Capitolo 4.

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trinh89
view post Posted on 18/1/2009, 20:55




Titolo: Art and artifice (Arte ed artificio).
Autore originale: dagget
Traduttrice: trinh89
Lingua originale: inglese
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3559769/1/Art_and_Artifice
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic sono maggiorenni, e comunque non realmente esistenti. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: ItaNaru, SasuNaru e accenni di KibaxHinata e ZabusaxHaku.
Rating: AU, yaoi, lemon.

-Capitolo 4.

Il lunedì mattina, Sasuke si incontrò con alcuni dei suoi amici e iniziò immediatamente a scaricare la frustrazione accumulata durante il finesettimana. Suddetti amici si mostravano apparentemente comprensivi ma la maggior parte di loro in realtà non capiva di cosa si stesse esattamente lamentando così amaramente. Infatti, la maggior parte dei fratelli che non andavano d’accordo tendevano ad avere molte più drammatiche discussioni di quelle che stava descrivendo Sasuke. I suoi problemi famigliari sembravano abbastanza controllabili, e venivano con una Ferrari! Dalla loro prospettiva, sembrava un dolce affare. Sinceramente erano alquanto divertiti dai suoi melodrammi. Sasuke era totalmente perso in questi sentimenti, troppo preso nella sua stessa irritazione al ricordo di quei pochi momenti giusto prima della partenza di suo fratello il giorno addietro.


Itachi era occupato a fare i bagagli, preparandosi per le due ore e mezza di viaggio per tornare alla sua scuola quando il suo fratellino si piantò sulla soglia della sua stanza, appoggiandosi casualmente contro lo stipite.

“Ti sei goduta la tua visita?” chiese sarcasticamente il più giovane. Itachi non si scomodò ad alzare lo sguardo e la risposta venne annoiata e monotona.

“E’ stata alquanto noiosa. Non credo che tornerò per un po’”. Sasuke non voleva proprio che Itachi tornasse presto ma in qualche modo il comportamento indifferente del più grande lo infastidiva.

“Buon viaggio”, borbottò. Itachi lo guardò e sorrise in quel modo accondiscendente che Sasuke odiava con tutto il cuore.

“Così infantile fratellino”.

“Infantile?!” se Sasuke avesse stretto i denti ancora più forte avrebbero potuto frantumarsi.

“Mmm, non sembri veramente intenzionato a volere le attenzioni dei nostri genitori. Mi hanno detto che sei a casa raramente e che quando ci sei, fai del tuo meglio per ignorare la loro esistenza. Tuttavia non sopporti che quando torno a casa quelle attenzione diventino mie .E’ come se tu non avessi mai lasciato la balia, non è così?”
Sasuke era livido! Ogni muscolo era così teso che non riusciva neanche a parlare.

“Sei l’unico che si concentra su di me, lo sai. ‘Sembra’ che tutti ti parlino costantemente di me, perché sei tu che lo cerchi. Quelle sono le uniche parole che attirano la tua attenzione”.

“Non parlarmi come se tu sapessi ogni cosa,” sbottò Sasuke, la lingua finalmente sciolta.

“Non me ne frega niente di te! Ho una vita”.

“Sì, e su cosa è basata? Perché ti curi della tua montagna di ‘amici’ e ammiratrici giusto? La popolarità è una cosa con cui non ho avuto a che fare alle superiori. Forse questa è stata la ragione per cui sei diventato vanamente sociale. Non dovresti riporre la misura dei tuoi obiettivi nel centro della vita in un mucchio di altre persone Sasuke. Quelle persone vanno e vengono. La scuola superiore è quasi finita fratellino. I tuoi amici se ne andranno per raggiungere i loro obiettivi. Dovresti pensare seriamente al tuo futuro. Quali sono le tue ambizioni?”

“Oh sta zitto e basta! Sei un tale Bastardo arrogante e presuntuoso!” urlò quasi Sasuke, il famoso controllo degli Uchiha che scivolava visibilmente. Itachi sorrise un’altra volta, il che lo fece arrabbiare ancora di più.

“Beh se quello che dici è vero, abbiamo molto in comune”.

“Non Paragonarmi a Te,” ruggì Sasuke, “e non permetterti di farmi la predica! Non tutti hanno ‘talento’ che trapela da ogni poro!”

“Semplicemente non ‘sai’ in cosa sei bravo fratellino. Non ci hai mai perso il tempo necessario per scoprirlo. Probabilmente ce l’hai sotto il naso”.
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Senza aggiungere altro, Sasuke si voltò e filò in camera sua dove trascorse il tempo a scrivere furiosamente per due ore nel suo diario giornaliero tentando di calmarsi dopo che il umiliante incontro.


Kiba, Kankuro e Sakura riuscirono a malapena a soffocare una risata alla parte “Bastardo presuntuoso e arrogante” ma una delle fan girl che li stava seguendo come un ombra non fu abbastanza veloce. Sasuke si voltò di scatto.

“Sparisci dalla mia vista,” sibilò. Lo sguardo era veramente spaventoso e la sfortunata ragazza si affrettò ad andarsene senza contestare. Nonostante tutto Sasuke sembrava essersi sbollito leggermente e se ne sarebbe stato per un po’ solo di malumore. Kiba decise di cogliere l’occasione per mostrare il suo nuovo tatuaggio.

“Beh io il fine settimana l’ho passato alla grande. Sabato sono andato a farmi un tatuaggio! Guardate. Non è forte?” disse mentre tirava su la maglia mostrando loro il petto.

“Oh è Akamaru quello?” chiese Sakura. Kiba annuì e la ragazza si avvino di più per osservare l’immagine.
“E’ veramente fatto bene Kiba. Dove sei andato?”

“Allo Studio Shuriken. Il ragazzo era davvero giovane ma era un artista che mette soggezione ed è anche forte (cool). Basta guardare come è fatto bene. Mia sorella al suo primo tatuaggio era abbastanza terrorizzata.


Naruto era entrato nel campo della scola proprio mentre Kiba si stave alzando la maglietta. Ghignò segretamente alla vista. Come passò affianco sentì Kiba parlare di lui e tutti gli altri esclamare sbalorditi per il suo lavoro. Era strana la sensazione di sapere che quel particolare gruppo di persone lo stesse lodando.
Ovviamente non avevano idea che il ragazzo di cui parlavano fosse così vicino. La campanella suonò e riluttante l’intero gruppo iniziò a farsi strada verso l’ingresso. Nessuno notò la figura incappucciata che si muoveva al loro fianc, ma Sasuke doveva avere una sorta di Naruto radar. La cosa successiva che il biondo seppe, era che le sue ginocchia si impantanarono nell’unico punto del terreno scolastico che non fosse asciutto.

“Guarda dove cammini dobe,” disse con un sorrisino l’Uchiha. Naruto sospirò solamente e il resto della compagnia di Sasuke lo derise prima di voltarsi nuovamente verso l’edificio e dimenticando quello che era appena successo. Kiba fece per seguirli ma poi si fermò. Dopo un momento di esitazione si girò e andò incontro a Naruto offrendogli una mano. Naruto sbatté le palpebre sorpreso ma accettò velocemente la mano porta e si lasciò tirare su.

“Ehi, scusalo. E’ incazzato di nuovo. Non permettergli di che ti tratti così ok”. Con un sorriso e un rapido saluto con la mano il ragazzo scattò per raggiungere gli altri. Naruto era rimasto lì in piedi, sentendosi piacevolmente stupito considerando il fatto che i suoi pantaloni erano bagnati dalle ginocchia in giù.

“Yup,”pensò. “Mi piace quel ragazzo. Davvero tanto”.

Più tardi durante l’ora di pranzo, Naruto e Haku insieme ai loro due amici, Hinata e Shikamaru erano seduti in un piccolo locale di ramen chiamato Ichiraku, non lontano dalla scuola. Naruto stava raccontando loro della venuta di Kiba il sabato per un tatuaggio e della lunga conversazione che avevano avuto.

“E poi questa mattina il Bastardo mi ha spinto in una pozzanghera, (per questo sono ancora umido. E’ davvero fastidioso) e Kiba si è fermato e mi ha aiutato. Si è anche scusato per il comportamento dell’Uchiha! Potete crederci?”

“Wow, credo che sia gentile dopotutto,” disse Haku.

“A dire il vero, è stato sempre gentile con me,” li informò tranquilla Hinata, le guancie imporporate di rosso.

"Penso che bisogna essere pazzi per andare dietro a gente fredda e stronza come lui," soggiunse Shikamaru. “Quel bamboccio dell’Uchiha si tiene solo le persone dietro. Quel bamboccio dell’Uchiha respinge solo le persone. Cercare di farlo felice deve essere una seccatura”.

“Poverini, forse sono ‘tutti’ riscattabili per questo”. Sorrise radioso Naruto all’idea.

“Certo,” rise Haku. “Non puoi già vederlo? Il Sorprendente Kyuubi, cambia il mondo un tatuaggio alla volta”.

“Kyuubi CHAN!” Tutte e quattro le teste si girarono di colpo al grido. Ino stava giusto entrando. Avendo ‘ovviamente’ individuato Naruto, si precipitò da lui e si allacciò al suo braccio. “Non hai da lavorare stasera vero?”

“..Uuh…no,” rispose guardingo.

“Grande! Allora possiamo iniziare. Verrai a casa con me dopo scuola perché avrei bisogno della luce del giorno per giorno per un po’ di scatti. Non preoccuparti, ti preparerò la cena. Forse potresti stare da me anche la notte se facciamo troppo tardi…” Per un millesimo di secondo le insinuazioni pervertite dei suoi colleghi turbinarono per la testa di Naruto, ma scosse immediatamente la testa, maledendo quegli idioti per avergli fatto pensare un sacco di cavolate. Nel frattempo Ino aveva continuato a parlare. Avevano tutti finito di mangiare, tirarono fuori i soldi e si accinsero a tornare a scuola. Naruto si voltò giusto in tempo per sentire Ino dire qualcosa circa corde e corpi pitturati e gelò in apprensione terrificato, fino a che non comprese che stesse parlando di un suo progetto passato. Sospiro di sollievo permettendo al suo corpo di rilassarsi un po’ ma il dubbio era stato insinuato. Era più nervoso che mai su ciò che Ino gli avrebbe fatto fare.

“Oh kami qualcuno mi aiuti!” gemette. Solo Haku lo aveva sentito e riso al povero biondo.

“Non preoccuparti così tanto. Ino non ti farà niente di così orribile. Ce la farai tranquillamente e alla fine le sarai anche d’aiuto!”

“Credo che non abbia vie di fuga,” piagnucolò Naruto. “Abbiamo l’ultima lezione insieme”.

Come entrarono la nella vista della scuola Ino si separò da loro per parlare con un altro dei suoi amici prima di riprendere le lezioni.

“Ciao ragazzi,” disse. “Ci vediamo dopo scuola Kyuubi!” Naruto tirò un sospiro.

“Beh, sarà una lunga giornata”.

Continua…
 
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