Capitolo 2: Il regalo.

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trinh89
view post Posted on 20/1/2009, 12:54




Titolo: I will be with you forever (Sarò per sempre con te).
Autore: trinh89.
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fanfic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto.
Pairing: SasuNaru, accenni di ItachixNaruto, SaixNaruto.
Rating: AU, yaoi, OOC.

-Capitolo 2: Il regalo.

Silenzio…nient’altro che silenzio. Erano lì, seduti in quell’ufficio da ormai dieci interminabili minuti e nessuno dei due aveva proferito parola. Sasuke stava perdendo la pazienza, voleva sapere che diamine aveva il suo dobe; stava per esplodere in tutta la sua ira, quando Tsunade iniziò a parlare “Naruto…non è morto”, era una bella notizia, ma il moro non riusciva a sentirsi sollevato e il perché lo capì poco dopo. “Ma..?” disse incitando la sannin a proseguire. “Ma non si sveglierà, quindi è come se lo fosse…la tecnica c-che ha usato…era pericolosa, molto…. Non doveva usarla quel moccioso!”, i nervi della donna cedettero e scoppiò in lacrime ancora una volta, eppure l’unico che doveva piangere era solo lui, Sasuke.
“C-che tecnica?”
“Naruto…ha liberato quasi tutto il chakra di Kyuubi in una sola volta e questo…lo ha prosciugato fisicamente , non ha più energie…e anche se Kyuubi rigenerasse le sue energie così come quelle di Naruto, ci vorrebbe molto tempo…”
“Non mi importa del tempo” –io lo aspetterò comunque- disse deciso il ninja ma Tsunade scosse il capo ribattendo “Qui non parliamo di giorni o mesi e neanche di anni…ma secoli. Kyuubi è un demone, può vivere millenni, noi invece no ed essendo umano, Naruto morirà prima che la volpe rigeneri le sue energie”.
Era uno scherzo quello. Non era vero, lui non poteva fargli questo. Glielo aveva promesso e Naruto manteneva sempre le promesse. Era il suo modo di essere ninja.

Dopo che la Godaime e l’Uchiha se ne erano andati, Sabaku No Gaara rimase lunghi istanti a fissare la fine barriera che lo divideva dalla Kitsune e senza alcun rumore entrò nella stanza. Lì al centro della stanza giaceva il ragazzo, che all’apparenza sembrava addormentato…lo era. Si avvicinò e si sedette sulla sedia a lato del letto, incrociando le braccia al petto e con gli occhi privi di espressione osservò ogni lineamento del viso di Naruto e lasciò che emozioni assopite tempo addietro riaffiorassero alla mente. Quanti anni erano passati? Quattro. Quattro anni, da quando Uzumaki Naruto lo aveva salvato dall’Akatsuki e da allora gli era stata chiara una cosa. Lui lo amava, questa era la realtà. Nonostante tutto però, non aveva mai dato voce ai suoi sentimenti…sapeva che nel cuore del Rokudaime c’era solo spazio per Uchiha Sasuke e nessun altro. Lui, era solo un buon amico…neanche il migliore, perché anche per quello c’era spazio solo per il moro e davanti a un legame così forte, non poteva fare altro che tacere e restare nell’ombra. Così aveva fatto fino a quel maledetto giorno, ma ora un solo pensiero echeggiava nella sua mente –Dovevo esserci io lì-, se avesse avuto lo Shukaku in se, avrebbe potuto sacrificarsi lui e in quel momento ci sarebbe stato lui su quel letto e ci sarebbero state immense iridi azzurre a piangere per lui. Se fosse stato così, sarebbe stato meglio, perché ci sarebbe stato l’Uchiha a consolare il biondino, ad asciugare le sue lacrime. Purtroppo era andata diversamente. Si alzò e guardò per un’ultima volta il suo unico amore e lo salutò con un bacio sulla fronte, perché quello era l’unico posto che un amico poteva violare e voltandosi poco prima di uscire sussurrò “Addio Naruto Uzumaki”.

“Mi dica che c’è una soluzione” disse con voce tremante il moro. “Una sola mi basta…” aggiunse in un sussurro.
“Stupido moccioso…”
“Mi dia una soluzione! Una qualsiasi! Lui…io non lascerò mai che finisca così!”
Il silenzio calò nuovamente, la Godaime sospirò e con un tono più dolce disse “Lo ami veramente così tanto? Io, ancora non riesco a credere che Naruto, fra tutte le persone che c’erano si sia innamorato di te, Uchiha!”
“Hnn” –Neanche io- pensò Sasuke.
“Un solo modo…uno solo, ma non so se sia peggio la morte o questa soluzione” disse Tsunade, guardando dritta negli occhi Sasuke, che ascoltava ogni singola parola attendendo di sapere se avrebbe rivisto il sorriso dell’amato. “Come ti ho già detto, saremo tutti morti…Naruto compreso, l’unico modo è fermare il tempo”…
“Mi sta prendendo in giro?” sibilò il moro, zittendosi allo sguardo penetrante della donna. “No…questo è l’unico modo…dobbiamo fare in modo che Naruto non invecchi e per farlo bisogna ibernarlo”
“Ibernarlo?” ripeté scettico il ragazzo. Era assurdo…no anzi, impossibile.
“C’è un jutsu proibito e segreto che lo rende possibile…richiede molto chakra e va eseguito in contemporanea da almeno due persone e deve avvenire in pochi attimi o si muore per assideramento…ma come ho detto non so se sia peggio questo o la morte. Quando Naruto si sveglierà…ammesso che tutto vada per il verso giusto…si troverebbe in un mondo completamente diverso, senza i suoi amici, senza il suo villaggio…”
“Non mi importa! Lo faccia!”.

Una settimana dopo l’estremo saluto al sesto Hokage di Konoha, Sasuke Uchiha era in quella stanza, dove giaceva il suo amato, sentì l’avvicinarsi di passi, segno che stava arrivando Tsunade. Il moro si chinò sul giovane dalla pelle brunita e lo baciò dolcemente sulle labbra, sussurrandogli poi all’orecchio “Non credere che ti lasci così, Dobe”. Una promessa.
La porta si aprì e Tsunade fece il suo ingresso seguita da Shizune. “Iniziamo?” domandò.
Il moro annuì e preso in braccio il compagno lo adagiò nella bara di vetro precedentemente preparata e prima di stendersi a sua volta in quella di lato, bevve il sonnifero portogli da Shizune. Lentamente sentì le palpebre chiudersi, guardò Naruto e cadde addormentato.
“Shizune procediamo!” disse la Godaime. Con un cenno del capo la donna si pose nella parte opposta alla sannin, entrambe cominciarono a concentrarsi e comporre una sequenza di sigilli, richiamando lentamente il chakra che oltre a vorticare intorno ai loro corpi, avevano iniziato ad avvolgere le bare. Successe tutto in pochi secondi, come aveva detto Tsunade. Il chakra si disperse e le due donne caddero a terra spossate dall’energia utilizzata per il jutsu. Respirando affannosamente Tsunade si avvicinò ai corpi e accertatasi che tutto fosse andato bene, aiutata da Shizune sigillò le bare affinché nulla potesse interferire il riposo degli eroi di Konoha.

(Cinquecento anni dopo)

-Toc, toc-
“Avanti”.
La porta si aprì e un uomo, il maggiordomo, entrò inchinandosi lievemente prima di annunciare l’arrivo dell’ospite atteso. “Grazie, Iruka. Fallo accomodare”,
“Sì, signore”.
Pochi minuti dopo, fece il suo ingresso un giovane dai capelli corvini e la pelle diafana, che salutato educatamente il padrone di casa, si sedette sulla poltrona più vicina a quest’ultimo. “Allora mi dica, Radice-sama. Qual è il motivo per cui mi ha fatto chiamare”.
“Hnn…mio caro professore, ho il piacere di informarti che sono arrivati!” All’affermazione il giovane sbatté le palpebre piacevolmente sorpreso. “Oh, ma bene. Aspettavo con ansia questo momento”.
“Ne ero certo. Sarei stato curioso di vedere applicato il frutto dei suoi studi, ma con mio rammarico, urgenti questioni richiedono la mia attenzione altrove; quindi oggi stesso partirò per occuparmene e starò via a tempo indeterminato. Durante la mia assenza delego tutto a te come sempre e ti chiedo di occuparti del regalo per il diciottesimo compleanno di mio figlio”.
“Grazie, signore. Svolgerò al meglio il compito che mi ha affidato”.
“Bene. Puoi andare. Dovrebbero aver già sistemato tutto nel laboratorio. Ora dovrei partire…Arrivederci professore” disse l’uomo accompagnando il giovane alla porta per uscire anch’egli dallo studio.
“Arrivederci, Radice-sama”.
Non appena l’uomo sparì lungo il corridoio, il professore si avviò per la sua strada; stava scendendo le scale quando arrivò una voce “Buongiorno, Itachi-san”. Il moro si voltò e ricambiò il saluto con un cenno del capo “Sai-kun” ricambiò osservando il ragazzo dai capelli neri e la pelle pallida quanto la sua avvicinarsi con pacata compostezza.
“Sta andando al laboratorio?”
“Sì, sono arrivate le nostre cavie”.
“Ohhh…allora se non le dispiace, mi unisco a lei”.
“Come desidera…anzi, così potrà scegliere il regalo che suo padre le ha riservato”.
Insieme i due si diressero fuori dalla magione, per raggiungere una struttura a lato. Una volta entrati nel cuore del laboratorio, l’attenzione dei due fu catturata all’istante dai grandi cilindri collocati sulla parete alla loro sinistra. Itachi si avvicinò per osservarne il contenuto e sorrise compiaciuto. Inoltre aveva notato che i suoi assistenti avevano già provveduto alla prima fase del processo e questo non poteva che significare una cosa, presto avrebbe scoperto se il duro lavoro di anni di studio e sperimentazioni era servito a qualcosa. “Non ci credo! Itachi-san, è questo il regalo di mio padre?” chiese Sai che lo aveva affiancato.
“Esatto” disse con un ghigno il più grande, che girò il capo verso l’altro per vedere la meraviglia dipinta sul suo volto. “Vuole sapere chi sono?”, il ragazzo annuì, ancora troppo stupito per proferir parola.
“Da ciò che sappiamo, questi sono due guerrieri risalenti all’epoca ninja. La storia narra che siano gli eroi che hanno posto fine alla battaglia più grande mai avvenuta a quei tempi. E’ stato rinvenuto un rotolo insieme a loro che potrebbe darci ulteriori informazioni, ma non siamo ancora riusciti a decifrarlo…”
“Qual era il rapporto che li legava?”
“Questo non ci è dato per certo, ma dagli abiti che indossano è probabile che il ragazzo alla sinistra sia stato ibernato per ‘vegliare’ sull’altro” disse indicando un giovane dai capelli corvini e la pelle diafana, che ricordava molto il professore. “Quale preferisce? Ne potrà scegliere uno”. Domanda inutile dato che Sai non faceva altro che fissare il giovane nel cilindro alla destra e infatti la scelta ricadde su quest’ultimo. Itachi procedette immediatamente con la messa in funzione dei vari macchinari e computer. “I corpi sono stati conservati per ben cinquecento anni nel ghiaccio. Attualmente sono stati ‘scongelati’e immersi in un liquido ricco di sostanze rigeneranti che hanno permesso il riavvio delle funzioni vitali. Ora non resta che svegliarli, ma per ora solo il ragazzo scelto da lei verrà risvegliato, di modo che potremo effettuare uno studio comparato”. Data la spiegazione, il professore impartì dei comandi nell’ordinatore e pochi secondi dopo il cilindro prescelto iniziò a illuminarsi, mentre lentamente il liquido all’interno diminuiva e il corpo si accasciava.
“Ci vorrà un po’ di tempo prima che si svegli, se vuole potrà rimanere qui fino a…”
“No, grazie. Me ne occuperò io personalmente” disse con un ghigno condiviso anche dal più grande.

Quella sera dopo cena Sai salì al piano superiore e prima si tornare alla sua stanza si fermò in quella accanto, dove sul letto giaceva l’esile figura di un ragazzo addormentato. Andò a sedersi sul materasso e rimase a fissare per lunghi istanti il viso del giovane. I capelli biondi e la pelle ambrata…era proprio stupendo; inoltre aveva lineamenti delicati e da quello che aveva potuto constatare, dopo che era stato cambiato, anche un corpo fantastico. A breve ci sarebbe stato un ricevimento per il suo compleanno e avrebbe presentato il suo nuovo regalo e di una cosa era certo…tutti lo avrebbero invidiato.

Continua...
 
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