Capitolo 21: Futilità.

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trinh89
view post Posted on 16/1/2009, 14:01




Titolo: A time to… (Un tempo per…)
Autore originale: asashouryuu.
Traduttrice: -Sasha-, trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3444322/1/A_time_to
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: SasuNaru; FugakuxArashi, accenni di GaaraxNaruto e NejiGaara.
Rating: AU, yaoi, OOC.

-Capitolo 21: Futilità.

anata ha nani hitotsu
kakehiki dekinai
amae tsuzukete ikita
kinou mo kyou mo
soba ni itai
nanimo kurenakute ii
issho ni konna ni mo
nagaku toki wo sugosu dake
-'I have never seen', Amuro Namie

La mia passione per te è come il deserto…inestinguibile…insaziabile.

“Non sono dell’umore adatto,” sbottò Sasuke mentre gentilmente, ma con fermezza allontanava Naruto da sé.
Naruto, che desiderava dare il via ad un bacio, e possibilmente anche ad un qualcosa di più, lasciò cadere la testa. Le frange nascondevano i chiari sogni di delusione e dolore altrimenti visibili nei suoi occhi. Quante volte era stato rifiutato? Quante volte ci aveva provato sperando che la reazione sarebbe stata differente dalla precedente? Ne aveva perso il conto ma la sofferenza era intensa ogni volta come la prima. Avrebbe ormai dovuto impararlo. Avrebbe dovuto averci fatto il callo. Avrebbe dovuto capire che Sasuke non cercava alcun tipo di intimità con lui dopo quella notte.

“E’ meglio che tu cominci a fare i tuoi compiti, Dobe,” la voce di Sasuke si fece largo tra i suoi pensieri. Come uno zombie il biondo annuì e fece come gli era stato detto, ma per la sua mente il discorso era diverso…Sasuke e la sua freddezza dominavano, occupavano i suoi pensieri.

Naruto sapeva quando il tutto era cominciato. Il giorno dopo quella notte. Aveva pensato che ora che aveva concesso tutto al suo ragazzo, lui sarebbe tornato desiderandone ancora, ma si era sbagliato. Dolorosamente sbagliato. Quando lo ebbe capito, i loro incontri di baci e piacere se ne erano andati con la loro intimità, svanita come una bolla di sapone. Erano stati amanti per una volta solo ed il loro essere fidanzati non era che apparenza. Cosa aveva fatto per arrivare a questo? Sasuke non l’aveva trovato attraente? Era arrivato alla conclusione che era noioso dentro e fuori dal letto? O forse non gli piaceva più? No, doveva piacergli ancora. Di questo Naruto ne era certo. Allora, perché? La sua mano cadde senza vita quando arrivò alla conclusione che Sasuke non lo voleva più.

Poteva esistere attrazione senza desiderio? Guardò di soppiatto il ragazzo affianco a sé. Sospirò mentalmente. Non voleva che le cose tra loro fossero platoniche, ma…

Prese silenziosamente il respiro e ricacciò indietro le lacrime. Quando il desiderio diventato a senso unico, feriva in un modo che era difficile capire per chi non lo provava di persona, in un modo che lui non voleva capire. Era uno stupido. Vicino a Sasuke, appariva come uno sciocco adolescente con gli ormoni impazziti. Che imbarazzo! Non poteva sopportare di stare con lui ora! Proprio non poteva, non quando le cose gli erano diventate così dolorosamente chiare.

Sasuke alzò a malapena lo sguardo quando Naruto si alzò in piedi, raccogliendo rapidamente le sue cose e gettandole alla rinfusa nella sua cartella prima di lasciare l’aula del consiglio studentesco. Sospirò quando la porta si chiuse alle sue spalle. Lanciò uno sguardo alla stanza che era vuota esattamente nel modo in cui si sentiva dentro di sé. Batté un pugno sul tavolo in frustrazione. Maledizione! Perché non riusciva a dirlo?

Mi dispiace, dobe.

-SasuNaru is love-


Quando guardo il cielo, mi ricordo dei tuoi bellissimi occhi.

Quando Naruto non rispose alle sue chiamate, Sasuke cominciò a preoccuparsi. Ovviamente, non era questa la ragione per cui si trovava di fronte alla casa di Naruto. Si trovava semplicemente nei paraggi e aveva deciso di farci un salto. O almeno questo era quello che avrebbe detto al biondo se gli avesse chiesto il motivo per cui si trovava lì. Chi rispose alla porta fu però Arashi.

“Sasuke-kun, buona sera.”

“Buona sera, c’è Naruto?”

“E’ andato a casa di sua zia, ha deciso di passare lì la notte.” Rispose l’altro uomo.

“Capisco,” disse Sasuke, anche se ancora non riusciva a comprendere il motivo per cui il biondo non rispondeva alle sue chiamate. Alzò nuovamente lo sguardo quando l’uomo chiamò il suo nome.

“E’ successo qualcosa a scuola? Naruto sembra scosso da qualcosa,” Arashi chiese con tono preoccupato.
“Niente che io sappia. Magari qualcosa nel laboratorio di cucina. Glielo chiederò.”

Il biondo sorrise e batté con la mano sulla spalla di Sasuke. “Sei un davvero un buon amico.” Lo era davvero? “Ti va di venire dentro e cenare con me?”

“Grazie, ma sono a posto così. Scusa per il disturbo.” Concluse.

“Sei sempre il benvenuto qui. Abbi cura di te.”

E mentre Sasuke pensava che il biondo fosse a casa di sua zia, quest’ultimo stava invece trascorrendo il suo tempo con Gaara, in un parco a un isolato di distanza dalla casa del rosso.

Gaara sedeva silenzioso, la sua altalena dondolava gentile mentre attendeva che Naruto cominciasse a parlare. Sapeva che qualcosa stava turbando il biondo da quando quest’ultimo lo aveva chiamato e gli aveva chiesto di incontrarlo lì. Guardò l’amico che si afferrò la testa ringhiando.

“Odio quel bastardo!” disse in un tono che Gaara riconobbe come frustrato e sofferente al contempo. Anche se Naruto odiava Sasuke, la voce con cui lo affermava sapeva d’amore, poiché odio e amore camminavano mano nella mano. Esistevano per completarsi ed equilibrarsi a vicenda.

“Cos’ha fatto questa volta?” chiese ciò che il biondo voleva sentirsi dire.

Naruto saltò su dalla sua altalena e si parò davanti a Gaara. Era giusto dire tutto a Gaara? Anche della notte in cui lui e Sasuke si erano dati tutto reciprocamente? Si convinse che era più che giusto.
Gaara avrebbe capito. Senza tralasciare nulla, raccontò tutto al rosso.

Non c’erano emozioni che attraversavano o disturbavano l’espressione tranquilla di Gaara. Rimaneva seduto lì ascoltando la storia del suo amico…sedeva come se non ne fosse in alcun modo sfiorato. Le ferite aperte dal semplice scoprire che i suoi amici erano una coppia erano ancora aperte e il racconto di Naruto le faceva sanguinare di più. La notte passata assieme non aveva fatto altro che rafforzare il loro rapporto, dimostrandogli che non avrebbe mai avuto alcuna opportunità con Naruto, ma non era che lui ne avesse mai avuta una. Alla fine, tutto ciò che poteva fare era sacrificarsi per la loro felicità. Era doloroso, ma era la sola cosa che poteva fare per la persona che aveva catturato il suo cuore.

Occhi smeraldo si muovevano da destra a sinistra, ripetendo ogni volta lo stesso movimento mentre seguivano Naruto camminare avanti e indietro. “Intendo, un momento sembra non potere fare a meno di me, l’istante dopo, quando sono io a volere lui, si rifiuta di fare qualsiasi cosa. Sono ripugnante o disgustoso, Gaara?”

“Tu sei a posto, Naruto” risposte tranquillo.

Il biondo scosse la testa. “Pensa come quel bastardo. C’è qualcosa nel mio corpo che ti da fastidio?”

“Non mi viene in mente nulla del genere,” rispose Gaara troppo velocemente per il gusto di Naruto. Il rosso gemette frustrato per poi ruotare gli occhi e in un secondo momento posarli sul corpo dell’amico nel modo in cui aveva sempre fatto, discretamente e in modo silenzioso. “Se fossi Sasuke, non smetterei di desiderarti.” E l’intensità e la sincerità della sua voce avrebbero dovuto far si che Naruto si domandasse se Gaara stesse parlando per se stesso in quel momento o per Sasuke, ma il biondo era troppo occupato a sbrogliare quella matassa di mistero che era il suo ragazzo per soffermarsi su certe “piccolezze”.

“Allora perché non mi vuole toccare o b-baciare?” chiese, i pugni stretti ai lati dei fianchi.

Gaara si accigliò. Era stanco. Il continuo blaterare di Naruto a proposito di Sasuke lo stavano ferendo nei sentimenti. Non riusciva a vedere ciò che gli stava facendo? Ovvio che non riusciva a vederlo. Aveva occhi solo per quel Uchiha. “Non sono Sasuke, Naruto.” Disse ironicamente quando tutto ciò che voleva fare era urlarlo. Voleva urlare quanto desiderava essere quel “Sasuke” ai suoi occhi azzurri; che lo amava e che voleva il suo amore. Voleva urlarlo fino a che la sua gola non fosse stata secca e dolorante, fino a che non avesse sanguinato come il suo cuore. Perché l’amore era così doloroso?

Il biondo sorrise, all’oscuro del silenzioso dolore dell’amico. “Perdonami, a parte me, tu sei l’unico che riesce a capire di più Sasuke. Speravo che insieme saremmo riusciti a capirci qualcosa.”

Il rosso scrollò le spalle. Il biondo tornò a sedersi sull’altalena fissandosi le scarpe prima di gettare la testa all’indietro. “La luna è bellissima,” disse quasi senza fiato. Era così grande e luminosa.

Gaara imitò il gesto dell’amico. Sì, la luna era così bella e incantevole. E a causa della bellezza radiosa della luna, le persone non prestavano attenzione al fascino delle stelle che la circondavano. Tutto ciò che riuscivano a vedere era la sua gloria eterea. Voltò lo sguardo a lato e osservò il biondo, i cui occhi erano ancora rivolti alla luna. Naruto era esattamente come tutti gli altri, cieco allo stelle.

Fissò il suo pugno stretto.
Posso solo essere le stelle ai suoi occhi quando voglio essere la luna?

-SasuNaru is love-

Quando un qualsiasi tipo di seta tocca la mia pelle, mi ricordo la sensazione delle mie dita che scorrono tra le tue ciocche dorate.

Grandi occhi azzurri fissavano Sasuke che stava bloccando la strada pretendendo di sapere dove era stato la notte scorsa. Cosa importava se il bastardo era andato prima a casa sua per poi recarsi da quella di sua zia solo per scoprire che ‘era uscito un attimo’, come sua zia aveva riferito a Sasuke.

“Non vedo ragioni per le quali dovrei dirti dove sono stato ieri notte, Sasuke.” Replicò incrociando le mani al petto.

“Mi hai fatto aspettare a casa di tua zia per quasi un’ora, dobe!” ringhiò Sasuke. L’unico motivo per cui ad un certo punto se ne era andato era che Jiraya e Tsunade erano evidentemente stanchi dopo una lunga giornata di lavoro e bisognosi, quindi, di dormire.

“Non sono stato certo io a chiederti di aspettarmi!”

“Stai cercando di provocarmi?” sibilò Sasuke. Non sopportava il biondo quando faceva l’infantile e si dimostrava più testardo del solito. “Ero preoccupato, accidenti,” aggiunse indietreggiando. Era così difficile per lui dire al biondo quanto era stato in pena per lui. Perché Naruto non riusciva a vederlo?


L’ammissione avrebbe dovuto scaldare il suo cuore se non fosse che era uscita come costretta dalla bocca di Sasuke. Naruto distolse lo sguardo. “Vattene Sasuke. Non ho tempo da perdere al momento.” Ringhiò quando si trovò sbattuto contro il muro. Sollevò lo sguardo per fissarlo con freddezza su colui che lo teneva come ostaggio.

“Vale la stessa cosa per me,” ribatté Sasuke. “E’ meglio che tu mi dica dove sei stato la notte scorsa.”

“Perché ti interessa saperlo così tanto?”

“Perché tu non me lo vuoi dire?” insisté Sasuke avvicinando maggiormente il volto a quello del biondo. Il suo si dimostrò essere un gesto avventato quando i loro fiati si mischiarono e le loro labbra si ritrovarono ad essere quasi sovrapposte.

Quando respiro la brezza estiva, mi ricordo il tuo profumo che mi avvolgeva quando ti tenevo vicino.

Naruto combatté la necessità di chiudere gli occhi e unire le loro labbra. No, non avrebbe perso il controllo quando sapeva cosa l’avrebbe aspettato. Non avrebbe cominciato un bacio che sapeva sarebbe stato rifiutato.

Sasuke sobbalzò silenziosamente. Desiderava fondere le loro labbra, ma sapeva di non dovere. Era così doloroso sapere di non poter toccare ciò che era suo…ciò che gli era stato concesso gratuitamente. Poteva leggere delusione in quegli occhi che lo fissavano inquisitori. “Dobe,” sussurrò sollevando la mano per accarezzare una guancia abbronzata, ma velocemente si ritirò prima che il contatto avvenisse.
Il gesto incompiuto fece gridare di dolore il cuore di Naruto. Cosa tratteneva Sasuke? Questo era troppo. Non poteva più aspettare. Ne aveva abbastanza. “Lasciami andare, Sasuke,” sussurrò distrutto mentre allontanava da sé il suo ragazzo e lo superava.

Sasuke indietreggiò ma si riprese rapidamente per allungarsi e prendere la mano dell’altro ragazzo, ma tutto ciò che afferrò fu aria. Per quanto desiderasse correre dietro al biondo, non lo fece. Cosa avrebbe fatto anche se lo avesse raggiunto? Nulla…o almeno, non ciò che Naruto voleva lui facesse. Maledizione! Perché si tratteneva? Ma sapeva il perché…era tutto per il biondo.

-SasuNaru is love-

Quando piove mi ricordo di quella notte in cui ti ho tenuto stretto a me quanto più mi fosse possibile. I dettagli sono così vividi nella mia testa che mi trasformano in una massa pulsante di desiderio. Sono affamato di te ancora una volta.

Sasuke lasciò cadere il rapporto sul tavolo nel momento in cui realizzò che stava rileggendo la stessa frase ancora e ancora. I suoi sforzi erano completamente inutili. La sensazione nel suo stomaco che si era accesa nel momento in cui aveva premuto Naruto contro il muro era ancora lì, e non sembrava intenzionata a svanire presto. Il profumo di Naruto, la sua vicinanza e il suo tocco avevano attentato a tal punto il suo controllo che tutto ciò che desiderava era abbandonarsi al desiderio. Voleva toccare ciò che era suo…sentire il biondo gemere sotto le sue carezze. Voleva che Naruto spegnesse quella fame che la sua semplice vicinanza aveva risvegliato.

Sasuke ringhiò. Aveva bisogno di una doccia fredda.

-SasuNaru is love-

I tuoi dolci gesti sono come pioggia che cade sulle dune di sabbia.

Naruto ringhiò mentre lanciava un’altra infornata di meringa non cotta bene nel lavandino. Maledizione! Questo era il suo quarto tentativo che falliva! Perché non riusciva a cucinare la meringa decentemente? Era solo una ricetta base, in modo particolare per chi aveva abilità come le sue. Normalmente era in grado di farlo in meno di cinque minuti senza distrazioni…ah già, distrazioni.

Ringhiando e maledicendo la fonte delle sue distrazioni, Naruto afferrò un asciugamano, sfortunatamente proprio sopra quel asciugamano vi era un uovo, che rotolò fino al bordo del tavolo per poi cadere e rompersi al suolo. Una scia di parole colorite fuoriuscirono dalla sua bocca mentre si abbassava velocemente per pulire il disastro sul pavimento. Nella sua fretta però urtò il sacchetto dello zuccherò che si rovesciò sopra la sua testa.

“Cazzo!”imprecò a voce alta per poi raddrizzare la busta dello zucchero. Rendendosi conto di essere un disastro proprio come le sue meringhe mal cotte, Naruto decise che quella non era la sua giornata. Pulì la confusione, chiuse il laboratorio di cucina e si avviò verso la stanza delle docce.

Si liberò del grembiule e dei vestiti per poi fermarsi davanti allo specchio. Fissò il suo riflesso, chiedendosi ancora cosa ci fosse di sbagliato nel suo corpo che Sasuke non lo voleva più toccare. L’aveva lasciato insoddisfatto quella notte? Mancava in qualcosa che per il moro era importante? Si osservò attentamente ricercando nel suo corpo un qualche handicap. Si interruppe quando realizzò di non essere solo nella stanza delle docce.

Quando Sasuke aveva deciso di farsi una doccia non aveva di certo immaginato che la fonte dei suoi problemi si sarebbe trovata là, nudo come lo era stato quello notte, eccezion fatta per le tenebre che ora erano assenti e non nascondevano nulla alla vista. Sasuke deglutì. Gridò mentalmente ordini ai suoi piedi di muoversi, ma le sue urla si persero nella foschia di lussuria che stava offuscando la sua mente.

Naruto continuò a fissare Sasuke attraverso lo specchio. Non si preoccupò di nascondere la sua nudità, conscio che non evocava nulla nello stoico uomo dietro di sé. Si girò lentamente, mantenendo il contatto visivo. Questo era il momento migliore per parlare con Sasuke.

“Sasuke, non mi vuoi più?” il suo cuore si strinse nell’attendere quella risposta che gli avrebbe di certo fato odiare il suo corpo.

Sasuke deglutì ancora una volta. Non riusciva a rispondere. Non quando tutto il suo sangue scorreva verso il basso e i suoi occhi erano persi ad ammirare quel corpo in tutta la sua gloriosa nudità.

Il biondo insisté, “Questo corpo ti ha lasciato insoddisfatto e desideroso di qualcosa di più?”

O Dio, era andato lì per dimenticarsi del biondo e del suo bisogno di lui e…Cosa stava succedendo? Perché il suo controllo e la sua sanità lo stavano abbandonando? Voleva il biondo…lo bramava a tal punto che…ma non poteva perché…perché…qual era la ragione per cui non poteva?

Il biondo allungò la sua mano verso Sasuke come in disperazione. Era disperato. Era così disperato di sapere perché le cose erano arrivate a quel punto e che posto aveva nella vita di Sasuke. Prese un respiro e disse tutto ciò che sentiva il bisogno di dire in un’unica frase. “Voglio toccarti tanto quanto voglio che tu tocchi me.” Guardò con il cuore spezzato un Sasuke che era come una statua, immobile e apparentemente non toccato da quanto stava accadendo.

Forse, questa era la fine. No, questa era la fine. Non riusciva a stare con Sasuke quando ciò gli portava così tanta sofferenza. Lasciò cadere la sua mano a lato e prese un profondo respiro. Con quanta grazia un adolescente con il cuore spezzato poteva possedere, si avviò verso le docce.

Le parole di Naruto rimbombavano nella testa di Sasuke al ritmo con cui batteva il suo cuore. Era giusto così? Era davvero giusto lasciarlo andare e resistere alla passione? Non che ci fosse altra possibilità visto ciò che aveva sentito e visto. Lui voleva…con sguardo predatore negli occhi, seguì il biondo nelle docce. Non c’era motivo di trattenersi!

Naruto aprì l’acqua della doccia e lasciò che lavasse via lo zucchero rimasto tra i suoi capelli e possibilmente la tristezza. Permise alle gocce di nascondere le lacrime che cadevano dai suoi occhi. Perché l’amore faceva così male?

Il suo corpo si irrigidì e si trattene appena dall’urlare quando un’altra figura si premette contro la sua. Ma le sue proteste morirono quando una bocca familiare attaccò la sua pelle e solo un nome sorse dalle sue labbra-Sasuke. Ma perché? Credeva che il suo amante dai capelli scuri non lo volesse più.

“A-aspetta.” Ordinò debolmente.

“No.” Rispose Sasuke rocamente. “Ho aspettato troppo a lungo. Mi sono trattenuto troppo a lungo.”

Naruto non riusciva a capire e gentilmente allontanò Sasuke da sé per guardare in profondi occhi d’ossidiana e ciò che vide lo fece quasi cadere sulle ginocchia. C’era così tanto desiderio e bisogno…Così tanto che era quasi impossibile per quegli occhi rifletterlo senza infrangersi o per quel corpo sottile contenerlo senza che evaporasse per l’eccesso.

Sasuke gli accarezzò una guancia e sussurrò, “Ti voglio, Naruto. Ti voglio così tanto.”

Naruto si appoggiò nella gentile carezza e rispose, “Sono sempre qui…che ti aspetto.”

“Perdonami per averti fatto aspettare.” E le loro labbra si unirono in un bacio che lì privò al contempo della loro compostezza, sanità e respiro. Sasuke si affrettò a liberarsi dalla maglietta che lasciò cadere sul pavimento con un rumoroso pop.

Dita abbronzate trovarono appiglio in morbidi ciuffi di capelli neri per tirare poi il viso di Sasuke più vicino e permettere a quelle labbra affamate di esplorare meglio la sua bocca. Chiuse gli occhi per godersi fino in fondo quel momento con il suo ragazzo. Mosse le mani su quel territorio familiare…un territorio che gli era mancato così tanto, e sorrise quando sentì i muscoli tendersi sotto le sue dita. Cavolo! Si sentiva così potente. Mosse le sue mani in basso fino a che non incontrò ciò che si frapponeva tra lui e la nudità di Sasuke. Si leccò il labbro che era diventato secco, poi gemette quando il suo ragazzo, tanto veloce quanto leggero, lo prese nella sua bocca e lo succhiò. O Dio!

Gemette il nome di Sasuke, le sue mani momentaneamente distratte dal loro lavoro, finché il moro non ne fece scivolare una delle sue dal suo stomaco alle cosce, oltrepassando la sua erezione bagnata dal suo tocco. Si liberò velocemente degli inutili pantaloni e boxer di Sasuke, lasciando il suo amante nudo come era lui. Un sospiro passò attraverso le sue labbra quando trovò Sasuke-caldo, eccitato e pulsante. Tutto per lui. Tutto a casa sua.

Le ciglia di Sasuke si abbassarono alla sensazione di Naruto che lo teneva. Si spinse contro il biondo, assicurandosi che le loro erezioni si sfregassero una contro l’altra.

“Ngn…” Gemettero all’unisono. Sasuke appoggiò la fronte sulla spalla di Naruto mentre sentiva unghie affilate affondare nella sua schiena. I loro fianchi che continuavano a sfregarsi con forza.

“Sasuke,” miagolò Naruto mentre si premeva più vicino. Era quasi seduto sulla coscia sinistra di Sasuke. Si sostenne alle spalle del moro mentre il ragazzo gli lasciava un segno che sapeva sarebbe rimasto ben visibile per le prossime ore, ma non gli importava. Sasuke… il suo Sasuke era colui che l’aveva messo lì.

“Naruto,” sussurrò Sasuke mentre cercava e incontrava il suo sguardo. E il desiderio riflesso in quegli occhi lo fecero eccitare ancora di più. Abbassò la testa e si lanciò sui suoi capezzoli, prendendo tutto e non dando nulla in cambio. Oggi, non vedeva motivo per trattenersi. Avrebbe dimostrato a Naruto tutta la forza della sua passione. Mosse le labbra lungo il suo petto e sorrise quando sentì il biondo trattenere il respiro.

Premette Naruto maggiormente contro il muro, la sua bocca lasciava tracce sulla pelle liscia e abbronzata. I suoi sensi crescevano…crescevano…finché non fu ridotto ad un essere elementare fatto solo di sensazioni.

Lasciò il suo desiderio fluire dal suo corpo a quello di Naruto. Gli permise di sentire, assaporare, vedere e affogare nell’insaziabile desiderio che emanava. Lo stesso desiderio che solo lui poteva acquietare.

Naruto resistette all’impulso di fondersi con Sasuke all’istante, il suo corpo tremava in anticipazione. Tutto ciò che poteva pensare e sentire era Sasuke-la sua eccitazione, il suo calore, il suo odore, il suo sapore. Rabbrividì e un singhiozzò strozzato fu strappato dalla sua gola quando percepì agili dita violarlo…allargarlo…prepararlo per qualcosa di più grosso, caldo e, nella sua opinione, migliore. Alzò gli occhi al soffitto ma non vide altro che stelle, stelle che Sasuke aveva creato con il fuoco che ardeva tra di loro, bruciandoli vivi e accompagnando la loro danza. Sentire quelle dita allargarsi in lui lo fece rendere conto di quanto grande era il suo bisogno di avere Sasuke dentro di lui muoversi velocemente, spingendo rudemente e prendendolo prepotentemente.

Avvolse le braccia attorno alle spalle di Sasuke e aggrappò le cosce ai suoi fianchi, invitando e aprendo le gambe per essere preso…per essere preso da Sasuke. Lasciò cadere la testa e i suoi sensi si acuirono quando sentì la testa dell’erezione del moro premere contro la sua entrata, prima di scivolare dentro. Un singhiozzò scappò dalle sue labbra come percepì Sasuke affondare in lui lentamente in un unico movimento delicato, come per assaporare il momento. Sospirò in sollievo. Era come avere indietro una parte di se che era andata perduta. Sentiva così giusto avere una parte di Sasuke dentro di sé.

Sasuke rilasciò un gemito strozzato, prendendo piacere dall’essere riaccolto nel soffice e stretto calore di Naruto. Poteva percepire la tensione del corpo attorno a se prima che si rilassasse e lo accomodasse in sé. O Dio! “Naruto.” Sentì il biondo rabbrividire. Fisicamente, Naruto era suo, ma emotivamente, lui apparteneva a Naruto. E anche se non era lui quello ad avere le cosce aperte e le natiche divise per accogliere un altro calore, Sasuke non si era mai sentito così vulnerabile prima d’ora. Di avere la possibilità di sciogliersi e al contempo diventare duri, dare e ottenere piacere…

Cominciò a muoversi, prendere e possedere. I loro grugniti e gemiti si univano armoniosamente. Sentì il suo cuore stringersi, il suo stomaco contrarsi quando il biondo si chiuse attorno a sé.

Naruto si lasciò sciogliere. Permise alla sensazione e alla gloria di Sasuke che spingeva in lui, di afferrarlo. Cavalcò le spinte con forza mentre le sue unghie affondavano maggiormente nella schiena di Sasuke. Premette le sue labbra contro quelle del moro, miagolando quando la sua lingua e quella di Sasuke si scontrarono in un furioso duello.

O sì, gridò mentalmente mentre il suo cuore impazziva alla bellezza di tutto quello.

Sasuke aumentò il suo ritmo, comandando, dominando e conquistando. Prendendo e domandando di più. Voleva tutto del biondo, fino all’ultima goccia. Ogni respiro, ogni gemito fino all’ultimo barlume di sanità. Li rubò tutti, senza rimorso né senso di colpa…solo piacere. Spinse Naruto contro il muro, imprigionandovelo contro. Insieme presero il volo. Volarono oltre il sole…il paradiso, e raggiunsero quel luogo antico come il tempo dove le anime si incontrano e i cuori battono come fossero uno solo.

Quando Naruto aprì gli occhi, trovò Sasuke tranquillo che assaporava il momento…il loro momento insieme. Sorrise quando palpebre si alzarono rivelando affettuosi occhi ossidiana.

“Sei bellissimo,” sussurrò contro le labbra separate di Sasuke prima di dargli un bacio. Un bacio senza fretta, ma affamato.

“Perché?” chiese Naruto e sapeva che Sasuke avrebbe capito cosa intendeva con una domanda così innocente, ma ciò non significava che quest’ultimo non avrebbe lasciato trascorrere qualche secondo prima di rispondere.

“ Ti volevo così tanto, ma non volevo tu pensassi fossi un malato di sesso. Non volevo ferirti o farti sentire usato.”

Naruto lo fissò, “Stupido.” Poi ghignò. Non poté evitarlo. Sasuke lo desiderava così tanto che si era costretto a trattenersi. Che idiota! Un dolce idiota, e tutto suo. “Mettimi giù”

“Sicuro che riesci a reggerti in piedi?”

Naruto annuì, stiracchiò le gambe e le appoggiò sul pavimento, una dopo l’altra.

Sasuke si irrigidì quando il biondo cadde sulle ginocchia. “Dobe, non riesci neppure-”

“Riesco a stare in piedi però voglio fare questo.”

Sasuke ansimò e afferrò il tubo della doccia quando Naruto sfregò la sua guancia sul suo membro ancora morbido. Cazzo!

“Sasuke?”

“Hm?”

“Mi sei mancato.”

Sotto l’acqua che scorreva, per Sasuke Uchiha non esisteva nulla all’infuori di Naruto e del piacere che la sua bocca creava.

Non ne avrò mai abbastanza di te e della tua dolcezza che sono come pioggia che cade nel deserto.

TBC

Essendo una delle antiche famiglie nobili della storia giapponese, il clan Uchiha seguiva ancora le tradizioni ed i costumi del passato ed era stato una sorpresa quando sua madre delicatamente e in modo discreto, lo abbracciò una volta che fu arrivato a casa.

Ovviamente, doveva esserci un motivo dietro quel abbraccio, ma lui ne era all’oscuro. Non poteva sapere che era il suo modo per scoprire qualsiasi prova di un suo crimine commesso contro l’onore della famiglia. E la prova era sul suo collo. Rossa e fresca.

La cosa successiva che seppe era che sua madre l’aveva schiaffeggiato così forte che la guancia sinistra bruciava.

“Come osi insozzare il nostro nome e concedere il tuo corpo ad un signor nessuno!”

Il suo stomaco si contrasse ed iniziò a sudare freddo. O Dio! Alla fine lo avevano scoperto e la prima cosa che gli venne in mente fu la salute del suo biondo.

La fissò e disse, “Io lo amo, madre.” Sperava lei avrebbe compreso poiché le donne erano creature di cuore. Fu terribilmente deluso quando le parole che uscirono dalla bocca di lei furono, “Tu non hai la più pallida idea di cosa sia l’amore. L’amore può nascere solo tra uomo e donna.”

“Il biondo ti aveva annoiato che hai deciso di tornare qui?” chiese una voce. Voltò la testa verso destra e il sangue gli si gelò nelle vene. Non aveva mai visto suo padre così furioso.

Ma sapeva che il padre era un uomo troppo fine per abbassarsi a colpirlo, ma non si sarebbe stupito se gli avesse consegnato un pugnale in mano e lo avesse spinto al suicidio.

“Mi aspettavo tu eccellessi, non che perdessi tempo.” La voce di suo padre era affilata come la lama di un coltello.

“I miei meriti sono più elevati di quanto tu ti potessi aspettare e io non sto perdendo tempo. Io lo a-”

“Silenzio! Io non avrò un omosessuale come successore e tanto meno un figlio!”

“Io non sono omosessuale, ma lo a-”

“L’amore non esiste tra persone dello stesso sesso!”

Poté percepire la finalità nella voce di suo padre e la odiò profondamente. In un istante di ribellione replico, “Se non è amore quello che provo allora cos’è?”

Il padre ricambiò lo sguardo di ghiaccio “ Pazzia…un momento di pazzia e stupidità.”

La sua presa sulla borsa che portava si strinse prima che prendesse a camminare su per le scale. Si interruppe e guardò oltre la sua spalla quando il suo nome fu chiamato.

“Se continuerai su questa strada, ti diserederò. Ricordati le mie parole!” Lo avvertì suo padre.

Sbottò. “Fa ciò che più ti aggrada.” Poi continuò a salire le scale.

L’Uchiha adulto replicò. “Vedremo quanto a lungo resisterai.”

Continua...

Edited by trinh89 - 24/1/2009, 13:45
 
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