One-shot 3: Not my lover.

« Older   Newer »
  Share  
trinh89
view post Posted on 16/1/2009, 21:15




Titolo: Not my lover (Non il mio amante).
Autore originale: Zrina.
Traduttrice: trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale:http://naruto.adultfanfiction.net/story.php?no=600092969
Disclaimer: Naruto non mi appartiene né ogni cosa nel mondo di Naruto. *L’autrice mette su il broncio tirando fuori collare, fruste e catene*.
Pairing: sasunaru.
Rating: yaoi, lemon.

-One-shot 3: Not my lover.

“Ci abbiamo provato tre volte fino ad ora,” disse Sakura ai due uomini seduti insieme, strettamente vicini, sul divano trasversale alla comoda poltrona abbinata su cui sedeva. “Penso solo che dovremmo prendere in considerazione altre alternative”.

Il giovane con i capelli corvini fra i due cominciò a sentirsi a disagio. Aveva voluto che funzionasse, lo aveva voluto così tanto, ora sembrava solo un’altra cosa che gli era stata strappata dalle mani prima ancora che l’avesse afferrata pienamente.

“Quali alternative?” chiese, la voce fredda che nascondeva la delusione che sentiva così intensamente.


“Beh, potresti trovare qualcun altro che possa sostituirmi e che ti vada bene”. Era rischioso dare loro questa opzione, ma doveva essere fatta per disarmarli. Doveva sembrare che lei fosse intenzionata a farsi da parte se fosse stato per il meglio.

“Lo sai che non mi fido di nessun altro per questa cosa,” disse lo stesso moro repressivo.


Questo, ovviamente, era ciò su cui lei contava. Lui non si fidava facilmente, in particolare se si trattava del futuro del suo clan.


“Ho studiato la situazione,” disse, scostando una ciocca di capelli rosa dagli occhi.

“Con una matrice sanguigna come la tua, è possibile che sia la scarsa quantità di chakra nel processo che causi il fallimento del metodo artificiale. Se la tua forza vitale, la tua aura…se tu fossi coinvolto nel processo, allora,” si interruppe, come se fosse riluttante a concludere. “Le possibilità di concepire sarebbero enormemente incrementate”.


Occhi scuri si assottigliarono al suo indirizzo, come se non fosse sicuro di credere alle implicazioni che gli venivano presentate. “Cosa stai dicendo esattamente, Sakura?”

“Vuole che tu la fotta,” venne la rude traduzione dal suo fianco.

“Naruto!” protestò Sakura, quasi di riflesso. Si schiarì la gola e ricordò a se stessa a cosa stesse mirando. “Sto solo cercando di rendere questo un processo più facile e più efficiente. Non voglio che Sasuke-kun si faccia ogni volta un sacco di speranze, solo per scoprire che abbiamo fallito di nuovo”.


Alzò lo sguardo e dovette sbattere le palpebre al paradosso di fronte a lei. Gli occhi di Sasuke stavano chiaramente mostrando il loro interesse, la loro contemplazione e la loro indecisione. I bellissimi occhi azzurri di Naruto, invece, erano impenetrabili, nascondendo ogni pensiero che avesse potuto avere sull’argomento.

Sakura trattenne il respiro, aspettando che la sua cotta, la sua ossessione, arrivasse con il suo verdetto. Afferrò saldamente l’orlo della gonna mentre sedeva lì, tentando di non innervosirsi. Se avesse aggiunto qualcos’altro, sarebbe apparso sospetto e avrebbe sviato Sasuke. Doveva capire da solo che le sue argomentazioni avevano senso.

Di certo ciò che non aveva bisogno di sapere era che si era assicurata che nessuna di quelle provette di liquido bianco avessero avuto l’opportunità di fecondarla. Le aveva chieste al momento appropriato, dopotutto Sasuke era un genio e non gli ci voleva molto a scoprire quando Sakura avesse i cicli. Aveva anche dovuto iniettarsi da sola con lo sperma dal momento che gli acuti sensi del Kyuubi all’interno di Naruto erano in grado di odorare se l’essenza dell’amante l’avesse mai toccato o meno.

Tuttavia, era un ninja medico e sapeva come impedire il concepimento nonostante il verificarsi di tutte le condizioni giuste. Era stato un rischio, ma ora vedeva quanto ne fosse valsa la pena.

Una possibilità di avere completamente Sasuke e l’opportunità di dimostrargli che era un partner migliore dell’idiota biondo reclinato pigramente accanto a lui.

Non aveva niente contro Naruto (eccetto che voleva il suo posto nella vita di Sasuke) e non aveva niente contro la loro relazione (eccetto che sentiva che doveva essere lei accanto alla sua ossessione). Non voleva ferire il biondo, ma se Sasuke finalmente avesse scoperto che lei era la scelta migliore per ridare vita al suo clan e che dopotutto l’amava di più veramente…allora, non avrebbe di certo rifiutato.

Sasuke scosse improvvisamente il capo, sorprendendola e gettandole un’ombra di panico per il suo essere. “No, proveremo ancora un po’ di volte con il solito metodo. Non ho intenzione di far sesso con qualcun altro, nemmeno per l’amore degli eredi”.

Occhi azzurri si addolcirono mentre si posavano sulla nuca del suo amato. Anche se il bastardo sedeva lì tanto rigido e calmo quanto una statua, Naruto poteva comunque sentire il tenero riguardo che l’altro aveva per lui.

Tese una mano e passò gentilmente le sue dita tra i capelli appuntiti della nuca di Sasuke, ricevendo conseguentemente le attenzioni dell’amante. “Voglio che tu lo faccia,” disse semplicemente.

Occhi color pece lo scrutarono attentamente, nella loro intensità chiara era la richiesta di una spiegazione.

“Voglio questo bambino nella nostra vita tanto quanto te,” disse con calma. Se Sasuke voleva qualcosa, Naruto avrebbe mosso mari e monti per accontentarlo. “Se è questo ciò che serve per avere un piccolo Sasuke correre intorno, allora sono d’accordo di farmi da parte e lasciarti fare ciò che devi”.

Naruto vide un muscolo nella mascella di Sasuke contrarsi allo stringersi dei denti. “Farti da parte?” chiese con un leggero incurvarsi del labbro.

Per risposta Naruto sorrise caldo al suo amante. “Solo quanto basta perché tu faccia quel che devi, bastardo. Non pensare nemmeno per un minuto che io ti lasci andare”.

Le sue parole erano provocanti, il suo sorriso raggiante come sempre, ma Sasuke vide l’improvvisa serietà negli occhi azzurri e si sentì rilassato.

Si voltò verso Sakura, che aveva ancora i suoi occhi su Naruto e una strana espressione sul volto. Una parte di lui non voleva prendere davvero il passo successivo, prevedendo molte complicazioni che sarebbero potute avvenire. Sapeva che Sakura aveva ancora un’infatuazione per lui e questo poteva peggiorare la faccenda.

Tuttavia, lui e Naruto erano ormai insieme da un po’ di anni e anche se non le mostravano davanti agli occhi l’aspetto fisico della loro relazione, quest’ultima avrebbe dovuto sapere che non era solo una cosa passeggera quello che c’era fra loro. Doveva essere abbastanza matura per portare il suo bambino senza pensare che avrebbe potuto cambiare qualcosa. Ovviamente, avevano un contratto firmato con l’Hokage giusto in caso ci fossero state domande sull’appartenenza del bambino.

Il bambino sarebbe stato allevato da Sasuke e Naruto con Sakura come madrina. Sasuke sapeva che, in quanto ninja, la sua vita poteva finire in ogni momento. Non voleva che Sakura si facesse semplicemente avanti e prendesse il bambino se mai gli fosse successo qualcosa. Naruto non aveva bisogno di perdere suo figlio o figlia dopo aver perso il suo amato.

Rammentandosi che prima doveva esserci un bambino, Sasuke riportò la sua attenzione a Sakura. Sembrava più rilassata, tranquillamente in attesa della sua decisione. Ci fu un lungo silenzio nel quale lottò con il suo desiderio di ridare vita al clan e, molto più importante, avere un figlio da allevare con Naruto contro la sua avversione di andare a letto con qualcun altro che non fosse il suo amato.

Udì un paio di sniffi accanto a lui, il suono di Naruto che odorava l’aria. Il biondo si alzò, svelando la sua esile,ma solida figura dal suo posto sul divano. “E’ fertile ora” disse privo di tatto, il sottofondo di un borbottio che implicava il suo attingere ai poteri demoniaci. “Sparisco per un po’”.

“Non c’è bisogno che tu vada da alcuna parte,” disse velocemente Sasuke.

“Sasuke,” lo interruppe piatta Sakura. “”Questo è già abbastanza imbarazzante senza avere un pubblico”.

Naruto si piegò giù e catturò le labbra di Sasuke in un rapido, ma deciso bacio. “Sarò di ritorno tra poco,” promise. Si sforzò si andarsene dal suo amante, contro tutti gli istinti animali impartiti dal demone che gli gridavano di non lasciare il suo compagno attorno a una puttana in calore. Ma si fidava abbastanza di Sasuke per fare questo, si fidava abbastanza del loro legame per andarsene e si fidava abbastanza che il suo amante sarebbe stato ancora lì ad aspettarlo quando fosse tornato.

Sasuke guardò Sakura seduta lì serenamente mentre sentiva la porta principale chiudersi con calma dietro di lui. Questa era una cattiva idea su tutti i fronti. Si lasciò scappare un sospiro e si alzò, raggiungendo la cintura dei pantaloni.

Gli occhi di Sakura sgranarono come realizzava che l’avrebbe presa sulla poltrona in cui sedeva. “S-sasuke, non dovremmo andare in camera da letto?” chiese, cercando di guidarlo in un’ottica più romantica.

“Perché? Hai solo bisogno che trasporti lo sperma direttamente, no? Non ha alcuna importanza dove lo facciamo,” disse nel suo abituale tono apatico.

Sakura pensò rapidamente. “E’ solo che è meglio se sto distesa quando lo farai”.

La mano di Sasuke si fermò sulla vita dei suoi pantaloni. “Fantastico, seguimi”.

Si voltò e condusse la kunoichi dai capelli rosa su per le scale dell’ampia casa che condivideva con il suo amante. Erano ancora nelle proprietà Uchiha, ma non era la casa principale. Sasuke aveva rifiutato di mettere piede in quella casa anche dopo aver ucciso suo fratello. Anzi a dire il vero la prima cosa che aveva fatto una volta che il maggiore degli Uchiha era morto ed era tornato a Konoha era bruciare la proprietà.

Fu solo in seguito dopo che Naruto si era lamentato che il vedere lo scheletro bruciato della casa gli accapponava la pelle che Sasuke fece ripulire l’area e installato un ampio giardino di meditazione (giardino zen) . Ovviamente, Naruto poi dovette commentare quando rabbrividente fosse che Sasuke meditasse nel punto dove la sua famiglia era stata trucidata.

Ci volle Kyuubi per un po’ di giorni per curarlo dopo quella osservazione idiota che aveva fatto.

Sasuke si fermò alla stanza degli ospiti, una delle poche che usavano ancora per quel proposito invece dello studio, l’arsenale e altri vari usi che avevano designato alle altre stanze.

La porta si aprì rivelando un’austera, ma esteticamente piacevole stanzetta con vetrate che davano sul retro e i vari letti di terra con vari fiori. Naruto aveva deciso di mettere alla prova il suo pollice verde ed entrambi erano rimasti attoniti al vedere che era davvero bravo.

Avanzò verso un piccolo armadio e iniziò a tirare fuori un futon e un paio di coperte.

“E’ la tua camera, Sasuke?” domandò Sakura un po’ confusa.

“No,” rispose brevemente mentre distendeva il materasso sul pavimento di bamboo e lo preparava.

“Usiamo la tua stanza. Un letto sarebbe…”

“No,” disse inequivocabilmente. Con cavolo che l’avrebbe lasciata stare nello stesso letto che condivideva con Naruto.

Iniziò ancora una volta a togliersi i pantaloni, preparandosi a farlo e concludere la questione. Lanciò un’occhiata a Sakura che stava lì in piedi a osservarlo. “Pensavo che dovessi almeno toglierti la gonna,” disse, la voce tinta leggermente di impazienza.

Sakura annuì, le guance che si accendevano dello stesso colore dei suoi capelli. Si levò rapidamente i vestiti e guardò avidamente Sasuke che si stava inginocchiando sul futon. Era stupendo proprio come se lo immaginava, ogni linea era perfetta.

“Sakura,” disse improvvisamente, fissandola seriamente. “Non fare di questo qualcosa di più di quello che è”.

Abbassò gli occhi e annuì, ma dentro stava urlando dalla gioia. Questo era finalmente il suo momento. Il momento in cui lei e il suo amore stavano per unirsi insieme e lui avrebbe finalmente visto che lei era perfetta per lui. Gli stava per dare ogni cosa; il suo amore, il suo corpo e il bambino che voleva.

Sasuke osservò come la kunoichi si abbassava aggraziatamente sul futon e giaceva di fronte a lui. Era carina, doveva ammetterlo. Aveva morbide curve, in forma perfetta e completamente femminile. Questo avrebbe dovuto facilitarlo, tranne per un piccolo problema.

Il suo corpo non aveva alcun interesse per lei.

Tirando un piccolo, indiscernibile sospiro, chiuse gli occhi e cominciò a immaginare il suo amato nella sua mente. Ogni cosa che trovava eccitante, ogni cosa che trovava fastidiosa, ogni cosa che rendeva il dobe unico e, cosa più importante, suo.

“Sasuke-kun,” balbettò la morbida voce, strappandolo dai suoi pensieri e uccidendo la sua lenta eccitazione.

I suoi occhi si aprirono di scatto e abbassò lo sguardo. “Che c’è, Sakura?”

“Non stavi per…” si interruppe arrossita.

Continuò a fissarla con i suoi freddi occhi scuri.

“Forse hai solo bisogno di un piccolo aiuto,” si offrì. “Sono nervosa anch’io”.

Represse l’urgenza quasi opprimente di deriderla. Probabilmente era una cattiva cosa insultare il partner di letto.
Non che questo lo avesse mai fermato con Naruto.

“Io non sono nervoso, Sakura,” formulò deciso.

“Oh”. Diede un’occhiata al suo membro imbarazzantemente molle. “Forse potremmo iniziare più lentamente. Forse bac…”

“Non ti bacerò, Sakura. Non sei il mio amante. Lo sto facendo per fecondarti, non per iniziare una relazione con te,” le ricordò tagliente.

La rosa si accigliò alle sue parole, leggermente irritata alla remora. “Forse stavo solo cercando di scioglierti”.

“Non ho bisogno di sciogliermi,” disse lapidario.

“Beh, apparentemente hai bisogno di qualcosa,” disse con un sguardo significativo al suo pene.

Vide le sue labbra assottigliarsi all’osservazione.

Mormorando una maledizione sottovoce, si morse il pollice e formò dei sigilli per una tecnica di richiamo. Un piccolo, comune serpente di giardino apparve dalla nuvoletta di fumo.

“Sasuke, cosa…” iniziò Sakura con una nota di leggero disgusto nella voce.

Il moro ignorò la domanda sospesa e si rivolse invece al piccolo serpente. “Va a trovare Naruto e digli di venire a casa”.

Con un cenno del capo verde, la creatura strisciò via.

Sakura chiuse gli occhi come qualcosa identificabile con il dolore le percorreva il corpo. Prese un profondo respiro e aprì gli occhi acquosi per alzare lo sguardo sull’uomo dei suoi sogni. “Perché lui, Sasuke?” chiese infine. “Perché lui e non me?”

Sospirò e si passò frustrato una mano fra i capelli. “Sakura, tu sei una buona compagna di squadra, un eccellente ninja medico e una buona amica. Non rovinare questo, per favore”.

“Sto solo cercando di capire,” disse con il cuore in gola. “Voglio solo sapere perché non sono abbastanza per te”.

“Non sei tu, okay? Sono io ed è lui, non ha niente a che fare con te”. Sapeva che questa sarebbe stata una cattiva idea. Sapeva che la rosa non poteva sopportare l’aggiunta di livello di intimità.

Continuò a guardarlo con quello sguardo carico di sentimenti e il moro si sentì improvvisamente stanco. “Sakura, io lo amo. Non posso dirti esattamente perché o come o quando. Fare questo con te non cambierà le cose. Non cambierà il fatto che voglio stare con lui e nessun altro”.

“Ma, ma cosa sarebbe successo se tu non l’avessi mai incontrato,” insistette quasi infantilmente.

“Se non lo avessi mai incontrato, sarei morto dentro già molto tempo fa,” disse con calma.

Mentre Sakura digeriva ciò, la porta d’ingresso si aprì e poi si chiuse. Passi leggeri si fecero strada verso le scale e le salì. Osservò come gli occhi di Sasuke erano fissi sulla porta, osservò come il suo respiro diveniva più profondo e ansimava leggermente e osservò come la parte di lui che aveva bramato iniziava a rispondere al solo suono della presenza del biondo.

Tirò una lenzuola sul grembo come la porta veniva leggermente picchiettata prima di essere aperta. Naruto entrò nella stanza, non sembrando imbarazzato o sorpreso dello stato delle cose. Tuttavia, vide le sue narici tremarono piano come se stesse testando l’aria.


Avanzò direttamente verso Sasuke e gli donò uno di quei veloci baci possessivi sulle labbra incurvate e in attesa. “Avevi bisogno di me?” chiese abbastanza innocentemente, le sue mani tuttavia non potevano smettere di tendersi a toccare la pelle diafana. Le lasciò posarsi sulle spalle di Sasuke e poi di sforzò di tenerle lì.

Sasuke non rispose, ma si voltò invece verso Sakura. “Se vuoi aiutarci sinceramente e lo vuoi ancora, allora faremo questo a modo mio. Se non sei qui per aiutarci o se non vuoi più farlo, allora dillo ora e va a casa,” disse con voce chiara e concisa. Voleva assicurarsi che comprendesse completamente, che non c’era spazio per piani o interpretazioni.

Sakura sedette lì per un lungo istante, contemplando le opzioni. Fu un colpo basso per la sua autostima quando non poteva neanche eccitare l’uomo su cui aveva fantasticato per anni. Tuttavia, ci teneva davvero a lei e anche a Naruto (almeno quando non era invidiosa di lui).

Poteva davvero portare il bambino di Sasuke per nove mesi e non sviluppare qualche sorta di possessività né per lui né per il bambino?

Se faceva così, avrebbe avuto il beneficio di avere un legame con Sasuke. Avrebbe avuto una ragione per stare nella sua vita quotidianamente. Anche, se avesse mai deciso (qui non poteva fare a meno che ammettere una specie di forma di difesa per la piacevole idea) di sposarsi con qualche altro clan, il legame con il clan Uchiha avrebbe giocato a suo favore.

E poi, davvero poteva mai dire “No” a Sasuke qualunque cosa volesse?

Alzò il capo e annuì risolutivamente. I suoi sogni potevano essere svaniti, ma era intenzionata a fare tutto ciò che era in suo potere per il suo principe dai capelli corvini.

Sakura seguì come Sasuke ricambiava il suo cenno quasi solennemente prima di guardare Naruto. I loro occhi si incontrarono e si chiusero per un lungo istante e un segno d’ intesa parve passare tra loro prima che Naruto gli sorridesse dolcemente.

“Sei sicuro che è questo ciò che vuoi?” disse a voce alta il biondo, inutilmente forse eccetto per il fatto che voleva che anche Sakura lo sentisse. “Le donne pettegolano. Specialmente su questo genere di cose”.

“Lasciale pettegolare,” rispose Sasuke sogghignando. “Come non mi interessa ciò che dicono su di noi”.

Mentre Naruto imperturbabile lo spogliava dei suoi vestiti, non poté fare a meno che lasciare cadere i suoi occhi sull’amante. Ciocche ribelli contornavano il suo viso e il suo collo in una pettinatura che aveva più a che fare con un kunai e le proprie mani che il deliberato intento di un barbiere, occhi freddi lo osservarono ma riusciva a vedere l’eccitazione che cresceva dietro la facciata che amava rompere nella nebbia della loro passione, pelle diafana era segnata sporadicamente da cicatrici ancora più pallide accumulate dalle numerose battaglie e lotte che mostravano con perfetta chiarezza il pericolo della sua vita come shinobi.

Sasuke era lontano dalla perfezione, ma questa era una delle ragioni per cui Naruto lo amava così tanto. Nonostante ciò che pensavano molti, Sasuke era umano. Era imperfetto, era rude riguardo alle sue emozioni e poteva essere irritante e bisbetico, ma anche passionale, premuroso e quando dava il suo cuore per qualcosa, che fosse stata un’idea o una persona, lo dava tutto.

Si inginocchiò giù di fronte al suo compagno e diede un bacio dolce e delicato che chiedeva se l’altro si sarebbe sottomesso senza lottare. Era qualcosa che sembrava essersi evoluta tra loro dal momento che entrambi erano uomini dominanti che adoravano rivendicare suddetta dominanza l’uno sull’altro, ma qualche volta uno di loro voleva semplicemente qualcosa di lento, tenero e amorevole. In quest’ultimo caso la domanda sarebbe stata risposta con un altro bacio delicato o al contrario con violenza e bisogno che avrebbe detto che la lotta era iniziata.

Anche se entrambi sapevano che Sasuke non avrebbe vinto quel giorno dato che sarebbe dovuto stare dentro Sakura per il finale, apparentemente aveva qualche frustrazione che necessitava di essere sbollita mentre ricambiava il bacio ferventemente.

Sakura osservava curiosa a dispetto di se. Aveva una vaga idea di cosa facessero due uomini insieme, ma ovviamente non lo aveva mai visto in atto. Quindi era sicura che Sasuke avrebbe preso il controllo di ciò che stavano per fare, specialmente dopo il bacio di cui era appena stata testimone, perciò quasi boccheggiò ad alta voce per la sorpresa quando Naruto aveva portato una mano nei capelli di Sasuke sulla nuca e afferrati con una tale forza che i muscoli del suo braccio si tesero.

Naruto si piegò in avanti per sussurrare qualcosa nell’orecchio di Sasuke, facendo scorrere un brivido attraverso il corpo diafano. Qualunque cosa avesse detto era ovviamente stata la cosa sbagliata perché Sasuke afferrò il polso ambrato e lo torse leggermente mentre l’altra sua mano spingeva rudemente Naruto a terra.

Sakura sbatté le palpebre confusa come Naruto sorrise di rimando al suo amante.

“Hn,” disse Sasuke, chiaramente non impressionato.

Naruto picchiettò la mano che stava tenendo giù il suo petto e rotolando mentre Sasuke collassava sopra di lui, facendo finire il ragazzo dalla pelle ambrata sotto. Allineò velocemente i loco corpi induriti insieme e sfregò deciso verso il basso.

Sasuke si lasciò sfuggire un gemito mentre la sua mano si tendeva e afferrava il sedere sodo. Si contorsero insieme per un paio di secondi allo stesso modo, i loro respiri erratici mentre il piacere dei loro sfregamenti si diffondeva per i loro corpi.

Naruto ringhiò possessivamente e si inclinò a reclamare le labbra di Sasuke in un bacio profondo e assuefante. Si mosse lentamente ma mentre le sue labbra si univano a quelle di Sasuke, la sua lingua contornava quelle dell’amante. Denti aguzzi morsero prima il labbro superiore e poi quello inferiore prima si passare la sua lingua su entrambe in brevi e piccole lappate. Sasuke gemette sotto di lui prima di mordere la lingua di Naruto per rivalsa e soccombervi nuovamente poi.

Il dobe sapeva quanto gli piaceva baciare e lo usava contro di lui spietatamente.

Sasuke intrecciò le loro gambe insieme, gomiti e ginocchia sbattevano inosservatamente contro il pavimento di legno. Riuscì a prendere l’altro polso di Naruto nella sua mano e a fissarlo insieme all’altro sopra il capo del suo amato idiota. Catturò le labbra dischiuse in un bacio intenso mentre le sue cosce si sistemavano fra le ginocchia di Naruto.

Ci era quasi riuscito quando Naruto scostò le sue labbra e attaccò immediatamente il collo di Sasuke.

Sakura sentì un basso mormorio provenire dalla gola di Sasuke mentre Naruto continuava nel suo operato, abusando teneramente della pelle. Entrambi gli uomini erano duri e umidi dalle loro eccitazioni, permettendo ai loro corpi di scivolare molto più facilmente l’uno contro l’altro. Poteva vedere l’espressione lussuriosa e colma di desiderio sul viso di Sasuke e non sapeva se piangere o toccarsi. O forse entrambi.

Naruto intrecciò le sue dita nei capelli corvini e tirò la testa indietro per poter vedere chiaramente l’espressione in estasi di Sasuke. Sentì il familiare desiderio sgorgare in lui ed dovette ricorrere a tutta la sua forza interiore per non buttare l’altro uomo al suolo e prenderlo senza preparazione.

“Sasuke,” disse alquanto rauco.

Osservò come consapevolezza tornasse lentamente in quei bellissimi occhi scuri. Poteva vedere il rapido calcolo in essi mentre Sasuke tentava di decidere se voleva continuare a combattere o se si sarebbe solo concesso per riempire il bisogno ardente dentro il suo stomaco. Sentì il corpo sopra il suo rilassarsi di minuto in minuto e seppe che Sasuke aveva abbandonato il gioco.

“Hai portato del lubrificante con te?” chiese con voce roca. Capì dall’improvviso sguardo di irritazione che attraversò il viso eccitato e arrossato di Sasuke che il moro non aveva pensato potesse servirgli.

Naruto rise per un attimo. “Va bene, non ci serve. Girati”.

Sasuke indovinò subito cosa avesse in mente Naruto e i suoi occhi brillarono in anticipazione.

Mosse con grazia il suo corpo fino a che non si ritrovò di fronte alla spessa eccitazione di Naruto e con il suo sedere rivolto al suo amante (posizione 69). Senza esitazione, afferrò l’organo alla base e cercò di prenderne in bocca quanto più poteva. Ignorò il basso boccheggiò scioccato al suo lato e si beò del profondo gemito sotto di lui.

“Bastardo traditore,” udì dalla regione del suo fondoschiena.

Sorrise compiaciuto intorno alla solida ma tenera carne nella sua bocca, divertendosi di come stava buttando il dobe nel tormento. I suoi occhi si spalancarono per la sorpresa come la lingua di Naruto passava sulla sua sensibile entrata. Sentì le dita affondare nei suoi fianchi mentre gemeva intorno alla sua erezione che ora stava succhiando, determinato a riempire la sua gola.

Alla faccia dell’idiota che gli aveva dato del traditore!

A lato, Sakura stava iniziando a chiedersi se i due si ricordassero ancora della sua presenza nella stanza.

Sasuke provò a non mugolare come l’abile lingua di Naruto cominciava a contornare il suo orifizio, stuzzicandolo e inumidendolo con la sua saliva. Tentò di non gemere mentre un pollice si protese e iniziò a massaggiare il suo pene, stimolando la sua prostata dall’esterno. Cercò di impedire al suo corpo di tremare quando denti mordicchiarono con decisione la pelle lungo le sue natiche. Ma più di tutto, tentò di non spingersi indietro mentre la lingua iniziava ad affondare dentro la sua entrata che bramava di essere penetrata e riempita.

Ovviamente, fallì tutti i suoi intenti.

Il suono che Sasuke stava producendo stava lentamente portando Naruto alla pazzia. Una parte di lui voleva continuare a torturare il suo amante, dargli quanto più piacere potesse sopportare mentre un’altra parte, una parte più selvaggia, voleva solo penetrare in lui ripetutamente fino a che entrambi non avessero gridato.

Sentì l’anello di muscoli tremare attorno alla sua lingua, cercando di aggrapparsi a qualcosa. Si spinse ulteriormente più a fondo e quei muscoli si contrassero attorno a lui, cercando di tirarlo più dentro.

Poteva sentire l’inebriante sensazione delle gocce pre-orgasmiche di Sasuke cadere e macchiare il suo petto. Spinse il suo compagno più vicino fino a che i loro corpi non furono pienamente a contatto, la durezza dell’eccitazione di Sasuke premeva stretta fra loro. Continuò a leccare e a stuzzicare lo stretto anello di muscoli mentre il suo amato cominciava a muovere i suoi fianchi, scivolando grazie al liquido sparso poco prima.

Sentì il moro spingere ulteriormente la sua bocca giù sulla lunghezza di Naruto e grugnì contro le natiche appoggiate alle sue labbra. Sasuke non lo prendeva spesso tutto, ma quando lo faceva lasciava Naruto senza fiato facendolo gemere in estasi mentre macchie bianche danzavano nella sua vista.

Naruto avvertì il corpo sopra il suo tendersi e seppe che doveva ritirarsi. Non c’era niente che desiderasse di più di lasciare Sasuke venire sopra il suo petto, sentire il caldo seme dell’amante bagnare la sua pelle e correre giù per il suo ventre. Tuttavia, sapeva che avevano bisogno di quel seme da qualche altra parte e per un proposito migliore di una sua fantasia erotica.

Usò le mani con le quali stava correntemente tenendo i fianchi di Sasuke per sollevarlo da se. Sasuke resistette per un momento confuso e perso in una nebbia di lussuria e piacere. Sapeva solo che il suo compagno lo stava spingendo via prima che potesse portare entrambi all’orgasmo.

Non soddisfatto dello stato delle cose, Sasuke si girò e si mise a cavalcioni dei fianchi di Naruto. Senza dare al biondo alcuna possibilità di protestare, si abbassò e guidò la spessa asta alla sua entrata e iniziò ad farla affondare in se.

Sakura guardò con occhi sgranati come Sasuke impalava ogni centimetro che Naruto aveva da offrirgli fino a che non fu seduto sul bacino del suo partner. L’espressione sul suo volto era stupefacente; il leggero contrarsi degli occhi come se fosse in pena, i denti che mordevano il labbro per il piacere e lo sguardo di puro amore che stava rivolgendo al giovane sotto di lui.

“Sasuke,” gemette Naruto, incapace di fermarsi dal penetrare verso l’alto nel ben accetto calore. Riaprì gli occhi e incontrò lo sguardo vulnerabile indirizzatagli. “Non puoi venire,” ricordò a Sasuke senza fiato.

Sasuke tremò, sapendo logicamente che Naruto aveva ragione ma bramandolo perversamente di più perché negatagli. “Ma tu puoi,” rispose rauco mentre iniziava lentamente a muoversi su e giù ingolfandosi sulla durezza.

Naruto afferrò le cosce di Sasuke, desiderando sia che lui andasse più veloce e sia che si fermasse cosicché non ci sarebbe stato un incidente. Voleva che questo affare con Sakura finisse cosicché Sasuke potesse liberarsi di quel turbinante insieme di emozioni in cui era.

Ricordandosi improvvisamente della sua amica dai capelli rosa, spostò lo sguardo per vedere l’espressione che una persona affamata doveva avere quando stava fuori di fronte alla finestra di un elegante ristorante e vi guardava dentro. L’unica differenza era la tristezza che tingeva il suo sguardo di avarizia come se avesse finalmente realizzato che non sarebbe mai stata invitata ad entrare.

Si stupì quando una mano lo raggiunse e gli voltò il viso verso l’uomo sopra di lui. Gli occhi di Sasuke lampeggiarono di freddezza per un istante, insultato che la sua attenzione fosse ignorata e specialmente dal momento che coinvolgeva la seccatura nella stanza, la sui esistenza cercava di dimenticare. Si sdegnò al fatto che Sakura li avesse forzati in una situazione intima che doveva essere condivisa esclusivamente tra loro due e messa sullo schermo.

Si spinse giù con più forza, ruotando i fianchi mentre lo faceva. Naruto gemette, gli occhi si chiusero di loro spontanea volontà.

“Guardami,” ordinò Sasuke. Doveva essere l’unica cosa che quel dobe guardava quando erano così. Doveva essere l’unica cosa che quel dobe guardava quando non lo erano. Voleva essere l’unica cosa nel mondo di Naruto proprio come Naruto era l’unica cosa nel suo.

Mani ambrate si protesero alla sua vita e la strinsero con forza come i due iniziarono a muoversi in sincronia. Bassi mugolii risuonavano nella stanza e come al solito, la bocca inoccupata di Naruto si aprì mentre si avvicinava sempre di più all’apice.

“Cazzo, Sasuke! La fai sembrare così dannatamente facile,” ringhiò mentre combatteva per tenere i suoi occhi aperti. Ci fu un flash di rosso nel blu; un colore di cui Sasuke era in attesa. Cominciò a muoversi più forte e più veloce, cercando consapevolmente di evitare di colpire la sua prostata il più possibile.

“Sì! Così! Continua così!” (trad orig: cavalcami) ringhiò tra gli ansimi. “Più veloce!”

Sasuke tremò alle parole avvicinandolo all’apice. Ringraziò gli dei che Naruto non avesse compreso quanto le sue parole lo avessero eccitato. Sentì un lamentò basso e femminile al suo lato ma lo ignorò.

Il blu divenne nuovamente rosso.

“Sasuke!” gridò praticamente. “Sto per venire! Sto per venire nel tuo culo!”

Il membro di Sasuke pulsò pericolosamente all’ammissione. “Sì,” sibilò. “Fallo!”

Dovette afferrare dolorosamente la sua erezione per fermare il suo orgasmo mentre unghie appuntite affondavano nella sua pelle. Naruto cominciò a muoversi freneticamente su e giù, penetrandolo, affondando in lui fino a che non reclinò il capo all’indietro con un urlo.

Un altro violento tremito percorse il corpo di Sasuke come sentì Naruto riversare la sua essenza nel profondo di lui. “Sakura” chiamò urgentemente.

Pochi passi sul pavimento di legno e fu lì. Si alzò velocemente da Naruto e praticamente sbatté la rosa al suolo. Non si fermò a chiedersi se fosse pronta o meno.

Dopo aver visto un simile spettacolo, era più che pronta.

Dita cerchiarono la sua entrata che era stata lubrificata dall’orgasmo di Naruto e cominciarono a penetrare rapidamente in lui, colpendo la sua prostata ad ogni colpo.

Sakura rimase senza fiato alla penetrazione iniziale. Sentire Sasuke dentro di lei era quasi più di quanto potesse sopportare. Alzò lo sguardo per vedere le contrazioni di piacere sul viso di Sasuke e sorrise al pensiero di essere stata capace di portarlo a tale libidine. Ma perché non si stava muovendo in lei?

“Naruto,” disse Sasuke con fatica mentre il suo corpo di tendeva ancora una volta. Era così dannatamente vicino, così pronto a lasciarsi andare. Le dita divennero in qualche modo più veloci e più forti, facendo scuotere il suo corpo alle sensazioni. Sentì gli occhi ruotare nella sua testa e poi l’orgasmo esplose dal suo corpo.

Sakura osservò come il nome di Naruto fu urlato contro il suo petto. Il bellissimo corpo di Sasuke tremò contro il suo mentre riversava il suo seme nel profondo del suo grembo. Era quello che aveva desiderato, ma ancora così lontano da come se lo era immaginato. Il moro collassò praticamente su di lei, tentando di riguadagnare il controllo sul suo respiro.

Poté sentire la calda aura del moro superare le barriere dove solitamente si rinchiudeva e non poté fare altro che augurarsi di poter in qualche modo essere stata una vera parte di essa. Mentre Sasuke non l’avrebbe mai invitata, sicuramente Naruto l’avrebbe fatto qualche volta e chi sarebbe stata lei per rifiutare le sue attenzioni? Tuttavia, se mai il biondo avesse scoperto che aveva deliberatamente sabotato i precedenti tentativi, non l’avrebbe mai perdonata.

E alla fine, non ne non ne era valsa la pena.

Sapeva che si era intromessa in una situazione che era privata e doveva rimanere tale. Sapeva che gli sguardi d’amore che ancora adesso venivano scambiati tra i due giovani sopra di lei non erano destinate a lei.

Non si era mai sentita così sola nella sua vita.

Ed era una sensazione portata a galla proprio dalle sue macchinazioni.

“Grazie, Sakura-chan,” disse con calma Naruto. “Spero che questa volta le cose funzionino”.

Sakura mosse una mano sul suo addome e una luce verde la avvolse. Avvertì la potenza del suo ovulo già pronto e sentì la fusione. Scostò la mano e il bagliore svanì.

“Sono sicura di sì,” disse tranquilla.

Sasuke uscì da lei e si chino a baciarle dolcemente la fronte. “Grazie, Sakura”.

Si spostò da lei e lasciò che le braccia del suo compagno lo avvolgessero.

La giovane tirò il lenzuolo intorno al suo corpo mentre i due in piedi iniziavano a raccogliere i loro vestiti.

“C’è una doccia nella porta accanto,” le disse Naruto con un sorriso rilassato.

“Prenditi tutto il tempo che vuoi,” disse Sasuke con la sua solita maschera di impassibilità. Tuttavia, i suoi occhi avevano ancora la delicatezza e una minuscola briciola di gratitudine che fecero stringere la sua gola di un gusto di amara colpevolezza.

Fu mentre si sedeva in quella stanza che prese una decisione coscienziosa, non sarebbe più stata sola. Avrebbe dato a loro questo regalo e li avrebbe amati entrambi come cari amici che avevano silenziosamente offerto a lei questa opportunità.

Sasuke aveva ragione. Lei non era la sua amante e dagli sguardi, dalla passione e il legame che ovviamente c’era fra i due, non lo sarebbe mai stata.

Fine.
 
Top
0 replies since 16/1/2009, 21:15   137 views
  Share