Capitolo 29: Sentieri divergenti.

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trinh89
view post Posted on 16/1/2009, 14:15




Titolo: A time to… (Un tempo per…)
Autore originale: asashouryuu.
Traduttrice: -Sasha-, trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3444322/1/A_time_to
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: SasuNaru; FugakuxArashi, accenni di GaaraxNaruto e NejiGaara.
Rating: AU, yaoi, OOC.

-Capitolo 29: Sentieri divergenti.

Era molto raro per la famiglia Uchiha riunirsi nello studio di Fugaku e quando lo fecero, fu perché quest’ultimo aveva qualcosa da annunciare che avrebbe influenzato tutta la famiglia.
“Ho finalmente preso la mia decisione di fare di Sasuke il mio successore,” annunciò Fugaku senza preamboli.
A differenza di Itachi, Mikoto e Sasuke erano sorpresi. Per essere precisi, gli occhi di Sasuke sgranarono.
No, questo è un sogno.
Il padre non poteva semplicemente aver scartato il figlio prediletto per lui, pensò Sasuke.
“Perché?” domandò Mikoto al posto di Sasuke. Come il giovane, anche lei era incredula all’annuncio. Era stato troppo improvviso, specialmente quando lei sapeva quanto suo marito ponesse in alto il primogenito.
Fugaku congiunse le mani e si inclinò in avanti. Senza mostrare nemmeno per un secondo un ripensamento. “Ho notato che Itachi non può fare più di così. Questo è il suo limite”.
Itachi rimase in silenzio ed impassibile anche quando Mikoto e Sasuke lo fissarono.
“Cosa ne pensi, Mikoto?” domandò Fugaku.
“Sasuke è bravo quanto Itachi, ma la sua opinione su questa questione è più importante della mia”. Rivolse il suo sguardo al secondogenito.
Anche se era cosciente delle responsabilità che doveva assumersi diventando il successore, Sasuke accettò. Questo era ciò che voleva, giusto? Un primo importante passo per raggiungere il suo obbiettivo. “Accetto”.
“Allora mi aspetto che tu faccia meglio di Itachi,” disse Fugaku.
Tu non puoi surclassarmi.
Sasuke guardò il fratello incontrando i suoi occhi. “Certo, lo farò. Non posso che migliorare”.
Un Fugaku compiaciuto annuì. “Ti prendo in parola”.
“Congratulazioni, Sasuke,” disse Itachi con voce beffarda, il momento in cui i genitori furono fuori portata d’orecchio. “Con quei tuoi miseri sforzi, sei riuscito a provare te stesso a nostro padre”. C’era disgusto nella sua voce, ma c’era anche un luccichio di trionfo nei suoi occhi che spiazzò Sasuke. Il più piccolo scrollò le spalle e lo prese per uno scherzo dovuto alla luce. Itachi si stava comportando nel modo che più gli riusciva meglio...essere disorientante.

Un’ora più tardi, Sasuke stava fissando con sguardo vacuo il soffitto della sua stanza, poi ringhiò quando la conversazione con Itachi, che aveva avuto due giorni prima, riaffiorò senza permesso nella sua mente.
“Che. cosa. hai. detto?” formulò Sasuke freddamente e lentamente.
“Non puoi surclassarmi,” ripeté sornione Itachi. Non aveva bisogno di voltarsi per sapere quale era stata la reazione del fratello. Sasuke era così prevedibile in questi casi che era ridicolo.
“Prego, dimmi che cosa pensi, Itachi?” domandò Sasuke a denti stretti.
“Le tue abilità sono mediocri, i tuoi sforzi sono patetici ed il tuo impegno discutibile”.
Ci fu un suono di qualcosa che si spezzava proveniente dalla penna che Sasuke stava tenendo in mano nel momento in cui Itachi terminò il suo commento.
“Fottiti, Itachi!” ruggì mentre la porta di chiudeva dietro al fratello che aveva lasciato la stanza.
Che diritto aveva Itachi per dire simili cose? Che cosa ne sapeva di … Sasuke si bloccò. Ovviamente, Itachi sapeva perché loro padre glielo aveva insegnato bene, e suo fratello aveva un’abilità nell’essere il migliore in tutto ciò che faceva. Per quanto Sasuke odiasse ammetterlo, anche solo a se stesso, Itachi era perfetto.

Si voltò sul fianco come se facendo così, potesse sbarazzarsi di quel complesso di inferiorità che stava calando su di lui. Strinse il pugno destro.
Un giorno, tu e papa bacerete assolutamente il terreno su cui cammino, fu il suo pensiero prima di ritornare a guardare lo schermo del suo portatile, ed una cartella di documenti che era stata ovviamente strappata.
Due mesi prima, lui e Naruto avevano passato l’esame di ammissione delle rispettive scuole che avevano scelto di frequentare ed avevano immediatamente iniziato a vedere appartamenti. Ne avevano trovati cinque che si adattavano ai loro standard ed interessi. Quindi avevano programmato di andarli a controllare il giorno dopo il diploma, che era nove giorni più tardi.
Sebbene Naruto fosse divenuto un peso, era troppo titubante sul lasciarlo perché era troppo preso dall’eccitazione di vivere assieme con il biondo nel prossimo futuro. Infatti, era stato lui a suggerire che dovevano iniziare a cercare i mobili per l’arredamento. Tuttavia, quello era prima. Le cose erano cambiate dal momento in cui aveva accettato la carica. Aveva più ragioni di lasciare Naruto, che stare con lui. L’annuncio di suo padre lo aveva deciso per lui.
Sebbene non fosse un obbligo, lui voleva andare alla scuola in cui tutti i leader degli Uchiha e i suoi successori erano andati. Ma il problema era, come avrebbe detto a Naruto che tra loro era finita? Fino a che non avesse trovato un modo, sarebbe dovuto stare con lui.

-SasuNaru is love-

Naruto lasciò cadere il capo contro il cuscino, cercando di fermare le parole di Itachi dal ripetersi ancora e ancora.
No, lui non era ossessionato da Sasuke ed il loro legame non stava assolutamente impedendo loro di crescere e realizzare i loro sogni. Non aveva chiesto a Sasuke di sacrificare i suoi sogni per lui. Lui ci credeva davvero in questo, quindi perché sembrava che Itachi avesse premuto un tasto dolente? Che Itachi avesse ragione?
Non sono un tuo alleato o un tuo nemico quindi se hai bisogno di parere sincero, te lo darò…crudo e duro.
Era così? Era questo il parere sincero? Ma sicuramente il loro legame non era così.
Ne, Sasuke?
Ma lui si era accorto dello sguardo distante di Sasuke, come se fosse un uccello in gabbia. Gemette e scosse la testa, negando. Era troppo pesante e surreale accettarlo.
Sono io la tua gabbia invece del tuo cielo azzurro?
Lacrime rigarono le sue guancie perché sapeva la risposta a quella domanda. Oh, Dio! La sapeva, e faceva fottutamente male.

-SasuNaru is love-

“Sei silenzioso oggi,” commentò Sasuke spicciamente durante il suo incontro con il biondo in una stanza in disuso al piano superiore di un vecchio edificio.
“Non ho nulla di cui parlare,” replicò distrattamente Naruto.
“Non avrei mai pensato che uno come te potesse esaurire gli argomenti”.
Il biondo farfugliò qualcosa e Sasuke, non avendo capito, chiese di ripetere.
Arrossendo, Naruto ripeté, “Sono eccitato. Voglio farlo con te”.
Sasuke ghignò, massaggiando con le mani le cosce vestite del biondo e disse con una voce leggermente provocatoria, “Ehe. Ecco perché sei silenzioso”.
Naruto non si preoccupò di correggere il suo ragazzo perché non aveva coraggio di porgli quell’importante domanda che lo attanagliava. “Allora?” domandò. Sasuke gli lanciò semplicemente un sorriso sexy e si inclinò in avanti per iniziare.
Tristemente, il sesso era divenuta per loro la zona di salvezza. Non c’erano pensieri o parole, solo sensazioni ed istinto. Era il modo perfetto per evadere da ogni cosa che li preoccupava.

-SasuNaru is love-

Nelle nostre vite, c’è sempre una persona che anche se intenzionalmente o no, coscientemente o meno diveniva il faro che ci guida fuori dalla nebbia della confusione. Sorprendentemente Shikamaru giocò quel ruolo per Sasuke…per caso.
Shikamaru con occhi socchiusi stava camminando per il corridoio quando era incappato nell’Uchiha che stava portando alcuni documenti in mano.
Era stata una coincidenza che quelle cartelline fossero scivolate a terra proprio come era stata una coincidenza che gli occhi di Shikamaru cadessero sull’intestazione di una lettera di ammissione. Guardò il suo amico e gli domandò bruscamente, ma con calma, “Naruto lo sa?” quell’improvviso senso di colpa e di esitazione in quegli occhi fu la risposta.
Se fosse per lo sguardo neutro del castano o perché Sasuke ne aveva abbastanza, quest’ultimo lanciò uno sguardo al foglio, scrollò le spalle e si appoggiò contro la parete. “Cosa faresti se fossi al mio posto?”
Una simile infida domanda. Così semplice e allo stesso tempo difficile, ma Shikamaru la prese con calma come quando giocava a scacchi e go. “Glielo direi”.
“Ma lui vuole-”
“Glielo direi comunque, specialmente se non hai intenzione di tornare da lui”.
“Io…” Sasuke esitò. Anche ora, lui non voleva ferire il biondo ed in qualche modo Shikamaru lo aveva percepito.
“Guarda. Naruto rimarrà ferito in qualunque caso, ma lasciandolo senza dirgli niente gli impedirà solo di crescere”. Shikamaru decise di spingersi oltre per il bene dei suoi amici che non riuscivano a distinguere una cosa da un’altra. “Ti suggerisco di dirglielo se ci tieni davvero a lui. Si sentirà male, ma deve essere fatto”.
Sasuke sospirò. Shikamaru aveva ragione ma… scosse mentalmente il capo, scacciando ogni timore, non aveva votato di pagare qualsiasi prezzo per raggiungere i suoi obbiettivi? Allora doveva.
“Non oggi, ma domani…domani lo farò”. Domani sarebbe stato più facile perché quelli dell’ultimo anno nel Consiglio Studentesco non dovevano andare a scuola il giorno prima del diploma. Con un po’ di fortuna, anche Naruto sarebbe stato a casa.
Sasuke fece un cenno del capo a Shikamaru e si allontanò. Aveva ancora una notte per invocare il suo coraggio per chiudere la loro relazione. Si schiarì la gola cercando di tirare fuori la parola ‘addio’ che gli stringeva le corde vocali. Era così amaro e così pesante, si sentiva soffocare. Perché è così difficile? Perché dire ‘addio’ è difficile quanto dire ‘ti amo’?

-SasuNaru is love-

Dopo non aver fatto nulla che stare a letto, un Naruto annoiato decise di alzarsi e cucinare qualcosa per invitare i suoi amici a pranzo. Guardò l’orologio. Aveva due ore scarse per preparare ed invitare tutti. Era a metà strada dalla porta quando Sasuke entrò dentro, stupendolo.
“Sasuke?” mormorò e rimase semplicemente ad osservare il suo amante accorciare le distanze tra loro. Quando il moro fu di fronte a lui con un’espressione determinata sul volto, il suo cuore sbatté contro il petto e campanelli d’allarme risuonarono nella sua testa. Naruto in qualche modo sapeva, ma rimase lì dove era piuttosto che scappare via, perché di recente era arrivato alla conclusione che Itachi aveva in parte ragione.
“Devo dirti qualcosa,” disse Sasuke.
Come se la sua espressione facciale non fosse abbastanza per il biondo, questi affermò più che chiedere, “Stai partendo”.
Sasuke parve leggermente sorpreso. Era così ovvio? “Mio padre mi ha nominato suo successore”.
“Quando?”
“Non molto tempo fa”.
Invece di piagnucolare che il suo ragazzo gli aveva tenuto dei segreti, annuì, perché non c’era altro che lui potesse fare.
“Sto andando a Londra,” continuò Sasuke. Dire ciò voleva dire era diventato più facile quando il biondo rimase in silenzio e approfittò dell’opportunità, “E non posso stare con te. Non voglio più stare con te”.
Internamente, Naruto gemette a quelle crude parole. Faceva molto male in quel momento, si strinse disperatamente alle parole del padre.
Amare non vuol dire possedere.
“Stai chiudendo la nostra storia?” chiese, ma era più un’affermazione che una domanda.
Sasuke annuì affermativamente e testimoniò come Naruto si frantumava silenziosamente e non volle fare altro che stringerlo a lui… averlo per l’ultima volta. Colse una singola lacrima cadere ed il suo cuore dolse. “Posso tenerti finché non parto?”
Naruto regolarizzò il respiro prima di chiedere, “Quando parti?”
“Stasera”.
Senza una parola, il biondo si chinò in avanti e premette le sue labbra contro quelle di Sasuke e si scostò velocemente.
Il cuore di Sasuke si strinse alla risposta scritta sul volto del biondo. Lo ammirò per l’essere così coraggioso da accettare le cose e arrendersi così stupidamente al suo egoismo. Quando Naruto ghignò, Sasuke seppe che era certo che non avrebbe mai smesso di amarlo. Per quanto bastardo potesse suonare, lui sarebbe stato il primo e l’ultimo, non ci sarebbe stato nessun altro in mezzo.
Si abbassò e tirò Naruto vicino prima di unire le loro labbra. Con la consapevolezza che il loro stare insieme aveva i minuti contati, si comportarono con urgenza e disperazione.
“Sasuke,” ansimò Naruto quando il suo ex amante lo spogliò del suo ultimo indumento. “Sasuke,” ansimò di nuovo quando il moro si abbassò sul suo corpo nudo e vi premette contro il suo.
Sasuke catturò le labbra di Naruto, fondendosi famelicamente contro di lui prima di scostarsi. Quando lo fecero, la sua lingua entrò possessivamente nella sua umida caverna e la riempì. Più tardi, lasciò una scia di umidi baci sulla pelle brunita mentre le sue mani la toccarono ed accarezzarono.
Naruto boccheggiò, gemette e sibilò. Voleva partecipare, ma i suoi tentativi furono resi futili dal ragazzo sopra di lui. Così stette lì, mentre assaporava il calore di Sasuke ed i suoi tocchi. I suoi occhi si chiusero e tremò quando avvertì l’ erezione di Sasuke picchiettare sulla sua coscia sinistra. Riusciva a sentirla pulsare…per lui, e quella consapevolezza gli fece muovere la gamba, strofinandola.
Sasuke si lasciò sfuggire un rauco gemito all’inaspettato attacco che lo interruppe brevemente dal suo lavoro sul corpo sotto di lui. Per un momento, si fermò, permettendo al biondo di toccarlo così, lasciandogli sapere che lui, Sasuke lo desiderava ancora e molto. Quando fu vicino al bruciare, continuò il suo compito. Tempestò l’intero corpo di Naruto si baci da capo a piedi.
Avendo baciato l’intera lunghezza della gamba sinistra, Sasuke si era spostato alla sinistra, dal piede al fianco dove Sasuke morse la pelle caramellata.
Naruto rise alla titillante sensazione poi boccheggiò, il suo bacino si sollevò leggermente dal letto quando il suo amante lo prese completamente in bocca. All’improvvisa lava che colò, si liberò in lui sollevando le braccia. Una mano andò a stringere la testiera del letto, mentre l’altra andò ad intrecciarsi tra le ciocche corvine. “Sas’…ke!”
Sasuke passò la sua lingua intorno, leccando il liquido preorgasmico e allo stesso tempo inumidendolo con la sua saliva.
Il suo libido registrò tutte le reazioni del biondo che non mancarono di essere un afrodisiaco per lui, incitandolo e indurendolo.
Naruto scosse il capo come un pazzo, afferrandosi disperatamente e incitandolo famelico. Il piacere era troppo e voleva condividere tutto questo con il ragazzo sopra di lui. Con pochi sforzi e senza parole, ci riuscì. Aveva Sasuke nella sua bocca mentre lui era in quella di Sasuke. Non perse il respiro tremolante del giovane quando lo ingolfò, né il suo silenzioso boccheggiare quando iniziò a suggerlo. Impazzì quando Sasuke lo toccò in quel posto in un modo che mandò in fiamme ogni suo nervo e gli faceva chiedere di pi qualche secondo più tardi.
Anche con la bocca occupata, Sasuke ghignò all’improvviso tendersi del biondo. Spinse più a fondo, premendo con più forza e succhiando più a lungo fino a che non sentì solo il respiro rotto di Naruto tra le suzioni e le lappate.
Il loro mondo emerse e poi si frantumò rapidamente come vennero e succhiarono l’un l’altro fino a rimare secchi.
Ancora immerso nella beatitudine, Naruto si mosse e strattonò Sasuke che afferrò la sua testa ed iniziò un poderoso bacio.
Naruto passò un braccio intorno alla spalla di Sasuke mentre l’altro braccio cadde tra i loro corpi. Premette il suo corpo più vicino prima di prendere il membro del moro ancora mollo nella sua mano.
Sasuke boccheggiò nella bocca del biondo e spalancò gli occhi. Si prese tempo per guardare il volto di Naruto, le gote arrossate, gli occhi chiusi con le palpebre socchiuse.
Ammaliato, posò una mano su una guancia e approfondì l’intimità delle loro bocche e lingue.
Lentamente, la mano scivolò verso il basso e si fermò sulla schiena di Naruto, tirandolo più vicino mentre l’altra mano scivolava tra i loro corpi e mimava ciò che stava facendo quella di Naruto.
Il biondo ruppe il bacio e con il respiro ancora irregolare, poggiò la fronte contro una spalla pallida. Chiuse gli occhi sentendo quel liquido bollente scorrere attraverso le sue vene, bruciando i suoi nervi.
Sasuke non era in situazione migliore, specialmente quando gocce preorgasmiche stavano rotolando dolcemente giù dal suo corpo. Riusciva a sentire quel familiare stringersi nel suo ventre ed il scorrere del suo sangue verso le sue regioni basse, facendolo diventare più duro. Ansimò il nome di Naruto con voce quasi supplicante. Voleva di più….più di questo contatto…più di Naruto. Si spinse più vicino.
Percependo il crescente bisogno di Sasuke, Naruto decise che ne aveva abbastanza. Si inginocchiò e posizionò il sedere sopra la carne dura e pulsante dell’altro giovane. Si abbassò quando Sasuke lo afferrò per i fianchi e lo fermò, interrogativamente, ma lussuriose, le iridi azzurre, annebbiate e semichiuse si fissarono nelle iridi d’ossidiana.
Sasuke mosse i fianchi, la sua umida punta sfiorò lo stretto anello di muscoli del biondo, strappando con successo uno strangolato mezzo gemito erotico e mezzo boccheggiato dal suo amante. Ex-amante, corresse la sua mente troppo velocemente per i suoi gusti. Senza avvisare, tirò giù Naruto penetrandolo in un affondo. Il suo addome si strinse di più vedendo il modo in cui Naruto inarcò la schiena sia per il dolore che per il piacere. Si piegò in avanti e trascinò con cautela la sua bocca sul collo ambrato poi verso il petto, assaporando il sudore e Naruto.
“Dobe,” mormorò in quella voce peccaminosa. Mandò giù le altre parole che volevano seguire quel nome. Era troppo tardi per dirle, ad ogni modo.
In risposta, il biondo ansimò il suo nome più e più volte mentre vorticavano e danzavano intorno al loro fuoco; mentre galleggiavano e nuotavano nel loro oceano di desiderio; mentre ascendevano e scivolavano verso il loro apice. Tuttavia, non era ancora finita, poiché intendevano fare l’amore fino a che non fossero più stati in grado di muovere un singolo muscolo…
Come l’ora della partenza di Sasuke si avvicinava, i loro movimenti si fecero più lenti. C’era ancora brama in loro, ma l’urgenza era sparita ormai da un pezzo. Non era l’orgasmo che importava a loro in quel momento, ma il loro essere un tutt’uno. Era per questa ragione che, quando le dita dell’orgasmo sfiorava i confini delle loro coscienze per reclamarli, entrambi si fermavano e lasciavano che il vuoto li prendesse.
Durante una delle loro pause, Naruto aprì gli occhi e fissò il volto di Sasuke che era leggermente contratto con controllo. C’erano un po’ di cose che voleva dirgli. Voleva dirgli che non aveva mai pianificato di stare tra lui ed i suoi sogni; che gli dispiaceva e che lo amava, ma era spaventato che Sasuke lo avrebbe considerato un tentativo per farlo rimanere.
Percependo il pesante, ma dolce sguardo del biondo, Sasuke abbassò gli occhi ed il suo cuore si frantumò al modo in cui il suo ex-amante lo guardava. Una parola si alzò dalla sua gola. Una singola parola stritola cuore. “Scusa”, gracchiò.
“Non scusarti”, replicò l’altro tremante mentre tentava di combattere indietro le lacrime. Aveva giurato di non piangere… beh, almeno non di fronte a Sasuke, così la separazione sarebbe stata meno dolorosa. Le sue iridi si socchiusero quando il suo amante iniziò a muoversi di nuovo, colpendolo nel profondo.
La gola di Sasuke si strinse quando aprì la bocca per dire addio e per ringraziare il biondo per ogni cosa, ma quelle parole, prima di essere dette, divennero lacrime. Perché non poteva avere entrambe le cose che voleva di più? Era così egoista da parte sua chiederle?
Lacrime rotolarono dolcemente dal mento di Sasuke toccando le labbra dischiuse di Naruto. Da un primo momento, il biondo pensò che fossero gocce di sudore, ma qualche secondo più tardi, realizzò che erano troppo salate per esserlo. Costrinse i suoi occhi ad aprirsi e vedere il volto del suo migliore amico rigato dalle lacrime. Piangendo, si spinse su e avvolse le sue braccia intorno al pallido corpo. Lo abbracciò più vicino… lo abbracciò stretto.
“No,” disse duramente. Nessuno di loro seppe cosa voleva dire. Stava chiedendo a Sasuke di non piangere? Di non scusarsi? Di non fermarsi o di non lasciarlo? “Ti amo,” Naruto sussurrò le parole che gli erano state difficili da dire fino a quel momento e che aveva cercato di trattenere quel giorno. Non fecero altro che far piangere l’altro ragazzo.
Non riuscivano più a trarre conforto dalle parole l’uno dell’altro… potevano solo aggrapparsi l’uno all’altro fino a quando non avessero trovato la loro tardata liberazione.

-SasuNaru is love-

Sasuke si svegliò dal suo leggero dormiveglia e si sciolse da Naruto che dormiva. Indossò i suoi vestiti dopo essersi pulito. Prese i bottoni della sua divisa scolastica dalla tasca e li posò sul comodino dove Naruto poteva facilmente trovarli. Poi in silenzio, aprì l’armadio di Naruto e prese ciò che voleva… ciò che reputava sua.
Il letto di Naruto si abbassò quando Sasuke poggiò il suo peso sul materasso, si inclinò in avanti e sfiorò le labbra contro la fronte brunita. Era meglio che Naruto non fosse sveglio. Questo era l’unico modo che conosceva per risparmiare le lacrime al biondo. Naruto aveva pianto abbastanza per lui. Unì delicatamente le loro labbra e se ne andò senza far rumore.
Ti amo…addio.

-SasuNaru is love-

Fugaku e Arashi stavano camminando verso il ristorante dove tre uomini d’affari li attendevano, quando all’improvviso la mano del primo scattò per sostenere l’altro uomo che si era leggermente incespicato sui piedi.
“Stai bene?” chiese preoccupato, poi si accigliò quando il biondo lo fissò semplicemente con espressione indifferente.
Cos’era quella sensazione? Si domandò Arashi. Non si era mai sentito in quel modo prima d’ora. No, non era vero. Gli era successo, ma solo una volta. Quando Naruto si era ferito in un incidente che gli aveva lasciato quelle cicatrici a forma di baffetto. Ma questa volta, la freddezza che aveva cercato di scuoterlo dalla sua coscienza era più forte e amara.
Naruto.
Naruto era ferito, però qualcosa, come il suo istinto paterno forse o il suo profondo legame col figlio- gli diceva che il giovane era fisicamente sano, ma aveva il cuore spezzato. Più che spezzato.
“Arashi!” Fugaku non parve sollevato nel momento in cui vide gli occhi blu incupirsi. “Vuoi che cancelli la riunione?” chiese. Se Arashi avesse annuito anche solo una volta, non gli sarebbe importato che la sua compagnia perdesse miliardi. Tuttavia, l’altro uomo scosse il capo poiché non c’era nulla che potesse fare la sua presenza per suo figlio, ma questo non significava che non potesse mandare qualcuno, giusto per sicurezza.
“Sto bene. Andiamo dentro. Dovrebbero essere tutti lì ora,” rispose.
Fugaku annuì solamente.

-SasuNaru is love-

Sasuke si distese sul letto e lentamente voltò il capo a lato dove c’era il suo orologio sul comodino. Mancavano cinque minuti prima che dovesse partire per l’aeroporto. Voltò il capo dall’altra parte e fissò la sua valigia. Era pronto. Fissò il soffittò e si accigliò.
Non aveva rimpianti. Si sentiva bene. Diavolo, lui non poteva sentire niente. Era diventato indifferente a tutto da quando aveva lasciato la residenza Uzumaki. Come quando era uscito dalla stanza di Naruto, il collegamento al suo cuore era stato reciso mentre uno stretto materiale lo aveva avvolto per proteggerlo da qualsiasi dolore. Era come se il suo cuore avesse preparato un meccanismo di difesa davvero efficace in previsione di questa separazione.
Sospirò e digitò un numero.
Gaara era uscito da un supermarket quando il suo cellulare suonò. Lo pescò dalla tasca e rispose. “Uchiha,” disse.
“Sto partendo,” udì il suo amico dire con tono impassibile. Gaara si accigliò. Sasuke aveva chiamato la persona sbagliata. Se stava andando fuori per un viaggio di lavoro, allora stava informando la persona sbagliata.
“Sto partendo per Londra e non tornerò,” ripeté Sasuke chiarificando.
La presa di Gaara sul cellulare di strinse. Se Sasuke si stava aspettando che lui avrebbe riferito l’informazione a Naruto,si stava sbagliando di grosso. “E Naruto? Lo sa?”
“Lo sa. Ci siamo detti addio prima”.
Il rosso si accigliò. Aveva sentito l’esitazione nella voce di Sasuke, come se… “Sei sicuro di quello che vuoi?”
Sasuke chiuse gli occhi, fermando le lacrime che avevano immediatamente iniziato a raccogliere intorno ai suoi occhi e si morse il labbro inferiore prima di rompere il pesante silenzio che era calato dopo la domanda del rosso.
“Sì, sono sicuro. Davvero”.
“Se tu-”
“Sono sicuro!” schioccò Sasuke.
Gaara chiuse gli occhi per più di un secondo e disse, “Bene, se ne sei convinto”.
“Sì, lo sono!” Sasuke notò il tremolio nella sua voce ed era certo che anche il suo amico lo aveva notato dall’altra parte della linea. “Lo so che lo stai facendo da lungo tempo ormai, ma… puoi proteggere Naruto fino a quando…” prese un profondo respiro, lo trattenne per qualche secondo e poi espirò, “fino a quando non volterà pagina?”
“Lo avrei fatto anche se tu non me lo avessi chiesto”:
Sasuke gettò un braccio sopra i suoi occhi e aggiunse, “Gaara”. Era passato molto tempo da quando aveva chiamato il suo amico d’infanzia per nome ed era strano e allo stesso tempo familiare. “Questo è un addio”.
Ci volle qualche secondo al rosso per realizzare che Sasuke stava tagliando tutti i legami con Naruto. Lo commiserava e allo stesso tempo lo ammirava segretamente per aver trovato il coraggio di farlo senza esitazioni. “Capisco,” disse con voce tremante, la sua presa sul cellulare si era fatta ancora più forte. “Non strafare lì, Sasuke”.
“Non lo farò”.
“Lo so. Addio”. Ci fu un sorriso amaro sul volto di Gaara mentre lo disse e quel sorriso rimase fino a quando non riagganciarono entrambi simultaneamente. Per la frustrazione, si passò la mano libera tra i capelli, fissò il cielo e mormorò un’imprecazione.

-Sasunaru is love-

Naruto scattò in una posizione seduta e guardò immediatamente fuori. Era già buio.
Sasuke.
Guardò la stanza, cercando la familiare figura anche se dentro di lui sapeva che Sasuke se ne era andato.
Sasuke.
Guardo l’orologio sul comodino e notò i tre bottoni ed il suo cuore perse un battito, perché sapeva cosa significava. Balzò fuori dal letto e puntò dritto al suo armadio nonostante il dolore al fondoschiena, sperando ma senza volerlo. Sollievo scorse in lui vedendo che quei bottoni erano spariti. Sasuke era davvero intraprendente, pensò. Non gli ci volle molto per capire che era stato l’egoismo del moro a fargli compiere una simile azione.
Guardò l’orologio ancora una volta. Più o meno due ore e dieci minuti. Ce l’avrebbe fatta? Non l’avrebbe saputo finché non ci avrebbe provato, giusto?
In dieci minuti, Naruto stava correndo giù per le scale mentre informava l’assistente che usciva fuori. Aveva una persona da salutare.
“Saito?” disse Naruto fermandosi poi. Cosa ci faceva lì il segretario di suo padre?
“Tuo padre mi ha mandato qui. Dove vuoi andare?”
Il biondo ghignò.

-SasuNaru is love-

Con il cuore che palpitava all’impazzata ed il respiro affannato per la corsa, Naruto si fermò e osservò i passeggeri camminare verso l’entrata che li avrebbe condotti alla loro area d’imbarco. Scansionò la piccola linea di persone, giusto in tempo per vedere Sasuke mostrare il suo biglietto ad un membro dell’equipaggio, sorrise. Non c’era bisogno di chiamarlo perché tutto ciò che voleva era vederlo. Poi Sasuke, con la sua schiena ancora rivolta verso di lui, sollevò un braccio e ondeggiò la mano in un saluto. Sasuke sapeva! Sasuke lo aveva percepito! Il suo cuore si strinse in maniera dolce amara.
In quel momento, per una ragione inspiegabile, comprensione cadde su di lui, distruggendo qualsiasi rancore che provava contro la vita e una sola certezza si fece strada in lui, domani, nel giorno del suo diploma, durante la foto di classe e la gita, avrebbe potuto sorridere sinceramente. Avrebbe potuto sorridere perché aveva amato ed in un certo punto della sua vita, lui era stato amato dal suo amore.
Il suo cellulare suono e rispose immediatamente alla chiamata di Gaara.
“Stai bene?”
“Sì”.
Poi ci fu un lungo silenzio, ma il biondo lo accolse con gratitudine…lo abbracciò. Tuttavia, dopo un po’, Gaara lo ruppe come lesse qualcosa che portò la calma nel suo amico e che lo fece sentire fortunato per aver amato e per una volta, essere amato dal suo amore.

“C’è un tempo prefissato per ogni cosa, ed un tempo per ogni evento sotto il cielo.
Un tempo per nascere, ed un tempo per morire; un tempo per seminare, ed un tempo per sradicare.
Un tempo per uccidere, ed un tempo per curare; un tempo per distruggere, ed un tempo per costruire.
Un tempo per piangere, ed un tempo per ridere; un tempo per affliggersi, ed un tempo per danzare.
Un tempo per lanciare pietre, ed un tempo per raccoglierle; un tempo per abbracciarsi, ed un tempo per separarsi.
Un tempo per cercare, ed un tempo per perdere; un tempo per tenere, ed un tempo per naufragare.
Un tempo per strappare, ed un tempo per ricucire; un tempo per tacere, ed un tempo per parlare.
Un tempo per amare, ed un tempo per odiare; un tempo per fare la guerra, ed un tempo per fare la pace”.

TBC

Il moro sospirò. Erano passati due giorni da quando aveva realizzato che si stava innamorando, e ora, era innamorato. Per qualcuno che aveva frequentato donne, l’Uchiha non era spaventato o in fase di negazione per il fatto che fosse attratto da un uomo. Da un biondo. Da lui.
Forse la ragione per cui era calmo al riguardo era perché per la prima volta, stava vedendo qualcuno oltre la sessualità e le norme sociali. Voleva corteggiare il biondo, ma c’era un problema, non aveva idea di come fare. Dannazione!
Fortunatamente, un’opportunità gli si era presentata sotto la figura di una mostra di calligrafia che si sarebbe tenuta all’università. Aveva saputo la notte precedente, quella del loro primo incontro, che il biondo era interessato alla calligrafica, il che fu una sorpresa perché anche a lui piaceva.
Casualmente, invitò Shigure che sapeva non nutriva alcun interesse. Il suo amicò declinò, ma gli disse che conosceva qualcuno che sarebbe stato felice di unirsi a lui per ammirare dell’inchiostro e della carta. E la prossima cosa che seppe fu che stava parlando con il biondo al telefono, mentre si accordavano sul dove e quando incontrarsi.
Fu solo quando riagganciò che realizzò che aveva appena strappato un appuntamento non ufficiale dal biondo e stava internamente ghignando.
Questo era l’appuntamento che avrebbe aperto la strada all’Uchiha per frequentare regolarmente il biondo che accoglieva la sua compagnia.

Mou tomadou kotonaku
Saki he susumu shika nai no
Hitori ni naruto kimi wo omoidashite shimau kedo
Aisuru yue ni wasure kaketeta
Hontou ni yaritai koto wo zutto
-“Never let go”, Miliyah Katou

Continua…

Edited by trinh89 - 24/1/2009, 13:50
 
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