Capitolo 3: Memoria.

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trinh89
view post Posted on 20/1/2009, 12:56




Titolo: I will be with you forever (Sarò per sempre con te).
Autore: trinh89.
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fanfic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto.
Pairing: SasuNaru, accenni di ItachixNaruto, SaixNaruto.
Rating: AU, yaoi, OOC.

-Capitolo 3: Memoria.

Raggi di sole entravano attraverso l’ampia finestra illuminando e colpendo insistentemente il volto del ragazzo che giaceva addormentato fra le lenzuola candide quanto la neve, come a volerlo riscuotere a tutti i costi dal sonno in cui era caduto. Un basso mormorio e poi ciglia di un biondo scuro iniziarono ad aprirsi con lentezza estrema, sbattendo più volte prima di mettere a fuoco lo spazio circostante.
“Ti sei svegliato” arrivò una voce. Voltò il capo a lato e fissò la persona seduta al suo fianco.
“T-tu chi sei? Dove sono?” sussurrò a malapena.
“Io sono Sai, ti trovi a casa mia. Posso sapere come ti chiami?”
Il ragazzo dai capelli biondi lo fissò confuso, poi sembrò riflettere sulla domanda per rispondere ed infine disse “Naruto Uzumaki”.
-Naruto- si ripeté mentalmente il moro. “Come ti senti, Naruto?”
“Confuso…come sono finito qua? Io…io stavo combattendo…che ne è stato dei miei compagni? E Sasuke?”
-Sasuke? Chi è questo Sasuke?- “Mi dispiace, ma non lo so; senti se ce la fai ad alzarti…potremmo fare colazione e poi ti porterò da una persona che forse ti potrà aiutare, ok?” propose il moro sorridendogli. Naruto annuì e si mise a sedere, scostando le coperte appoggiò a terra un piede e, aiutandosi con le braccia, si tirò su in posizione eretta e mosse un piede in avanti, ma le ginocchia cedettero essendo state per lungo tempo inattive, sarebbe caduto se un braccio non gli avesse cinto la vita sostenendolo.
“Appoggiati a me”.
“G-grazie” disse l ragazzo con le guance leggermente arrossate per l’imbarazzo. Sai lo trovò ancora più incantevole del giorno addietro, non aveva mai visto delle iridi così azzurre e luminose, istintivamente strinse più a sé il biondo e con un sorriso lo guidò per la casa. Dopo una breve colazione e una rapida doccia i due si avviarono al di fuori della tenuta per raggiungere il laboratorio; durante il cammino Naruto aveva riacquistato l’equilibrio e ora riusciva a camminare senza l’aiuto del moro, molte cose non gli erano chiare e, nonostante cercasse di pensare al come fosse finito in quel luogo, non arrivava ad alcuna conclusione; la sua mente era ricoperta da un velo di nebbia che oscurava le sue memorie. Prima che il biondo potesse incontrare la persona di cui Sai gli aveva parlato, quest’ultimo lo precedette invitandolo ad entrare qualche minuto più tardi.
Al vedere il giovane in piedi di fronte alla scrivania Naruto gli buttò le braccia al collo e lo baciò. Sai si accigliò alla scena, sentendo una rabbia nascergli dalle viscere che aumentò quando vide Itachi rispondere all’effusione e stringere il corpo del biondo.
“Itachi…” sibilò interrompendoli.
Naruto al nome si scostò lievemente e osservò meglio il volto del ragazzo per constatare poi “Tu non sei Sasuke!”. Il più grande accennò un sorriso sghembo e replicò “No, ma a quanto pare gli assomiglio molto”, il biondo arrossì realizzando l’errore commesso e, accorgendosi delle mani che ancora lo stringevano, arretrò di scatto e si chiese come avesse potuto confondere quel ragazzo con il suo Sasuke; per quanto fossero simili Itachi era più alto e aveva i capelli più lunghi…per non parlare poi dei segni che marcavano il viso! Improvvisamente si sentì uno stupido per aver fatto un simile errore.
“Accomodati qui Naruto-kun”.
“Naruto e basta…odio le formalità” disse senza pensarci.
“Ma certo…allora Naruto, immagino che tu sia un po’ confuso. Posso farti qualche domanda?”
“Sì…ma prima vorrei che rispondessi tu alle mie domande”. Se la richiesta fosse piaciuta o meno ai due mori, non lo diedero a vedere minimamente.
“Sicuro…chiedi quello che vuoi” rispose Itachi con un sorriso gentile.
“Grazie…ecco…perché sono qui? Che mi è successo? E questi strani abiti? Dove sono i miei amici? Che fine ha fatto Sasuke?” domandò a raffica il biondo, lasciando per un momento basiti i due.
“Quante domande. Allora, prima di tutto devi sapere che non siamo nel luogo da cui provieni e non parlo solo di spazio, ma anche di tempo…sono passati cinquecento anni dalla tua epoca”.
Dire che Naruto aveva gli occhi sgranati e la bocca spalancata all’inverosimile era un eufemismo, sia Itachi che Sai cominciavano a temere che il biondo avesse avuto un infarto ma poi il ragazzo scoppiò a ridere. “Aah…questa è bella…oddio quando lo rac…haha---conto a K-Kiba, muore. Per poco non ci cascavo! Sei bravo a recitare hahaha!”
“Non è uno scherzo!” venne la risposta lapidaria di Itachi, che si voltò a lato per accendere un processore e digitare qualcosa su una tastiera, poi girò il monitor verso Naruto affinché potesse leggere ciò che vi era riportato. Ad ogni parola che leggeva, la dura realtà lo colpiva lasciandogli un peso nel cuore e con un lungo sospiro si lasciò sprofondare. Era tutto vero? Oppure era tutto uno scherzo architettato con grande maestria? Ma a che scopo? Eppure sarebbe stato più facile da accettare se fosse stato tutta una messa in scena, invece lì nero su bianco veniva raccontata la guerra che aveva combattuto, la sua ‘morte’ e lo sviluppo di Konoha, ora chiamata Osaka, fino ad oggi…cinquecento anni dopo. “C-Cosa mi è successo? I-io dovrei essere morto”
“Cosa ricordi Naruto?”
Naruto lo guardò per un istante come a volerlo esaminare, poi chiuse gli occhi cercando di raccogliere tutti i ricordi che aveva. “Quasi niente a dire il vero” disse riaprendo le palpebre “Ho delle immagini sfocate, ricordo Tsunade, Jiraiya, tutti i miei amici dell’accademia, Gaara, Iruka, Kakashi, Sasuke…molti nomi e pochi volti…ricordo un’enorme campo e uomini che lottavano l’uno contro l’altro…nient’altro, è tutto così…frammentario” sussurrò appoggiando i gomiti alle ginocchia e affondando il viso tra le mani.
“Non ti preoccupare Naruto ti aiuteremo noi. Senti, ci puoi dire chi è Sasuke? Mi è parso di capire che costui è la persona che più ricordi”.
Le brillanti iridi azzurre si fecero improvvisamente cupe “Beh…Sasuke era il mio compagno di vita, il mio miglior amico, il mio rivale...ma ora non c’è più, giusto?” domandò rivoltò a sé stesso più che a qualcuno in particolare e Sai che fino a quel momento non era intervenuto nel discorso, quando vide l’espressione sofferente sul viso del ragazzo sentì una fitta allo stomaco. Non gli piaceva vedere il biondo in quello stato ma una parte di lui era felice di sapere che nessuno avrebbe potuto interferire nel suo possibile rapporto con Naruto. Certo, si sentiva in colpa perché a quanto pareva il biondo non era a conoscenza del fatto che il suo ragazzo fosse stato ibernato a sua volta e che in quel preciso istante si trovasse nella stanza affianco, ma in fondo non era importante che ne venisse informato…sarebbe stato tutto più facile così; presto Naruto avrebbe dimenticato il suo passato e il suo amato e lui lo avrebbe aiutato ad iniziare una nuova vita, insieme.
Dopo qualche altra domanda per cercare di capire cos’altro ricordasse, l’incontro finì e Sai portò Naruto a fare una passeggiata nel bosco formandosi poco dopo in una radura attraversata da un ruscello. Una volta arrivata lì, il moro si sedette all’ombra a differenza di Naruto che andò a sedersi sulla riva e, toltosi le scarpe, aveva immerso i piedi nelle fresche acque cristalline beandosi dei raggi del sole che gli baciavano la pelle e rendevano i suoi capelli ancora più luminosi.
-Perché sono qui? Io dovrei essere morto…cosa posso fare in questo tempo? Senza amici, senza i miei abitanti, lontano dalla mia Konoha…lontano da Sasuke- pensò Naruto con malinconia, quando qualcosa lo riscosse dai suoi pensieri. “A che pensi?” chiese Sai che aveva appoggiato una mano sulla sua spalla sedendosi poi al suo fianco. “Al perché sono qui…non ho niente e nessuno per cui vivere”.
“Puoi ricominciare da capo. Probabilmente è per questo che sei stato ibernato. Volevano che tu vivessi”. Naruto lo fissò e il moro temette di aver detto qualcosa di sbagliato, ma poi quando il biondo gli rivolse uno dei sorrisi più belli che avesse mai visto, ogni suo timore sparì e istintivamente si sporse in avanti unendo le loro labbra. -E’ dolce- pensò Sai passando la lingua sul labbro inferiore del biondo e pronto ad approfondire il contatto che non gli fu concesso, poiché questi voltò bruscamente il capo e alzandosi in piedi senza guardare il moro disse “Sai ti prego di non farlo più” e si allontanò.

“E così tu e Naruto stavate insieme…interessante” mormorò Itachi rivolto al cilindro contenente Sasuke.
Dopo che Sai se ne era andato con il biondo, era entrato nel laboratorio per verificare le condizioni della sua cavia, non sapeva come mai le funzioni celebrali del giovane avevano ripreso, anche se flebilmente a lavorare e qualche volta aveva notato qualche breve spasmo muscolare. Sasuke si stava svegliando da solo. Che avesse inconsciamente avvertito il risveglio del compagno? Non era da escludersi, tuttavia qualunque cosa stesse succedendo di una cosa Itachi era certo…Sasuke e Naruto non erano più destinati a stare insieme e nonostante il biondo fosse proprietà di Sai nulla gli vietava di divertirsi un po’ con il bel biondino, infondo era lui che gli aveva ridato la vita. Ormai stanco delle ore passate davanti a dati e grafici, il moro si avviò verso la villa per andare a riposare nella sua stessa stanza, stava salendo le scale quando poco più sopra vide Naruto, ghignò per un secondo e poi richiamò l’attenzione del ragazzo “Naruto”. Il biondo si fermò e si voltò. “Ah…ciao, Itachi”.
“Non dovresti essere con Sai?”
“Ah, sì…ma mi stavo annoiando”
“Capisco” guardandolo meglio il moro si accorse che Naruto era leggermente arrossito e lo trovò davvero adorabile. “Naruto vuoi farmi un po’ di compagnia?”
“Posso? Non vorrei disturbarti?”
“Figurati…seguimi” disse precedendolo.
Giunti alla stanza, Itachi invitò il biondo a sedersi sul letto accanto a lui che si era disteso, da lì avevano poco a poco iniziato a conversare e il primo dovette ammettere che quel ragazzo, dall’apparenza innocente e un po’ infantile, non lo era affatto; al contrario, i suoi discorsi erano pieni di vita, inaspettatamente intelligenti e maturi che rivelavano il carattere di un vero leader quale era stato. Invece Naruto parlando con Itachi non poté fare a meno di notare come, sia nei modi che nelle poche parole che il moro proferiva, gli rimembrasse il suo Sasuke e non sapeva se questo fosse un bene o un male. Infatti gli sembrava davvero di essere con il suo amato, ma poi quando realizzava che non era lui, sentiva solo un’infinita tristezza che però cercò di non dare a vedere. Ad un certo punto arrivarono a parlare di Sai e qui Naruto scoprì di essere il regalo di compleanno del ragazzo, la cosa gli parve assolutamente assurda. “Come sarebbe a dire che sono il suo regalo?!”.
“Quando sei stato ritrovato…sei stato messo all’asta come un oggetto unico e il padre di Sai che è un appassionato di pezzi rari, ha pensato di acquistarti come regalo per diciottesimo compleanno del figlio. Ora sei una sua proprietà”.
“Io sono un essere umano! Non un oggetto. Non si possono vendere le persone! Cosa dovrei fare? Servirlo?” sbottò indignato il biondo.
“A dire il vero il tuo ruolo si può dire che sia quello di essergli amico, per il resto sei libero di fare ciò che vuoi”.
“Amico? L’amicizia non si compra ma…Sai non ha amici?”
“Nessuno”.
L’espressione seria di poco prima si addolcì e lo sguardo mutò da uno arrabbiato ad uno triste, sentiva qualcosa premergli il cuore…Naruto conosceva quella sensazione e, anche se non riusciva ad associarla pienamente con i ricordi che salivano alla sua mente in modo confuso, sentiva che doveva aiutare Sai.
“Capisco…va bene, allora vorrà dire che sarò io il suo primo amico. E così Sai sta per festeggiare i suoi 18 anni, è più piccolo di me. Io ne ho ventidue, o forse ora dovrei dire cinquecentoventidue?” disse tenendosi il mento fra le dita con aria pensierosa. “Ad ogni modo credo che si sia fatto tardi, è meglio che torni alla mi stanza” con questo Naruto si alzò dirigendosi alla porta, ma poco prima di uscire venne fermato per un polso, si girò guardando interrogativo Itachi che con un piccolo sorriso si avvicinò alle labbra sussurrandogli “Buonanotte Naruto”, prima di baciarlo.

-Questa è stata una lunga…lunga giornata- pensò Naruto infilandosi sotto le coperte. Faceva ancora fatica a ricordare il suo passato, non aveva alcuna memoria della sua adolescenza e le poche persone che ricordava gli apparivano sfocate…solo Sasuke era chiaro in sé, ma sentiva che c’era qualcosa che stava dimenticando, qualcosa di importante che cercava di emergere a tutti i costi. Lentamente si lasciò andare fra le braccia di Morfeo.
“Moccioso” una voce riecheggiò.
-Plic, plic, plic-
“D-dove sono?” mormorò aprendo lentamente gli occhi e sbattendo più volte le palpebre in confusione, realizzando di trovarsi in un luogo buio simile ad un sotterraneo. Improvvisamente lo spazio davanti a sé si fece più chiaro e un enorme cancello fece la sua apparizione.
“Moccioso…ti sei dimenticato chi sei? Chi siamo?” ripeté la voce.
“Chi sei? Fatti vedere”. Due immensi occhi rossi si aprirono al di là dell’inferriata seguita da una bocca spiegata in un sorriso sinistro.
“Kyuubi, moccioso!”.

Continua...
 
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