Capitolo 13: La maschera del tradimento che porta con sé la confusione.

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trinh89
view post Posted on 16/1/2009, 13:49




Titolo: A time to… (Un tempo per…)
Autore originale: asashouryuu.
Traduttrice: -Sasha-, trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3444322/1/A_time_to
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: SasuNaru; FugakuxArashi, accenni di GaaraxNaruto e NejiGaara.
Rating: AU, yaoi, OOC.

-Capitolo 13: La maschera del tradimento che porta con se la confusione .

Bound at every limb by my shackles of fear
Sealed with lies through so many tears
Lost from within, pursuing the end
-“Lies”, Evanescence

Sasuke scosse la testa quasi in segno di diniego. Non c’era modo che una lingua, una bocca e delle dita potessero dargli un simile piacere. Non c’era possibilità che il suo corpo rispondesse in modo così animalesco a delle dolci carezze e ora…gemette come del calore avvolse la sua lunghezza in un modo così familiare. Spinse verso quella bocca e seppe che era vicino al completamente quando quelle dita massaggiarono la parte superiore della sua coscia.
Oh Dio! Solo ancora poche succhiate…solo ancora qualche carezza e…
Sasuke si svegliò e scoprì di essere seduto alla scrivania del suo studio. Si era addormentato mentre studiava. Peggio, aveva avuto un altro di quei sogni erotici! Guardò giù al suo cavallo e sbuffò. Cosa aveva fatto per meritarsi questo? E chi era la sua partner? L’immagine del suo volto era sfocata ma dalle curve di quel corpo, era una ragazza. Era innamorato di qualche ragazza senza saperlo?
Incapace di rispondere alla martellante domanda, andò a letto e si mise a dormire, riuscendo con successo ad ignorare la sua erezione.

-SasuNaru is love-

Naruo stette in piedi sul tetto, appoggiato pazientemente al muro aspettando che la ragazza di fronte a lui iniziasse la sua confessione d’amore. Alzò la testa e fissò le nuvole creare diverse forme mentre si lasciavano sospingere dal vento in cielo. Riportò lo sguardo avanti quando la ragazza aprì la bocca per dire ciò che Naruto sapeva stava per arrivare: una confessione d’amore.
“Sono innamorata di Sasuke-kun dal momento in cui i miei occhi si sono posati su di lui.” Disse lei timidamente. Parlare a Naruto era come parlare alla sua cotta considerando quanto vicini erano i due. “Quindi per favore consegnagli questa.” Si inchinò mentre porgeva in avanti la sua lettera.
Una confessione d’amore per il suo amico. Non che la stesse aspettando per lui. Al contrario di ciò che pensava Sasuke, le sua ammiratrici erano intelligenti o, per essere precisi, piene di risorse. Sapendo che sperare che Sasuke ascoltasse le loro confessioni era una cosa vicino all’impossibile, avevano deciso di fargli avere le loro lettere attraverso il suo amico di infanzia cosicché le probabilità che le leggesse non fossero pari a zero, poche, ma sempre meglio di nulla. Coloro che avevano il coraggio di avvicinarsi a Gaara ricevevano sguardi taglienti così alla fine, tutte le ammiratrici, andavano da Naruto. Essendo qualcuno che provava pena per queste innamorate respinte, Naruto si assicurava cha Sasuke ne leggesse almeno un paio di quelle lettere. Sorprendentemente Sasuke faceva come diceva Naruto, ma per ragioni diverse da quelle che potevano sembrare. Cercava errori grammaticali e frasi sdolcinate per farsi beffa delle mittenti. Naruto sapeva bene che questo era tutto ciò che poteva ottenere da Sasuke, e chiedergli di rispondere era decisamente troppo.
“Arriva il postino,” annunciò Kiba quando Naruto entrò nell’aula portando con se il piccolo pacco di buste.
Il biondo tirò fuori la lingua prima di gettare una busta sul banco di Gaara. “E’ un regalo di Hino-san per il prossimo torneo.” Gaara annuì e l’appoggiò dentro la sua borsa, senza preoccuparsi di aprirla o di mostrare alcuna espressione. Ma questo era Gaara. Lo stesso Gaara che accettava lettere dalle ammiratrice ma che non leggeva mai. Si limitava a metterle tutte in una scatola in camera da letto e le lasciava a prendere la polvere e con un po’ di fortuna, a decomporsi.
“Dov’è il bastardo?” chiese il biondo mentre si sedeva sul trono del suddetto bastardo.
“In giro da qualche parte. Probabilmente nella sala del consiglio, sarà di ritorno a breve,” rispose Chouji.
“Cos’è con quella faccia?” chiese Shino come vide il viso abbronzato contrarsi in una strana emozione. “Stitichezza?”
“Diavolo no!” Era semplicemente stanco di ascoltare le stesse confessioni ogni santa volta. Era da un mese che era cominciata quella storia e non ne poteva più.
Shikamaru che si era appisolato, si coprì le orecchie come Sakura e Ino rimproverarono ancora una volta Naruto per aver concesso alle altre il loro stesso privilegio. Gli altri ruotarono gli occhi. Quando si arrivava ai loro sentimenti per l’Uchiha, sarebbero state allo stesso livello delle loro rivali se non avessero fatto parte del suo gruppo di amici. Il motivo per cui erano nel giro era che erano amiche di Hinata che a sua volta era un’amica vicina di Chouji. “Levati dalla mia sedia, Dobe,” disse Sasuke quando stette in piedi affianco a lui ignorando le due stupide ragazze.
Il biondo agitò la mano nell’aria ribattendo “Non vedo il tuo nome sulla sedia.”
Sasuke ghignò e spinse avanti Naruto. “Sfortunatamente,” disse mentre picchiettava sul retro dello schienale della sedia,”è qui”.
Esattamente come aveva appena detto Sasuke, la scritta “trono del bastardo”, opera niente meno che di Naruto, era ben visibile sullo schienale.
“Sono sicuro che tu ti riferissi a me quando hai scritto ‘bastardo’, giusto?”
Ovviamente era così. La prima volta che Sasuke aveva visto la scritta, aveva insultato il già arrabbiato biondo. Un secondo dopo, scoppiò una guerra di pugni e richiese l’intervento del resto del gruppo per evitare che i due si ammazzassero a vicenda.
Naruto si alzò, ma prima che potesse muoversi verso un altro posto, Sasuke lo spinse non troppo gentilmente contro il banco. Il biondo decise così di sedersi esattamente lì. “Ti sei divertito a svolgere i tuoi doveri da postino?” chiese sarcasticamente l’Uchiha mentre lanciava un’occhiata sprezzante ai pacchi di lettere.
“Da bambino sognavi di fare il postino?” chiese Chouji.
Sasuke si appoggiò casualmente allo schienale della sedia e rispose per Naruto. “No, il suo sogno è di diventare hmph…” una mano abbronzata l’aveva prevenuto il finire della frase e ognuno, eccetto Gaara, osservarono incuriositi.
“Se avessi cuore da accettare quelle lettere allora io non dovrei fare questo.”
Sasuke non si degnò di dare alcuna risposta o reazione alla domanda. Ma, nel profondo, prevedeva già di passare del tempo con il biondo, anche solo per leggere delle disgustose lettere.

-SasuNaru is love-

Ciglia si sollevarono per rivelare limpide pozze di desiderio. Sasuke allontanò le frange sudate dal suo viso…sudore che era il risultato dell’essere stato baciato e dell’aver baciato a sua volta,dell’avere toccato e di essere stato toccato, di aver dato e ricevuto piacere. Sembrava così reale anche se l’immagine del suo partner era ancora sfocata. Ma era sicuro che si trattasse di una ragazza poiché era entrato in uno stretto calore. Uno stretto calore che lo aveva fatto gemere.
Mosse lentamente le sue gambe, non volendo rendere evidente il risultato dei suoi sogni. Afferrò alcune lenzuola e le portò all’area interessata prima di muoversi velocemente verso il bagno.

-SasuNaru is love-

Il Sabato trovò un sacco di studenti della scuola superiore di Konoha, studenti membri dei più disparati club, raccoltisi a scuola per attività extra curriculari. Naruto era tra loro. Naruto si rilasso non appena ebbe concluso di preparare il bento. Avvolse attentamente la scatola del pranzo in un fazzoletto. Picchiettò il frutto del suo lavoro e lo poggiò sul tavolo al centro della stanza prima di rivolgersi a colui che stava tranquillamente appoggiato alla porta . “Non dovresti essere a lavorare tu?”chiese il biondo. Sasuke si raddrizzò e camminò verso una sedia dove si sedette. “Non quando tu stai per scappare via con il mio bento.” Naruto poggiò sbuffando il bento di fronte all’amico per sedersi poi di fronte a lui. “E’ un peccato cha Gaara sia dovuto partecipare al match amichevole oggi, perché avevo deciso che gli avrei preparato il pranzo questo lunedì.” Portò lo sguardo sulla persona davanti a se. “Com’è?” Sasuke osservò il bento. Era ben fatto artisticamente parlando. E sembrava così invitante che aveva già l’acquolina in bocca. “Non ho ancora cominciato a mangiare,” rispose. “Ma lo farò volentieri.”
“Eh?” chiese ancora il più piccolo dei due, il suo viso si avvicinò a quello dell’altro.
Le ciglia di Sasuke rimasero abbassate il tempo in cui il moro assaggiava il cibo. Naruto aveva veramente talento.
“Ne, perché non sei andato in quella scuola culinaria?”
Il biondo sorriso e diede la stessa risposta che dava ogni volta che Sasuke gli porgeva quella domanda. “Segreto. Allora, com’è?”
“Te lo dico più tardi. Lasciami finire prima.”
Il biondo mise il broncio ma non pose nuovamente la domanda.
Shikamaru si grattò la testa mentre camminava verso il laboratorio di Arte Culinaria. Quattro ora a giocare a Shougi l’avevano reso affamato. E visto che la mensa della scuola era vicina e andare al negozio più conveniente nelle vicinanze sarebbe stato noioso, aveva deciso di andare in quella che il gruppo aveva rinominato come “Cucina di Naruto”. Vedendo che la porta era chiusa, lanciò un’occhiata attraverso il vetro della porta e vide Sasuke e Naruto. Il sorridente biondo aveva la testa sorretta dalle braccia poggiate con i gomiti sul tavolo, mentre ascoltava Sasuke parlava tra i morsi a quello che Shikamaru immaginava essere del cibo delizioso. L’Uchiha non stava né brontolando né sorridendo, aveva semplicemente un’espressione felice sul suo volto senza, secondo Shikamaru, neppure rendersene conto. Con i raggi del sole che entravano dalla finestre, la scena sembrava quella di un anime, dove una ragazza preparava il pranzo per il proprio ragazzo e poi lo imboccava con le bacchette.
“…il consiglio è nella confusione più totale per le elezione che si stanno avvicinando,” disse Sasuke come finì le lamentele con cui aveva assillato Naruto per tutta la durata del pranzo. “E’ meglio è ritorno al mio lavoro.”
Il biondo annuì. Vedendo lo sguardo in attesa che l’amico ancora esibiva, Sasuke sospirò è si portò una mano tra i capelli. “Saresti dovuto andare in quella scuola culinaria”…’vorrei dirtelo ma…,’ si interruppe e ghignò, “Ma un grande pittore è in grado di creare un capolavoro anche con un pennello rotto.” Disse mentre si chiudeva la porta dietro di se mancando come quegli occhi azzurri si allargassero e come un sorriso felice si allargò su volto di Naruto mentre il complimento lo raggiungeva.

-SasuNaru is love-

Con la leggerezza che sentiva, Sasuke pensava che nulla sarebbe potuto andare storto quel giorno. Le cose erano andate esattamente nel modo in cui lui aveva voluto andassero, in più aveva pranzato con Naruto(^^ nd di Sasha)…chi era quello che stava abbracciando una ragazza? La vista fece sobbalzare il suo cuore. No…no…lui stava venendo abbracciato da qualche ragazza, ma qual’era la differenza in ogni caso? E perché diavolo doveva importargli chi Naruto abbracciava e chi abbracciava lui? Distolse lo sguardo dalla scena e continuò a camminare verso la sua destinazione, ignorando il sangue che gli ribolliva nelle vene. E quando,trenta minuti dopo, pensò di essersi calmato, incontrò Naruto sul sentiero ciottoloso che collegava i due edifici.
“Ti stavo cercando,” disse il biondo.
“Un sacco di persone lo fanno,” rispose Sasuke con tono di chi è in vena di attaccar briga.
“Maeda-san voleva che tu avessi questa lettera.”
L’Uchiha si interruppe al sentire il nome. Maeda…quella che aveva abbracciato Naruto.
“Mi ha addirittura abbracciato piena di gratitudine.” Il biondo scosse la testa divertito.
Il moro si voltò. Un sacco di pensieri gli affollavano la mente, ed erano tutti negativi. “Guardati Naruto, non sei cambiato affatto.” Il biondo fu sorpreso dal tono freddo dell’amico. Cosa stava facendo adesso? “Sei ancora lo stesso ragazzo che ricerca disperatamente l’attenzione femminile per colmare il vuoto che ha causato l’assenza di tua madre.”
“Di cosa diavolo stai parlando?”
“Mi chiedo quando lontano tu possa spingerti per un bacio. I miei segreti per un bacio da quelle ragazze.” La sua voce divenne assunte tonalità falsamente dolci mentre continuava, “Che carino,” poi gridò, “Tu, traditore!”
Il suono di pelle che colpiva altra pelle risuonò come un tuono che rimbombava in cielo come Naruto colpì Sasuke facendolo cadere disteso al suolo.
Pioggia cominciò a cadere ferocemente sulla terra ma la cosa non interessava minimamente ad alcuno dei due ragazzi. Il biondo si mise a cavalcioni dell’amico, lo afferrò per il colletto e gli gridò quanto fosse arrabbiato da essere udito al di sopra del rumore della pioggia scrosciante. “Chi stai chiamando traditore, tu fottuto bastardo?” Lo colpì ancora. Essere accusato di tradimento era la cosa che lo faceva infuriare maggiormente. Lui non aveva tradito nessuno, e non l’avrebbe mai fatto. Non era uno sporco doppio giochista. Sasuke si vendicò e si tolse di dosso la persona che odiava di più in quel momento. I due si rialzarono in piedi, i corpi si stesero pronti per l’attacco e per la difesa. Si incontrarono a metà via, e entrambi sferrarono i loro pugni nello stesso momento.
Naruto odiava il fatto che Sasuke lo facesse ogni volta arrabbiare in quel modo. Un momento era gentile, e il successivo faceva il bastardo chiamandolo traditore. Quale diavolo era il problema del bastardo? Gli e lo chiese mentre bloccava un gancio destro.
“TU!” fu l’immediata risposta assicurandosi che il pugno successivo non andasse a vuoto. Naruto rispose con un pugno all’addome.
“Questo per avermi dato del traditore!” ringhiò il biondo colpendolo con un montante(terminologia del pugilato…nd di Sasha).
“Questo è per avermi fatto leggere quelle disgustose lettere.” Un altro colpo da parte del moro.
Passarono vari minuti nei quali i due ragazzi continuarono la loro lotta di pugni, schivate,colpi e contraccolpi. Mentre gli istanti passavano, le ragioni dei loro attacchi si riesumavano ricordi e trasgressioni legati alla loro infanzia.
“Questo è per aver mangiato uno dei miei biscotti,” disse Naruto.
“Per esserti preso la coperta la maggior parte delle volte!” ribatté Sasuke dopo aver sputato del sangue.
“Per aver occupato la maggior parte del letto!”
“Per aver preferito Kyuubi a me!”
I due crollarono in contemporanea, Naruto sopra Sasuke. Il biondo caricò il pugno e colpì Sasuke. Erano esausti, realizzarono.
Esausti, feriti, bagnati e sporchi.
Naruto si accasciò affianco all’amico. Per coincidenza, chiusero gli occhi nello stesso momento lasciando che la pioggia battesse sulle dolorose ferite. Un silenzio imbarazzante li avvolse durante tutto quel tempo.
Un minuto dopo, Sasuke si alzò in piedi e se ne andò senza guardarsi indietro. Fu solo allora che Naruto si lasciò scappare un sospiro tremante e un singhiozzo controllato. Sotto la pioggia battente pianse, perché maledizione!
Faceva male. Faceva dannatamente male! E’ meno voleva piangere, più velocemente le lacrime scivolavano dai suoi occhi, come se stessero sfidando la passione che la pioggia stava dimostrando nel cadere.

-SasuNaru is love-

“Sasuke-kun,” mormorò lei piano e timidamente mentre stava in piedi affianco all’Uchiha che stava ora indossando la tuta da ginnastica dell’istituto. Sobbalzò quando la sua cotta sbatté lo sportello del suo armadietto per le scarpe. “Sparisci!” sibilò Sasuke, i suoi occhi lampeggiarono di freddo odio prima di camminare via, lasciando la ragazza piangere sofferente. Ora aveva una ragione in più per odiare quelle ragazze. Era a causa loro se le cose tra lui e Naruto andavano sempre peggio. Non sarebbe dovuta andare così. Per tutta la sua vita si era sempre aspettato che la sua amicizia con Naruto fosse l’unica costante ma…

-SasuNaru is love-

Il presidente del consiglio studentesco sbuffò in esasperazione. “Cosa vuol dire che non hai ancora scelto il tuo vice presidente? Gli altri gruppi lo hanno già fatto. Infatti il loro candidato alla presidenza ha scelto il suo vice presidente prima di mettersi in lizza per l’elezione.”
I due si osservarono prima che il diplomato sbuffò nuovamente. “Non puoi abbassare i tuoi standard?”
Lo Hyuuga incrociò le braccia. “Non vedo ragioni per farlo.”
Il maggiore era sull’orlo dell’esasperazione. Perché lo Hyuuga era così complicato? “Tu non hai un vice presidente perché nessuno rispetta i tuoi standard,” gli spiegò piano.
“In realtà qualcuno c’è,” lo informò lo Hyuuga. I suoi strani occhi scrutarono un particolare studente fuori dalla finestra.
“E perché non me lo hai detto?”
“Perché non ho ancora parlato con lui.”
“Allora fallo!” sbottò il più grande massaggiandosi il dorso del naso.

-SasuNaru is love-

Fortunatamente Arashi non era lì quando Naruto tornò a casa, ma Itachi c’era e lo guardò deluso.
“Il fatto che tu sia qua indica che hai del tempo libero. Come va, Itachi?” disse Naruto mentre si scrollava di dosso la giacca.
“Hai ancora una volta sprecato il tuo tempo azzuffandoti.” Constatò tranquillamente Itachi. “Togliti anche la magli,” ordinò mentre afferrava il kit medico che la cameriera aveva portato in camere di Naruto.
“Hai evitato la mia domando.”
“Tu padre non sarebbe contento di vederti in questo condizione, e puoi chiedermi dopo che mi sarò preso cura delle ferite, tutto ciò che ti preme tanto sapere.”
Naruto mise il broncio e obbedientemente si sedette davanti al giovane uomo.
Itachi osservò il disastro che era Naruto in quel momento ed e sospirò. “Devo supporre che voi tre abbiate ingaggiato una lotta di pugni?”
“La squadra di arco era impegnata in un incontro amichevole con un’altra scuola. Eravamo solo Sasuke ed io,” si interrupe e si concentrò sui suoi pugni. Per ogni attacco ed esplosione di rabbia, una nuova confusione si creava. C’erano un sacco di cose tra loro che ora erano vaghe e ciò lo rendeva pazzo.
“Cos’è successo questa volta? Un accordo finito male? Una promessa rotta, o semplicemente una stupidata?”
Naruto scosse la testa prima di cominciare a raccontare ad Itachi cose fosse successo senza entrare troppo nei dettagli.
“Capisco,” disse Itachi dopo qualche minuto.
“Non capisco perché si comporta così,” il più giovane soffiò.
“Sono sicuro che neppure Sasuke lo sa,” disse Itachi. Per qualcuno che aveva visto crescere i tre; per qualcuno che aveva visto maturare la loro amicizia, Itachi sapeva che Sasuke aveva inconsciamente passato la linea che separava amicizia e amore. Ed esattamente come suo fratello, Naruto e Gaara erano inconsapevoli dell’errore di Sasuke. Invece di dire qualcosa a Naruto, Itachi rimase tranquillo. Quei tre avrebbero scoperto da soli i cambiamenti che stavano coinvolgendo loro e la loro amicizia.
“Itachi cosa stai facendo?” domandò Naruto guardingo.
“Curando le tue ferite,” rispose il più grande con il classico sguardo di chi si chiede se il suo interlocutore sia stupido.
Sentire la risposta fece rabbrividire il biondo come si ricordò quando, da piccoli, Itachi si prendeva cura delle loro ferite e la conclusione era sempre la stessa: loro che piangevano perché Itachi aveva commesso un errore.
“Non penso sia una buona idea. Qui, dammi il kit medico,” disse nello stesso tono che usava quando doveva persuadere il suo gatto a fare qualcosa.
Itachi ghignò. “Me ne occupo io…comunque lo facevo sempre apposta.” (^^ quest’uomo è fantastico ^^ nd di Sasha)
“Dammelo, donnola!”(per chi non lo sapesse “Itachi” in giapponese significa donnola e/o marmotta…nd di Sasha).
Incapace di sopportare il silenzioso rifiuto dell’altro, Naruto si protese in avanti e i due finirono in una guerra per il kit medico. Mentre Naruto desiderava che la sua amicizia con Sasuke fosse simile a quello con Itachi- superficiale e senza complicazioni, Itachi sperava di trovare in Sasuke un fratello come quello che riconosceva in Naruto.

-SasuNaru is love-

Sasuke si sedette sul bordo del letto, silenzioso e immobile. Delle sue ferite si era presa cura Mikoto che l’aveva sgridato per il litigio, ma la maggior parte delle sue parole non entrò nella mente stagnante del figlio. Tutto ciò a cui riusciva a pensare era Naruto e il loro scontro, e ci stava ancora pensando quando Mikoto era uscita dalla stanza.
Aveva visto Naruto essere abbracciato da una ragazza e per questo gli aveva gridato in faccia quelle parole…parole che ferivano…cose che aveva pensato seriamente. Non solo questo ma lui…
“Non sei cambiato, davvero.” Lo schernì Sasuke mentre si aggiravano.
Naruto si accigliò. “Ti stai sbagliando! Anche io sono cambiato ma tu eri troppo cambiato per notarlo fino ad ora. Quindi coraggio, guardami bastardo!.”
Osservami, così vedrai quanto sono cambiato
Anche se non lo voleva, i suoi occhi si posarono sull’amico, e non gli piacque ciò che l’azione evocò in lui. Desiderando scacciare la sensazione che ribolliva nelle sue vene, fece ciò che poteva in quel momento. Colpì con un pugno il biondo, tanto forte da fargli voltare la testo verso sinistra e rompergli le labbra.
Sasuke non aveva idea di cosa diavolo ci fosse di sbagliato in lui. Sapeva che c’era qualcosa. Aveva frequentemente sogni erotici ed era attraversato da sentimenti che si risvegliavano solo quando Naruto era attorno. Sebbene fosse intelligente, non riusciva a capire le emozioni che erano presenti in lui, e la cosa lo infastidiva infinitamente.
Si afferrò la testa e senza permesso, lacrime cominciarono a cadere. Erano lacrime di frustrazione, confusione, e rabbia mal collocata. I motivi di quanto stava accadendo erano nascoste dietro quel velo di nebbia, e non importava quando allungava la sua mano tentando alla cieca di raggiungerli, erano sempre fuori dalla sua portata.
Guardò la sua porta quando vi fu un bussare. Itachi stava sulla soglia e a causa dell’oscurità della stanza poteva solo distinguere il profilo, fino a quando un lampo di luce non esplose nel cielo. In quell’istante, due paia di occhi scuri si incontrarono tra loro. Itachi rimase scioccato dal vedere occhi umidi che avevano perso la speranza, ma un’espressione di calma e fredda indifferenza si sostituì velocemente allo smarrimento precedente. L’Uchiha maggiore sapeva che non poteva fare nulla al momento. Suo fratello lo vedeva solo come un rivale. Quando era diventata così incolmabile la distanza tra loro? Ma cosa più importante, quand’era era cominciata a nascere? Sentendosi inutile, Itachi fece un gesto con la testa e chiuse piano la porta.
Sasuke…

TBC

Un silenzio oppressivo e amaro accolse l’Uchiha quando entrò nel suo condominio. Voltò la testa verso la fonte e trovò il suo biondo seduto alla finestra, fissare il cielo senza stelle con sguardo vacuo. Sapeva che il biondo era il tipo da non arrendersi mai, quindi vedere tale sguardo senza speranza gli ruppe il cuore. Dopo che i loro genitori avevano scoperto ogni cosa, il biondo aveva quello sguardo troppo spesso, e discutevano più di prima.
“Sono a casa,” annunciò l’Uchiha.
Il suo amante lo guardò. “Oh. Bentornato a casa,” rispose piattamente. Scese dalla finestra e si incamminò verso la cucina per preparare la cena. Sulla strada, passò accanto al moro che afferrò il suo braccio.
“Un secondo fa, a cosa stavi pensando?” c’era qualcosa in quello sguardo che gli fece accapponare la pelle.
Ho realizzato e la mia più grande paura e il mio peggior incubo sono la stessa cosa.
“Stavo pensando di lasciarti andare.”
Il più alto dei due si irrigidì mentre il freddo percorreva il suo corpo e la forza veniva meno. Come poteva il biondo che aveva il suo cuore, comandava il suo essere e possedeva il suo corpo, pensare ad una cosa simile?”
Il biondo guardò verso il suoi piedi. “Non pensare male. Io ti a-“
“Allora perché lasciarmi?” domandò l’altro.
Se risparmiarti dolore significa lasciarti andare.
“Perché non passerà molto prima che i nostri genitori assumano drastiche decisioni, e sapendo quanto perverso tuo padre può diventare, io…”
“Stai zitto, cazzo!” gridò l’Uchiha. “C’è qualche altra stupida idea che il tuo vittimismo suggerisce?”
“No, tu non capisci,” protestò il biondo debolmente. Era così stanco…mentalmente ed emotivamente.
“Quando mi sono buttato in questa relazione, ero cosciente di cosa stavo facendo e delle conseguenze, quindi il tuo sacrificio non è richiesto!” E sperò sinceramente che le sue parole raggiungessero il suo amante. Dovevano farlo.
Il biondo ricacciò indietro il sorriso a quelle parole. Non poteva permettere che la sua risoluzione fosse frantumata da quelle parole, non importava quanto dolci fossero. Doveva essere forte.
“I-“ gridò quando delle mani afferrarono il colletto della sua magli…
Convivrò con l’incubo e resisterò a questa paura.

Continua...

Edited by trinh89 - 24/1/2009, 13:37
 
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