Capitolo 30: Voltare pagina.

« Older   Newer »
  Share  
trinh89
view post Posted on 16/1/2009, 14:17




Titolo: A time to… (Un tempo per…)
Autore originale: asashouryuu.
Traduttrice: -Sasha-, trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3444322/1/A_time_to
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: SasuNaru; FugakuxArashi, accenni di GaaraxNaruto e NejiGaara.
Rating: AU, yaoi, OOC.

-Capitolo 30: Voltare pagina.

Dolcemente e silenziosamente, il tempo era passato come sempre, portando cambiamenti, sia piccoli che non.
Erano trascorsi tre anni da allora e tutti si erano adeguati bene alle scelte e le decisioni che avevano preso.
Sasuke, nonostante il cambio di ambiente, era popolare nella sua scuola. Non solo per il suo bel aspetto e la sua intelligenza, ma anche per l’aria fredda ed indifferente, che tutti sembravano vedere come un autentico comportamento giapponese pari a quello ritratto nei film e negli anime. Centinaia di ragazze gli correvano dietro e quando lui non vi badò attenzione, i pettegoli lavorarono giorno e notte per diffondere al voce che Sasuke Uchiha fosse gay. Quel pettegolezzo da solo, mandò un numero di omosessuali a corrergli dietro, ma lui li trattò allo stesso modo in cui aveva fatto con le sue fan girl –senza tatto. Alla fine, tutti credettero che Sasuke stesse semplicemente ritardando la sua autogratificazione. Erano completamente in errore. Sasuke non aveva alcun piano di relazionarsi con qualcuno. La sua relazione con Naruto gli aveva insegnato che l’amore non era nient’altro che una catena travestita da fiocco. Se voleva raggiungere i suoi obbiettivi, stava meglio da solo.
Decisamente meglio.
Da solo, aveva celebrato i suoi piccoli trionfi; sognato la sua più grande gloria, frustrato sui suoi piccoli errori e sofferto le sue delusioni. Era sempre solo quando frequentava le lezioni o camminava lungo i corridoi della scuola e lui voleva quella solitudine. La proteggeva con forza.

-SasuNaru is love-

Gaara grugnì contro il cuscino all’incessante suonare del suo cellulare. Rispose alla chiamata con voce fredda come il ghiaccio per far sapere al molestatore che lo stava chiamando che non gli era piaciuto essere stato svegliato. Ma l’eccitazione di Sakura non poteva essere messa al tappeto dall’irritazione di Gaara, dopotutto Naruto stava tornando dal suo viaggio di apprendimento di sei mesi all’estero.
“Sai che giorno è oggi?” domandò lei.
“Sì. Mercoledì”
Se solo entrambi fossero stati faccia a faccia, Sakura lo avrebbe colpito forte, ma dal momento che non lo erano, la ragazza lo maledì e basta. Ma Gaara sapeva… lo sapeva fin troppo bene che giorno era, perché aveva segnato quella particolare occasione sul calendario. Era emozionato tanto quanto gli altri, forse di più.
“Comportati pure così,” sbuffò lei, “ma assicurati-”
“Che Naruto venga al suo party di bentornato,” finì Gaara per lei con beffarda serietà. Dopo aver riagganciato, lasciò giù il telefono e fissò il soffitto.
Oggi, lui torna a casa.
Il suo cuore si strinse a quel pensiero. Gli era mancato il biondo, così tanto da fargli male e, l’agonia di dover aspettare per quel giorno era diventata quasi insopportabile mentre continuava ad amare il biondo in silenzio. Sì, dopo tutti quegli anni, Gaara non si era ancora confessato o fatto sapere i suoi sentimenti. Tuttavia, questa volta ciò che lo tratteneva era la paura di finire ad essere il sostituto di Sasuke. Lui non lo voleva, così era rimasto in silenzio.
A sua insaputa però, lui era sempre nella mente di Naruto.

Naruto non poté trattenere il sorriso che gli spuntò in viso quando il copilota annunciò che tra pochi istanti sarebbero atterrati. Era a casa. Dopo sei mesi di estenuanti ed intensi addestramenti sul campo, era a casa.
Gaara.
Considerando che era stato innamorato una volta, Naruto aveva riconosciuto subito i sentimenti che aveva maturato in quegli ultimi mesi. Non li aveva realizzati fino a quando non si era separato dal rosso. Come prima, stava provando le gioie e gli incubi di ciò che credeva essere un amore non contraccambiato.
Qualche volta, malediva il suo destino di cadere innamorato per i bastardi, ma almeno stava voltando pagina. No, lui aveva voltato pagina e la sensazione era esilarante.

-SasuNaru is love-

Gaara sentì il cuore sussultare il secondo in cui scorse Naruto tra la folla. Il biondo era diventato più esile ed era leggermente più alto dall’ultima volta che si erano incontrati, ma ancora attraente… dannatamente attraente.
“Ciao,” salutò Naruto con un piccolo sorriso. Era divertente quanto suonasse confuso e allo stesso tempo ansioso. Era questo che succedeva alle persone quando erano innamorati, a dispetto dell’età? “Sono a casa”.
“Bentornato a casa,” rispose casualmente Gaara, ma la sua voce era calda ed un simile calore giunse dritto al cuore del biondo.
I loro occhi si incontrarono e la bellezza della loro riunione li isolò da tutti, finché il biondo non interruppe il contatto visivo.
“Andiamo a prendere i miei bagagli,” suggerì.
“Sì, andiamo,” concordò Gaara mentre si metteva le mani in tasca quando invece voleva tirare Naruto in uno stretto abbraccio e dirgli che gli era mancato. “Hai un aspetto infernale”.
Naruto scoppiò a ridere. “Non dormo da due giorni”. Il rosso inarcò un sopracciglio interrogativamente.
“I miei amici stavano lanciando feste di addio qua e là e dovevo assolutamente esserci”.
“Beh, ora hai noi per assicurarti di dormire un po’, ma dopo la tua festa di bentornato, ovviamente”,
Naruto ghignò. Gaara gemette leggermente come proseguì, “Sakura ha ottenuto l’onore di avere casa mia come luogo di riunione”.

-SasuNaru is love-

“Naruto,” gridò Sakura e si gettò praticamente su di lui. “Mi è così mancato tutto il tuo casino”.
“E a me è mancata così tanto la tua forza bruta,” replicò Naruto.
La ragazza sorrise sincera prima di allacciare un braccio con uno brunito. Tutto d’un tratto, Naruto fu circondato dai suoi amici e si ritrovò toccato dalla calda riunione.
“Tu ed Hinata?!” esclamò Naruto. “Quando hai avuto il coraggio-”
“Una settimana fa, ma volevamo farti una sorpresa,” disse Kiba.
“Non formano una coppia adorabile?” tubò Ino, facendo arrossire Hinata. Essendo una ragazza che amava essere aggiornata sulla vita di tutti, la bionda domandò, “E tu?”
“Io?” disse Naruto confuso.
“Hai incontrato qualcuno?” chiarificò Shino, gli occhiali da sole luccicarono sotto la luce.
Kiba annuì, entrando immediatamente nella modalità burlona dei suoi due amici.
“Certo che no. Ero troppo occupato. Era solo cucina e dormitorio”.
“Davvero?” domandò Chouji.
“Non c’è bisogno di essere imbarazzati delle tue conquieste, Naruto-kun!” lo assicurò Lee. “Dobbiamo vivere la vita con passione ardente! Giusto, Neji?”
Neji sospirò, alzò gli occhi al cielo e concordò solo per salvarsi dalle lezioni di Lee. “Qualsiasi cosa tu dica, Lee”.
“Non sto mentendo!”
“E’ scritto sulla tua faccia però,” scherzò Shikamaru.
“Ragazzi, voi non potete immaginare che duro allenamento ho avuto”.
Kiba ghignò alla perfetta occasione. “Duro allenamento come ‘Ah! Ah… ah! Più veloce! Ah…più forte… ah!’”
“Kiba!” Hinata lo schiaffeggiò sul braccio con forza guadagnandosi anche una linguaccia da Naruto.
Anche se Gaara non aveva partecipato, aveva comunque ascoltato con discrezione quasi aspettandosi che Naruto ammettesse ciò di cui tutti lo stavano accusando sebbene scherzosamente. Fece una pausa per prendere un sorso di birra quando Naruto guardò nella sua direzione. Sollevò leggermente la sua lattina ed il biondo sorrise.
“Basta punzecchiare Naruto,” disse Tenten, poi con un ghigno aggiunse, “per ora. E’ tutto pronto quindi andiamo a mangiare”.
Tutti raggiunsero il tavolo e Naruto si assicurò di sedersi accanto a Gaara. Sebbene gradisse la presenza dei suoi amici, non vedeva l’ora che se ne andassero così lui e Gaara avrebbero potuto recuperare il tempo perduto.
Quelle e-mail e telefonate non erano state sufficienti. Semplicemente non lo erano.

-SasuNaru is love-

“Naruto? Naruto,” chiamò una voce, costringendolo ad aprire le sue pesanti palpebre assonate.
“Gaara?” il biondo guardò intorno la stanza e non trovò nessun altro. “Dove sono tutti?”
“Sono già andati a casa”.
Annuì. Pensava che stesse solo sognando quando aveva scambiato i saluti e la buonanotte con gli altri. “Ti aiutò a pulire”.
“L’ho fatto fare a loro prima che andassero via,” lo informò un Gaara ghignante.
“Allora vuoi che me ne torni al mio appartamento?”
Gaara colse i suoi occhi assonati e stanchi. “Puoi dormire nell’altra stanza”.
Naruto sorrise con gratitudine e si alzò. Gaara sospirò quando Naruto si afflosciò sul suo tavolino e perse l’equilibrio. Senza una parola, trascinò il suo amico nell’altra stanza. Poi lo scaricò dolcemente sul letto e lo rimboccò. “Sei appena arrivato e già sei così problematico”.
Si bloccò quando una mano ambrata afferrò il suo polso sinistro. “Perché tu sei gentile,” mormorò Naruto.
“Immagino di esserlo,” replicò mentre fissava le assonnate iridi azzurre che lo ringraziavano con sincerità.
Nel suo stato assonnato, nulla fu più chiaro per Naruto se non Gaara e la sua gentilezza. Ognuno di quei gesti si ripeté nella sua mente vividamente fino a che non divenne un mosaico e lo vide –vide la ragione della sua gentilezza. Gaara lo amava, silenziosamente, ma lealmente. L’aveva sempre amato, ma lui –Naruto era stato cieco fino a quel momento. Tuttavia, era felice che non lo avesse notato quando era ancora con Sasuke perché le cose tra loro tre sarebbero diventate alquanto complicate.
“Scusami per averti fatto aspettare,” disse poi si spinse su e allo stesso tempo tirò Gaara, le loro labbra si incontrarono qualche secondo più tardi.
Gli occhi di Gaara sgranarono al gesto e a quanto fosse stato improvviso. Che cosa stava succedendo? Guardò Naruto che aveva gli occhi chiusi, il rossore che tinteggiava le sue guancie. Andava bene? Lui poteva? Udì una piccola voce nel profondo di lui che diceva che era okay. Gaara appoggiò le sue mani e sì protese in avanti, la lingua che andava ad incontrare a metà strada quella di Naruto.
Quando si scostarono, Naruto gli accarezzò una guancia e gli disse con grande affetto, “Mi sei mancato così tanto”. Poi cadde addormentato con un sorriso sulle labbra leggermente tumide.
Gaara accarezzò via le ciocche dorate dalla fronte brunita prima di sorridere. Naruto aveva certamente voltato pagina e la consapevolezza di ciò era esilarante.

-SasuNaru is love-

Gaara fu sorpreso quando si voltò e vide Naruto nudo dalla vita in su, in piedi all’ingresso della cucina. Sembrava che fosse appena uscito dalla doccia.
“Non ti ho sentito fare il bagno,” disse Gaara prima di svuotare il suo bicchiere d’acqua. Inarcò un sopracciglio quando il biondo avanzò verso di lui con espressione seria.
“Ho reso le cose strane tra noi?” domandò Naruto poiché si ricordava vividamente che la notte scorsa di erano scambiati un bacio come se fosse successo un secondo fa.
Il rosso lo strattonò semplicemente in avanti e lo bacio ardentemente. “Era una risposta sufficiente?”
Il biondo si leccò le labbra. “Non so. Il mio cervello sta ancora dormendo, quindi devi convincermi”.
Gaara ghignò, l’intento chiaro.
Naruto gemette come mosse un passo avanti portando i loro corpi vicini e approfondendo il loro bacio che sembrava non conoscere fine. Gaara fece scorrere le sue mani sui fianchi del biondo, accendendo il fuoco.
“Posso toccarti?” mormorò.
“Molto,” replicò il biondo senza fiato. Sfortunatamente, prima che Gaara lo toccasse, il campanello di casa suonò.
“Vado io,” mormorò il biondo poi andò rapidamente a rispondere alla porta. Per un secondo, il suo cuore si era fermato quando aveva visto chi c’era dietro la porta, ma la sua mente soppesò immediatamente la differenza.
“Itachi,” balbettò e guardò lo straniero dietro al giovane. “Nuovo ragazzo?” domandò. Aveva incontrato Kisame, Sasori e Deidara, ma non aveva mai incontrato il ragazzo con cui Itachi stava attualmente.
Itachi annuì. “Questo è Tobi. Tobi, questo è Naruto”.
Gli occhi di Tobi sgranarono e abbracciò il biondo. “Ho sentito tanto parlare di te da Deidara-sama e Sasori-sama. Sono così onorato di poterti finalmente conoscere”:
“Lascia andare Naruto prima che ti tagli le braccia,” ordinò una voce irritata pochi metri dietro di loro. Tobi si fermò, lanciò un’occhiata al rosso infastidito poi guardò Itachi.
“Possessivo, non è vero Itachi-sama?”
“Se non lo ascolti, potrei realizzare il suo avvertimento prima che lo faccia lui,” disse Itachi. Qualche volta, non poteva semplicemente sopportare l’altro ragazzo ed il suo essere troppo amichevole e disattento.
Al suo avvertimento, un Tobi intimidito lasciò andare Naruto. “Ero solo contento di incontrare un ragazzo con eccellenti abilità culinarie, ma scarsa intelligenza”.
“Cos’hai detto?” domandò Naruto offeso.
“Tobi”.
“Sì, Master Itachi?”
“Sta. zitto .”
Ignorando l’altro visitatore, Gaara disse, “E’ bello vederti, Itachi, ma non posso trattenermi oltre. Devo essere a scuola”.
“Ti prego di scusare la nostra intrusione,” replicò Itachi.
“Scusaci,” ripeté Tobi.
Gaara si voltò verso Naruto. “Ci vediamo più tardi?” chiese mentre lanciava una maglia a quest’ultimo.
“Sì”.
Itachi non perse i due succhiotti sul collo brunito e non gli ci vollero nemmeno cinque secondi per fare due più due. Naruto aveva trovato di nuovo qualcuno, Gaara, e nel profondo di lui si sentì sollevato perché significava che Naruto aveva voltato pagina. Ora, se solo anche Sasuke avesse emotivamente voltato pagina.
“Sto per fare colazione con pane e caffè. Voi ragazzi cosa volete?”
“Pane e caffé,” replicò Itachi.
“Pasto giapponese,” replicò Tobi poi cambiò scelta quando Itachi lo fulminò. “Prenderò quello che prende Master Itachi”.
Quando i tre si furono seduti ed ebbero iniziato a mangiare, Naruto diede voce a ciò che voleva chiedere.
“Cosa ti porta qui? Il lavoro?”
Itachi era un membro dell’Akatsuki –un’organizzazione che preservava l’arte e distruggeva qualsiasi cosa che la insultasse. Si definivano persone illuminate dal dio dell’arte mentre il resto del mondo, specialmente coloro che erano vittima delle loro critiche, pensava a loro come dei radicali e basta. In ogni caso, era un’associazione che faceva viaggiare Itachi qua e là.
“Una cosa del genere. Poi ho incontrato Shino-kun che mi ha detto che eri tornato e per la stanchezza eri rimasto da Gaara. Ma penso che non è per questo che tu sei qui”.
Naruto posò una mano sulle cicatrici, più per l’imbarazzo che per diniego. “Era davvero la stanchezza prima che le cose precipitassero”.
Itachi scrollò le spalle indifferente. Ci fu un breve silenzio prima che Naruto domandasse, “C-che mi dici di Sasuke?”
“Si sta avvicinando ai suoi obbiettivi”.
Un piccolo sorriso graziò le labbra del biondo. “Capisco. Allora sono contento che sia partito”.
“Lui non è partito, Naruto-kun. Ha gettato tutto all’aria”. Itachi vide come le iridi azzurre si spalancarono. “Questa è la verità”. Vide anche le crepe e le macchie che aveva creato. Naruto non era più il ragazzo che con la sua perfezione ed innocenza lo aveva affascinato in maniera non romantica sin dalla prima volta che si erano incontrati. La sua libertà valeva la corruzione della persona che era stata quasi come un fratello per lui? Per la prima volta, Itachi si sentì colpevole.

-SasuNaru is love-

“Papà, sono a casa,” annunciò Naruto ad alta voce mentre entrava nello studio del padre, e poi si fermò quando realizzò in ritardo che suo padre aveva un ospite. “Scusami”.
Arashi fece un cenno col capo e disse, “Bentornato a casa. Sei venuto a visitarmi un giorno in ritardo”.
Il giovane biondo disse con timidezza, “Mi hanno preparato una festa di bentornato e sono finito per crollare a casa di Gaara. Poi, sono andato al mio appartamento prima di venire qui”. Ghignò come continuò, “Spero che tu non abbia in programma di cenare fuori stasera. Voglio mostrarti quanto ho migliorato le mie abilità”.
“Lo sono?” disse Arashi stuzzicandolo.
“Ti unirai a noi, Uchiha-san?” disse Naruto con voce educata ed indifferente proprio come Fugaku aveva sempre voluto sin dall’inizio. Non ‘Zio’, ma ‘Uchiha-san’.
Fugaku si riscosse dal suo stupore e rispose, “Sì, certo”.
Naruto sorrise e si congedò.
“Hai l’aspetto di uno che ha visto un fantasma,” scherzò Arashi con un sadico piacere che brillava nelle iridi azzurre.
Fugaku non si preoccupò di rispondere, ma il biondo sapeva perché il primo era impallidito il secondo in cui aveva visto Naruto. Il ragazzo aveva lo stesso aspetto di quando lui aveva quell’età e per Fugaku era un promemoria…
“Avresti dovuto vederlo quando Sasuke-kun se ne è andato e avrai una buona idea di come ero allora,” disse.
“Non ricominciare ora,” lo avvertì Fugaku. Perché Arashi non poteva accettare che aveva dovuto fare quello che aveva commesso con il secondogenito e lasciar perdere? Ma sapeva la ragione. La sua decisione per suo figlio era come il loro passato – che cadeva sopra di loro come un’ombra e che li preoccupava sempre.

Arashi si reclinò contro la poltrona. “No, non lo farò”. Ma i suoi occhi stavano dicendo all’altro uomo che la ragione per cui non lo faceva, non era perché quest’ultimo lo aveva avvertito, ma perché lui aveva semplicemente deciso così.

-SasuNaru is love-

“Ai lavori che pagano l’affitto!” fu il coro mentre tutti facevano un brindisi, le loro voci riecheggiarono per il ristorante vuoto che teoricamente chiuso per quel giorno. Era passato più di un anno e tutti aveva trovato un lavoro e alcuni di loro, l’amore.
Tenten lasciò che i suoi occhi vagassero per il locale. Era la prima volta che vedeva il ristorante di Chouji, dove Naruto era il capocuoco. “Sono sorpresa che tu ti sia messo in proprio,” disse a Chouji.
“Volevo iniziare da zero piuttosto che succedere a mio padre,” replicò il giovane con un’alzata di spalle.
“Parlando di succedere,” iniziò Sakura, “tuo padre non era contro al tuo essere capocuoco, Naruto?”
“Basicamente abbiamo concordato che io potrò fare quello che voglio, ma quando avrò trent’anni, prenderò il suo posto”.
“Tra sette anni,” disse Hinata.
“Sì, ma a venticinque anni devo iniziare a ritagliarmi del tempo per imparare il SOP e tutto il resto”.
“Che seccatura,” borbottò Shikamaru.
“Già”.
“Penso che Arashi-san sia troppo giovane per andare dimettersi,” disse Ino con ammirazione negli occhi verso l’uomo che era gentile, affascinante e cool. “Potrebbe ancora farcela”.
Naruto si protese in avanti e disse con fare provocante. “Perché non trasferisci la tua ammirazione da mio padre a me?”
“E far ingelosire Gaara e farlo arrabbiare?”
“Sì. Così possiamo avere sesso bollente e furioso,” replicò, facendo l’occhiolino.
Ino lanciò uno sguardo a Gaara che stava ghignando e sfidandola silenziosamente con gli occhi. “Posso guardare?”
“A pagamento,” replicò il rosso mentre portava casualmente un braccio sulla spalla del biondo.
Mentre Ino cercava un modo per far ingelosire Gaara, gli altri osservano e scossero la testa al fanatismo di Ino per lo yaoi. Passa.

-SasuNaru is love-

Il gemito di dolore di Naruto quando fu sbattuto contro la parete fu smorzato dall’esigente e bollente bocca di Gaara.
“Sesso bollente e furioso, eh?” sussurrò il rosso raucamente, facendo tremare il biondo. “Perché non lasciamo da parte il furioso e non facciamo solo sesso bollente?”
“Con piacere,” venne la risposta lussuriosa.
Totalmente e perfettamente in sintonia si allinearono l’uno contro l’altro, comandando, possedendo e rubando.
Fu così facile diventare lava quando le mani che accarezzavano erano quelle del desiderio personificato e fu altrettanto facile lasciarsi andare e perdersi nella forza dell’attrazione insieme all’altro.
Il grido di Naruto risuonò nel silenzioso appartamento del rosso mentre raggiungevano il pinnacolo e cadevano liberamente insieme.

-SasuNaru is love-

“Buongiorno, Mr. Uchiha,” salutò il general manager della compagnia Uchiha della filiale di Londra mentre Sasuke scendeva l’auto e si avviava dentro l’edificio.
“Buongiorno, Shinagawa-san,” salutò Sasuke.
“La nostra attesa per lei ad unirsi formalmente a noi è finite,” disse il più vecchio.
“Devo presumere quindi che è tutto pronto?”
“Ovviamente. Ogni cosa”.
“Grazie”.
Quando entrò nel suo ufficio, il design interno era esattamente come lo voleva… calmo, ma autorevole. Ringraziò il general mangager ancora una volta prima di sedersi sulla poltrona di pelle.
Era arrivato così lontano, gettando via ciò che lo tratteneva. C’era solo una cosa di cui aveva bisogno ora e poteva essere difficile –guadagnare il rispetto di suo padre.
Quella notte, si versò un bicchiere di vino e fece un brindisi a se stesso per il nuovo lavoro. E per la prima volta in anni, si permise di pensare a Naruto.
Stava bene il biondo? Doveva esserlo perché lo conosceva da abbastanza a lungo per essere certo che Naruto si sarebbe sempre rialzato in piedi, non importava quanto dura fosse stata la caduta. Aveva voltato pagina? Una gran parte di lui credeva di sì. Erano passati più di 4 anni ormai, sicuramente era andato avanti. Lui voleva che Naruto andasse avanti ma allo stesso tempo, ogni volta che pensava che lo avesse fatto, sentiva un dolore al cuore esplodere. Si era detto che andava bene se Naruto voltava pagina; trovava qualcun altro; amava qualcun altro; abbracciava e veniva abbracciato da qualcun altro. Andava bene, si disse, però, non riusciva a convincersi di credere per lui andasse bene. Amava ancora il biondo dopo tutti quegli anni. Era ovvio che lui non avesse voltato pagina. Non voleva…non poteva.

-SasuNaru is love-

Il mattino seguente, Itachi guardò il giornale online e vide un’immagine di Sasuke spiaccicata sulla sezione d’affari del sito. La testata annunciava l’entrata formale di Sasuke nella compagnia di famiglia a Londra.
Lo sguardo di Itachi si soffermò sull’immagine del fratello a causa del modo in cui Sasuke paresse spossato ed indifferente. Quello gli fece male. Sasuke gli ricordava troppo se stesso quando era ancora il successore del padre. Nonostante la giovane età,sembrava che la sua anima ed il suo spirito fossero stati divorati dal mostro che era il nome della loro famiglia.
Un guscio vuoto, puntualizzò la sua mente. Sì, un guscio vuoto e non ci sarebbe voluto molto prima che Sasuke non diventasse null’altro che una macchina di lavoro, che viveva la vita meccanicamente.
Incapace di sopportare la loro somiglianza che il suo egoismo aveva causato ed il futuro che attendeva Sasuke, Itachi chiuse la finestra del sito.
Dannazione.

TBC

Il moro prese nota dei numeri artisticamente disegnati su ogni porta che superava, poi si fermò infine di fronte alla porta marcata 620.
Premette il campanello ed aspettò un momento, la porta si aprì. Si accigliò quando vide il suo amico ancora in tuta da ginnastica.
“Non ti sei perso,” lo schernì l’altro.
Alzò gli occhi al cielo, “Non sono privo del senso di orientamento. Più importante, perché non sei ancora pronto?”
Il castano si spostò per permettere ad il suo amico di entrare nell’appartamento che condivideva con il suo migliore amico.
“Ho fatto un po’ di cose. I gruppi di matematica sono stati infernali”. Poi sorrise, “Ma mi preparo subito. Fa come se fossi a casa tua mentre aspetti”.
Il moro si accigliò e fissò la schiena che si allontanava.
“Sono a casa,” qualcuno gridò dall’ingresso quindici minuti più tardi. Doveva essere il convivente di Shigure, pensò il moro. Si voltò giusto per vedere il giovane entrare.

Il biondo smise di fischiare e sembrò sorpreso di trovare uno sconosciuto guardare la televisione nel suo soggiorno. Lo guardò stranito, chiedendosi cosa fare in una situazione del genere.
L’ospite si alzò in piedi e si inchinò educatamente poi lo udì dire, “Scusami per l’intrusione”.
Il biondo sbatté le palpebre una…due…tre volte poi sorrise, “Tu devi essere uno degli amici di Shigure all’università”.
“Sì. Sono Uchiha Fugaku”.
“Arashi. Kazama, Arashi”. Poi gli rivolse un ghigno, “Lieto di fare la tua conoscenza”.
Entrò in cucina proprio quando Shigure si unì a loro.
“Oh. Vi siete già presentati?”
“Perché? Dovevamo aspettarti?” chiese scherzosamente il biondo.
“Che ne dici di venire a bere qualcosa con noi?” suggerì il castano.
“Ho dei progetti su cui lavorare”.
“Le loro scadenza sono tra due mesi, giusto? Avanti, Solo per questa notte”. il biondo lo ignorò, ma Shigure era ostinato.
“Non posso. Siete entrambi già pronti e non possiamo far aspettare oltre Fugaku-san,” ragionò lui.
“Non importa se devo aspettare un altro po’,” disse Fugaku atono.
Shigure sorrise vittoriosamente. “E ora, va a prepararti e da a questo ragazzo,” puntò un pollice verso l’Uchiha, “una ripulita ai suoi soldi”.
Quando entrarono nel bar, le ragazze focalizzarono i loro occhi sul moro mozza fiato.
Nessuno badò ai suoi compagni. Tuttavia, quando alcune ragazze, che avevano avuto il coraggio di unirsi al loro tavolo, iniziarono a conversare con il biondo, esse si dimenticarono completamente dell’Uchiha.
Le ragazze sembravano essere state catturate dalla maniera di parlare di Arashi –leggera, espressiva e amichevole. Per non menzionare che aveva degli occhi davvero attraenti ed un sorriso smagliante. Le ragazze con cui parlò si interessarono a lui. Le ragazze con cui ballò si infatuarono di lui. E Fugaku non poté fare a meno di osservarlo realizzando che si stava innamorando.
Oh merda.

ABC tsuzukanai sonnanja dame janai
datte kokoro no oku wa chigaunjanai?
ORE no seishun sonna mon janai, atsuku oku de hatetai yo
kitto kimi janakya yada yo, ORE wa ikenai taiyou, na na na…
karamiau ito wa kimi to, ore wo musubu akai ito, na na na…
-“Ikenai Taiyou”, Orange Range

Continua…


Edited by trinh89 - 24/1/2009, 13:51
 
Top
0 replies since 16/1/2009, 14:17   98 views
  Share