Extra 1: Ira

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trinh89
view post Posted on 16/1/2009, 14:20




Titolo: A time to… (Un tempo per…)
Autore originale: asashouryuu.
Traduttrice: -Sasha-, trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3444322/1/A_time_to
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: SasuNaru; FugakuxArashi, accenni di GaaraxNaruto e NejiGaara.
Rating: AU, yaoi, OOC.

-Capitolo Extra 1: Ira.

Kiba si coprì la bocca e osservò guardingo Sasuke. Shikamaru e Shino anticiparono il momento in cui il moro si sarebbe lanciato in avanti, afferrato il afferrato il castano per il colletto, ordinando all’uomo privo di tatto di autenticare le parole che avevano lasciato la sua bocca. Tuttavia, Sasuke non fece nulla di tutto ciò. O almeno, non ci furono cambiamenti sul suo viso o nella sua aura. Infatti, questi inarcò solo un sopracciglio e formulò freddamente, “Naruto non mi ha detto nulla della sua relazione con Gaara”.

Kiba emise una bassa risata e si grattò la nuca in un atto di imbarazzo e allo stesso tempo di prudenza. “Sono usciti per un anno prima che Gaara decidesse di rompere con lui sei mesi prima che tu tornassi a casa”. Lanciò uno sguardo ai suoi due silenziosi compagni, “Giusto, ragazzi?” E se non fosse stata per l'espressione supplicante, i due giovani non avrebbero annuito.

“Conoscendo Naruto, potrebbe aver semplicemente dimenticato di menzionartelo,” disse Shino e Kiba annuì fortemente.

“O l’ha semplicemente trovato inopportuno dirtelo perché sta con te,” aggiunse Shikamaru e l'altro castano si prese un secondo per decidere se fosse prudente concordare con l'affermazione dell'uomo pigro. Quando lo ritenne sicuro, annuì e soggiunse, “Della serie, Gaara è il suo passato e tu il suo presente ed il suo futuro”. Poi ghignò.

Sasuke fece un cenno col capo e si alzò in piedi. “E' stato carino cenare con voi ragazzi. Peccato che Naruto aveva mal di testa”.

“Ehi, Sasuke,” mormorò Shikamaru dopo una riflessione, “Non sei arrabbiato, vero?”

L'uomo scrollò le spalle alla domanda. “Devo esserlo? Il passato è passato” con ciò, se ne andò.

“Sono felice che non lo sia,” mormorò Kiba, poi si accigliò quando i suoi due compagni gli diedero uno sguardo alla 'tu-sei-un-idiota'.

“Stiamo parlando di Sasuke,” gli ricordò Shikamaru.

“Ti conviene sperare che Naruto non ti uccida dopo questo,” gli fece malauguratamente notare Shino.

"Sheesh."

-SasuNaru is Love-

Sasuke non stava guardando la strada davanti a lui. La stava fulminando mentre ribolliva di rabbia dentro di sé. Naruto non glielo aveva detto. Naruto gli aveva tenuto un segreto. Non solo il biondo anche Gaara. Gaara, l’uomo che aveva dormito con Naruto. I suoi due amici d'infanzia avevano fatto cose senza che lui lo sapesse...

Un'intima immagine di Gaara e Naruto venne costruita dalla sua mente, facendola lampeggiare) davanti ai suoi occhi, la sua presa sul volante di fece più stretta.

Loro lo avevano tradito. Probabilmente lo stavano ancora tradendo o lo avrebbero tradito quando meno se lo aspettava. Con questo pensiero, la rabbia pulsò sotto la sua pelle.

Bastardi.

Calmati, si disse ancora e ancora mentre camminava verso il loro appartamento. Calmati, si ordinò prima di entrare. Non doveva arrabbiarsi ora, perché Naruto aveva mal di testa. Poteva chiedergli della questione con calma e potevano discutere senza che lui si arrabbiasse. Calmati, si ripeté mentalmente.

Tuttavia, l'aura della calma che aveva iniziato ad avvolgerlo svanì quando la sua rabbia si trasformò in ira nel momento in cui vide Naruto e Gaara nel loro soggiorno. Stavano solo parlando, ma quell'oscura voce nella sua mente gli ricordò come lo avevano tradito e si convinse che lo stavano tradendo.

La cosa che seppe dopo, fu che aveva inchiodato Gaara contro la parete. “Tu fottuto traditore!” sibilò.

Un Gaara sorpreso sbatté le palpebre quando riguadagnò la sua compostezza e si accigliò perché per quanto ne sapeva, lui non aveva mai tradito nessuno. Lottò contro Sasuke.

Naruto si riscosse dallo shock e si precipitò verso i due uomini. Afferrò il retro della maglia di Sasuke in uno sforzo di allontanarlo dal rosso dimenante. “Che diavolo ti prende?” si irrigidì quando il suo amante gli lanciò un affilato sguardo omicida.

Sasuke abbassò sdegnosamente lo sguardo su Gaara e disse, “Quando ti ho detto di prenderti cura di lui, non intendevo dormire con lui!”

Fu solo allora che la comprensione cadde sul rosso. Sasuke aveva scoperto e da come si erano messe le cose, lo aveva scoperto da qualcuno che non era Naruto. Quante volte aveva detto al giovane di parlare di questa questione con il moro invece di aspettare l'opportunità perfetta? Stupido Naruto. Stupido Sasuke. Con non pochi sforzi, spinse via Sasuke e lo fulminò. “Se c'è qualcuno che ho tradito, quello è me stesso!” affermò duramente. “L'ho guardato e amato in silenzio tutti quegli anni che tu sei stato con lui! Pensi che sia stato facile?”

Quella frase non fece altro che irritare ulteriormente il moro. “Quindi hai approfittato della mia assenza?”

“Idiota! E' stato lui a venire da me quella notte che è tornato dal suo addestramento in Europa”, schioccò Gaara.

Sasuke digrignò i denti e si voltò secco per fissare il biondo. Fino ad allora, Naruto era stato ignorato dai due e si era augurato che continuassero a non calcolarlo piuttosto che essere sotto lo sguardo furioso del suo amante.

“Tu!” ruggì Sasuke, poi si fermò perché non sapeva come mettere a parole le sue emozioni per la loro intensità. “Quando pensavi di dirmelo? Avevi almeno pensato di farlo?” domandò freddamente.

“Io stavo-”

“Bugiardo!”

“Non farla suonare come se fossi un criminale, bastardo!” schioccò infine Naruto. “Sei tu che mi hai abbandonato come se fossi stato una scarpa usata! Tu hai fatto una scelta e anch'io l'ho fatta! Avresti preferito che fosse qualcun altro invece di Gaara?”

Sasuke gemette internamente. Naruto, l'idiota, aveva perso il punto. Lui non voleva che il biondo scegliesse qualcuno, perché faceva male... perché durante quegli anni lui lo aveva amato, perché era geloso.

Gaara ringhiò quando Sasuke tirò un pugno al biondo. Prima che Naruto potesse vendicarsi, il rosso atterrò il moro sul pavimento e sbatté un pugno nello stomaco dell'uomo. Perché questa scena era così dolorosamente ed ossessionatamente familiare a lui? O forse a loro?

Sasuke si scrollò Gaara di dosso con un fluido calcio ed entrambi rotolarono velocemente in piedi e si lanciarono in avanti, i pugni caricati indietro per un altro colpo. Sfortunatamente, Naruto scelse quel momento per mettersi fra i due e alla fine, fu lui a ricevere i due potenti colpi, che gli annebbiarono la vista.

Sasuke osservò Naruto crollare a terra . Senza un preciso comando, le sue gambe si piegarono accanto a lui cosicché potesse aiutare il borbottante ed imprecante biondo, quando Gaara lo batté sul tempo, controllando come stesse il suo amante. Il suo amante, dannazione! Osservò, si girò e se ne andò.

“Sasuke”, grugnì Naruto mentre sbatteva le palpebre per scacciare quei fastidiosi luminosi puntini che lampeggiavano di fronte alla sua vista.

“Se n’è andato”, gli disse Gaara.

Rapidamente, Naruto si alzò e si precipitò fuori ancora prima che il rosso potesse fermarlo. Slittò per fermarsi davanti all'ascensore che stava scendendo, probabilmente portando Sasuke al piano terra. Senza esitazioni prese le scale, anche se il loro appartamento era al settimo piano. Non poteva semplicemente premettere a Sasuke di andarsene senza dirglielo! Dopo ciò che sembrò un'eternità e con i polmoni in fiamme, raggiunse il pianterreno giusto mentre la macchina di Sasuke gli passava davanti. Il suo cuore cadde nello stomaco. Avrebbe potuto inseguire la macchina se non fosse stato che le sue gambe avevano ceduto dopo dopo quell’improvviso sforzo. Sarebbe caduto in avanti se non fosse stato per Gaara che lo afferrò per il braccio e lo tenne su.

Non era stato abbastanza veloce. Era arrivato troppo tardi.

Sbatté le palpebre per scacciare le lacrime che minacciavano di cadere dai suoi occhi. Si rifiutò di lasciarle cadere. Si rifiutò di piangere di fronte a Gaara. Non avrebbe pianto perché farlo sarebbe stato come dire che le accuse di Sasuke fossero vere. Così guardò Gaara con un ghigno e dichiarò, “Tornerà, quindi andiamo a continuare a parlare della tua vacanza alle Hawaii”.

Gaara si accigliò. “Non penso che sia saggio lasciar perdere la questione in questo modo”, disse. Sapeva che Sasuke era troppo arrabbiato e geloso per ascoltare, ma se Naruto lo avesse lasciato solo, avrebbe permesso alla sua gelosia di peggiorare.

Il biondo scosse il capo. “Conosco Sasuke. E' troppo arrabbiato per ascoltare e se tentassi di parlargli, mi accuserebbe di lavargli il cervello. Gli darò prima del tempo per calmare i bollenti spiriti”.

-SasuNaru is love-

Naruto tamburello ritmicamente le dita sul tavolo da caffé, occhieggiando l'orologio alla parete di tanto in tanto, controllando l'ora. Erano passate quasi tre ore da quando Sasuke se ne era andato ed il suo stomaco gli diceva che il suo ragazzo non sarebbe tornato. Si accigliò. A dire il vero, lui era già stufo di aspettare. Certo, aveva detto a Gaara, che era andato via quindici minuti fa, che Sasuke aveva bisogno di calmarsi, ma tre ore erano più che sufficienti, no? Perché sarebbe dovuto andarsene poi? Per tutta la freddezza che il suo amante possedeva, Naruto lo conosceva abbastanza per essere certo che Sasuke amava sistemare i problemi tra loro con uno scontro di grida o una scazzottata. Quindi perché non tornava a casa per farlo e basta?

Al pensiero che Sasuke non avesse intenzione di tornare, Naruto iniziò a pensare ad un posto in cui il bastardo potesse essere andato. Il moro non poteva essere certamente andato a stare da uno dei suoi amici, perché era troppo orgoglioso. Inoltre non poteva essere dai loro reciproci amici perché gli avrebbero sicuramente posto domande curiose.
Sebbene, Shino e Shikamaru lo avrebbero accolto nei loro appartamenti senza preoccuparsi di fargli domande, il compagno non voleva stare sotto quegli sguardi meditativi ed osservatori. In altre parole, Sasuke aveva bisogno di un posto dove potesse essere sempre il benvenuto e dove la sua presenza non avrebbe sollevato domande o pettegolezzi.
Sasuke doveva essere certamente andato a Villa Uchiha.

Naruto ghignò ed afferrò le chiavi della macchina. Se Sasuke non tornava, allora sarebbe andato lui dal moro. Che fosse dannato se avesse permesso al giorno di finire senza che avessero fatto pace.

-SasuNaru is love-

Il maggiordomo degli Uchiha guardò il biondo che stava domandando se poteva entrare e parlare a Sasuke. “Sfortunatamente, mi ha informato che non vuole essere disturbato da nessuno”. Calcò l'ultima parola nella stessa maniera in cui aveva fatto il suo giovane padrone. “Ma la prego, entrate pure”. Una fitta di panico attraverso il suo volto calmo ed educato quando il giovane scosse il capo.

“Entrerò quando verrà Sasuke”, gli disse Naruto. Il maggiordomo poteva chiamarlo stupido, ma la ragione per cui era così accettato nella famiglia Uchiha, e gli veniva dato lo stesso rispetto rivolto ad ogni membro Uchiha dai servi, era per il suo collegamento con il successore della casata. Se stava per perdere quel legame speciale con lui, allora lui era come tutti gli altri inaspettati ospiti.

“Il signore e la signora non saranno felici se scopriranno che lei sta fuori. Penseranno che sia un mio err-”

Il biondo ghignò. “Può dir loro la verità e se verranno a chiedermelo, glielo dirò io”. Prima che il maggiordomo potesse protestare, si girò e camminò verso la fine a destra del portico. L'uomo più vecchio si accigliò e si affrettò ad andare ad informare la sua signora.

“Cosa intendi per 'non verrà dentro'?” disse Mikoto con le sopracciglia che si incontravano in un leggero cipiglio. Si alzò in piedi dalla sedia e andò ad invitare Naruto in casa. Tuttavia, il biondo rifiutò testardamente senza una spiegazione.

Era ancora nel portico quando Fugaku rincasò quella notte. Il capofamiglia sembrò confuso nel vedere 'l'amico' di suo figlio stare tristemente all'ingresso di casa.

“Naruto-kun?” La sua voce riscosse il suddetto giovane da qualsiasi sogno ad occhi aperti stesse avendo.

“Ah! Z-zio, buona sera”.

“Che stai facendo qui fuori? Dov'è Sasuke?”

“Sto aspettando il bast- Voglio dire, Sasuke”.

Fugaku soffocò la risata che si era formata dentro di lui all'udire la rapida copertura del nome da parte del biondo e mise su un'espressione torva. “Non dovresti aspettarlo dentro al caldo?” Si guardò brevemente intorno e formulò, “Il tramonto è già finito. E' freddo stare fuori”.

“Sto bene,” lo assicuro velocemente Naruto “mi piace guardare il cielo alla sera in questa stagione”.

Fugaku inarcò un sopraciglio in dubbio, ma conoscendo quanto testardo potesse essere il biondo, annuì semplicemente e si scusò per entrare poi in casa. Forse, doveva andare e discuterne con Mikoto.

Sasuke stava passando davanti alla finestra che dava sul portico mentre stava tornando dal suo bagno privato, quando per coincidenza vide Naruto. Inizialmente, pensò che fosse solo uno scherzo della luce, ma quando prese una seconda occhiata alla forma, realizzò che quello non era un miraggio. Naruto era lì e l'intensità della sua rabbia si alzò di una tacca, ma allo stesso tempo, il suo cuore perse un battito. Tuttavia, focalizzò l'attenzione sulla rabbia. Cosa ci faceva il biondo lì ad aspettare nel freddo? Stava cercando di decorare il loro ingresso con un cadavere ghiacciato? Fissò la figura del suo amante, cercando di capire se stesse indossando una giacca, e se ce l'aveva, era sufficientemente grossa? Si fermò, non piacendogli il fatto che si stesse preoccupando per qualcuno che gli aveva tenuto dei segreti. Si allontanò dalla finestra e ritornò al suo letto.

Più per il suo fastidio, tra i suoi pensieri rabbiosi e negativi, la preoccupazione per il biondo lampeggiò in lui e quando non poté più farne a meno, uscì dalla sua stanza.

Naruto alzò lo sguardo quando udì una voce educata dietro di lui. Sorrise alla giovane cameriera che arrossì leggermente. “Sasuke-sama la invita ad entrare in casa”, disse, non preoccupandosi di usare le esatte parole che il giovane padrone le aveva ruggito.

“E' ancora arrabbiato?”

La cameriera scosse il capo, ma Naruto non era sufficientemente stupido per perdere la risposta scritta nei suoi occhi grigi. Le rivolse un ghigno, “Grazie, ma non entrerò finché non sarà lui a venire da me”.

“D'accordo”, la cameriera andò alla stanza del più giovane degli Uchiha e riferì esattamente ciò che il biondo le aveva detto.
La ragazza testimoniò a come le iridi d'ossidiana bruciarono di gelida furia all'udire quelle parole e per un attimo, si spaventò, ma Sasuke annuì solo rigidamente e le sbatté la porta in faccia.

Il maggiordomo degli Uchiha e Mikoto si diedero dei turni per tentare di convincere il biondo ad entrare, ma Naruto era testardo e li assicurò che stava bene; che la sua giacca era sufficientemente grossa da tenerlo al caldo, finché non smisero di venire. Le uniche cose che allietavano la sua presenza ora, erano l'apatica luna e le stelle che gli facevano occhiolino in maniera beffarda e commiserevole. Non aveva modo di dire che ore fossero, dal momento che aveva dimenticato l'orologio ed il cellulare, ma si augurò che Sasuke si desse una mossa cosicché potessero sistemare la questione prima che arrivasse il nuovo giorno. Con nessun'altra cosa da fare, contò le stelle per distrarsi dal freddo che stava filtrando nella sua giacca.

-SasuNaru is love-

“Non penso che Arashi sarà contento di sapere che suo figlio si è ammalato stando fuori,” disse Mikoto al suo figlio più giovane. “Sasuke, non so cosa sia successo tra voi, ma-”

“Cosa faresti se scoprissi che il tuo amato avesse dormito con un'altra persona?” domandò Sasuke in un feroce sibilo.

Per una frazione di secondo, Mikoto si irrigidì. Naruto aveva-? Ma lei vedeva il biondo come il tipo fedele e leale. Per non menzionare che era ovviamente innamorato di suo figlio, così tanto che era quasi insano, quindi doveva esserci stato un malinteso. Guardò suo figlio che aveva un'aria ferita e disse, “Deve esserci stato un fraintendimento”.

Sasuke si voltò, gli occhi lampeggianti di rabbia. “No, non c'è stato!” schioccò. “Lo ha fatto con Gaara quando io ero a Londra!” i suoi occhi si spalancarono al fatto che si era fatto prendere dall'ira che era passata attraverso le sue labbra e tale reazione non fu persa da Mikoto.

Lui era stato a Londra. Aveva lasciato Naruto. Aveva scelto il lavoro a lui.

Non posso stare con te. Non voglio più stare con te.

Quelle erano state le sue parole. Non aveva intenzione di tornare con lui e se non fosse stato per Itachi, dubitava che si sarebbero mai rimessi insieme. Quello che aveva compreso la maggior parte di questo era stato Naruto, che aveva scelto di voltare pagina.

Sasuke finalmente capì perché era così furioso. Il ragazzino in lui, che aveva amato così ardentemente, era stato ferito; era stato geloso del fatto che Naruto potesse amare e avesse amato un altro al di fuori di lui; qualcuno come Gaara, il loro loro amico d'infanzia. Era stata la scelta di Naruto di cambiare pagina come era stata la sua scelta di non farlo, ma faceva ancora male, così tanto che aveva preso la rabbia per coprire il suo dolore.

“Mamma”, disse, poi realizzò che Mikoto non era più lì da tempo. Sospirò e lasciò la sua stanza.

-SasuNaru is love-

Naruto si accoccolò più a fondo. Sospirò dolcemente perché si sentiva comodo; perché si sentiva circondato dal calore e dal profumo di Sasuke.

Sasuke

Sasuke?

Sasuke!

Le palpebre di aprirono e la prima cosa che realizzò fu che si trovava nella stanza di Sasuke e sul suo letto. Questo significava che… Si tirò su a sedere poi occhieggiò i suoi nuovi vestiti. Arrossì, pensando che Sasuke aveva visto il suo corpo senza il suo permesso. Si schiaffeggiò mentalmente per aver fatto simili pensieri in quella situazione.

Naruto rivolse il suo sguardo dove sapeva esserci un orologio. Il suo viso si rabbuiò nel vedere che erano le due e mezza e non si era ancora riconciliato con Sasuke.

“Cosa stavi pensando mettendo in scena quello spettacolino?” una voce fredda improvvisamente provenne dall'oscurità, facendo sussultare il biondo.

Naruto guardò in direzione della voce e vide una figura alzarsi dalla sedia e avanzare fuori dal buio. Era Sasuke, ed il biondo si sentì sollevato, felice ed impaurito allo stesso tempo vedendo l'ira nelle iridi d'ossidiana. Tuttavia, Naruto osservò che la rabbia in quegli occhi non era tanta rispetto a prima, perché era stata domata con ciò che sembrava inquietudine.

Naruto non aveva esattamente sbagliato. Sasuke era preoccupato, e la rabbia che vorticava nei suoi occhi era stata cacciata da questo sentimento. Non gli era stato facile uscire e vedere Naruto incosciente. La paura che era divampata in lui lo aveva sopraffatto nel vedere il suo compagno in un simile stato. Si era così spaventato che stava tremando mentre portava Naruto dentro.

“Volevo parlare con te,” disse Naruto.

“Pensavi di raggiungere il tuo obbiettivo una volta caduto a terra stecchito?”

“Io... io non voglio perderti di nuovo!” iridi azzurre stavano fissando ardenti Sasuke. Poi quello sguardo si addolcì come Naruto proseguì. “Non volevo che la cosa fosse un segreto. Stavo aspettando la perfetta occasione per dirtelo perché non volevo ferirti o farti arrabbiare, ma avrei dovuto ben saperlo”.

Sasuke ei rimase in silenzio, ma si sedette sulla parte opposta del letto.

“Sì, io ho amato Gaara più di un amico, e le mie intenzioni per noi erano sincere”. Sussultò nel federe l'espressione ferita del moro. “Ma lui ha rotto con me perché lui voleva che fossi più felice... perché l'incesto è ancora peggio di una relazione omosessuale”. Quando il suo amato gli rivolse uno sguardo impassibile, si spiegò, arrossendo leggermente. “Ricordi quella volta, quando eravamo bambini? Stavamo programmando di sposarci e avevamo deciso di fare di Gaara nostro figlio”.

“Me lo ricordo. Come posso averlo dimenticato?”

“Allora perché quello sguardo?”

Sasuke alzò le spalle. Era solo rimasto sorpreso che anche Gaara lo rimembrasse.

“La rottura mi ha fatto male, ma incontrarti di nuovo poi...” Naruto sorrise, “Fui felice che mi avesse lasciato andare”.

Sasuke fissò Naruto. Lo aveva perso una volta perché aveva scelto di vivere nel futuro, ma non lo avrebbe perso di nuovo solo perché si era fermato nel passato. “Naruto”, iniziò e protese una mano per sfiorare il cerotto che copriva la ferita che il suo pugno aveva causato sulla gota sinistra del biondo. “Sono stato un bastardo, ma ero irrazionalmente ferito e geloso perché...” Io ti amo. Si inclinò in avanti, il suo intento chiaro, ma il suo amante si scostò.

“Non voglio che tu stia con me solo perché il tuo orgoglio è stato ferito. Non voglio che mi tocchi perché vuoi fare a gara con Gaara”.

“Usuratonkachi,” mormorò Sasuke. “Perché dovrei farlo? Gaara e la mia immaturità sono parte del passato. Io sono il tuo presente ed il tuo futuro”. Piantò le braccia su entrambi i fianchi del suo dobe per impedirgli di spostarsi.

Naruto sbuffò. “Il mio futuro? Da dove viene tutta questa sicurezza?” domandò mentre stringeva le braccia di Sasuke per non cadere sulla schiena.

Sasuke ghignò. Veniva dalla consapevolezza che Gaara aveva capito prima di loro due, che loro erano fatti per stare insieme, ma invece di dirlo, domandò, “Da dove pensi che venga?”

Naruto scrollò le spalle, non curandosene e preferendo guardare quelle bellissime iridi d'onice. Solennemente, disse, “Ti amo, Sasuke”. Non era più da tempo una confessione, ma una dichiarazione di cui nessuno avrebbe mai potuto cogliere completamente l'intero aspetto dell'esistenza se non l'uomo di fronte a lui.

Il cuore di Sasuke si strinse inspiegabilmente sopraffatto dal peso delle parole del biondo. Impotente, premette le loro bocche assieme, abbassò i loro corpi sul letto e le sue mani vagarono su quello del suo conquistatore.

Il resto della notte accese il fuoco che arse insieme a loro.

-SasuNaru is love-

Su invito di Naruto, Gaara andò a casa dei suoi amici d'infanzia e prese un the del pomeriggio con loro prima che questi uscissero a cena.

“Ho sentito da Naruto che sei incappato in qualcuno alle Hawaii”, disse Sasuke. Quello non era ciò di cui voleva realmente parlare, ma con Naruto che lo guardava a quel modo...

Gaara alzò le spalle. “Non era nessuno di importante”. Prima che Naruto potesse dire qualcosa per contraddire la sua affermazione, si voltò verso il biondo, “Qualcosa sta bruciando”.

Naruto annusò l'aria e si ricordò dei biscotti che Sakura gli aveva chiesto di cucinare. Con un grido si precipitò in cucina, lasciando gli altri due giovani da soli. La sua assenza cambiò l'atmosfera da una forzata civiltà ad una tesa. Gelidi occhi smeraldo si scontrarono con calmi occhi d'ossidiana.

“Lo ami ancora?” chiese Sasuke.

Gaara ghignò, “Paura?”

“Tu che dici?”

“Che dovresti averne,” disse il rosso altezzosamente, “perchè posso portartelo via”.

Sasuke si tese immediatamente e realizzò in ritardo che Gaara lo stesse solo prendendo in giro. Portandosi la tazza alle labbra per coprire il suo flebile sorriso, disse, “Puoi provarci”.

“Pensi che ce la farò?”

“Tu che dici, figliolo?”

Gaara emise una bassa risata. “Devi dirmelo tu, papà”.

E semplicemente così, senza una parola di scusa, si erano riconciliati ed il silenzio teso si sciolse in uno confortevole.

Fine.

Edited by trinh89 - 24/1/2009, 13:52
 
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