Capitolo 12: Fiocchi d'amore.

« Older   Newer »
  Share  
trinh89
view post Posted on 16/1/2009, 13:48




Titolo: A time to… (Un tempo per…)
Autore originale: asashouryuu.
Traduttrice: -Sasha-, trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3444322/1/A_time_to
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: SasuNaru; FugakuxArashi, accenni di GaaraxNaruto e NejiGaara.
Rating: AU, yaoi, OOC.

-Capitolo 12: Fiocchi d’amore.

When you need a friend to rely on,
When the whole world is gone,
You won't be alone, cause I'll be there,
I'll be your shoulder to cry on,
I'll be there,
I'll be a friend to rely on,
When the whole world is gone,
you won't be alone, cause I'll be there.
-Tommy Page, "A shoulder to cry on"

Come se governato da qualche ordine universale, c’erano sogni che erano così vividi che erano dolorosamente realistici; sogni che profetizzavano eventi del futuro; sogni che evocavano ricordi; sogni che rappresentavano le paure; sogni che parlavano di pensieri dell’inconscio e sogni che sparivano come il vapore al momento del risveglio.
Ino aveva l’ultimo. Aveva cercato di ricordare quale fosse stato il suo sogno ma sfuggiva alla sua presa e continuava a sfiorare i confini della sua memoria come le tende che si avvolgono nel vento. Voleva richiamarlo a causa della vibrante solitudine e del dolore che sentiva e che l’aveva fatta piangere nel sonno.
Prese enormi boccate d’aria in un disperato tentativo di liberarsi del peso sul suo cuore. Quando ciò fallì, decise di scendere al piano inferiore e bere dell’acqua.

-SasuNaru is love-

Naruto doveva capire che qualcosa di male stava per succedere quando Kyuubi si svegliò prima di lui e lo ridestò leccandogli il viso; quando gli chiese di giocare con lei prima di andare a scuola; quando lo fissò con gli occhi che erano pieni di qualcosa di affine al desiderio e alla tristezza e quando lo vide uscire dalla porta. Naruto doveva capire che qualcosa era successo quando i piccoli di Kyuubi rimasero tranquilli e si comportarono stranamente bene; quando Kyuubi non lo incontrò alla porta; quando Kyuubi non rispose ai suoi richiami o quando non poté trovarla fino a che non si avvicinò all’abbandonato albero di ciliegio nel loro giardino.
Sospirò come si inginocchiò accanto al suo gatto. “Mi hai fatto preoccupare,” sussurrò mentre l’accarezzava, poi si bloccò. Fredda paura lo strinse tanto che la sua mano tremò mentre si assicurava che Kyuubi non fosse ciò che pensava che fosse. Stava solo dormendo e non era morta. Non poteva essere morta ma la sua temperatura corporea e l’assenza del suo battito dicevano il contrario. Lacrime caddero al suolo una dopo l’altra mentre Naruto teneva il suo gatto contro il petto, rifiutando nel contempo il dolore.

-SasuNaru is love-

Nonostante il rumore assordante provocato dai membri del club di tiro con l’arco che erano riuniti per un esercizio pratico, il Gaara mezzo-vestito udì il suono vibrante del suo cellulare. Lo prese e rispose alla chiamata.
“Gaara,” venne la voce tranquilla che non si adattava al suo amico biondo. La sua calma soprannaturale gli diceva che qualcosa di terribile era accaduto.
“Naruto?”
“Kyuubi è morta”.
“Cosa?” Un’altra morte…un’altra perdita…Gaara espirò aspro e aprì gli occhi prima di parlare di nuovo, “Dimentica. Arrivo”. Con ciò concluse la chiamata, si rimise la maglia addosso e si avviò verso la porta.
“Ehi, Gaara,” lo chiamò il capitano del club. “Abbiamo un’uscita di gruppo dopo questo, ricordi?”
Ovvio, se lo ricordava ma era richiesto da un’altra parte. “Ho qualcosa di importante,” fu tutto ciò che disse e si affrettò ad andarsene. Compose il numero di Sasuke e imprecò quando trovò la linea occupata.
Naruto contò inconsciamente gli scatti della sua chiamata al cellulare di Sasuke.
Sasuke che era nello studio di suo padre diede un’occhiata furtiva a suo padre che stava impartendo rapidamente delle istruzioni a uno dei suoi manager, sull’enorme scrivania posta fra loro vi erano plichi sulla compagnia Uchiha e registri commerciali. Non volendo provocare suo padre o dargli una cattiva impressione durante quel pacifico momento, premette il tasto per rifiutare la chiamata in entrata. Poi aprì velocemente il programma per le e-mail, con un chiaro intento. Vedendo che suo padre era quasi alla fine della conversazione, Sasuke decise di abbreviare il messaggio. Riuscì a spedirlo proprio come l’uomo riagganciò.
Fugaku poggiò il mento sulle dita intrecciate e disse, “Dimmi la tua opinione sul rapporto aggiornato la settimana scorsa, Sasuke”.
Avendo suo padre chiamarlo per nome e avendo tutta la sua attenzione per lui, Sasuke non si sentì mai così importante come in quel momento. Non volendo rovinare tale atmosfera, spense il cellulare.

-SasuNaru is love-

Naruto fissò lo schermo del cellulare, sentendosi gelare dentro. Le parole che lo stavano guardando di rimando sembravano essere state sbottate in una fredda e irritata voce dal suo amico moro.
Non chiamare. Occupato.
Abbassò le iridi sul corpo privo di vita e lasciò scivolare il cellulare dalla mano. Capisco, Dirò addio per te allora.
Gaara imprecò come un messaggio registrato gli disse che il numero digitato era fuori dall’area di copertura.
Dove diavolo sei, Uchiha?”

-SasuNaru is love-

Quando Gaara arrivò, trovò Naruto che scavava la tomba per Kyuubi sotto l’albero di ciliegio ma il biondo non stava più piangendo. Il suo volto ora era privo di emozioni ma quando i loro occhi si incontrarono, il biondo gli rivolse un sorriso afflitto.
Gaara accarezzò Kyuubi e mentalmente mormorò una preghiera per il gatto. Prese la paletta extra e aiutò l’amico. Sopra di loro, il silenzio gravava con un reciproco e tacito dolore che aleggiava come una velo soffocante. Per tutto il tempo che trascorsero insieme, ebbero una sola e breve conversazione.
“Gaara?”
“Hnmm?”
“Sono felice che tu sia qui,” disse Naruto. Ora sapeva che Gaara sarebbe sempre stato lì per lui specialmente quando Sasuke non era altro che un’ombra e il suo nome un mero mormorio nel vento.

-SasuNaru is love-

Era mezzanotte passata quando Sasuke uscì dallo studio del padre ma non gli importava.
Non importava perché alla fine Fugaku aveva riconosciuto i suoi sforzi.
Hai fatto bene oggi.
Era lontano dal ‘come mi aspettava da mio figlio’ ma poteva lavorarci da lì. Era bello essere lodati…era bello che Itachi fosse fuori per un viaggio di lavoro. Si augurò che Itachi fosse sempre fuori. E cadde in un sonno leggero con le parole del padre che echeggiarono nelle sue orecchie come una dolce ninna nanna e sognò cose di quando il suo perfetto fratello era fuori dal quadro.

-SasuNaru is love-

Per l’ennesima volta, Sasuke lanciò un’occhiata al orologio, un gesto che lo irritava proprio tanto quanto il notare che il tempo stava scorrendo lento. Era arrivato largamente in anticipo oggi così poteva parlare con Naruto senza interruzioni ma sembrava che il dobe avesse deciso di avvivare in ritardo. Per quanto? Non lo sapeva. Osservò come gli studenti uscivano dalla stazione dei treni come una gregge di pecore e un secondo più tardi risuonarono, saluti mattutino, voci e risate.
Dove diavolo sei, Naruto?
Non si era reso conto di averlo detto a voce fino a che non sentì una voce dire, “Sei cieco?”
“Sei in ritardo,” ruggì Sasuke.
“Sono le otto meno dieci, bastardo”.
Il moro lasciò correre il soprannome. Non era venuto presto e aspettato solo per discutere con il suo migliore amico. “Riguardo la notte scorsa…”
“Va tutto bene. Ora va tutto bene”.
Ora? “Perché? Cosa è successo ieri?”
Il biondo sorrise rassicurante ma l’altro ragazzo sapeva che era un sorriso falso quando lo vedeva. “Niente”.
Naruto non vide ragione né aveva intenzione di dirlo al suo amico. Sapeva che stava esagerando ma…aveva osservato Sasuke trascorrere il suo tempo in altre cose e lo aveva lasciato fare credendo che se lo avesse chiamato, se avesse teso una mano, il moro sarebbe venuto. Ma Sasuke non lo aveva fatto.
“Naruto, io…”
“Buongiorno Sasuke!” lo salutò Sakura e si attaccò al suo braccio seguita da Ino. La distrazione diede al biondo l’opportunità per andarsene.
Sakura seguì la direzione dello sguardo torvo della sua cotta e sospirò, chiedendosi che cosa infantile avesse fatto Naruto per svegliare di nuovo l’immaturità di Sasuke.

-SasuNaru is love-

Nonostante la promessa che Gaara aveva fatto a Naruto, ancora non capiva perché Sasuke non dovesse sapere della morte di Kyuubi. A suo parere, la ragione del biondo ‘E’ occupato’ non era abbastanza per far perdere a Sasuke questo diritto ma una promessa era una promessa. E Gaara era un uomo di poche parole e anche astuto. Decise che informando gli altri suoi amici e lasciando che le fan girl sentissero, l’Uchiha lo avrebbe saputo prima della fine della giornata. Gaara non sapeva perché stesse facendo questo. Era perché non voleva far sentire Sasuke tagliato fuori?
Quando Chouji commentò che Naruto non era come al solito, il rosse ghignò. Quella era l’apertura di cui aveva bisogno.
Gaara era davvero un uomo di poche parole e anche astuto.

-SasuNaru is love-

Sfortunatamente, il piano di Gaara era stato ostacolato dal fatto che i membri del consiglio studentesco erano chiusi nel loro ufficio a scervellarsi su qualche evento che per Gaara era irrilevante. Era quasi tentato di irrompere nella stanza e dirlo a Sasuke ma il rosso sapeva essere paziente così aspettò pazientemente. Beh, paziente quanto un tanuki messo all’angolo e provocato. E per questo, l’impatto delle sue frecce sul bersaglio avevano più forza del solito.

-SasuNaru is love-

Gli occhi di Neji seguirono Sasuke che si avviava verso il bagno e si augurò che Sasuke si prendesse un attimo per calmarsi. La maggior parte delle discussioni che erano successe erano state opera dello studente delle provocazioni.

-SasuNaru is love

Solitamente Sasuke non si fermava o sprecava mai il suo tempo con le fan anche se queste gli bloccavano la strada ma…
“Cos’hai detto?”
“Condoglianze,” ripeté la ragazza, il suo bel viso pieno di compassione. “So quanto faccia male perdere un animale”.
“Di che stai parlando?”
La stupida ragazza pensava che la sua cotta fosse nello stato del rifiuto. Ciò era comprensibile ed era giusto. Era lì per mettere a posto le cose. “Kyuubi”.
Alla menzione del gatto di Naruto, la verità lo colpì come un fulmine a ciel sereno. Ora molte cose avevano senso. La chiamata, la falsa felicità, le iridi blu cupo, gli sguardi che Gaara gli lanciava...
Stupido dobe! (trad orig: Fottuto dobe! )
Sasuke si voltò e si precipitò giù per il corridoio per trovare dove era Naruto. Era così furioso che sbatté la porta per aprirla, attirando l’attenzione di tutti i membri di arte culinaria. Tutti tranne Naruto che era occupato a mescolare qualcosa.
E Sasuke che ora stava per scoppiare, pensò che fosse un male perché tutti gli utensili da cucina che vedeva erano possibili armi da assassino. Sotto lo sguardo curioso e pensieroso di tutti i membri, il moro si avvicinò all’amico e staccò rudemente la spina del frullatore.
“Che diavolo…Sasuke!” Oh, sì, era il suo amico- un Sasuke furioso.
“Dobbiamo parlare,” disse Sasuke con tono glaciale e tagliente e la prossima cosa che seppe Naruto, era che veniva trascinato via dal bancone, fuori dall’aula e lungo il corridoio verso solo Dio sapeva.
“Lasciami!” ordinò il biondo. “Non possiamo parlare ora. Sei impegnato! Io sono impegnato!” ma le sue proteste vocali caddero nel vuoto. Gemette quando la stretta sul suo polso di fece più forte. “Mi stai facendo male bastardo!”
“Allora smettila di dimenarti,” sbottò il più alto oltre la sua spalla.
Naruto continuò a tentare di liberarsi ma Sasuke era più forte. E più tentava, più l’altro camminava più veloce fino a che il biondo dovette concentrarsi sul cammino e coordinare i suoi passi così da non inciampare.

-SasuNaru is love-

Ino diede una seconda occhiata alle due figure che si muovevano lungo il corridoio dell’edificio opposto al suo. Non si stava sbagliando. Erano Sasuke e Naruto e osservando i movimenti, i due stavano lottando. Ed era sicura che stessero andando sul tetto. Con l’intenzione di fermare i due amici, si precipitò verso il tetto dell’istituto.
Prima che potesse chiedersi dove fossero i due, Ino sentì il penoso suono di un corpo che sbatteva contro il muro. Stava per avvicinarsi, quando la voce di Sasuke non tuonò fendendo l’aria, fermandola spaventata.
“Perché cazzo non me lo hai detto?”
Dire cosa? Si chiese Ino.
“Avanti, Sasuke. Kyuubi era solo un gatto”.
La bionda si accigliò. C’era qualcosa si sbagliato. Sasuke era furioso e Naruto era calmo…così calmo. Quando si erano scambiati di personalità i due?
Le iridi di Sasuke si ridussero a due lame all’insensibile frase. Avrebbe creduto a ciò che Naruto aveva detto, se non fosse stato per l’incupirsi delle iridi azzurre. Poteva vedere le crepe nella compostezza dell’amico. Solo pochi attacchi e…
“Solo un gatto,” ripeté Naruto più a se stesso che al suo amico.
“Allora smettila di comportarti come se ti importasse di lei!” Nell’ira, Sasuke afferrò la cravatta di Naruto.
Il biondo si sottrasse.
“Per me, Kyuubi era la mia…”
“Il tuo gatto?” sbottò Naruto, le iridi azzurre dardeggianti. Afferrò la giacca dell’altro ragazzo. “Allora dov’eri ieri? Dov’eri quanto…” si interruppe, incapace di finire la frase. Dov’eri quando avevo bisogno di te?
“Ero con mio padre!” ruggì Sasuke. Ero con lui quando volevi che fossi al tuo fianco. Se solo avesse saputo che sarebbe successo non avrebbe mai fatto quello che aveva fatto. Era colpa sua ed era arrabbiato con se stesso per questo e per Naruto, perché aveva deciso di tirare fuori l’argomento quando tutto quello che voleva era offrirgli del conforto. Sbatté nuovamente il suo amico d’infanzia contro la parete. “Ma io sono qui”. Dio, il suo cuore, no, era la sua gola che gli doleva. Non il suo cuore. Assolutamente no. “Ora. Proprio qui. Con te…” poi aggiunse piano, “davanti a te”. Perché il suo amico non riusciva a vedere questo? Perché il biondo non riusciva a capire che lui avrebbe sempre avuto una parte di lui?
Ino si lasciò cadere a terra, stringendosi il petto. Questo dolore…questo vuoto…il suo sogno?! Il suo sogno la stava avvisando che la sua chance non sarebbe mai stata lì e che stava perdendo una persona che non era mai stata sua? Stava a significare tutto questo?
Perché? Perché era così quando si trattava di Naruto, Sasuke poteva trasformarsi da una persona dal cuore di ghiaccio (con le sue fan), apatico (con tutti) in una che perdeva la sua calma in un lampo e gridava i suoi sentimenti senza veramente farlo? Perché?
Naruto sapeva che era debole…debole per il modo in cui il suo amico d’infanzia appariva- mortificato e supplicante.
Senza esitazione, sollevò una mano, le punte delle dita strofinarono contro la guancia sinistra di Sasuke prima di portarla sul pallido collo. Sussurrò il nome di Sasuke prima di tirarlo stretto a sé e lasciar cadere le sue lacrime…lacrime che non aveva versato la notte scorsa e lacrime che non aveva mostrato a Gaara.
Sasuke prese il gesto come un consenso e avvolse le sue braccia intorno a Naruto, le cui lacrime stavano ora inumidendo la sua cravatta e la sua camicia. Sasuke non piangeva, ascoltò solamente il pianto dell’amico e i mormorii incoerenti…ascoltò e lo tenne più vicino al suo corpo. Lo tenne così stretto.
Ino sbirciò dall’angolo e vide i due ragazzi chiusi in un abbraccio condiviso da- Oh mio Dio! Che siano? Si domandò. Ma non era possibile o lo stavano nascondendo a tutti? Ma nessuno poteva tenere segreta una simile cosa per così tanto tempo specialmente quando Naruto aveva una bocca larga. No, loro erano amici…amici intimi che non avrebbero mai oltrepassato la linea tra amici e amanti.
E Ino pensò che fosse finita quando Sasuke e Naruto si scostarono l’uno dall’altro ma si era sbagliata. Il moro aveva asciugato una guancia ambrata prima di coprirla con una mano. Se Ino non si stava sbagliando, il biondo si era lasciato leggermente andare nel dolce gesto appoggiandosi contro la mano. Ciò che era peggio era che si stavano fissando l’un l’altro con una miriade di emozioni sconosciute. La scena era stata troppo per lei, fece ciò che l’istinto le diceva di fare- se ne andò.
Lo sbattere della porta aveva strappato entrambi i ragazzi dal loro mondo e Sasuke, solo per avere una scusa per lasciare la sua mano sulla sua guancia, aveva pizzicato con forza l’area facendo gemere l’amico.
“L’incontro finisce alle quattro. Andiamo a casa tua con Gaara,” disse Sasuke a Naruto che si stava ancora massaggiando la guancia abusata.
“Gaara ha un esercizio pratico”
“Digli di venire a casa tua quando ha finito allora”.

-SasuNaru is love-

Ino non aveva smesso di correre finché non fu fuori dall’edificio scolastico. Si appoggiò al muretto che circondava il complesso della scuola mentre riprendeva fiato. I suoi polmoni stavano bruciando mentre il suo cuore le stava facendo male. Ripensò alle immagini della scena a cui aveva assistito. Non essendo più sul tetto, era così facile credere alla sua verità- quei due non erano innamorati l’uno dell’altro.
“Ino, che ci fai qui?” chiese Sakura stupita. “Stai piangendo?”
Fu solo allora che la bionda notò che stava effettivamente piangendo. Dopo essersi asciugata le lacrime, disse all’amica, “Sakura, raddoppierò i miei sforzi per avere il cuore di Sasuke-kun”.
Ovviamente, l’altra la prese come una sfida. “Fa pure ma sarò io a vincere”.
Alla frase, le due caddero nella solita discussione di routine.
Naruto, ti prego non essere l’ombra alla mia nascente storia d’amore.

-SasuNaru is love-

Nella stanza del consiglio, Neji si appoggiò leggermente alla sedia, divertito dal fatto che una pausa al bagno potesse avete un effetto così positivo sull’Uchiha. Ora, se solo avesse avuto un simile effetto anche su qualcun altro.

-SasuNaru is love-

Il tulipano bianco, che Sasuke posò sulla tomba di Kyuubi erano in totale contrasto con il terreno ma era bellissimo. Il moro poi toccò il suolo e mormorò una preghiera.
Quando ebbee fatto, Naruto tese una mano e tirò su Sasuke giusto in tempo perché Gaara facesse la sua apparizione.
Il rosso si fermò sui suoi passi e paura affiorò nel suo cuore come vide i due amici d’infanzia stare in piedi l’uno accanto all’altro. C’era qualcosa di doloroso in quella vista…come se lo stessero lasciando indietro….come se non esistesse più.
Sasuke e Naruto guardarono Gaara, il moro fece un cenno col capo mentre il biondo stava ghignando. Il rosso si incamminò verso di loro.
Non lasciatemi indietro.
Se solo i tre avessero preso tempo per riflettere sui propri sentimenti avrebbero compreso che erano cambiati e che avrebbero continuato a farlo fino a ridefinire la loro amicizia.

TBC

Il moro sbatté l’altro giovane contro la parete mentre lo teneva per i risvolti della giacca così stretto che la sua vittima stava boccheggiando in cerca d’aria.
“Stai dicendo di nuovo cose senza senso,” sibilò l’Uchiha la voce fredda come il ghiaccio. “Ti ho detto che non ti lascerò andare, non importa cosa dicono i miei genitori”. Lasciò andare il biondo che prese enormi boccate d’aria.
“Stavi cercando di uccidermi, tu bastardo?!”
“Non vedo ragione per cui dovrei uccidere qualcuno che non capisce la sua situazione,” sbottò il giovane pallido. Tese una mano al suo amante che la schiaffeggiò via.
“Mi dispiace io capisco la nostra situazione più di te! La comprendo così tanto che penso che un ‘noi’ sia impossibile”.
Rabbia allo stato puro scorse nelle sue vene a quelle parole. Era furioso perché il suo compagno aveva l’impudenza di dire ciò che credeva vero. “Quindi stai gettando via tutto ciò per cui abbiamo lavorato? E’ questo che stai cercando di dire? Perché non mi dici soltanto addio!”
“Non è così!” gridò di rimando. Gridare era così facile per riversare il dolore che traspariva dalla voce del suo amore. “Non dirò mai addio! Non fino a che tu mi vorrai ma ho paura che tu mi venga strappato via quando non sarò ancora pronto Sono così fottutamente spaventato che io…” fu zittito da un bacio gentile contro le sue labbra, il suo respiro solleticava dolcemente il suo viso ambrato.
“Questa è una bugia,” sussurrò il biondo. Sapeva che era una bugia e sapeva che il suo compagno lo sapeva. Il loro mondo aveva iniziato a sgretolarsi e il ‘noi’ aveva iniziato a cadere un frammento dopo l’altro. Si appoggiò contro il petto duro e inalò l’odore che amava così tanto, ma quel profumo non era più calmo.
La paura che aveva sempre avuto da quando i suoi genitori avevano scoperto della loro relazione si era risvegliata.
L’Uchiha tenne il giovane più basso fra le sue braccia. “Io so che tu vali la pena di vivere un bugia…vale la pena per le conseguenze del vivere una bugia. Ho ancora la forza per combattere questa futile battaglia già persa”.
“Anch’io. Voglio continuare a combattere anche se verrò chiamato stupido. Voglio stare con te fino a che questo mondo non si frantumerà in mille pezzi”. Avendo detto ciò, si strinse a lui. Si strinse disperatamente non volendo lasciarlo andare e pensare di doverlo fare.
Voglio continuare a lottare perché ti amo più di chiunque altro.

Continua…

Edited by trinh89 - 24/1/2009, 13:36
 
Top
0 replies since 16/1/2009, 13:48   60 views
  Share