Capitolo 16: Troppo tardi.

« Older   Newer »
  Share  
trinh89
view post Posted on 16/1/2009, 13:53




Titolo: A time to… (Un tempo per…)
Autore originale: asashouryuu.
Traduttrice: -Sasha-, trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3444322/1/A_time_to
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: SasuNaru; FugakuxArashi, accenni di GaaraxNaruto e NejiGaara.
Rating: AU, yaoi, OOC.

-Capitolo 16: Troppo tardi.

Itsudatte kimi dake wa kawaranai de soba ni ite
boku no ude de dakishimeta toki kara
kono yokan ni kizuita kara
Itsudatte boku dake wa...
kimi o hanashitari wa shinai kara
boku ga kimi o mamotte miseru kara...
kono yokan ni kizuita kara
-“Kimi no tame ni dekiru koto”, Gackt

Strano. Troppo strano.
Shino non stava parlando sulle solite stranezze perché ciò equivaleva alla normalità per Sasuke e Naruto quando erano insieme. Si stava riferendo alla peculiarità di come quest’ultimi si stavano trattando l’un l’altro. Le loro conversazioni davano al ragazzo con gli occhiali una sensazione che ci fosse un messaggio implicito e che i contatti dei loro occhi sembrassero avere un altro proposito invece che quello di provocare l’altro. Per tutti, poteva sembrare niente di anormale ma Shino era una delle persone osservatrici del loro gruppo e proprio in quel momento, stava osservando discretamente i sue amici mentre si trovavano in un treno super affollato.
Sapendo che era affollato e cercando di proteggere le loro amiche dall’essere toccati da stronzi pervertiti, i ragazzi le avevano circondate. Shikamaru, Shino, Chouji e Lee erano dietro le ragazze. Gaara era sulla sinistra. Neji, che era uscito sempre più spesso con Tenten e Lee dopo essere divenuto presidente del consiglio studentesco, stava sulla destra. Sasuke, Lee e Naruto erano di fronte a loro.
Lo spingere e il strattonare mentre il treno accoglieva più passeggeri portò Naruto ad essere bloccato tra Sasuke e la parete. Un improvviso movimento e il biondo fu serrato in mezzo e sarebbe stato schiacciato se Sasuke non avesse premuto gli avambracci contro la parete.
“Stai bene?” domandò con calma quando le dita ambrate si aggrapparono al suo petto.
“A parte il fatto ce sto soffocando, sì,” sussurrò di rimando il biondo.
“Allora smettila di agitarti”.
“La sbarra mi sta pungendo il fianco destro, bastardo!”
Sasuke emise un semplice ‘hmm’ e prima che il biondo se ne rendesse conto la mano sinistra di Sasuke si era frapposta tra il suo fianco e l’offendente sbarra di metallo e non poté dare altro che arrossire al tenero gesto. Guardò Sasuke che stava fissando dritto davanti a sé cercando di impedire al suo volto di arrossire a sua volta. Sorrise dolcemente e schiaccio semplicemente le sue mani contro il petto dell’altro ragazzo e fissò oltre le sue spalle.
Lì stava la stranezza, osservò Shino. Normalmente, Naruto avrebbe sibilato e ruggito ad una tale vicinanza invece ora era tranquillo. Per non menzionare che non era infastidito dalla vicinanza di Sasuke, Infatti, sembrava sereno in un modo che sembrò strano persino a Shino. E Sasuke? Non stava punzecchiando il biondo ne deridendoli silenziosamente. Stava solamente lì in piedi che abbracciava quasi il biondo senza dare l’impressione che lo stesse facendo. Quando si era instaurata una tale serenità tra i due, ad ogni modo?
“Quei due sembrano strani,” disse piano Shino a Shikamaru come si incamminarono verso i portelli girevoli.
“Vuoi dire più seccanti?” mormorò pigramente il bruno provando inconsapevolmente a Shino che anche lui lo aveva notato. Lanciò un occhiata a Gaara di sottecchi. Se il rosso aveva notato qualcosa, non lo mostrava. Quello era Gaara per tutti.
Non solo Gaara era un osservatore, era anche l’unico che conosceva maggiormente i due. Sapeva che qualcosa fra Naruto e Sasuke era cambiato ma non poteva dire che cosa fosse. Ma era certo che dovesse essere qualcosa che riguardava la conversazione con Naruto di circa due settimane addietro. Sebbene il fatto che i suoi due amici d’infanzia gli nascondessero dei segreti gli causavano disagio nel cuore come delle increspature sulla superficie dell’acqua, si fidava abbastanza di loro per sapere che glielo avrebbero rivelato presto o tardi.

-SasuNaru is love-

Dopo la loro uscita di gruppo, Naruto e Sasuke insistettero per accompagnare Gaara a casa e il rosso li lasciò fare. Gaara tirò una sedia e fissò apaticamente gli altri due ragazzi che sedevano miti sul tappeto sopra il pavimento. Un sottile sopracciglio si inarcò a tale comportamento. “Allora?” chiese quando il silenzio fu troppo opprimente per i suoi gusti. “Sono sicuro che non siete venuti solo per sedervi sul tappeto”.
Naruto emise una risata forzata mentre si grattava scioccamente la nuca. Lanciò uno sguardo a Sasuke che appariva un po’ più pallido e si stava mordendo il labbro. Come il suo ragazzo, preoccupazione e paura dentro di loro si intensificò. Non sapevano come avrebbe reagito Gaara specialmente con quella maschera di indifferenza che aveva. Sarebbero stati disprezzati? Sarebbe stato disgustato? C’erano una gran numero di possibilità che le parole sembravano bloccate nelle loro gole. Ogni secondo che quel pesante sguardo era su di loro, il silenzio avvolgeva le sue mani intorno ai loro colli soffocandoli sino alla morte.
“Sasuke e io…”
“Naruto e io ci stiamo frequentando,” gli disse Sasuke. Aveva tagliato fuori Naruto per assicurarsi che tutta la rabbia di Gaara fosse diretta su di lui in caso il rosso non avesse preso bene la notizia.
Gaara fissò stupidamente entrambi mentre il suo cervello assorbiva lentamente l’informazione.
Parole uscirono dalla bocca di Naruto al continuo silenzio del rosso. “Avevamo intenzione di dirtelo dal momento in cui ci siamo messi insieme ma…” fece una pausa e allentò i pugni. “Ma non sapevamo come dirtelo. Anche adesso, non lo sappiamo ma non vogliamo tenerti oltre all’oscuro di questo quindi…”
“Naruto, sta zitto,” disse Gaara con calma e facendo tendere lentamente gli altri due ragazzi.
Ecco ci siamo, pensarono sia Naruto che Sasuke. Questa era la fine della loro amicizia e tutto perché non riuscivano a fermare l’attrazione che ardeva tra loro.
“La tua voce in preda al panico mi da sui nervi,” proseguì il rosso mentre inclinava il capo di lato. Le iridi smeraldine che non li abbandonò mai. Naruto era ovviamente agitato ora mentre Sasuke…tentò di non caderci ma fallì. Gaara sbuffò. Che patetico. “Non me ne frega niente se voi due vi sposerete”.
“Eh?” dissero all’unisono i due, sorpresi che non ci fosse stata alcuna reazione violenta. Per qualcuno, l’affermazione del rosso poteva apparire apatica o astiosa ma per i suoi amici più intimi era il suo modo di assicurarli che andava tutto bene; che non li odiava. Troppo sollevato, Naruto saltò verso il suo amico e abbracciò fino alla morte. Sasuke osservò solamente. Solitamente non gli piaceva quando il biondo andava ad abbracciare le persone ma in questo momento poteva tollerarlo. Poteva perché anche lui era sollevato. Non doveva perdere un legame importante a causa di ciò che lui e Naruto provavano l’uno per l’altro.
“Uzumaki, faresti meglio a lasciarmi all’istante se non vuoi che ti stacchi le braccia,” lo minacciò Gaara ma le sue fredde parole furono inutili poiché era ancora soffocato invano nel saldo abbraccio di Naruto.
E quando pensò che stesse per morire prima che potesse portare a compimento la sua minaccia, il biondo lo aveva lasciato. “Stavi cercando di uccidermi?”
“Sono solo felice,” informò Naruto al ragazzo senza fiato.
“Devo andare già a prendere il libretto di risparmio?” ansimò Gaara riferendosi al conto che aveva aperto per il loro ‘fondo per il matrimonio’ che avevano risparmiato. I due amici avevano deciso che considerando che Gaara sapeva molto sui soldi, il rosso avrebbe potuto occuparsene. Ovviamente, Gaara accettò felicemente il ruolo.
Pochi anni dopo, con l’aiuto di Temari, fu in grado di aprire un conto per I soldi che gli erano stati affidati.
“Di cosa stai parlando?” inquisì Sasuke.
“Il matrimonio non è lontano dal fidanzamento,” spiegò Gaara. Si divertì come i due arrossirono. La novità di un Sasuke arrossente lo divertiva ancora di più.
“Come ho detto di cosa stai parlando?” L’Uchiha lo colpì non-troppo-gentilmente sulla testa. “Sto solo uscendo col dobe”.
“Stai parlando come se non fossi qui,” mugugnò Naruto. Prima che il ragazzo potesse dare una risposta sarcastica, il cellulare del biondo suonò.
“Sasuke,” disse Gaara. La sua espressione e la sua voce erano veramente serie.
Sasuke portò la sua attenzione all’amico, occhi d’onice incontrarono iridi acquamarina. Anche se quegli occhi non dicevano niente eccetto silenzio, poteva leggere ciò che vi stava sotto la tranquillità- preoccupazione e insicurezza. “Non voglio sentire i tuoi avvertimenti o le tue minacce. So cosa sto facendo”. Ghignò. “E Gaara? Nonostante la mia relazione con Naruto, niente cambierà. Tu se ancora nella nostra top list”.
Gaara ghignò a sua volta perché era più facile che sorridere a quelle parole rassicuranti. Era carino sentirlo dire ma né Sasuke né Naruto lo comprendevano. Diavolo, nemmeno lui non si comprendeva fino a pochi minuti fa.
Finalmente ho capito ma è già inutile.
“Non c’è bisogno che tu me lo dica, so dove sto”.
Sì, lo so e ho realizzato che non voglio stare dove sono.

-SasuNaru is love-

Mentre camminavano lungo il fianco illuminato della strada dalla casa di Gaara, Sasuke afferrò una mano brunita nella sua. Alla luce del giorno o davanti a molta gente, non poteva fare un tale semplice gesto. L’unica cosa che si era permesso era avvolgere una braccio intorno al suo ragazzo fingendo che fosse casuale quando invece voleva che il significato di tale azione fosse più profondo.
“La gente ci vedrà,” lo avvertì Naruto. La mano rimase inerte in quella pallida quando invece voleva ricambiare la presa. Voleva farlo così tanto.
“Ora siamo soli”.
“Ma per quanto? Cosa succede se qualcuno della scuola…” fu interrotto come Sasuke colse le sue labbra il momento che svoltarono l’angolo. Mentre la sua mente protestava a una tale avventata azione, il suo corpo si sciolse all’istante nel bacio. Tremò quando sentì l’umido muscolo scivolare nella sua bocca. Si aggrappò a Sasuke come le sue ginocchia minacciarono si cedere.
“Ti lamenterai ora?” mormorò Sasuke punzecchiandolo, il suo respiro ansimante quanto quello di Naruto. Sorrise compiaciuto quando il biondo unì nuovamente le loro labbra e i suoi occhi si chiusero alla bellezza di quel intimo gesto condiviso. Fece scivolare la sua mano per posarla sul fianco del suo ragazzo e lo tenne stretto a se.
Naruto gemette quando Sasuke succhiò la sua lingua prima di giocare con essa. Più la sua mente gli ricordava dov’erano, più eccitato era e più i suoi sensi ampliavano tutte le sensazioni che un simile gesto risvegliava in lui. E quando vollero di più ma seppero di non poterlo avere, si scostarono e si guardarono l’uno negli occhi appannati dell’altro.
Naruto sollevò le sue mani e le chiuse a coppa sul volto di Sasuke per un paio di secondi prima di lasciarle ricadere sui suoi fianchi. L’onda di desiderio ardente che sentiva per il suo ragazzo ora rea completamente sotto controllo. “Dobbiamo andare o perderemo la corsa,” disse e afferrò il polso pallido. Lentamente, la sua mano scivolò a stringere la sua gemella diafana, che ricambiò prontamente il suo gesto.
Sotto la coperta dell’oscurità che era divenuta loro alleata, camminarono tranquillamente mano nella mano.
Non voglio lasciare la tua mano che è così calda.

-SasuNaru is love-

Dalla finestra, Gaara stava osservando in piedi i suoi amici più stretti camminare giù per la strada che conoscevano bene. Socchiuse leggermente gli occhi quando Sasuke prese la mano sinistra di Naruto. Ma non distolse lo sguardo nemmeno quando il suo cuore cominciò a versare lacrime. E quando scomparvero dietro l’angolo, Gaara chiuse di colpo le tende e si afferrò il petto dolorante.
“Stupido,” schernì se stesso. Fino alla confessione dei suoi amici d’infanzia, non si era reso conto che era attratto dal biondo. Credeva che ogni cosa che aveva fatto fosse solo per amicizia e si era rifiutato di pensare che ci fosse qualcos’altro oltre a questa fino a che Naruto non gli era stato portato via. Si accigliò.
Portato via? Da lui? Rise all’assurdità del suo patetico pensiero. Naruto non era mai stato suo tanto per cominciare. Era sempre stato di Sasuke.
Quando erano ancora bambini- era di Sasuke.
Quando erano alle elementari- era di Sasuke.
Quando erano alle medie- era di Sasuke.
Era di Sasuke prima quindi doveva conseguirne che sarebbe dovuto essere di Sasuke ora. E lui? Era solo un intruso benaccetto in una relazione che era iniziata Dio sa quando. Era solo uno spettatore che aveva un post in prima fila per osservare come la loro relazione nascosta sotto un’amicizia emergeva simile a un bruco avvolto nel suo bozzolo che diventa una farfalla. Era solo quello- un intruso e un osservatore. Non aveva diritto di essere nient’altro che quello. Doveva capirlo questo! Avrebbe dovuto.
Dannazione!
Lacrime di rabbia caddero dai suoi occhi e Gaara cadde sulle ginocchia…piangendo per la sua opportunità perduta.

-SasuNaru is love-

Anche se le mani che ti tengono non sono le mie…
“Gaara…” gridò Naruto come vide il suo amico avanzare tra la folla di studenti che si muovevano verso la scuola. “Buongiorno!”
“Buongiorno”.
Anche se la persona con sui sei non sono io…
“Riguardo la notte scorsa,” il biondo si interruppe mentre avvertiva i suoi occhi. Non importava quante volte Sasuke lo avesse rassicurato, voleva ancora assicurarsi che tutto andasse bene per Gaara.
Ti ho detto che va tutto bene smettila di usare quello sguardo!”
Fin tanto che sorriderai con quel tuo bellissimo sorriso, insegnerò a me stesso ad essere contento di questo.
Lo sguardo del biondo si posò sul suo volto. “Davvero? Non stai scherzando?”
“Ti sembra che stia scherzando?” disse Gaara. Iride azzurre lo fissarono calcolatori prima che udisse la risposta del suo amico. “Non lo so. Hai quella solita espressione apatica”. Poi Naruto Ghignò.
“Grazie, Gaara”.
E imparerò…imparerò perché…
“Ehi, Gaara! Cosa ci fai lì impalato come uno stupido?” la voce di Naruto filtrò i suoi pensieri. Il biondo ora era in piedi a pochi passi da lui agitando una mano per avere la sua attenzione. Senza dire niente, iniziò ad incamminarsi verso l’amico.
Perché tu mi piaci.

TBC

Quando si era scontrato con un certo biondo, l’erede degli Uchiha non sapeva se fosse una pura coincidenza o meno. L’uomo più grande sembrava che stesse aspettando qualcuno.
“Uchiha,” disse questi, con un tale odio che traspariva dalla sua voce.
“Kazuma-san,” disse freddamente. Controllò la sua urgenza di ridurre il poltiglia l’uomo per ciò che aveva fatto al proprio figlio. Stava per sorpassarlo quando l’altro lo bloccò con una domanda.
“Lo ami?”
“Certo che lo amo,” rispose come se fosse scontato.
“Allora stagli lontano”.
“Se lo ami quanto lo amo io, lascialo essere felice”.
Kazuma sbuffò. “Lui sta soffrendo e soffrirà. Se non fosse stata per causa tua, non l’avrei colpito”.
L’Uchiha lo guardò torvo e ruggì, “Non accusarmi per il tuo scarso controllo”. Fece un cenno col capo e poi disse, “Buona giornata, Kazuma-san”. Poi se ne andò per evitare lo scontro che sarebbe scoppiato tra loro se si fosse trattenuto oltre. Stava iniziando a odiare tutti e desiderava la loro scomparsa. Perché non potevano stare insieme? Che cosa avrebbero dovuto dare per stare insieme? Perché il loro amore non era abbastanza?
PERCHÉ?

Continua…

Edited by trinh89 - 24/1/2009, 13:42
 
Top
0 replies since 16/1/2009, 13:53   62 views
  Share