Capitolo 18.

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trinh89
view post Posted on 19/1/2009, 21:16




Titolo: Art and artifice (Arte ed artificio).
Autore originale: dagget
Traduttrice: trinh89
Lingua originale: inglese
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3559769/1/Art_and_Artifice
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic sono maggiorenni, e comunque non realmente esistenti. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: ItaNaru, SasuNaru e accenni di KibaxHinata e ZabusaxHaku.
Rating: AU, yaoi, lemon.

-Capitolo 18.

Uchiha Sasuke sedeva nella sua auto ostentatamente costosa ripassandosi mentalmente ciò che doveva dire. La gamba destra stava tremando nervosamente da cinque minuti e un pezzo di carta piegato nella sua mano aveva sbattuto contro lo sterzo dell’auto per lo stesso tempo. Ciò che stava per fare era sembrata un’idea favolosa fino a quando non era giunto lì. I dubbi avevano iniziato a tormentarlo nel momento in cui il motore si era spento e qui risiedeva il problema dell’avere un ‘auto’ come supporto morale. Si doveva uscire e lasciarla dietro di se ad un certo punto. Forse poteva trovarsi un bel piccolo portafortuna.
L’ansia, tuttavia, non era proprio una condizione con cui Sasuke era familiare. Decidendo infine che non era consono alla sua persona, la fece sparire lasciando la vettura, coprendo i metri e iniziando ad avanzare con determinazione verso l’entrata dello Shuriken Studios.

Asciugò i palmi sudati sui pantaloni con una smorfia prima si afferrare la maniglia della porta e prendere un profondo e rassicurante respiro. Questo ‘dovrebbe’ andare bene, si disse. Kyuubi era ovviamente il tipo romantico. Avrebbe amato questo genere di cosa. Annuendo deciso a se stesso aprì la porta ed entrò. Quando il famigliare tintinnare si acquietò notò che poteva sentire della musica che si rese conto risuonava quietamente. Stevie Ray Vaughan, il nome gli arrivò alla mente in pochi secondi. Il biondo dietro alla cassa si stava muovendo un po’ a tempo mentre lavorava. La musica proveniva dalle cuffiette. A Kyuubi piaceva il blues. Sasuke sorrise un po’ a questo. Gli ricordò suo fratello, si sentì più a suo agio, la familiarità era tranquillizzante. Si schiarì la gola, ma il biondo semplicemente continuò ad accennare col capo seguendo il ritmo. Sasuke ghignò e tese una mano, togliendo una delle cuffiette dall’orecchio del ragazzo e schiarendosi nuovamente la gola rumorosamente. Il capo di Naruto scattò improvvisamente per la sorpresa.

“Ora capisco perché non li indossi di solito al lavoro,” disse con sarcasmo l’Uchiha.

“Oh…di nuovo tu,” disse Naruto con tono annoiato. “Cosa sei..” Sasuke alzò una mano davanti al suo volto per fermare la solita solfa.

“Volevo solo darti una cosa”.

“E’ viva?” chiese il biondo guardingo. Sasuke rise e tirò fuori da dietro la schiena un mazzo di margherite e un pezzo di carta piegato. Naruto sbatté le palpebre sorpreso.

“Margherite?”

“Sì…non sembravi il tipo di ragazzo per le rose,” replicò Sasuke mentre porgeva i fiori. Naruto era sbalordito che il moro ci avesse riflettuto sopra e non avesse automaticamente comprato la cosa più costosa del negozio. Forse aveva un po’ di buon senso dopotutto.

“Che cos’è?” domandò, separando il foglietto dai fiori.

“Anche quello è per te”. Sasuke tenne il viso il più dritto possibile mentre il biondo lo spiegava.

“Beh questo dovrebbe essere interessante,” pensò fra se Naruto. “UH, una poesia?” come lesse le parole sulla pagina scritta a versi liberi, i suoi occhi iniziarono a sgranare.

“Sasuke, l’hai scritto tu questo?” ‘Uchiha annuì rigidamente in un certo qual modo. Stava iniziando a sentirsi un po’ a disagio. Il biondo lo stava guardando con una espressione completamente attonita. “Wow, questo è…voglio dire questo è davvero, ‘davvero’ stupendo! Non posso crederci. Hai talento!”

“Cosa?” scattò di colpo la testa di Sasuke, gli occhi spalancati e la bocca aperta.

“Ho detto che hai davvero talento. Questo è sorprendente! Ne hai scritte altre? Dovresti fare un po’ di scrittura”.

“Pensi che abbia ‘talento’?”. Infine notando la sua espressione scioccata, Naruto non poté fare altro che sorridergli.

“Certo! ‘Io’ non potrei mai fare nulla del genere per vivere”. L’allibito Uchiha si schiarì la gola e tentò di controllare rapidamente le sue emozioni.

“Beh sono…felice che ti piaccia”. Il sorriso sparì velocemente dal volto del biondo come cercava un buon modo per dire quello che doveva. Con un sospiro lo disse semplicemente.

“Mi piace…ma scusami non posso accettarlo…”

Cosa? Perché no?” chiese Sasuke confuse. Naruto si morse il labbro nervosamente.

“Vedi, io ho già il ragazzo”. Uu cipiglio fece la sua comparsa sul viso dell’Uchiha.

“Chi? Chi è?” domandò. Nessuno dei due aveva datto caso allo scampanellio della porta.

“Non posso dirtelo…”

“Dannazione! Sapresti dirmi chi è se ci fosse ‘veramente’ qualcun altro. Mi stai solo mentendo, non è vero?!” Naruto sentì la rabbia montare in lui. Non apprezzava proprio essere puntato e accusato in quel modo.

“Io ‘non’ mento! Non è questo il problema. Anche se non avessi il ragazzo, non uscirei comunque con te. Non c’è modo che io riesca solamente a sfiorare l’idea col mio cervello!” La risposta di Sasuke fu interrotta dal suono di uno sghignazzare ed entrambi i ragazzi guardarono in direzione della porta per trovare Kiba e Sakura lì in piedi. Realizzando di essere stati scoperti Kiba smise di ridere e continuò a stare lì immobile con un’espressione stupida dipinta sul volto per un momento, Sakura lo imitò con un inutile risolino. Il viso di Sasuke si indurì e passò tra loro uscendo dalla porta, senza rivolgere un solo sguardo ai due o a Naruto.

“Oh ragazzi quello è stato fenomenale! Un modo per mandare al diavolo!” disse allegrò Kiba.

“Kiba, questo non è un proprio un buon momento,” disse Naruto. Kiba si calmò velocemente un po’.

“Oh sì, uh, sicuro. Io vado eh. Torneremo un’altra volta, ok?” il biondo annuì e Kiba trascinò Sakura all’uscita. La rosa gridò un confuso saluto e Naruto sorrise flebilmente e mosse una mano in risposta. Quando ebbero lasciato il negozio, grugnì piano e lasciò cadere la testa sopra il bancone, dimenticandosi dei fiori che erano ancora lì.


Sasuke percorse infuriato i corridoi dell’Istituto Shinobi diretto verso il bagno. Era nel più assoluto malumore dal suo incontro, o ‘totale fallimento’ con Kyuubi di tre giorni prima. La maggior parte delle persone era stata saggiamente lontana dalla sua strada durante questo periodo e doveva ancora trovare un modo per liberarsi sufficientemente del’estrema frustrazione e rabbia che covava. Non poteva credere di essere stato umiliato così. Ogni secondo della giornata che la sua mente non fosse interamente occupata con qualcos’altro, come la scola, si trovava a ripensare ancora una volta a ciò che era accaduto. Quel maledetto ragazzo ovviamente non aveva capito. Sasuke gli aveva portato dei fiori e scritto anche una poesia! Credeva forse che Uchiha Sasuke facesse cose del genere per chiunque?! Dopo aver fatto lo sforzo…essere apprezzato per la prima volta, per poi essere completamente spento e umiliato, di fronte a spettatori sghignazzanti per di più! Sasuke voleva gridare al massacro…e/o ‘commettere’ un massacro.

Era assolutamente ingiusto. Per un sorprendente momento aveva pensato veramente che avesse funzionato. Kyuubi lo aveva lodato e quel meraviglioso sorriso era stato finalmente diretto e lui. Il biondo lo aveva anche definito talentuoso! Per tutte le persone che gli leccavano il culo a base quotidiana, nessuno gli aveva mai detto quelle parole sinceramente. Ma poi lo aveva respinto, rifilandogli la vecchia storia Io- ho-già-il-ragazzo. Che cazzo! A dire il vero Sasuke non sapeva che cosa avrebbe odiato di più; che Kyuubi mentisse per non uscire con lui o che Kyuubi potesse veramente ‘avere’ un ragazzo. Una era umiliante ma l’altra significava che qualcun altro stava toccando il suo Kyuubi. Il pensiero aveva avvolto Sasuke nel corridoio vuoto. Svoltando l’angolo seguente, sentì qualcosa sbattere duramente contro di lui e focalizzando meglio di fronte a se, vide la familiare figura incappucciata cadere all’indietro.

Naruto stava giusto facendo ritorno alla sua classe dopo un rapido giro nel bagno quando qualcuno era sbucato da dietro l’angolo. Aveva sbattuto contro l’altro ragazzo prima di potersi fermare e quasi non cadde con il sedere. Appoggiandosi alla parete accanto a lui come sostegno, si scrollò il capo e alzò lo sguardo, quasi si morse la lingua alla vista di Uchiha Sasuke. Oh cazzo!
Sapendo in che orribile stato fosse il ragazzo, lo aveva evitato con successo per giorni. Ovviamente immaginava che sarebbe incappato in lui prima o dopo, ‘letteralmente’, quando non c’erano possibili testimoni intorno.

Come Sasuke fissò il ragazzo incappucciato, una cosa emerse dal turbinio presente nella sua mente.
La voce di suo fratello, chiara come il giorno nella sua mente, ricordandogli come lui avesse ciò che voleva e Sasuke no. Lo sguardo che trasparì dai suoi occhi terrorizzò Naruto come non mai e gelò come le mani di Sasuke si protesero verso di lui. Afferrando il ragazzo più piccolo per il cappuccio, Sasuke lo trascinò attraverso la porta sulla destra, nello sgabuzzino. Naruto incespicò all’improvviso movimento e faticò a stare eretto, le suole consumate delle suole scivolavano sul pavimento. Artigliò le mani che lo tenevano saldamente mentre lottava e tirava per liberarsi. Sasuke lo trascino oltre le panchine e gli armadietti nell’area doccia e scaraventò il ragazzo con tutta la forza della sua rabbia contro la dura parete.
Il capo di Naruto sbatté sulle piastrelle e scivolò sulle sue ginocchia al suolo, tossendo e boccheggiando per respirare. Improvvisamente il suo respiro fu nuovamente mozzato dalla gelida acqua che colpì istantaneamente la sua pelle. Tentò di spostarsi dal getto ma fu calciato indietro violentemente, le sue ginocchia cedettero. Sasuke abbassò lo sguardo sull’ammasso tremante del ragazzo bagnato appoggiato contro le fredde piastrelle davanti a lui. Una parte di lui voleva continuare, forse fino a che non fosse rimasto più niente, ma allo stesso tempi sentì una fitta allo stomaco. Si sforzò di voltarsi e andarsene.

Un paio d istanti più tardi Naruto riuscì a sollevare una mano e spegnere l’acqua. Si tirò su abbastanza da poter sedersi inclinato contro il muro e chiedersi vagamente che diavolo avrebbe fatto ora. Non poteva tornare in classe così e non aveva neanche voglia di camminare fino a casa nei suoi abiti zuppi. In più aveva un male cane! Forse poteva chiamare Haku in pochi minuti una volta terminate le lezioni e vedere se aveva qualche idea brillante. Avrebbe potuto farlo, se il suo cellulare funzionasse ancora. Il biondo estrasse il cellulare e lo aprì. Fortunatamente era nella tasca sinistra che era riuscito in qualche modo a tenerla più asciutta. Sembrava che fosse apposto. Chiudendolo nuovamente si mise ad aspettare, lasciando gocciolare le mani sulle sue gambe mentre la testa poggiava contro la parete. Per i minuti seguenti concentrò le energie per calmare i brividi mentre rifletteva sul quanto a lungo potesse rimanere arrabbiato il giovane Uchiha.

Continua…
 
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