Capitolo 28: Tensione degli opposti.

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trinh89
view post Posted on 16/1/2009, 14:13




Titolo: A time to… (Un tempo per…)
Autore originale: asashouryuu.
Traduttrice: -Sasha-, trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3444322/1/A_time_to
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: SasuNaru; FugakuxArashi, accenni di GaaraxNaruto e NejiGaara.
Rating: AU, yaoi, OOC.

-Capitolo 28: Tensione degli opposti.

Paradiso, era ciò che Naruto poteva dire sulla sua relazione con Sasuke in quelle ultime due settimane. Ogni cosa era tornata normale e anche più. Nessun appuntamento cancellato, nessuna promessa rotta o altro. E per il sesso? Poteva solo chiudere la bocca e arrossire. Non aiutava nemmeno il fatto che lo facevano ogni notte. Internamente, gli piacevano molto tutte quelle volte quando Sasuke veniva mentre era a fondo dentro di lui, così da poter sentire ogni goccia dell’essenza di Sasuke. Per non menzionare che Sasuke aveva sempre il viso affondato nell’incavo tra il collo e la spalla mentre premeva il proprio corpo contro il suo. Era come se Sasuke volesse fondersi in lui.
Stava beatamente vivendo nella sua felicità, che non una volta, si era chiesto il motivo di quell’improvviso miglioramento, nessuna domanda sulla passione di Sasuke che non aveva mai mancato di sopraffarlo a tal punto da soffocarlo. Sasuke, invece, non poteva dire lo stesso. Certo si stava divertendo a trascorrere il tempo con Naruto, ma si sarebbe divertito di più se fosse riuscito a cacciare quell’assillante voce dalla sua testa. L’unica volta che quella voce fastidiosa se ne andava era quando era preso nei momenti di passione. Anche se, cosa sarebbe successo se quella voce fosse stata presente anche durante un orgasmo? Rabbrividì al solo pensiero.
“Ehi bastardo!” udì Naruto dire, ricordandogli cosa doveva fare. Aveva sacrificato molto per lui nelle ultime due settimane, ma questo era il massimo che poteva fare.
Annuì semplicemente e si passò una mano tra i capelli. Avrebbe capito?
“Devo accompagnare mio padre a Kobe,” iniziò.
“Q-quando?”
“Questo weekend”. I suoi occhi si socchiusero e osservò la reazione del biondo.
“Oh”. Naruto chinò il capo, lasciando che la frangia gli coprisse gli occhi. Era stato troppo bello per essere vero, pensò sardonicamente. Perché Sasuke riusciva sempre a deluderlo quando meno se lo aspettava?
Tuttavia, invece di sputare tutto ciò che pensava, rinchiuse tutte le sue emozioni cosicché quando alzò lo sguardo, non ci fu niente negli occhi azzurri. Nessun ombra di dolore o di incomprensione. “Va bene”.
Attenzione, si disse mentalmente Sasuke nel vedere gli occhi azzurri. “E’ così? E’ tutto ciò che mi dici?”
“Mi confondi. Se me la prendo, ti arrabbi. Se sono tranquillo, ti irriti. Posso fare qualcosa di giusto ai tuoi occhi?” domandò Naruto con una calma mortale.
Sasuke si accigliò mentre il suo corpo si tendeva. Uno scontro si stava addensando e stava per arrivare sulle loro sulle loro strade, velocemente. Uno di loro doveva andare via.
“Va e basta, Sasuke”.
Poiché l’Uchiha non resistette a stare zitto, mentre si allontanava disse, “Ho fatto molte cose per te”.
Quindi ora il bastardo lo stava incolpando per questo? Rispose a voce alta, “Non te l’ho chiesto io di farlo. Tutto ciò che volevo era averti con me! E’ troppo da chiedere?”
Sasuke si voltò e replicò con lo stesso tono, “Da un Uchiha? Cazzo, sì!”
Questo fece molto male, tanto che Naruto non riuscì ad impedirsi di dire, “Fottiti tu ed il tuo essere Uchiha!”
Non posso vincere, vero?
Boccheggiò di dolore quando fu sbattuto contro una parete, gemendo quando una calda bocca coprì la sua in un bacio doloroso. Era il primo bacio sinistro e privo di passione che avesse mai ricevuto in vita sua e lo odiava. Senza esitazione, tirò un pugno sullo stomaco del suo assalitore e si liberò. “Tu bastardo!” esclamò. Occhi d’onice divennero freddi come il ghiaccio, ma non si spaventò. Era troppo ferito, troppo offeso e troppo arrabbiato per avere paura e per fermarsi.
Si buttò contro Sasuke che fece lo stesso. Si afferrarono e si lanciarono pugni e calci l’uno contro l’altro.
Tu non capisci. Non lo hai mai fatto, pensò Sasuke mentre bloccava un calcio del biondo e affondava un pugno nell’addome di Naruto. Questo perché non sei un Uchiha! Ciò che il biondo comprendeva erano l’ambizione, la competizione e la voglia di essere il migliore.
Evitò il pugno di Naruto e lo afferrò per piegare con forza il suo braccio prima di saltare sul biondo.
“Cazzo!” riuscì a dire Naruto nonostante il dolore scoppiato tra i suoi nervi. Sasuke era sopra di lui e salì sul suo braccio dolorante. Un sorriso sbieco passò sul suo viso quando avvertì il dolore e dal gemito del biondo.
Odiami. Non odiarmi. Lasciami. Odiami. Non lasciarmi.
‘Cosa stai facendo?’ gridò una piccola voce dentro di lui. ‘Fermati! Dio! Fermati!’ Cercò di scacciare via quella voce fastidiosa.
Non odiarmi. Non lasciarmi. Lasciami. Odiami.
Strattonò il biondo e lo afferrò per le braccia brunite per bloccare poi le mani sopra la sua testa con le sue, assicurandosi di non venir spinto via. Guardò il biondo con aria altezzosa.
Odiami. Lasciami. Non lasciarmi. Odiami. Non odiarmi.
Naruto riuscì a fissare lo sguardo nei dardeggianti occhi scuri e non gli piacque ciò che vide. Tremò di paura ed inizio a dimenarsi. “Lasciami! Cosa stai facendo? Bastardo! Lasciami!”
“Lasciarti?” ripeté Sasuke sinistramente. “Ma non avevi detto che mi volevi?”
“Sai cosa intendevo quando l’ho detto!” ruggì mentre continuava a lottare.
Ovviamente, Sasuke lo sapeva, ma voleva una via facile per liberarsi del patetico ragazzo che era il suo amante.
Odiami! Lasciami.
Sasuke si chinò e catturò le labbra di Naruto.
“Lasciammph…andare…mmph…Sa…mmph..ke!”
Odiami!
Naruto aprì gli occhi quando Sasuke fu sollevato dal suo corpo e li sgranò mentre Sasuke veniva buttato da parte.
Chi aveva osato spingerlo via? Si domandò furiosamente Sasuke mentre si rialzava in piedi. Il suo sguardo si alzò e gli fu permesso di vedere gli occhi dell’intruso per una frazione di secondo prima che un pugno atterrasse sulla sua mascella facendolo cadere indietro. Cazzo! Quello aveva fatto male! Sputò sangue e fulminò l’intruso che emanava un’aura assassina, gli occhi smeraldini ardenti. “Gaara,” disse.
“Ti ha detto di lasciarlo Uchiha, o no?” disse Gaara con tono pericoloso. Sapendo che il suo pugno stava ancora facendo vedere le stelle al disgustoso ragazzo, ne approfittò per attaccare.
Il momento in cui Gaara iniziò a darle a Sasuke, Naruto scattò in piedi e corse nella loro direzione gridando al rosso di fermarsi. Raggiungendoli, afferrò la spalla sinistra di Gaara e fu troppo sorpreso per evitare il pugno che colpì la sua faccia. Cadde all’indietro mentre si stringeva il naso. Sentì il sangue dal naso, ma per fortuna non si era rotto.
Quando aveva colpito Naruto, Gaara non lo aveva fatto accidentalmente. Lo irritava il fatto che il biondo si preoccupasse per il moro che lo stava molestando. Sperava che quel pugno lo svegliasse dalla sua stupidità.
Sasuke si accigliò, non gli piaceva il fatto che il rosso osasse anche solo colpire il biondo. Ruggì e calciò forte Gaara nello stomaco prima ancora che il biondo potesse vendicarsi.
Sfortunatamente a Naruto non piaceva cosa aveva fatto Sasuke, così il suo pugno, che doveva essere mirato al rosso, colpì invece il moro. Poi attaccò Gaara con un calcio laterale. Questo gli avrebbe insegnato a non tirare quei pugni così forti! O almeno ci sperava.
Sasuke gli tirò una ginocchiata nello stomaco facendolo piegare in due. Gaara una gomitata che lo stese a terra e facendogli maledire entrambi.
Vedendo che il biondo era a terra, gli altri due iniziarono a scazzottarsi. Sasuke sollevò la gamba destra e la fece ruotare verso il rosso, ma Naruto la bloccò con le sue braccia. Il biondo si abbassò rapidamente evitando la gamba di Gaara che colpì Sasuke e lo fece indietreggiare di qualche centimetro.
Naruto si voltò di scatto, il pugno pronto ad un destro poderoso. Sfortunatamente, Sasuke lo evitò e lo fece inciampare contro Gaara. I due caddero a terra continuando a malmenarsi.
Sasuke allontanò Gaara dal biondo e mentre lo faceva, Naruto lo calciò prima di rimettersi in piedi.
Distanti l’uno dall’altro, si fissarono con irritazione, rabbia e odio.
Nessuno di loro era un alleato. Ognuno di loro stava combattendo per la propria causa, reclamando vendetta dagli avversari che non avevano neanche per un solo momento esitato nel ferire l’altro.
Naruto si asciugò via il sangue dal taglio sul gomito destro. Gaara sputò del sangue. Sasuke si toccò il sangue che era fuoriuscito dalle sue labbra.
Il moro ringhiò. Gaara lanciò uno sguardo fulminante. Naruto lanciò un grido di battaglia che gli altri presero come un segnale per prepararsi con i loro corpi ad attaccare e difendere. Ognuno di loro per essere l’ultimo a rimanere in piedi. Con la loro rabbia ardente come il fuoco…bollente, pericoloso, minacciante e facilmente battibile dall’acqua.
Bagnati e incavolati, i tre guardarono nella direzione dove il leggero getto d’acqua era venuto, pronti ad inveire sul colpevole. Trovarono Kakashi ad un metro di distanza, che teneva in mano un tubo gocciolante.
“Non sapevo che ci fosse un incontro all’ultimo sangue dentro la scuola,” disse Kakashi che fu colpito dallo sguardo omicida dei suoi studenti. Sebbene la sua voce fosse melodiosa, il suo occhio visibile contraddiceva qualsiasi nota divertita che aveva. Il suo linguaggio del corpo stava mostrando ai tre ragazzi di marciare in infermeria e i tre obbedirono senza fiatar parola.
I tre si sedettero l’uno lontano dall’altro mentre il loro coordinatore li guardava.
Iruka sospirò. “Devo parlare con i vostri genitori”.
Fu solo Sasuke a tendersi all’annuncio.
“Su via, Iruka-sensei,” intervenne Kakashi. “Sono dei giovani adulti”.
“Sì, ma si comportano in modo immaturo e da bambini” replicò acutamente Iruka, facendo sussultare i tre studenti.
“Sicuramente, alla loro età, anche tu avrai sentito quel bisogno urgente di dover menare qualcuno”.
“No”. Il castano incrociò le braccia.
Kakashi mise da parte la sua aria gioconda e si fece serio, tanto che anche Iruka decise di ascoltare il suo consiglio un paio di secondi più tardi.
“Non è necessario convocare i loro genitori qui. La questione non è seria”. Poi il professore dai capelli chiari rivolse la sua attenzione ai ragazzi, “Se vi vedo lottare di nuovo, non esiterò a rinchiudervi nella mia classe e chiedere agli altri insegnanti di fare lo stesso, chiaro?”
Silenzio. Che orgogliosi ribelli.
“Chiaro?” ripeté Kakashi.
“Chiaro,” dissero all’unisono.
“Eccellente! Ora potete andare a casa” disse Kakashi congedandoli.

-SasuNaru is love-

Naruto sbalzò indietro come finì per sbattere contro qualcuno mentre camminava. Alzò lo sguardo, pronto a scusarsi, ma le scuse gli morirono in gola ed il suo corpo si irrigidì. Sasuke voleva riprendere il loro scontro?
Gli ci volle un secondo o più per registrare che Sasuke non aveva bende, ferite e stava indossando un abito d’affari.
“Itachi!” disse.
“Ci incontriamo di nuovo, Naruto-kun,” lo salutò Itachi atono.
Un momento più tardi, entrambi i ragazzi erano seduti nella macchina del più grande.
“Ti piace davvero combattere, non è vero?” domandò Itachi sardonicamente mentre osservava Naruto reclinarsi leggermente contro il sedile.
“E’ stata colpa del bastardo comunque,” ringhiò Naruto, la rabbia che ribolliva ancora in lui.
“Che cosa ha fatto il bastardo?” chiese Itachi con una nota punzecchiante nella voce.
Naruto raccontò al moro i punti salienti, ma non menzionò che suo fratello lo aveva molestato così Itachi fu un po’ confuso sul come Gaara fosse stato coinvolto, ma non era un suo problema ad ogni modo.
“Non sto coprendo Sasuke, ma ha ragione. Ha fatto molte cose per te,” gli disse Itachi. “Ti sei mai chiesto come mai è riuscito a trascorrere così tanto tempo con te?”
“Io…io” No, non se lo era chiesto. Non gli importava fin tanto che Sasuke era con lui. Da quando aveva iniziato ad avere questo comportamento ossessivo?
“Ha mancato e saltato riunioni. Ha adempito ai suoi compiti nelle ore più tarde”.
La colpa lo attanagliò forte quando Itachi gli enumerò cosa aveva fatto il suo ragazzo. Anche se non aveva chiesto a Sasuke di fare quelle cose, le aveva fatte. Ma perché? Per il tuo amore, idiota! Schioccò il suo cuore. Se era questo era il caso, allora le cose sarebbero state diverse se lui e Sasuke non fossero stati una coppia. Giusto? Ma, poteva lasciare andare Sasuke? No, non poteva. Sasuke era tutto per lui e aveva fatto di tutto per salvare ciò che lui aveva rovinato seppur inconsapevolmente.
“Dal momento che vai a casa, vengo con te!”.
Itachi lo guardò e poi annuì.

-SasuNaru is love-

Naruto stava per sfrecciare fuori dall’auto nel momento in cui Itachi aveva parcheggiato, ma quest’ultimo lo afferrò per il polso.
“Il limite più letale è quello che impedisce ad una persona di crescere e realizzare i suoi sogni” gli disse Itachi fissando gli occhi azzurri e penetrando nella parte più profonda dell’anima del biondo per piantare un seme. Come in trance, Naruto rimase in silenzio. “Sono preoccupato di ciò che la tua ossessione per mio fratello potrebbe farti”.
“Io…io non sono ossessionato,” disse il biondo liberandosi il polso. ‘Allora perché ti aggrappi così tanto?’ gli chiese una piccola voce.
Ci fu un impercettibile ghigno sulle labbra di Itachi mentre osservava Naruto. Lo aveva fatto, e ora tutto ciò di cui doveva assicurarsi era che Sasuke nutrisse il seme per farlo crescere. Povero Naruto. Non sapeva che le persone erano come gli animali selvaggi? Ferivano chi cercava di domarli. Itachi scrollò le spalle.
La sua sconfitta.

“Quando ti ho dato alla luce, non avrei mai immaginato che sarebbe successo questo,” disse Mikoto con tono irritato e deluso mentre bendava l’ultimo di taglio di Sasuke.
“Madre,” giunse una voce dalla porta.
“Bentornato, Itachi,” lo salutò lei mentre raccoglieva su le cose del kit di pronto soccorso.
“Naruto-kun è qui. Vuole parlare con Sasuke”.
Mikoto e Sasuke portarono rapidamente il loro sguardo all’ingresso e come aveva detto Itachi, Naruto era lì e stava leggermente tremando.
Sasuke voleva gridare, con poche e fredde parole, che cosa ci facesse il biondo in casa sua, ma la madre non lo avrebbe tollerato e non gli avrebbe permesso di scamparla se lo avesse fatto, così decise di rimanere in silenzio.
Mikoto parve sorpresa di vedere Naruto conciato male quanto il figlio. Sasuke non aveva proferito parola sullo scontro in cui era stato coinvolto, non sapeva i dettagli, ma sapeva per certo che anche Naruto era lì.
“Vieni qui, Naruto-kun,” disse. “Lascia che guardi le tue ferite”.
Un Naruto semicosciente rispose,”Grazie, ma Iruka-sensei ha già-”
“Fammi vedere,” insistette Mikoto. Stava per esaurire la pazienza.

Naruto sembrò realizzarlo e basandosi sulle sue passate esperienze con le donne impazienti/infastidite/arrabbiate, obbedì docilmente all’ordine di Mikoto e lasciò che medicasse nuovamente le sue ferite ed i suoi tagli.
Sasuke e Naruto evitarono con prudenza di guardarsi l’un l’altro. Era troppo strano, la presenza di Mikoto ed Itachi non migliorava le cose.
Minuti più tardi, i due furono lasciati soli. Quando Naruto rimase in silenzio, un Sasuke impaziente sospirò mentalmente in irritazione e stava per andarsene quando il biondo parlò.
“Scusa!” farfugliò. Quando il suo ragazzo lo guardò, abbassò lo sguardo. A dire il vero, scusarsi era l’ultima cosa che voleva fare, ma era entrato in panico quando Sasuke si era alzato guardando la porta. Si strinse le mani per fermarne i fremiti e proseguì, “Deve essere stato duro per te, ma pensi ancora a me”.
Io lo negavo.
Sasuke scrollò le spalle. Il biondo non doveva sapere che la vera ragione per cui aveva trascorso così tanto tempo con lui era perché voleva liberarsi del rimpianto di essere uscito con lui in primo luogo.
Io ho mentito.
“E oggi, mi sono comportato come un bastardo”.
“Io mi sono comportato peggio,” ammise Sasuke, ricordando cosa aveva fatto e cosa voleva fare. Lentamente sollevò una mano, dando al biondo ampio tempo per scappare se voleva, ma non lo fece. Così con le sue nocche, accarezzò dolcemente una guancia ambrata, i suoi occhi si acuirono per cogliere ogni minimo tremito da parte di Naruto. Quando il biondo lo guardò, sfidandolo silenziosamente, si piegò in avanti e non perse il leggero prender fiato del ragazzo come sfiorò le sue labbra. Guardò le intense iridi azzurre mentre fondeva con delicatezza le labbra morbide con le sue. Sasuke continuò con dolcezza anche quando Naruto dischiuse le labbra e quando la lingua di quest’ultimo cercò la sua per un duello.
Ignorai.
Naruto si scostò e premette due dita contro la bocca di Sasuke. “Se Gaara non fosse arrivato, lo avresti fatto?”
Finsi.
Lo avrebbe fatto? Ne era capace? Sasuke non sapeva cosa sarebbe successo se Gaara non fosse apparso, ma… “Non riesco ad immaginarmi di violentarti,” rispose sincero. Il biondo sorrise, sembrando soddisfatto. Si scambiarono un altro bacio prima che Naruto lo abbracciasse. Sasuke affondò maggiormente nell’abbraccio e posò un bacio sulla fronte brunita. Sebbene lo avesse fatto in segno di scusa, per lui sembrò più in segno di tradimento.
Mi piaci, ma ora sei un peso per me.

-SasuNaru is love-

Il pomeriggio seguente, proprio dopo le loro attività di club, Naruto riuscì a convincere il testardo ed orgoglioso Sasuke e Gaara a fare una piccola merenda con lui. Ovviamente, tutto ciò che voleva era far riconciliare i suoi due amici d’infanzia. Tuttavia, con il loro ostinato silenzio, un altro argomento, l’ennesimo, fatto per farli uscire dal loro guscio, fallì. Non aiutò nemmeno che lui –Naruto, stesse fremendo per tirargli per il collo, infastidito dalla loro cocciutaggine. Sapendo che la sua rabbia non sarebbe servita a nulla, si scusò per andare in bagno e calmarsi.
Gaara fulminò il moro. Sasuke lo ricambiò.
“Uchiha,” disse il primo nello stesso istante in cui il moro disse. “Sabaku”.
“Fallo un’altra volta e ti ucciderò con le mie mani”.
“Fatti gli affari tuoi”.
“Naruto è affar mio!” ruggì il rosso, sporgendosi in avanti.
Sasuke sbuffò, sporgendosi a sua volta e sibilando, “Non ho paura di te”.
Occhi acquamarina brillarono sotto la luce quando Gaara si alzò in piedi con un aria pericolosamente arrogante.
“Dovresti, Uchiha”. Ci fu una calma maliziosa nella sua voce che persino Itachi non poteva imitare.
Tuttavia, Sasuke era più spaventato di ciò che avrebbe fatto a Naruto se la loro situazione fosse rimasta tale, era pronto ad arrendersi? No, ma avrebbe imparato.

-SasuNaru is love-

“Non pensi che questo sia troppo? Ha solo diciotto anni,” disse piano Mikoto, ma con fermezza. “E’ un diplomando che studia per l’esame di ammissione all’università e sappiamo entrambi quanto stressante sia questo. Tu ed Itachi non lo state di certo facilitando dandogli tutti quei compiti…”
Fugaku guardò sua moglie preoccupata, “Cosa vuoi che faccia? Licenziarlo? Viziarlo come quei padri fanno con i loro bambini e finire per allevarli senza che abbiano un minimo indizio degli affari di famiglia?”
“No! Non sto dicendo questo! Sono preoccupata della conseguenza che potrebbe avere questo stress su di lui. Potrebbe togliersi la vita,” disse, contorcendosi le mani. Lanciò uno sguardo fulminante quando l’uomo sbuffò.
“Suicidio? Non essere ridicola!”
“Non lo sono. Sappiamo entrambi che è possible”.
“So che è possibile per altri ragazzini…ma Sasuke non lo farà perché è mio figlio. Può prendere tutto ciò che gli viene dato”.
Anche se quella conversazione era stata la notte scorsa e Sasuke l’aveva ascoltata accidentalmente, faceva ancora battere così forte il suo cuore, che si sentiva sul punto di esplodere. Suo padre lo aveva finalmente detto!
Lo aveva detto di fronte a sua madre, ma mai a lui. Un giorno però, glielo avrebbe fatto dire davanti a lui.
“Sasuke? Ehi! Bastardo?!”
Sasuke portò la sua attenzione a lato e guardò il suo ragazzo imbronciato.
“Stavi ascoltando?” gli domandò Naruto.
Annuì. Non sarebbe stata una cosa buona se il biondo avesse scoperto che in realtà non era vero, ma non voleva iniziare un’altra stupida discussione.
Il biondino gli regalò un sorriso soddisfatto che Sasuke non riuscì a capire se fosse falso. poteva non essere una cima, ma ciò non significava che fosse stupido. Specialmente quando si trattava del suo ragazzo.
Ne, voglio vedere ciò che stai guardando quando il tuo sguardo è lontano…
Lo aveva visto…quello sguardo distante che aveva Sasuke un secondo fa e sapeva che lui era da qualche parte…qualche parte lontano dove non importava quanto allungasse le sue braccia, non avrebbe mai potuto raggiungerlo. Sasuke era lì con lui, questo era vero. Fisicamente sì, ma mentalmente, Sasuke non era mai stato più lontano di quel momento.
C’era un punto nella loro relazione quando si sentiva necessario per Sasuke sia che fossero insieme sia che non lo fossero. Ora, anche quando Sasuke era vicino non provava altro che fastidio ed insicurezza. Non sapeva perché, ma c’era questo vuoto che succhiava ogni cosa che c’era tra loro, lasciando il nulla. Invece di dire qualcosa, rimase in silenzio. Non voleva iniziare un’altra discussione insensata con il bastardo. Le ferite che si era procurato nel loro precedente scontro erano ancora doloranti.
Sospirò e si alzò in piedi. Si stiracchiò il corpo prima di guardarsi alle spalle. “Sono stanco. Vado a casa ora,” disse. Parve un po’ sorpreso quando Sasuke gli afferrò la mano.
“Naruto, per quanto riguarda l’appuntamento che abbiamo questo fine settimana…” iniziò Sasuke.
“Sì?” domandò il biondo anche quando già sapeva cosa voleva dire l’altro.
Era stato bidonato così tante volte che non si aspettava più molto dal bastardo se non promesse non mantenute, chiamate non fatte ed appuntamenti cancellati.
“Possiamo posporlo? Ho questo-”
“Certo. Non importa, davvero. Devo andare alla scuola di cucina per aiutare un kouhai,” aggiunse con calma. Era abituato ormai a comportarsi così. Così abituato, che si disgustava da solo per il suo disinteresse.
Anche Sasuke doveva averlo notato, perché strinse la sua presa. Cos’era quella sensazione nel suo petto che era così pesante…così amara? “Non mi stai lasciando, vero?”
Il biondo sbuffò e prese il volto di Sasuke tra le mani. “Idiota! Io sono tutto tuo”. Posò un bacio sulle labbra del ragazzo prima di andarsene.
Io sono tuo, ma tu sei mio? Sei mai stato mio dall’inizio? O sono solo io che ho frainteso il nostro rapporto?

-SasuNaru is love-

Sasuke guardò l’orologio, assicurandosi che non fosse l’ora di chiamare il dobe ancora. Dio sapeva quanto Naruto avrebbe piagnucolato se si fosse dimenticato di farlo. Da quando il biondo aveva preso una delle caratteristiche delle sue fastidiose fan? Non c’era niente di cui parlare con lui ad ogni modo. Ci sarebbe stato solo silenzio ed insulti per la maggior parte del tempo. Perché cazzo doveva chiamare? Dannazione.
Naruto era così fastidioso e sperava che non fosse vero che lo frequentasse.
Si bloccò, scioccato dai suoi stessi pensieri. Quando ho-? Perché? Come?
Scattò in piedi dalla sedia e si precipitò in bagno per sciacquarsi il viso con l’acqua fredda. No, non poteva essere. Non ci stava decisamente più con la testa. Doveva essere stata la fatica e lo stress che lo avevano indotto a formulare simili pensieri. Si guardò allo specchio e fissò il suo riflesso. Quando aveva iniziato ad avere quei pensieri oltraggiosi? Non diceva sul serio, vero? Decisamente no! Naruto poteva essere fastidioso, ma era un fastidio ben accetto per lui e voleva assolutamente uscire con lui. Dio! Aveva bisogno del biondo.
Indubbiamente era così. Subito.
Aveva bisogno di lui, però…scosse il capo e si sciacquò di nuovo il viso.
Non pensare queste cose, si ordinò.

-SasuNaru is love-

“B-b-bastardo,” disse Naruto a denti stretti mentre Sasuke assaltava il suo collo con i suoi denti e la sua lingua. “Venire a casa mia così all’improvviso”.
Sasuke si scostò, il respiro rauco e caldo. “Non ti sto tenendo le mani. Puoi resistermi quando vuoi”.
Il biondo lo sapeva, ma che fosse dannato se avesse usato le sue mani per resistere a Sasuke. Aveva così tanto bisogno di lui. Sollevò le mani e le posò con delicatezza sul petto dell’amante prima di alzarsi lentamente sulle punte dei piedi per unire le loro labbra.
L’Uchiha ghignò nel bacio affondando le dita tra i capelli dorati, tirando l’altro più vicino a sé. Sfregò i loro bacini assieme, preferendo fare i loro preliminari contro la porta della camera di Naruto dal momento che non aveva energie per trascinare entrambi sul letto del biondo.
“Sei strano,” gli sussurrò Naruto mentre gli mordeva il lobo sinistro.
“Mi mancavi tutto qua,” replicò Sasuke mentre tentava di soffocare le voce nella sua testa che lo chiamavano bugiardo. Non poteva permettersi di pensare che l’unica ragione per cui stava facendo l’amore con il biondo fosse a causa dei suoi pensieri sul suddetto ragazzo che era un peso. Stava facendo tutto questo perché a lui mancava il biondo e perché il suo corpo desiderava il biondo, perché…
Bugiardo…
Naruto boccheggiò più in sorpresa che in piacere quando percepì l’intensità della passione di Sasuke. Protestò quando udì il suono di uno strappo nel momento in cui Sasuke lo spoglio dalla sua camicia. Poi tutti i suoi pensieri cessarono quando il bastardo vezzeggiò i suoi capezzoli. Ansimando, tirò le ciocche scure, ordinando e incitando.
Sasuke si mosse più in basso, le sue mani intente a lavorare sui jeans del ragazzo mentre con la sua lingua tracciava un sentiero su una voglia del biondo. Riusciva a sentire il profumo del desiderio di Naruto, il tendersi dei muscoli addominali e lo splendore delle gocce di sudore che imperlavano la pelle brunita. Leccò, venerando, desiderando e rinnegando.
Non importava quanto cercasse di concentrarsi sul corpo abbronzato tremante sotto i suoi tocchi, pensieri ed idee legati ai rapporti d’affari e ad altre cose lampeggiarono nella sua mente, distraendolo dal compito che aveva sotto mano. Per un secondo, si fermò come un grafico comparve tra i suoi occhi semichiusi.
Naruto chinò lo sguardo per guardare il suo amante inerte. Tristezza tinse le sue lussuriose iridi azzurre e si abbassò, baciò l’Uchiha e lo spinse indietro. Il giovane si riscosse da qualunque posto si trovasse, giusto quando il biondo aveva iniziato a slegarli i jeans e a prendersi cura della sua erezione. Deglutì quandogli rivolse un sorriso prima di prenderlo in bocca, Sasuke si inarcò sulla schiena all’improvviso umido calore che lo avvolse completamente.
Grugnendo, divaricò maggiormente le gambe mentre stringeva il tappeto sul pavimento. Parole di supplica si trasformarono in ansiti e gemiti una volta attraversata la gola.
Naruto…
Allungò una mano e afferrò un pugno di ciocche bionde. “Di più,” disse tra gli ansimi.
Porta via tutti questi pensieri….
Poi mosse una mano verso il basso, tracciando piccoli sentieri sulla pelle ambrata che ardeva ad ogni sua carezza. Tra gli occhi annebbiati, osservò e ghigno quando le iridi azzurre si spalancarono nel momento in cui Naruto aveva sentito le sue dita stuzzicare la sua apertura.
Non fermarti ora…
Inumidendo un dito con il liquido preorgasmico di Naruto, cerchiò l’orifizio prima di scivolare dentro il corpo dell’altro lentamente. Lo tirò dentro e fuori. Ad ogni penetrazione, affondò sempre di più e toccò possessivamente. Grugnì mentre le sue dita apparivano e scomparivano nel buco dove voleva spingere il suo pene duro e dolorante.
Fammi sentire…Non farmi pensare nemmeno per un secondo.
Naruto lo liberò con un umido schiocco. Osservo le iridi annebbiate mentre il biondo lo raggiungeva da dietro e levò le sue dita. Miagolò quando il suo ragazzo baciò ogni suo dito prima di leccarle ad una ad una. Così erotico…così seducente…reclinò leggermente il capo quando Naruto afferrò il suo membro e lentamente si penetrò da solo. Così fottibile.
“Oh cazzo!” ansimò Sasuke, vedendo lampi bianchi dietro agli occhi, stringendo con una mano un fianco del biondo. Naruto contorse il viso in dolore mentre si impalava ulteriormente su Sasuke. Riusciva a sentire Sasuke pulsare dentro di lui, tremare sotto di lui e non volle altro che muoversi più velocemente, per fare e ricevere piacere, per condurre Sasuke in un mondo che conoscevano entrambi. Posando una mano sul pallido petto iniziò a muoversi.
“Sasuke,” ansimò Naruto. In risposta, il moro lo tirò giù per un bacio ardente.
Si inebriarono l’uno con la presenza dell’altro mentre i loro corpi scivolano l’uno sull’altro per avere di più.
Soffia via questi pensieri fastidiosi dalla mia mente.
“Di più, dobe… più veloce…ngh!” pregò Sasuke mentre con entrambe le mani trovò appoggiò sull’esile vita e aiutò Naruto a guadagnare più velocità nel muoversi su e giù. Sollevò il bacino verso l’alto nel momento in cui il biondo si abbassava giù, colpendo senza pietà quel punto speciale. Sentendosi perverso ed eccitato, sussurrò contro l’orecchio del biondo. “Cavalcami più forte che puoi”.
Naruto gemette, il suo anello di muscoli si strinse all’istante in reazione alle erotiche parole.
Avvolgimi nei tuoi pensieri e tienimi…tienimi per sempre così che io non scompaia.
“Ngnn…ah Sasuke, non posso…” mormorò. Riusciva a sentire la luce bianca lampeggiare verso di lui.
Tienimi e cercherò di stare con te.
“N-non, ah…t-trattenerti, ngh! Ah!” Sasuke si attaccò alla spalla sinistra di Naruto, succhiando mentre veniva, riempiendo il biondo con tutta la sua essenza.
Stai con me…
Sasuke inclinò debolmente il capo di Naruto e posò umidi baci sul suo collo, mordicchiandolo sul pomo d’Adamo prima di premere le loro labbra insieme per un placido bacio. Soppresse un ringhio quando una tavola di dati affiorò alla sua mente, rompendo facilmente la nebbia di beatitudine post orgasmo creata.
Così patetico.

TBC

L’Uchiha si accigliò quando si trovò in piedi di fronte al condominio ed udì dei rumori dall’altra parte della porta. Sembrava esserci un party, Era quella la ragione per cui gli era stato chiesto di venire? Ma non ne era stato informato. Credeva che fosse una semplice cena con loro.
Entrò e fu accolto da Shigure che disse, “Vado a recuperare il festeggiato per te”.
Compleanno? Si ripeté mentalmente. I suoi occhi seguirono Shigure ed il suo cuore sprofondò quando il giovane si fermò dal biondo. Era il suo compleanno e non aveva un regalo con lui. Non aveva diritto di stare lì, ma prima che potesse andarsene, il biondo lo raggiunse.
“Ehi! Grazie di essere venuto!”
Non ricambiò il sorriso del biondo. “Non mi avevi detto che era il tuo compleanno,” disse, gli occhi accusatori. “Non ho un regalo”.
“Quello non è necessario,” lo rassicurò il biondo dal momento che non conosceva bene l’Uchiha, la sua presenza era sufficiente…più che sufficiente.

Suki de suki de
Anna ni nagashiteta
Namida no iro mune no itami sae
Toki ni nagareru is it so?
Kitto futari betsu no koi wo shite
Itsuka kimi wa chigau kiss wo shite
Sotto sora ni sonna koi mo shita to
Kitto futari waratte hanasu no ne
-“Kitto”, Crystal Kay

Continua…

Edited by trinh89 - 24/1/2009, 13:50
 
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