Capitolo 4: Kyuubi.

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trinh89
view post Posted on 20/1/2009, 12:57




Titolo: I will be with you forever (Sarò per sempre con te).
Autore: trinh89.
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fanfic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto.
Pairing: SasuNaru, accenni di ItachixNaruto, SaixNaruto.
Rating: AU, yaoi, OOC.

-Capitolo 4: Kyuubi.

“Mi stai ascoltando Naruto?”
“Eh? Ah, sì, sì. Ti ascoltavo”.
“E quindi? Ci sarai alla mia festa?”
-Ho scelta?- “Certo”. Il moro sembrò soddisfatto e ritornò a leggere il libro che aveva in mano, mentre Naruto ripensava al sogno fatto la notte scorsa. Aveva incontrato Kyuubi, il demone che risiedeva in lui e di cui di era clamorosamente dimenticato, ancora si chiedeva come aveva potuto dimenticarsene. Ad ogni modo era felice di sapere di non essere più solo e avere qualcuno su cui contare; durante la loro conversazione le volpe gli aveva fatto rivivere alcuni eventi del passato aiutandolo così a ricordare qualcosa ed era rimasto allibito quando fra i suoi ricordi comparvero le figure di Sai e Itachi e non poté fare a meno di chiedersi se avesse potuto fidarsi dei due ragazzi del presente, dato che nel suo tempo Itachi era un mukenin e Sai un ghiacciolo pervertito. Improvvisamente gli venne in mente che doveva parlare con il moro di una questione.
“Sai…” disse richiamando l’attenzione del ragazzo, che lo guardò interrogativamente “Ecco, io vorrei chiederti se potresti farmi avere i miei vestiti ninja e beh…vorrei anche lavorare”.
Dopo un primo momento di stupore Sai esclamò, “Cosa?! Non c’è bisogno che tu lavori!”
“Ma io voglio lavorare! Non mi piace non fare niente e vivere a spese di altri. Posso fare molte cose o al massimo posso imparare, ma non ho intenzione di rimanere qui senza far nulla”. Il moro lo guardò per un istante, poi chiudendo il libro tirò un sospiro e disse “D’accordo ti troverò qualcosa…”

-Yu-hu! Questo si che è un lavoro…- pensò sarcasticamente Naruto. Venti paia di occhi erano puntati nella sua direzione, o meglio su di lui.
Alla sua richiesta di lavoro, mai avrebbe immaginato una cosa del genere. La mattina seguente Sai lo aveva portato nella scuola d’arte che frequentava e dopo aver atteso che il ragazzo parlasse con il preside per più di un’ora, il moro era uscito dicendo con un sorriso soddisfatto di avergli trovato un impiego nell’istituto. E ora Naruto Uzumaki, sesto Hokage di Konoha, grande ninja dalla forza distruttiva e con un demone sigillato in sé era lì, in piedi sopra ad un piedistallo al centro di un’aula impossibilitato a muovere un solo muscolo, mentre una ventina di artisti in erba era intenta a ritrarre ogni singolo particolare del suo busto; anche se a detta del biondo, gli occhi cadevano più sulle parti a sud ed erano più le occhiate fameliche che quelle di studenti dediti al disegno. Gemette mentalmente.
La punta di un carboncino rosso si posava sulla superficie ruvida della tavola dinanzi con tratti fini e leggeri, che a poco a poco avevano dato vita ad una vera e propria opera d’arte. Ogni singola linea era volta a definire le forme perfette del modello e ogni sfumatura a cogliere le ombre che i solchi fra i muscoli scolpiti creavano; le iridi scure dell’artista osservavano con grande apprezzamento la figura priva di difetti del biondo e non poteva fare a meno di paragonarlo ad una divinità greca che con il suo portamento regale era disceso dall’Olimpo per mostrare ai mortali il suo splendore. Un sussurro interruppe il flusso di pensieri del ragazzo che all’ennesimo richiamo si voltò verso la fonte del disturbo “Pss…Sai! Ehi Sai!”
“Che vuoi Inuzuka?”
“Ma dove lo hai trovato quel ragazzo? Ha un corpo da stupro!” All’affermazione il moro inarcò un sopracciglio e disse “E’ mio! Togliti dalla testa qualsiasi cosa pervertita tu stia pensando!” sibilò lapidale.
“O-ok…scusa…” pigolò l’altro.
“Piuttosto…dimmi Kiba tu vi sarai alla mia festa?” disse con tono che sembrava più un’affermazione che una domanda.
“Certo, amico”.

Itachi era nel suo studio e per la prima volta nella sua vita non stava facendo niente se non pensare al ragazzo dagli occhi azzurri, era davvero un soggetto interessante e ne era affascinato. Naruto era stato un leader ed era un eroe; Itachi era sempre stato attratto dal potere e dalla forza, due elementi che il suo biondino aveva. Oh, sì. Li aveva sentiti quei muscoli tonici durante le visite che aveva effettuato e ancora adesso poteva sentire un piacevole brivido di eccitazione scorrergli nelle vene alle sensazioni delle sue mani su quella pelle ambrata. Quanto avrebbe voluto dominare quel corpo così forte, ma dall’aspetto efebico…legargli i polsi al letto e baciare ogni centimetro di quella morbida pelle, assaggiare il suo sapore, sentire i suoi gemiti mentre lo mandava sull’orlo del piacere per accogliere infine le sue suppliche che lo pregavano di prenderlo…penetrarlo sempre più forte e veloce fino a raggiungere l’orgasmo facendo sì che quell’angelo caduto divenisse suo. Tuttavia, per realizzare questa sua fantasia si presentavano due problemi, uno era Sai il quale aveva un diritto di proprietà sul biondo e l’altro che ‘dormiva’ nella sua stanza. (Ce ne sarebbe anche un terzo…io non sono mentalmente pronta per scrivere un’altra lemon! XD T^T fatica… ndme)
-Crash-
Il rumore del vetro che si infrangeva lo riscosse dalle sue riflessioni e alzò lo sguardo guardandosi intorno non trovando nulla di anormale, poi un dubbio…Nonostante si dicesse che fosse impossibile, uscì dalla porta e si pietrificò.
“N-Naruto?!” esclamò sorpreso e sollevato allo stesso tempo, per un secondo aveva temuto che Sasuke si fosse svegliato.
“Gomen nasai, Itachi! Stavo camminando e sono inciampato” disse il biondo con un labbro sporgente e delle lacrimuccie agli angoli degli occhi, mentre si massaggiava la fronte lesa; Itachi la trovò una vista adorabile, sembrava un bambino e una voce all’interno della sua mente rimbombava con –Che uke fantastico deve essere-
“Mi dispiace ti ho rotto il vaso…”
“Non ti preoccupare, piuttosto fammi vedere come stai” disse il moro chinandosi di fronte al biondo scostandogli la mano per esaminare l’ematoma, nulla di grave…spostò poi lo sguardo alle mani e notò un taglio; anche Naruto lo vide e mosse la mano per nasconderla, ma Itachi lo bloccò avvicinandola agli occhi; non riusciva a crederci…la ferita aveva preso a rimarginarsi e qualche istante dopo era scomparsa del tutto come se non fosse mai stata. “Stupefacente…ma come…?”
“Ho abilità curative miracolose, tutto qui” spiegò Naruto. Non voleva far sapere a nessuno dell’esistenza di Kyuubi, non poteva sapere come avrebbero potuto reagire in quel mondo alla notizia che era il contenitore di un demone. Dopo ave spazzato i cocci di vero, il moro guidò Naruto nel proprio ufficio facendolo accomodare.
“Allora, volevi dirmi qualcosa Naruto?”
“,,,, no…ecco, Sai sta organizzando la sua festa, non volevo disturbarlo e mi stavo annoiando…così ho pensato di venire qui dato che non conosco nessun altro” disse grattandosi la nuca.
“Sbaglio o ti annoi spesso?” disse il moro divertito facendo arrossire il ragazzo dall’imbarazzo.
“No, no…è che…forse è meglio che vada..Sas-Itachi” disse alzandosi per andarsene, ma il ragazzo più grande lo bloccò tirandolo a sé per un polso.
Luce nel buio.
“Non riesci proprio a dimenticarlo”
All’affermazione Naruto sgranò gli occhi per poi abbassare lo sguardo incupito.
“Sasuke era tutto per me e non posso dimenticarlo...non voglio” mormorò.
Un sospiro. “Naruto tu devi ricominciare da capo, ormai Sasuke non c’è più. Io ti posso aiutare se me lo permetterai”
Il biondo sgranò gli occhi confuso tanto che ci mise qualche secondo a realizzare che il viso, le labbra di Itachi, così simili a quelle di Sasuke si stavano avvicinando inesorabilmente…chiuse le palpebre ed espirando ed inspirando profondamente, frappose una mano fra i loro volti impedendo il contatto fra le loro bocche.
“No, Itachi”.
Il moro si ritrasse e lo fissò con un sorriso di comprensione. “Scusami, non succederà più”. Naruto annuì e con un saluto se ne andò. Una decina di minuti più tardi però, Itachi sentì nuovamente l’infrangersi del vetro e sorridendo al pensiero che Naruto fosse nuovamente inciampato uscì in corridoio, senza trovare ombra del ragazzo; un altro rumore e un dubbio si fece strada nella sua mente con passo affrettato raggiunse il laboratorio e spalancò la porta immobilizzandosi all’istante, non tanto per la vista del cilindro infranto…ma per la lama puntata alla sua gola.
“Non ti muovere” disse una voce bassa e profonda alle sue spalle. “Dov’è Naruto” ordinò.
“Non è qui…” rispose, ma la risposta non sembrò essere piaciuta al ragazzo alle sue spalle e si ritrovò sbattuto contro la parete a fissare due iridi scarlatte, che sbatterono sorprese per un breve istante. –E’ identico al bastardo!” pensò. “Quanti anni sono passati?”
“Cinquecento”.
“Dannazione” imprecò il ninja. Troppo tempo era trascorso. Lentamente abbassò l’arma e si avviò verso l’uscita deciso a riabbracciare al più presto la sua kitsune.
“Fermati”.
“Che vuoi?”disse Sasuke voltandosi.
“Naruto si è da poco risvegliato, non ricorda quasi niente ed è mentalmente instabile, se ti vede potrebbe avere uno shock” mentì Itachi, se i due si fossero rivisti non avrebbe avuto alcuna possibilità con Naruto. Guardò dritto negli occhi di Sasuke aspettando una risposta; il moro appariva inespressivo, ma dentro di sé un insieme di pensieri ed emozioni contrastanti turbinavano impazziti. –Come sarebbe a dire mentalmente instabile? E soprattutto ce non si ricorda quasi niente? Dobe non dirmi che mi hai dimenticato! E se questo idiota stesse mentendo? E’ uguale al bastardo, non mi posso fidare di lui…la cosa migliore è fare finta di ascoltarlo per adesso e nel frattempo terrò d’occhio Naruto col chakra; lo sento. E’ qui vicino-. “Quindi? Cosa dovrei fare?”
Itachi ghignò internamente e come se nulla fosse rispose tranquillo “Attualmente sto aiutando Naruto a ricordare. Ti dirò io quando potrai vederlo, per ora potresti rimanere qui”.
Il moro annuì e Itachi lo accompagnò ad una stanza recondita del laboratorio, dove nessuno lo avrebbe visto.

Sotto un cielo senza luna illuminato solo dalle fievoli stello; un ragazzo giaceva sul letto accarezzato dai candidi raggi stellari, sul volto un’espressione serena, mentre cullato dalle braccia di Morfeo sognava un evento di un passato remoto.

(Inizio sogno)
Un bambino dalle brillanti ciocche dorate era seduto sul capo del Yondaime sel monte degli Hokage e guardava curioso con i suoi immensi occhi azzurri il sole che tramontava. Le piccole gambe oscillavano su e giù in modo infantile mentre il calare dell’astro diurno veniva lentamente seguito dalla comparsa della sua compagna, la luna.
“Naruto” lo chiamò una voce alle spalle.
“Oji-san!” esclamò sorpreso il piccolo sgranando gli occhi alla vista del Sandaime.
“Naruto ti hanno cercato dappertutto, non dovresti andare via da solo a quest’ora! Potresti farti male!” disse il vecchio affiancando il piccoletto dai capelli biondi,che sembravano non aver ascoltato una sola parola, ma non faceva altro che tenere la testolina rivolta al cielo.
L’uomo sospirò e poi con un sorriso richiamò l’attenzione del biondino “Naruto, la vuoi sentire una storia?”
Il bambino annuì.
“Un tempo…”
All’improvviso lo spazio circostante si oscurò e Naruto si ritrovò in prima persona davanti alla prigione di Kyuubi.
“Kyuubi” mormorò attonito.
“Moccioso…non lo senti?” domandò ghignando.
“Cosa? Chiese confuso.
Il ghigno del demone di ampliò. “quel moccioso dell’Uchiha…è vivo”.
“Sasuke? Dov’è?”

Una risata riecheggiò sinistra nell’aria e Naruto di sentì richiamato dal mondo esterno, tentò con tutte le forze di rimanere lì per sapere. “Dov’è Sasuke?” urlò.
“Naruto, calmati era solo un sogno!”
“Sasuke, SASUKE!!!” gridò il biondo calmandosi alle braccia che lo scuotevano per svegliarlo.
“No, non Sasuke. Sono Sai!”
Naruto però non sentiva niente, nella sua mente un solo pensiero – Sasuke è vivo-
“Naruto stai bene ora?” chiese Sai, mentre Naruto andava alla finestra e ansimando la apriva.
“Va tutto bene, grazie…ma ho bisogno di stare solo” e così dicendo balzò fuori dal balcone atterrando sul ramò di un albero vicino per saltare poi da un ramo all’altro inoltrandosi nel bosco sotto gli occhi sbalorditi del moro che lo vide scomparire nell’oscurità.
Naruto tentò di percepire la presenza di Sasuke senza ottenere alcun risultato, non aveva ne’ancora recuperato tutte le sue abilità e mentre balzava di albero in albero ripeté in un sussurro la leggenda raccontatagli dal Sandaime, ignaro che in quel preciso istante un altro ragazzo recitava le medesime parole “Un tempo cielo e terra erano illuminati congiuntamente dal Sole e dalla Luna, ma il cuore degli uomini era troppo oscuro per una luce così pura e presto le ombre presero il sopravvento uscendo dal loro nascondiglio. Sole e Luna vennero separati e da allora furono destinati a non incontrarsi mai, rincorrendosi perennemente…cercandosi l’un l’altra senza potersi mai riunire”.
Ma questa era solo una storia…entrambi erano sicuri di una cosa; loro avrebbero fatto di tutto per incontrarsi e sarebbe successo prima di quanto speravano.

Continua...
 
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