Capitolo 9.

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trinh89
view post Posted on 18/1/2009, 21:16




Titolo: Art and artifice (Arte ed artificio).
Autore originale: dagget
Traduttrice: trinh89
Lingua originale: inglese
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3559769/1/Art_and_Artifice
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic sono maggiorenni, e comunque non realmente esistenti. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: ItaNaru, SasuNaru e accenni di KibaxHinata e ZabusaxHaku.
Rating: AU, yaoi, lemon.

-Capitolo 9.

Il motivo di Muddy Waters’ Louisiana Blues risuonò nell’aria come Itachi imboccò il viale di villa Uchiha il sabato mattina. Era di umore più che buono rispetto a quanto sarebbe stato normalmente quando andava nel finesettimana a visitare i suoi genitori che lo aspettavano all’entrata. Ma allora solitamente l’affare prometteva di essere alquanto noioso. ‘Questo’ finesettimana invece aveva un bel biondino da trovare. Erano passati solo pochi giorni da quando aveva incontrato Uzumaki Naruto ma si era ritrovato a pensare sul giovare più e più volte in quei giorni e aveva deciso di visitare la sua ‘famiglia’ prima di quanto avesse programmato. Si chiese, mentre spegneva il motore, se il ragazzo sarebbe stato libero più tardi quello stesso giorno.

Sasuke si era alzato da soli pochi minuti. Si sedette sul divano di pelle scamosciata arancione nel salotto con una scodella di cereali in una mano mentre con il telecomando nell’altra saltava da un canale all’altro assente. La finestra dietro di lui era aperta e sentì indistintamente il suono di una macchina avvicinarsi. Suppose che fosse suo padre, che era stato via per lavoro negli ultimi due giorni. Nessun altro sarebbe venuto lì a quell’ora indecente delle dieci e mezza del sabato. Giusto prima che il motore si spegnesse, pensò di aver sentito il suono di musica blues.

“Huh,” si fermò un momento prima di scrollarsi le spalle e cambiare nuovamente canale. Poi il suo cervello assopito si accese all’improvviso e connetté. “Blues?...Impossibile!” il ragazzo ancora in pigiama si levò il cuscino di dosso per girarsi in ginocchio e guardare fuori dalla finestra. Sicuro abbastanza che la jaguar blu di Itachi fosse parcheggiata fuori.

“Che diavolo?!” Sasuke lanciò il telecomando sul divano e si precipitò fuori dalla stanza, i cereali che aveva poggiato poco prima, già dimenticati.

“Che diavolo ci fai qui?!” Itachi si era appena tolto le scarpe quando la voce irritata del fratello risuonò per l’atrio. Alzò lo sguardo per vedere Sasuke, ancora nei suoi pantaloni del pigiama di seta nera, fissarlo incredulo.

“Sono in visita ovviamente,” rispose Itachi atono.

“Non vieni mai due volte di seguito!”

“Cosa posso dire,” ghignò, arrufando i capelli del fratello in modo molto seccante. “Mi mancavi così tanto, non potevo più stare lontano da te”. Sasuke schiaffeggiò via la mano di Itachi con sguardo indispettito.

“Che cosa stai macchinando?” domandò.

“Adesso adesso, che questo non è un caldo benvenuto fratellino. Non posso trovare la mia famiglia quando il bisogno mi preme? Sono sicuro che mamma sarebbe più che felice di vedermi”. Con ciò oltrepassò Sasuke e uscì dall’ingresso in cerca della madre, che si sarebbe offesa se non fosse stata salutata adeguatamente. Sasuke lo osservò andare via sospettosamente. Col cazzo ‘solo una visita’! Qualcosa di preciso aveva portato Itachi lì così presto.


Verso le undici e mezza Naruto stava impegnato con un cliente quando il cellulare vibrò nella tasca. Lo ignorò per un momento mentre prendeva il denaro e salutava con la mano il vecchio uomo ormai fuori dalla porta. Quando estrasse il telefono per vedere di chi era la chiamata persa rimase stupito al nome Uchiha Itachi. Sentì un tuffo al cuore e un fastidioso nodo alla gola.

“Oh mio Dio! Mi ha chiamato veramente! Cosa faccio?” pensò freneticamente, prima di prendere un respirò per calmarsi. “Ooookay”. Prudentemente si guardò intorno e si assicurò che nessuno lo avesse visto agitarsi. Dita tremanti digitarono il numero per richiamare l’Uchiha maggiore.

“Pronto?”

“Ciao. Itachi?”

“Sì, ciao. Sei occupato?”

“Sì sono al lavoro ma ora ho un po’ di tempo”:

“Ah, mi dispiace averti disturbato al lavoro. Sono in città oggi e volevo sapere se eri libero questa sera”.

“Oh sì! Stacco alle sei. Um, dopo potremmo fare qualcosa se vuoi…uh, e non preoccuparti…non mi hai disturbato”. Itachi poteva facilmente dire che il biondo era nervoso. Era adorabile.

“Alle sei è perfetto. Ti vengo a prendere al lavoro se per te va bene. So dov’è il posto”.

“Um, dì non ci sono problemi. Posso sapere cosa faremo?”

“No”. Itachi poté sentire il sorriso nella voce del biondo e sorrise a sua volta dentro di se. “Penso che preferisco sorprenderti”. Naruto rise a questo.

“Ok, immagino allora di non poter far niente”.

“Niente. Allora ci vediamo dopo Naruto-chan”.

"Ok...Ciao."

Sasuke, che stava origliando dietro l’angolo da quando aveva sentito il telefono del fratello suonare, nella speranza di scoprire la ragione della sua visita, sentì la sua bocca spalancarsi.

“Aveva appena detto Naruto?” pensò. Poi decise di dirlo a voce. “Hai appena detto Naruto?” chiese mentre usciva da dietro l’angolo. Itachi decise per capriccio di ammetterlo e vedere come reagiva il fratello.

“Sì. Uzumaki Naruto. L’ho incontrato qualche tempo fa. Va alla tua scuola. Lo conosci?”

“Tu. Stai. Sicuramente. Scherzando. Non starai per fare un ‘appuntamento’ con ‘lui’?!”

“Beh di certo non è un incontro d’affari”. Replicò Itachi.

“Non puoi uscire con lui! Cosa succederà se la gente lo scoprirà? Sarà imbarazzante!”

“Ti assicuro, che non sarò affatto imbarazzato”. Itachi stava iniziando ad averne abbastanza del fastidioso tono da terzo grado del fratellino.

“Non per te. Tu sei una specie di hippie, artista bizzarro. So che niente ti imbarazza. Stavo parlando di me. Uzumaki Naruto è il più grande perdente nell’intera scuola! Non posso permettere al mio stesso ‘fratello’ di essere visto con lui”.

“Lasciarmi?” disse Itachi pericolosamente. “Farò quello che più mi aggrada, dove e con chi voglio. Tu non mi ‘permetterai’ niente. Diamine ora cresci. Non tutto gira intorno a te, e con chi ‘io’ trascorra il tempo non dovrebbe preoccupare minimamente I ‘tuoi’ amici”. Con un’ultima occhiata glaciale, Itachi uscì dalla stanza lasciando ribollire dalla rabbia Sasuke dietro di se.


Quando Itachi varcò la porta dello Shuriken Studios alle sei meno cinque Izumo era alla cassa. Sorrise educatamente e lo accolse con il suo solito benvenuto.

“Ehilà, benvenuto allo Shuriken. Cosa posso fare per te?”

“Cerco Naruto”. Izumo rimase un po’ di stucco. La gente di solito non entrava chiedendo di Naruto. Kyuubi, sì ma non Naruto.

“Ah, è con un cliente,” rispose indicando il retro. “Dovrebbe finire tra poco”. Con un cenno del capo, Itachi avanzò ulteriormente nel negozio. Naruto era in una delle postazioni di lavoro. C’era un’ampia vetrata dalla quale gli amici (o supporto morale) potevano guardare, con tende che al momento erano aperte visto che il cliente non aveva voluto fare a meno della privacy. Itachi osservò con interesse come Naruto dava gli ultimi tocchi sul drago alquanto grande sulla spalla destra di un giovane che era certamente un cliente abituale. Da quel che poté vedere, il lavoro del biondo era impeccabile. Pochi attimi dopo Naruto spense lo strumento e sorrise all’uomo.

“Ecco fatto. Finito!” sentì dire Itachi dal biondo. “Non credo che abbia bisogno di trasgredire oltre le leggi”. Continuò il biondo scherzando mentre porgeva uno specchio al ragazzo e iniziava a ripulire gli strumenti della postazione.

“No ho tutto sotto controllo. Sei così forte Kyuubi! Grazie”. Itachi non era sicuro che gli piacesse il modo in cui il ragazzo stava guardando il suo appuntamento (ovviamente Naruto). “ Ti ha mai detto nessuno che mani delicate che hai?” Aah ed eccolo lì. Itachi interruppe la scena con un leggero battere sul vetro. Naruto also lo sguardo e vide. Una tinta rosea coloro istantaneamente le sue gote e sorrise ancora più meravigliosamente di quanto Itachi ricordasse.
Naruto si affrettò ad andargli incontro e Itachi fece scivolare un braccio attorno al biondino e lo portò di fronte a sé, con un’occhiata tagliente al cliente ora irritato.

“Ehi! Sono in ritardo?” chiese Naruto.

“Non proprio”. Itachi gli diede un piccolo sorriso di rassicurazione.

“Allora Kyuu, chi è il tuo amico?” venne la voce di Izumo. Aveva osservato tutto attentamente da quando Mr alto-moro-e-bello aveva fatto il suo ingresso.

“Uchiha Itachi,” si presentò lui, porgendo la mano. Izumo la strinse con un sorriso amichevole. Poi il nome fu registrato e lanciò uno sguardo interrogativo a Naruto.

“Uchiha?”

“Sì, è il fratello del Bastardo. Anche se non hanno niente in comune. Non preoccuparti”. Il biondo fece un ghigno divertito. Izumo tornò a guardare Itachi e ghignò a sua volta.

“Allora sarò dannato! Ohi ragazzi! Venite fuori un secondo!” chiamò. Kotetsu e Raidou vennero fuori dal retro dove entrambi stavano facendo degli schizzi per dei clienti, Genma li seguì lentamente.
Kotetsu prese visione di un bel ragazzo, che non avevano mai visto, con un braccio intorno a un Naruto arrossito e iniziò subito a stuzzicarlo.

“Kyuubi-chan ha il ragazzo!!!” esclamò.

“Um…beh…lui non è proprio…” balbettò il biondo.

“Ehi posso pagare adesso o cosa?” venne la voce scontrosa del cliente oramai dimenticato di Naruto. Itachi ghignò. Izumo lo vide e trattenne a stento una risata.

“Uh, sì faccio subito io,” si offrì.

“Certo che lo farai tu. Kyuubi ovviamente ha altri posti dove andare!” si intromise Kotetsu odiosamente mentre alzaa il suo sopracciglio verso il povero biondo mortificato.

“’Stai’ uscendo con questo ragazzo Kyuubi?” ciese Raidou. Naruto si schiarì la gola.

“Più o meno. Ragazzi, questo è Itachi…”

“E’ il fratello del Bastardo,” chiarificò Izumo.

“Incredibile! Stai ‘uscendo’ con suo fratello?! E’ così selvaggio!” esclamò Kotetsu. “Quante probabilità c’erano che potesse succedere?”

“Eeeeee Itachi, questo è Kotetsu, Izumo, Raidou e Genma”. Disse Naruto indicandoli tutti a mano a mano.

“E’ un piacere incontrarvi”.

“Hn…” rispose Genma per tutti loro con un cenno del capo pensieroso.

“Credo che dovremmo andare,” disse Naruto. Fecero per andare ma furono improvvisamente fermati da Raidou.

“Aspetta”. Fissò Itachi negli occhi. “Voglio solo dirti che se lo farai soffrire anche solo remotamente, ti spezzerò le braccia,” formulò con una seria quanto mai diretta e letale espressione.

“Lo terrò in mente,” rispose Itachi con una eguale serietà.

“Mi dispiace per questo,” si scusò Naruto un attimo più tardi mentre si stavano incamminando verso la macchina. “Raidou è come un genitore. Loro ‘sono’ la cosa più vicina che ho a una famiglia”. Itachi diede solo un cenno di mano.

“Penso che mi piaccano i tuoi amici”, disse con un ghigno. Naruto si illuminò felice voltandosi verso di lui.

Continua…
 
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