momento lasciò perdere.
Prima di dare la sua risposta, fu interrotto da nient’altri che Kiba, “Pensi di andare a Konoha come il resto di noi?” Chiese con il suo solito tono di voce alt, “Sarebbe figo se tutti noi andassimo nella stessa suola, non trovate?”

“Diavolo si!” esclamò Naruto con un po’ più vigore del solito, “E Konoha sia!”
Occhi scuri lanciarono a Naruto uno sguardo calcolatore prima di notare un sorriso un po’ più forzato del normale. Una volta che se ne fu reso conto, gli occhi si socchiusero al pensiero delle azioni del biondo.
Cosa gli sta succedendo? (puccio lui che si preoccupa)

-SasuNaru is love-

Alla vigilia della consegna di quello che ognuno chiamava “la carta del Futuro), un sacco di studenti stavano portando a termine la compilazione dell’ultimo minuto.
Occhi di giada lanciarono uno sguardo indifferente al pezzo di carta posto di fronte a loro. Ovviamente Gaara non doveva pensarci molto. Sapeva già dove voleva andare, alla scuola superiore di Konoha e la sua ragione era logica. Quella scuola era praticamente l’unica ad essere vicino casa sua. Avrebbe creato meno problemi l’andare e il ritornare da scuola. Scrollò le spalle e riempì il suo foglio.
Sasuke sedeva nella sua stanza oscura, compilando il foglio. Ovviamente doveva andare a Konoha, non solo perché era la stessa scuola che aveva frequentato suo padre, ma anche perché era la stessa scuola che aveva frequentato suo fratello. Assicuratosi che quello fosse un modo per guadagnarsi le lodi con cui suo padre praticamente sommergeva Itachi, scrisse Konoha come sua prima scelta, con la determinazione di ottenere il titolo di figlio di Fugaku, e non solo quello di disgrazia per la famiglio.
Dopo aver alla sua fattoria di insetti, Sino lanciò uno sguardo al foglio posato sulla scrivania, prima di decidere che sarebbe stato meglio riempirlo e concludere così quella storia. Basandosi sul depliant che conteneva tutta una serie di informazioni di scuole differenti, Shino aveva deciso di frequentare Konoa perché offriva un’educazione di ottima qualità. Gli altri istituti sembravano interessanti, ma Shino preferiva andare in una scuole dove era sicuro avrebbe imparato cose che si sarebbero rivelate utili in un vicino futuro. Scrisse Konoha come prima scelta prima di tornare alla sua fattoria di insetti.
A differenza degli altri ragazzi, Naruto sembrava confuso. No, non doveva essere frettoloso. Era indeciso su quale scuola avrebbe dovuto scrivere come prima scelta. Voleva diventare uno chef e circa tre mesi prima, una scuola preparatoria per l’Arte Culinaria aveva attirato il suo interesse. E in più, la scuola era descritta a livello mondiale come una rinomata scuola culinaria, così che se avesse voluto continuare gli studi fuori dal Giappone, sarebbe stato più semplice entrare in qualsiasi altro istituto. Ma ancora, andare in quella scuola avrebbe significato vedere meno i suoi amici. Ne avrebbe sicuramente sentito la mancanza. Era e non riusciva a decidere, non importava quanto tempo avesse per riflettere sulla cosa. Le mani abbronzate tirarono rozzamente le ciocche di capelli biondi mentre i suoi occhi fissavano il foglio di carta.
“Maledizione!” ringhiò, “Maledizione maledizione maledizione maledizione MALEDIZIONE!”
“Naruto?” Arashi lo chiamò dal corridoio, cogliendo di sorpresa il figlio.
“Cosa?” ringhiò il figlio mentre afferrava la penna troppo saldamente. Vedendo il cipiglio dipinto sul volto del figlio, Arashi capì che non aveva ancora deciso. Si mosse avanti per arrivare a stare in piedi affianco al figlio e prese in mano il depliant della scuola di Konoha.
“Futuro o amici…”fu mormorato. C’era stato un tempo in cui anche lui aveva dovuto prendere la più grande decisione della sua vita. Era quasi simile a quella che suo figlio doveva fare in quel momento, eccetto per il fatto che la sua era più dolorosa…più straziante per il suo cuore . “Pensa a questo, figlio. Tu potrai ancora incontrali ogni tanto se ognuno di voi lo desidera veramente. Il tuo futuro e i tuoi amici vanno mano nella mano ma deve esserci anche un compromesso.” Batté il depliant sulla testa di Naruto. “Compromesso. E’ la soluzione migliore. Io sosterrò la tua decisione ma tu dovrai dimostrarti responsabile.” Detto questo, ripose il depliant sulla scrivania dove si trovava prima.

“Buonanotte, Naruto.”

“Si, buonanotte papà.”
Per un minuto, fissò i depliant, poi annuì con la testa. Alla fine aveva preso la sua decisione. Naruto scrisse Konoha come seconda scelta, nel caso non fosse riuscito ad entrare nella scuola preparatoria avrebbe sempre potuto andare nella stessa scuola dei suoi amici e forse trovare ugualmente qualcosa di interessante. Con uno sguardo di rimpianto, Naruto finì di compilare il foglio e andò a letto.

-SasuNaru is love-

Il chiacchierio e il trambusto degli studenti furono interrotti dall’ingresso in classe dell’insegnante. Questo era il giorno della raccolta dei fogli. La maggior parte delle ragazze avevano parlato delle speranze di riuscire ad accedere alla loro prima scelta, fino a che l’insegnante non chiese il silenzio. . Una volta che ebbe raccolto tutti i fogli si mise a leggerli uno dopo l’altro. Di tanto in tanto faceva commenti della serie, “Però, Konoha è una scelta popolare!” Naruto sentiva il suo cuore battere nel petto, cosa sarebbe successo se l’insegnante avesse fatto un commento su cosa aveva messo come prima scelta? Come avrebbero reagito i suoi amici scoprendo che non aveva realmente preso in considerazione così tanto Konoha? Sentì il suo cuore fermarsi una volta che l’insegnante gli rivolse uno sguardo curioso, “Bene,” cominciò catturando immediatamente lì attenzione di tutti. “che scelta interessante, specie che viene da te, Uzumaki-kun.” Naruto voltò la testa per trovare un paio di occhi ossidiana lanciargli uno sguardo interrogatore prima di distoglierlo un attimo dopo. Naruto percepì una fitta al cuore quando sempre più occhi familiari si puntarono su di lui con uno stesso sguardo. Quando la campanella suonò, mani abbronzate arraffarono la propria roba il prima possibile prima di spiccare una corsa folle verso l’uscita, e lontano dal peso degli sguardi interrogatori che sentiva premere sul retro della sua testa. Perché stava scappando? Non era come se stesse tradendo la loro amicizia.

‘Quasi libero…’ pensò Naruto mentre correva lungo i corridoi verso il suo armadietto ‘Solo un altro p-AH!’

Prima che chiunque avesse potuto prevedere, Naruto sentì delle mani spingerlo rozzamente contro il muro, e non ci volle molto prima che quelle mani, con la stessa ferocia di prima, lo voltassero, facendo incontrare i suoi occhi con quelli della persona che aveva afferrato il suo colletto e gelò. Occhi blu erano legati a furiosi occhi color carbone.

‘No-non ho mai visto Sasuke così…freddo

“Non andare…” Disse una voce familiare in tono monotono dietro l’Uchiha.

G-Gaara?

Il rosso apparve da dietro le spalle dell’arrabbiato Uchiha e gli occhi verde giada si fissarono in quelli azzurri. Sebbene il tono di voce era da comando, la richiesta sembrava più una supplica. Gaara aveva detto ciò che Sasuke non poteva esprimere a parole. Ci volle qualche istante prima che Naruto riacquistasse la capacità di parlare, per alcuni momenti qualcosa nelle profondità della sua gola gli aveva impedito di farlo.

“R-ragazzi,” iniziò Naruto in un roco sussurro, “Di cosa state parlando? Io non vado da nessuna parte!”

I due fissarono il biondo, ovviamente per nulla convinti dall’orribile tentativo di menzogna.

“Allora qual è il motivo per cui ti sei fiondato fuori dalla classe come se avessi avuto qualcuno alle costole?”

Naruto indietreggio(poi l’autrice mi deve spiegare come visto che era già con le spalle al muro…). Ouch. Beccato. Mancava solo così poco e sarebbe riuscito a scappare…
Il biondo lasciò che un sospiro sfuggisse dalle sue labbra prima di tentare di evitare lo sguardo inquisitorio di Uchiha e il peso di quelli dei suoi compagni.

“Tranquillo,” arrivò una voce dalla sua destra, “Non siamo affatto arrabbiati con te! Vogliamo solo sapere perché non c’è l’hai detto! Non ci sono problemi con la tua scelta.”

Kiba….

Naruto sorrise, le parole del castano sembrarono alleggerire la tensione e la tranquillità riempì l’aria.

“Scuole differenti o meno…non scalfiranno la nostra amicizia se non gli e lo permetteremo”

Shino…

“Se vuoi fare qualcosa, falla, ma non devi mentirci Naruto…”

Gaara…

La speranza ritornò negli occhi azzurri come questi si voltarono verso l’unico che non aveva ancora parlato.

“Fai ciò che vuoi, ma non credere di poter sfuggirci mentendoci. Sei un fallimento in questo…moron…”

Labbra pallide si incurvarono in un ghigno una volta che tutto tornò alla sua normale routine.

“Attendo a chi offendi! Bastardo”

Mentre il gruppo di amici cominciò a camminare fianco a fianco verso il luogo dove abitualmente pranzavano, Sasuke non potè trattenersi dal fissare il suo amico biondo, che al momento stava bisticciando con Kiba e domandarsi,
Per quanto ancora durerà tutto questo?
La stessa domanda ronzava nelle teste degli altri, domandandosi come sarebbe proseguita la vita senza colui che sembrava donarla ad ognuno di loro.

TBC

Il biondo sbatté la cartella sul tavolo e fissò sua zia, “Ti ho detto che non voglio andare in quella casa per appuntamenti! E’ una perdita di tempo parlare con ragazze delle quali non sono interessato.”

“Non sei interessato finché quell’uomo…” lasciò cadere la frase, troppo disgustata per continuare.

“Non ti permettere di parlare di lui in questi termini!”ringhiò. O mio Dio, doveva mantenere un fermo controllo sul suo comportamento o avrebbe ucciso la sua stessa zia.

Capitolo 9: Una strada cosparsa di vetri infranti
And as the road divides
That runs off with our lives
Promise me you will never say goodbye
“Promise Me”- Vince Neil
Era molto raro per gli studenti il poter essere rumorosi senza essere rimproverati dall’insegnante di turno ma oggi non era un giorno ordinario…almeno per gli studenti del secondo anno che stavano analizzando i depliant informativi sulle scuole superiori loro consegnati. Mentre i ragazzi dimostravano un atteggiamento piuttosto indifferente a proposito del materiale, le ragazze ridacchiavano e lanciavano piccoli gridolini osservando le uniformi.
“Guardate questa!” Esclamò una ragazza mentre indicava l’immagine dell’uniforme. “ La gonna è corta e la combinazione di colori perfetta, vero?”
“Che pagina è?” chiese un’altra ragazza.
L’insegnante si schiarì la voce sopra la confusione. “Potrete sbavarci sopra dopo che avrò spiegato alcune cose.” Come robot, ognuno prestò attenzione. Era meglio non fare arrabbiare la piccola e fusa professoressa. “Ora vi consegno un foglio dove scriverete le vostre tre prime scuole di scelta.”
L’emozione tra gli studenti divenne palpabile.

“Desidero che compiliate i fogli entro due mesi a partire da ora. La facoltà ritiene che due mesi siano abbastanza per voi per pensare e soppesare il vostro futuro. Capito?”

Un coro di risposte positive risuonò all’interno della stanza e ognuno tornò a discutere e sfogliare i depliant.

-SasuNaru is love-

Le due settimane successive trovarono il gruppo di amici seduti attorno al tavolo della cucina del biondo, avendo deciso di incontrarsi perché, a causa del lavoro e della scuola, non avevano trovato prima il tempo per farlo.

“Giuro,” buttò lì Kiba masticando il suo onigiri, “le ragazze prendono in considerazione l’idea di andare in una scuola solo se questa rispetta il loro senso del gusto!”

La maggior parte dei ragazzi aveva ignorato l’uscita di Kiba, continuando a mangiare la loro cena preparata autonomamente finché l’aprirsi della porta d’ingresso non li fece uscire dalla loro trans indotta.

“Tadaima” giunse la voce profonda e conosciuta dall’ingresso.

“Bentornato, Oyaji!” trillò Naruto.

Una volta che entrò nella sala da pranzo, cinque teste si voltarono per salutarlo prima di tornare silenziosamente al loro pasto.

“Ditemi,” cominciò Arashi, “Qualcuno ha già scelto la scuola dove andare? Sapete che non vi rimane molto tempo. Dovete decidere il prima possibile. Non siate frettolosi perché questa che dovete prendere è una decisione molto importante.”

Kiba, che era seduto alla fine del piccolo tavolo, decise di parlare per primo, “Bè, non so per ciò che riguarda voi ragazzi, ma io pensavo di andare alla scuola superiore Konoha. “ Affermò come finì il resto della sua cena.
Shino, che era affianco a Kiba fissò il muro prima di rispondere, “Konoha.”
Dopo venne Sasuke che sedeva di fronte a Shino e affianco al suo miglior amico biondo, mangiando il suo onigiri con quelli che sembravano come precisi, calcolati morsi, prima di rispondere che avrebbe frequentato la stessa scuola di Kiba e Shino.
Gaara, che era seduto vicino a Shino, dichiarò semplicemente, “Konoha” con il suo usuale tono di ghiaccio, prima di riprendere a mangiare la sua cena in silenzio.
Infine tutte le teste si voltarono verso il biondo, che era seduto vicino Sasuke, e di fronte al ragazzo dai capelli rosso cremisi. Naruto sembrava inconsapevole dei fin troppo ovvi sguardi inquisitori dei suoi amici e di suoi padre, e ingoiò la sua quarta scodella di ramen con gusto finché un pugno dall’alto non lo riportò alla conversazione. “Scusate!” rispose il biondo con un sorriso, “Qual’era la domanda?” (Questa è la stessa identica cosa che succede quando la Trinh mi parla, ma giuro che non lo faccio apposta…povera Trinh…non succede sempre comunque)
Sasuke parlò“In quale scuola vuoi andare?” Naruto avrebbe potuto giurare di aver sentito sussurrare, ‘moron’ alla fine della domanda, ma per il momento lasciò perdere.
Prima di dare la sua risposta, fu interrotto da nient’altri che Kiba, “Pensi di andare a Konoha come il resto di noi?” Chiese con il suo solito tono di voce alt, “Sarebbe figo se tutti noi andassimo nella stessa suola, non trovate?”

“Diavolo si!” esclamò Naruto con un po’ più vigore del solito, “E Konoha sia!”
Occhi scuri lanciarono a Naruto uno sguardo calcolatore prima di notare un sorriso un po’ più forzato del normale. Una volta che se ne fu reso conto, gli occhi si socchiusero al pensiero delle azioni del biondo.
Cosa gli sta succedendo? (puccio lui che si preoccupa)

-SasuNaru is love-

Alla vigilia della consegna di quello che ognuno chiamava “la carta del Futuro), un sacco di studenti stavano portando a termine la compilazione dell’ultimo minuto.
Occhi di giada lanciarono uno sguardo indifferente al pezzo di carta posto di fronte a loro. Ovviamente Gaara non doveva pensarci molto. Sapeva già dove voleva andare, alla scuola superiore di Konoha e la sua ragione era logica. Quella scuola era praticamente l’unica ad essere vicino casa sua. Avrebbe creato meno problemi l’andare e il ritornare da scuola. Scrollò le spalle e riempì il suo foglio.
Sasuke sedeva nella sua stanza oscura, compilando il foglio. Ovviamente doveva andare a Konoha, non solo perché era la stessa scuola che aveva frequentato suo padre, ma anche perché era la stessa scuola che aveva frequentato suo fratello. Assicuratosi che quello fosse un modo per guadagnarsi le lodi con cui suo padre praticamente sommergeva Itachi, scrisse Konoha come sua prima scelta, con la determinazione di ottenere il titolo di figlio di Fugaku, e non solo quello di disgrazia per la famiglio.
Dopo aver alla sua fattoria di insetti, Sino lanciò uno sguardo al foglio posato sulla scrivania, prima di decidere che sarebbe stato meglio riempirlo e concludere così quella storia. Basandosi sul depliant che conteneva tutta una serie di informazioni di scuole differenti, Shino aveva deciso di frequentare Konoa perché offriva un’educazione di ottima qualità. Gli altri istituti sembravano interessanti, ma Shino preferiva andare in una scuole dove era sicuro avrebbe imparato cose che si sarebbero rivelate utili in un vicino futuro. Scrisse Konoha come prima scelta prima di tornare alla sua fattoria di insetti.
A differenza degli altri ragazzi, Naruto sembrava confuso. No, non doveva essere frettoloso. Era indeciso su quale scuola avrebbe dovuto scrivere come prima scelta. Voleva diventare uno chef e circa tre mesi prima, una scuola preparatoria per l’Arte Culinaria aveva attirato il suo interesse. E in più, la scuola era descritta a livello mondiale come una rinomata scuola culinaria, così che se avesse voluto continuare gli studi fuori dal Giappone, sarebbe stato più semplice entrare in qualsiasi altro istituto. Ma ancora, andare in quella scuola avrebbe significato vedere meno i suoi amici. Ne avrebbe sicuramente sentito la mancanza. Era e non riusciva a decidere, non importava quanto tempo avesse per riflettere sulla cosa. Le mani abbronzate tirarono rozzamente le ciocche di capelli biondi mentre i suoi occhi fissavano il foglio di carta.
“Maledizione!” ringhiò, “Maledizione maledizione maledizione maledizione MALEDIZIONE!”
“Naruto?” Arashi lo chiamò dal corridoio, cogliendo di sorpresa il figlio.
“Cosa?” ringhiò il figlio mentre afferrava la penna troppo saldamente. Vedendo il cipiglio dipinto sul volto del figlio, Arashi capì che non aveva ancora deciso. Si mosse avanti per arrivare a stare in piedi affianco al figlio e prese in mano il depliant della scuola di Konoha.
“Futuro o amici…”fu mormorato. C’era stato un tempo in cui anche lui aveva dovuto prendere la più grande decisione della sua vita. Era quasi simile a quella che suo figlio doveva fare in quel momento, eccetto per il fatto che la sua era più dolorosa…più straziante per il suo cuore . “Pensa a questo, figlio. Tu potrai ancora incontrali ogni tanto se ognuno di voi lo desidera veramente. Il tuo futuro e i tuoi amici vanno mano nella mano ma deve esserci anche un compromesso.” Batté il depliant sulla testa di Naruto. “Compromesso. E’ la soluzione migliore. Io sosterrò la tua decisione ma tu dovrai dimostrarti responsabile.” Detto questo, ripose il depliant sulla scrivania dove si trovava prima.

“Buonanotte, Naruto.”

“Si, buonanotte papà.”
Per un minuto, fissò i depliant, poi annuì con la testa. Alla fine aveva preso la sua decisione. Naruto scrisse Konoha come seconda scelta, nel caso non fosse riuscito ad entrare nella scuola preparatoria avrebbe sempre potuto andare nella stessa scuola dei suoi amici e forse trovare ugualmente qualcosa di interessante. Con uno sguardo di rimpianto, Naruto finì di compilare il foglio e andò a letto.

-SasuNaru is love-

Il chiacchierio e il trambusto degli studenti furono interrotti dall’ingresso in classe dell’insegnante. Questo era il giorno della raccolta dei fogli. La maggior parte delle ragazze avevano parlato delle speranze di riuscire ad accedere alla loro prima scelta, fino a che l’insegnante non chiese il silenzio. . Una volta che ebbe raccolto tutti i fogli si mise a leggerli uno dopo l’altro. Di tanto in tanto faceva commenti della serie, “Però, Konoha è una scelta popolare!” Naruto sentiva il suo cuore battere nel petto, cosa sarebbe successo se l’insegnante avesse fatto un commento su cosa aveva messo come prima scelta? Come avrebbero reagito i suoi amici scoprendo che non aveva realmente preso in considerazione così tanto Konoha? Sentì il suo cuore fermarsi una volta che l’insegnante gli rivolse uno sguardo curioso, “Bene,” cominciò catturando immediatamente lì attenzione di tutti. “che scelta interessante, specie che viene da te, Uzumaki-kun.” Naruto voltò la testa per trovare un paio di occhi ossidiana lanciargli uno sguardo interrogatore prima di distoglierlo un attimo dopo. Naruto percepì una fitta al cuore quando sempre più occhi familiari si puntarono su di lui con uno stesso sguardo. Quando la campanella suonò, mani abbronzate arraffarono la propria roba il prima possibile prima di spiccare una corsa folle verso l’uscita, e lontano dal peso degli sguardi interrogatori che sentiva premere sul retro della sua testa. Perché stava scappando? Non era come se stesse tradendo la loro amicizia.

‘Quasi libero…’ pensò Naruto mentre correva lungo i corridoi verso il suo armadietto ‘Solo un altro p-AH!’

Prima che chiunque avesse potuto prevedere, Naruto sentì delle mani spingerlo rozzamente contro il muro, e non ci volle molto prima che quelle mani, con la stessa ferocia di prima, lo voltassero, facendo incontrare i suoi occhi con quelli della persona che aveva afferrato il suo colletto e gelò. Occhi blu erano legati a furiosi occhi color carbone.

‘No-non ho mai visto Sasuke così…freddo

“Non andare…” Disse una voce familiare in tono monotono dietro l’Uchiha.

G-Gaara?

Il rosso apparve da dietro le spalle dell’arrabbiato Uchiha e gli occhi verde giada si fissarono in quelli azzurri. Sebbene il tono di voce era da comando, la richiesta sembrava più una supplica. Gaara aveva detto ciò che Sasuke non poteva esprimere a parole. Ci volle qualche istante prima che Naruto riacquistasse la capacità di parlare, per alcuni momenti qualcosa nelle profondità della sua gola gli aveva impedito di farlo.

“R-ragazzi,” iniziò Naruto in un roco sussurro, “Di cosa state parlando? Io non vado da nessuna parte!”

I due fissarono il biondo, ovviamente per nulla convinti dall’orribile tentativo di menzogna.

“Allora qual è il motivo per cui ti sei fiondato fuori dalla classe come se avessi avuto qualcuno alle costole?”

Naruto indietreggio(poi l’autrice mi deve spiegare come visto che era già con le spalle al muro…). Ouch. Beccato. Mancava solo così poco e sarebbe riuscito a scappare…
Il biondo lasciò che un sospiro sfuggisse dalle sue labbra prima di tentare di evitare lo sguardo inquisitorio di Uchiha e il peso di quelli dei suoi compagni.

“Tranquillo,” arrivò una voce dalla sua destra, “Non siamo affatto arrabbiati con te! Vogliamo solo sapere perché non c’è l’hai detto! Non ci sono problemi con la tua scelta.”

Kiba….

Naruto sorrise, le parole del castano sembrarono alleggerire la tensione e la tranquillità riempì l’aria.

“Scuole differenti o meno…non scalfiranno la nostra amicizia se non gli e lo permetteremo”

Shino…

“Se vuoi fare qualcosa, falla, ma non devi mentirci Naruto…”

Gaara…

La speranza ritornò negli occhi azzurri come questi si voltarono verso l’unico che non aveva ancora parlato.

“Fai ciò che vuoi, ma non credere di poter sfuggirci mentendoci. Sei un fallimento in questo…moron…”

Labbra pallide si incurvarono in un ghigno una volta che tutto tornò alla sua normale routine.

“Attendo a chi offendi! Bastardo”

Mentre il gruppo di amici cominciò a camminare fianco a fianco verso il luogo dove abitualmente pranzavano, Sasuke non potè trattenersi dal fissare il suo amico biondo, che al momento stava bisticciando con Kiba e domandarsi,
Per quanto ancora durerà tutto questo?
La stessa domanda ronzava nelle teste degli altri, domandandosi come sarebbe proseguita la vita senza colui che sembrava donarla ad ognuno di loro.

TBC

Il biondo sbatté la cartella sul tavolo e fissò sua zia, “Ti ho detto che non voglio andare in quella casa per appuntamenti! E’ una perdita di tempo parlare con ragazze delle quali non sono interessato.”

“Non sei interessato finché quell’uomo…” lasciò cadere la frase, troppo disgustata per continuare.

“Non ti permettere di parlare di lui in questi termini!”ringhiò. O mio Dio, doveva mantenere un fermo controllo sul suo comportamento o avrebbe ucciso la sua stessa zia.

Le labbra di sua zia tremarono, e un secondo più tardi si stava asciugando gli occhi con un fazzolettino. “Da quando hai conosciuto quell’uomo, hai cominciato a rispondermi con quel tono. Cosa ti è successo?”

Lui abbassò gli occhi sentendosi colpevole.

“Se non vuoi frequentare quel posto, tuo padre penserà che non ho fatto abbastanza e alla fine se la prenderà con me,” continuò tra i singhiozzi. “Se non ci andrai, l’organizzatrice penserà che la stiamo prendendo in giro e…Vuoi vedere i tuoi genitori litigare? Vuoi macchiare il buon nome della nostra famiglia?”

“D’accordo, ci andrò.” Era troppo occupato nel pensare a come dire al suo amante che non sarebbe stato in grado di festeggiare il loro anniversario per notare il sorriso trionfante sul viso della donna. Le lacrime da coccodrillo funzionavano davvero bene con il suo sensibile nipote.

Le labbra di sua zia tremarono, e un secondo più tardi si stava asciugando gli occhi con un fazzolettino. “Da quando hai conosciuto quell’uomo, hai cominciato a rispondermi con quel tono. Cosa ti è successo?”

Lui abbassò gli occhi sentendosi colpevole.

“Se non vuoi frequentare quel posto, tuo padre penserà che non ho fatto abbastanza e alla fine se la prenderà con me,” continuò tra i singhiozzi. “Se non ci andrai, l’organizzatrice penserà che la stiamo prendendo in giro e…Vuoi vedere i tuoi genitori litigare? Vuoi macchiare il buon nome della nostra famiglia?”

“D’accordo, ci andrò.” Era troppo occupato nel pensare a come dire al suo amante che non sarebbe stato in grado di festeggiare il loro anniversario per notare il sorriso trionfante sul viso della donna. Le lacrime da coccodrillo funzionavano davvero bene con il suo sensibile nipote.

Continua...

Edited by trinh89 - 24/1/2009, 13:32
 
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