Capitolo 19.

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trinh89
view post Posted on 19/1/2009, 21:18




Titolo: Art and artifice (Arte ed artificio).
Autore originale: dagget
Traduttrice: trinh89
Lingua originale: inglese
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3559769/1/Art_and_Artifice
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic sono maggiorenni, e comunque non realmente esistenti. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: ItaNaru, SasuNaru e accenni di KibaxHinata e ZabusaxHaku.
Rating: AU, yaoi, lemon.

-Capitolo 19.

Naruto non poteva ricordare l’ultima volta che era stato così felice che il lavoro fosse finito. Era esausto. Aveva avuto problemi a dormire la scorsa notte aveva avuto un bel po’ di starnuti per l’essere stato seduto lì inzuppato nell’acqua fredda per così tanto tempo dopo l’ostentazione di forza di Sasuke del giorno addietro. Era sabato quindi aveva lavorato tutto il giorno, il che si supponeva dovesse essere meglio della scuola ma ora il suo ultimo cliente della giornata stava uscendo dalla porta e Naruto pensò che se avesse dovuto tatuare ancora un’altra persona si sarebbe ucciso. Tutto ciò che voleva, era stare abbracciato al suo ragazzo e non fare assolutamente. Itachi era arrivato quella mattina e forse non aveva fatto un granché mentre Naruto era al lavoro, ma forse sarebbe stato comunque d’accordo a guardare un po’ d’inutile televisione?

Dopo una rapida ripulita, Naruto si congedò dai suoi colleghi e prese la borsa, muovendo la mano in un ultimo saluto a Raidou mentre usciva dalla porta. Camminando lentamente per la strada, con occhi bassi, sentì improvvisamente una mano chiudersi intorno al suo braccio. Un’altra mano gli coprì la bocca, soffocando il suo grido sorpreso e fu trascinato violentemente in un vicolo vicino. Il suo corpo fu voltato e spinto contro la sporca parete di mattoni. Un brivido di paura percosse il suo essere quando la testa smise di girargli e capì che il suo aggressore altri non era che Uchiha Sasuke. Era probabilmente un eufenismo dire che era ancora arrabbiato.

Notando l’espressione spaventata negli occhi del biondino e il piccolo tremore del suo corpo Sasuke si protese più vicino, allentando giusto leggermente la sua presa. Rimuovendo la mano dalla bocca del ragazzo, la sollevò per accarezzare dolcemente i soffici capelli biondi in un gesto quasi calmante, anche se lo sguardo duro non aveva mai lasciato i suoi occhi e il tremore di Naruto era solo aumentato.

“Kyuubi,” disse infine. “Il tuo giocare a fare il prezioso potrà essere stato carino all’inizio, ma sta diventando davvero noioso. Ho giocato a questo gioco con te per troppo tempo. Credo di essere stato fin troppo paziente”. Naruto lo guardò con derisione ma poi si ricompose allo sguardo dell’Uchiha. “Ci ho messo più sforzo per te che per nessun altro e ‘non’ apprezzo di essere umiliato in cambio,” ringhiò, la mano che stringeva i capelli di Naruto.

Naruto gemette ma la paura stava iniziando a dissiparsi, dal momento che stava venendo sopraffatta da una lenta morsa d’incredibile rabbia. Quel idiota stava parlando come se pensasse davvero che gli ‘dovesse’ qualcosa. Naruto d’altronde non era particolarmente felice della piega che stavano prendendo le cose. Era stato sfortunato che non ci fossero stati testimoni alla scena, ma certamente non era colpa sua!

“Dopo tutti i guai che ho passato, per non menzionare il trattamento che ho dovuto patire, mi aspetto una compensazione. E tempo che t smetta di giocare e ti arrenda e basta”. La ‘morsa’ stava diventando uno vero e proprio tsunami! Perché quel testardo, pomposo e maledetto Bastardo! Naruto non poteva davvero credere alle sue orecchie. Come ‘se’ avesse mai dato un minimo incoraggiamento all’idiota! Come se avesse anche dato una sola remota ‘possibile’ ragione di far credere che sarebbe ‘mai’ uscito con lui!!!

Un profondo cipiglio deformò le sopracciglia biondo-scure e Naruto era sul punto di formulare la sua opinione in merito quando la mano fra i suoi capelli si avvolse intorno al suo collo ed il suo capo fu improvvisamente strattonato in avanti. Le sue iridi si spalancarono come le dure, imperdonabili labbra si scontravano con le sue. Che diavolo?!! Per una frazione di secondo rimase troppo scioccato per pensare, ma poi tentò del suo meglio per liberarsi. L’Uchiha lo seguiva semplicemente e lo bloccava con forza contro il muro. Ignorò le lotte del biondo e morse il labbro inferiore del ragazzo nel tentativo di ricevere una qualche reazione che non arrivò.
Infine si scostò dopo una vigorosa spinta al petto e fece un piccolo ghigno soddisfatto di se stesso, leccando il sapore del biondo dalle proprie labbra. La rabbia di Naruto esplose completamente e un coincidente ‘dolore’ esplose nella regione dell’occhio sinistro di Sasuke come fece il suo improvviso contatto con il destro di Naruto.

“Che diavolo credi di fare?!” gridò. La sua mano sinistra che sfregava furiosamente la sua bocca, mentre la sua gemella dolorante era tenuta all’altezza del petto in gesto protettivo. “Compensazione?! Io non ti devo niente Dannazione!!!Razza di Arrogante Figlio di Puttana!!! Perché non puoi rendere un semplice ‘no’ come risposta?! Io sono stato ‘perfettamente’ chiaro e tondo. Tu sei l’unico che si è deluso e umiliato! Maledizione! Non ci arrivi? Tu Non Mi Piaci! Non uscirò ‘mai’ con te perché so tutto di te Uchiha Sasuke! So esattamente che genere di cose disgustose sei capace di fare e che completo bastardo puoi essere. Io l’ho ‘sempre’ saputo! Diavolo, anche ‘ora mi spaventi e ferisci e non te ne importa un cazzo. Tutto ciò di cui ti curi è te stesso e ciò che ‘vuoi’. Sta solo lontano da me!!!”

Sasuke si alzò, scioccato in silenzio e tenendosi l’occhio gonfio mentre il biondo correva via dal vicolo e spariva dalla vista giù per la strada. Non aveva mai visto qualcuno così infuriato. Veramente Kyuubi pensava che un tale orribile e crudele bastardo? Beh, ovviamente sì. Il ragazzo lo aveva addirittura colpito ad un occhio! Cazzo! Faceva ‘davvero’ male! Nessuno lo aveva mai fatto prima. L’Uchiha si appoggiò pesantemente contro la parete. Quel pugno lo aveva strappato dalla sua rabbia precedente e ora stava iniziando a farsi chiaro in lui la consapevolezza che aveva completamente distrutto qualsiasi progresso avesse fatto finora. Kyuubi probabilmente non sarebbe mai più tornato a sorridergli! In qualche modo quel pensiero causò in lui la più grande solitudine che avesse mai provato. Si accigliò e poi gemette al tirarsi dei muscoli facciali. Per la prima volta, sentiva di star iniziando a comprendere quel proverbio che diceva ‘la superbia va a cavallo e torna a piedi’.

Naruto rientrò, ovviamente, a casa un po’ tardi. Non molto dopo che si era lasciato cadere esausto sul divano, gemette al bussare molesto proveniente dalla porta, segnalando l’arrivo di Itachi. Con un grugnito per il doversi muovere di nuovo il biondo si tirò su dal divano e si trascinò sino alla porta. Il secondo dopo che Itachi era in piedi di fronte a lui, collassò contro il corpo alto del suo ragazzo. Itachi si accigliò, realizzando istantaneamente che Naruto era afflitto.

“Stai bene?” domandò. La testa bionda fece un cenno di diniego contro il suo petto.

“Mi sento uno straccio,” venne la voce soffocata.

“Che è successo?”

“Sasuke,” replicò Naruto sollevando il capo. Tirò un sospiro esausto. “Ho avuto dei giorni da inferno”. Il cipiglio di Itachi aumentò e guidò il biondo al divano e si sedettero entrambi.

“Ce cosa ha fatto adesso?” Naruto prese un profondo respiro ed esitante iniziò a raccontare ad Itachi cosa era accaduto con Sasuke. Non si era neanche preoccupato di menzionare dell’incidente con la poesia prima di quel momento dal momento che credeva che con il suo secco rifiuto, la questione fosse finita e che non c’era ragione per cui il suo ragazzo si potesse arrabbiare. Quindi ora doveva raccontare l’accaduto di quel giorno ora. L’espressione di Itachi si fece sempre più scura man mano che il biondo proseguiva. Udendo che Sasuke aveva baciato il ‘suo’ Naruto tuttavia, il sangue iniziò a ribollirgli incontrollato e non permise al ragazzo di andare ulteriormente avanti con la storia.

“Ho sentito abbastanza,” disse con tono pericolosamente calmo. “Naruto, devi dirgli chi sei…e poi lo distruggerò”. Naruto quasi sorrise ma poi capì che Itachi era serio.

“Me ne sono già occupato io. Non c’è bisogno di andare a cercare altri problemi,” protestò.

“Ti prego di…” iniziò Itachi ma fu interrotto.

“Itachi, lui è tuo fratello. Ti prego, lascia perdere e basta. Non succederà mai più. Il semestre è finito ed è…”

“Devi dirglielo Naruto”.

“Mi avevi detto che non mi avresti sforzato,” gli ricordò il biondo.

“Perché sei così contrario?” la rabbia che cercava di trattenere stava iniziando ad emergere e si alzò dal divano bruscamente, Naruto lo imitò.

“Ne ho ‘abbastanza’ con i confronti e non voglio che tu ti batta con tuo fratello! ( non importa quanto stupido possa essere)” Itachi sentì quella sensazione scomoda tornare a piena forza, al culmine della sua ira.

“Perché lo stai difendendo?! Perché lo ‘faresti’?!”

“Non lo sto facendo!” esclamò Naruto sorpreso.

“Ti piace?!” ruggì Itachi. Il biondo arretrò, gli occhi sgranati.

“Cosa?”

“Tu non vuoi che mi liberi di lui. Tu non vuoi veramente liberarti di lui?”

“Di che diavolo stai parlando?!” chiese incredulo Naruto.

“Digli la verità e lascia che gli dia una lezione!”

“Tu non mi stai ascoltando! Ti ho detto che me ne sono già occupato io! Lui è la tua famiglia Itachi! Potete litigare l’un l’altro ma non vuoi rovinare permanentemente il vostro rapporto! Non posso permetterti di fargli del male. Non a causa mia”.

“Sì, te ne sei occupato,” ritorse Itachi sarcasticamente. “Eri così ‘arrabbiato’ che senti il bisogno di proteggerlo, uh?” Posso immaginare in che modo te ne sei ‘occupato’”.

“Io non posso ‘credere’ che tu mi stia accusando di..Vai fuori! Vai fuori di qui!” lacrime di frustrazione, dolore, rabbia, e solo piena esasperazione riempirono gli occhi azzurri e iniziarono a solcare le gote.

“Bene!” sibilò Itachi e si voltò, uscendo senza aggiungere un’altra sola parola. Il biondo si lasciò cadere sul letto. Afferrando un cuscino e nascondendoci il viso e urlando finché la gola non gli fece male più di ogni altra cosa. Maledetti Uchiha! Infine, rannicchiandosi su un fianco, abbracciò il cuscino stretto al petto e si lasciò cogliere dal sonno.

Continua…
 
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