Capitolo 20.

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trinh89
view post Posted on 19/1/2009, 21:19




Titolo: Art and artifice (Arte ed artificio).
Autore originale: dagget
Traduttrice: trinh89
Lingua originale: inglese
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/3559769/1/Art_and_Artifice
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic sono maggiorenni, e comunque non realmente esistenti. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: ItaNaru, SasuNaru e accenni di KibaxHinata e ZabusaxHaku.
Rating: AU, yaoi, lemon.

-Capitolo 20.

“Ehi Kyuu-chan, vieni qui e aiutami a spostare questo”. Il ragazzo biondo raggiunse l’amico e alzò l’altra estremità del divisore si legno che stava tentando di spostare. Insieme lo trasportarono per il ginnasio e Naruto rimase in piedi mentre Haku la sistemava a suo piacere. Era domenica pomeriggio e i due ragazzi stavano dando una mano a preparare ogni cosa per la mostra d’arte di quella sera. Il sorriso di Haku di soddisfazione si incupì come catturò l’espressione del volto dell’amico.

“Kyuubi, ti sei comportato in modo totalmente depresso da quando sei qui. Vuoi dirmi che ti succede?” Naruto abbassò solamente lo sguardo al suolo. Usando un tono allegro, Haku tentò di risollevare il morale dell’amico.

“Avanti Kyuu, siamo quasi diplomati. Stasera alla mostra d’arte. Non vuoi mostrare ad Itachi la tua ultima opera?” Naruto riportò l’attenzione su di lui e I suoi occhi brillarono per le lacrime. Improvvisamente fu chiaro per Haku che aveva probabilmente detto la cosa sbagliata.

“Non pensò verrà,” sussurrò il biondo e con un piccolo incoraggiamento, riuscì lentamente a raccontare l’inera storia all’amico. Haku lo attirò fra le sue braccia e lo abbracciò forte.

“Va tutto bene…sono sicuro che tutto tornerà a posto,” mormorò con calma. Dannati Uchiha! Forse ‘Itachi’ non poteva colpire suo fratello, ma ‘lui’ sicuramente non si sarebbe fatto problemi a prendersi l’incarico…e poi avrebbe dato un bel po’ di calci al culo di Itachi! Sfortunatamente, sapeva che non era proprio quello ciò che Naruto aveva bisogno di sentirsi dire in quel momento. Così continuò a calmare l’amico al meglio delle sue abilità.

Itachi entrò nell’ora trasformato ginnasio dell’Istituto Superiore Shinobi con i suoi genitori, Sasuke li seguiva da dietro silenziosamente. Per un po’ si era quasi convinto che non sarebbe andato all’evento. Aveva trascorso la notte fumando di rabbia e aspettando che il suo fratellino si facesse vedere a casa ma se il giovane Uchiha era entrato prima di Itachi era andato a letto alla fine poi aveva cercato di dormire. Itachi si era svegliato sentendosi un po’ più calmo e non poteva fare altro che pensare che era stato un po’ ingiusto con Naruto. Poi pochi minuti dopo si era precipitato per Sasuke in cucina ed ebbe il suo primo approccio con il terribile e dolorante occhio nero che il fratello sfoggiava. Una pesante sensazione lo aveva stretto allo stomaco come divenne palesemente chiaro che aveva falsamente accusato il povero biondino. Improvvisamente tutto ciò che poté pensare erano quelle lacrime in quegli occhioni azzurri proprio prima che se ne andasse. Doveva assolutamente parlare con lui e fargli ascoltare ciò che doveva dire.

Il cellulare di Naruto era spento e non era a casa quindi non poteva fare altro che aspettare fino alla mostra di quella sera. Con nient’altro di più interessante da fare per il resto della giornata continuò a riflettere sull’accaduto, riascoltando e analizzando mentalmente le parole di Naruto, e più ci pensava e più si sentiva un idiota. Il suo ragazzo era stato così stressato e arrabbiato e aveva cercato in lui del conforto. Gli aveva detto che era stato aggredito e molestato sessualmente e tutto ciò su cui Itachi si era concentrato era che qualcuno aveva toccato ciò che era ‘suo’. Non aveva proprio preso in considerazione come Naruto doveva sentirsi. Doveva essere più arrabbiato per il dolore e la paura che il suo ragazzo aveva sofferto più che della violazione del suo territorio. Invece di dare a Naruto conforto e supporto, lo aveva incolpato della situazione. Aveva lasciato che le sue tendenze possessive annebbiassero il suo senso del giudizio e ora, dopo averci dormito sopra ed essersi calmato, era ovvio che era stato sospettoso di niente. Con un passato come quello di Naruto, era ovvio che quest’ultimo fosse preoccupato di preservare i suoi rapporti familiari e il biondo si era veramente già occupato della cosa. Dall’espressione di Sasuke, aveva fatto una maledetto buon lavoro ‘nell’occuparsi’ della questione.

Piantando educatamente in asso la sua famiglia, Itachi iniziò a girovagare in cerca di Naruto. Dopo pochi minuti sventurati iniziò a dare parte della sua attenzione all’arte per cui era venuta. Dalla coda dell’occhio prese la vista di qualcosa che attirò la sua completa attenzione. Lui. Quelli erano i ‘suoi stessi’ occhi che lo stavano fissando. Era un pezzo dagli stili mischiati su una piacevole tela di circa tre o quattro piedi. Mostrava una parte del suo viso, che andava a focalizzarsi sugli occhi. Il resto del suo volto sfumava a tonalità più scure e parte di esso era coperto da nuvole rosse. Non c’erano contorni. In qualche modo l’immagine riusciva a creare un senso di profondità spaziale eccezionale. L’intera opera era fatta per la maggior parte da sfumature di rosso.
Le ombre erano profonde e scure e un’aria di mistero avvolgeva il tutto. Anche il livello del dettaglio era incredibile e il solo metodo utilizzato creava un effetto unico. Sembrava pitturato su più strati. A un punto mostrava più chiaramente l’intero volto e ad un’osservazione più accurata un po’ della profondità era realistica. La superficie era come tessuta, costruita cosicché l’immagine sembrasse essere in rilievo. Sia l’oscurità e l’alto livello del dettaglio avevano portato a un’interessante uso di…pastelli forse, e qualcos’altro, che davano rilievo ad ogni cosa. Era assolutamente un’impressionante opera d’arte. Itachi era stato completamente rapito. Ovviamente non aveva bisogno divedere la targhetta accanto per sapere che fosse l’artista, ma guardò comunque automaticamente e come certo c’era il nome Uzumaki Naruto. Dannazione…ora si sentiva ancora peggio.


A dire il vero Sasuke non voleva essere lì. Stava camminando, annoiato come non mai ma con la testa tenuta comunque alta e con un’espressione di completa sicurezza come se ‘sfidasse’ chiunque a commentare il suo occhio nero. Prese nota di una piccola folla di cui la maggior parte erano ragazza che stavano aggirando intorno ad una zona particolare, chiacchierando e ridendo eccitate e con una viva curiosità, si avvicinò per indagare. Scoprì che stavano guardando alcune foto molto familiari. Le stesse che avevano acceso il suo interesse per Kyuubi. Non poté fare a meno di fissarle di nuovo. Invano cercò di pensare al nome della fotografa ma capendo che non riusciva a ricordarlo diede un’occhiata alla targhetta informativa. Yamanaka Ino, sì era lei la ragazza, e sotto c’era il nome del modello…Uzumaki Naruto?!

Sasuke diede un’ulteriore letta, protendendo il viso più vicino ma le lettere rimanevano le stesse non importava quanto a lungo le fissasse. Il chiacchiericcio intorno a lui iniziò ad avere un senso e ascoltò qualche frase frammentata qua e là.

“…il ragazzo col cappuccio…”

“Oh mio Dio non è quel...”

“…bile! Quello è il suo aspetto…”

La testa di Sasuke iniziò a scuotere. Quello non era giusto. Doveva esserci stato un errore. Quello era ‘Kyuubi’. Kyuubi non era Naruto! Naruto non poteva essere Kyuubi perché Naruto non era nessuno. Naruto non era nemmeno una persona! Era solo un’entità senza volto e senza voce! Sasuke poteva ricordare, come se fosse oggi. Aveva parlato allo studente incappucciato nell’angolo nel retro dell’aula e non aveva ricevuto risposta, Quella vaga forma di testa era rimasta in silenzio anche quando aveva iniziato a stuzzicarlo, schernirlo e poi insultarlo. Lo aveva usato come base per scalare, per aiutare la sua reputazione a crescere e non c’era mai stato il benché minimo problema.
Era così facile che era diventata un’abitudine. Era semplicemente stato facile dimenticare che c’era qualcosa ‘sotto’ il cappuccio. Non aveva mai sentito alcun genere di rimorso per aver scaricato le sue frustrazioni su Naruto perché lui non era una persona vera. Era solo lì. Non si ribellava mai. Non parlava mai, e nessuno combatteva per lui. Naruto non poteva avere un sorriso del genere! Non ‘poteva’ essere! Era impossibile che la persona che aveva spinto e fatto lo sgambetto e chiuso negli armadietti fosse…

La mente di Sasuke si fermò nel suo treno di pensieri dome ricordò improvvisamente come Kyuubi lo aveva disprezzato intensamente dal primo momento come se avesse avuto qualche pregiudizio contro di lui. Ricordò come pura paura era apparsa su di lui quando Sasuke lo aveva spinto contro la parete, e poi c’erano quelle parole. Aveva detto che non gli piaceva Sasuke perché lo conosceva. Sapeva quanto orribile potesse essere. Aveva davvero fatto tutte quelle deplorevoli cose a ‘Kyuubi’? Kyuubi era davvero Naruto? Gemette mentalmente al recente ricordo della piccolo figura, rannicchiata al suolo, bagnato e tremante e boccheggiante in cerca d’aria. ‘Quello’ lo aveva colpito dentro anche quando era solo l’incappucciato sfigato, ma forse lo aveva fatto a Kyuubi. Il pensiero lo nauseò seriamente. Doveva scoprire se era vero. Doveva saperlo! Ora!


Itachi non aveva ancora avuto fortuna nel trovare Naruto ma aveva intravisto il suo fratellino. Sasuke sembrava studiare qualcosa molto attentamente, il che era strano dal momento che aveva dimostrato il suo più totale disinteresse per la mostra ogni anno, sin dal principio. Da lì Itachi poteva solo vedere il cerchio intorno all’occhio di Naruto e non poté fare a meno di far affiorare un piccolo sorriso compiaciuto sul suo volto . Si chiese assentemente che stesse guardando il così intensamente mentre dava un’altra occhiata intorno per Naruto. Tuttavia i suoi occhi vennero riportati su Sasuke quando il giovane Uchiha si voltò improvvisamente, il suo volto ancora più pallido del normale iniziò a buttare occhiate in giro per il salone come se stesse cercando qualcuno. Il ragazzo sembrava quasi nel panico per qualche ragione.

Itachi si accigliò, perplesso, mentre lo osservava muoversi velocemente, ancora intento a voltarsi e girare il collo per vedere la folla. Cosa aveva potuto gettare Sasuke in un simile stato di agitazione? Las sua curiosità era stata attirata ora e si diresse verso l’esposizione alla quale Sasuke aveva mostrato un simile interesse.


Naruto era terribilmente scoraggiato. Si sentiva anche peggio di prima ora. Aveva guardato ovunque per un segno della presenza di Itachi da quando l’evento era iniziato e cominciava a pensare sul serio che non si sarebbe mostrato. Forse era tempo di arrendersi. Non c’era ragione per cui doveva continuare a tormentarsi così. Tentò di ricordare che Itachi era stato un completo idiota e racimolò un po’ della sua rabbia per allontanare il dolore ma non stava funzionando molto. Ora si sentiva solo anche arrabbiato. Aveva sperato che Itachi volesse almeno provare a parlare ma poi, perché avrebbe dovuto se veramente credeva che Naruto fosse capace di fare il doppio gioco con lui e il suo stesso fratello? Con un sospiro addolorato iniziò ad avviarsi verso la porta più vicina, decidendo di andare semplicemente a casa ed evitare quella orribile sensazione che sapeva avrebbe provato se avesse continuato ad aspettare fino a che non si fosse ritrovato solo in una enorme sala vuota.

Come raggiunse la porta e la tirò per aprirla, Lo sguardo attento di Sasuke fu attirato dal movimento e riconobbe il vecchio familiare cappuccio. Velocemente iniziò a correre ed evitare e farsi strada con spintoni tra la folla verso la porta dove aveva appena visto sparire il cappuccio. Doveva raggiungerlo prima che lasciasse l’edifico.

Continua…
 
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