Capitolo 17.

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trinh89
view post Posted on 19/1/2009, 21:13




Titolo: Art and artifice (Arte ed artificio).
Autore originale: dagget
Traduttrice: trinh89
Lingua originale: inglese
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3559769/1/Art_and_Artifice
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic sono maggiorenni, e comunque non realmente esistenti. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: ItaNaru, SasuNaru e accenni di KibaxHinata e ZabusaxHaku.
Rating: AU, yaoi, lemon.

-Capitolo 16.

Era venerdì sera e si stava facendo tardi, Itachi era giusto in viaggio da Konoha. Non si era ancora fermato dai suoi. Itachi si avvicinò a un edificio con le luci accese all’ingresso, prendendo nota a mala pena di tutte le crepe e della sporcizia presenti. Una coppia di ragazze alquanto trasandate stavano giusto uscendo dalla porta quando la raggiunse cosicché scivolò per il passaggio e si facesse strada su per le scale e giù per il corridoio verso una certa porta con inciso un disegno verde. Al suo bussare la porta fu aperta da un ragazzo biondo con un brillante sorriso e Itachi fu tirato dentro un caldo abbraccio.

“Ehi! Mi sei mancato”. Questa frase fu ricambiata con un abbraccio e un silenzioso sorriso che il biondo interpretò correttamente con ‘Mi sei mancato anche tu’. Itachi era un po’ stanco per fare qualsiasi cosa che richiedesse energie e Naruto concordò che era stato un giorno pieno, che lo aveva messo a dura prova quindi decisero di fare qualcosa di semplice e andarono a passeggiare. Si incamminarono lungo la strada mano nella mano sulla strada per il parco.
Quando arrivarono a una piccola e propizia caffetteria, fecero un piccolo salto dentro per della cioccolata calda prima di proseguire per il parco. Naruto si appoggiò al suo ragazzo sentendo un forte braccio scivolare intorno alle sue spalle mentre i due avanzavano pigramente sul sentiero di ghiaia nella flebile luce. Infine, una delle panchine del parco fu occupata da una coppia di giovani, uno caldo e biondo l’altro freddo e moro.

Naruto si accoccolò fra le braccia di Itachi, stringendo ancora il suo bicchiere di caffè e alzando lo sguardo al cielo.
Augurandosi vagamente di poter vedere le stelle.

“Amo questo tempo…Quando l’estate è agli inizi e i giorni si allungano cosicché a volte il sole non è ancora tramontato del tutto alle nove di sera. C’è qualcosa di speciale nel tramonto in estate. Penso che sia il tempo migliore per uscire. L’intero mondo sembra in un qualche modo diverso sai?”

“Hmm, è vero”. Ponderò Itachi. “Forse è un residuo di qualche istinto animale. Sei più allerta fuori quando cala la notte”.

“Sì, penso proprio la stessa cosa,” concordò Naruto. “E’ come se i sensi divenissero più acuti. Puoi sentire ogni minuscolo suono e gli odori nell’aria sono più chiari”. Chiuse gli occhi e poi inspirò a fondo, e Itachi rise. Un mano elegante si alzò e iniziò a passare con tenerezza tra le soffici ciocche bionde mentre i due caddero in silenzio per qualche minuto.

“Naruto-chan?” la voce gentile di Itachi riscosse il biondo dai suoi ogni ad occhi aperti. “Prima hai detto che hai avuto una giornata dura. Vuoi raccontarmela?”

“Oh”. Naruto si fece pienamente attento. “Giusto. Ho fatto un tatuaggio a tuo fratello oggi. E’ diventato più spavaldo ma non avrei mai pensato che potesse fare qualcosa di così stupido. Ecco perché l’ho sottostimato, uhu?” scherzò sarcasticamente.

“Ha davvero un tatuaggio?” Itachi stesso era mezzo sorpreso.

“Oh sì, dicendo qualcosa sul fatto di avere le mie mani su di lui. E’ stato un completo idiota in tutti i sensi al riguardo. Sembra non avere davvero alcuna idea di quale cattiva idea possa essere disturbare il ragazzo che ti sta facendo un servizio”. Itachi si stava accigliando sopra la testa del biondo.

“Sembra che si sia davvero impuntato…Naruto, perché non glielo dici e basta?”

“Eh?” Naruto si voltò fra le braccia di Itachi per guardarlo in viso.

“Potresti semplicemente dirgli della tua ‘identità segreta’ cosi posso dirgli di tenere giù le mani dal mio ragazzo”. Naruto abbassò lo sguardo, accigliandosi sulle sue ginocchia mentre si mordicchiava il labbro pensoso.

“Non credo di voler occuparmi di questo proprio ora. Non c’è da aspettare ancora a lungo ad ogni modo; non c’è alcun problema ok?” Itachi si accigliò profondamente.
“Ne sei sicuro?” chiese. Il capo del biondo annuì silenziosamente con lo sguardo ancora basso. Itachi sospirò. “Bene io non cercherò di forzarti naturalmente, ma non penso veramente che le cose possano complicarsi ulteriormente più di quanto non lo siano. Non sono sicuro di ciò che ti spaventa esattamente”.


“Ti prego, ti chiedo solo di aspettare un altro po’. Non abbiamo bisogno di andare incontro a inutili confronti. Starò bene, sul serio”. Itachi non poté fare altro che arrendersi davanti a quegli immensi occhi supplicanti. Piuttosto che rispondere direttamente cambiò semplicemente argomento.

“Allora che tatuaggio si è fatto?” chiese casualmente. Naruto ghignò.

“Un drago cinese rosso sulla spalla”.

“Oh, così si unito al club allora”. Itachi scosse il capo. “Mi chiedo se il loro gruppo ha anche un proprio sito internet”. Naruto rise e tentò di trovare un nome appropriato a tale gruppo. Tuttavia Itachi stesse ascoltando solo a metà. Iniziava a sentirsi leggermente a disagio. Non riusciva davvero a capire per quale ragione il biondo non volesse far saltare la sua copertura. Non ‘voleva’ veramente che Sasuke smettesse di infastidirlo? Ovviamente questo era assurdo ma forse, solo forse…aveva un piccolo desiderio segreto per suo fratello? Però era totalmente ridicolo pensare un cosa del genere. Sembrava più fattibile che il biondo fosse semplicemente riluttante a dover rinunciare alla sicurezza dell’anonimato, al quale si era ormai abituato e oramai pratico. Giusto?

Dopo aver riaccompagnato Naruto al suo appartamento, Itachi fece infine ritorno alla casa dei suoi genitori. Sasuke uscì sul viale puntando direttamente verso di lui e i due si incontrarono sul cammino.
Sasukeschernì il fratello.

“Sei uscito di nuovo con il tuo animaletto sfigato?” Itachi si stava seriamente stufando di quegli attacchi verbali.

“Almeno io posso avere quello che voglio. Ho sentito che hai avuto ‘qualche’ problemino”. Lo sguardo soddisfatto cadde all’istante dal volto del fratello minore.

“Chi diavolo te l’ha detto? E’ stato il dobe? Non sa un cavolo! Io posso ‘sempre’ avere ciò che voglio, e ciò che voglio è ‘molto’ più di quanto tu abbia mai avuto. Lo ‘avrò’, presto”. Fumante di rabbia Sasuke superò con aria superiore il fratello, entrando in casa e sbattendo prontamente la porta in faccia ad Itachi. Itachi rimase lì fuori in piedi per un attimo, un sopracciglio inarcato.

“Bene ora, ‘questo’ da sui nervi,” pensò fra se. Poi le sopracciglia si abbassarono lentamente in un cipiglio mentre si ritrovò a chiedersi se questo potesse voler dire che aveva appena incitato Sasuke a raddoppiare i suoi sforzi. Quella piccola, leggera e fastidiosa sensazione di disagio stava ritornando. Scacciò velocemente il pensiero ed avanzò per aprire la porta. Trovandola chiusa, tirò un pesante sospiro e pescò le chiavi dalla tasca.


Sasuke salì le ampie scalinate, percorrendo il corridoio e raggiungendo la sua stanza. Sbatté violentemente la porta chiudendo fuori un pezzo del mantello appesovi dietro, che rallentò l’impeto dell’azione cosicché culminasse con un sordo click. L’irritato Uchiha riaprì la porta tirò su violentemente il mantello per il cappuccio e la batté un’altra volta, questa volta con uno schiocco soddisfacente. Dopo aver camminato rumorosamente per la stanza per qualche minuto, si fermò infine per prendere un’agenda dalla libreria e mettendola giù con violenza sulla scrivania, lasciandosi cadere sulla sedia e iniziare a scrivere. Continuò a restare seduto lì per quasi due ore, la sua mano, che scivolava furiosa sulla pagina dall’inizio e scorrendo giù mentre proseguiva a scrivere. Dopo un tempo indefinito lasciò cadere la penna e si raddrizzò, alzando le braccia per stiracchiare i crampi ai muscoli, si era calmato completamente.

Appoggiandosi alla sedia lasciò la sua mente vagare per un po’. Un’immagine del suo bramato Kyuubi gli apparve agli occhi. L’insinuazione che non potesse averlo, proveniente da suo fratello tra tutte le persone, lo irritava infinitamente. Il tutto si inaspriva di più per il fatto che ‘stava’ davvero avendo dei problemi. Anche dopo tutto questo tempo il ragazzo dai capelli biondi non aveva ceduto da un millimetro. Sapeva che non era etero perché se così fosse stato gli avrebbe semplicemente detto di smetterla.
No, Kyuubi ovviamente non aveva problemi per il suo sesso. Cosa poteva essere? La maggior parte delle persone nella situazione di Sasuke avrebbero semplicemente lasciato perdere e trovato qualcun altro. Era ben consapevole di ciò, ma Sasuke ne aveva già avuti molti…e molti anche di altri. C’era qualcosa in Kyuubi. Il ragazzo lo aveva toccato dentro come nessuno aveva mai fatto prima d’ora. Se un amico gli avesse chiesto perché fosse così determinato ad avere quella persona, avrebbe solo detto che era stupendo e nient’altro. O forse avrebbe affermato che era per una sfida. La verità era che non poteva ancora definire così facilmente tutto quello che stava provando. Onestamente gli piaceva ogni cosa di Kyuubi. Era dotato, questo aveva sempre affascinato Sasuke. Non c’erano parole per trasmettere il suo disappunto quando aveva scoperto che non poteva fare le sorprendenti cose che Itachi faceva. Kyuubi non era stato altro che sincero non avrebbe mai dato se stesso semplicemente a qualcuno e non avrebbe mai dato meno del suo ‘intero’ essere. In qualche modo il giovane Uchiha ‘sapeva’ solo che se avesse conquistato il ragazzo sarebbe stato felice. Era così semplice ma allo stesso tempo così complesso tutto ciò. I sorrisi del biondo dati così liberamente alle altre persone erano magici. Sasuke voleva essere l’unico a ricevere simili sorrisi che lo avrebbero fatto sentire caldo, amato e ‘speciale’. Voleva questo. Voleva Kyuubi, ma stava esaurendo le idee.

Mentre stava seduto a pensare la sua mano si era mossa di sua propria volontà andando a prendere ancora una volta la penna e buttò giù una descrizione di quel sorriso che era il centro dei suoi pensieri.
Tornando coscienziosamente al mondo esterno, notò ciò che stava facendo e prese su l’agenda per leggere ciò che aveva scritto. Con una scrollata di spalle, l’agenda fu richiusa con un rumore secco e Sasuke si alzò per riporla nella libreria. Come mise a posto il libro dalla copertina in pelle diede un’occhiata alla lunga fila di libri simili al primo che occupavano l’intero ripiano. Improvvisamente interruppe il movimento. Un perfetto sopracciglio scuro di inarcò pensoso e poi un piccolo sorriso affiorò all’angolo della bocca. Velocemente estrasse di nuovo il libro dallo scaffale e si sedette alla scrivania, la penna scorrette rapidamente sulla pagina ancora una volta, fermandosi occasionalmente per cancellare qualcosa o solamente per aspettare, sospesa sopra il foglio del suo padrone, in attesa che finisse un pensiero. Uchiha Sasuke non andò a dormire fino alle prime luci del giorno ma quando lo fece, fu con uno strano senso di contentezza.

Continua…
 
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