One-shot 7: The definition of 'Mistake'.

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trinh89
view post Posted on 16/1/2009, 21:39




Titolo: The definition of ‘Mistake’ (La definizione di ‘Errore’).
Autore originale: crazy novelist-san.
Traduttrice: trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3806981/1/The_...istake%3C_b%3Er
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic sono maggiorenni, e comunque non realmente esistenti. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: sasunaru.
Rating: yaoi, lemon.
Warning: NaruSasuNaru e con questo voglio dire che ci sono letteralmente due Naruto!!!

-One-shot 7: The definition of ‘Mistake’.

Mis·take [mi-steyk noun, verb, -took, -tak·en, -tak·ing].

–Nome

Un errore di azione, calcolo, opinione o giudizio causato da scarso ragionamento, disattenzione,conoscenze insufficienti , ecc.

Un’incomprensione o malinteso.

–Verbo (usato con oggetti)

Stimare o identificare in modo errato qualcosa o qualcuno: l’ho scambiato per l’Hokage.

Comprendere, interpretare o valutare in modo errato; capir male, fraintendere.

–Verbo (usato senza oggetto)

Essere in errore.

***

Sasuke

Sasuke indossava scalda braccia ogni giorno, senza curarsi minimamente del tempo. Kakashi faceva spallucce alla personale abitudine di Sasuke liquidando così la questione poiché non erano affari suoi. Sakura pensava che era alla moda e lo avrebbe copiato se non le avessero fatto sembrare le braccia stranamente piccole e allo stesso tempo grasse. E a questa rivelazione e il fatto che Su Sasuke non sorbivano quell’effetto, la cotta non richiesta di Sakura per il ragazzo non poteva che crescere. Sasuke era molto riservato, a volte completamente rude, burbero e difficilmente parlava.

Nessuno chiedeva mai dei suoi scalda braccia, almeno non in sua presenza. Ma Naruto sì. Allora di nuovo, nessuno degli abitanti del villaggio considerava Naruto come un qualcuno.

Era la più bollente giornata d’estate, Sakura aveva abbandonato il suo lungo abito rosso e i pantaloncini neri per una canottiera rosa come i suoi capelli e un paio di mini-shorts che erano più freschi. L’uniforme estiva di Kakashi era considerevolmente più leggera di quella ordinaria e per una volta era aperta e indossava maniche corte e pantaloncini scuri. Anche Naruto aveva lasciato la solita tuta arancione per i suoi pantaloncini grigi preferiti e la sua maglia a maniche corte bianca con la spirale del fuoco sul davanti.

Solo Sasuke sembrava non aver notato l’afa, la quale si sollevava visibilmente dal terreno e si diffondeva nell’aria mentre il Team 7 eseguiva un’altra missione di livello D. Indossava gli stessi pantaloni bianchi, la maglia dal collo largo, e scalda braccia e muscoli. Naruto vedendolo, lo definì malato, un commento che Sakura non poteva ribattere onestamente, ma lo fece ugualmente.

Sasuke notò con un certo fastidio che Kakashi gli aveva dato la parte più facile della loro così chiamata ‘missione’, che consisteva nell’aiutare a pulire la soffitta di un’anziana signora. Sasuke doveva stare dentro e impacchettare tutte le cose che l’anziana avrebbe tenuto, gettato e dato via ai numerosi parenti. Ciò significava che mentre Kakashi, Naruto e Sakura dovevano portare le scatole dentro e fuori lontani dalla casa climatizzata ed esposti all’afa, lui se ne stava dentro. Non aveva bisogno di essere compatito, dannazione!

Né Naruto né Sakura fecero una singola lamentela sull’essere fortunato di Sasuke che era potuto stare all’aria fresca tutto il giorno. Non volevano vedere Sasuke svenire per il sole come invece stava invitando con la sua scelta di guardaroba. In verità nessuno lo stava compatendo, si stavano solo prendendo in considerazione la sua salute.

A metà della loro missione la vecchia signora che stavano aiutando venne fuori in giardino con un vassoio di limonata ghiacciata e degli asciugamani freschi. Sasuke la seguì portando un vassoio di sandwiches e biscotti con un’espressione irritata, apparentemente si era adoperato ad aiutarla in cucina.

Fu allora che Naruto lo vide. La manica del braccio destro di Sasuke era bagnata per circa un quarto nella parte superiore. Fortunatamente perché si era lavato le mani prima di toccare il cibo, pensò Naruto soddisfatto mentre si versava felice della limonata ghiacciata. Non perché la manica fosse bagnata di per sé, ma perché ora che lo erano, Naruto riuscì a vedere un po’ della tonica pelle diafana attraverso il tessuto. E ancora, parti della pelle visibile, la parte interna dei polsi per essere precisi, erano rosei, quasi rossi.

Dapprima non significò niente per lui il fatto. Poi ci rifletté meglio, e più ci pensava e peggio divenivano le sue teorie. Finalmente dopo la missione, una volta che Sakura fu stata rifiutata per un appuntamento pomeridiano con Sasuke, Naruto decise di affrontare il moro.

“Sasuke” disse con voce seria e ferma che solitamente non erano presenti nella sua voce, “Dove stai andando?” era una voce che usava soltanto quando non stava scherzando.

“Cena, poi casa”. Disse Sasuke, non sprecandosi in ulteriori parole, il tono infastidito che rivolgeva solo al biondo. E detto ciò iniziò ad allontanarsi da Naruto.

“Ti dispiace se mi unisco?” disse Naruto, camminando per raggiungere Sasuke e finendo al suo fianco. Sasuke fissò il biondo, “Sì,” sibilò.

Naruto gli lanciò un’occhiata offesa. “Tsk”.

Il cammino verso il ristorante fu fatto nel più totale silenzio, i due ragazzi ordinarono i loro piatti e si misero d’accordo perché si sedessero l’uno al capo all’altro del tavolo. Mangiarono in silenzio con somma sorpresa di Sasuke e il ragazzo non poté fare a meno di pensare che era abbastanza gradevole stare con Naruto quando non parlava. Una volta terminata la loro cena, pagarono e se uscirono dal locale.

“Mi stai davvero seguendo fino a casa?” sbottò Sasuke. Naruto si voltò verso il moro, “Questa era ciò di cui non volevo parlare al café. Um, vedi…in un certo senso…emh, sono stato sfrattato”.

“Ti sei fatto sfrattare?” chiese Sasuke con voce mortalmente calma.

“Lo fai sembrare come se lo avessi voluto. Durante una missione sono entrati i ladri e hanno rubato i soldi dell’affitto. Nessuno ha voluto ascoltarmi e quindi ora sono senza casa”. Naruto distolse lo sguardo dal compagno.

La parola ‘senza casa’ colpì Sasuke come uno schiaffo in pieno viso, ciò nonostante non si sarebbe fatto smuovere così facilmente, “E perché non fai rapporto all’Hokage, chiedere di stare con Kakashi?”

“Tu fra tutte le persone dovresti sapere che l’ultima cosa che vorrei è la pietà”. Il tono di Naruto assunse una nota amara.

“E, perché io?” domandò Sasuke non arrendendosi.

“Vuoi veramente sapere la verità? Bene”. La voce del biondo ora era proprio arrabbiata. “Prima di tutto, Sakura mi sbatterebbe la porta in faccia, e se non la facesse lei, ci darebbero i suoi genitori a cacciarmi fuori di casa. Non credo che io possa vivere sotto gli sguardi di compassione di Kakashi-sensei o Iruka-sensei. Baa-chan riderebbe di me, mi indicherebbe un divano e mi getterebbe una giacca. Questo non mi preoccuperebbe poi tanto, sinceramente poterei sopportarlo, ma Shizune…lei mi guarderebbe con quella sua aria pietosa; non riesco a sopportare quello sguardo, sono cresciuto senza fino ad oggi senza che questo intero villaggio gliene importasse o meno che io vivessi o morissi. Averli che mi guardano con pietà e interessamento per convenienza…” Naruto strinse i denti, “Non mi serve”.

Sasuke lo guardò semplicemente. “Puoi stare sul divano e risparmiare i soldi per pagare di nuovo l’affitto di casa. Fino ad allora dormirai solo sul mio divano. Non c’è bisogno che tu stia comodo”. Guardò Naruto, che finalmente alzò lo sguardo su di lui, gli occhi dardeggianti di rabbia erano estranei a Sasuke; certo, aveva visto Naruto arrabbiato prima d’ora, ma era sempre una rabbia misurata o frustrazione. Non la furia che oggi aveva trovato in quegli occhi.

“Provi molto rancore verso il villaggio, vero?” chiese Sasuke tranquillo, Naruto rise con ilarità. “Non ho bisogno di un villaggio che mi usa per convenienza, farò di me una necessità”.

Il sogno di Naruto di diventare Hokage, pensò Sasuke, forse sarebbe stato in grado di vederlo…

Entrarono nel complesso di appartamenti in cui Sasuke viveva. Salirono le scale in silenzio e non appena Naruto e Sasuke furono al sicuro dietro alla porta chiusa a chiave del moro, Naruto pose la domanda che stava rodendo nella sua gola da quasi tutto il giorno, “Allora, che succede ai tuoi polsi?”

Sasuke non disse niente, ma parve confuso dalla domanda, “Huh?”. Naruto afferrò il suo polso e sollevò la manica sul braccio. “Questa è l’altra cosa di cui non volevo parlare nel ristorante. Questo. Sto parlando di questo. Sto parlando dei tagli e del sangue tutt’intorno ai tuoi polsi Sasuke”. La sua voce era piatta ma pericolosa. Non voleva fare dei polsi dell’amico un affare di Stato, ma a vederli chiaramente sapeva che doveva dire qualcosa. “Tu non stai cercando di ucciderti, questo posso affermarlo con sicurezza. Tu sai come tagliarti e dove”.

Sasuke strattonò la mano fuori dalla presa di Naruto che si era allentata. !E’…è solo un errore”.

Naruto si arrabbiò davvero a ciò. “Un errore?” sibilò “E’ un errore che tagliarsi sulle braccia per più di cinquanta volte? E un errore continuare a farlo? Posso dire che queste cicatrici,” ne indicò qualcuna, “Queste sono più nuove, più rosse, i tagli sono freschi. Tutto questo è solo un errore? Esattamente in quanti posti hai fatto questo genere di ERRRORE?”

Sasuke non disse niente, si levò gli scalda braccio, e gli scalda gambe, si tolse la maglia così come i pantaloni. Su tutto il suo corpo i rabbiosi marchi rossi adornavano il suo corpo come una qualche sorta di malata opera d’arte moderna.

“Come?” comandò con calma Naruto. “Come puoi chiamare tutto questo solo un errore? Questo non è un errore Sasuke, questo è un problema. Un problema serio. Hai bisogno di qualcuno di cui fidarti o un altro modo. Questo non è solo un errore, onestamente non c’è modo di definirlo tale”.

“La definizione di errore,” formulò con tranquillità Sasuke, “E’ un errore di azione, calcolo, opinione o giudizio causato da scarso ragionamento, disattenzione, conoscenze insufficienti etc. Io sto facendo un errore di azione, opinione e giudizio perché sono stato ‘disattento’. Ciò che sto facendo è un errore; non dovrei farlo ma non posso, non voglio fermarmi. Questo è il modo in cui sono sopravvissuto. Ma al di là delle curiosità, come hai saputo delle mie cicatrici?”

“Non per offenderti Sasuke, ma chi diavolo indosserebbe scalda braccia quando c’è un sole che spacca le pietre?” disse Naruto. Sospirò poi, “Vuoi sapere qual è il mio errore?”

“Lasciare che ti derubassero l’appartamento?”

“Zitto. Stavo per dire ci non averlo notato prima,” Naruto si levò la giacca e sollevò la sua maglia sopra la testa, e mostrò la sua schiena a Sasuke, il moro vide che era coperta di graffi, che sembravano intente ad andare dappertutto ma non potevano che raggiungere la metà di essa. “Ho smesso di fare il mio errore, mi permetterai di tentare ad aiutarti a liberarti del tuo?”

“Tu non potrai mai comprendere il senso di colpa che provo” disse Sasuke, pentendosi di aver lasciato entrare il ragazzo nel suo appartamento.

“Cosa? Avere la sensazione che il tuo solo respirare è un crimine. Che la tua esistenza è un impedimento anche per te stesso e tutto sarebbe meglio se ti fermassi. E non intendo fermarti come in pausa, ma fermarti sul serio; smettere di respirare, fermare il tuo cuore, smettere di pensare. Pregare per il dolce oblio e tuttavia sapere che c’è ancora qualcosa che devi dimostrare, qualcosa che devi fare. Un ultimo egoistico desiderio. E’ la sola ragione per cui siamo ancora vivi” disse con calma Naruto.

Sasuke fissò Naruto come se lo stesse veramente vedendo, quando invece non era così.

“Forse dovremmo fare un nuovo tipo di errore”. Il biondo fece un passo avanti avvicinandosi all’altro, che fu improvvisamente cosciente del fatto che fossero soli nel suo appartamento ed entrambi a petto nudo. “Na-Naruto…” ma ogni parola morì prima che potessero raggiungere la sua bocca, non riuscì nemmeno a pensare ciò che voleva dire.

Al contrario Naruto lo sapeva esattamente, “Proviamo dolore perché crediamo che non ci sia nient’altro per noi da provare, ma cosa succederebbe se riuscissimo a sentire bisogno, desiderio o in qualche modo felicità? Cosa succederebbe se riuscissimo a fare questo l’uno per l’altro Sasuke?”

Il cuore dell’Uchiha perse un battito, era molto allettante. “Se io alleviassi la tua pena ricambieresti il favore, Sasuke?” mosse un altro passo avanti, il moro poteva praticamente sentire l’aura che emanava Naruto, era travolgente. Il biondo portò una mano sulla guancia pallida e lasciò che il suo respiro caldo sfiorasse il collo del ragazzo, aumentando il ritmo del suo cuore. “Facciamo un nuovo errore questa notte, chi sa, forse il tempo proverà che non è stato veramente un errore dopotutto”.

Sasuke poggiò le sue mani sulle spalle di Naruto, “Io non ho mai-” ma il ragazzo lo interruppe, “Neanch’io, il tuo era stato il mio primo e unico bacio”. Sasuke rimembrò quel giorno all’accademia e arrossì leggermente. “Per me è lo stesso”.

Naruto premette le sue labbra sul collo del moro, il quale sussultò facendo ghignare l’altro alla reazione. “Farai questo errore con me, Sasuke?”

Sasuke annuì e senza ulteriori esitazioni mani brunite scorsero sopra le cicatrici tastando le lievi differenze della pelle, il biondo usò maggior cautela sui polsi del compagno, che sembravano essere le uniche parti che portavano nuove lacerazioni. Le mani del moro scesero dai capelli di Naruto alla sua schiena per passare al suo petto e tornare nuovamente ai suoi capelli. Naruto continuò a baciarlo sul collo e gemiti soffocati vennero strappati dalla gola del moro che cercava di sopprimerli

“Lasciati andare Sasuke, lasciami alleviare il tuo dolore, dimmi che quello che ti sto facendo ti fa sentire bene”. Disse il biondo staccandosi dal ragazzo per ammirare il segno rosso che aveva lasicato, “Lasciati ascoltare Sasuke”.

“Naruto!” esclamò non riuscendo ad aggiungere altro, dal momento che Naruto aveva iniziato nuovamente a baciarlo e succhiare il suo collo facendo sì che la sua gola si stringesse incondizionatamente per la tensione, che Naruto riuscì a percepire. Così sollevò una mano e una volta trovato un punto di pressione sull’orecchio del moro, iniziò a massaggiarlo con decisi ma dolci cerchi. La parte superiore del corpo di Sasuke si fece molle come tutta la tensione lo abbandonò e a questa si succedette la sensazione di un peso che veniva tolto.

“Oh, oh Naruto…mmm…ah!” il biondo si spinse contro Sasuke, il quale arretrando si ritrovò contro la parete. Il muro era come un dolce, una dolce lastra di ghiaccio contro la sua schiena, era il tempo quel giorno o era lui che si stava surriscaldando a causa dei frenetici battiti del suo cuore? Questo non lo sapeva, e non aveva importanza, perché era il paradiso per la sua pelle. Naruto baciò lentamente il collo pallido tracciando un’invisibile scia verso il petto del moro per scendere infine al suo ventre. Lo baciò, lo leccò e poi infilò la lingua nell’ombelico ed emise un lungo gemito che vibrò attraverso la parte inferiore del corpo di Sasuke strappandogli i suoni più splendidi che il ragazzo avesse mai sentito.

A quel punto Naruto non poté più ignorare l’erezione vestita del moro che gli veniva spinta contro solleticandogli il collo e il mento. Sbottonò con prudenza i pantaloni del compagno vedendo come gli occhi d’onice si appannarono. Fissare quelle bellissime ed intense iridi azzurre era una tortura come sentì i suoi limiti messi alla prova. Si coprì la bocca con una mano e distolse lo sguardo, chiudendo le palpebre per non vedere l’angelo biondo ai suoi piedi.

Come un paio di mani abbassarono con cura i suoi pantaloncini bianchi lungo le gambe e passarono poi a fare la medesima cosa con i suoi boxer, un altro paio di mani scostò gentilmente la sua dalla sua bocca. Gli occhi si aprirono si colpo come fissò il Naruto che era inginocchiato di fronte a lui per poi spostarlo al Naruto che era apparso al suo fianco, il quale aveva spinto lo aveva spinto in avanti, lontano dalla parete per portarsi dietro la sua schiena. “Cosa ti avevo detto sul volerti sentire? Non pensare mai che ciò che tu vuoi dire non sia qualcosa che voglia ascoltare. Voglio sentire ogni sillaba”.

Il primo Naruto si alzò e afferrò la mano del Naruto dietro Sasuke per iniziare poi a succhiare amorevolmente le sue dita. Il moro osservò, rosso in viso, mentre seguiva il biondo dedicare speciali attenzioni ad ogni suo dito. Sentì i gemiti del Naruto dietro di lui riuscendo a percepire i gemiti attraverso la sua schiena e la sua erezione crebbe pulsando ancora più dolorosamente. Finalmente Naruto liberò le dita del Kage Bushin e fissò Sasuke negli occhi, “Avrai una strana sensazione” disse, il suo desiderio era evidente nella voce rauca.

Il biondo spinse le dita inumidite dentro il moro prudentemente, lentamente, amorevolmente. Le mani dell’Uchiha andarono immediatamente verso le spalle di Naruto affondando le unghie fino a farli sanguinare. Naruto non disse mai una parola e francamente non gli importava. Sasuke strinse i denti e soffocò i grugniti che tentavano di fuoriuscire dalla sua gola. Era davvero un strana sensazione, ma non solo quello…faceva davvero MALE!

Naruto iniziò nuovamente a sfregare quel punto sul collo del compagno, “Rilassati o ti farà più male”. Di nuovo Sasuke provò quella meravigliosa sensazione come collassò contro il Naruto dietro di lui. “Aaa-ahh!” non faceva più male, ma provava solo piacere e come aveva detto Naruto, era anche un po’ strano.

Naruto prese nota dello sguardo significante che gli aveva lanciato la sua copia e iniziò a pompare il membro di Sasuke con la sua mano, il quale si inarcò contro di essa mentre un dito scivolava fra le sue natiche e la mano intorno alla sua erezione si muoveva a ritmo. Un secondo dito si unì al primo, e questa volta Sasuke fu un po’ più preparato alla sensazione e fu in grado di sentire qualcosa di più oltre all’iniziale dolore. Divenne cosciente del passaggio tra il dolore e il piacere e grazie alla mano del biondo che massaggiava il punto di pressione sul suo collo, non si tese e la preparazione fu più veloce. Poi le dita cominciarono a dividersi allargandolo, facendogli male, dandogli piacere, era tutto così bello e nuovo. Quando si abituò alle dita, queste si fermarono così come la mano sul suo membro.

“No” gemette, la voce rotta simile a un debole sussurrò supplicante che quasi odiò, ma che se avesse fatto riprendere le azioni di poco prima sarebbe valsa la pena.

“Calmati Sasuke, prima di continuare dobbiamo fare qualche cambiamento” disse il Naruto di fronte a se inginocchiandosi di nuovo, “Sarà più bello di prima”. Il Kage Bushin lo rassicurò da dietro, “Ti prenderò per la vita e tu dovrai mettere le tue gambe sulle spalle di Naruto”.

Il Naruto inginocchiato di fronte a lui attese il peso del corpo del moro appoggiando le mani del moro contro la parete, “Avanti Sasuke”.

“Com’è che sembra tu sappia esattamente cosa stai facendo Naruto? Avevi detto che era la tua prima e unica volta” disse Sasuke, finalmente in grado di esprimere un pensiero coerente anche se manovrò comunque il suo corpo sedendosi praticamente sulle spalle del compagno.

“Ho aiutato a scrivere ed editare il libro di Ero-sennin, Icha Icha è una storia tra uomini; la copertina è forviante così chiunque non voglia ammettere le proprie preferenze non ha bisogno di farlo sapere ad altri”. Naruto emise una bassa risata, “Ho imparato molto su queste cose da quel libro”.

Il Naruto in piedi dietro di lui abbracciò la vita del moro, “Cerca di non penetrare troppo forte nella bocca di Naruto, potresti soffocarlo o fargli male. Stai tranquillo o non durerà molto”.

“Come diavolo faccio?” domandò Sasuke leggermente alterato, la copia non rispose, ma rise come tornava a stimolare il punto di pressione sul collo di Sasuke.

Se non fosse stato sorretto dai due Naruto le sue gambe sarebbero cedute. Le sue mani si strinsero intorno alla vita e avvertì un altro paio si mani abbassare i pantaloni del biondo dietro di lui, una delle mani sulla sua vita scivolò per posizionare l’erezione di Naruto all’entrata già preparata del moro. Nel momento in cui il Naruto dietro di lui entrò in lui, il Naruto davanti a lui avvolse la sua bocca intorno al dolorante membro pulsante di Sasuke e con il Naruto davanti a lui a succhiare meravigliosamente il suo pene e il Naruto dietro di lui che lo stava torturando oralmente sull’area sensibile del suo collo non c’era niente per coprire i gemiti e le grida di piacere che fuoriuscivano ininterrottamente dalla sua gola.

Ci fu un lento ritmo inizialmente, mentre Naruto prendeva gradualmente Sasuke nella sua bocca cercando con difficoltà di non usare i denti e di ricordare come combattere il riflesso incondizionato e il bushin alle sue spalle aspettò che Sasuke si abituasse alla sensazione di essere penetrato.

Era tutto così meraviglioso e nuovo e certo faceva male, ma il dolore valeva la pena per l’estasi che seguiva. Sasuke non sapeva se impalarsi sul pene dentro di lui o spingersi nella bocca del biondo davanti a lui. Non era nemmeno cosciente dei suoni che stava emettendo, delle mezze frasi che diceva e le sillabe prive di significato che mormorava.

Non era cosciente che stava pregando i due perché andassero più veloci, che continuava a gridare ogni dio che conoscesse e che continuva a ripetere il nome di Naruto come un mantra. Sapeva solo che stavano andando

“TROPPO PIANO!”

Registrò semplicemente le risate proveniente dalla calda bocca di Naruto che lavorava più veloce e succhiava più forte, si mosse incontro alle penetrazioni, qualche parte della sua mente stava prendendo nota che il biondo sembrasse cercare qualcosa.

“AAAHHH!” bianco lampeggiò davanti alla sua vista, o forse era ogni colore immaginabile nel suo più piccolo sprazzo, “LÌ! Oh, DIO! Lì! Più forte, PIÙ FORTE!”

Non sapeva che quel punto era la sua prostata che veniva colpita a ogni spinta; non sapeva che Naruto stava ridendo intorno alla sua asta e che ciò stava causando quella meravigliosa vibrante sensazione. Non lo sapeva e non gli importava, si era trattenuto più a lungo di quanto si era aspettato e sapeva non sarebbe durato ancora a lungo. La dolce liberazione stava arrivando, ma quei movimenti erano troppo belli che quasi non voleva che finissero.

Si chiese quando le sue mani si fossero intrecciate con le ciocche bionde della testa che stava pompando il suo membro. Abbassò lo sguardo e vide che Naruto si era abbassato i suoi stessi pantaloni e che stava pompando furiosamente il suo stesso membro a tempo con le somministrazioni della sa copia. A quella visione raggiunse l’apice, venne con forza nella bocca di Naruto, stingendo violentemente i suoi capelli e forzando il biondo a succhiare fino all’ultima goccia della sua essenza. Il suo orgasmo lo fece stringere intorno all’erezione della copia che raggiunse il limite vendendo dentro al moro per sparire poco dopo e facendo sbattere Sasuke contro la parete. Non appena il bushin fu scomparso e Naruto fu colpito dai ricordi di questi, anche lui raggiunse il culmine e venne violentemente sul pavimento macchiando il legno con il suo seme.

Sasuke scese dalle spalle di Naruto e scivolo giù contro la parete fino a sedersi, per prendere poi il biondo in braccio e portarlo sul divano, mormorò quest’ultimo prendendo in mano la situazione, “Io non ci scommetterei tanto se fossi in te, non credo che ci riuscirai con tutto quello che ti ho fatto”.

“Io non posso credere che tu abbia appreso tutte queste cose grazie solo ai libri di quel vecchio pervertito” disse Sasuke assonnato e senza averlo veramente pensato.

“Dormiamo ora, è bene dormire ora” sussurrò Naruto mentre distendeva i loro corpi sul divano assicurandosi che il moro stesse sul suo petto prima di mettersi completamente giù.

Sasuke si era addormentato prima che potesse dargli la buonanotte. Naruto rise piano e baciò la fronte dell’altro.

“Forse è stato un errore non baciarti questa volta” mormorò mentre le braccia di Morfeo lo tiravano insistentemente, “Oh beh, sarà per la prossima volta”.

Fine.
 
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