Capitolo 3.

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trinh89
view post Posted on 18/1/2009, 20:51




Titolo: Art and artifice (Arte ed artificio).
Autore originale: dagget
Traduttrice: trinh89
Lingua originale: inglese
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3559769/1/Art_and_Artifice
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic sono maggiorenni, e comunque non realmente esistenti. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: ItaNaru, SasuNaru e accenni di KibaxHinata e ZabusaxHaku.
Rating: AU, yaoi, lemon.

-Capitolo 3.

Naruto e il resto degli artisti dello Shuriken Studio stavano facendo una breve ma ben accetta pausa. Era sabato pomeriggio e i finesettimana, naturalmente, erano sempre i periodi più pieni per i tatuatori. Principalmente avevano un’entrata, con una sorta di sistema primo-arriva-primo-serve cosicché potessero prendere una pausa quando possibile e senza mai sapere quando avrebbero avuto l’opportunità di farne un’altra. Al momento Izumo stava spudoratamente prendendo in giro uno dei suoi precedenti clienti.

“Una ‘materia grigia’! Dico sul serio, questo grande, Dannato Angelo voleva una cervello sanguinante sull’avambraccio!” Tutti stavano ridendo all’espressione quasi costipata sul suo viso. “Non importa cosa suggerivo di fare per renderlo forse un po’ meno penoso e stupido, lui aveva calcolato ogni dannato centimetro (del tatuaggio)”.

“Beh almeno il ragazzo sapeva cosa voleva”. Soggiunse Genma. Izumo e Kotetsu si scambiarono un’occhiata tossendo in perfetta sincronia.

“Sì giusto. Probabilmente è più simile a ciò che sperava i suoi amici di moto avrebbero trovato impressionante. Di solito pensi che le persone ad una certa età cambiano e che il loro cervello matura. Ma questa roba è permanente gente!” Izumo era davvero sul punto di Izumo era sul punto di scoppiare come un vulcano così Naruto si espose.

“Sono d’accordo. Dovresti solo farti qualcosa che parli sinceramente di te. E’ per questo che ho aspettato così a lungo io”.

“Heheh, se un cervello sanguinante ‘parla’ di questo ragazzo allora non credo che vorrei conoscerlo meglio. Sai cosa intendo?” disse Kotetsu con una finta aria spaventata.

“In ogni caso,” proseguì Izumo, “la cosa sembrava così brutta quando era finita, che non volevo neanche ammettere che fosse opera mia. Non c’è bisogno di dire, che ovviamente non ho fatto alcuna foto a quel coso”.

"Oh, che Orribile Cliché!!!” gemette Kotetsu e il gruppo scoppiò in una sana risata. Quando si furono calmati

“Parlando di foto, c’è questa ragazza che conosco nella mia classe di arte che fa fotografia. Vuole essere una professionista un giorno così sta mettendo insieme un portfolio e ‘mi’ ha chiesto di essere il modello per le serie che farà”.

“Giusto! Farai il modello!” gridò Kotetsu.

“Lo ‘farai’ vero?” domandò Izumo.

“Certo che sì!” ribatté Kotetsu. “Quando una bella ragazza vuole farti delle foto tu non dici no. Aspetta…le è piccante vero? Aahh lo è, non è vero?”. Lanciò una strizzatine d’occhio a Naruto e lo colpendolo piano con il gomito.

“Non è come pensi. Non con Ino”.
“Certo che non lo è”. Disse Izumo divertendosi a punzecchiarlo. “Ragazza incontra ragazzo. Ragazza chiede di fare foto a ragazzo. Ragazza rimane sola con ragazzo da qualche parte per una piccola sessione di foto uno-a-uno, probabilmente includendo un cambio di guardaroba qui e lì o forse anche senza. Cosa ‘potrebbe’ succedere lì?”

“Ooooooh!! Kyuubi, tu furba volpe che non sei altro! Poserai ‘al naturale’?!” un rossore iniziò a dipingere il volto di Naruto mentre Kotestu lo fissava malizioso.

“…Beh…non completamente,” mormorò.

“Che cos’era quello?” gridò ai suoi colleghi pervertiti. Il ghigno di Kotetsu minacciò di spaccare in due la sua faccia.
Naruto si rifiutò di incontrare i suoi occhi, voltando il proprio volto arrossato verso la lontana parete.

“Mi ha promesso che non sarò essere nudo…” il biondino completamente imbarazzato peggiorò, il viso sempre più bollente mentre Kotetsu e Izumo prorompevano in crisi di riso acute.
Fortunatamente la calma voce di Genma spezzò il rumore assordante fornendo una distrazione più che ben accetta.

“Quindi da quel che ho capito hai veramente accettato di farlo?”

“Sì, ha davvero bisogno del mio aiuto e dopo tutta l’angoscia che ho passato per il mio stesso portfolio, so come è importante questo per lei. Non posso abbandonarla”.

“Sei una brava persona Kyuu e probabilmente non sarò così male. Rilassati e basta, non preoccuparti troppo e potresti anche divertirri”. Con questo, Genma se ne andò a servire il cliente che era venuto per un piercing.

“Sì. Avrai molto ‘divertimento’,” riuscì a dire fra le risate maliziose Kotetsu.

“Seriamente,” disse Izumo dandosi un contegno, “ha ragione. Dovresti solo andare e farlo. Non è poi così spaventoso”.

“Sì, andrai alla grande” concordò Kotetsu con una pacca sulla schiena del biondo. Il campanello suonò e Naruto si sentì spingere. “Tocca a te Kyuu”.

“Sì, ok”. Naruto alzò lo sguardo e cercò a nascondere la sua sorpresa al viso familiare all’ingresso. Era Kiba Inuzuka, uno degli amici dell’Uchiha. Naruto si ricordò che Kiba non lo avrebbe riconosciuto. Sorrise educatamente e salutò l’altro ragazzo come fosse un cliente qualsiasi.

“Ehi, benvenuto allo Shuriken. Io sono Kyuubi. Cosa possiamo fare per te?”

“Voglio fare questo tatuaggio…non sei troppo giovane?” l’altro ragazzo lo stava fissando con un’espressione circospetta. Naruto era abituati a quel genere di commenti e si appoggiò semplicemente sui gomiti sopra al bancone e ghignò divertito.

“Non preoccuparti. Non sembra influenzare il mio livello di abilità,” assicurò. “Comunque se vuoi, puoi vedere qualche mio vecchio lavoro”. Senza aspettare una risposta tirò fuori il suo album da sotto la cassa e lo poggiò davanti a Kiba. Il castano sbatté le palpebre e abbassò lo sguardo sul nome ‘Kyuubi’ stampato sulla copertina, poi con una alzata di spalle, procedette aprendo l’album e guardandone il contenuto. Pochi istanti dopo stava esclamando in ammirazione.

“Ah questo è stupendo! Sei veramente bravo!” Naruto sorrise all’aperta onestà della sua voce e l’espressione e pensò che forse non era un cattivo ragazzo.

“Grazie,” rispose. “Allora stavi dicendo che avevi un’idea su quello che volevi?”

“Oh, sì! Voglio un cane”. Kiba cercò dentro il portafoglio ed estrasse una foto, guardando amorevolmente l’immagine prima di porgerla al biondo dietro al bancone. “La mia famiglia possiede un canile e i miei genitori sono allevatori un giorno penso di la rilevarla. Immagino che tu mi possa dire che sono un po’ ossessionato dai cani ma onestamente me la si può passare giusto?” Naruto trovò l’affabilità del ragazzo contagiante e gli ghignò prima di guardare la foto. Era l’immagine di un cane grande e molto bello. “Questo è Akamaru. E’ il primo cane di cui mi sono assunto tutte le responsabilità ed è il mio migliore amico”.

“Quindi hai deciso di immortalarlo?” Kiba annuì entusiasticamente e il sorriso di Naruto si ampliò mentre dava un’altra occhiata alla foto. Akamaru era per la maggior parte marrone e bianco e forse anche con il taglio del pelo un po’ arruffato. Sembrava il compagno perfetto per l’aspetto selvaggio del castano. Il che fece ricordare a Naruto qualcosa che aveva udito circa gli animali che assomigliano ai loro padroni quando sono in sintonia. Rise internamente al pensiero che l’animale probabilmente si comportava un po’ come Kiba.

“Voglio che sia realistico e voglio che appaia…uh…beh non mostruosamente rabbioso ma che intimidisca”.

Naruto disse a Kiba che se voleva buttarlo giù bene, poteva fare uno rapido schizzo o due per confermare la posizione del cane e l’espressione e poi riportare a mano libera l’immagine su Kiba in penna prima di iniziare.
Kiba accettò e subito dopo, stava seguendo nello specchio la penna che disegnava sul suo petto per vedere se gli piaceva la grandezza e il posto.

“Ok. Sì, penso che stia venendo proprio bene. Allora cominciamo ora?” Kiba stava praticamente saltando dalla gioia e Naruto si stava divertendo al suo eccitamento.

“Se tu lo vuoi,” rise. Fece sedere Kiba e si preparo a iniziare. “ Non sembri neanche un po’ nervoso. Nessuno crederebbe che è la tua prima volta”.

“Sono troppo contento per essere nervoso! Lo desideravo da non sai quanto questo tatuaggio”.

“Io posso dirlo,” replicò Naruto mentre preparava l’inchiostro di cui aveva bisogno. “Adoro fare questi tipi di tatuaggio. L’immagine è ovviamente importante per te e sono sicuro che non te lo rimpiangerai mai. Mi da fastidio quando qualcuno si fa qualcosa tanto personale quanto un tatuaggio con il puro proposito di impressionare qualcun altro”.

“Non sei un amante dell’esibizionismo?”

“No se deliberato”. E con questo Naruto iniziò il suo lavoro. Continuarono a chiacchierare amabilmente, coprendo una sorprendente varietà di argomenti. Ad un certo punto Kiba menzionò il suo amico Sasuke e Naruto desisté dal commentare, ricordando che fin tanto che Kiba lo conosceva come ‘Kyuubi’lui non aveva mai incontrato il suo amico.. Tuttavia, quando Kiba del deplorevole comportamento di Sasuke del giorno precedente, Naruto non poté fare un granché formulando la sua opinione morale.

“Posso non sapere molto di questo ragazzo ma penso che sia sbagliato da parte sua prendersela con te o qualcun altro per i suoi problemi”.

“Beh tutti hanno dei momenti di cattivo umore di tanto in tanto. Sai com’è,” lo difese Kiba.

“Non c’è mai una buona scusa per ferire o molestare altre persone”. Il tono di Naruto era duro. “Non sai mai che genere di danni puoi fare, e ad ogni modo, tutti meritano assolutamente una certa quantità di rispetto. Se il tuo amico si comporta ingiustamente allora forse dovresti affrontarlo. Se non puoi parlargli seriamente di questo, beh…forse non siete poi così buoni amici”.
Kiba sembrò come se volesse sospirare ma con il biondo ancora al lavoro sul suo petto cercò di trattenersi.

“Probabilmente hai ragione. E’ solo che Sasuke è ricco e di bel aspetto e così popolare che nessuno vuole mettergli i piedi in testa”. Naruto ghignò sbiecamente all’ammissione.

“Bah! La popolarità è sopravvalutata. Entro pochi anni le tue ‘esperienze’ delle superiori non saranno nient’altro che un ricordo!” Kiba sorrise al biondo prima di cadere in un grave silenzio. Una parte di Naruto era sempre segretamente sbalordita al numero di persone che avevano bisogno di sentirsi dire una conclusione logica almeno in apparenza. Ma non aveva importanza. Il fatto che ci stesse riflettendo sopra era più che sufficiente.

Quando il ronzio cessò improvvisamente Kiba alzò lo sguardo e l’eccitazione di prima, lo riprese visibilmente un’altra volta .

“E’ finito?!” Naruto sorrise radioso e annuì col capo e Kiba scattò in piedi e praticamente si precipitò al grande specchio.

“Oh wow è fantastico! Sembra veramente lui!”

“Sono felice che ti piaccia,” replicò Naruto felice.

“Lo amo! Veramente, grazie tante! Sai, non mi ha neanche fatto tanto male! E’ sorprendente. Mi aspettavo più dolore”.

“Questo perché mi sono allenato dal migliore. Raidou è fottutamente bravo”. Kiba sorrise internamente. Quel ragazzo non accettava neanche i complimenti fattigli. Doveva focalizzare l’attenzione su qualcun altro. Naruto gli fece rapidamente il conto e prese il denaro.

“Grazie ancora Kyuubi. Hai fatto un lavoro fantastico ed è stato anche forte parlare con te”.

“Aaaw anche per me Kiba!” tubò con umorismo Naruto. “Sei un bravo ragazzo. Torna ogni volta che vuoi”.

“Forte, ci vediamo allora”. E con questo, il neo tatuato Kiba sparì fuori dalla porta. Raidou fece il suo ingresso proprio in quel momento.

“Ehi Raidou,” salutò il ragazzo. “Hai già finito tutte le tue commissioni?”

“Sì, anche se c’era una dannata lunghissima coda alla banca. Come va qui, bene?”

“Un altro cliente soddisfatto!”

Continua…
 
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