Capitolo 22: Il tempo distante posto tra loro.

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trinh89
view post Posted on 16/1/2009, 14:03




Titolo: A time to… (Un tempo per…)
Autore originale: asashouryuu.
Traduttrice: -Sasha-, trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3444322/1/A_time_to
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: SasuNaru; FugakuxArashi, accenni di GaaraxNaruto e NejiGaara.
Rating: AU, yaoi, OOC.

-Capitolo 22: Il tempo distante posto fra loro.

Darling Darling
ironna kao wo motsu kimi wo shitteruyo
nani wo shite sugoshite itatte
omoidashite kurushiku narunda
CALENDAR ni kinyuu shita
ikutsumono kinennbi yori
kokizami ni senmei ni
boku no kioku wo umetsukusu
-Shirushi, Mr. Children

Sasuke prese un profondo respiro ed esalò lentamente. Non poteva spiegare la felicità che provava nell’avere Naruto fra le sue braccia. Tutto ciò che sapeva era solo che era felice. Voltò il capo a destra e premette le labbra contro la nuca ambrata imperlata di sudore. Fece scivolare via le punte delle dita dalle labbra del biondo e commentò leggero, “Cosa direbbe il corpo studentesco se scoprisse che il capo del club culinario è sotto il presidente dell’istituto?” Si tirò su e fisso Naruto. Lo fissò con affetto ed orgoglio.
“Dipende da chi me lo chiede,” rispose il biondo pigro ed assonnato. “E l’unica ragione per cui ti ho permesso di prendermi sulla scrivania dell’ufficio studentesco è perché non ci vedremo molto fino alla fine del festival scolastico”. Con il festival che si avvicinava così rapidamente, tutti erano così occupati con i preparativi che entrambi sapevano non avrebbero trascorso molto tempo assieme. Il loro incontro di oggi era qualcosa per rendere meno pesante l’imminente solitudine. Quando Sasuke uscì dal suo corpo, Naruto si piegò sentendosi nuovamente vuoto. Si alzò e prese la scatola di salviette lanciatagli dal moro. Seguendo l’esempio di Sasuke, il biondo iniziò a ripulire le tracce della loro attività peccaminosa dal suo corpo. Si accigliò quando notò sulla sua cravatta macchie multiple biancastre.
“Se vuoi sfottermi la prossima volta, assicurati di togliermi la cravatta prima, bastardo,” mormorò.
“Ma sei così seducente così. Camicia aperta e cravatta premuta contro il suo petto nudo,” replicò Sasuke.
Non reagì quando la cravatta dell’altro lo colpì sulla spalla, non faceva male ad ogni modo. Ghignò quando il suo biondo mormorò delle maledizioni e lo mandò al diavolo. Dalla coda dell’occhio osservò come Naruto si mosse con gambe tremanti per stare in piedi. Senza una parola, si inginocchio sul pavimento e ripulì il suo seme che stava scivolando dall’interno coscia.
Il cuore di Naruto si strinse al gesto poi chiuse gli occhi e sussurrò il nome dell’amante quando le morbide labbra posarono dei baci sulla sua pelle. “Quanto durerà la tua riunione?” chiese quando Sasuke si scostò per permettergli di allacciarsi i pantaloni.
“Non lo so. Abbiamo un po’ di cose da discutere specialmente sulle lamentale del budget accordato per ogni club della scuola per il festival. La tua invece?”
Naruto fece spallucce. “Lo stesso. Non penso che ci vedremo ancora oggi dopo che uscirò da qui. Poi durante il festival, essendo il presidente, devo supervisionare tutto il tempo”. Il biondo ghignò. “Ti chiamerò”. Con ciò diede al suo ragazzo un morbido bacio prima di andarsene con un cenno della mano.
Sasuke sospirò, ma il sorriso dolce e il leggero scintillio nei suoi occhi non sparì mai.

-SasuNaru is love-

Naruto guardò il mucchio di ricette sul tavolo, selezionati da tutti i membri del club per il festival in arrivo. Non si era aspettato un simile risultato.
“Parte del programma dell’incontro di oggi è quello di votare le ricette, ma considerando che ce ne sono molte, ho deciso che una selezione di base sarà il tema all’ordine del giorno,” disse ai compagni.
Notò lo sguardo indolente del suo chef di salse- Konohamaru aveva un’espressione lugubre, ma non poteva proprio essere aiutato. Il compito di selezione ricadeva immediatamente sullo hchef delle salse, ma Naruto gli avrebbe comunque dato una mano.
“Quando sapremo dove saremo collocati?” domandò Undon.
“Sarebbe fantastico se ci mettessero vicino all’entrata della scuola,” commentò Moegi e il resto del club assentì, prima di guardare speranzosi il loro presidente che arretrò immediatamente di un passo.
“P-perché mi guardate così?” disse Naruto, ma dannazione! Sapeva cosa voleva dire. Il corpo studentesco sapeva che lui poteva parlare con il potente Uchiha di tutto e che avrebbe anche ttenuto tutto da lui. Il biondo sapeva dell’ascendente che aveva sul suo ragazzo e questa era la ragione per cui non voleva abusarne. Strinse le labbra prima di affermare determinato ed autoritario “L’estrazione delle locazioni saranno questo venerdì e quale sarà il risultato noi lo seguiremo così com’è. Se i nostri piatti sono buoni, allora non importa se siamo nel cortile della scuola. La gente verrà comunque. Facciamo del nostro meglio, okay?”
I membri del club sollevarono I loro pugni in aria esclamando, “Diamine sì!”
Naruto sorrise alla loro energia. “Procediamo con il prossimo argomento”.
Sasuke, al contrario del suo ragazzo non si sentiva così vitale. Specialmente quando un membro aveva suggerito che il budget per ogni club dovesse essere di cinquantamila yen. la sucola non aveva problemi a dare quella soma ad ogni club, ma per lui era troppo. Grandi somme non garantivano il successo dell’evento e lo fece presente al testardo compagno.
“Senza contare che ogni club dispone già di fondi propri,” disse Suigetsu. “E da rapporto che abbiamo ricevuto, i fondi sono sufficienti per il suddetto evento, ma è solo un’abitudine per il Consiglio studentesco dare loro un ulteriore aiuto”.
“Credo che Suigetsu abbia detto tutto,” disse Sasuke guardando Tanaka negli occhi.
“Ma l’evento è aperto a tutti. Non sappiamo quante persone verranno. Cosa succede se-”
“Non tutti i club vendono cibo o giocattoli. Altri club come quello di fotografica mostreranno solo I loro lavori. E se l’incentivo non basterà, allora potranno usare i loro guadagni,” intervenne con calma Juugo.
“Penso che trentamila yen sarà più che sufficiente. Non vedo ragioni per aumentarlo,” un altro membro aggiunse mentre il resto annuiva in assenso.
“Andiamo avanti,” disse Suigetsu.
“Non puoi farlo!” mormorò Karin- la segretaria del consiglio. “Dobbiamo ancora votare-”
“E’ ovvio, Karin. La questione è chiusa”.
“Perché non seguiamo la procedura della riunione del consiglio e basta? Votazioni e tutte quelle caz- cose”.
Suigetsu ghignò. “Volevi dire cazzate?”
Sasuke lo fissò e la sua voce si fece glaciale. “Perché non lasci perdere quelle cose mondane da parte? Abbiamo ancora molte cose di cui discutere”.
I due caddero immediatamente in silenzio Karin continuò a punzecchiare la sua agenda immaginando che fosse Suigetsu. Odiava davvero, davvero quel ragazzo. Non capiva perché Sasuke lo avesse scelto come vicepresidente!
Il trattamento del foglio di carta sul quale la ragazza stava scrivendo non passò inosservato a Suigetsu che ghignò divertito. Karin era troppo facile da provocare.

-SasuNaru is love-

Il corpo studentesco era in fermento e fibrillazione intenta ad allestire i terreni mentre l’evento di avvicinava velocemente. Tutti erano eccitati di poter partecipare e testimoniare al festival a tal punto che venivano a scuola non per studiare, ma per preparare e chi poteva biasimarli? Il festival scolastico era la stella dell’anno scolastico per tutti, professori inclusi.
Finalmente il giorno tanto atteso arrivò e la scuola non era mai stata così vitale come quel giorno. Tende sparse adornavano i terreni e una folla senza fine entrava e usciva dal campus. Tuttavia, l’ordine era mantenuto dagli insegnanti, i membri del consiglio studentesco e gli studenti volontari.
Gaara guardava passivamente il ragazzo che stava facendo del suo meglio per colpire il bersaglio fallendo. “Sii di sostegno, capitano” gli sussurrò ardito un compagno. Sorrise stupidamente quando il rosso lo fissò. “Perché non lo fai tu?” il membro annuì e si avvicinò al ragazzo.
Gaara alzò gli occhi al cielo e si chiese quanto mancava alla fine del suo turno. Semplicemente non amava dare assistenza. Se queste persone volevano vederlo tirare delle frecce, va bene, ma allenare? Chi diavolo stavano prendendo in giro, ad ogni modo?
Lo sguardo di Moegi scorse la lunga fila che di stava formando di fronte alla loro tenda. Il loro capocuoco aveva avuto ragione. Non importava dove fossero situati, che era nel mezzo del campo della scuola, fin tanto che i loro piatti e il loro sevizio era eccezionale. Corse verso il laboratorio di cucina dove Naruto stava facendo il suo turno.
“Naruto-nii,” disse irrompendo nella stanza. Realizzando l’errore commesso, si corresse, “Capitano, dovresti guardare la fila di fronte alla nostra tenda. E’ così lunga!”
Senza alzare lo sguardo dal suo compito, Naruto annuì. “Lo so, ecco perché non dobbiamo farli aspettare. Su, lavoriamo più in fretta!”
“Sì, capo!” rispose la squadra. Poi non ci fu più alcuna conversazione, solo un basso trambusto di movimenti mentre ogni membro prendeva coscienza del ruolo e del compito che stavano giocando.

-SasuNaru is love-

Essere il presidente del Consiglio studentesco non era facile, specialmente quando suddetto presidente era un associale come Sasuke. Il moro si rifiutava di capire perché dovesse fare simili visite ad ogni tenda. Non gli sarebbe importato se avesse avuto la possibilità di vedere Naruto, ma sapeva bene che quest’ultimo sarebbe stato nel club di cucina fino alla fine dell’evento. Dannazione.
“Indovinate chi c’è?” domandò Ino nel momento in cui Sasuke si fermò al loro stand. Essendo nel club di giardinaggio, il loro stand era allestito con piante e fiori di diverso tipo.
“Stai facendo un ottimo lavoro,” commentò Sasuke.
“La maggior parte di loro li hanno comprati per le loro case, ma questo lo avevamo già previsto,” spiegò Ino in un attento di far rimanere il ragazzo più a lungo sapendo che avrebbe attratto più clienti. “Ciò che non ci aspettavamo era che ci fossero così tanti romanticoni in questa scuola”.
Sakura si precipitò verso Ino. “Sasuke-kun!”
“Sakura. Hinata”.
“Quanti fiori hai ricevuto?” si informò la rosa.
L’Uchiha si accigliò. Ne aveva ricevuti così tanti che aveva la nausea.
“Dal momento che non ti servono, perché non li dai a noi, così possiamo rivenderli?”
“Questa è una cattiva cosa, Ino,” disse Hinata gentilmente, ma con fermezza. “Non dovremmo farlo”. Poi guardò Sasuke e in un sussurrò domandò, “Sei qui per comprare dei fiori?”
Tutti i pensieri d’affari lasciarono le menti delle altre due ragazze alla prospettiva che il moro stesse comprando dei fiori. Entrambe avevano preso un profondo interesse per la segreta vita sentimentale dell’amico. Pensavano che l’Uchiha stesse ancora corteggiando il biondo per un intimità più profonda senza sapere o presumere quando profonda fosse già diventata. Si avvicinarono al ragazzo e parlarono con fare cospiratorio. Per qualsiasi osservatore, sembrava che le due ragazze stessero flirtando con l’oggetto delle loro affetto.
“Sono sicura che se lo aspetti da te,” disse Ino.
“Se io fossi la tua metà, sarei delusa,” soggiunse provocatoria la rosa.
Sasuke sbuffò, “Ma tu non lo sei”. La bionda emise un risolino guadagnandosi un’occhiataccia dalla sua migliore amica.
“Secondo il mio punto di vista-”
“Capisco il tuo punto di vista, Sakura, ma no, non ho intenzione di fare una cosa simile. Lui mi conosce”.
Hinata portò lo sguardo da l’uno all’altra, poi viceversa. “Non forziamo Sasuke-kun, okay?” disse sorridendo timidamente quando le sue due amiche la guardarono, quasi in rimprovero mentre chiedevano tacitamente da che parte stesse la ragazza.
Mentre le ragazze comunicavano silenziosamente, Sasuke strisciò via con calma e continuò il suo giro.
Confidando sul fatto che la sua squadra ce la potesse fare senza il suo aiuto per un po’, Naruto si prese una pausa di quindici minuti su insistenza dei membri del club.
“Udon, io vado,” disse ad alta voce sopra l’usuale rumore assordante che c’era nella cucina.
“Divertiti,” fu la risposta.
Annuì e se ne andò. Sebbene non avesse ancora mangiato, aveva cucinato così tanto che i suoi sensi ne avevano fin troppo per mandare al suo cervello il segnale che aveva fame. Saltando il pranzo, decise di visitare i suoi amici.
Era una sfortuna che Sasuke stesse lavorando, Kiba fosse in carica per dare i consigli sul come prendersi cura di un animale domestico mentre Shino era occupato a fare da arbitro nel club di lotta degli scarabei, quindi non poteva disturbarli.
Andò al club di Go (scacchi giapponesi ndtrinh), ma gli fu riferito che Shikamaru avrebbe dormito fino alla prossima gara. Troppo difficile convincere il suo amico pigrone a fargli compagnia!
Finì allo stand del club di Chouji e su richiesta del suo amico comprò del maiale grigliato. Comprò anche del cibo da mangiare in strada come gli okonomiyaki e takoyaki da altri stand. Così quando arrivò al campo di tiro con l’arco aveva abbastanza cibo da sfamare un gruppo di sette affamati ragazzi in crescita come lui.
“Ti stai divertendo?” domandò a Gaara che stava mangiando.
“Molto,” replicò il rosso con sarcasmo facendo ridere il biondo.
Vedendo che il tiro con l’arco era divertente, Naruto decise di provare a fare un tiro. Beh non proprio aveva proprio deciso di sua volontà. Questo era il modo dei membri del club di ricambiare il favore per aver portato loro del cibo.
Gaara era dietro a guardare. Osservò come il biondo si ridicolizzasse. Osservò fino a quando l’arciere in lui non si offrì di dargli una mano. E Dannazione! Che agonia! Essere così vicini a Naruto fino al punto di sentire il calore del suo corpo…era dolorosamente dolce. Per un paio di volte fu tentato d toccare ciò che non poteva avere…ciò che gli era proibito, ma ignorò l’urgenza perché lui rispettava Naruto e Sasuke.
Leggermente soddisfatto del suo risultato, Naruto se ne andò via velocemente avendo notato che la sua pausa era quasi finta. Comprò un parfait e passò alla tenda di Sakura prima di tornare nella sua cucina. (parfait: piatto elegante, un composto a base di ingredienti raffinati, spesso legato con colla di pesce o tuorlo d’uovo, e a cui si aggiunge solitamente anche la panna montata, per conferirgli più volume e renderlo spumoso ndtrinh)
Sasuke si accigliò quando andò al suo armadietto delle scarpe e un profumo di fiori assalì le sue narici. Per quanto volesse liberarsi di quei regali li lasciò lì come erano. Facendo sì che le sue ammiratrici dovessero trovare un altro posto per lasciare il loro simbolo di affetto. Presa questa decisione, si diresse dritto all’ufficio del consiglio studentesco- l’unico posto in cui nessuna delle sue ammiratrici potesse mettere piede, a meno che non volessero essere severamente punite. E ovviamente, sembrava esserci qualcuno che aveva una vena masochista se la rosa rossa dal lungo gambo posata sulla sua ordinata scrivania non ne era un’indicazione.
Lasciò che un dito indice scorresse lungo il bordo del tavolo prima di prendere posto sulla sua poltrona girevole. In tutta la sua vita non aveva mai ricevuto una sola rosa. Quasi sempre si trattava di un bouquet. E la rosa era rossa come quelle volte in cui in un momento di eccitazione e bramosia mordeva le labbra del suo biondo fino a farle sanguinare. Fissò il fiore meravigliandosi della sua semplicità e bellezza prima di raccoglierla e portarla alle labbra sperando che fossero le labbra del suo mittente. Aprì il biglietto e lesse la singola frase scritta in fretta.
Bon Appetit! (non c’è bisogno che la traduca, vero? Comunque è francese ndtrinh)
Fu solo allora ce l’Uchiha notò il bentou e non poté fare altro che sorridere alla premurosità del suo ragazzo. Dannato Naruto! Non sapeva se il biondo lo stesse facendo di proposito o no, ma lui- Sasuke stava cadendo più profondamente e più velocemente nel loro abisso.

-SasuNaru is love-

Portando nient’altro che una rosa sola, Sasuke si fece strava verso il laboratorio culinario. Sebbene, Naruto gli avesse detto di non distrarlo, Sasuke non vedeva ragioni per cui dovesse seguire la richiesta poiché erano già le sette di sera- un orario in sui la maggior parte delle persone stava cercando dei posti per vedere lo spettacolo pirotecnico che segnava la fine del festival scolastico.
Quando aprì la porta e trovò il dobe da solo, ne fu lieto, ma allo stesso tempo confuso. Dove diavolo era il resto del club? Non seppe di averlo detto a voce alta fino a che un Naruto sorpreso non si voltò e un attimo dopo rispose.
“Li ho lasciati andare a vedere lo spettacolo dal momento che avevamo quasi finito con le pulizie”. Infatti c’era solo da asciugare i banchi di lavoro e pulire il pavimento. “Che ci fai qui?”
“Non puoi aspettarti che non venga dopo quello che hai fatto”. Fece scorrere arditamente la rosa sul viso del biondo, così dolcemente che Naruto non poté che chiudere gli occhi e sospirare. Con le palpebre socchiuse il moro osservò come il desiderio scese sui lineamenti del biondo illuminandoli. E qualsiasi parola o suono che stavano per uscire da quelle labbra, Sasuke le inghiottì. Era passato così tanto da quando avevano avuto un contatto simile e al momento questo era ciò che contava pr loro. Sentirsi e assaporarsi l’un l’altro.
Al primo contatto le mani di Naruto afferrarono la camicia dell’amato per non perdere l’equilibrio. Le sue gambe erano stanche per l’essere state in piedi così a lungo, ma il bacio fece sì che resistessero. Riflettendo l’intensità di Sasuke, ricambiò il bacio urgentemente, disperatamente, voracemente…
Per un lungo istante lasciarono che la presenza e il sapore dell’altro li avvolgesse in una confortante e ripagante maniera. Rompendo l’effusione Sasuke nascose il capo nella giuntura fra la testa e la spalla di Naruto. “Sai di cibo,” mormorò. “Mi fa venire voglia di mangiarti”.
“E-ehi, bastardo…” balbettò un Naruto eccitato come si trovò lentamente a piegarsi indietro verso un bancone di lavoro sporco. Il suo ragazzo non stava facendo niente, ma poteva sentire come il suo desiderio fosse stato risvegliato dal suo.
“Lo abbiamo fatto sulla mia scrivania, quindi è giusto che lo facciamo anche qui,” disse Sasuke con un’espressione illeggibile dipinta sul volto.
Prima che potesse fermarsi Naruto disse, “Farlo sul bancone da cucina è eccitante, ma i fuochi d’artificio…” Si sentì sollevato, ma allo stesso tempo deluso quando Sasuke si scostò.
Francamente, l’Uchiha non aveva proprio intenzione di farlo in quel momento. Non solo era mentalmente esausto, ma anche lui voleva vedere i fuochi. Alzando le spalle chiese una scopa. Vedendo che mancavano ancora cinque minuti allo spettacolo poteva uccidere il tempo aiutando il dobe.
Quando l’esibizione iniziò i due smisero di pulire e si sedettero l’un accanto all’altro di fronte alla finestra con un particolare incontro che riemergeva dalla loro memoria…

-SasuN haha aru is love-

Il giorno seguente- un sabato, Sasuke si trovava nella depandance della famiglia di Naruto. “Voglio giocare ad un gioco che non mi faccia pensare,” disse Naruto.
Sasuke sbuffò, “Come se tu lo facessi”. Si abbassò quando una rivista volò verso di lui.
“Bastardo!” e per fare un dispetto al suddetto bastardo, caricò un gioco che il moro odiava- corsa di macchine.
Per vendetta Sasuke si assicurò di vincere e far perdere alla grande l’altro. La sua vincita risvegliò il lato competitivo di Naruto. Dal momento che entrambi odiavano perdere, specialmente fra loro, ciò che avrebbe dovuto essere un gioco divertente e rilassante si era trasformato in un affare serio mentre tentavano di buttare fuori pista l’uno la macchina da F1 dell’altro.
Sentendosi malefico, Sasuke allungò un braccio e afferrò quello sinistro di Naruto facendo sì che la sua macchina saltasse in aria e si schiantasse al suolo.
Sasuke –tre. Naruto- zero.
Per un minuto o più, furono più concentrati ad afferrarsi l’uno la mano dell’altro fino a che il joystick di Sasuke non gli volò via dalle mani.
“Smettila!” ruggì il moro.
“Solo quando la smetterai tu!” ruggì in risposta Naruto.
“Bene!”
Tutto era tranquillo e silenzioso fino a che Sasuke non presunse che Naruto avesse abbassato la guardia e non fece scattare un braccio con l’intenzione di far cadere il controller del biondo. Sfortunatamente Naruto che era più che pronto, contrattaccò torcendo il busto dall’altro lato e la malevole mano sinistra di Sasuke atterrò sull’interno coscia del biondo, giusto ad un centimetro dal suo membro.
Per un imbarazzante istante i due si impietrirono prima che Sasuke scostasse via la mano. “M-mi dispiace,” mormorò e ritornò a giocare silenziosamente.
Più per istinto che per altro Sasuke si mosse quando vide dalla coda dell’occhio la mano di Naruto avvicinarsi. Pensò di sapere a cosa stesse mirando il suo ragazzo, ma si era sbagliato. Molto sbagliato. Realizzò questo quando la mano ambrata si posò sul suo membro. Il suo sguardo si portò su Naruto che aveva un sorriso sornione. “Io non sono dispiaciuto,” disse il biondo e per provarlo strizzò leggermente ciò che aveva sotto il palmo.
Sasuke ghignò. Solo in due si poteva giocare a quel gioco stuzzicante e lui avrebbe decisamente insegnato al dobe la sua lezione.
Si avvicinò al suo obbiettivo, il suo intento chiaro. Tuttavia, Naruto anticipò la sua mossa e in una confusione di braccia e gambe riuscì ad atterrare Sasuke. Poi con la punta della lingua tracciò le labbra del suo ragazzo facendolo gemere in apprezzamento.
Per Sasuke una simile azione era come una dichiarazione di guerra…una guerra che intendeva vincere con il biondo ad urlare il suo nome. In un nano secondo, piani che gli avrebbero dato il finale che progettava vennero alla sua mente, ma prima che potesse impiegarne solo uno di quelli, Naruto si era allontanato da lui prima di guardarsi alle spalle e scappare.
Anche cacciare però andava bene pensò Sasuke mentre saltava in piedi velocemente. Come un predatore a caccia della sua preda.
La domestica sospirò semplicemente all’improvvisa esplosione di passi che si muovevano verso il secondo piano. Quando sarebbero cresciuti quei due ragazzi e smesso di darsi la caccia l’un l’altro?
Naruto inarcò un sopraciglio fissando Sasuke che lo aveva bloccato con cura sul letto.
Abbassandosi disse, “E’ sparito”. Alla tacita domanda dell’Uchiha, il biondo tamburellò il punto dove aveva lasciato un succhiotto tre settimane fa. Si sollevò e succhio sul delicato punto. Succhiò in un modo che fece gemere debolmente Sasuke che pensò anche in quali altri posti quella bocca perversa dovesse stare.
Sasuke si distese sulla schiena portando il biondo con sé e catturandone la bocca in un bacio che era passionale, ma non famelico…urgente, ma non affrettato. Era come se stessero assaporando ogni secondo che le loro lingue si toccavano e premevano l’una contro l’altra e si intrecciavano fra di loro.
Non si fermarono gustando l’uno la dolcezza dell’altro…non potevano fermarsi e non sarebbe successo presto fino a quando le loro bocche continuavano ad avere una compagna con cui divertirsi.
Le mani di Sasuke strinsero le spalle dell’altro, si mossero sulla sua schiena, massaggiando, accarezzando ed imprimendo nella mente ogni singolo muscolo chiudendosi poi a coppa sulle natiche sode prima che lasciasse le punta delle dita a sfiorare con tocchi delicati la pelle appena sopra i jeans.
“Sono a casa,” annunciò Arashi nel momento in cui varcò la soglia di casa. Appoggiò a terra la valigetta e si scrollò le spalle.
“Bentornato,” salutò la domestica –Saito. “Come è stato il suo viaggio?”
Naruto emise un profondo suono gutturale alla ben calcolato carezza. Poi fece un altro suono quando sentì la crescente erezione di Sasuke attraverso i suoi sottili pantaloni. Lo sentì pulsare e non poteva aspettare per il momento in cui sarebbe stata alla sua massima larghezza e lunghezza penetrando vellutatamene dentro casa, spingendolo costantemente verso il cielo mentre veniva affondato nel letto. Solo l’immagine lo fece tremare e si strofinò inconsapevolmente contro la durezza del moro.
“E’ stato bello. Ho portato della torta Castella con me”. Si guardò intorno. “Naruto?”
Questa fu la fine del loro lento andamento come Sasuke cambiò rudemente la loro posizione. Naruto levò velocemente via la maglia di Sasuke, ma il moro non aveva pazienza e non appena si fu liberato della maglia del biondo, attaccò i capezzoli.
“E’ in camera sua con Sasuke-kun”.
“Hai già portato loro la merenda?”
“Non ancora,” disse la donna mentre prendeva le borse di carta dal suo padrone.
Il biondo boccheggiò e strinse un pugno ci ciocche corvine come una bocca bollente si chiuse sul suo capezzolo sinistro. Poi ansimò di nuovo quando avvertì la lingua passare contro la punta di esso. Oh Dio!
“Per favore preparala così gliela porto”.
Annuì e fece come le era stato chiesto.
Mormorò il nome del suo amante chiamandolo nel caos che quella bocca stava creando in lui. Con le sue mani ambrate vagò afferrando il sedere del compagno tirandolo a sé e facendo così strofinare le loro eccitazioni assieme. Oh santo cielo!
“Naruto,” pregò Sasuke più come un avvertimento a non incitarlo oltre. Era così vicino a perdere il controllo, specialmente quando l’altro era lì semplicemente disteso a miagolare e avvolgere una gamba introno alla sua vita.
Un minuto o due più tardi, Arashi camminava verso la stanza del figlio con un vassoio di snack. Bussò alla porta solo per udire dei gemiti senza fiato e un mormorio del nome di suo figlio.
Arashi aprì la porta e vide ciò che non avrebbe mai pensato di vedere suo figlio fare, qualcosa che credeva fosse un incubo- Naruto in un passionale abbraccio con Sasuke. Entrambi erano così presi dalle sensazioni che non potevano essere espresse solo a parole. Lui- Arashi non si era mai sentito così perso in una miriade di sensazioni come quelle che lo colpirono in quel momento. Non si era nemmeno accorto che aveva allentato la presa e il vassoio stava cadendo…cadendo.
CRASH!

TBC

Quando aveva deciso di tornare a casa per trascorrere le vacanze estive, si era aspettato che I suoi genitori ne sarebbero stati felici. Ma quando ebbe messo piede in casa e prima ancora che avesse potuto dire ‘Sono a casa’, un dolore esplose sulla sua guancia destra mentre la sua testa era scattata a sinistra. Ci volle un secondo perché il suo cervello comprendesse che qualcuno lo aveva colpito nella sua stessa casa e altri due perché la smettesse di vedere stelle luminescenti.
“Che diavolo era-” parole che gli morirono in gola e la bocca gli si secco quando vide suo padre livido mentre sua madre molto delusa stava in piedi ad un metro di distanza. Che diavolo stava succedendo?
“Tu degenerato-” disse suo padre, ovviamente troppo furioso per continuare la frase.
“Era lui la ragione per cui non tornavi a casa per la maggior parte del tempo?” iniziò sua madre, le iridi azzurre oscurate dal dolore e dal tradimento.
Il suo stomaco si contorse. Ora era certo che cosa stesse accadendo.
“…Quante volte hai dormito con lui? Perché deve essere un ragazzo?”
Silenzio.
“Farai meglio a darci una spiegazione sul perché dormi con un ragazzo e soprattutto un Uchiha!” ruggì suo padre. Era sicuro che tutte le domestiche l’avessero sentito e anche i vicini. Ma la casa era silenziosa. Significava forse che i suoi genitori avevano dato la giornata libera per salvare la reputazione della famiglia?
Il suo silenzio portò suo padre a stringere il colletto della sua maglia e a scuoterlo.
“Spiega!”
Ma cosa c’era da spiegare? Alla loro età, confidava perché loro sapessero la ragione. Ogni cosa era nel nome dell’amore e non contava quanto banale e stupido fosse.
“Parla!”
Fu scosso nuovamente così forte che fu una sorpresa che la sua testa fosse ancora sopra le spalle. Da lontano poté chiaramente sentire la madre piangere. Spezzava il cuore.
Perché stava prendendo le cose così tranquillamente? Voleva saperlo. Era come se fosse semplicemente un osservatore impassibile di fronte ad un dramma in mostra.
Sollevò il capo e guardò i suoi genitori. “Mi dispiace per avervi fatto sentire in questo modo, ma non rimpiangerò mai niente perché io,” raddrizzò le spalle e sollevò il mento, “Io lo amo”.
Sua madre pianse a dirotto e suo padre lo chiamò stupido e non sentì più niente se non dolore.
Perché io lo amo.

Continua…

Edited by trinh89 - 24/1/2009, 13:46
 
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