Capitolo 7.

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trinh89
view post Posted on 18/1/2009, 21:08




Titolo: Art and artifice (Arte ed artificio).
Autore originale: dagget
Traduttrice: trinh89
Lingua originale: inglese
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3559769/1/Art_and_Artifice
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic sono maggiorenni, e comunque non realmente esistenti. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: ItaNaru, SasuNaru e accenni di KibaxHinata e ZabusaxHaku.
Rating: AU, yaoi, lemon.

-Capitolo 7.

Quando la guida di Naruto lo portò a un piccolo caffè proprio dietro l’angolo del campus universitario, la prima cosa che chiese al biondo fu che cosa voleva ordinare. Naruto aveva saltato il pranzo così aveva deciso di prendere un sandwich e un caffè. Itachi pagò per entrambi, nonostante le proteste di Naruto. La seconda domanda di Itachi arrivò proprio dopo che furono serviti.

“Perché il tuo amico, ti chiama Kyuubi? E’ un soprannome alquanto strano”.

“Ah…i ragazzi con cui lavoro hanno iniziato a chiamarmi così. Per via del mio tatuaggio”.

“Oh?” a ciò Itachi sollevò il capo interessato.

“Lavoro al salone Shuriken Tattoo e Body Piercing. Erano così entusiasti quando ho fatto il mio primo tatuaggio che mi hanno in un certo qual modo ribattezzato da quel momento,” rise Naruto. “credo sia abbastanza appropriato, anche se non pensò che me ne farò altri. Rovinerebbe l’opera d’arte che ho fatto sul mio corpo. Meno è meglio, sai?”

“Hmm, ha qualcosa a che fare con la leggenda del demone volpe?”

“Sì, esatto. Ho trovato quella storia visualmente molto ispiratoria. Ci sono nove code che si spirano dal mio fondoschiena si avvolgono intorno al mio corpo”. Itachi era meravigliato.

“Pensavo che tu avessi detto ‘meno è meglio’? Questo non suona ‘meno’ per me,” disse in tono scherzoso.

“Beh ecco la ragione principale per cui basta con i tatuaggi,” disse il biondo alzando le spalle con un piccolo sorriso. Itachi era davvero curioso di vedere questo tatuaggio. Voleva anche chiedere delle cicatrici sul volto del ragazzo, ma non voleva superare i limiti. Invece decise di chiedere come Naruto conosceva Sasuke.

“Beh andiamo nella stessa scuola, ovviamente,” iniziò Naruto. “Si potrebbe dire che ha avuto un importante peso sui miei tre interi anni passati lì”.

“Sì potrei dire che fa abbastanza impressione. Sono sicuro che segretamente la gente pensa che sia un bastardo ma tu sembri particolarmente appassionato al riguardo. Non posso fare a meno che essere curioso sul cosa ti abbia per offenderti”.

“La verità è che ha fatto della sua missione il rovinarmi quasi ogni giorno a scuola. E’ stato proprio orribile, dal primo giorno”. Il volto di Naruto aveva perso il suo sorriso e improvvisamente Itachi si ritrovò insolitamente arrabbiato con suo fratello per aver causato quel espressione afflitta. Nartuo aveva smesso di mangiare e stava tracciando assente le cicatrici della guancia sinistra.

“Quando misi piede per la prima volta in quel istituto al primo anno, queste cicatrici erano fresche. Ero davvero sconvolto a quel tempo e mi sentivo insicuro per queste. Non volevo che nessuno le vedesse, così nascondevo il mio viso sotto a un cappuccio tutto il tempo. Ero troppo timido anche per parlare con qualcuno. Credo che apparivo sia strano e nervoso…spaventato, proprio la vittima perfetta. Sasuke iniziò subito a tormentarmi. Pensai che forse se lo avessi ignorato, si sarebbe stancato e avrebbe smesso di infastidirmi, ma sebbene non abbia mai reagito, è da tre anni che è ancora…il perfido piccolo sadico”. L’ultima parte fu mormorata a malapena ma Itachi la sentì ugualmente e accennò a un ghigno.

“Porti ancora il cappuccio?”

“Sì, a meno che non sono nell’aula di arte. Ho superato il trauma delle cicatrici ma sento ancora il bisogno di nasconderle. Non mi sento a mio agio con gli altri studenti. Forse mi sono abituato troppo a nasconderle per smettere”.

Non sarei preoccupato per le cicatrici,” disse Itachi. “Non tolgono assolutamente niente dal tuo aspetto”.
Stava fissando il ragazzo con approvazione e Naruto sentì il rossore scemare. Si maledì internamente alla sua incapacità di controllare coscienziosamente il suo flusso sanguigno.

“Oh non sono preoccupato per quello ora!” lo rassicurò velocemente. “Ho anche permesso ad Ino di farmi tutte quelle foto!”
A ciò Itachi, che si stava divertendo all’ovvia agitazione del giovane ragazzo, scattò attento.

“Ino?” la voce era calma e casuale ma i suoi occhi erano intensi.

“Oh sì, è una mia amica della classe d’arte. Voleva fare domanda a questa scuola che insegna esclusivamente cinematografia e fotografia e mi ha chiesto di aiutarla con queste serie per il suo portfolio. Era davvero forte! Sono sicuro che non avrà problemi. Sarebbero pazzi se non la prendessero!”

“Huh, questo suona familiare…” lo punzecchiò Itachi, rilassandosi.

“Aaah...heheh” sorrise Naruto istericamente e Itachi ebbe pietà di lui, chiedendo quali erano le idee di Ino sulle serie.
Il sospiro di sollievo di Naruto fu per metà beffardo. Poi allegramente spiegò le foto, scherzando sul come si era sentito ridicolo a volte e come era preoccupato di apparire per la prima volta come modello in intimo. Gli successe di sentirsi molto a suo agio a parlare con Itachi. Solitamente era più riservato con gli estranei, anche ad Haku e agli altri ragazzi dello Shuriken ci era voluto un po’ perché si adattasse. Si chiese se ciò significava che stesse migliorando o se fosse solo qualcosa che riguardava Itachi. Onestamente, anche il più grande era bravo a parlare. Il suo interesse era sincero e allo stesso tempo, Naruto non si sentiva minimamente costretto. La conversazione continuò facilmente. Il tempo volò senza che se ne accorgessero. Avevano scoperto anche un reciproco amore per la musica soul e blues.

Discutendo delle proprie opere d’arte erano inevitabilmente finiti a qualche soggetto dei tatuaggi che Naruto aveva creato e Itachi gli chiese da quanto tempo lavorasse allo Shuriken.

“Da quando avevo quattordici anni. Mi avevano preso su come apprendista. Poco tempo dopo che avevo iniziato la scuola,” rispose Naruto. Itachi fu sorpreso che gli fosse stato permesso di lavorare in un salone di tatuaggi a quella giovane età. Naruto gli spiegò che non aveva genitori a cui appoggiarsi e che aveva ottenuto recentemente l’emancipazione. Il sopracciglio di Itachi si inarcò e la mente di Naruto fece due più due.

“So a cosa stai pensando,” sospirò “e sì è più di una coincidenza. Il mio ultimo ‘tutore’ è colui che mi ha dato queste cicatrici”.

“Ah,” fu la semplice risposta che Itachi scelse per non oltraggiare la questione, per il sollievo del compagno. L’argomento fu cambiato e pochi attimi il biondo dopo fu di buon umore come ascoltava Itachi raccontargli alcuni degli aneddoti più imbarazzanti del fratello.
Itachi si ricompose e osservò il più giovane ridere di cuore. Naruto aveva una risata meravigliosa, decretò. Sicuramente era il suono più gioioso sulla faccia della terra, o almeno di questo continente.

“Mio fratello è un idiota totale,” pensò ad alta voce.

“Eh?” alla vista della testa inclinata così carinamente del biondo, si lasciò scappare una bassa risata.

“Se avesse provato a conoscere qualcosa di te prima di saltarti addosso per niente, ora probabilmente ti avrebbe già chiesto di uscire con lui”.

“Eh? Sasuke?! Impossibile!” sgranò gli occhi Naruto, ma Itachi alzò un sopracciglio.

“Perché pensi questo?” riparafrasò il biondo.

“Nonostante tutte le nostre differenze, mio fratello ed io abbiamo gusti simili”.

Naruto sbatté le palpebre e riascoltò le parole mentalmente prima di cogliere l’insinuazione che era stata fatta. L’attimo dopo stava arrossendo di nuovo. Rosa sull’oro era una bella combinazione considerò Itachi. ‘Arrossire come un tramonto’ lo avrebbero descritto molte persone, Itachi pensò invece che Naruto appariva come un’ ‘alba’. Si ritrovò con un inaspettata urgenza di pitturare in quel momento, il che era strano dal momento che Itachi non pitturava più niente da un bel po’. Aveva iniziato qualche tempo addietro a concentrarsi sulla scultura. Gli piaceva l’aspetto tattile che aveva. Forse le chiacchiere di Naruto sulla pittura avevano semplicemente fatto riemergere nella mente la voglia per questa.

Qualche istante più tardi Naruto realizzò da quanto a lungo erano stati seduti lì e disse ad Itachi che sarebbe stato meglio se fosse andato e avesse preso il bus ora. Non voleva rischiare di rimanere bloccato lì senza nessuno. Itachi lo assicurò che se fosse successa una cosa simile si sarebbe preso lui cura del biondo certamente. Dopotutto sarebbe stata colpa di Itachi. I due si scambiarono i numeri di telefono e Itachi disse a Naruto che qualche volta tornava a casa in visita per il finesettimana e che la volta avvenire gli sarebbe piaciuto molto incontrarlo e vedere possibilmente un po’ del ‘strabiliante talento’ che il suo amico aveva decantato. Augurò buona fortuna al ragazzo per la sua domanda e con un ultimo salutò cenno di mano, i due si separarono.

Naruto era riuscito a prendere l’autobus appena in tempo. Non c’erano molti altri passeggeri e si trovò un posto isolato nel mezzo. Si mise gli auricolari del cellulare, ascoltando Amos Lee che era perfetto per addormentarsi. Poi procedette a sonnecchiare per la maggior parte del viaggio, la mente che scorreva immagine di penetranti, occhi neri.

Continua…
 
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