One-shot 12: Silent desire.

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trinh89
view post Posted on 16/1/2009, 22:10




Titolo: Silent desire (Tacito desiderio).
Autore originale: asashouryuu.
Traduttrice: trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3444319/1/Silent_Desire
Disclaimer: non mi appartiene niente di Naruto (anche se vorrei che almeno Sasuke e Naruto fossero miei…)
Pairing: sasunaru.
Rating: yaoi, lemon, romantico.

-One-shot 12: Silent desire.

Alle sette del mattino un treno pieno come una scatola di sardine era una delle prime torture del college che demoralizzava Naruto. Era qualcosa che sperava sempre svanisse quando sentiva l’opprimente presenza del suo compagno di viaggio degli ultimi nove giorni. Rabbrividiva ogni volta che ricordava l’intensità criptica di quegli occhi scuri.

Si rannicchiò come vide un mucchio di persone in piedi sulla piattaforma dove il suo treno stava per fare una breve fermata. Si acciglio e soffocò l’urgenza di gridare nel vedere quante persone fossero pronte davanti alla porta accanto a lui. Si aggiusto cercando di trovare una posizione più comoda.

Ci fu un po’ di premi e spingi e la cosa successiva che seppe il biondo fu che era stato schiacciato contro la parete. Si bloccò quando un corpo fu spinto nella sua direzione.

Sasuke ringhiò quando fu spinto in avanti e sarebbe stato spiaccicato contro un corpo se non fosse stato per i suoi rapidi riflessi. Piantò le braccia contro la parete ed intrappolò il corpo tra le sue braccia. Abbassò lo sguardo pronto a scusarsi poi deglutì realizzando che era il suo compagno di viaggio degli ultimi nove giorni. Oh Dio. Un’altra tortura.

Naruto scelse quel momento per alzare lo sguardo e si trovò a riflettersi nelle iridi più scure che avesse mai visto. E oh Dio! Dove stava andando la sua forza? Abbassò lo sguardo poi realizzò che non stava vedendo nient’altro che il sollevarsi e dell’abbassarsi del petto del ragazzo mentre respirava. Portò di scatto lo sguardo a lato, preferendo un collo irrigidito piuttosto che gli occhi bruciati. Iniziò a pregare, ma non aveva idea di cosa pregare, specialmente quando aveva il caldo respiro dell’altro che solleticava dolcemente e debolmente il suo collo.

Forza, non abbandonarmi. Ginocchia, non cedete. Cuore, non saltarmi fuori dal petto e respiro, sta calmo.

Il cuore di Sasuke perse un battito al vedere maggiormente esposto il collo brunito. Sentì le sue mani, che erano ancora premute contro la parete, tremare. Oh, quanto gli sarebbe piaciuto ritirare le braccia e lasciare che la sua lingua scorresse su quell’area baciata dal sole. Cosa gli stava facendo il biondo? Perché era così influenzato dalla sua semplice presenza?

Questa era la posizione più compromettente in cui si erano ritrovati finora.

Nel loro primo giorno come co-passeggeri, Naruto era seduto e Sasuke era in piedi di fronte a lui. Quel giorno stava piovendo così i movimenti del treno erano più palpabili e acuti rispetto ai giorni di sole. Tutti oscillavano a lato ad ogni curva che il treno prendeva. Sasuke si afferrò con forza all’anello di plastica sopra la sua testa, ma una delle sue gambe era finita tra le gambe del biondo scuotendolo dal suo leggero sonnellino. Alzò lo sguardo giusto nel momento in cui il treno prese un’altra curva.

Sasuke che stava riprendendo una posizione più comoda venne sbalzato in avanti. Entrambi boccheggiarono, ma il moro fu abbastanza rapido da sbattere le mani contro il vetro bloccandosi completamente dal cadere contro il ragazzo inorridito.

Il secondo giorno, Sasuke aveva trovato un posto vuoto e lo aveva occupato. L’anziano signore seduto accanto a lui si alzò e scese dal mezzo. Pensando che Naruto avrebbe preso il poso, una donna di mezza età spinse il biondo in parte e si sedette.

Naruto non vide il sorriso vittorioso della donna come si ritrovò seduto sulla coscia sinistra di Sasuke. Saltò via ed andò dalla parte opposta, mettendo distanza tra loro. Ma anche se c’erano un po’ di persone tra loro, Naruto sentiva ancora l’illeggibile sguardo su di lui. Gemette mentalmente e nascose il viso nel braccio sinistro, augurandosi che il treno raggiungesse in un lampo la sua stazione così da poter scendere velocemente e buttarsi quel dannato incidente alle spalle.

I giorni seguenti, il fato fu abbastanza clemente da non spingerli nuovamente in posizioni che li avrebbero lasciati confusi con opprimenti emozioni. Solo quando iniziarono a rilassarsi, pensando che nulla sarebbe successo con il loro stare l’uno accanto all’altro, le persone erano salite nel treno facendoli finire nella situazione attuale. Sfortunatamente, erano premuti insieme tanto da riuscire a sentire l’uno la pelle vellutata dell’altro.

Per tutto il tragitto, Naruto si chiese cosa sarebbe successo per prima: asfissiamento, spalla slogata o il suo fondersi con la parete?

Fino a quel momento pensò che fosse quello il peggior momento che avesse mai avuto. Le cose potevano andare peggio dell’avere il proprio corpo spiaccicato tra la parete e un corpo duro?

Sussultò, cercando di pensare al giovane di fronte a lui, i cui lenti respiri stavano sciogliendo il suo cervello. Gli si mozzò il respiro quando il treno si fermò sbalzando in avanti Sasuke e facendo sì che le sue labbra sfiorassero leggermente contro la sua pelle. Naruto strinse le dita. Questo era troppo imbarazzante, ma…

Sasuke si scostò nuovamente quando tutto ciò che voleva era rimanere in quella posizione. Controllo il suo bisogno di passare la sua lingua contro le labbra dell’altro solo per confermare se quell’attraente profumo dolce e fresco come la rugiada in un mattino d’estate provenisse dal biondo.

Per loro, il treno era troppo piccolo e allo stesso tempo grande e la velocità era troppo lenta e tuttavia rapida. Ogni cosa era contraddittoria e li faceva sentire leggeri. Il mondo aveva preso improvvisamente a vorticare.

Per loro sommo sollievo e delusione, raggiunsero la fermata di Naruto. Per un secondo Sasuke pensò di non volerlo lasciare andare e Naruto di non voler uscire dalla gabbia creata dalle pallide braccia.

Per un breve istante, i loro occhi si incontrarono, ognuno con uno sguardo illeggibile prima che il più piccolo se ne andasse via.

Proprio quando erano premuti l’uno accanto all’altro, e le loro pelli erano bruciate e vibrate dove si erano toccate.

-サスナルは愛-

Sasuke poggiò la testa contro un libro. Nessun termine medico veniva registrato dalla sua mente…non quando la pelle ambrata che le sue labbra avevano toccato continuavano a lampeggiare nella sua testa. Dio! Quanto voleva reclamare quel collo bellissimo e perfetto con la sua bocca.

Fu rudemente riscosso dal suo sogno ad occhi aperti quando il suo cellulare iniziò a vibrare. Si accigliò sapendo chi lo stava chiamando.

“Che c’è?” disse, mandando al vento l’etichetta di come si parla al telefono.

“Il meccanico ha portato la tua macchina riparata”

“Buono. Altro?” ringhiò quando tutto ciò che sentì dall’altra linea fu il bip di fine chiamata.
Fottuto bastardo senza buone maniere, poi si interruppe quando ricordò che anche lui non aveva seguito le regole quando parlava con Itachi. Si sentì sollevato ora che aveva nuovamente la sua macchina. Ciò significava non dover più essere schiacciato come una sardina in treno, ma anche non essere più premuto contro un attraente biondo. E quindi che non avrebbe più rivisto il ragazzo. Sospirò. Non c’erano dubbi su quello. Era infatuato del biondo. Sapeva che le infatuazioni erano brevi così decise di indugiare. Avrebbe chiesto a biondo di uscire con lui quel giorno dopodiché sarebbe andato avanti come se nulla fosse successo.

-サスナルは愛-

Il cuore di Naruto sbatté contro il suo petto come vide il ragazzo dai capelli corvini aspettarlo alla piattaforma.

Perché era lì quando quella non era la sua fermata? I loro sguardi si incontrarono e l’intruso ghignò.

Naruto si domandò se ci fosse un significato dietro a quell’espressione. Alzò le spalle e stette fermo in piedi al suo solito posto.

Divenne nervoso quando il giovane salì nel suo treno e lo affiancò vicino alla porta. Sapeva che doveva essere spaventato, ma era troppo curioso e dannatamente troppo infatuato per essere allarmato.

Sasuke sapeva che aveva passato il punto del non ritorno quando non era sceso alla sua stazione. Si mise le mani nelle tasche della giacca e cercò di apparire casuale quando invece era nervoso oltre ogni immaginazione. Stava facendo la cosa giusta? Se ne sarebbe pentito più avanti? Si stava rendendo ridicolo?

Era diventato ancora più nervoso quando il biondo era sceso dal treno sette minuti più tardi. Voleva seguirlo, ma le sue gambe erano congelate. Osservò con orrore la sua preda allontanarsi sempre di più. Con uno sforzo immane riuscì a far muovere le sue gambe e balzò fuori giusto mentre le porte si stavano chiudendo. Corse dietro al biondo e lo vide salire le scale.

“Ehi!” gridò quasi con rabbia.

Naruto si voltò e spalancò gli occhi sorpreso di vederlo alla fine della scalinata. “Che c’è?”

Sasuke aprì la bocca, ma non ne uscì alcun suono. Sì, non aveva pensato a cosa dire. Non sapeva di riuscire ad arrivare fino a quel punto.

Prima che uno dei due potesse registrarlo, Naruto si era avvicinato a Sasuke, afferrato per il polso e trascinato con lui. Non lasciò andare il ragazzo nemmeno quando arrivarono ai tornanti.

Sasuke guardò la mano brunita avvolta intorno al suo polso e sorrise. Fu condotto in un remoto angolo di un caffè. E a giudicare dalle maniere con cui vennero salutati, era ovvio che il suo compagno frequentasse il posto. Si sederono l’uno di fronte all’altro e fecero le loro ordinazioni.

Naruto fu il primo a rompere il silenzio introducendosi e Sasuke lo seguì. Lentamente la tensione sparì e nonostante la goffaggine stesse diminuendo, non era del tutto scomparsa.

Stavano discutendo di argomenti impersonali quando tutto ciò che volevano era sapere l’uno dell’altro. Ma come dovevano iniziare? Dove dovevano iniziare?

Come queste domande lampeggiavano nelle loro menti come le luci di una discoteca, le loro conversazioni venivano puntate da lunghi silenzi.

Naruto, notò Sasuke, aveva un sorriso contagioso che faceva sussultare il suo cuore. Aveva anche una personalità magnetica che illuminava tutto ciò che gli stava intorno. Il biondo era il fuoco e lui, suggerì intelligentemente il suo cervello, era la falena.

Sasuke, notò Naruto, aveva un’aura misteriosa per cui le donne avevano un debole…e probabilmente anche gli uomini come lui. Il giovane mostrava una grazia ed una eleganza in ogni cosa che faceva, dal sorseggiare il caffè al masticare.

E Naruto si trovò a sciogliersi sul posto di fronte al stupendo ragazzo.

Entrambi stettero lì a bere tazza dopo tazza di caffè fino a che non giunse l’ora di chiusura del locale.

Senza una parola, Sasuke lo seguì come un cucciolo e Naruto non se ne curò. Se il moro voleva accompagnarlo a casa non sarebbe stato di certo lui a negarglielo. In qualche modo, il suo istinto gli disse, che non avrebbe rivisto il ragazzo nuovamente.

Sasuke infilò di nuovo le mani nelle tasche della giacca per fermare l’impulso di tenere la mano del biondo e chiedergli di scappare per trovare un posto dove non nulla importava se non loro.

Raggiunsero l’appartamento del biondo troppo presto per i loro gusti nonostante avessero preso la strada più lunga.

Sasuke annuì ed entrò dentro quando il biondo tenne la porta aperta per invitarlo dentro. Diede un’occhiata veloce intorno a sé. L’appartamento rifletteva la personalità di Naruto –ottimista e allegra. Ma il silenzio, il freddo ed il vuoto che li accolsero un attimo prima gli ficevano ce Naruto viveva da solo.

Solo.

Quella parola dardeggiò nella sua mente una immagine di due corpi scivolosi che si muovevano l’uno sull’altro. Se erano soli, solo il cielo sapeva che cosa avrebbero fatto, o meglio cosa avrebbe fatto lui a Naruto.

Naruto...

Il ragazzo che stava cercando di essere un buon padrone di casa si stava muovendo nella cucina per offrirgli un drink o qualsiasi cosa volesse. Quanto desiderava abbracciarlo da dietro e dirgli che lo voleva.

No, non doveva andare in quel modo. Non aveva detto che voleva solo un appuntamento con il biondo? Ma Naruto gli faceva desiderare di più di quanto avesse desiderato. Il pericolo e la tentazione erano troppo allettanti per ignorarle, ma-

“Ehi, io vado,” disse Sasuke.

“Cosa? Ma sei appena…” Naruto notò che Sasuke era rimasto sullo stipite della porta e si interruppe.
Questa era la fine. Così invece di insistere, sorrise. “Sì, certo. Grazie per la serata”.

“Lo stesso vale per me” fu la semplice risposta. Aprì la bocca per dire ‘ci vediamo’ quando realizzò che questo era un addio e che poi sarebbero andati ognuno avanti per la propria strada. Con un cenno del capo, se ne andò e Naruto chiuse la porta prima di tornare in cucina.

Fissò l’acqua che bolliva mentre si dava dello stupido. Voleva che il moro stesse di più. Voleva avvolgersi nell’aura del ragazzo che lo faceva sentire debole ed intossicato. Voleva che Sasuke stesse con lui fino a che il dolore che pulsava dentro di lui non se fosse sparito.

Coraggio sgorgò in lui. Spense il fornello e corse rapidamente per raggiungere il moro. Aprì la porta.

La mente di Sasuke gli diceva di andarsene, ma il suo cuore impediva ai suoi piedi di rispondere al comando. Decise che poteva ritardare il suo andare avanti di qualche ora. Non poteva semplicemente sparire così. Non ancora. Sollevò una mano per premere il campanello quando la porta fu aperta di scatto.

Entrambi si fissarono sorpresi. Mentre mantenevano il contatto visivo, le loro maschere scivolarono via per rivelare i loro sentimenti, la loro agitazione e i loro desideri.

In uno schiocco di dita, Sasuke raggiunse Naruto che venne tirato da quest’ultimo. Le loro bocche si incontrarono in un bacio rude prima che la porta si chiudesse sbattendo. Il biondo premette Sasuke contro la porta desiderando di più del calore che emanava il ragazzo.

Sasuke rabbrividì alla dolcezza che scorse nella sua bocca ed attirò il biondo più vicino, bramandone di più. Si guardarono e l’insicurezza che provavano si riflette dall’uno all’altro.

Sono bravo abbastanza?

“Non pensiamo,” mormorò Sasuke per entrambi. Ora non era tempo né di pensare né di discutere. Ora era tempo di provare ed esplorare.

Si baciarono di nuovo e senza interrompere i movimenti tra le loro lingue, il biondo lo tirò verso la sua camera da letto, lasciando una scia di indumenti dietro di loro. Naruto strinse le ciocche scure come il moro attaccò il suo collo facendo inarcare il suo collo alla provocazione.

Nel momento in cui la sua bocca si allacciò al collo ambrato Sasuke ne rimase ammaliato. Non riusciva a fare altro che passare la sua lingua su quell’area. Assuefatto, lasciò freneticamente segni del suo passaggio.

Naruto mormorò basso. Che cosa stava facendo il moro? Stava badando troppe attenzioni al collo quando invece c’erano molte altre zone del suo corpo che gridavano per il suo tocco. Tremò quando dita fredde ed eleganti si mossero verso il basso e sfiorarono il suo capezzolo sinistro prima di avvolgersi intorno alla carne indurita.
Si strinse a Sasuke e premette la sua bocca bollente sulla giuntura tra il collo e la spalla diafana e succhiò. Ansimò contro il nuovo marchio lasciato, notando come il ragazzo sopra di lui tremò.
Provocatoriamente, tracciò la mascella poi succhiò il mento, facendo domandare il giovane come sarebbe stato avere quella bocca a giocare con il suo membro pulsante.

Il desiderio che Sasuke nutriva per il suo dio dorato aumentò all’inverosimile come le sue mani vagarono sul corpo piatto ed atletico, tanto liscio quando la seta. Voleva mangiarlo vivo. Che cos’era quella forte sensazione che il biondo stava svegliando nel profondo di lui? Che cos’era quella sensazione che lo faceva sentire come un animale in calore? Che lo faceva sentire il conquistatore e allo stesso tempo il conquistato?

Sasuke si mosse verso il basso, lasciando una scia infuocata. Dove le sue dita andavano, la sua lingua seguiva finché Naruto non seppe più dire quale fosse meglio: quelle dita o quella lingua. Tuttavia, era assolutamente certo che voleva di più.

Gli occhi di Naruto sgranarono e una cruda parola eruppe dal suo petto quando quel muscolo umido e davvero flessibile lappò la sua punta prima di girare intorno. In quel momento, il biondo realizzò che le sue ossa si erano sciolte e non ci sarebbe voluto molto prima che si piegasse in quelle mani talentuose. Sarebbe stato ad opera del moro come modellarlo.

L’immagine del corpo di Naruto che si inarcava come un arco e le gambe mezze piegate e aperte, fecero scorrere sangue al suo membro. E non ci furono dubbi che avrebbe fatto esplodere una o due vene in quell’area se avesse continuato a riempiesi gli occhi con quella visione.

Sinuosamente, Naruto manovrò la sua gamba destra tra le braccia e le gambe di Sasuke e lasciò che il suo alluce corresse lungo la dura lunghezza –dalla base alla punta. Ovviamente, Naruto si assicuro si schiacciare leggermente la punta. E la reazione di Sasuke lo ricompensò equamente. Le sue iridi si erano annebbiate e le sue labbra avevano formato una O. Approfittando dello stato in cui si trovava il ragazzo, Naruto fece scorrere l’altra sua gamba sull’ampia schiena pallida, beandosi di come i muscoli si tendessero sotto i suoi tocchi.

Sasuke si riscosse dal suo stato di trance e tenne le gambe di Naruto. Ne aveva abbastanza. Entrambi erano bollenti e umidi ed i loro sensi erano già al massimo. Avevano qualche altro scopo i preliminari oltre a questi?
I loro sguardi si incontrarono. I loro occhi stavano bruciando di desiderio e qualcos’altro…qualcosa di troppo indefinito per essere nominato.

Vedendo il luccichio in quelle iridi impassibilmente nere, Naruto se ne fregò di chi sarebbe stato sopra o sotto o che questa sarebbe stata la sua prima esperienza sessuale con un uomo. Nulla di tutto ciò aveva importanza. Voleva solo stare on Sasuke. Voleva solo sfidare il tempo e le norme sociale con Sasuke. Quindi quando il moro gli chiese del lubrificante, gli porse un tubetto contenente un olio al profumo di lavanda.

Sasuke guardò il liquido, sperando che i suoi sensi non avrebbero poi associato quel profumo con ciò che stava e sarebbe successo quella notte. Naruto gemette a disagio quando un dito scivolò in lui.

“Sopporta con me,” sussurrò contro una coscia. Era più una preghiera che un ordine. E Naruto lo ascoltò perché lo voleva e non c’era modo che si ritirasse proprio adesso, non quando si era perso e l’unica direzione che conosceva era quella in cui l’avrebbe portata il suo compagno.

Si tese quando sentì Sasuke sfiorare contro di lui come per avvertirlo. E nulla lo preparò al dolore che artigliò ogni suo nervo quando la punta di Sasuke entrò in lui. Sentì quanto scivolosi fossero lui e Sasuke, percepì il tessuto ed il calore della punta del membro di quest’ultimo.

“Sasuke,” mormorò, il dolore che si prolungava ed intensi cava. Era certo che stesse sanguinando.

“Hm?” rispose Sasuke a denti stretti. Naruto era troppo stretto…più stretto di quanto si aspettasse. Aveva persino usato più olio di proposito. Sarebbe riuscito a scivolare anche solo metà del suo membro dentro quella vellutata strettezza o-

“Una spinta…così sarà tutto finito”.

“Sei sicuro?”

“Sicuro come so di volerti”.

Sasuke si tirò leggermente indietro prima di affondare in avanti, entrando nel modo in cui gli aveva chiesto il biondo. Ed il grido del biondo echeggiò nella stanza.

Naruto si sentì come se fosse stato lacerato, no, lui era stato lacerato e Sasuke stava mostrando la sua compassione con i suoi baci.
Per ciò che sembrò un’eternità, rimasero immobili e lasciarono che le loro labbra e le loro mani assaporassero e vagassero l’uno sul corpo dell’altro.

Infine, iniziarono a muoversi lentamente, Sasuke voleva che Naruto si abituasse all’intrusione. Si assicurò di andare piano mordendosi il labbro per lasciare che l’altro si allargasse maggiormente. Fu solo quando Naruto iniziò a mimare i suoi movimenti che iniziò a stabilire un ritmo.

Naruto avvicinò a sé Sasuke. Voleva di più… Diede di più. Afferrò le natiche del moro e le modellò contro le sue mani. . Riusciva a sentire Sasuke muoversi dentro e fuori da lui più facilmente di prima ed era una sensazione meravigliosa. Era assuefante specialmente quando il membro pulsante colpiva il suo punto erogeno.

Sasuke non poté fermare i gemiti che provennero dalla sua gola. Naruto era meglio di quanto si era immaginato e voleva trascorrere tutta la sua vita a fare questo con lui. Era impossibile sentire quel calore senza bruciare. Era inebriato dalla dolcezza e dal piacere. Abbassò lo sguardo sul corpo che si contorceva sotto di lui e penetrò più forte. Penetrò perché quella era l’unica cosa che riusciva a fare. Penetrare e sentire.

Il biondo gli diede di più, voleva che quella notte si incidesse nella mente dell’altro ragazzo. Il moro si offrì di dare di più desiderando che quell’incontro diventasse l’unità di misura per gli incontri avvenire.

Naruto strinse la sua apertura mentre la punta della sua eccitazione si muoveva. Era troppo e tuttavia non abbastanza. Dei suoni provennero da lui –suoni che non aveva mai pensato di poter fare. Riuscì a percepire Sasuke affondare dentro di lui come se stesse cercando un tesoro. Il suo corpo si inarcò accogliendolo ulteriormente. I lacci del piacere serpeggiarono intorno a lui e poi a Sasuke e si strinsero con ogni spinta e ritirata, con ogni tocco: con ogni ansito e gemito.

I due continuarono a muoversi, il letto scricchiolò ai potenti movimenti, ma nessuno di loro vi badò attenzione. Senza pietà, i lacci si strinsero e li fusero in un unico corpo e un unico cuore. On c’era fine o inizio. Erano solo loro ed il loro meraviglioso mondo.

Naruto gridò in beatitudine e le labbra di Sasuke caddero sulle sue come venne piacevolmente. Si svuotò...riversò tutto il suo essere nel biondo riempiendolo fino nell’anima.

“Wow,” ansimò il biondo nel suo orecchio facendolo sorridere.

Poco più tardi, Naruto cadde addormentato e Sasuke lo osservò fino a che lui si immerse nella confortevole oscurità.

-サスナルは愛-

Sasuke si svegliò verso l’alba. Il sorriso che era apparso sulle sue labbra durante il suo sogno era ancora lì. Era bello svegliarsi vicino ad un corpo caldo. Abbassò lo sguardo su Naruto e sentì un sussultò al cuore.

Doveva andarsene, ma non voleva che il biondo fraintendesse la sua partenza. Prima di addormentarsi Sasuke aveva deciso che non poteva andare avanti senza il biondo al suo fianco. Mise la sua collana intorno al collo ambrato e scribacchiò una nota poi se ne andò

Naruto grugnì come la luce del sole filtrò attraverso la finestra. Si contorse tra le lenzuola e poi scatto dal letto. Gemette come cadde sul pavimento ed ogni suo nervo fu scosso da un dolore proveniente dal suo fondo schiena. Si guardò le cosce ed arrossì vedendo i segni e le macchi secche e bianche.

Sasuke...

Si guardò alle spalle per trovare il letto vuoto. Sasuke se ne era andato senza salutarlo.

Si disse di non piangere perché era stata solo una cosa di una notte. E una notte significava nessun legame e certamente nessun sentimento. Ma dannazione! Il suo forte sentimento era lì e non era altro che cresciuto quella notte quando erano divenuti un tutt’uno.

Sollevò i palmi della mani per fermare le lacrime e sentì qualcosa scivolare sulla sua pelle e strisciare contro la sua clavicola. La guardò e fu sorpreso nel vedere la pietra di ametista penzolare da una fina catena d’argento. E poiché la notte era ancora fresca nella sua mente, sapeva a chi apparteneva quella collana. Il battito del suo cuore accelerò come si chiese la ragione dietro all’azione di Sasuke. Ignorando il dolore, si alzò in piedi e si guardò intorno per un qualsiasi indizio. Ciò che avevano avuto era solo una cosa di una notte. Punto e basta. Ma la speranza prese vita in lui come lesse il biglietto scritto da Sasuke nella sua nitida calligrafica.

Ci vediamo presto.

“Bella vista,” mormorò una voce dallo stipite, facendo sussultare il biondo.Si voltò per trovare l’uomo dei suoi pensieri casualmente appoggiato contro la sua porta e tra le sue braccia c’erano i suoi vestiti, quelli che Sasuke gli aveva levato la notte scorsa.

“Sasuke!” E la felicità che illuminò le sue iridi azzurre gli disse che aveva preso la decisione giusta.

Naruto si coprì le regioni basse quando sentì lo sguardo acceso dell’altro. “Come hai fatto ad entrare? Perché sei qui? Non dovresti essere di nuovo nel tuo mondo?”

Ghignando, Sasuke lanciò qualcosa verso di lui e di impulso. Le sue mani si allungarono per prenderlo, lasciando scoperto il suo membro. Era la chiave del suo appartamento, Naruto deglutì come il ragazzo avanzò verso di lui.
Mentre si avvicinava, il moro lasciò cadere i vestiti del biondo iniziando a sbottonarsi la camicia.

Gli occhi blu distolsero lo sguardo. “Non ho tempo per questo. Sono in ritardo”. Cercò di suonare convincente quando tutto ciò che voleva era avere quel corpo premuto contro il suo…avere Sasuke dentro di lui che lo prendeva in un mondo dove c’era solo piacere.

“Ti porto io. Sì, d’ora in poi ti porterò ovunque tu vorrai,” sussurrò Sasuke, le mani che scorrevano leggere sui suoi bracci.

“Ed in cambio?” replicò il biondo come si mosse più vicino e picchiettò il suo mento in un invito.

“Lo sai cosa voglio”.

“Quello ce l’hai già dalla notte scorsa”. Naruto fece passare la sua lingua contro il mento facendo scurire maggiormente le iridi d’onice. “Oh sì, questa è tua”. Portò le dita dietro al collo per slacciare la collana, ma fu fermato.

“Te la regalo se la vuoi. La vuoi?”

“Sì ma-” Sasuke gli stave dando troppo e glielo disse. Il ragazzo scrollò le spalle come se nulla fosse, ma i suoi occhi erano sinceri. “Non è nulla paragonato a ciò che tu mi hai dato”.

Un rossore si diffuse sulle sue gote. “Te l’ho dato perché lo volevo”.

“Lo stesso vale per me, ma se non la vuoi, buttala via”. Diquella voce casual. Freddo dolore artigliò il suo cuore quando Naruto slacciò la collana. La premette contro la sua mano.

“Mettimela di nuovo. Voglio essere sveglio e cosciente quando lo stai facendo”. Si voltò, perdendosi il sorriso affettuoso che graziò le labbra del moro.

Sasuke era certo che c’era un filo che li legava l’uno all’altro e stava diventando sempre più stretta e spessa ogni secondo che passava. Non sapeva cosa provava per il biondo e scommetteva Naruto era confuso quanto lui. C’erano ancora molte cose che non sapevano l’uno dell’altro, ma avevano tutto il tempo perché esisteva un ‘loro’. Fin tanto che Naruto avesse indossato la sua collana ci sarebbe acidamente stato un ‘loro.

Allacciò la collana e baciò la nuca e la sua spalla destra mentre lasicava vagare le sue mani sul petto di Naruto.

“Sasuke.”

Sasuke aprì gli occhi come un leggero rumore di passi che sapeva appartenere a Kabuto provennero dal corridoio. Si mise seduto, ignorando la confusione causata dal suo sogno. Rimase tranquillo e controllato anche quando sapeva cosa significava quel giorno.

Aveva raggiunto il suo obbiettivo con il potere che Orochimaru gli aveva dato e ora-

“Sasuke-kun,” chiamò Kabuto. “Orochimaru-sama sta aspettando”.

Si alzò in piedi e seguì la mano destra del suo maestro serpente verso una particolare stanza. Orochimaru sorrise come lo vide.

“Ah Sasuke.kun. Bella giornata, non è vero?”

Il giovane non rispose. Lo fissò semplicemente con freddezza.

Orochimaru sorrise. Quel giorno era troppo bello specialmente quando quel corpo sarebbe stat oil suo nuovo contenitore. Questo r ail giorno che aveva tanto aspettato. Rise e senza ulterior indugi compose la tecnica del trasferimento di corpo.

Mentre Sasuke perdeva la sua coscienza nell’oscurità che iniziò a diffondersi in lui come un veleno, si immerse nel suo più bel sogno, dove lui e Naruto erano spostai.
Erano davvero un peccato che non potesse diventare realtà.

“Ti amo, bastardo,” gli aveva sussurrato Naruto nel suo sogno.

Prima di perdersi completamente, esalò il suo ultimo respiro, “Ti amo, dobe”.

E poi ci fu il nulla

終り
 
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