Capitolo 18: Più vicino... più profondo.

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trinh89
view post Posted on 16/1/2009, 13:55




Titolo: A time to… (Un tempo per…)
Autore originale: asashouryuu.
Traduttrice: -Sasha-, trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3444322/1/A_time_to
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: SasuNaru; FugakuxArashi, accenni di GaaraxNaruto e NejiGaara.
Rating: AU, yaoi, OOC.

-Capitolo 18: Più vicino…più profondo.

Sometimes we get second chances
And sometimes we never make it past the first
It really makes you wonder why some things happen when they do
It really makes me wonder why it wasn't me instead of you
-“Second Chances”, Michelle Branch

Itachi scese aggraziatamente dal letto e si diresse verso il bagno. Quasi quarantacinque minuti più tardi uscì dalla stanza, vestito elegantemente e, per uno che aveva dormito circa quattro ore, appariva sveglio e vitale.
Interruppe per un istante il suo avanzare, quando un Sasuke in uniforme scolastica emerse dalla sua camera. Il minore degli Uchiha gli lanciò uno sguardo gelido prima di andarsene, ma per Itachi quello era un saluto ordinario. Ciò che notò insolito era il leggero saltellare presente nei passi del fratello. Ma quella non era l’unica cosa che gli fece inarcare un sopracciglio interrogativamente. Con il passare del tempo, gli sguardi di Sasuke divennero un po’ più morbidi ed il suo malumore diminuì. Per non parlare dell’eccitazione che sembrava emanare ogni qual volta lasciava casa e quando vi tornava, sembrava così lieto, come se tutte le cose che succedevano andassero come voleva.
Per più volte Itachi si chiese se Sasuke non stesse frequentando qualcuno, poi però scartava immediatamente l’idea. Suo fratello era troppo determinato a sorpassarlo per spendere anche un solo secondo a vedere una ragazza. Allora cosa stava rendendo Sasuke così strano? Anche loro madre se lo domandava.

-SasuNaru is love-

Come il tocco della Primavera, hai fatto sbocciare meravigliosamente la gemma dell’amore nel mio cuore. Sakura riusciva a sentire il familiare sguardo grave che la seguiva mentre camminava verso la scuola. Non aveva bisogno di guardarsi alle spalle per sapere chi la stesse seguendo con i loro occhi.
Ogni volta da quel giorno, non aveva più parlato con Naruto o Sasuke. Trascorreva pochissimo tempo con la compagnia. E qualsiasi appuntamento avessero non vi partecipava, usando come scusa i club extracurriculari di cui era membro.
Invidiava Ino ed Hinata che dopo aver evitato il gruppo per tredici e undici giorni rispettivamente, si erano riprese. Si augurava che anche il suo cuore potesse riprendersi così velocemente.
“Sasuke, tu bastardo!” udì Naruto gridare mentre altri ridevano al suo buffo atteggiamento.
Si chiese se avrebbero riso ancora, se avessero saputo che quei due erano un oggetto.
Come il protagonista di ogni favola, ero certa che sarei stata felice fra le tue braccia dopo la tua promessa di amore eterno per me.

-SasuNaru is love-

“Dovresti fare attenzione a cosa fai,” disse la moglie del capo dello studio culinario che Naruto frequentava dopo scuola.
Naruto rimase in silenzio. In un mese si era tagliato tre volte e bruciato due volte le mani, perché continuava a pensare alla corrente situazione in cui si trovava il suo gruppo. Ma a differenza della donna di fronte a lui, il maestro aveva raggiunto il suo limite di sopportazione e vietò al biondo di andare a lezione fino a che non fosse riuscito a concentrarsi. Dopo che la ferita fu medicata, ringraziò la donna e si avvicinò al maestro per scusarsi nuovamente prima di andarsene.
Uscendo dall’edificio sospirò. A meno che le cose fra lui e Sakura non si fossero riaggiustate, non sarebbe stato in grado di concentrarsi
“Ohi, usuratonkachi,” sentì qualcuno dire, e anche se non amava quella parola, si voltò. Lì seduto su un cancello c’era Sasuke, che ghignava. “Perché sei uscito così presto?” Naruto fece spallucce. “Che ci fai qui?”
“L’incontro con il consiglio è stato cancellato,” gli disse mentre guardava disdegnato la benda, controllando l’impulso di raggiungere la mano ferita e tenerla dolcemente. Sapeva che non poteva. Non alla luce del giorno quando la gente poteva vedere cos’erano in realtà.
Il biondo sorrise sbiecamente, “Allora offrirai tu all’Ichiraku!”
Nonostante la risposta negativa, Sasuke si ritrovò trascinato lungo una familiare strada.
“Sono depresso, okay?”
“Depresso, il mio cazzo,” mormorò Sasuke, ma seguì ugualmente il biondo.
“Ne, nel parco a pochi isolati da casa tua ci saranno i fuochi d’artificio. Vuoi vederli con me?” domandò Naruto quasi per caso anche se in realtà il suo cuore stava battendo all’impazzata.
Sasuke si lisciò i capelli con una mano prima di rispondere, “Mia madre darà una festa in onore di un’amica stretta che si è sposata. Vuole che sia presente”.
Il biondo annuì. Si disse di non essere deluso perché Sasuke aveva le sue responsabilità. Ora che ci pensava, più grandi diventavano e più diversi erano diventati l’uno dall’altro ma tuttavia…
Non allontanarti da me.

-SasuNaru is love-

Per qualcuno che non voleva frequentare la festa, Sasuke era molto educato…troppo educato per essere vero. Sostenne conversazioni su argomenti su cui non nutriva alcun interesse, parlò con personne che si augurava di evitare, tollerato alcune ragazze che flirtavano discretamente, declinato educatamente gli inviti di alcune donne e si stava comportando al meglio con Itachi.
Aveva completamente dimenticato i fuochi d’artificio fino a che il cielo sembrò bruciare di colori.
Vuoi vederli con me?
In quel momento, aveva avvertito i tremori nella voce del biondo. Nonostante le svariate volte che Naruto gli aveva chiesto di uscire, era ancora nervoso. Che carino. Un’altra esplosione di luce gli fece ricordare come Naruto aveva guardato i manifesti dell’evento. Sembrava così infantile.
Un altro colpo di luce e Sasuke prese la sua decisione. Uscì dal bagno e fermò una cameriera “Di a mia madre che devo sistemare alcune cose”. Detto questo se ne andò e corse verso il posto in cui sapeva di dover essere. Lungo la strada si immaginò con Naruto, seduto l’uno affianco all’altro, mentre si scambiavano effusioni o Naruto seduto, mentre lui sarebbe stato disteso sulla panchina, il capo appoggiato sul grembo del biondo o viceversa. A tali immagini il suo cuore batté rapidamente e il suo corpo pompò più adrenalina.
Sto arrivando Naruto.

-SasuNaru is love-

L’effimera luce scoppiata nel cielo mozzò il fiato di Naruto, e mostrando soprattutto la solitudine tingere i suoi occhi azzurri che stavano fissando la volta celeste. Persino la bellezza dei fuochi non poteva eliminare il rammarico che aveva per essere andato lì. C’erano famiglie, alcune coppie in uscita che osservavano l’evento e ragazze dentro i sicuri confini delle braccia dei loro ragazzi. Altre coppie che si scambiavano brevi, ma intimi baci con il loro amato.
Naruto si lasciò sfuggire un piccolo sospiro, per una volta, desiderava che Sasuke fosse lì con lui, per salvarlo dalla leggera sensazione di vuoto che stava provando. Per questo, era seduto nell’oscurità, per nascondere il fatto che era solo, triste e sentiva la mancanza di qualcuno di cui aveva così tanto bisogno.
Il vibrare del cellulare lo riscosse dai suoi pensieri.
“Dobe dove sei ora?”
“Sasuke?” mormorò, udendo che la voce tanto desiderata faceva palpitare rapidamente il suo cuore. E per quanto patetico suonasse, fin tanto che riusciva a sentire quella voce familiare, poteva fingere che Sasuke fosse seduto accanto a lui.
Sasuke fissò l’esplosione di luce rosa che illuminò il cielo notturno e riuscì chiaramente a sentire il sordo suono dal cellulare. In quell’istante seppe che Naruto era lì, che fissava lo stesso cielo. Tutto solo. Con una rinnovata determinazione, accelerò il passo alla ricerca del suo ragazzo.
Sto arrivando…Naruto…
“Sono qui sotto un albero di ciliegio nascosto nel buio”.
“Dobe, ci sono un po’ di alberi di ciliegio qui!”
Il biondo era così occupato a fantasticare che non aveva nemmeno chiesto la ragione per cui Sasuke gli avesse chiesto dove si trovasse.
“Sasuke…” i suoi occhi si abbassarono.
Sasuke quasi si fermò all’improvvisa caduta della voce di Naruto. Era come se stesse ansimando le parole.
“Vorrei che tu fossi qui”. L’onestà di una tale frase mozzò il respiro di Sasuke e capì di aver preso la decisione giusta. Non avrebbe mai rimpianto l’essere scappato dalla festa, anche se sua madre l’avrebbe sgridato più tardi. Ora era nel parco ed era disperatamente in cerca della persona che desiderava vedere con tutto se stesso.
“…fammi solo sentire…la tua voce,” continuò Naruto. Sasuke riuscì praticamente a toccare la solitudine nel tono. “E poi…e poi…posso-“ le sue seguenti parole furono coperte dal frastuono come un altro fuoco d’artificio raggiunse la volta celeste, la sua luce rischiarò momentaneamente, non solo il cielo, ma anche le buie aree del parco e fu così che Sasuke vide Naruto, seduto sulla panchina tutto solo e stretto al telefono, così forte che gli spezzò il cuore.
“Naruto, ti gireresti?” disse raucamente e con calma Sasuke.
Senza una parola, il biondo eseguì, ma tutto ciò che vide fu l’oscurità fino a che un’altra luce non lampeggiò nel cielo e poté vedere Sasuke avanzare verso di lui. Naruto combatté contro il sorriso che minacciava di rompere l’equilibrio del suo viso. Per coincidenza, attaccarono il telefono nello stesso momento. Reclinò il capo quando Sasuke si portò dietro la panchina di legno.
“Ciao,” lo salutò timidamente Naruto.
“Volevo vederti,” confessò Sasuke e si piegò proprio nel momento in cui Naruto afferrò il suo capo tirandolo giù per un bacio. Le loro intenzioni erano che fosse morbido e gentile, le bocche intente in una tenera danza e le braccia intrecciate assieme, ma quando la lingua del biondo accarezzò timidamente le labbra di Sasuke, il giovane Uchiha perse il controllo. Le lingue si scontrarono l’una contro l’altra disperatamente e, cercando di essere più comodo, Sasuke saltò oltre la panchina sistemandosi accanto al biondo che ora era piacevolmente appeso a lui.
Sasuke assaporò la dolce bocca che era stata circondata dalle attenzioni della sua lingua e gemette quando il biondo approfondì maggiormente il loro bacio. Strinse la sua presa su Naruto mentre si lasciava andare alla vibrante sensazione.
Il biondo miagolò quando Sasuke succhiò la sua lingua. Normalmente, avrebbe stretto le sue mani sulla maglia del moro ma al momento, non riusciva a tenerle stabili. Le stava muovendo alla ceca sul petto del ragazzo, diventando più impetuoso non appena sentì come i muscoli del suo ragazzo si tendessero sotto il suo tocco leggerissimo. Comprendendo, ma non conoscendo, i limiti del suo potere sul suo ragazzo lo riempì di desiderio. Era così vicino dall’essere consumato da questi.
Se l’immenso calore dei loro baci era un’indicazione, Naruto sapeva che a Sasuke piaceva ciò che le sue mani gli stavano facendo. Per non menzionare il fatto che l’Uchiha era sopra di lui. Tutto ciò che poteva vedere, sentire, udire e gustare, era Sasuke. Era vicino al soffocamento e in quei brevi attimi in cui gli era permesso respirare, ansimava il nome del suo amato in un’adorazione peccaminosa.
‘Non abbastanza…’ e ‘Di più’ erano le parole che dardeggiavano attraverso l’intossicata mente di Sasuke e tirò più vicino a sé il biondo. Fu ancora più lieto, quando il biondo finì a cavalcioni sul di lui. Meno era la distanza, meglio era, fu ciò che pensò. Spostò la sua bollente bocca sulla pelle brunita scoperta e sostituì facilmente il marchio che aveva apposto in un punto particolare e che ormai stava svanendo.
Entrambi buttarono il capo all’indietro ed emisero un alto gemito quando Naruto fece incontrare il suo bacino contro quello di Sasuke, se fosse stato un incidente o no, a nessuno dei due importava. Il piacere causato dall’azione li rese ancora più famelici e meravigliati. Naruto ripeté il movimento mentre Sasuke si muoveva verso l’alto. Questa volta, miagolarono e l’Uchiha afferrò la vita tremante del biondo. Non poteva lasciarlo. Non voleva che si fermassero.
“Sasuke…” e il modo in cui il biondo sussurrò il suo nome fece tremare Sasuke. Era carico di bisogno che rasentava quasi una supplica. Dio! Era un altro sogno bagnato? “Sasuke…” guardò gli appannati occhi azzurri, quando sentì una mano ambrata chiudersi sulla sua guancia sinistra. Oh! Mio Dio! Fa che questo non sia un altro sogno, pregò. Poteva sentirsi divenire sempre più duro all’intensa maniera in cui il biondo lo stava fissando. Si sentiva bollente. No, Naruto era bollente. Era il fuoco e lo stava sciogliendo…lentamente, ma inesorabilmente. Ma lui non aveva nessun problema con ciò. Lui voleva che Naruto lo bruciasse.
“Naruto,” sussurrò di rimando, il suo respiro che soffiava sulla faccia arrossata. Il loro mondo esplose. Lasciarono andare l’ultima briciola di controllo rimasto sapendo che erano al sicuro sotto la coperta dell’oscurità e che ogni suono emesso sarebbe stato coperto dal rumore.
Naruto tremò alle mani che si stavano familiarmente infilando sotto la maglia e lo toccavano dove nessuno aveva mai toccato e in un modo che nessuno aveva mai fatto. A sua volta sbottonò la camicia di Sasuke e premette i palmi contro il suo petto. Chiuse gli occhi, sentendosi felice per come stava facendo battere forte il cuore del moro.
Gli piaceva tutto di Sasuke specialmente come le sue mani si stavano occupando dei suoi capezzoli, come la sua bocca si stava muovendo sul suo collo, come stava gemendo mentre sfregavano i loro bacini l’uno contro l’altro e specialmente come si muoveva contro di lui. Sasuke lo stava completamente avvolgendo con calore.
Mentre Naruto era occupato a mordicchiare il lobo dell’amato e tracciare con umidi baci la sua mascella, Sasuke era impegnato ad alternate lappate e morsi su ogni punto di pelle che la sua bocca potesse raggiungere. Non fermarono il loro muoversi l’uno contro l’altro ma al contrario il loro ritmo si fece più frenetico di prima.
Tutto ciò che riuscivano a sentire era il battere selvaggio dei loro cuori e gli ansimi che uscivano dalle loro labbra, continuare a scontrarsi insieme. Il fatto che tutto quello fosse come un sogno bagnato che diveniva realtà, caricò la loro passione e la trasformò in puro istinto di dare e ricevere piacere.
Naruto grugnì e afferrò con forza le spalle del compagno quando questi penetrò contro il suo bacino strusciandovici contro. “Sasuke,” mormorò tra i denti come il calore che si era concentrato sul suo stomaco minacciava di portarlo oltre il limite.
Sasuke stava avendo lo stesso problema. “Resisti,” pregò, le dita che affondavano disperatamente nel sedere di Naruto e gemette di piacere quando quest’ultimo aumentò il ritmo. Stava andando sempre meglio.
E non appena raggiunsero finalmente il culmine della loro passione, il bellissimo fuoco d’artificio che videro era dietro le loro palpebre. Non c’erano parole per definire tale bellezza.
I loro corpi stavano ancora provando i tremori dell’orgasmo quando ritornarono sulla terra. Occhi d’onice si fissarono in un paio di color zaffiro prima che le labbra di Naruto caddero e Sasuke le colse con le sue in un bacio gentile.
Fu quando il loro desiderio e la loro passione ardente retrocessero che la ragione e la logica ritornarono vendicatrici e l’inclinazione delle loro azioni li colpì duramente. Un imbarazzante silenzio cadde all’istante su di loro.
Naruto si scostò con cautela da Sasuke e si piegò all’umidità dei boxer. Kami! Pregò che i suoi jeans non fossero bagnati ma appena umidi.
Sasuke allentò e strinse le mani. “Devo andare,” disse poco più forte di un sussurro. L’umida parte dei suoi boxer era scomodamente attaccata alla sua pelle. Nel profondo di sé, si odiava per essere sempre il primo ad attaccare e anche il primo a ritirarsi, sebbene non poteva davvero farci niente. Ogni bacio, ogni tocco, ogni cosa che traspariva di intimità tra lui e il biondo avrebbe acceso un fuoco di pentimento. Avrebbe sempre sentito gli occhi di suo padre giudicarlo, bruciarlo sul retro della testa, mentre lo guardava. Dubbi sulla sua relazione con Naruto emersero tra i suoi pensieri. Come avrebbe battuto suo fratello se tutto ciò che faceva era girare attorno ad un altro ragazzo? Niente meno che il suo amico di lunga data? Era, senza alcun dubbio un codardo, ma stava avendo a che fare con qualcosa che continuava ad evolversi. Per non menzionare che non involgeva solamente lui, ma anche Naruto.
“Anch’io,” sussurrò in risposta Naruto. Doveva andare a casa. Aveva bisogno di essere nella sua camera, sul suo letto e sotto la sua coperta prima che i pensieri lo inghiottissero.
“Permettimi di accompagnarti a casa”.
L’offerta del moro lo tese maggiormente. “Non c’è bisogno. Tua madre probabilmente ti starà cercando”.
Sasuke sapeva che era la scusa del biondo per allontanarsi da lui, come Naruto sapeva che il moro era sollevato che avesse declinato l’offerta fatta per obbligo.
Si alzarono in piedi allo stesso tempo e sussultarono all’umidità che sentirono. “Ci vediamo allora,” disse Naruto in una forzata voce allegra.
Sasuke grugnì. I due si voltarono in direzioni opposte e se ne andarono. Quando furono certi che ci fosse una distanza sufficiente tra loro, irruppero in una corsa mentre raggiungevano disperatamente l’unico posto che in cui potevano essere sicuri e codardi.
E mentre correvano, una frase echeggiava nelle loro teste.
Ho fatto sesso secco con lui all’aperto!

-SasuNaru is love-

Era facile fingere che nulla fosse accaduto quando entrambe le parti stavano fingendo, realizzarono Naruto e Sasuke.
Vedendosi il giorno seguente fu imbarazzante per entrambi. Imbarazzante era un’affermazione inadeguata, specialmente quando il sogno che seguiva le loro azioni era così vivida, era molesta. Fare sesso secco in uno stato così prematuro del loro rapporto era sbagliato dicevano le loro menti. Tuttavia, i loro cuori si ribellavano. Dicevano loro che non erano più in uno stato prematuro perché tutto era iniziato quando Sasuke aveva chiesto a Naruto di essere il suo cielo e quest’ultimo aveva accettato. Quella domanda apparentemente innocente e piena di significati, che era stata posta dal cuore di Sasuke per essere compresa da quello di Naruto.
A causa di queste opinioni contrastanti tra le due entità (cuore e mente), entrambi i ragazzi divennero più confusi sul da farsi – accettare o fingere?
Naruto si alzò dal suo posto così improvvisamente che svegliò Shikamaru dal suo pisolino e sorprese Shino. Il biondo scosse il capo prima di dire, “Ne ho abbastanza!” poi se ne andò.
“E-ehi Naruto! Dove stai andando?” gridò Chouji ma il biondo si stava allontanando lasciando il suo pranzo intatto. Chouji ghignò come Kiba.
“Buon appetito,” dissero i due all’unisono.
Shikamaru sospirò mentre nascondeva il viso fra le confortevoli braccia. “Che aveva da essere così arrabbiato tutto d’un tratto?”

-SasuNaru is love-

Naruto corse verso la piccola drogheria ad un isolato dalla loro scuola dove sapeva che c’era Sasuke. Stava andando a sistemare le cose con lui perché non riusciva a sopportare di nascondere la verità. Sebbene fosse imbarazzato per essere stato così irresponsabile quella notte, era stato sincero con i suoi sentimenti. Inoltre, non era affatto pentito. Non lo sarebbe mai stato perché sapeva che qualunque cosa avrebbe fatto con Sasuke era, e sarebbe stata, speciale per lui.
Sasuke ricontrollò cosa aveva preso seguendo la lista di ingredienti che doveva comprare poi borbottò quando si accorse di aver dimenticato il burro.
Se in quel momento avesse ragionato bene, avrebbe finito la sua mansione in dieci minuti ma un bel po’ di pensieri tutti legati a Naruto e quella notte lo flagellavano facendolo camminare senza meta lungo ogni reparto.
Arrivò alla sezione corretta, afferrò il prodotto senza guardarlo poi lo buttò nella sua cesta. Ma prima che entrasse, una mano lo afferrò.
“Hai preso il burro sbagliato, Sasuke,” sentì Naruto dire e si tese immediatamente. Anche i marchi sulla sua pelle sembravano bruciare.
E mentre il biondo gli spiegava la differenza tra un burro normale e non grasso, lui lo guardò solamente…a meglio lo fissava. Pensava sempre che Naruto era bello, ma quest’ultimo era ancora più bello quando le sue iridi azzurre brillavano con risoluzione. Proprio lì e allora, Sasuke non fu più perso. Come il suo ragazzo, aveva compreso che non gli piaceva scappare. Non c’era ragione di nascondersi. Per ciò che era successo…non aveva alcun rimorso. Se avesse potuto tornare indietro, avrebbe rifatto esattamente la stessa cosa perché lui voleva Naruto. Diavolo, lo voleva ancora anche in quel preciso momento.
“Allora perché non ti mi aiuti a fare la spesa?” disse prima di porgere il foglietto verso le mani ambrate.
Naruto lo guardò sornione. “Cosa posso fare? Cose del genere non dovrebbero essere fatte da una persona inesperta”.
Stava per guidare Sasuke quando la mano del moro lo fermò. Guardò interrogativamente l’altro ragazzo.
“Q-Quando le nostre lezioni saranno finite, possiamo parlare sul tetto?”
Il biondo annuì e sperò che di qualunque cosa volesse discutere il suo ragazzo, non avesse come risultato il suo cuore spezzato.

-SasuNaru is love-

E come un bicchiere, le mie speranze per l’amore che rappresentavi, si frantumò vedendoti con lui.
Sakura stava fissando fuori dalla finestra del suo club quando gli oggetti dei suoi pensieri entrarono nella sua vista. Il suo cuore tremò alla scena di Sasuke che camminava con Naruto. Il biondo stava parlando con infantile meraviglia negli occhi mentre il suo compagno ascoltava semplicemente portando una borsa della spesa.
Sakura si chiese cosa vedesse Sasuke in Naruto. Sebbene il biondo fosse perfetto come amico, la stessa cosa non poteva dirsi dal punto di vista di partner. Naruto ovviamente scarseggiava di molte cose per esserlo.
Alla fine, ho accettato che i miei sogni si avverino solo quando Morfeo è con me.
Ma quando vide Sasuke dare un sorriso – il sorriso che aveva sempre sognato, più bello di quanto avesse immaginato e il sorriso che aveva sempre desiderato fosse rivolto a lei, seppe finalmente la ragione. Naruto era l’unico che aveva cambiato il mondo di Sasuke e che lo aveva reso migliore. Con quella realizzazione la tempesta dentro di lei passò e il suo cuore tornò quieto.
Avrai sempre i tuoi occhi su di lui, ne Sasuke-kun?

-SasuNaru is love-

Tra tutti gli studenti nell’aula di cucina, solo Naruto si stava divertendo in quell’attività con tutto il cuore. Non aveva nemmeno rimproverato il proprio ragazzo, suo attuale compagno di lavoro, che non stava facendo praticamente niente. Non appena avesse ottenuto il punteggio più alto per il loro dolce, avrebbe potuto prendere in giro Sasuke. Ghignò mentalmente a tale pensiero.
“Naruto?” una voce al suo fianco lo chiamò piano. Portò lo sguardo sul suo possessore e trovò Sakura in piedi con piccolo piattino per dolci. Sasuke fissò freddamente la ragazza chiedendosi cosa ci acesse lì.
Sakura distolse il suo sguardo, apparendo nervosa. “Hinata e io non riusciamo a capire che cosa manca al mio dolce. Puoi aiutarci?”
Naruto fissò l’alimento per un istante prima di dargli un morso. Si accigliò quando non riuscì a trovarci nulla di sbagliato. Il sapore era perfetto, anche un bambino sarebbe stato d’accordo con la sua opinione, perché –Poteva essere? Era questo il suo modo per fare pace con lui e Sasuke? Il suo cuore sussultò.
Sakura sembrò innervosirsi ulteriormente al continuo silenzio di Naruto e al pesante sguardo di Sasuke. Era ovvio che l’Uchiha fosse attento ad ogni suo movimento e che se lei avesse fatto qualcosa di sospetto ai suoi occhi, Sasuke l’avrebbe certamente allontanata dal biondo. Pensava sempre così male di lei Sasuke? No, si disse la sua mente. Sasuke stava solo proteggendo il suo sensibile Naruto. Quello era tutto.
“Cosa ne pensi?” domandò. Era divenuta così nervosa che le sue mani erano sudate. Sperò fortemente che Naruto avesse afferrato il suo vero proposito.
Le palpebre si aprirono per rivelare le ricercate iridi zaffiro, chiuse su quelle color giada.
Trovando la risposta alle sue domande, Naruto si illuminò. “Niente, Sakura-chan. Il gusto è perfetto!”
La speranzosa ragazza si illuminò a sua volta, sollevata.
Naruto prese il resto della fetta di dolce e la divise in tre. Ne diede un pezzo all’amica e il secondo a Sasuke che lo fissò brevemente.
Il moro scosse la testa, non avendo ancora compreso il significato. “Non mi piace mangiare cose dol-”
“Mangialo e basta, bastardo!” abbaiò Naruto prima di ficcare la parte offerta nella bocca di Sasuke, zittendo ulteriori proteste.
L’Uchiha lo fulminò. Ma dovette ammettere che il sapore era buono, ma non quanto quello di Naruto.
“E?” udì il biondo chiedergli quasi impazientemente.
Si scrollò le spalle. “Hn”. Solo perché era un’offerta di pace non significava che dovesse fare apprezzamenti. Il biondo lo guardò contrariato per il fatto che non gli importasse.
“Va tutto bene, Naruto,” disse Sakura. “Sasuke-kun è sempre così,” poi si rivolse al ragazzo taciturno, “Giusto, Sasuke-kun?”
E mi chiedo come ho potuto anche solo pensare che io potessi averlo. Ero stupida.
“E questo completa il nostro gruppo,” mormorò Kiba. Si fermò dal suo compito realizzando che il mixer aveva smesso di muoversi. Fissò l’impasto nella terrina, sbatté le palpebre e piagnucolò, “Ho messo troppa farina!”

-SasuNaru is love-

Cercando di ignorare il nervosismo, Sasuke canticchiò mentalmente una canzone, mentre picchiettava le dita a tempo sul pavimento di cemento. Stava aspettando il biondo sul tetto, ma quest’ultimo era in ritardo di due minuti e quarantatre secondi.
Dov’è il dobe? Si chiese. Aveva dimenticato che dovevano incontrarsi lì dopo le lezioni? Conoscendo Naruto e la sua passione per le arti culinarie, probabilmente era andato al suo club.
Sasuke sospirò irritato. Forse era meglio che andasse a prendere Naruto e lo trascinasse lì o in qualunque posto che avrebbe dato loro assoluta privacy. Dannazione! Naruto era (stacca) almeno serio con( lui?
Si alzò in piedi ed era sul punto di andarsene, quando l’oggetto dei suoi pensieri fece la sua apparizione.
“Scusa. Sono stato trattenuto,” si scusò il biondo. Ciò che aveva detto non era totalmente una bugia, perché era stato veramente fermato da qualcosa. Era la paura di ciò che Sasuke voleva dirgli che lo aveva fatto ritardare, fino a che non si ricordò della sua promessa di non scappare. Così ora era lì, con il cuore pronto a spezzarsi, perché era stupido in quel senso.
Sasuke lo fissò prima di decidere di lasciar correre l’accaduto. Voltò la schiena verso il biondo, perché era più facile parlare con quest’ultimo ascoltando i suoi sentimenti quando in quelle situazioni.
“Voglio che continuiamo a vederci,” disse senza il nervosismo che provava fino a qualche secondo prima. Si sentì così calmo, come la sua mente e il suo cuore avessero raggiunto finalmente un accordo. Era questo l’essere onesti con i propri sentimenti? “Non importa ciò che accadrà, sono serio. E non farmi ripetere un’altra volta!”
“Io ero dell’impressione che tu fossi serio sin dall’inizio,” scherzò il biondo come un ampio sorriso ruppe i suoi lineamenti. Era possibile sorridere così tanto? Poteva diventare più ampio? Se sì, cosa sarebbe successo al suo viso? Avanzò e stette di fronte al serissimo Sasuke. Strofinò una guancia vellutata prima di avvolgere le sue braccia intorno alle spalle ed alzarsi sulla punta dei piedi. Sasuke era stato molto premuroso a scegliere un luogo dove nessuno avrebbe potuto vederli, pensò.
Con confidenza mista a timidezza, il biondo strofinò le loro labbra insieme dicendo, “Dire simili cose…questo non è molto da te”. Ma era felicissimo e l’altro ragazzo riuscì a vederlo questo.
Sasuke emise solo un basso rumore dalla gola mentre le sue labbra incontravano quelle del biondo ed avvolse un placido braccio intorno all’esile vita del biondo. Forzò i suoi occhi a rimanere aperti per poter fissare il suo riflesso in quei limpidi occhi azzurri. Perse un battito quando sentì la lingua di Naruto tracciare languidamente la sua bocca.
Naruto gli rivolse ancora un altro sorriso prima di iniziare un bacio ardente, che proseguì ancora e ancora, fino a che non furono persi e non riuscirono a fare nient’altro, se non lasciarsi trasportare dalla turbolenza di una simile effusione, che avrebbe finito per tramutarli in animali selvaggi.
E per la prima volta, si gustarono sinceramente e completamente l’intimità del gesto senza paura, dubbi e sensi di colpa.

TBC

Capelli color ebano, occhi scuri e naso aristocratico, tutto simile a quelli del suo amante, e il biondo seppe chi c’era in piedi alla loro porta – la madre del suo compagno. Tremò mentalmente. Quale era il proposito della sua visita?
La signora di casa Uchiha abbassò lo sguardo sul biondo e assottigliò gli occhi fulminandolo dall’alto in basso. Quelle foto del biondo, mandate a loro, non rendevano giustizia alla sua bellezza e al suo fascino folgorante. Era bello e se fosse stato una ragazza, la donna avrebbe sorpassato il fatto che fosse sotto di loro e appoggiato la loro relazione.
“Mi dispiace, ma suo figlio è uscito e starà fuori per un po’,” disse il biondo educatamente e con rispetto.
La donna sorrise. “Meglio così. Sono venuta per parlare con te”. E fu lieta di vedere la paura attraversare quei bellissimi occhi azzurri come il cielo.
Il biondo la guidò verso il loro piccolo salotto e si sedette di fronte a lei in quanto essa rifiutò la sua offerta di ristoro. La donna si guardò attorno prima di incontrare il suo sguardo. “Mio figlio ha davvero gusto per le cose belle, non è vero?”
Attento e confuso, annuì.
“Ma la bellezza è effimera e presto o tardi, le abbandonerà…e tu non se un’eccezione”.
“Eh?” e si disse di essere deciso. Cosa ne sapeva questa donna di suo figlio, ad ogni modo?
“Sei bello, lo ammetto questo. Ma svanirà dando spazio ai segni del tempo e della vecchiaia. E sparirà rapidamente se ti succedesse qualcosa di brutto…come un incidente”. Sebbene la sua voce fosse calma e priva di emozioni, i suoi occhi brillavano di malizia.
Il biondo si accigliò. “Mi sta minacciando?”
L’altra emise una falsa risata. “Gli incidenti accadono e posso dire tutto quello che voglio perché è mio figlio che sta pagando l’affitto. O i rapporti sono errati?” apparve trionfante quando il biondo fece cenno col capo.
“Ma è stato lui ad insistere che non dovessi pagare”. Aspettate! Perché si stava giustificando con lei di simili cose? Non erano affari suoi.
“Certo. Fin tanto che tu accetterai i suoi tocchi e scalderai licenziosamente il suo letto, puoi avere qualsiasi cosa tu voglia da lui!
I suoi occhi si incupirono glaciali e la fissò. “Io non sono né un cercatore d’oro né una puttana!”
“Allora stagli lontano. Lui ha un futuro più luminoso che questo e può sposare una ragazza perfetta per lui e il nostro status”. Lo guardò altezzosamente. “Tu sei inferiore a noi. Dovresti sapere qual è il tuo posto!”
“E se il mio posto fosse accanto a suo figlio?” chiese solo per provocare la donna che immediatamente lo guardò furiosa e con voce velenosa replicò, “Sciocchezze!” raccolse velocemente le sue cose avanzando poi verso la porta. Stava per aprirla, quando suo figlio la precedette.
Incurante dello sguardo sorpreso del figlio, ordinò, “Liberati di quel sudicio biondo!” poi se ne andò, lasciando un grave silenzio dietro di lei.

Continua…

Edited by trinh89 - 24/1/2009, 13:43
 
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