Capitolo 10: Addio senza motivo.

« Older   Newer »
  Share  
trinh89
view post Posted on 16/1/2009, 13:46




Titolo: A time to… (Un tempo per…)
Autore originale: asashouryuu.
Traduttrice: -Sasha-, trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3444322/1/A_time_to
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: SasuNaru; FugakuxArashi, accenni di GaaraxNaruto e NejiGaara.
Rating: AU, yaoi, OOC.

-Capitolo 10: Addio senza motivo.

Farewell to old friends
Let's raise a glass to the bitter end
Farewell to old friends
Will you forgive me when I see you again
--“Bitter end”, Dixie Chicks

Ansia, felicità, tristezza e realizzazione erano i sentimenti che aleggiavano sull’Istituto Medio Inferiore di Konoha come il giorno del diploma arrivò. Poiché probabilmente era l’ultimo giorno in cui si sarebbero incontrati, c’erano stupidi ragazzini che facevano una confessione all’ultimo minuto. Tutti sembravano stessero facendo qualcosa con più serietà, dando all’anno scolastico un senso di finalità.
“Chi verrà alla cerimonia?” domandò Naruto mentre si appoggiava alla parete e guardava una compagna di classe parlare con un compagno cotto uno degli tanti alberi presenti. Con sincerità, augurava buona fortuna alla ragazza per la sua dichiarazione. “Verranno mio padre, mia zia e mio zio,” disse quasi infastidito. Non vedeva ragione per cui Tsunade e Jiraiya insistessero per venire. Il suo zio pervertito avrebbe certamente provocato un dramma. Sospirò e si coprì il volto con una mano mentre scene imbarazzanti scorrevano nella sua mente una dopo l’altra.
“Verranno i miei genitori,” rispose Shino. Sua madre aveva a lungo atteso questo evento e aveva comprata un nuovo vestito per lei e un nuovo abito per suo padre. Sua madre si stava comportando come se fosse lei a doversi diplomare.
“Anche i miei,” replicò Kiba. La compagnia di suo padre aveva molto lavoro ma si era preso un giorno libero per essere presente.
“Verrà mia madre,” disse Sasuke. Era sicuro che sua madre ci sarebbe stata. Non c’era nessun altro. Il mondo sarebbe finito se suo padre ci fosse stato.
“Ci sarà mia sorella,” disse Gaara. Era felice che qualcuno della sua famiglia sarebbe stata lì. Anche se era solo Temari, era meglio di nessuno.
“Sasuke-san,” chiamò un kouhai dall’ingresso. “Il preside sta chiamando i rappresentanti di classe per un incontro last-minute nella sala insegnanti”.
“Ci sarò,” disse Sasuke e seguì il messaggio.
“Non dimenticare la nostra piccola festa dopo il programma,” gli ricordò Naruto.
“Guarda che non è che non lo vedremo più dopo la celebrazione,” puntualizzò Shino.
“Probabilmente non ci vedremo. Molte delle sue ammiratrici cercheranno di parlargli,” mormorò Kiba.
“Ci sarà un bagno di sangue per il suo secondo bottone,” predisse privo di tatto il rosso facendo accigliare gli altri. Quello sarebbe stato lo scenario peggiore. Dannate ammiratrici!

-SasuNaru is love-

Puro orgoglio esplose nel cuore di Mikoto quando Sasuke marciò verso il palco e come rappresentante di classe, ricevette su un vassoio i diploma della sua sezione. Sasuke era veramente diventato un bel ragazzo e sapeva che avrebbe raggiunto grandi mete. Più di ogni altra cosa si era augurata, che Fugaku fosse lì a condividere questo momento di trionfo con il loro figlio.
Come doveva essere, la commemorazione fu solenne e trascorse senza problemi. Dopo la breve cerimonia, gli studenti con i membri delle loro famiglie andarono alle rispettive classi dove avrebbero ricevuto i loro diploma.
La classe di Gaara si raccolse intorno alla cattedra dell’insegnante e camminarono verso di esso come il loro professore li chiamava ad uno ad uno. Dopo che tutti ebbero ricevuto il loro attestato, iniziarono a cantare una canzone mentre qualcuno- un loro compagno di classe suonava la sua chitarra. Nel mezzo della canzone, alcune ragazze scoppiarono in lacrime mentre alcuni genitori si soffiavano il naso commossi mentre ogni secondo, diveniva un sempre più pesante tacito addio.

-SasuNaru is love-

“Cin cin,” dissero in coro i quattro come festeggiavano la loro promozione al ristorante.
“Dopo quattro anni di studio sfrenato, finalmente…”
Gli altri quattro guardarono il biondo imbronciato.
“Parla per te,” disse Gaara e il resto del gruppo annuì concorde.
“Anche voi avete studiato come disperati durante l’anno””.
“Ma non quanto te,” disse Shino facendo sghignazzare Kiba.
“Dobe,” aggiunse Sasuke.
Kiba si piegò in avanti e chiese quasi con voce cospiratoria, “A chi avete dato il vostro bottone? Io l’ho dato a Kimura-chan” disse mostrando loro il segno di vittoria trionfante.
“A una kouhai del club di chimica,” disse Shino senza aggiungere altro e scrollandosi le spalle.
“Alla prima ragazza che me lo ha chiesto,” disse Gaara. Era stato un buon piano per liberarsi di tutte quelle che lo volevano. Kiba alzò gli occhi al cielo all’indifferenza del rosso.
“Io l’ho dato a Miura,” riferì loro Naruto. L’ammirazione di Miura per il biondo era ben nota e la mostrava con i bentou che gli cucinava frequentemente.
Tutti e quattro fissarono Sasuke che ghignava. “Pensate che io l’abbia dato a qualcuno?”
“Non è sulla tua camicia,” formulò il rosso.
Il ragazzo in questione inclinò il capo senza alcuna intenzione di rispondere facendo sì i suoi due rumorosi amici lo tormentassero e piagnucolando infine alla sua segretezza.
Mentre la loro discussione passava da un argomento a un altro, infondo al loro cuore, non potevano credere che si stessero imbarcando in una nuova avventura e uno di loro avrebbe intrapreso un'altra strada. Il loro incontri quotidiani non sarebbero mai più stati così vivaci. No, decisamente no.

-SasuNaru is love-

Dal momento che il treno di Gaara e Shino veniva presto seguito da quello di Kiba, Naruto e infine Sasuke, il gruppo si diresse alla piattaforma e dopo aver visto scomparire i primi due, il moro e il biondo videro andar via anche il castano e rimasti soli si avviarono verso la piattaforma del biondo.
Sorprendentemente, nessuna parola fu scambiata tra Sasuke e Naruto mentre aspettavanol’ultima corsa. Sembrava che entrambi fossero troppo immersi nei propri pensieri per poter dire qualcosa. Quando il treno arrivò, Naruto riportò l’attenzione all’amico. E il momento in cui le iridi azzurre ne incontrarono un paio d’ossidiana, ‘Arrivederci, bastardo’ sparì dalle labbra del biondo. E i due entrarono nel treno.
“Arriverai a casa alle undici passa,” commentò Naruto solo per fingere che fosse arrabbiato dal gesto di Sasuke quando in realtà non lo era. Non capiva perché ma lo vedeva come un qualcosa di naturale. No, lui lo voleva…voleva questo momento.
Fu solo quando il treno entrò in un tunnel, che il biondo notò Sasuke fissare il loro riflesso sul vetro con un’espressione indecifrabile. Lo fissò a sua volta. Nello stesso istante, i loro sguardi scivolarono l’uno sul riflesso dell’altro e stettero così fino alla fine della galleria.
Per cosa diavolo era tutto quello? Si chiesero entrambi..

-SasuNaru is love-

Perché, si domandò Sasuke mentre camminavano verso la casa di Naruto, perché era così difficile parlare con il suo migliore amico? Guardò di tralice il biondo e prese mentalmente un respiro.
“Naruto,” iniziò. Entrambi si fermarono e si voltarono per guardarsi l’un l’altro.
“Hmm?”
“Dammi la tua mano”.
“Perché?”
“Fallo e basta,” sbottò quasi. Doveva farlo velocemente, perché il tempo, no, il coraggio lo stava abbandonando.
“Co…” esclamò Naruto. Sul suo palmo aperto si rifletteva dolcemente alla luce del lampione il bottone per la quale molte ragazze avrebbero ucciso.
Avvertendo lo sguardo del biondo, Sasuke rivolse il suo da un’altra parte dove non ci fosse il biondo. “Tienilo,” quasi sussurrò timidamente. Sapeva il connotato romantico del bottone donato ma non lo stava facendo per quel proposito. Voleva solo…

“Eh?”
“La tua mano,” ripeté Naruto. “Veloce”.
Obbedì e un attimo più tardi sentì qualcosa di freddo premere contro il suo palmo. Il suo cuore sbatté contro il suo petto quando realizzò che cosa fosse.
“Ma tu…Miura,” balbettò mentre negava a se stesso che il battito del suo cuore fosse impazzito proprio come al contrario non c’era stato alcun battito quando il biondo aveva raccontato del suo bottone.
“Non l’ho dato a nessuno,” disse Naruto. Per qualche ragione poteva pensare solo a Sasuke ogni volta che rifletteva sul chi dare il bottone.
I loro sguardi imperscrutabili si incontrarono e il silenzio cadde su di loro. I sue stavano sotto la fiocca luce del lampione, che si guardavano l’un l’altro mentre tenevano il bottone dell’altro. C’erano alcune cose che avrebbero voluto dire se solo avessero capito cosa e se solo le loro gole non fossero stretta al punto da risultare scomodo.
Per qualche motivo non capivano, l’ambiente intorno a loro sembrava essere cambiato. No, non cambiato, era svanito…svanito in qualcosa di così caldo, tranquillo e sicuro.
Cosa stava succedendo?
La brezza notturna si mischiava con il freddo dell’inverno soffiando intorno a loro facendo rabbrividire entrambi i ragazzi e riscuotendoli dal loro trance. Si guardarono confusi quando realizzarono erano a un passo di distanza l’uno dall’altro.
“Faresti meglio ad andare a casa, bastardo,” disse con calma Naruto. “Posso trovare la strada di casa”.
“Hn, a più tardi, allora,” lo salutò, perché ‘addio’ non suonava giusto…non sarebbe mai suonato giusto tra loro.
“Sì, a più tardi”. E Naruto osservò come il suo amico si allontanava, il suo cuore si alleggerì. Sasuke infilò le mani in tasca e strinse il bottone. Non era sicuro ma qualcosa stava cambiando tra loto in quel momento. Davvero.

-SasuNaru is love-

Naruto era più che felice che il suo incontro di orientamento nella nuova scuola fosse terminato. Il giro del posto non era stata coinvolgente come si era aspettato ma era solo per via della solitudine e al suo continuo pensare ai suoi amici.
Si voltò quando sentì chiamare il suo nome. Era Saito, il segretario di suo padre.
“Come è andato l’orientamento?” chiese l’uomo mentre manovrava l’auto dal parcheggio della scuola verso la strada principale.
“Bene. Come dicevano, le strutture sono eccellenti”.
Mi chiedo cos’hanno fatto al loro orientamento ieri.
“Non vedo l’ora che sia lunedì e ho già fatto dei nuovi amici”.
Probabilmente anche loro avranno fatto degli amici. Spero che non si dimentichino completamente di me.
Saito annuì. Anche se non stava guardando mentre Naruto parlava, poteva sentire la tristezza nella sua voce…la tristezza che stava cercando disperatamente di nascondere.
“E ho già ricevuto la mia uniforme,” proseguì il biondo. Estrasse la sua uniforme e Saito le diede un’occhiata.
I ragazzi indosseranno camicia e cravatta, andando e uscendo da scuola mentre…
“Vedo. Ti cambi con la tua uniforme da chef quando vai a scuola”.
Voglio imparare insieme a loro.
“Color crema?” continuò Saito. La disperazione emanata dal ragazzo stava permeando la sua pelle.
Io voglio…
“Beh, il colore diventerà più chiaro ogni anno scolastico”.
Io voglio…
“Naruto-kun, siamo arrivati,” disse Saito.
Il ragazzo alzò lo sguardo e si accigliò. Non erano in un luogo familiare.
“Dove siamo?”
“Nel luogo in cui Arashi-sama sa che tu desideri essere maggiormente –Istituto Superiore Konoha”.
Occhi blu sgranarono come realizzava cosa significassero quelle parole…iscrizione all’ultimo momento.

-SasuNaru is love-

Gli alberi si agitarono piano mentre la dolce brezza soffiava e i delicati petali rosa cadevano sulle strade ora gremite di studenti. Sembrava neve…neve di primavera e una comune ma ancora meravigliosa vista per segnare l’inizio del nuovo anno scolastico.
Sasuke spense le chiacchiere senza senso di Kiba. Era certo che era il suo modo per riempire il silenzio portato dall’assenza di Naruto più che un segno di nervosismo da parte sua.
Dobe…
Si chiese cosa stesse facendo il suo amico proprio in quel momento. Conoscendo la sua solare personalità, non gli ci sarebbe voluto molto prima di farsi nuovi amici. E poi si sarebbero visto sempre meno fino a che Naruto non sarebbe stato solo una parte del ricordo del suo gruppo proprio come loro sarebbero stati un lontano ricordo del biondo. Che triste fine per la loro amicizia.
Spazzò via il petalo che si era posato sulla punta del suo naso. Non poteva sopportare la vista dei petali vorticare per tutto il posto specialmente ora che non ci sarebbe stato un dobe che avrebbe detto…
“Uwa, Neve di primavera…facciamo delle foto”.
Sì, proprio così e ovviamente, essendo il ‘bastardo’, avrebbe risposto –Huh. Aspetta un minuto…si voltò alla sua destra e proprio come Kiba, Shino, Gaara, imitò lo sguardo da pesce lesso mentre fissava la persona dei suoi pensieri.
Naruto stava indossando l’uniforme dell’Istituto Konoha con la cravatta annodata appropriatamente. E stava ghignando come un pazzo.
“Perché sei qui?” chiese Gaara in nome di tutti.
“E’ uno scherzo?” shiese Shino.
“Sono una studente di questa scuola,” replicò il biondo e picchiettando il nome sulla placchetta attaccata alla sua camicia. “Siamo nella stessa sezione”.
“Ma…Ma…”inisiziò Kiba. Niente aveva senso.
“Mi sono iscritto due giorni fa. Saito-san ha mosso qualche filo così possiamo essere compagni di classe. Divertiamoci anche quest’anno, ne?” inclinò il capo a sinistra e sorrise dolcemente.
“Muoviti, dobe o faremo tardi,” sbottò Sasuke.
“C-cosa? Non sei felice di vedermi?”
“No,” fu la fredda risposta che fece piagnucolare il biondo e mormorare una serie si colorate parole.
Sasuke scostò qualche ciocca di capelli dagli occhi e alzò brevemente lo sguardo al cielo come un’altra brezza soffiava. Questa volta prese la vista dei petali che vorticavano e danzavano nel vento e un dolce sorriso graziò il suo viso.
Che vista meravigliosa…

TBC

Quando gli fu permesso di ritornare alla realtà, il biondo si ritrovò sul pavimento, la lenzuola scivolata da parte per rivelare il suo corpo nudo. E il suo amante? Il giovane era sopra di lui, che lo copriva mentre lasciava assaltava il suo corpo con una brama che lo sopraffaceva.
Il biondo afferrò un pugno di capelli scuri e li tirò per attirare un po’ d’attenzione. Fissò occhi scuri e chiese, “Sei arrabbiato?” era preoccupato di aver provocato il suo amore con la sua frase pensando che non si fidava abbastanza di lui.
L’altro ragazzo sbuffò, “Non essere un idiota. Perché dovrei?” e riprese il suo famelico attacco e questa volta, la sua fame venne riflessa dal bellissimo uomo che si contorceva sotto di lui.
L’Uchiha si leccò le labbra secche come fissava l’orifizio del suo compagno. Era ancora un po’ gonfio e i suoi interno coscia erano ancora appiccicose dalla loro ultima attività della scorsa notte.
“Dove stai guardando?” chiese il biondo con voce irritata ma rauca.
L’altro ragazzo inarcò solo il sottile sopracciglio e lascio scivolare la sua mano sul suo liscio interno coscia. Si piegò in avanti e ridendo disse, “Non sono tenuto a rispondere a questo,” e tracciò la elle gonfia prima di inserire due dita facendo inarcare il corpo del biondo e boccheggiare in seguito una preghiera strozzata.
Non c’erano parole solo azioni di bisogno fervente…azioni di disperazione e desiderio ardente come se potessero godere l’uno dell’altro solo ora. Il biondo si premette più vicino, il suo corpo si tese aspettando quel momento in cui ogni cosa che era, sarebbe emerso con il suo amante. Aspettò con il fiato sospeso, i suoi occhi si chiusero con un paio d’ossidiana bruciando per sempre di travolgente passione e desiderio per lui. Tutto per lui.
Con i polmoni in fiamme e il petto che si alzava e abbassava, riuscì a emettere una preghiera soffocata, “Ti prego”.
Il moro lo tenne per i fianchi e lo penetrò con forza. I suoi occhi si chiusero alla sensazione del biondo…bollente, bisognoso, indifeso…così dannatamente indifeso e vulnerabile. Lo riempì fino in fondo proprio come riempì la sua bocca con la sua lingua cercando ferocemente per la sua gemella. Iniziò a muoversi a tempo così selvaggiamente mentre portava entrambi verso l’apice e danzavano desiderosi.
“Il tuo cellulare sta suonando,” disse il biondo tra gli ansimi e i gemiti. Il trillo era così incessante che penetrò nella nebbia in cui era.
Il moro grugnì e raggiunse il cellulare ma non smise di entrare ed uscire dal calore che lo avvolgeva completamente. Diede un’occhiata al numero del chiamante prima di spegnerlo. “Nessuno,” disse. Tecnicamente, non era nessuno. Era uno del suo gruppo di scuola ma non vedeva ragione per cui doveva rispondere. Non era in ritardo all’incontro prestabilito…ancora. Anche se lo fosse stato cosa che sapeva sarebbe stato, potevano andare avanti senza di lui per quel che gli importava.
Il biondo avvolse le sue braccia intorno alle pallide spalle e si tirò su. Mordicchiò un lobo prima di sussurrare in una voce che fece tremare e gemere al contempo l’altro, “Bugiardo”. E tornò a stendersi sulla schiena, una gamba oltre la spalla diafana mentre aumentavano il loro ritmo, precipitando nella follia della loro reciproca passione.
Il moro grugnì come affondò nello stretto calore del suo amante con più forza. Non era abbastanza. La potenza delle sue penetrazioni non era abbastanza per toccare il cuore del compagno- qualcosa che lui voleva fare.
“Amami,” udì il biondo sussurrare libidinoso. “Amami più a fondo…Amami più forte…Amami più veloce”. Quelle frasi con potere afrodisiaco furono mormorate più e più volte con il suo nome intrecciato fino a che divenne un canto…un canto per incitarlo e farlo impazzire.
Lui continuò a muoversi e lui continuò a ricambiare, insieme continuarono a danzare.
Correndo e vorticando come una giostra eccetto che c’erano più colori…
Ed erano più vividi e belli della realtà. Ancora pochi affondi e penetrò nel profondo portando entrambi in una perfetta beatitudine. Tutti i pensieri cessarono come una luce bianca inondò le loro menti.

Continua…

Edited by trinh89 - 24/1/2009, 13:33
 
Top
0 replies since 16/1/2009, 13:46   63 views
  Share