Capitolo 5.

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trinh89
view post Posted on 18/1/2009, 21:00




Titolo: Art and artifice (Arte ed artificio).
Autore originale: dagget
Traduttrice: trinh89
Lingua originale: inglese
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3559769/1/Art_and_Artifice
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic sono maggiorenni, e comunque non realmente esistenti. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: ItaNaru, SasuNaru e accenni di KibaxHinata e ZabusaxHaku.
Rating: AU, yaoi, lemon.

-Capitolo 5.

Tick,... tick,... tick,...tick,...il ticchettio stava diventando una tortura nel silenzio della classe, per una persona almeno.
Naruto sedeva nervoso al suo posto, contando i secondi fino alle tre. La fine sembrava vicina e allo stesso tempo lontana. Non sapeva cosa era peggio. Onestamente il pensiero del tempo che si fermava per un po’ aveva una certa attrattiva, ma dall’altra, l’attesa era estenuante.

A quattro minuti alle tre gli studenti iniziarono a mettere via le proprie cose, pronti ad andarsene. Naruto lanciò una rapida occhiata ad Ino. La ragazza bionda lo guardò di rimando e gli diede un sorriso raggiante. Stava praticamente saltando per l’impazienza e l’eccitazione. Naruto deglutì pesantemente.
Quando la campanella finalmente suonò il povero ragazzo sussultò, poi tranquillizzatosi si alzò lentamente. Il resto della classe proruppe in un rumoroso chiacchierio e affrettandosi a raggiungere la porta. Naruto era ancora lì in piedi quando Ino lo afferrò per un braccio e lo trascinò fuori, gridando qualcosa circa il quanto si sarebbero divertiti.

Ino aveva una grande casa. Non ostentatamente grande, ma la sua famiglia era ovviamente messa abbastanza bene. Le finestre decorate all’entrata erano linde e splendenti alla luce del sole e il giardino era perfettamente curato. Un gatto egualmente curato sedeva davanti alla scalinata. Naruto fu quasi sorpreso che non ci fosse la tipica staccionata bianca. Il viale era vuoto e mentre entravano, Ino confermò che i suoi genitori non erano ancora in casa.

“Aspetta un attimo mentre vado a prendere l’attrezzatura. Vuoi darmi il tuo zaino?”

“Uh sì certo,” rispose assente Naruto. La sua attenzione era stata già catturata dalle numerose foto di famiglia appese alla parete del corridoio. Apparentemente sembravano ‘tutte’ un mucchio di formiche. Fu sorpreso di scoprire che Ino aveva un fratello più piccolo. Non lo aveva mai menzionato. Se la foto era recente, come sembravano essere, allora doveva avere all’incirca quattro o cinque anni.

“Bene, andiamo fuori,” venne la voce di Ino dietro di lui. “Faremo queste prima”.

Avviandosi nuovamente all’esterno alla luce del sole attraverso le porte del patio nella sala da pranzo, Naruto trovò il retro del giardino bello quanto il davanti. Nel terreno della piscina e lung oil giardino vi era un laghetto artificiale di medie dimensioni e una mini cascata, il tutto circondato da un fiorente prato verde. Ino si diresse dritta verso il laghetto.

“Carino,” commentò Naruto.

“Già, mamma è fissata con il paesaggio. Lo chiama ‘laghetto della serenità’, spiegò Ino mentre iniziava a preparare la macchina fotografica. “Lo ha fatto lei e accidentalmente si è tagliata con un coltello quando stava modellando il materiale. Solo mia madre si poteva tagliare il polso mentre stava creando il suo ‘laghetto della serenità’”. Naruto sgranò gli occhi e scoppiò involontariamente a ridere. Seguito poi da Ino.

“Immagino che ti ha divertito l’ironia della cosa, eh?”

“Abbastanza da essere accusata di essere insensibile”, ammise Ino. Naruto scuoté il capo.
“Che c’è?” chiese innocentemente Ino. “Aveva mancato la vena”.

“Oh, adesso sì che suona davvero malato”.

“Ad ogni modo, mettiti lì…le foto saranno incentrate sui riflessi come ti ho detto prima”. Naruto guardò da un’altra parte sentendosi un po’ in colpa. Forse avrebbe dovuto ascoltare prima? “Per le prime, ho già preparato uno specchio, che si affaccia nell’acqua. Ho bisogno che ti tolga la maglia e i pantaloni e che tu vada sopra lo specchio.

All’espressione che il ragazzo le rivolse, lo rassicurò di averlo già testato assicurandosi che avrebbe retto. Naruto riluttante abbassò la cerniera del cappuccio e udendo il conseguente miagolio proveniente da Ino. Stava ridendo alla sua pena. Decidendo di ignorarla, si girò di schiena e si tolse la maglietta. Come le code tatuate vennero rivelate Ino boccheggiò rumorosamente. Sinceramente aveva quasi dimenticato quel lato del suo fisico e aggiunse velocemente questo aspetto alle sue immagini mentali delle foto.

“Wow Kyuubi! E’ incredibile! Sarà anche meglio di quello che immaginavo!” Ino non poté assolutamente contenersi. “Sei così forte!” strillò. Naruto la fissò in silenzio al suo viso raggiante, leggermente sopraffatto dalla sua esuberante reazione. Schiarendosi la gola e combattendo contro il rossore, raggiunse i pantaloni per slacciarli e un momento dopo rimase con addosso solo i boxer neri.
Improvvisamente desiderò avere dei boxer più lunghi.

“Oh bene, sono neri. Si adatteranno alla perfezione”, approvò Ino. Poi notò un paio di code che toccavano il bordo dei boxer sulla gamba sinistra e diede un basso fischio. “Wooh il tatuaggio continua. Sono tentata si tirar via anche i boxer ora.Buona cosa che sia una brava persona eh?”

!Uh, sì. Mi stavo giusto…” si voltò inutilmente verso l’acqua. Afferrando l’allusione, Ino entrò in modalità regista.

“Bene allora, primo voglio che ti inginocchi”.

“Già ci avrei scommesso!” mormorò Naruto e Ino rise sorpresa ma non fece commenti.

“Ok, mani abbassate e guarda me”, Ino si inginocchiò al suo stesso livello e guardò attraverso l’obbiettivo. Era contenta dall’effetto. Sembrava davvero che stesse sopra l’acqua. Cambiò angolazione per incorniciare meglio sia Naruto che il suo riflesso nello specchio sotto di lui. “Puoi inclinare di più la testa verso giù e guardare qui solo con i tuoi occhi? Sì così è perfetto. Ora rimani così. Bene ora alza le spalle e porta le mani più vicine insieme. Ok aprì di più le ginocchia”. L’otturatore continuava a scattare mentre Ino continuava a dare direttive. “Proviamo qualche espressione diversa. Puoi ghignare per me?”

“Vuoi che ghigni?” Ino immortalò velocemente con uno scatto la sua espressione perplessa.

“Sì. Lo sai. Imita il tuo Sasuke”. Naruto aggrottò le ciglia e Ino scattò una foto anche di questa. Poi also gli occhi al cielo prima di improvvisare su una imitazione dell’Uchiha. Ino rise al sospiro e l’otturatore scattò di nuovo.

“Aspetta. Fammi provare una cosa,” disse Ino appoggiando la macchina fotografica. Guardo nella sua ‘borsa delle meraviglie’ e ne tirò fuori una tazza. La immerse velocemente nel laghetto e prima che il ragazzo potesse chiedere cosa stesse facendo, versò l’acqua sopra la sua testa.

“Ino” gridò Naruto al freddo improvviso. Ino lo ignorò e iniziò a scompigliargli i capelli. Poi schizzò anche il petto e le spalle causando un altro strillo. Tornò a sedersi e riprese a fare foto. Naruto appariva infastidito ma Ino decretò che le piaceva quel aspetto.

Qualche minuto più tardi, Naruto era steso sulla schiena, ancora sullo specchio con il viso di lato rivolto verso l’apparecchio fotografico. Il suo profilo era riflesso proprio accanto al suo volto. Ino fece diversi scatti, giocando con i suoi capelli e facendogli cambiare le posizioni delle braccia. Poi raggiunse la sua borsa ancora una volta e ne estrasse una bottiglietta per fare le bolle di sapone, sorridendo e mostrando la lingua alla faccia curiosa di Naruto. Soffiò alcune bolle su Naruto e scattò altre foto.
Alzandosi in piedi un momento dopo, abbassò lo sguardo al ragazzo sotto attraverso l’obbiettivo ma non le piaceva l’angolazione così gli disse di aspettare e corse a prendere un piccolo tavolo di legno dall’area laghetto. Dall’alto del tavolo, vennero fatte altre foto di Naruto, che guardava prima lateralmente poi frontalmente, bolle dai colori dell’arcobaleno fluttuavano su di lui e il cielo che gli si rifletteva sotto.

Nel tempo in cui gli fu permesso di uscire dal laghetto, o comunque a debita distanza da questo, Naruto si rilassò e iniziò a pensare che non fosse poi così male dopotutto. Si chiese perché Ino stesse avvolgendo la macchina fotografica nella plastica. Dopo una breve spiegazione, si ritrovò sott’acqua nel laghetto impegnato a trattenere il respiro senza apparire veramente intento a farlo come Ino gli aveva chiesto. Almeno poté vedere che stava facendo bene. Stava guardando lo specchio sopra di lui, le mani appoggiate ad esso come se stesse cercando di spingerlo via. Anche Ino era nel laghetto, che si muoveva intorno a lui scattando foto da ogni angolazione.

Proprio mentre stavano venendo fuori dall’acqua, la porta del patio si aprì e un ragazzino biondo che Naruto riconobbe dalle immagini del corridoio corse verso di loro gridando, “Ino! Ciao Ino! Siamo a casa! Ino Ino Ino!”. Il ragazzo si fermò quando vide Naruto. “Oh ciao! Sono Kenji”.

“Piacere di conoscerti Kenji,” disse Naruto con un sorriso amichevole. “Sono Naruto.” Lo sguardo di Kenji divenne in qualche modo sospetto.

“Sei il ragazzo di Ino?” chiese. Naruto choked.

“Kenji! Lui è il ragazzo di cui ti ho parlato. Gli sto facendo delle foto ricordi?”

“Ma avevi detto che il suo nome era Kyuubi,” ribatté il ragazzino.

“Oh!” rise di soppiatto Naruto “Kyuubi è il mio soprannome. E’ come mi chiamano gli amici. Puoi chiamarmi Kyuubi se vuoi”.

“Ok”. Improvvisamente Kenji notò i segni sul suo corpo. “Wow! E’ un tatuaggio vero?!” Prima che Naruto se ne rendesse conto che gli trotterellava tutto intorno che osservava ogni singola coda a una distanza minima.
Naruto sorrise allegramente. Non avrebbe mai permesso ad un adulto di toccarlo ma i bambini lui li amava veramente. Erano così…liberi e aperti. Ino stava ridendo con lui e scattando foto.

“Sì è davvero vero,” confermò il ragazzo dalle nove code quando il bambino si calmò un po’. “Faccio tatuaggi per altre persone tutto il tempo. E’ il mio lavoro”.

“Woah! Che forte!” il bambino era seduto sulle sue gambe ora con occhi sgranati e il naso quasi a contatto con quello di Naruto. Naruto ghignò e Kenji lo ricambiò. Ino immortalò un’altra foto e poi smise e lanciò loro un’occhiata. Che scatto fantastico! Entrambi erano biondi e con gli occhi azzurri, il più grande era così vibrante e con la pelle scura, ma entrambi erano splendenti nella luce del sole, i loro visi erano inclinati nella stessa angolazione e le loro espressioni perfettamente felici e giocose. Ino non poteva aspettare di vedere come era venuta la foto.

“Bene Kyuu, credo che sia ora di una pausa per la cena. Per ora ad ogni modo ho finito gli scatti al sole”.

“Per ora?”

“Potrei avere un’ispirazione più tardi,” rispose Ino con un’alzata di spalle.

Dopo un pasto veloce, piena di chiacchiere senza fine di Kenji, Naruto fu trascinato nel seminterrato, dove in un angolo della stanza era stato allestito con maestria un drappeggio di tessuto nero. C’erano riflettori di diverse misure e intensità e vari paralumi a lato pronti per l’uso. Ino fece spogliare il suo modello ancora una volta. Nel frattempo si era tenuta occupata con l’appendere di qualcosa simile a un enorme mobile di vetro e sfere cromate di diverse misure a diverse altezze. Aveva piazzato Naruto in piedi nel centro e lo aveva fatto aspettare mentre preparava le luci fino a che non la soddisfarono. Naruto intraprese quelle che gli sembrarono un milione di pose.

“Ok, così va bene. Ora girati e guarda indietro oltre la tua spalla…Bene, ancora un secondo. Puoi alzarmi un sopracciglio? Heheh adoro quello”.

“Certo che lo adori baby. Sono così dolce!" scherzo Naruto. L’otturatore continuò a scattare mentre ridevano.

“Cosa certa Tigrotto. Ora voglio che sollevi il braccio..No il sinistro, e che lo tendessi come se stessi cercando di prendere il vetro proprio sopra di te. Sì così, guarda qui. Bene, fermo”. Cambiò anche lei posizione un paio di volte, poi gli fece tenere tra le mani una palla cromata grande quanto un pallone da pallavolo e gliela fece fissare.

"E’ questa la tela da ornamento?"

“Già”.

“Huh, bella idea”.

“Grazie…Puoi venire qui per un secondo?” Il ‘mobile’ fu tirato giù e la palla che stava tenendo poco prima tolta. La diede a lui e lo fece sedere sul tessuto con le ginocchia alzate e lo sguardo ricolto di nuovo alla palla. “Bene, arricciati un altro po’”. Le bolle di sapone furono soffiate nuovamente e un attimo più tardi era circondato da bolle, che Ino decise richiedevano un altro cambio di luci per creare più ombre. Dopodiché avanzò e gli prese la palla. Un ampio specchio fu piazzato strategicamente dietro di lui per far si che sembrasse seduto schiena contro schiena al suo gemello. Poco più tardi invece era accucciato con la schiena rivolta alla macchina fotografica, con il volto verso lo specchio. Una mano teneva una piccola, debole luce, che Ino diceva non si sarebbe vista nella foto. Aveva solo bisogno i una fonte luminosa lì. Le dita dell’altra mano stavano tracciando la linea della mascella nello specchio.

“Questo è narcisista lo sai”.

“Shh, dovresti avere uno sguardo intenso in questo momento…Narcisista va bene. Fallo”. Naruto tentò di guardare sconfitto il suo riflesso ma non ce la fece. Dopo un altro po’ di scenari finalmente misero via le attrezzature. Si stava facendo tardi ma il padre di Ino si offrì di accompagnare Naruto a casa. Il ragazzo aiutò Ino a pulire un po’ prima.

“Sai ero imbarazzato all’inizio, sentirmi come uno di quegli stupidi modelli di intimo…”

“Ehi!”

“..devo ammettere però che vedo il merito artistico che c’è in tutto questo. Sono sicuro che il tuo portfolio sarà davvero impressionante”.

“Anch’io lo penso, ma mi mangerò le unghie fino a che non le avrò sviluppate e accertato che sono venute bene”.

“Non preoccuparti Ino. Saranno venute benissimo,” la rassicurò Naruto con un sorriso.

“Sì, probabilmente hai ragione. Saranno venute veramente bene. Credo che potrei fare entrare alcune di queste foto nell’annuale mostra scolastica dell’Arte”.

“Cos’hai detto?”

Continua…
 
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