Capitolo 1: Non mi lasciare mai.

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trinh89
view post Posted on 20/1/2009, 12:35




Titolo: I will be with you forever (Sarò per sempre con te).
Autore: trinh89.
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fanfic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto.
Pairing: SasuNaru, accenni di ItachixNaruto, SaixNaruto.
Rating: AU, yaoi, OOC.

-Capitolo 1: Non mi lasciare mai.

“Non lo fare…”. Una supplica si perse nell’aria densa di urla strazianti, jutsu scagliati e armi cozzanti.

La più grande battaglia mai avvenuta dai tempi del Yondaime stava avendo luogo in quel preciso momento, ma questa volta non c’era un demone a distruggere tutto ciò che incontrava, erano gli stessi uomini. Ninja di Konoha assieme a quelli di Suna combattevano contro i ninja dei paesi confinanti.
Alla fine la pace era stata spezzata; l’avidità…l’invidia…la sete di potere, che da sempre avevano caratterizzato gli uomini era emersa e ora erano lì, in quella landa desolata a lottare per i propri obbiettivi.
Lo scontro era ormai giunto al termine, ma la situazione non era quella che ci si aspettava; Konoha e Suna erano in difficoltà, il vantaggio iniziale dovuto alla loro forza era stato inesorabilmente ridotta dal numero dei nemici nettamente superiore. La stanchezza si stava facendo sentire, non c’era altra soluzione, li fece ritirare e fu allora che l’Hokage prese la sua decisione, pensando -Che sia destino che anch’io finisca come te, Arashi?-. Portò l’attenzione sui suoi abitanti dall’alto del gigantesco rospo che da anni lo supportava nelle sue battaglie, poi voltò il capo al ragazzo al suo fianco. “Prenditi cura di loro, per favore”, il giovane annuì triste, non voleva che finisse così, ma non c’era altra scelta.
“Eddai, non fare il musone con me, sai?!” disse l’Hokage scherzando, poi l’espressione sorridente svanì lasciando posto ad una serietà innaturale alla sua persona. “Un’altra cosa,…ti prego…chiedigli scusa da parte mia e anche di andare avanti”
“Lo farò…amico”.
Un ultimo sorriso, di quelli che solo lui sapeva dare e poi chiuse gli occhi e congiunse le mani componendo velocemente dei sigilli; il chakra azzurro cominciò a turbinare intorno al suo corpo, mentre l’ampia tunica bianca si avvolgeva in mille pieghe per l’intensità dell’energia. Da azzurro, il chakra sfumò al bianco diventando poi rosso, l’aria si fece incandescente e in un attimo una luce abbagliante dilagò con la forza spaventosa di un’onda d’urto che travolse i nemici rimasti sul campo di guerra, infine ci fu solo il silenzio.
Quando la luce si fu affievolita centinaia di sguardi attoniti si fissarono l’un l’altro in cerca di una risposta e incerti alzarono le teste in direzione di Gama Bunta, il loro Hokage era lì in piedi e li aveva salvati per l’ennesima volta, grida di gioia si alzarono alte nel cielo, ma non durarono a lungo perché il corpo del giovane barcollò e ricadde all’indietro prontamente preso dalle braccia del Kazekage.
“Naruto!”, un ANBU balzò sulla testa dell’animale. “Ehi, dobe…che ti prende?” disse l’ANBU togliendosi la maschera e schiaffeggiando l’Hokage per farlo rinvenire. “E’ inutile…non si sveglierà…”.
“Ma che stai dicendo?! Il battito c’è, non è morto!” sbottò il ragazzo.
Il Kazekage stava per ribattere, ma altre tre persone le avevano raggiunti. Jiraya scostò gentilmente il moro, permettendo a Tsunade e Sakura di visitare Naruto.
“Andrà tutto bene, Sasuke. Tsunade e Sakura lo cureranno” lo rassicurò il vecchio ninja leggendario.
Il giovane però sembrava non aver udito, troppo concentrato a seguire le mani avvolte dal chakra verde delle due kunoichi che passavano attente sul corpo della sua kitsune.
“Svegliati moccioso…lo scherzo è bello quando dura poco” ruggì la Godaime, ma niente il ragazzo non accennava a uscire da quello stato di incoscienza.
“Smettetela…non c’è nulla da fare! Non si sveglierà, non ora…” intervenne Gaara.
Tutti gli occhi dei presenti si puntarono sul ninja di Suna. “Ha usato quella tecnica”.
Alle parole i due sannin si scambiarono uno sguardo preoccupato, Naruto aveva usato quella tecnica segreta? “Stupido moccioso” mormorarono con una nota di amarezza nella voce. Jiraya scese a parlare con le truppe, mentre Tsunade diede una pacca al capo del rospo chiedendogli di precipitarsi a Konoha.
Sasuke e Sakura non capivano…che jutsu aveva usato Naruto per ridursi così? Fra i due, però, il più frustrato era il giovane ANBU, la sua unica ragione di vita era lì che giaceva inerte davanti a lui e nessuno voleva dargli una dannata spiegazione. Improvvisamente sentì un sentimento crescere in lui, un tuffo al cuore e poi riversò quel miscuglio di emozioni contrastanti su Tsunade, “Che sta succedendo? Perché il dobe non si sveglierà? Che tecnica ha usato? Maledizione rispondi!” urlò.
“Sta zitto Uchiha, non è il momento!” gli gridò di rimando la donna. La risposta secca e tagliente fece sussultare il ragazzo, che colpito nell’orgoglio le si avvicinò e afferratala per un braccio la voltò di scatto rimanendo poi pietrificato a ciò che vide. Tsunade, la ninja leggendaria dalla forza sovrumana e il carattere impossibile…stava piangendo. Sasuke allentò la presa e la donna girò il capo dalla parte opposta; con ultimo balzo Gama Bunta si fermò alle porte di Konoha. Da lì, Gaara portò tutti all’ospedale sulla sua sabbia e una volta giunti all’edificio, Tsunade e Sakura sparirono insieme a Naruto dietro la porta di una sala operatoria.
Il moro era seduto su una delle tante sedie allineate al muro, con il volto fra le mani, mentre Gaara era appoggiato alla parete opposto apparentemente immerso nei suoi pensieri, la tensione era palpabile. “Ho un messaggio per te da parte sua” venne la voce atona del rosso, Sasuke alzò lo sguardo per incontrare quello dell’altro.
“Ha detto di chiederti scusa e di andare avanti”. Il silenzio calò nuovamente, più pesante che mai e quelle dannate parole che riecheggiavano nella sua mente straziandogli il cuore; poi una parola appena sussurrata uscì dalle labbra del moro che però Gaara non capì, come del resto nessuno poteva se non colui che si trovava nella stanza accanto. “Bugiardo”.
Un ricordo riemerse da un passato vicino.

(Inizio flashback)
La sala era gremita di chuunin, jounin e ANBU, erano lì in silenzio ad ascoltare il loro leader. “I paesi confinanti hanno dichiarato guerra alla Foglia e i ninja che erano stati mandati in via diplomatica…non sono più tornati”. Un mormorio confuso si diffuse tra i presenti, ma che cessò non appena l’Hokage riprese a parlare. “La guerra è inevitabile. Il villaggio della Sabbia ci ha già accordato la sua alleanza ed entro tre giorni arriveranno le prime truppe di supporto. Vi chiedo di collaborare tutti insieme per la salvezza di Konoha e dei suoi abitanti. Insieme possiamo farcela!” concluse l’Hokage guardando con determinazione i suoi sottoposti, che risposero con un coro di “Sì!”. Dopo aver esposto le strategie di attacco e difesa e organizzato l’evacuazione degli abitanti, i ninja vennero dimessi e la riunione finì. Ora il capitano ANBU, quello dei jounin e quello dei chuunin, camminavano assieme al loro leader e arrivati al suo ufficio gli ultimi due si congedarono con un inchino, mentre il primo entrò con l’Hokage nella stanza. “Uuh…” sospirò Naruto togliendo la tunica bianca e rivelando il corpo fasciato dalla divisa ANBU, con un altro lungo sospiro andò alla finestra e appoggiò la fronte al vetro osservando con tristezza il suo amato villaggio, a breve sarebbero stati attaccati. Sussultò, un braccio gli aveva cinto il collo mentre l’altro gli aveva stretto la vita.
“Triste?” sussurrò il ninja direttamente nel suo orecchio. Naruto scosse la testa mentre si appoggiava al petto dell’altro accennando un sorriso, non voleva preoccuparlo.
“Stai mentendo…che cos’hai dobe?”
Silenzio. Il biondino sembrava assente, le grandi iridi azzurre erano puntate fuori dall’ampia vetrata; lentamente iniziò a parlare, prontamente ascoltato da Sasuke.
“Ho paura…questa guerra, non è come le altre…Siamo solo noi e Suna contro tutti i paesi confinanti. Ho paura che qualcuno si faccia male…che tu ti facc…”
“Non lo dire…” disse il moro voltandolo di scatto e fissandolo negli occhi. Noi ce la faremo insieme! I ninja di Konoha e Suna, sono i migliori! Vinceremo, ristabiliremo la pace e una volta che questa storia sarà finita….passeremo l’eternità insieme”.
Naruto aprì la bocca per dire qualcosa ma non ne uscì alcun suono, ci riprovò un’altra volta e ne uscì un verso strozzato. Era senza parole, da quando aveva riportato a casa quel teme, ne erano cambiate di cose. A quei tempi Naruto era il capitano ANBU e nonostante i suoi impegni e le sue missioni, era sempre stato accanto al moro aiutandolo in breve a riguadagnare la fiducia persa con il suo tradimento; inoltre al suo ritorno, Sasuke era stato privato di ogni titolo ninja con l’obbligo d i rifrequentare l’accademia…davvero imbarazzante per il moro, anche se la kitsune aveva trovato il modo giusto per convincerlo che ne valeva la pena. Due anni più tardi in seguito al ritiro della Godaime, Naruto divenne Hokage all’età di vent’anni, il sesto Hokage di Konoha mentre Sasuke Uchiha era stato nominato capitano ANBU e guardia personale del Rokudaime, che oltre a proteggerlo di giorno si era ‘assunto’ il compito di proteggerlo anche la notte stando a stretto contatto con il biondino.
“Grazie!” fu la risposta quanto mai inadeguata del ragazzo che ricevette l’occhiata torva del compagno.
“Grazie?! Quando non sai che dire, sta zitto e baciami dobe!” disse il moro prima di attirarlo più stretto a se e baciarlo con ardore. Mentre le dita affusolate di Naruto si stringevano alla maglia ANBU, una mano del moro scivolò lentamente verso il basso raggiungendo le curve piene dell’amante e avvicinando i loro bacini e l’altra si intrecciò con le morbide ciocche dorate. Giocando con il labbro inferiore del biondo, la lingua di Sasuke entrò nella sua bocca coinvolgendo da subito la sua kitsune in una di quelle effusioni che preludeva la loro unione. Indietreggiando finirono contro il bordo della scrivania e con un colpo di reni Naruto avvolse le sue gambe intorno alla vita dell’altro che sostenendolo per le cosce lo aiutò a sedersi sul tavolo, separandosi leggermente accaldati Sasuke scoccò un bacio a fior di labbra all’altro e poi si levò la maglia. “Sasu, forse dovrem…” non finì la frase che con un mugolio di dolore si ritrovò spinto giù, mentre l’Uchiha saliva gattonando sopra al suo corpo. “Ho voglia adesso!” replicò deciso, denudando il torso del compagno e trafficando con i pantaloni per scoprirne il sesso mezzo eccitato.
Con un sorriso compiaciuto il ragazzo si chinò a leccare il collo abbronzato, mentre con la mano prese a massaggiare il membro del biondo.
“Aaah…Sa-sasu…” mormorò quest’ultimo ai gesti del moro, il quale aumentò il ritmo dei suoi movimenti, sempre più forti e decisi come la bocca famelica che stava lasciando un segno rosso nell’incavo tra la spalla sinistra e il collo della Kitsune. Con uno schiocco le labbra del moro si staccarono un po’ andando a giocare con il lobo del suo amante e sussurrare “Mi dica Hokage-sama, oggi ha letto il bollettino meteorologico?”
“No capitano…hnn…com’è?”
“Bollente” concluse il moro impadronendosi nuovamente delle sue labbra.
“Nnnh…Sa-sasuke…aaah” ansimò il biondo fra un bacio e l’altro, mentre con un ultimo colpo delle abili dita diafane raggiungeva l’apice del piacere. Iridi cristalline ancora appannate dalle sensazioni indescrivibili appena provate si posarono dal viso divertito del compagno alla sua mano pregna del suo stesso seme per vedere come quest’ultimo la portava sensualmente alle labbra ripulendo il mignolo…l’anulare…il medio…senza mai interrompere il contatto visivo e proprio quando stava per portare un altro dito alla bocca, fu fermato al polso. Dopo averlo bloccato, Naruto si mise seduto per quanto la sua posizione glielo permettesse, prese la mano dell’amante fra le sue e guardandolo negli occhi riprese ciò che il compagno stava facendo poco prima succhiando una dopo l’altra le dita rimaste.
“Oh, Kami…N-Naruto!” gemette l’Uchiha deglutendo a fatica. Con un’ultima leccata la kitsune si staccò, improvvisamente mise su un adorabile broncio e strattonando la vita dei pantaloni del moro disse “Questi sono di troppo…”. Con un ghigno divertito Sasuke si chinò e gli sussurrò a fior di labbra “Allora toglimeli”.
Al sentire quelle parole il biondo sgranò gli occhi e ripresosi sorrise prima di prendere per i fianchi il moro e portare il capo all’altezza del bacino, iniziando a slacciare con i denti il bottone e poi la cerniera, bassi mormorii provennero dal ragazzo dai capelli corvini che decise di porre fine a quella lenta tortura che lo stava facendo eccitare all’inverosimile, levandosi da solo gli ultimi vestiti e facendo lo stesso con Naruto. Separando le gambe ambrate si accinse a cerchiare l’apertura del biondo per penetrarla, ma quest’ultimo lo fermò dicendogli “No…ti voglio adesso!”, Sasuke lo guardò incerto “Ti farò male così” “Non mi importa”. Se pur titubante alla fine il giovane obbedì e con una spinta non molto forte, entrò nel biondo che chiuse gli occhi in una smorfia di dolore miesta a piacere. “Aaaah…sii…”
Rassicurato dai suoi gemiti. Sasuke penetrò la kitsune con una sola possente spinta gemendo a sua volta per l’immenso piacere. Per quante volte lo avessero fatto…Naruto era sempre così strett, caldo, eccitante…mai si sarebbe potuto stancare di unirsi con lui, era completamente assuefatto dal dobe…era la sua aria, la sua vita…ed era proprio in quei momenti, mentre il suo corpo si spingeva dentro e fuori da quello dell’amante che la consapevolezza di non poter vivere senza di lui difaceva più forte.
“Aaa…d-di più…aaah…”
“Hnnn…Naruto…aaahh” gridò Sasuke affondando sempre più velocemente nel biondo, accogliendo la sua supplica; dentro e fuori assicurandosi di colpire quel punto che avrebbe portato entrambi all’orgasmo.
“Aaah…” la Kitsune inarcò la schiena e reclinando il capo, conficcò le unghie nelle spalle del moro, riversando il liquido caldo fra i loro stomaci. All’insopportabile strettezza intorno al suo sesso. Sasuke cedette e con un’ultima spinta venne all’interno del biondo gemendo con voce roca il suo nome.
Ansimando pesantemente i due stettero lì immobili, uno sopra l’altro a riprendere fiato; il primo a parlare fu Naruto.
“Ti amo” disse.
“Ti amo anch’io dobe” replicò l’altro baciandogli la fronte “Non mi lasciare mai, capito?”, non sapeva perché aveva sentito il bisogno di dirlo, ma lo aveva fatto.
Naruto annuì strusciando il naso sulla petto del moro e rispose “Sì, te lo prometto”.
(fine flashback)

Improvvisamente Sasuke si alzò in piedi e sferrò un pugno al muro gridando “Me lo avevi promesso dobe! Lotta!” -e torna da me-pensò accasciandosi al suolo disperato. Gaara osservò la scena in silenzio, cosa poteva dire? Poteva solo immaginare il dolore che provava in quel momento l’Uchiha e sapeva che nessuna parola avrebbe potuto confortarlo.
La porta della sala operatoria si aprì, entrambi i ninja alzarono lo sguardo e videro Tsunade con gli occhi lucidi, non aveva neanche la forza di guardarli in viso, poco dopo di lei uscì anche Sakura che guardato Sasuke negli occhi corse via piangendo. Vedendo quella reazione, Sasuke sentì un tuffo al suore e riportò lo sguardo sulla Godaime aspettando che parlasse. La donna chiuse gli occhi per qualche secondo e poi li riaprì, alla fine alzò il capo e preso un respiro disse “Sasuke andiamo a parlare” e senza aggiungere altro si voltò.

Continua...
 
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