One-shot 8: Come undone.

« Older   Newer »
  Share  
trinh89
view post Posted on 16/1/2009, 21:41




Titolo: Come Undone (Vieni sciolto).
Autore originale: darkalbino.
Traduttrice: trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale:http://www.fanfiction.net/s/3970857/1/Come_Undone
Disclaimer: ragazzi, se Naruto fosse mio, sarebbe finito ANNI fa, e sarebbe finito così:
Sasuke: *sta lasciando il villaggio*
Naruto: Sasuke non andare!
Sasuke: Andrò.
Naruto: Ti prego! Farò qualsiasi cosa!
Sasuke: *si ferma…si gira con un ghigno* Qualsiasi cosa?
Naruto: O.O um..*singhiozza*
Fine
E invece della seconda serie “Naruto Shippuden” ci sarebbe stato una cosa più come “Sasuke molesta costantemente Naruto…stile pervertito”.
Paring: sasunaru.
Raiting: yaoi, lemon.
Il titolo è preso dalla canzone dei Duran Duran.

-One-shot 8: Come undone.

Can't ever keep from falling apart
At the seams
Can I believe you're taking my heart
To pieces

Who do you need, who do you love
When you come undone

Dei Duran Duran, "Come Undone"


XXXCome UndoneXXX

Gridai.

Sapevo che sarebbe stato doloroso. Poiché da lì le cose in teoria dovevano uscire e non entrare. Le dita erano già state abbastanza, e questo, questo era tutt’altra cosa. Strinsi i denti, premetti la lingua contro il palato, trattenni il respiro e chiusi forte gli occhi. Ora che sapevo che faceva così male, ero determinato a non emettere un solo suono.

Ma nel momento in cui si spinse in me –senza esitazione e senza alcun riguardo- il dolore fu insopportabile. Come se fossi stato lacerato e arso dall’interno. E gridai.

E per questo avrei voluto colpirmi da solo.

XXX

Aprii di scatto gli occhi per vedere la mia stanza illuminata dalla pallida luna.

Trattenni il respiro e lasciai che il mio sguardo vagasse, osservando ogni angolo ombroso del mio piccolo appartamento, mi si tesero i muscoli. Socchiusi leggermente le palpebre e posai gli occhi sulla finestra aperta, dove il vento muoveva leggermente le tende.

Qualcosa era lì oltre a me…riuscivo a sentirlo, e la mia mano scivolò sotto al cuscino venendone fuori con un kunai stretto tra le mie dita.

Mi misi seduto e buttai una gamba giù dal letto, poi l’altra, con cautela mi alzai in piedi mettendomi in posizione di difesa, gli occhi allerta.

Non c’era molto spazio per nascondersi in casa mia, quindi chiunque o qualunque cosa fosse si sarebbe mostrato prima o poi.

Digrignai i denti, “Vieni fuori”.

Per un momento non accadde nulla e imprecai piano prima di aprir bocca e ripetere l’ordine, ma qualcosa si mosse alla coda del mio occhio catturando la mia attenzione. Mi volsi verso l’ombra guardandomi intorno freneticamente in cerca di ciò che stava nell’oscurità.

Due occhi rossi apparvero improvvisamente e mi irrigidii spaventato e sorpreso al medesimo tempo.

‘Itachi’


XXX

Lo sentii piegarsi verso di me e ridere nel mio orecchio, come il bastardo quale era che trovava sempre qualcosa di divertente nel mio dolore, ma solo quando era lui a causarlo.

I miei polsi si erano arrossati a causa della corda che li teneva legati e li strattonai facendomi male quando penetrò nuovamente. Questa volta, mi assicurai di rimanere in silenzio.

“Fa male?” sussurrò. E se non fosse stata per la posizione, mi sarei voltato e gli avrei lanciato uno gelido guardo assieme ad un pugno in faccia.

XXX

Ma come erano apparsi, erano svaniti altrettanto improvvisamente.

Aguzzai la vista e fissai con più attenzione il punto più scuro.

Realizzai troppo tardi il corpo alle mie spalle che mi afferrò il polso portandolo dietro la schiena così da farmi cadere l’arma che finì sotto il letto.

Ruggii e mi girai caricando un pugno mirato a colpire il mio aggressore, che però non lo raggiunse mai dal momento che fu bloccato con una mano.

Fissai la figura oscura davanti a me e lasciai che i miei occhi divenissero rossi.

L’uomo sbuffò, “Dobe”.

A questo mi si mozzò il fiato. Il mio cervello metabolizzò la parola.

Solo una persona mi chiamava così…e non era decisamente Itachi. Le mie iridi tornarono del loro azzurro naturale e sentii le mie labbra dischiudersi per la confusione, “Sa..Sasuke?...Sasuke?” la possibilità che fosse lui mi fece perdere un battito e spalancai gli occhi tentando disperatamente di intravvedere i lineamenti dell’altro.

Il giovane indietreggiò finendo nella visuale della finestra e tirandomi con sé, finché non finimmo entrambi illuminati dai raggi lunari. Ogni fibra del mio essere gelò per lo shock.

Sasuke.

Sasuke.

Era Sasuke!


XXX

Il suo petto si abbassò contro la mia schiena e gemette rumorosamente. Le sue mani scivolarono sotto il mio stomaco e mi afferrarono da dietro.

Ansimai e chiusi gli occhi ad un’altra invasione. Lampi di rosso attraversarono le mie iridi dietro le palpebre a causa del dannato dolore che mi stava arrecando, anche se il retro della mia mente bruciava ai suoi confini per lo stravolgente piacere che mi stava percorrendo.

Improvvisamente iniziai a concentrarmi sul respiro di Sasuke. Consumato dal modo in cui mi solleticava divenni cosciente del piacere che avvolgeva la mia erezione. Mezzo-eccitato prima, completamente duro ora.

Le sue dita pomparono con delicatezza. Mi sussurrò qualcosa nell’orecchio e sentii un gemito di apprezzamento sfuggire dalla mia bocca.

Sgranai gli occhi alla scoperta che mi aveva colpito. Tutto ciò mi stava piacendo.

XXX

Sasuke era lì proprio davanti a me! Era venuto lì! Nel suo abito bianco chiuso dalla corda viola legata intorno alla sua vita, pelle diafana, capelli scuri, era lui! Nonostante la moltitudine di domande che danzavano nella mia gola, distesi le labbra in un enorme sorriso e mi spinsi avanti con grande eccitamento, “S-Sasuke! Sei tornato! Sei tornato!”

Gli occhi di Sasuke tornarono al loro nero glaciale e liberò le mie braccia come se fosse disgustato dal contatto, “No, non sono tornato”.

Il mio sorriso svanì, i muscoli si allentarono, “Ma…ma tu sei qui. Sei venuto qui, non è vero?”

“Sì”.

Per un attimo fui confuso. Nessuno lo aveva portato indietro, era venuto di sua spontanea volontà. Allora perché diceva che non era tornato, quando invece era proprio lì di fronte a me?

Un pensiero mi attraverso la mente e mi accigliai afferrando d’impulso il suo braccio, “Non ti lascerò d nuovo se è questo che pensi di fare”.

Il volto di Sasuke rimase impassibile, freddo come il ghiaccio, “Tu non mi impedirai di fare niente”.

La mia prese si fece più salda. Odiavo quando faceva quegli stupidi giochetti con me, ma cercai di rimanere calmo per paura che mi respingesse nuovamente “Non capisco che diavolo vuoi fare. Non sei tornato per rimanere? A Konoha?”

“No”.

Digrignai i denti e lo strattonai in avanti, “Perché no?! Baa-chan ha detto che hai ucciso Orochimaru!”

“L’ho fatto”.

“Allora cosa diavolo stai aspettando?! Perché non sei tornato?!” mi chiesi se Sasuke fosse a conoscenza del fatto che parte di Orochimaru era ancora viva e risiedeva in Kabuto. Sembrava di no, ma abbandonai il fatto decidendo di non menzionarlo. Se Orochimaru non aveva più niente a che fare con Sasuke, allora anche io non avevo più niente a che fare con lui. Se Sasuke era dietro Orochimaru, allora anche io lo sarei stato. Il mio obbiettivo era salvare la farfalla catturata nella rete, non uccidere i ragni che cercavano di farle del male. Questo a meno che non si fossero messi in mezzo.

Sasuke strattono via il braccio dalla mia presa, “Non me ne sono andato per Orochimaru, baka, il fatto che l’abbia ucciso dovrebbe dire qualcosa a quella testa spessa che ti ritrovi. Lui era solo una pietra per arrivare più vicino a mio fratello”.

Sbattei le palpebre, elaborando le parole. E la risposta fu ovvia, chiara come il giorno, “Itachi? Non sei tornato per colpa di Itachi?”

Mi fissò rimanendo in silenzio.

Mi accigliai muovendo spasmodicamente un sopracciglio per l’irritazione, “Allora?!”

“Me ne sono andato per lui. L’unica ragione per cui vivo è ucciderlo”.

Il mio corpo si irrigidì. Lo avevo già sentito prima d’ora che la sua unica ragione di vita era uccidere suo fratello.

Non avevo mai creduto per un solo minuto a quella storiella e questo non sarebbe di certo cambiato ora. Tutto quel tempo in cui avevamo tentato di riportarlo indietro da Orochimaru e sarei stato dannato se avessi dovuto inseguirlo nuovamente a causa di Itachi.

“E dopo che farai, Sasuke? Cosa farai dopo aver ucciso Itachi?”

Occhi d’onice si socchiusero verso di me, “Che cosa farò?” ripeté, lo sguardo che si spostava verso la finestra “..Non lo so, e non mi interessa”.


XXX

Gelai quando lo scoprii e scossi il capo lentamente.

Chiusi gli occhi di nuovo come affondò in me e colpì qualcosa che mandò una scossa di piacere ad ogni nervo del mio corpo facendomi tremare e ansimare rumorosamente.

Non avevo mai sentito niente di così incredibile, come l’estasi nella sua forma più pura. Anche se lui era molto importante per me. La persona più importante della mia vita, per la quale avrei fatto qualsiasi cosa –come stavo dimostrando in quel momento. Mi rifiutavo di accettare che stessi apprezzando il trattamento.

Così strinsi gli occhi e affondai le unghie nei palmi delle mani.

E immaginai qualcun altro sopra di me.

Finsi che le ciocche che solleticavano le mie spalle fossero rosa e profumassero di fragola. Immaginai che le dita callose intente a palpeggiare il mio membro fossero più piccole, più morbide, più gentili e che gli occhi posati su di me non fossero dure pietre d’onice ma teneri smeraldi.

E attesi che le sensazioni di piacere mi avvolgessero grazie all’immagine della mia amica e cotta di lunga data dai capelli rosa, perché mi facesse arrivare all’orgasmo.

XXX

Sentii rabbia crescere in me, “Che cazzo vuol dire ‘non lo so’? Non tornerai?”

“No”.

“Perché diavolo no?!”

“Non c’è più niente per me qui”.

Sgranai gli occhi, “Niente per…tu dannato bastardo! Sakura ed io ti abbiamo inseguito per tre fottuti anni! E hai le palle di stare lì e dire che non c’è niente per te qui?! Che ne è di noi?!”

Sasuke chiuse gli occhi, “Siete stati voi due ad inseguirmi, non vi ho mai costretto a farlo. Tutto ciò che ho provato in passato non è che un mero ricordo ora, ho reciso quei legami”.

Strinsi i pugni digrignando dolorosamente i denti e le parole vennero fuori prima che potessi pensarle, “Questa è una balla e tu lo sai” e volli disperatamente credere che fosse così.

Sasuke aprì gli occhi e mi fisso, “La pensi così? Potrei ucciderti in questo preciso istante e andarmene senza battere ciglio. Hai visto i risultati dell’ultima volta che ci siamo incontrati e avevamo a malapena cominciato”.

Stetti lì in piedi semplicemente a guardarlo. Le parole erano vuote e non tenevano alcuno promessa. Sasuke poteva bluffare, ma lo dubitavo. Poteva dire la verità.

Ma dubitavo anche questo.

Sbuffai, “Allora perché non mi hai ancora ucciso, uh? Allora perché diavolo sei venuto qui per prima cosa?”

“Perché sto per andare ad uccidere Itachi”.

Indietreggiai sorpreso alla notizia. Non mi aspettavo che trovasse suo fratello così rapidamente, lasciato solo per seguire la sua strada ed ucciderlo. Ma che cosa aveva a che fare questo con il suo essere qui? Avanzai di un passo, “Vengo con te Sasuke. Ti aiuterò”.

“No, lo ucciderò da solo”.

Da solo? “Allora perché hai quel gruppo di persone con te?”

Gli occhi di Sasuke sgranarono leggermente, credo che si stia chiedendo come faccia ad essere a conoscenza dei suoi compagni. Lui non era a conoscenza della mia nuova abilità di conservare le informazioni che i miei cloni potevano trovare. “Li ho riuniti solo per farmi aiutare a trovare Itachi, non per ucciderlo”.

Mi morsi un labbro, torturandolo leggermente, “Non mi hai ancora detto perché sei qui”.

Sasuke riportò finalmente gli occhi su di me incatenandoli ai miei. Sollevò lentamente una mano facendolo scorrere lungo il mio braccio e facendomi irrigidire. “Perché non so se sopravvivrò e c’è una cosa che devo fare qui”.

Indietreggiai un po’ preso alla sprovvista dal tocco di Sasuke, “Tu non…pensi di non essere ancora in grado di ucciderlo?”

“Certo che lo ucciderò” sbottò Sasuke, “Ma c’è un’alta probabilità che muoia anch’io nel farlo”.

Metabolizzai le parole e scossi il capo, “Allora non puoi andare! Devi permettermi di aiutarti!”

“Dobe”.

Mi calmai, “Sì?” volevo così tanto andare con lui, anche solo per assicurarmi che tornasse.

Sasuke mi immobilizzò con uno sguardo duro, le sopracciglia aggrottate, “Se sopravvivrò, quanto vorresti che io tornassi al villaggio?”

La domanda mi stava stupendo, ma il mio viso si contrasse e il mio corpo audace, “Qualunque cosa. Farei qualunque cosa per salvare un amico. Specialmente te Sasuke” Perché sei prezioso per me.

“Dare la tua vita?”

“Certo che lo farei”.

Sasuke avanzò di un passo e afferrò uno dei miei bracci, “E che cosa mi dici del tuo corpo?”


XXX

Fui scioccato nel realizzare che immaginarmi Sakura sopra di me al posto di Sasuke non mi stesse aiutando affatto. La mente vibrante in estasi ogni volta che Sasuke toccava quel punto dentro in me e tuttavia tormentata dal piacere che rimaneva al passo che voleva lui.

C’era un momento, ricordo, quando avrei dato ogni cosa per avere Sakura a toccarmi nello stesso modo in cui stava facendo Sasuke in quel momento. E non posso fare a meno di chiedermi, dove sia andato a finire quel bisogno. Quando i miei sentimenti hanno smesso di crescere per la kunoichi dai capelli rosa? E perché non l’ho notato fino ad ora? Non potevano essere completamente svaniti…dovevo solo metterci un po’ più di sforzo.

Così provai a concentrarmi di più. In fondo ero famoso per la mia testardaggine.

L’immagine divenne più vivida. E anche se ero consapevole che non poteva essere Sakura…a fare quello che mi stava provocando Sasuke. Continuai ad insistere.

E ancora non accadde nulla che mi aiutasse a spingere ulteriormente la situazione. Ma dal momento che ero così preso dai miei pensieri, mormorai qualcosa che non volevo veramente dire, “Saku…” attraverso le mie labbra.

Prima che potessi anche solo pensare alla rosa, la mia testa venne strattonando dolorosamente per i capelli. Le dita di Sasuke si strinsero e si abbassò sul mio collo, poi premette qualcosa di affilato e freddo contro la mia gola.

Mi ero sempre domandato perché, nonostante le numerose volte in cui io e Sasuke avevamo combattuto, non ero mai stato io il primo ad aver istigato uno scontro con lui.

Agli esami dei chuunin, era stato Sasuke a dirmi di voler combattere con me. E anche al nostro scontro sul tetto dell’ospedale era stato Sasuke a sfidarmi. Alla Valle della Fine poi, avevo lottato per farlo rimanere. E l’ultima volta che ci eravamo incontrati, Sasuke aveva un braccio attorno a me e l’altro intento ad estrarre la sua katana in una promessa di uccidermi per suo solo capriccio.

Sorrisi leggermente. Forse lo avevo provocato un paio di volte, certo, ma non ero mai stato il primo a gettare il guanto di sfida, per quanto potessi rimembrare.

E ora ne ho compreso la ragione. Perché quando Sasuke vuole qualcosa, si assicura di essere il primo a muoversi per averla. Se Sasuke ha paura di qualcosa, la respinge prima che respinto lui.

Se Sasuke era arrabbiato, non sprecava tempo per fartelo sapere.

XXX

Inarcai un sopracciglio cercando di afferrare il senso delle sue parole, “Non…che vuoi dire?”

“Credevo avessi detto qualsiasi cosa” mi provocò.

“Ed è così!” borbottai, ma con una nota di pentimento. “Ma non riesco…intendi come Orochimaru stava per fare col tuo corpo?”

Sasuke si leccò le labbra e strinse la presa, “Che ne dici se io ti dicessi cosa fare e tu seguissi le mie istruzioni e in cambio io tornassi al villaggio?”

Il mio cuore perse un battito, “Torneresti?”

Sasuke ghignò e tirò brutalmente il mio braccio gettandomi sul letto e portandosi sopra di me.

Mi dimenai e respinsi Sasuke per il petto, ma lui mi afferrò i polsi e li bloccò sopra la mia testa. Lo guardai confuso, “Che diavolo stai facendo?!”

Sasuke replicò strusciandosi con forza contro il mio inguine, che era nascosto sotto i boxer, mandando calore allo stato puro al mio viso. Lottai contro la sua presa muovendo i fianchi in rappresaglia, “Levati di dosso! Che diavolo stai facendo?!”

Sasuke premette improvvisamente la sua faccia contro la mia facendo scorrere una mano fra i miei capelli, “Quello che ho sempre voluto…farlo con te”.


XXX

Premette il kunai contro la mia gola con un po’ più di forza e mi tirò ulteriormente indietro mentre lui si piegava in avanti.

Le sue labbra sfiorarono il mio orecchio e riuscii a vedere il ringhio sul suo volto dalla coda dell’occhio.

La presa sui miei capelli si fece più salda come mi strattono indietro ansimando pesantemente. “Come osi” mormorò. Potevo giurare di aver sentito gocciolare il veleno dalle sue parole scivolare giù lungo la spalla, “Come osi pronunciare il suo nome quando sono io l’unico a farti sentire così”.

L’arma affondò ulteriormente e un scia di sangue colò lungo il mio collo.

Improvvisamente Sasuke lasciò cadere il kunai e fece scorrere le dita intorno alla mia gola spargendovi il sangue. E per qualche ragione a cui non voglio nemmeno pensare, l’azione mi mozzò il fiato per un attimo e il respiro si fece irregolare, il mio membro si contrasse.

Sibilai e mi spinsi indietro costringendolo ad affondare di più, come se, oso ammettere, volessi farmi perdonare. Il pensiero di me e Sakura mentre…aveva in qualche modo irritato Sasuke…ero sinceramente dispiaciuto.

Non ho mai avuto l’intenzione di ferire Sasuke, almeno non emotivamente. Allora perché doveva cambiare proprio ora?

Lo sentii ghignare contro il mio orecchio e muovere i fianchi ancora una volta strappandomi un gemito che non mi preoccupai di nascondere.

XXX

Mi girava la testa, gli occhi erano chiusi. Ma nonostante il mio stato confusionale, gli insistenti sfregamenti di Sasuke mi fecero diventare duro, “Fermati, Sasuke!”

Sasuke miagolò delle parole nella mia bocca non interrompendo le sue somministrazioni, “Fa questo con me, non lamentarti e tornerò al villaggio”.

Spalancai gli occhi e fissai l’altro shinobi. Un'altra spinta e strinsi i denti, “Fare…fare cosa?”

Domanda stupida.

Le dita di Sasuke si intrecciarono con i miei capelli e smise di muoversi così da potersi concentrare scontrando il suo corpo duro contro il mio. Poi sussurrò con voce austera, “Qualsiasi cosa io ti dica”.

Mandai giù il nodo alla gola, spaventato al pensiero di ciò che poteva implicare quel ordine, “Se lo faccio, tornerai? Per rimanere?”

“Sì”.

Cercai il suo volto, “Voglio la tua parola”.

Sasuke ghignò maliziosamente, “Ce l’hai”.

Un dubbio si insinuò ai confini della mia mente…ma avevo detto che avrei fatto qualsiasi cosa e lo intendevo veramente, “O...okay…qualsiasi cosa tu voglia”. Ansimai come venni violentemente girato.

Voltai il capo per vedere Sasuke cercare con lo sguardo qualcosa nella stanza. Intravide un copri fronte sul comodino e la raggiunse. Legò l’hitai-ate intorno ai miei polsi e li fissò alla testiera del letto. Si protese al mio orecchio sussurrando, “Per assicurarmi che tu non faccia niente di stupido”.

Non avevo veramente capito. Ma l’unica ragione a cui potevo pensare era che così i miei riflessi non mi avrebbero permesso di reagire violentemente a quello che poteva fare.

La mia mente si ottenebrò come sentii i boxer scivolare rapidamente lungo le mie gambe.

Un rumore di vestiti giunse alle mie orecchio e non poteva altri che essere Sasuke che si spogliava, ma la domanda che mi preoccupava in quel momento era quanto lontano volesse spingersi Sasuke. Perché poi Sasuke voleva farlo con me tra tutte le persone? E perché io ero così deciso ad assecondarlo?

Ma poi Sasuke si distese su di me, il suo membro fra le mie natiche, e non potei non arrossire furiosamente. Emisi uno suono strangolato e tentai di scostarmi, ma lui me lo impedì non preoccupandosi ovviamente di quanto mi mettesse a disagio ciò che stava facendo.

Anzi, portò una mano dietro la mia nuca e spinse il mio volto contro il cuscino dicendomi ‘zitto e non fare il bambino’. Anche se difficilmente consideravo…questo relazionabile alle attività di un bambino. Quando il ragazzo che consideri il tuo migliore amico ha il suo cazzo in un tale posto.

Si mosse verso l’alto una volta poi lentamente verso il basso. L’asta scivolò tra le natiche facendomi contrarre lo stomaco imbarazzato all’inverosimile.

Ripeté l’azione, ancora e ancora, su e giù affondando le dita nella mia bocca e gemendo al contempo.

Il peso nel mio stomaco cominciò lentamente ad alleggerirsi quando ascoltai i suoi gemiti e mi sentii un po’ duro a mia volta.

E scoprii qualcosa che mi lasciò assolutamente di stucco.

Ero imbarazzato a fare questa cosa con Sasuke.

Ma non ero disgustato.


XXX

Sasuke si piegò in avanti, oltre la mia testa, per far scorrere il suo pollice lungo il metallo del copri fronte che legava i miei polsi. Proprio sullo sfregio che lo attraversava lasciò una scia di sangue lungo il marchio che avevo fatto.

Non lo avevo realizzato fino ad ora, ma era l’hitai ate di Sasuke. Quello che tenevo stretto a me pregando per il suo ritorno.

E doveva averlo notato anche lui, perché si abbassò al mio orecchio per sussurrare, “Lo sai cosa ho sempre ho odiato di te? L’unica cosa che ho sempre ammirato?”

Stavo ansimando gravemente. Non volevo rispondere alle domande sul perché mi odiava o meno, perché non mi importava.

Volevo che riprendesse a penetrarmi. Volevo che mi toccasse. Volevo che mi desse piacere.

La mia convinzione a non ricavare da quel atto era morta.

Volevo venire. Scossi il capo.

Emise una bassa risata e leccò il guscio del mio orecchio, “..La tua persistenza” mormorò prima di girarmi violentemente cosicché potessi vederlo in viso, le mie braccia si tesero dolorosamente.

XXX

Due dita vennero infilate prepotentemente nella mie bocca e Sasuke ansimò un “Succhia” nello spazio tra le mie scapole. Il suo bacino lavorava furiosamente contro di me.

Sapevo che il mio intero corpo era rosso di puro imbarazzo per il fatto che Sasuke misi stesse sfregando su di me come un dannato cane in calore. E le dita ora fra le mie labbra rendevano il tutto peggio.

Non avevo ancora iniziato a fare nulla e questo lo fece ruggire e separare le dita per catturare la mia lingua tra di esse e forzandola a ricoprirle di saliva.

Questo mi sorprese e tossii leggermente, gelando quando Sasuke si protese per premere la sua guancia contro la mia. “E’ per il tuo bene” commentò. Risi, niente di tutto ciò che stava accadendo in quel momento era per il mio bene.

Si sfregò più forte e accarezzò il mio petto con la mano rimasta libera, “Partecipare fa parte del patto” disse prima di estrarre le dita.

Le liberai volentieri insieme a un lungo respiro e una scia di saliva che si finì per colare lungo la mia guancia e quasi non svenni per il sangue alla testa quando la lingua di Sasuke ripulì la sostanza con una lappata.

Abbandonò il mio viso e tornò a premere la sua fronte tra le mie spalle. Lasciai ricadere il capo sul cuscino temendo ciò che stava tramando di fare adesso.

E con buone ragioni.

Le dita di Sasuke scivolarono giù lungo la mia spina dorsale raggiungendo poi l’orifizio tra le mie natiche e testandolo.

Sussultai e voltai di scatto il capo per guardarlo, “Che stai facendo?!”

La domanda cadde nel vuoto e Sasuke spinse entrambe le dita dentro di me, mi irrigidii completamente.

Ovviamente ero rosso come non mai alla consapevolezza di dove fossero le dita di Sasuke. Ma poi quando inizio a separarle come una forbice, l’imbarazzo divenne l’ultimo dei miei pensieri.

Non ero mai stato consapevole di quanto sensibile fossi in quel posto fino a quel momento. Dovetti mordermi un labbro e chiudere gli occhi per trattenere le lacrime.

Mi sembrava di essere un fottuto pezzo di carta e Sasuke aveva deciso di buttare via le forbici per usare invece un coltello affilato.

Sapevo di aver accettato io tutto questo e avrei mantenuto fede al patto sino alla fine. Ma anche se ero uno shinobi, non avevo mai provato nulla di così doloroso e la mia supposta infinita resistenza scomparve in un battito di ciglia. Tremai violentemente come la velocità aumentò e gridai un “Fermati!”

Sasuke si fermò e portò su di me i suo sguardo di ghiaccio.

Sembrava aver capito che volevo saltare quella fase, anche se si prese il suo fottuto tempo per togliere le dita. Mi bastava provare solo una volta quel dolore.

Ricaddi sul materasso, lo sentii sputare su una mano e giunsero alle mie orecchie i rumori appiccicosi provenienti dal suo ricoprirsi il membro.

E prima di quanto mi aspettassi si stava premendo contro la mia entrata.

Le mie unghie iniziarono immediatamente ad affondare nei miei palmi, emisi un tacito gemito e aspettai che mi violasse.

Ma non gli avrei dato la soddisfazione di sentirmi gridare.


XXX

Alzai lo sguardo, la nuova posizione tendeva le mie braccia e c’era un misto di calore opprimente nel mio basso ventre. L’improvvisa torsione aveva fatto sfregare dolorosamente l’asta di Sasuke dentro di me nel mezzo del movimento. E una seconda scintilla di fuoco si accese tra noi, spandendo liquido preorgasmico sul mio stomaco, ardente di desiderio e bisogno e bramai perché mi afferrasse nuovamente.

Occhi d’onice incontrarono i miei e disse qualcosa che mi confuse.

“Chiedimi di baciarti”.

Non ero più imbarazzato a qualsiasi cosa potesse dire o fare. Ero completamente eccitato e avevo bisogno che lui continuasse. Avevo bisogno che mi portasse oltre l’orlo del piacere o sarei impazzito.

Ma l’ordine mi lasciò basito. Non ci eravamo ancora baciati, realizzai. Ma se voleva un bacio, allora perché voleva che ne chiedessi uno? Aveva fatto ogni altra cosa senza permesso, perché oralo voleva? Ero legato e non ero in posizione per poter opporre resistenza o fare alcuna richiesta. Se voleva baciarmi, allora poteva farlo senza alcuna opposizione.

Mi aveva inchiodato ad un letto, cacciato le sue dita nella mia bocca ed spinto sia le dita che il suo membro nel mio sedere. E ora voleva il permesso per un piccolo bacio? Questo non aveva senso e non sapevo come rispondere.

Così rimasi in silenzio.

E questa sembrò essere la scelta sbagliata.

Le sue iridi trasmisero panico quando non aprii bocca e fissarono i miei lineamenti prima che scattasse in avanti cosicché il suo volto fosse a pochi centimetri dal mio, “Chiedimelo” pregò.

Ora ero davvero confuso. Era più disperato per un bacio che per qualsiasi altra cosa che aveva fatto nel mezzo del sesso.

Mi irrigidii e sgranai gli occhi. Sasuke ed io…stavamo facendo sesso.

Guardai l’altro shinobi che stava aspettando con il fiato sospeso. Ovviamente sapevo ce stavo facendo sesso, ma non lo avevo ancora ammesso fino a quel momento.

No.

Io volevo…volevo credere…che stessimo facendo l’amore.

Perché io l’amavo.

Perché io ero innamorato di Sasuke.

La constatazione mi fece girare la testa e improvvisamente mi sentii travolgere da una sensazione di pienezza. Mi inarcai e sussurrai, “Ti prego baciami Sasuke” e la sincerità mi sorprese.

Sasuke non sprecò un secondo per chiudere la breve distanza tra noi e unire le nostre labbra violentemente.

Chiusi gli occhi come la sua lingua leccò il mio labbro inferiore attendendo che lo lasciassi entrare. Il muscolo toccò ogni spazio che poteva raggiungere strappandomi un gemito.

Reclinai il capo e ansimai pesantemente supplicando perché Sasuke mi slegasse e mi stupii leggermente quando afferrò il kunai dimenticato e recise il nodo liberando i miei polsi che ricaddero sul letto.

Agitai le mie ora libere braccia perché circondassero il collo di Sasuke e lo attirassero a me per un altro bacio ardente. Avvolsi le mie gambe intorno alla sua vita e pregai perché mi portasse al culmine.

Sasuke si stese completamente su di me e intrecciò le dita con le mie ciocche di capelli, le sue penetrazioni divennero più veloci e profonde, i suoi testicoli che sbattevano contro di me ad ogni movimento.

Le mie mani scivolarono in basso con la stessa velocità dei miei gemiti, e lo afferrai, spingendolo più forte in me.

“Fottimi Sasuke” ordinai e non potei fare altro di pensare che volevo di più.

Sasuke ruggì e mosse i fianchi in brevi spinte, la mia erezione scivolava gocciolando tra noi.

Sentii la mia bocca aprirsi in un grido senza suono come una sensazione di calore si formò nel mio stomaco pronto a scoppiare. Il letto scricchiolava violentemente sotto alle nostre azioni.

Quando Sasuke mi coprì e grugnì nella mia bocca qualcosa di caldo mi riempì nel profondo e scivolò lungo le mie gambe.

E raggiunsi il culmine liberando il frutto del mio piacere tra noi.

Sasuke ansimò piano per un momento prima di uscire e cadere a lato, i nostri respiri si mischiarono.

Mi voltai dandogli le spalle e mi raggomitolai per l’intensità dell’orgasmo e dell’intera situazione. E quando mi fui calmato un sorriso si distese lungo le mie labbra.

Ti amo.
Ma quando mi voltai per dirglielo, il mio sorriso svanì.

Sasuke era già vestito e stava sistemando la sua katana alla cintura.

Lo shock mi tolse le parole di bocca e rimasi con la bocca ancora aperta a fissarlo. Non se ne stava andando, vero?

Sasuke mi guardò, poi tornò a fissare la sua spada, “Ora vado”.

Scossi il capo e mi tirai su a sedere. Se avevo sofferto perché Sasuke era andato via in passato, ora non potevo descrivere ciò che stavo provando, “Tu” iniziai, “Tu non puoi…Sasuke-“

“Ti ho detto cosa devo fare” sbottò, “Sono venuto qui per qualcosa, l’ho fatta, ora me ne vado”.

“Però tornerai” dissi, sfidandolo a contraddirmi, “Lo hai promesso”.

Si voltò verso di me e rimasi lì immobile mentre lui mi fissava, “…Parole sono solo parole, Naruto” mormorò.

Ricambiai il suo sguardo, “E tu mi hai dato la tua”.

Qualcosa lampeggiò nei suoi occhi e prima che il mio cuore potesse battere di nuovo, se ne era andato. Le tende aleggiarono per la forza del vento.

Per un attimo, non feci niente, rimase semplicemente seduto lì. Ricordai il tono disperato nella sua voce quando mi pregò per un bacio e la rabbia mostrata quando lo avevo rimpiazzato con Sakura.

Risi piano.

Sasuke e la sua fottuta facciata del ‘non me ne frega niente di te’. Quella balla del ‘recidere i legami’. Mi chiesi se avesse capito che io ero l’unica persona che non poteva fregare.

Mi appoggiai contro la testiera e chiusi gli occhi, “Lo so che tornerai” sussurrai.

Presi le coperte e le avvolsi strette a me. “E anche se non lo fari” dissi aprendo di nuovo gli occhi e sorridendo in direzione della finestra, “Niente mi impedirà di venire da te”.

Fine
 
Top
0 replies since 16/1/2009, 21:41   170 views
  Share