One-shot 14: A matter of ramen.

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trinh89
view post Posted on 23/1/2009, 11:43




Titolo: A matter of ramen (Una questione di ramen).
Autore originale: IvvyMoon.
Traduttrice: trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale: http://www.fanfiction.net/s/4386983/1/A_%3...3ERamen%3C_b%3E
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic sono maggiorenni, e comunque non realmente esistenti. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: sasunaru.
Rating: yaoi, lemon, romance, humor.

-One-shot 14: A matter of ramen.

Il biondo ventenne aprì assentemente la credenza nella cucina, gli occhi incollati alla partita di football in televisione nella camera accanto. L’aveva fatto così tante volte prima d’ora che ormai i movimenti gli venivano naturali. Protese un braccio all’interno, accigliandosi quando non toccò subito l’involucro di plastica. Quando la sua mano inizio a vagare, solo per incontrare aria vuota, voltò inorridito gli occhi verso l’interno dell’armadietto. I suoi occhi divennero sempre più grandi, le mani si strinsero al petto in un attacco di panico.
“Jiraiya!” squittì, il respiro frammentato in rapidi ansiti.
“JIRAIYA! Siamo senza ramen!”
La testa dello zio fece capolino da dietro l’angolo, lunghi capelli bianchi e appuntiti caddero a terra.
“Che? Co-come può essere? Potrei giurare di averlo comprato la settimana scorsa!”
Il giovane chiuse l’anta, aprendola di nuovo giusto in caso il ramen fosse riapparso magicamente. Quando non accadde nulla, la richiuse sbattendola e voltandosi arrabbiato. “Continui a dimenticarti le cose ultimamente! Il mese scorso hai dimenticato la carta igienica e ne siamo rimasti senza nel bel mezzo della notte. Mi ha fatto male il culo per giorni per aver usato la carta dei giornali! Ecco! La prossima volta andrò io a fare la spesa!”
Il resto del corpo di Jiraiya entrò nella cucina seguita dalla testa. “Uh uh, non se ne parla proprio, Naruto. Ogni volta che vai a fare la spesa, torni sempre a casa con montagne e montagne di ramen, ma niente frutta, verdura, carne o quant’altro!”
Naruto mise su il broncio, incrociando le braccia. “Beh, almeno avremmo ramen, no?”
Suo zio sudò freddo. Si guardò intorno colpevole, notando la mancanza di frutta o pane sui ripiani della cucina. Era stato davvero così distratto da essersi dimenticato di comprare il cibo? Si grattò la testa imbarazzato.
“Scusa… E’ solo che sono occupato con il mio lavoro su questo articolo. Lo sai che lavoro sulla mia ricerca sull’importanza culturale, le ramificazioni delle disfunzioni sessuali e i confini delle pratiche sessuali per anni, e devo farlo bene!”
Naruto sospirò, la rabbia che si stava dissipando. Sebbene non avrebbe mai potuto prendere le ricerche dello zio seriamente, poiché sapeva che egli aveva scelto quell’argomento più per il suo interesse perverso che per il desiderio di promuovere “il sapere culturale”, comprendeva anche che Jiraiya fosse davvero stressato per il saggio e si era chiuso nel suo ufficio per lavorarci nell’ultimo mese.
“Lo so, lo so. Va bene. Farò una corsa al supermercato e comprerò un po’ di pacchetti per stasera. Solo, non dimenticartene di nuovo. Voglio dire, andiamo! E’ ramen! Per piacere?”
Jiraiya scoppiò a ridere, arruffandogli i capelli. “Certo, moccioso. Andrò a fare la spesa domani, e prometto che non me lo dimenticherò stavolta”.
***
Naruto si lagnò per gli interi cinque isolati che portavano al Marty’s Grocery, un piccolo supermercato a gestione familiare che serviva l’area circostante. Come poteva godersi la partita di football mentre il suo stomaco brontolava così tanto?Aveva bisogno del ramen! Diavolo, come poteva godersi la vita se non aveva il ramen?
Entrò nel negozio, battendo i piedi per levarsi dai piedi la neve, e si diresse infallibilmente verso la sezione cibo confezionato. Per fortuna, era dovuto andare lì solo poche volte quando erano rimasti senza qualcosa a casa, ma ogni volta lo aveva mentalmente traumatizzato. Il negozio vendeva solo pacchetti singoli, non le scatole intere, e non aveva mai quelli di Sapporo o Nong Shim o di qualsiasi altra marca che gli piaceva. Vendeva solo la versione americanizzata, Top Ramen, che era abbastanza buono da calmarlo, ma non da soddisfare la sua voglia.
Lo sguardo di Naruto occhieggiò sulla merce esposta. Ramen… ramen... ramen... dove diavolo era il ramen? Lo avevano spostato?
Sull’orlo dell’iperventilazione -che cosa sarebbe successo se non avesse mangiato ramen quel giorno?- alla fine lo vide. Il negozio aveva bisogno di rifornire, perché era rimasto solo un pacchetto di Top Ramen.
Hmm… Manzo… Pollo…
Poi lo vide: un pacchetto della sua marca preferita di ramen istantaneo.
I suoi occhi sgranarono allietati. Quando avevano iniziato a vendere l’originale?
Il negozio sfumò via, e Naruto si ritrovò a camminare su grandi e soffici nuvole bianche. Gli uccelli cantavano, il sole splendeva e tutto il mondo girava per il verso giusto. Protese una mano tremante per la gioia, solo per essere sbattuto sulla terra quando il pacchetto gli fu strappato appena prima che le sue dita eccitate potessero chiudersi sull’involucro di plastica.
Co-cosa era appena successo?
Il tempo sembro rallentare, e Naruto girò il capo in un lento movimento verso il ladro di ramen che aveva iniziato a voltarsi.
Era un altro ragazzo, di circa la sua stessa età, alto quasi un metro e ottanta, giusto un centimetro più di lui, e sembrava giapponese. Aveva appuntiti capelli neri tirati su con il gel sulla nuca nuca, indossava un cappotto di lana nera sopra un maglione del medesimo colore e dei larghi pantaloni color caco. Il bandito degli spaghetti istantanei mosse un passo, e nella testa di Naruto, una sola parola trillò:
Noooooooooo!
Ciò che venne dalla sua bocca fu invece, “Che cazzo! Ridammi il mio ramen, Bastardo!”
Il ladro moro si bloccò e, voltando il capo indietro, domandò, “Cos’hai appena detto?”
La temperatura nella corsia scese di diversi gradi in reazione al suo tono, ma Naruto era troppo arrabbiato per notarlo o curarsene.
“Mi hai sentito! Ho detto ‘ridammi il mio ramen!’. Me lo hai proprio strappato via dalla mano!”
Il fantomatico ladro di tutte le tutte le cose buone della vita, si girò completamente per affrontarlo.
“Prima di tutto, perdente, non chiamarmi bastardo, o ti farò male. Secondo, non ho strappato via niente. Tu sei rimasto lì in piedi a sognare ad occhi aperti nella corsia per cinque minuti buoni, ed ero stanco di aspettare che tu scegliessi qualcosa. Non incolpare me se infine hai deciso che volevi il ramen”.
“Non stavo sognando!” disse Naruto infuriato. “Stavo apprezzando la bellezza del ramen! E la mia mano era sul pacchetto! Ridammelo!”
“La tua mano non gli era neanche lontanamente vicino! Sei pazzo? era solo alzata nell’aria! Perché non ne prendi un altro invece di cercare di rubare il mio?”
“R-rubare il tuo? Tu stai rubando il mio! E non ce ne sono più di quel tipo! Io voglio quello!”
Fece un passo avanti cosicché fossero praticamente naso a naso ed afferrò il pacchetto di ramen.
Sasuke non aveva idea di come fosse finito in quella situazione. A lui nemmeno piaceva il ramen! Stava camminando verso casa nella neve dopo una lunga giornata di laboratorio e lezioni, e voleva solo un drink. Dopo essere entrato nel negozio, aveva realizzato quanto tardi fosse per mangiare nella sala da pranzo ed ed era pure stanco per cucinare a dire il vero, così aveva deciso di prendere qualcosa di veloce da mangiare. Come poteva sapere che si sarebbe trasformato in questo pubblico sfacelo?
Strinse la sua presa sul ramen. Era un Uchiha e non cedeva a nessuno.
Non c’era una diavolo di possibilità che si sarebbe semplicemente arreso all'idiota dai capelli biondi. Biondo alquanto carino, aggiunse la sua mente per lui, ma lo ignorò. L’altro ragazzo era basso, con i capelli arruffati ed incredibili occhi azzurri, che attualmente lo stavano fulminando ostinatamente. Aveva tre cicatrici parallele su entrambe le guance che gli conferivano un aspetto animalesco.
Ma i suoi vestiti erano un pugno nell’occhio. Stava indossando un orribile giaccone imbottito di uno sgargiante arancione e dei jeans consunti.
“Lascia andare,” ordinò l’altro uomo. Entrambi riuscivano a sentire lo scricchiolare degli spaghetti all’interno della plastica mentre combattevano.
“Lo stai rovinando!” esclamò il biondo. Tug.(Tug=rumore di oggetto tirato ndtrinh)
“Io? Sei tu quello che vuole una guerra di tira e molla!” Tug.
“Se tu lo lasciassi e basta, allora non dovremmo fare una guerra di tira e molla!” Tug.
“Io non lo lascio! Vai a prendertene uno di una marca diversa!” Tug.
“Non voglio la versione americanizzata. Voglio la roba buona!” Tug.
“Cosa ne vuoi sapere tu di ‘roba buona’? Probabilmente sei cresciuto di Top Ramen e non riconosceresti l’originale nemmeno se ti dessero un calcio in culo!” Tug.
“Io sono giapponese al cento percento, Bastardo! Conosco il buon ramen!” Tug.
Davvero? Con quei capelli biondi e quegli occhi azzurri?
A questo punto, gli spaghetti erano completamente demoliti, praticamente polverizzati nel pacchetto. Nessuno dei due voleva, tuttavia, allentare la propria presa.
“Stai solo vaneggiando. Non hai l’aspetto di un giapponese!”
“Che c’entra? Il mio nome è Naruto Uzumaki. Questo non suona giapponese per te?”
“Parli anche giapponese?”
“Beh, no… ma questo non significa che sia meno giapponese!”
“Tsk, io lo parlo fluentemente, Dobe, e ho l’aspetto di un giapponese, quindi questo significa che dovrei avere io questo ramen”.
“Cosa? Solo perché non parlo giapponese non vuol dire che tu sia meglio di me! E non chiamarmi ‘dobe’!”
Lunga pausa.
“Cosa significa comunque?”
“Scoprilo da solo, Dobe”.
“Bastardo!”
All’improvviso, il pacchetto esplose, pezzi di spaghetti polverizzati volarono ovunque, ricoprendo i due ragazzi di briciole.
Naruto osservo con occhi sgranati di orrore come il pacchettino delle spezie volasse dalla confezione rotta prima di atterrare a terra e scivolasse da qualche parte per la corsia.
“Il mio ramen!” lasciò andare il sacchetto ormai floscio e dimenticando totalmente il suo avversario, si buttò su mani e ginocchia nel tentativo di trovare il pacchettino argentato, ignorando completamente le gocce di acqua sporca sul pavimento provenienti dalla neve sciolta. Se poteva salvare il pacchettino delle spezie, poteva aggiungerlo agli spaghetti del Top Ramen e quello avrebbe fatto un’enorme differenza al sapore.
Sasuke fissò stupito il biondo inginocchiato a terra, un cipiglio sul volto. Non poteva credere a ciò che era appena accaduto. Cercò di spolverare via le briciole dai suoi vestiti, ma questi si erano incollati tenacemente al suo cappotto di lana.
Merda! Che modo perfetto per finire una giornata perfetta! Lui voleva solo tornare a casa, mangiare velocemente ed andare a letto. Era chiedere troppo?
I suoi occhi si ridussero a due fessure sull’idiota che aveva causato tutto quell’intero casino in primis.
Dopo aver cercato il pacchettino delle spezie per cinque minuti buoni, Naruto si arrese. Cazzo! Sembrava proprio che avrebbe dovuto mangiare quella robaccia americana alla fine. E questo dopo aver nutrito così alte speranze e altro ancora. Era tutta colpa dell’altro dannato ragazzo!
Si guardò intorno, ma il distruttore dei sogni di ramen se ne era andato. Meglio così, perché lo avrebbe riempito di calci in culo.
Naruto si alzò in piedi e tornò indietro per prendere un pacchetto di Top Ramen. I suoi occhi spalancarono inorriditi per l’ennesima volta quella sera.
Tutto.
Il.
Ramen.

Era.
Sparito.

Svenne.
Quando rinvenne un minuto più tardi, era steso a terra. Si guardò intorno, domandandosi confusamente se era stato tutto un mostruoso incubo, ma nulla era cambiato. Grugnì, tenendosi la testa pulsante mentre si rialzava. Dove era finito tutto il ramen? Erano rimasti almeno tre pacchetti di Top Ramen. O, c’erano prima che-
Ebbe un orribile pensiero.
Si precipitò alla cassa dove una ragazza di circa la sua età stava gestendo il registratore.
“Scusami,” disse, e la rossa sollevò gli occhi dalla sua rivista In Style che stava leggendo.
Era carina a suo modo, con capelli rossi artisticamente arruffati e occhi del medesimo colore. Portava gli occhiali e sul petto aveva una targhetta che recava il nome “Karin”.
“Qualcuno ha comprato l’intera montagna di ramen poco fa?”
I suoi occhi si fecero sognanti. “Sì”, sospirò.
Naruto attese perché gli dicesse di più, ma quando null’altro fu aggiunto, domandò impazientemente, “Era un ragazzo della mia altezza con capelli neri, spettinati e tirati su a culo d’anatra?”
La ragazza si alzò in piedi, riducendo gli occhi a due fessure e mettendo su un’espressione minacciosa. Il biondo si sentì leggermente intimorito all’aura omicida che la circondava.
“Non parlare mai più così del mio Sasuke!”
“Woah, scusa, scusa,” disse velocemente lui, mettendo le mani in avanti come per farla rimanere lì dov’era. “Tu lo conosci?”
“Certo che lo conosco! Sasuke è il ragazzo più bello, meraviglioso, sexy ed intelligente che ci sia!”
Si rilassò leggermente, gli occhi di nuovo sognanti.
Naruto aggrottò le sopracciglia ai suoi improvvisi cambi d’umore. “Um… okay…”
Ad essere sinceri, lui non ricordava davvero che aspetto avesse l’altro ragazzo. Era stato così preso dal ramen che non aveva proprio notato con chi stesse discutendo in primo luogo. Le uniche cose che ricordava erano gli occhi scuri ed i capelli a culo d’anatra. “E sai qual è il cognome di Sasuke?” domandò, chiedendosi se la ragazza sarebbe diventata nuovamente psicopatica.
“Uchiha”, sospirò lei.
“Ah, grazie,” disse. Iniziando ad arretrare di centimetro in centimetro lentamente. Ora aveva un nome.
La rossa scosse il capo, dando l’impressione di uscire da uno stato ipnotico. “Aspetta un secondo. Tu sei Naruto?”
“Sì…” disse lui piano, chiedendosi come facesse la ragazza a sapere il suo nome.
“Ha lasciato questo per te,” disse, porgendogli un bigliettino.
Naruto guardò velocemente l’elegante grafia, perplesso da ciò che il bastardo avesse potuto lasciargli. Dopo aver letto le tre parole, fece tutto ciò che era in suo potere per non gridare per la frustrazione proprio lì nel negozio.
Ho vinto, Dobe.
***
Il biondo arretrò ed osservò lo scontrino, annuendo a se stesso dopo un po’. Avrebbe fatto così. Dopo aver strappato il bigliettino di fronte a Karin, dovette mentire e invitarla ad uscire in un locale dopo il lavoro ed offrirle un po' di drink, per farla aprire su Sasuke. Anche se Sasuke era il suo argomento preferito e così alla fine era riuscito a cavarle fuori qualche dettaglio.
Apparentemente, Sasuke era un cliente abituale. Si fermava ogni sabato per fare la spesa settimanale. Non importava cosa acquistasse, il moro comprava sempre dei pomodori.
Quando il proprietario del negozio aveva smesso di venderli per un paio di settimane dopo aver sentito del recente avviso di FDA, Sasuke si era arrabbiato, discutendo strenuamente perché li riportassero. (FDA= Food and Drug Administration è l’equivalete della Agenzia per gli alimenti e i medicinali in Italia ndtrinh).
Era impossibile per Naruto comprare tutti i pomodori che il negozio comprava. Sarebbe stato troppo costoso e sarebbe stato come copiare.
Tuttavia!
Il bastardo aveva rubato la sua cena, quindi lui avrebbe rovinato la sua.
Occhio per occhio, dente per dente.
Sapeva che nel corso dei secoli, molte guerre erano state intraprese per futili motivi: riavere una donna, espandere i propri territori, perché la mia religione è meglio della tua, eccetera, eccetera. I combattenti avrebbero detto che era una questione d’amore, una questione di potere, una questione d’onore. Ma per lui, era una questione di ramen.
Mai mettersi tra un uomo ed il suo ramen.
Il fatto che l’altro ragazzo si fosse atteggiato superbamente solo perché sapeva il giapponese e lo aveva chiamato ‘perdente’ e ‘idiota’ lo facevano solo odiare più facilmente.
Naruto si incamminò verso casa e sbatté la porta. Le scale erano deserte, a quanto pareva suo zio era di nuovo al lavoro, ciò significava che non poteva nemmeno sfogare la sua rabbia. Una volta che suo zio aveva iniziato a lavorare, finiva nel suo mondo.
Non poteva ancora credere che stava per stare senza ramen per la prima volta da chissà quanti anni.
“Jiraiya! Cosa significa ‘dobe’?” Gridò al piano superiore. Suo zio aveva la stupefacente abilità di rispondere alle domande mentre lavorava senza ricordare poi una singola parola di quello che si erano detti.
“Um… qualcosa come ‘idiota totale’, penso” ribatté distrattamente Jiraiya. Era troppo immerso nei suoi fogli per chiedersi la ragione per cui suo nipote gli stesse ponendo una domanda del genere domanda di punto in bianco.
Naruto si irrigidì per la rabbia quando udì la risposta. Idiota! Perché non aveva mai imparato il giapponese?
Oh sì, suo zio era sempre occupato con il lavoro che non glielo aveva mai insegnato, ecco perché.
Tra i denti gridò, “Come si dice ‘bastardo’ in giapponese?”
“Teme!”
Annuì maleficamente. Per qualche ragione, suonava estremamente appropriato quando pensava al moro.
Schioccò il collo, piegandolo prima a destra, poi a sinistra. Tempo di mettersi all’opera.
Uchiha stava per soccombere.

Ed eccolo lì, in piedi con una siringa in mano, che concludeva l’ultima fase della sua vendetta. No, non vendetta. Punizione.

Sasuke apparentemente comprava solo uno o due pomodori, quindi fargli scegliere i giusti pomodori era stata la parte più insidiosa.

Per sua fortuna, il proprietario non veniva al sabato fino a dopo il pomeriggio o la sera, e Sasuke faceva normalmente la spesa di mattina.

Ed il magazziniere era più che disposto a farsi corrompere in cambio di denaro.

"Muahahaha-" Naruto si inciucò mezzo, ridendo e tossendo violentemente.

Dannazione, chi sapeva che ridere maniacalmente fosse così difficile per la gola?

***

Sasuke ghignò mentre andava a fare la sua spesa settimanale, ricordando l'ultima volta che era stato al negozio. Comprare tutto quel ramen lo aveva ben ricompensato per aver rovinato la sua serata già storta.

L'unica pecca del suo piano era quando aveva scoperto che Karin, una dei suoi stalker, era la persona dietro al registratore di cassa. Tuttavia, anche questo aveva giocato a suo vantaggio, in quanto la ragazza si dimostrò più che volenterosa ad aiutarlo.
Avrebbe voluto poter rimanere a vedere la reazione del ragazzo, ma questo probabilmente avrebbe portato ad un altro fallimento, perché il dobe non gli avrebbe mai permesso di lasciare il negozio con tutto il ramen in mano.
Immaginando la sua espressione, ad ogni modo, era quasi ugualmente buono.
Era davvero un peccato che aveva dovuto essere stato un tale bastardo. L'altro ragazzo era attraente. Seriamente, però, chi si poteva arrabbiare per del ramen?
Scacciò via il pensiero. Dubitava di rivedere -qual era il suo nome?- Naruto.
Dopotutto, lui faceva compere al negozio sin da quando si era trasferito in quel luogo e non ricordava di aver mai visto il biondo, quindi perché perdere tempo a rimuginarci sopra? Però... Il moro ghignò di nuovo, ricordando il modo in cui il ragazzo si era accucciato per cercare il pacchettino delle spezie. Era stata una bella vista...
Sasuke si accigliò come si fermò di fronte il barile di pomodori. Normalmente, a quell'ora del mattino, la botte di pomodori era completamente pieno, perché veniva appena sistemato, ed era troppo presto perché ci fossero altri clienti. Quindi, perché c'erano solo due pomodori?
Si guardò intorno, ma non vide alcun impiegato in vista ad eccezione del cassiere, e decise che non ne valeva la pena. I pomodori sembravano maturi e deliziosi, la loro pelle era rossa e brillava di gocce d'acqua, li prese e li mise nella sua cesta. Ne voleva comunque due, e fin tanto che aveva i suoi pomodori, poteva sbattersene se qualcuno dopo di lui ne aveva bisogno e non poteva averli.
Portò la spesa a casa -dopo aver rifiutato le avance di Karin ancora una volta- e sistemò via i suoi acquisti. Un'ora più tardi, mentre scriveva al portatile, il suo stomacò brontolò. Guardò l'ora e decise di farsi un sandwich per pranzare. Preparò un sandwich di tacchino, mettendo insieme diverse fette sottili di tacchino, lattuga, un paio di fette di avocado, maionese, una punta di mostarda, sale, pepe, e come pièce de résistance, due spesse fette di pomodoro.
Notò un debole odore piccante mentre metteva via ogni cosa e sperò che i suoi vicini si trasferissero.
Cucinavano sempre cibi piccanti -che lui odiava- e l'odore trapelava immancabilmente nel suo appartamento. Aveva abbastanza soldi da permettersi un appartamento migliore, ma ciò avrebbe significato allontanarsi dal campus, e l'aggiunta dei pendolari non rendevano allettante l'idea di traslocare.
Afferrando il giornale, si sedette al suo piccolo tavolo, leggendo la prima pagina mentre iniziava a mangiare. L'odore divenne un po' più forte e storse il naso infastidito. Sasuke odiava davvero, davvero i cibi piccanti. Non li tollerava proprio.
Non fu che al quinto morso che realizzò da dove provenisse l'odore.
Cazzo!
Ovviamente a quel punto, i suoi occhi stavano lacrimando e la sua bocca era in fiamme.
Corse al lavandino, sputando il boccone e bevendo direttamente un bicchiere d'acqua dal rubinetto. La mandò giù, ma affievolì solo un po' il bruciore. Bevve un altro bicchiere, e nonostante portasse un temporaneo sollievo, non era abbastanza.
Tirò su col naso, che stava colando a causa della spezia, e ricordò che il latte in teoria era la cosa migliore da bere dopo aver mangiato cibi piccanti. Ansimò sciattamente con la bocca, cercando di calmare il fuoco che era sulla sua lingua mentre apriva la porta del frigorifero. Tirò lestamente fuori un nuovo cartone di latte che aveva comprato proprio quella mattina, strappò l'anello di plastica ed il coperchio e lo portò alle labbra per bere direttamente dal contenitore.
Di solito, non amava proprio bere il latte, ne comprava solo un po' per i cereali del mattino, ma in quel momento, decise che era un dono degli dei come iniziò finalmente a sentire l'alleviarsi del dolore nella sua bocca. Non gli importò che alcuni rivoli di latte stessero scivolando dai lati della sua bocca macchiandogli la maglia.
I suoi occhi si socchiusero pericolosamente, raggiunse il tavolo, occhieggiando circospetto panino, prendendo ancora di tanto in tanto un sorso di latte. Si asciugò la bocca con il dorso della mano, poi afferrò un coltello e levò la parte superiore di pane. Ovviamente, qualcosa aveva contaminato il suo sandwich, e considerando che era andato tutto bene fino quando non aveva preso un grande morso di pomodoro, doveva esserci qualcosa a che fare con il suo cibo preferito.
Usò il coltello per prendere la fetta di pomodoro e lo portò cautamente al naso.
Sniff, sniff.
Sì, quello era certamente l'odore malevolo. Guardò la fetta e non notò nulla di diverso dal solito. Posò giù il cartone del latte e tirò su il cibo molesto, sfregando sospettosamente le dita insieme. Questo è... olio? Annusò le dita. Stesso odore.
Dopo essersi meticolosamente lavato le mani, infilò i resti del pomodoro in una busta di plastica e la ficcò nella giacca, incamminandosi verso il negozio. Chiunque avesse avuto la sfortuna di vederlo gli girò alla larga, più che desiderosi di evitare il moro quando era in quello stato. L'aura omicida che radiava dal suo corpo combinati con i suoi occhi: il naso era ancora leggermente rosso e del latte e della mostarda avevano formato delle macchioline umide sui suoi vestiti, conferendogli un’aria leggermente pazza.
Sasuke si fermò di fronte alla cassa. Fantastico, Karin era ancora di turno. Era troppo arrabbiato per trattare con le sue avance. Se la ragazza gli avesse commentato anche solo una volta di loro due che potevano andare a fare un 'giro' nel magazzino, avrebbe-
“Sasuke! Sei tornato! Ti sono mancata?” domandò, sbattendo le ciglia.
“No”, tagliò corto lui. “Sono tornato perché ho comprato dei pomodori qui questa matt-”
“Oh,” disse lei, delusa. “Allora questo è per te” e gli tese gli tese un fogliettino.
Il moro gli rivolse uno sguardo alla Che-cavolo-è.
“Lo ha lasciato Naruto. Ha detto che se tu fossi tornato al negozio lamentandoti dei pomodori, avrei dovuto darti questo”.
Sasuke socchiuse gli occhi e prese il bigliettino. Quindi, c'era Naruto dietro a tutto questo?
Aprì la nota.
Prendi questo, teme.
Ghignò. Doveva essere incazzato, ma irrazionalmente, la sua rabbia a dire il vero era diminuita un po' alla scoperta che fosse stato Naruto a rovinare il suo pomodoro. Non che questo avrebbe salvato il dobe dalla sua vendetta, ovviamente. Sembrava che avrebbe rivisto il ragazzo dopotutto. E sembrava che l'idiota avesse anche imparato una parolaccia in giapponese.

Bene, bene, bene, le cose si erano fatte improvvisamente più interessanti.

Naruto osservò nervosamente la parte esterna del negozio. Andare dentro o non andare dentro, questo è il problema.

Era trascorsa una settimana dall'incidente del pomodoro e non sapeva ancora se Sasuke ci fosse cascato. Era stato sufficientemente fortunato a vederlo prendere i pomodori -lui si era nascosto nel magazzino dopo aver pagato al magazziniere un extra- ma non sapeva se l'altro avesse effettivamente mangiato uno dei due pomodori ricoperti di olio piccante.

Sfortunatamente, a causa dell'angolo in cui si trovava, non era stato in grado di avere una chiara visione del bastardo. Aveva visto i suoi capelli irti e scuri e un fisico esile, ma non il suo volto.

Dopo aver lasciato il supermercato quel giorno, era stato troppo occupato con le lezioni per tornare indietro e, poiché suo zio si era ricordato di andare a fare la spesa, non c'era stato bisogno di ritornare dal droghiere se non per soddisfare la sua curiosità.

Questa era la ragione per cui ora si trovava di fronte al negozio. Il suo bisogno di sapere lo stava facendo diventare pazzo.
Aveva funzionato? Aveva scelto una siringa con un ago extra minuscolo per ridurre al minimo le chance che il buco venisse individuato, e aveva anche preso un ulteriore precauzione facendo scivolare l'ago sotto la parte fogliuta del pomodoro, nel punto in cui si collegava alla vite. Come risultato, gli ci era voluto un'eternità per svuotare l'esiguo succo del frutto per rimpiazzarlo con l'olio piccante. Voleva solo sapere se era andato tutto bene. Il bastardo aveva imparato la lezione? Forse aveva lasciato un extra e grande box di ramen per lui all'ingresso per scusarsi?

Okay, forse no; ma poteva sognare.

Naruto spinse la porta ed entrò. Sfortunatamente, non c'era nessuno alla cassa, così decise di vagare. Sapeva che Karin lavorava al sabato, quindi la ragazza doveva essere lì da qualche parte. Poteva aspettare.

Camminò alla sezione di ramen per pura abitudine. Guardò dove il cibo degli dei era solitamente stipato, chiedendosi inutilmente se il negozio avesse qualche marca nuova, ma non c'era niente lì. Beh , tecnicamente c'erano dei fagioli lì, ma dov'era il ramen?

Controllò il corridoio, chiedendosi se avesse girato la fila giusta. Yup, le lattine di zuppa condensata erano lì, come sempre. Che avessero spostato il ramen? Andò avanti e indietro per gli scaffali, i suoi passi che divenivano sempre più veloci.

Dov'era il suo ramen? Cosa avrebbe fatto se suo zio si fosse dimenticato di andare a comprarlo di nuovo? Un giorno senza ramen era stato sufficiente, non poteva farlo di nuovo!

Naruto stava ansimando quando si fermò davanti alla cassa di Karin. “Dove-” boccheggiò,
“Dov'è il-?”

La ragazza sospirò e gli passò un biglietto, non preoccupandosi nemmeno di guardarlo. “Sasuke ha pagato il proprietario del negozio per non portare più ramen,” disse con voce annoiata.

Il biondo si bloccò, la mano sollevata a mezz'aria. “Lui cosa?”

Karin alzò gli occhi al cielo. “Te l'avevo detto: Sasuke è ricco e ha usato i suoi soldi per fermare il proprietario dall'ordinare ramen”.

La bocca del biondo si spalancò ripetutamente. Non poteva aver sentito bene -o sì?
Chi avrebbe fatto una cosa simile? Per amore di tutte le cose, quanto mefistofelico poteva essere Sasuke?

Le sue mani tremarono come aprì la nota.

Prova a far di meglio, Usuratonkachi.

I suoi occhi si infiammarono alla parole, accendendo la sua competitività, “Voglio parlare col proprietario! Quanto costoso può essere fermare il rifornimento di pomodori?!” gridò alla sfortunata ragazza, sventolandole il foglio in faccia.

La ragazza fece una smorfia e scostò via la sua mano. “A meno che tu non sia ricco, più di quanto tu non sia già, mi dispiace”. Disse una cifra e Naruto arretrò, grattandosi imbarazzato il retro del collo.

“Oh, beh, allora immagino che potete continuare a portare i pomodori”.

La rossa emise un borbottio. “Sì, grazie. L'unica ragione per cui so quel numero è perché Sasuke ha detto al proprietario che se in qualche modo tu fossi riuscito a permetterti così tanto, lo avrebbe pagato lui perché continuasse a rifornirli”.

Gli occhi di Naruto uscirono dalle orbite. “Cosa?!”

“Voi siete pazzi ragazzi,” mormorò lei con una scossa di capo. “Sasuke sta spendendo una piccola fortuna per farti incazzare. Cosa gli hai fatto comunque?”

“Io? Io? Sono io la vittima qui! Lui è quello pazzo!”

Karin guardò il biondo farneticante che si stava correntemente afferrando ciocche di capelli per l'agitazione, facendoli alzare in tute le direzioni. I suoi occhi lampeggiavano da una parte e l'altra e sembrava che stesse iniziando ad avere le convulsioni.

“Uh huh”, disse lei.

Naruto si accigliò al tono incredulo nella sua voce, ma decise di ignorarlo. Aveva cose più importanti di cui preoccuparsi, incluso come avrebbe fatto a vendicarsi sul moro. I suoi pugni si strinsero ed accartocciò ulteriormente il biglietto.

E dannazione! Ora doveva scoprire cosa voleva dire usuratokachi!

***

Quattro mesi più tardi

Naruto si stava dirigendo verso casa dopo aver finito le lezione della giornata, la sua mente era occupata, non con pensieri di economia, ma con domande sul dove fosse andato il bastardo.

Nel corso degli ultimi mesi i due si erano ininterrottamente fatti uno scherzo dopo l'altro, sempre cercando di vendicare il precedente scherzo. Dopo che Sasuke aveva pagato il negozio per fermare il rifornimento di ramen, lui aveva trovato l'indirizzo ed il numero di questi. Ci aveva messo un po' perché non era nell'elenco, ma dal momento che Jiraiya era un rilevante membro dell'università, era riuscito grazie alla loro parentela ad ottenere l'informazione.

Una volta che aveva scoperto dove abitava il bastardo, Naruto aveva lasciato un'enorme fila di pomodori marci davanti alla sua porta, facendo puzzare tutto l'ingresso e con un pizzico di fortuna forse anche l'appartamento.

Sasuke si era vendicato mandandogli un pacchetto di ramen sigillato riempito di quasi quaranta foto di ramen mentre veniva distrutto: ramen che veniva schiacciato, bruciato, lanciato oltre i bordi degli edifici e altro ancora. Il moro era malato, un uomo malato. Naruto aveva quasi pianto nel vedere tutti quegli spaghetti rovinati.

Costretto a prendere misure disperate, Naruto aveva dato il numero di casa di Sasuke a Karin. L'assoluto sguardo di gioia e pazzia nei suoi occhi quando questa realizzò cosa teneva tra le sue mani aveva fatto tremare persino lui.

Una settimana più tardi il suo migliore amico Kiba gli aveva mostrato un volantino che era su tutti i chioschi studenteschi e le bacheche. Era un foglio arancione che aveva la caricatura di una figura sbavante con i capelli biondi ed arruffati e dei baffetti sul volto che apparivano totalmente confusi. In alto c'era una scritta, “Sono un dobe e io avere perso cervello. Per favore aiutare me a trovarlo”. Sotto c'era il suo numero di cellulare. Dopo questo scherzo dovette cambiare numero di cellulare.

Da lì le cose erano deteriorate.

Sebbene qualche volta fosse umiliante, nessuno degli scherzi era mai stato veramente crudele. Era stata più una competizione per vedere chi riusciva ad imbarazzate o infastidire di più l'altra persona.

In qualche modo erano caduti in una routine per cui facevano qualcosa una volta a settimana, normalmente nel weekend. Si erano persino lasciati l'un l'altro delle sorpresine durante la pausa natalizia e nemmeno gli esami li avevano trattenuti. Ma ora erano passate quasi due settimane e non c'era segno di Sasuke. E anche se Naruto non voleva ammetterlo, era leggermente preoccupato.

Si è arreso?

Al pensiero si fermò sui suoi passi, e guardò in direzione dell'appartamento di Sasuke -il vento scompigliò i suoi capelli, ed i suoi denti torturarono il labbro inferiore.

Nel suo proposito di vendetta aveva chiesto a tutti i suoi amici di Sasuke e scoperto che alcuni di loro erano stati in classe con il bastardo e lo conoscevano personalmente. Sakura era apparentemente cresciuta nella stessa città e se l'enorme rossore che aveva coperto il suo volto era un indizio, la ragazza era completamente persa per il bastardo.

Ora sapeva che Sasuke amava gli onigiri, tanto quanto i pomodori; era un laureando; portava lo stesso stile di capelli a culo di gallina dalle medie; il suo colore preferito era il nero; odiava guardare la televisione, ma preferiva leggere ed era un (malefico) genio. Se qualcuno gliel'avesse chiesto, il biondo sarebbe stato in grado di dire l'altezza, il peso, il numero di scarpe, la taglia della maglia e dei pantaloni, taglia del cappello, stilista preferito e molto altro ancora di Sasuke.

Ripensandoci bene, Naruto si stupì di quante informazioni avesse ricavato da Sakura e Karin.

Grazie anche alle sue super abilità di inseguitore, aveva appreso che Sasuke faceva religiosamente ginnastica ogni dannato giorno alle dannatissime-sei-uccidimi-ora del mattino. Scoprire quell'informazione era stata una vittoria pirrica, tuttavia aveva deciso di lasciar tranquilla la ginnastica mattutina del bastardo.

E sapeva anche che Sasuke era quasi sempre solo.

Sasuke, a quanto pareva, era sempre stato uno solitario. Aveva un'orgia di ragazze che gli correva dietro alle medie, ma lui le aveva sempre tenute a distanza. I suoi genitori erano morti quando aveva dodici anni e suo fratello lo aveva allevato. Itachi, tuttavia, era sempre fuori città per viaggi di lavoro e Sasuke era fondamentalmente cresciuto da solo. Proprio come lui.

Naruto sapeva che suo zio gli voleva bene, ma Jiraiya era un single convinto e quando i suoi genitori morirono in un incidente stradale quando era un bambino, suo zio si era visto appiopparsi un bimbo all'età di quarantadue anni. Aveva fatto il meglio che poteva, ma Naruto aveva sempre sperato che suo zio gli dedicasse più attenzioni. Jiraiya ebbe un approccio un po' distaccato nell'allevarlo, così Naruto si era sempre sentito... solo.

Aveva iniziato a giocare degli scherzi, e usciva fuori con gente poco raccomandabile, ma nessuno era mai veramente riuscito ad avvicinarsi a lui per vedere oltre alla sua maschera. Era sempre stato emarginato. Jiraiya andava frequentemente via per viaggi di ricerca, lasciando Naruto a casa da solo. Questa era la ragione per cui amava così tanto il ramen. Era cresciuto di quello, dal momento che cucinare qualsiasi cosa di elaborato gli risultava troppo difficile ed era un piatto comodo ora.

Se non fosse stato per il suo insegnante delle medie, Iruka, non avrebbe saputo dove sarebbe stato ora, ma il cuore gentile dell'uomo lo aveva preso. Notando che indossava scarpe troppo piccole e che sembrava troppo mingherlino, il professore gli aveva dato le attenzioni che desiderava e aveva usato la sua calma influenza per dargli qualche dritta. E come divenne più grande, Jiraiya si era sentito più a suo agio con lui.
La loro relazione era ancora più un'amicizia piuttosto che quella tra un padre ed un figlio, ma questo non infastidiva più Naruto. Si era stabilito in un luogo fisso negli anni delle medie. Da quando aveva iniziato il college, si era finalmente sentito davvero adatto in un posto. Aveva qualche amico stretto e andava bene nelle sue materie.

E per tutti i suoi intenti e propositi, anche Sasuke sembrava stesse andando bene. Aveva usato ancora una volta le sue relazioni con Jiraiya per scoprire che il bastardo si stava per laureare con il Phi Beta Kappa, se i suoi attuali voti non ne erano un'indicazione, specialmente considerando che tutti i professori lo amavano. Una volta che si fosse laureato l'anno seguente, probabilmente sarebbe stato in grado di entrare in una qualsiasi facoltà medica a sua scelta. (Phi Beta Kappa, è un'onore società accademica americana che ha come obiettivo di promuovere e riconoscere chi eccelle nelle materie di Arte e Scienza ndtrinh che spera di aver letto le informazioni da fonti attendibili XD)

Naruto pensò a Sakura e Karin e sbuffò. Dopo ovviamente il ragazzo poteva trovare una ragazza se voleva. Anche se riflettendoci su, il biondo non lo aveva mai visto romanticamente coinvolto con qualcuno negli ultimi quattro mesi. Non che questo significasse qualcosa, considerando che nemmeno Naruto aveva frequentato qualcuno negli ultimi mesi, ma lui non era mai stato interessato a nessuno a dire il vero e comunque aveva sempre i suoi amici con cui uscire.

Sasuke sembrava non avere nessuno.

Era all'angolo della strada e guardò a sinistra verso l'appartamento del moro. Il suo sguardo si spostò in avanti in direzione della sua casa.

Non doveva preoccuparsi. Il ragazzo aveva rubato il suo ramen e lo aveva reso paranoico, costantemente in attesa del prossimo scherzo, sempre a chiedersi che cosa sarebbe stato e come avrebbe fatto a superarlo.

Non importava che si fosse divertito.

Inoltre, tra tutte le persone, sicuramente il moro non voleva che fosse Naruto ad andarlo a trovare a trovare e vedere come stava! Loro erano avversari! Nemici giurati che avevano combattuto e se le erano date su un campo di ramen. Anche se fosse andato all'appartamento del bastardo, Sasuke probabilmente gli avrebbe sbattuto la porta in faccia.

Ma se stava male? Aveva qualcuno a prendersi cura di lui?

Naruto realizzò di non aver mai visto un compagno di stanza, ma questo non significava che Sasuke non avesse nessuno. Non trascorreva ogni ora del giorno a seguirlo, dopotutto e per quanto ne sapeva, il moro poteva vivere con altri tre ragazzi, dando feste nei weekend pieni di baldoria e ragazze.

Ma non ci credeva nemmeno lui.

Tuttavia, ipoteticamente, poteva dividere il suo appartamento con qualche ragazzo davvero carino che si sarebbe assicurato che il moro stesse ancora respirando e non fosse incosciente al suolo in un orribile coma con qualche malattia mortale, febbricitante e completamente disidratato, mentre il suo corpo veniva convulso dalla tosse...

Naruto non realizzò nemmeno di aver girato a sinistra come iniziò a camminare velocemente. Dannazione! E' meglio che il bastardo sia morto o lo ucciderò io per farmi preoccupare così.

***

Naruto bussò alla porta dell'appartamento. Sperò che Sasuke fosse a casa. Cavolo, farà meglio ad esserci! E malato! Se lo stronzo aveva appena deciso che la loro rivalità non valeva più il suo tempo, allora lui avrebbe, lui avrebbe, beh, lui avrebbe fatto qualcosa!

Dopo aver atteso un paio di minuti, bussò di nuovo fulminando la porta come se così facendo si sarebbe aperta magicamente per lui. Udì il suono dell'avvicinarsi di passi attraverso il legno della porta e ne fu così sollevato che la rabbia sparì. Finalmente!

Arretrò leggermente e poi ridacchiò, ricordando l'ultima volta che era stato lì quando aveva chiuso l'uscio con la colla. Ah, bei tempi, bei tempi. Però come la porta iniziò finalmente ad aprirsi, fece sparire il ghigno dal volto. L'ultima cosa che voleva era che il bastardo gli sbattesse la porta in faccia nel vedere chi fosse.

Occhi neri e confusi lo guardarono attraverso spessi ed orrendi occhiali da vista. “Cosa vuoi?”

Il biondo prese nota del moro con addosso un pigiama scuro e una leggera coperta buttata sulle spalle. Sbuffò.

“Dannazione, Bastardo almeno potevi lasciare un biglietto per dire che stavi male! Sei un tale stronzo”. Lo spinse dentro alla stanza, ignorando il debole tentativo dell'altro di bloccarlo.

“Va' fuori,” ordinò il ragazzo più alto. Lo Sguardo della Morte fu completamente rovinato dalla spessa montatura, dal tono nasale ed il naso rosso. Per non menzionare il piccolo moccio che aveva iniziato a colare sopra il suo labbro superiore.

Naruto sghignazzò. “Asciugati il naso, Sasuke”.

L'altro ragazzo si accigliò, ma fece come gli era stato detto, usando un fazzoletto che aveva visto giorni migliori che teneva in mano.

Diede un'occhiata all'appartamento. Sebbene fosse piccolo, aveva molte finestre, che lo rendevano luminoso ed arieggiato ed era decorato graziosamente con mobili ovviamente costosi. Si lasciò sprofondare sul divano, stendendo le braccia su tutto lo schienale.

“Che diavolo stai facendo, Dobe?”

Alzò gli occhi al cielo. “Mi sto mettendo a mio agio. Cosa sembra che stia facendo?”

“Sembra che tu stia cercando di farti dare un calcio in culo”, disse irritatamene Sasuke, trascinandosi per sedersi su una poltrona. Era un segno di quanto malato fosse il fatto che, sebbene stesse tentanto di sedersi compostamente e di comportarsi come se fosse stato oltraggiato, presto cedette, affondando nella poltrona e chiudendo gli occhi.
“Wow, stai davvero male, non è vero?” disse Naruto preoccupato, alzandosi in piedi e poggiando un palmo sulla fronte dell'altro.

Sasuke scostò via la sua mano, infastidito. “Come al solito asserisci ciò che è ovvio, idiota. Ora mi lasci solo?”

Naruto si accigliò, guardandosi attorno. “Hai un compagno di stanza o qualcuno che possa controllarti? Non dovresti cercare di prenderti cura di te stesso quando stai così male”.

“Se ti dico di sì, mi lascerai solo?”

Ghignò alla risposta “No! Bastardo, non posso lasciarti semplicemente a soffrire tutto solo! Con me intorno ti rimetterai in forma in un baleno! Inoltre è così noioso non averti tra i piedi ad infastidirmi”.

L'altro sbuffò, poi grugnì, afferrandosi la testa debolmente. “Non hai paura di prenderti anche tu l'influenza?” mormorò speranzoso.

“No!” disse il biondo allegramente. “Io non mi ammalo mai! Ho la costituzione di un cavallo!”

Sasuke lo occhieggiò in modo strano. “Come vuoi, Dobe. Io torno a letto. Rimani, se lo vuoi, ma se tocchi qualcosa ti darò la caccia e mi assicurerò che tu rimpianga di essere nato”. Doveva essere stata la combinazione dell'influenza e delle medicine che aveva preso, ma Sasuke non pensò neanche per un secondo che fosse strano permettere ad un semisconosciuto
di rimanere in casa sua mentre lui era inabilitato. E non è che Naruto fosse proprio uno straniero, loro si conoscevano da mesi ormai. Non avevano mai parlato una volta durante tutto il tempo, questo era vero, però anche a lui era mancato molestare il biondo. Non che lo avrebbe mai ammesso.

Naruto salterellò contento. “Sì, vai a letto e ti porterò qualcosa da mangiare”. Si levò la giacca, posandola su un bracciolo del divano ed iniziò a camminare verso la piccola cucina.
“Dove tieni il ramen?” Domandò alle sue spalle.

“Ramen? Che stai cercando di fare? Uccidermi?” chiese Sasuke, riuscendo in qualche modo ad esprimere la sua incredulità, il suo sentimento verso il ramen ed il suo dubbio sull'intelligenza dell'altro tutte insieme.

“Ehi! Non disprezzare il ramen!”

“Quella schifezza è piena di sodio e conservanti! Come può essere una buona cosa da dare ad un malato?”

“Ehi! Ehi! Bada a come parli!” disse Naruto indignato, non volendo ascoltare nulla che fosse contro l'amore della sua vita. “Dicono che dare agli ammalati il brodo di gallina faccia recuperare le persone malate più in fretta”.

Allo sguardo da 'Quindi?' che ricevette, il biondo spiegò, “Stavo per farti quello al gusto di gallina!”

Sasuke lo fissò per cinque secondi buoni, prima di voltarsi e dirigersi verso la sua stanza, rifiutandosi di rispondere a quella idiozia.

Naruto sbatté le palpebre. “Bastardo! Almeno potresti essermi grato per il fatto che sia qui sia qui ad aiutarti”

Gli occhi di Sasuke si contrassero come chiuse con calma, ma allo stesso tempo con enfasi, la porta della camera.

***
Sasuke onestamente non sapeva se fossero state le 'tenere cure' che Naruto gli aveva dato o solo il desiderio di avere l'altro ragazzo fuori dal suo appartamento, ma si rimise in modo sorprendentemente rapido dopo il suo arrivo.

Non lo avrebbe mai ammesso davanti a nessuno, ma era stato bello avere il biondo intorno ad aiutarlo a riprendersi. Naruto aveva riordinato il suo appartamento, gettando via i fazzoletti che erano stati gettati in giro a casaccio, lavando i piatti, aprendo le finestre perché cambiasse l'aria e preparando anche dei piatti, che non fossero ramen, solo per lui. Aveva portato dei film da guardare, si era assicurato che avesse sempre la sua medicina ed era persino uscito a prendergli dell'altro the quando era lo aveva finito. Il biondo era stato rumoroso e chiacchierone tutto il tempo, però quando se ne andava per la notte o per le lezioni il suo appartamento sembrava troppo silenzioso. Era quasi con un senso di sollievo che Sasuke gli permetteva di entrare ogni giorno.

E quella era la ragione per cui era così pronto a calciare via il dobe. Non voleva che l'idiota dai capelli biondi gli sconvolgesse la sua solita routine più di quanto non avesse già fatto. Ora che stava meglio, voleva che le cose tornassero come erano prima.

Non importava che la loro relazione tornasse ad essere puramente dedita ai confronti.

A lui piacevano i confronti.

Non importava che non avrebbe più rivisto il fastidioso epitoma del sole ogni giorno.

Finiva con brillanti chiazze rosse quando stava al sole troppo a lungo.

E non importava che lui – ah, cazzo.

Okay, quindi forse era in fase di negazione. Un po'. Ma non sembrava che Naruto fosse gay, così questa stupida cotta che era riuscita ad insinuarsi in lui non contava nulla, giusto?

Giusto?

La vera ragione per cui Sasuke lo voleva fuori da casa sua era che non voleva davvero che le cose tra loro tornassero come prima. Voleva che si evolvessero in qualcosa di più che una semplice amicizia e questo lo stava facendo leggermente impazzire.

Fra tutte le persone a cui poteva interessarsi, doveva essere proprio un ossessionato di ramen, totalmente ignorante e con un cervello di gallina.

Sasuke sospirò come terminò di prepararsi per la lezione. Quella mattina Naruto si era fermato lungo la strada per le lezioni per portargli la colazione -in questo caso, una tazza di caffè e una ciambella- ed era tempo che lui lo buttasse fuori.

Uscì dalla sua stanza per vedere il biondo seduto al suo tavolo, mentre sorseggiava il caffè e leggeva il giornale. La semplice scena domestica fu sufficiente per fermarlo a metà passo con un cipiglio.

Seriamente, perché doveva essere tutto biondo e splendente nella luce del sole?

Per gli ultimi mesi, Naruto aveva avuto un'importante parte della sua attenzione. Se da un lato era stato divertente giocargli degli scherzi, dall'altro non aveva realizzato, se non in quel momento, che provava qualcosa di più di una lontana attrazione.

Certo, aveva scoperto l'orario delle lezioni dell'altro ragazzo, cosa gli piaceva e cosa non, i suoi amici, i luoghi in cui prediligeva uscire, ma tutto questo era stato nel nome della sua ricerca. E, okay, forse era stato leggermente geloso del suo sorriso facile e del modo in cui sembrava andare d'accordo con tutti quelli che incontrava e con questo? E forse si era ritrovato a desiderare una volta o due che, invece di guardare da lontano, potesse essere lui ad essere seduto insieme al dobe, ma ciò non significava nulla, davvero. E' solo perché aveva trascorso gli ultimi tre giorni con lui, con l'idiota che era così... così stupidamente felice e premuroso-

Sasuke grugnì, il capo che ricadeva mollemente avanti.

Dannazione, sono preso così male.

Il biondo sollevò il capo al leggero rumore. “Sasuke! Ti sei alzato! Ti senti meglio? Sei sicuro che non hai bisogno di un altro giorno di riposo?”

“Sto bene, Dobe”, disse, dando le spalle al giovane mentre iniziava a raccogliere i libri per le lezioni che aveva quel giorno. “Ho già perso due settimane di lezione e gli esami si stanno avvicinando. Ho delle cose da fare”.

Naruto fece spallucce. “Okay, cerca solo di non strafare. Non voglio che tu abbia una ricaduta”.

“Avevo l'influenza,” sbuffò Sasuke. “Non stavo morendo”.

Per un minuto il solo suono fu il fruscio dei fogli mentre raccoglieva le cose.

“Allora dovresti portarmi a quel nuovo posto dove fanno il ramen, perchè ho vinto la guerra”.

Il moro voltò il capo di scatto a questo, ma la sua vista fu bloccata dalla larga pianta che era sul bancone.

“Di che diavolo parli, Dobe?”

Naruto sghignazzò. “Beh, non hai contrattaccato l'ultimo scherzo che ti ho fatto, quindi questo significa che ti sei arreso ed io ho vinto”.

“Ancora una volta... di che diavolo stai parlando? Ero malato. Non mi sono arreso”.

“Ha! Cito testuali parole, 'Avevo l'influenza. Non stavo morendo', fine citazione. Questo significa che avresti potuto ancora fare qualcosa, ma dal momento che non l'hai fatto, ho vinto”.

“Usuratonkachi--” iniziò, ma l'altro lo interruppe.

“Oh, andiamo Sasuke! Abbiamo continuato a tirarci scherzi durante la pausa di Natale e gli esami! Ma la prima volta che ti sei sentito male non ce l'hai fatta a restituirmi lo scherzo?” lo schernì Naruto.

Lui non aveva perso! Gli Uchiha non perdevano mai. Avanzò nella cucina e ridusse gli occhi a due fessure. Naruto non notò la sua entrata.

“Ho sentito che è davvero buono e diamine! Dopo tutte le bravate che mi ha giocato, ho proprio intenzione di mangiarmi tutto lo stipendio. O dovrei dire il tuo stipendio, perché pagherai tu!” ridacchiò il biondo alla sua stessa battuta.

“Io. Non. Ho. Perso”.

Naruto sussultò leggermente, si voltò verso il moro, con la bocca pronta a ribattere, ma le parole non uscirono mai dalla sua bocca. Iniziò solo ad occhieggiarlo -la bocca aperta.

“Che c'è?” domandò Sasuke confuso.

Sorprendendolo totalmente, Naruto iniziò ad arrossire. “N-niente”, riportando di nuovo il capo al giornale che aveva in mano.

“Cosa c'è?” chiese di nuovo, determinato a chiarire il mistero dello strano comportamento del dobe.

“Non è niente!” disse Naruto, alzandosi e mettendo i piatti nella lavastoviglie, attento ad evitare lo sguardo di Sasuke.

“Dobe”, disse, facendo un passo avanti per portarsi dietro al volubile ragazzo ed intrappolarlo. “Smettila di essere un'idiota per una volta nella tua vita e dimmi cosa c'è che non va”.

Naruto si girò rapidamente. “Smettila di chiamarmi... così”. Deglutì visibilmente quando realizzò quando realizzò quanto vicino fosse il ragazzo più alto. Un lungo silenzio seguì mentre i due si fissavano negli occhi e Sasuke iniziava a chiedersi se la sua cotta non fosse così senza speranze, dopotutto.

Ghignò.

“Naruto”, disse raucamente, protendendosi leggermente.

Gli occhi del biondo sgranarono e sospinse il moro indietro. “Oops! Guarda l'ora. Farò tardi per la lezione. Devo andare! Felice che tu ti senta meglio. Ci vediamo più tardi. Ciao!” sfumò in una corsa sfrenata e qualche secondo più tardi era già andato via, lasciando Sasuke a chiedersi se la sua recente malattia aveva iniziato a dagli allucinazioni.

Ma ricordava bene il dilatarsi delle iridi azzurre, il velocizzarsi del respiro e la tensione che sembrava aver pervaso la stanza.

Sorrise.

***

Naruto sbatté contro un palo con un insegna affissa e si scusò assente, senza guardarsi indietro per vedere se l'insegna di metallo fosse apposto. Mentre si faceva strada verso l'università, la sua mente fu totalmente occupata dalla realizzazione di quanto fosse hot il bastardo.

Come aveva fatto a non notarlo prima?

Okay, doveva ammettere che la prima volta che si erano incontrati era stato più preoccupato del pacchetto di ramen nelle mani dell'altro più che della persona in sé. Ma dopo quella volta di certo avrebbe dovuto notare il bell'aspetto dell'altro ragazzo. Straordinario bell'aspetto. Straordinario e fottuto bell'aspetto.

Scosse il capo per schiarirlo dai pensieri perversi che erano tutti troppo felici di dilungarsi su quei begli aspetti e su come poteva dare loro un'occhiata.

Concentrati. Concentrati. A cosa stava pensando?

Giusto. A come non avesse mai realizzato quando fottutamente stupendo fosse Sasuke.

Naruto ripensò a tutti i loro incontri. Okay, a dire il vero, i due non avevano davvero interagito faccia a faccia sin dalla prima volta. Dopo di che avevano sempre usato note denigranti per trasmettere messaggi. E, quando aveva seguito il moro per scoprire dove vivesse ed il suo orario delle lezioni, era sempre stato a distanza. E non era che poteva portarsi in giro un paio di binocoli per avere una vista migliore!

Ammise a se stesso che le sue abilità nel nascondersi erano praticamente inesistenti, motivo per cui aveva cercato di stare il più lontano possibile da Sasuke. Era stupefacente che la polizia del campus non lo avesse fermato considerando il numero di alberi, pali e persone a cui era dovuto velocemente andare dietro per nascondersi. Era sempre stato un po' pazzo e questo non aveva aiutato affatto a migliorare le cose.

E quando aveva finalmente visto Sasuke così da vicino, l'altro ragazzo stava male, apparendo difficilmente al suo meglio. Naruto ricordava ancora gli spessi occhiali, gli occhi gonfi ed il naso rosso, i capelli spettinati che erano sparati in ogni direzione, il pigiama largo e l'onnipresente coperta che drappeggiava le sue spalle. Aveva pensato che il moro fosse carino in un certo qual modo, ma quanto si era sbagliato!

Questa mattina Sasuke portava le lenti a contatto, quindi nulla lo aveva distratto dalla vista di quel viso bello e mozzafiato. Indossava un maglioncino nero con scollo a V e dei jeans blu che abbracciavano le sue gambe giusto per accennare al corpo che vi stava sotto. Quando Naruto si era voltato per guardarlo, il suo primo pensiero era stato, “Chi è quello?”

Ricordava che Sakura gli aveva menzionato quanto il bastardo fosse popolare fra le ragazze, ma non ci aveva davvero fatto caso. Non gli importava la vita sentimentale dell'altro e, poiché le fangirl implicavano che il moro fosse etero, aveva scacciato immediatamente via il pensiero. Avrebbe dovuto capire che un'orda di ragazze equivaleva ad un troppo-sexy-per-la-vita-reale.

Dannazione! Era così ingiusto! Prima il ramen gli veniva portato via da lui. Poi era stato preso di mira dagli scherzi di un totale bastardo per mesi. Poi, quando aveva finalmente deciso che Sasuke poteva non essere un completo stronzo e voleva conoscerlo meglio, veniva fuori che era insanamente attraente. Ma etero!

Naruto si lasciò cadere la testa fra le mani. Questa era tutta colpa di Sasuke!


L'idiota lo stava evitando.

Sasuke aspettò fuori dalla classe dell'ultima lezione del dobe del giorno. Due giorni dopo aver lasciato improvvisamente casa sua, Naruto continuava a comportarsi in modo strano. Non era che non si fossero incrociati l'un l'altro. Lo aveva visto giù nel corridoio mentre lasciava l'ufficio di un professore e aveva iniziato a camminargli incontro quando l'altro si era voltato e se l'era data a gambe levate. Non senza rivolgergli il suo sguardo sgranato e la sua solita espressione da 'Oh-merda'.

Non capiva cosa fosse cambiato. Un minuto prima, Naruto gli stava dicendo che lui gli doveva una cena, quello dopo, stava scappando spaventato. Certo, lui stesso stava pianificando di calciare l'idiota fuori dal suo appartamento, ma quello era stato prima che avessero avuto– un momento, ora lui voleva un'opportunità per vedere dove potessero arrivare le cose tra loro!

Ma ciò non era possibile se Naruto continuava ad evitarlo.

Osservò la corrente di studenti uscire dalle porte principali. Aha! Ecco la sua preda.

Attese fino a che l'altro non lo superò prima di scivolare da dietro l'albero contro il quale era appoggiato e afferrare il dobe per un braccio. Il biondo sussultò sorpreso, ma Sasuke lo tirò cosicché camminassero l'uno accanto all'altro.

“Allora, anche se non ho perso e so che stai soltanto cercando di filartela dalla nostra competizione perché il tuo cervello è in sovraccarico nel tentativo di pensare ad altri scherzi, ti porterò a cena in quel locale di ramen per ripagarti di avermi aiutato mentre ero malato”.

“Ah, Sa-Sasuke! E'- E' tutto apposto! Io stavo solo -um- scherzando l'ultima volta. Non hai bisogno di portarmi a cena. Heh, heh... heh”.

Il moro lanciò uno sguardo al ragazzo allo strano 'scherzo'. “Davvero?” chiese incredulo. “Quindi mi stai dicendo che non vuoi una cena gratis da puoi-mangiare-quanto-ramen-vuoi (motivo per cui abbiamo iniziato questa guerra in primo luogo) tutta a mie spese?”

Riuscì praticamente a vedere la lotta interiore del biondo mentre questi stringeva le labbra e aggrottava le sopracciglia insieme.

“Tsk,” disse, alzando leggermente le spalle e lasciando la presa sul biondo. “va bene. Immagino che andrò da solo. Tutto quel ramen. Hmm... mi chiedo che gusto prenderò. Manzo? Ho sentito dire che fanno un buonissimo miso ramen di maiale... o forse ai frutti di mare?”

Naruto stava stringendo forte le mani lungo i fianchi, visibilmente contorto dall'agitazione. “Ma-ma-ma- pensavo che non ti piacesse il ramen” disse, saltellando sui piedi. Il moro dubitava che il ragazzo fosse cosciente di farlo.

“Non mi piace quello istantaneo, ma quello fresco può andare, immagino”. Riprese a camminare in attesa dell'esplosione.

“Può andare? Può andare? Che diavolo c'è che non va con te, Bastardo! E' più di 'può andare'! E' paradiso puro! E'- E' indescrivibile!”

Lo portò con attenzione verso il ristorante mentre Naruto continuava a blaterare sulla magnificenza del ramen. Era una cosa buona che non fosse troppo lontano dall'università. Non sapeva quanto ancora sarebbe riuscito ad ascoltare come facevano gli spaghetti.

“Giusto, Dobe,” lo interruppe. “Io vado a mangiare. Tu vieni o no?”

Naruto si guardò attorno, indietreggiò per la sorpresa quando realizzò che erano fuori dall'Ichiraku. “Io non dovrei proprio...” pigolò, guardando bramosamente dentro il locale,

“Bene. A più tardi allora”.

Sasuke gli diede le spalle ed entrò da solo.

Naruto spalancò la bocca alla porta chiusa. Sasuke lo aveva davvero lasciato lì così? Senza nemmeno tentare di convincerlo una volta di più? Sgranò gli occhi. E se avesse cambiato idea sul pagare?

“Sasuke! Bastardo aspettami!”

***

Naruto si lasciò scappare un lungo sospiro soddisfatto ed affondò felicemente nella sedia. “Quello sì che era buuuuuuuono,” disse. Ruttò piano, poi si coprì la bocca con entrambe le mani, arrossendo leggermente.
“Oops?”

Il moro scosse semplicemente il capo. Non ci avrebbe mai creduto se non l'avesse visto con i suoi occhi. Com'era possibile per una persona mangiare dodici ciotole di ramen in un sola seduta? Era un miracolo della medicina che non fosse esploso. E la rapidità! Naruto aveva ingurgitato gli spaghetti nella sua bocca come fosse stato il suo ultimo pasto. A dire il vero aveva quasi tentato di rubare qualcosa dalla ciotola del biondo, curioso di vedere come avrebbe reagito. Riuscì ad immaginarsi bene il ragazzo ringhiare, coprendo il suo piatto con un braccio e brandendo le bacchette come armi in risposta.

“Ti amo,” disse Naruto al giovane seduto di fronte a lui, ghignando beatamente, completamente annebbiato dalla sua euforia provocata dal ramen.

Sasuke sbatté le palpebre al suo indirizzo. “Cosa?”

E Naruto si bloccò, spalancò gli occhi lentamente come comprese ciò che aveva appena detto.

“Ha, ha, ha, ha, ha!” cercò di ridere, sedendosi su di colpo con voce roca. “Volevo dire 'Amo il ramen' e 'Mi piaci'. No, no, no, tu non mi piaci. Cercavo di ringraziarti per la cena. Ma non nel senso di -sai- provarci con te. Insomma, tu mi piaci, ma mi piaci, non mi piaci. Come un amico... Fa caldo qui, vero? Ho davvero caldo tutto d'un tratto. Penso che tu mi abbia attaccato l'influenza e stia delirando”. Iniziò a slacciarsi il colletto della camicia, tentando di alleviare l'orribile calore al volto.

E Sasuke non riuscì a controllare il diabolico ghignò che gli comparve sul viso. Non che lo volesse controllare.

“Naruto,” cantilenò.

Ancora una volta, proprio come nel suo appartamento, l'altro gli rivolse uno sguardo e se la diede a gambe.

Sasuke, batté a mala pena le palpebre.

Dannazione, è veloce.

Si riappoggiò alla sedia.

Bene, sembrava che finalmente aveva la risposta definitiva alla sua domanda se Naruto fosse gay. Un ragazzo etero non avrebbe mai detto “Ti amo”. O, se lo aveva fatto, avrebbe poi riso o scherzato sulla cosa. Non sarebbe arrossito, diventato nervoso e balbettato qualcosa di incomprensibile.

Quindi ora aveva la prova che Naruto lo ricambiava, ma ovviamente, qualcosa lo tratteneva dal confessarsi apertamente. Forse non aveva capito che anche Sasuke provava interesse per lui? Beh, a questo aveva una soluzione.

***

Che cosa gli era passato per la mente? Perché aveva detto quella cosa? Doveva essere stata una di quei momenti alla 'Sono-davvero-felice-amo-tutti-e-tutto”, e le parole erano semplicemente uscite dalla sua bocca! Certo, a lui piaceva Sasuke, ma non innamorato di lui e anche se lo era, non lo avrebbe mai dovuto dire così!

E perché aveva completamente dato di testa? Perché non ci aveva scherzato su e continuato con un “Sposami e avremo bellissimi bambini di ramen insieme”? O altro! Qualsiasi cosa! Qualsiasi, ma non quell'orribile monologo balbettato che aveva fatto.

Naruto grugnì e cercò di soffocarsi col cuscino. Ora Sasuke avrebbe pensato che era totalmente drogato.

Il campanello suonò.

Provò ad ignorarlo, ma cinque minuti più tardi era ancora lì a suonare. Perché Jiraiya non – Ah, già, era fuori città, a fare qualche 'ricerca'. Sbuffò.

Doveva essere qualcosa di importante, pensò, mentre scendeva le scale. Chiunque fosse il molestatore, stava davvero disturbando il suo momento di autocommiserazione.

Aprì la porta.

“Um, sì?” domandò, guardando perplesso l'uomo in piedi all'ingresso. Stava tenendo un blocchetto tra le mani e portava una camicia a maniche lunghe ed un paio di jeans. Aveva una targhetta che lo identificava come 'Jim' a caratteri cubitali.

“Naruto Uzumaki?” domandò l'uomo, guardando il blocchetto.

“Sì, sono io,” rispose, grattandosi la nuca.

“Ho una consegna per lei, La prego di firmare qui”. Si voltò e si avviò al suo furgone, fermandosi a metà passo per chiedere alle sue spalle, “Lei non è il proprietario di un supermercato o qualcosa del genere, vero?”

Sbuffò, “No...”

“Sta facendo scorte per l'apocalisse o altro?”

“Um...” aggrottò le sopracciglia.

“Non ci faccia caso, stavo solo chiedendo”. Il corriere si arrampicò sul camion e quando ne uscì stava portando tre scatole di ramen.

Il volto di Naruto di illuminò estasiato. Ramen! Ed era della sua marca preferita! Aveva completamente dimenticato che aveva mangiato ramen poche ore fa e aveva iniziato a salivare.

“Dove vuole che glieli metta questi?”

Naruto era vagamente cosciente che Jim gli avesse posto una domanda, ma non riusciva a preoccuparsene in quel momento. Come della bava che che stava colando da un angolo della sua bocca o del modo in cui le sue mani stavano tremando mentre le protendeva per afferrare le scatole. Era concentrato su una sola cosa: prendere il suo ramen.

I suoi occhi si socchiusero come i box si stavano allontanando sa lui. Cosa stava succedendo? Perché il ramen si stava allontanando?
Perché qualcuno gli stava portando via il suo ramen? Si voltò con occhi rossi ed inferociti verso Jim.

“Dammi le scatole,” ringhiò.

“S-sì, certo. Ecco qui! Le prenda! Sono sue!”

Naruto le afferrò, un grugnito che fece tremare il suo labbro inferiore. Una volta che i cartoni furono nelle sue mani, si raddrizzò e sorrise smagliante.

“Grazie!” cinguettò felice come una pasqua.

Jim tornò velocemente indietro al suo furgoncino.

Il biondo tenne le scatole, maneggiandole come il tesoro quale erano, i suoi occhi brillanti e contenti. Si avviò verso la cucina, quando realizzò che non aveva chiesto che gli avesse mandato la consegna, ma quando si voltò per chiederglielo, l'uomo era già quasi al suo mezzo. Scrollò le spalle e chiuse la porta con un piede, ancora una volta puntando alla cucina. Che gliene importava? Era ramen! Dopo aver posato le tre scatole sul tavolo, udì un suono distinto di qualcuno che bussava alla sua porta, di nuovo. Anche se la persona stava bussando davvero piano come se non volesse essere sentito.

Naruto aprì l'uscio. Jim era tornato con altre tre scatole fra le braccia tese, quanto il suo corpo glielo permetteva.
“Oh, heh, scusami. Non avevo capito che ce ne erano delle altre,” disse afferrando le scatole.

L'altro ebbe un sussulto quando Naruto tirò fuori le mani per prendere la consegna e quando nulla accadde aprì cautamente gli occhi rilassandosi un po', sebbene continuò ad osservare il biondo con prudenza. “Ce ne sono di giri da fare. L'intero furgone è pieno di queste”.

Naruto indietreggiò e quasi non fece cadere le sue piccole. “Cosa?!”

“Uh huh,, probabilmente avrò un centinaio di scatole o più”.

Le gambe di Naruto cedettero e cadde a sedersi sul bracciolo del divano. “Davvero?” Questo era l'ennesimo sogno?
Si pizzicò. Ow.

No. Era sveglio.

“Ma – Io non ho ordinato niente. Cavolo, non sapevo nemmeno che potevo ordinare il ramen così! Per che compagnia lavora?”

Jim sorrise, rilassandosi completamente infine. “Questa è la cosa più divertente. Io lavoro per un servizio di corrieri. Abbiamo ricevuto una chiamata qualche ora fa per andare in tutti i negozi asiatici e comprare tutto il ramen e portarlo qui. Normalmente, il mio capo non avrebbe accettato una richiesta così strana, ma il tipo a quanto pare gli stava offrendo parecchi soldi”. Alzò le spalle. “E così eccomi qui”.

“Chi ha fatto l'ordine?” domandò, perplesso.

“Ce l'ho qui,” disse il corriere, affondando una mano in tasca. Lesse un biglietto. “Hmm... a dire il vero non c'è un nome. Solo un messaggio”. Strabuzzò gli occhi. “Doab–”

“Che? Doab? Che significa?”

“Non ne ho idea. Um, forse sto sbagliando la pronuncia? 'Dahb' suona familiare? No? 'Doob'?” Una scossa di capo. “Dannazione, aiuterebbe se potessi leggere la mia calligrafia. Forse 'Dobee'?” Naruto ebbe il sospetto di sapere dove la cosa stesse andando a parare. “'Dobe'?”

Inarcò le sopracciglia in sorpresa quando sentì il familiare insulto.

“Ah ha! Sembra quella giusta. Okay. Allora eccoci qui! 'Dobe, mi piaci anche tu'. Hmm... questo è tutto”.

E Naruto arrossì scoppiando poi a ridere mentre stringeva le scatole al petto ancora più strette.

***

Ancora una volta, Naruto si ritrovò davanti alla porta del bastardo, bussò. Gli ci era voluto un po' per staccarsi dal suo tesoro. Dopo che Jim se ne era andato, aveva dovuto fare spazio per le scatole di ramen nella cucina. Aveva contato che ce ne erano esattamente centoquattro.

Era stato costretto a spostare qualche piatto, a gettare qualcosina – davvero, chi è che usa la paprika poi? –, a muovere qualche altra cosa dagli armadietti, ma alla fine ce l'aveva fatta. Tutti i diversi gusti erano sistemati a suo piacimento, uno per armadietto. Per rispetto alla sensibilità di Jiraiya, non aveva aperto tutte le scatole, riponendo quelle ancora chiuse nella dispensa e per il soggiorno, però aveva dovuto assolutamente aprirne uno di ogni tipo.

Poi aveva anche dovuto cucinarne un pacchetto. Avanti! Era tutto intorno a lui! E poi si era lavato i denti, ma dopo aver perso il buon sapore del ramen dalla bocca, era così triste che stava quasi per farsi un altro pacchetto. Ma aveva resistito!

Così eccolo lì. Bussò un'altra volta.

La porta si aprì per rivelare un Uchiha con aria altezzosa e ghignante.

“Lasciami dire una cosa!” disse “Se pensi che puoi comprare il mio affetto con qualche misera scatola di ramen allora––”

Sasuke sbuffò. “Non finisci mai di parlare?” allungò le mani e lo tirò dentro.

Naruto ebbe a mala pena il tempo di squittire prima di essere spinto contro la porta chiusa e avere il bastardo a baciarlo.

Avvolse le sue braccia intorno al collo del più alto, tirandolo vicino. Inclinò il capo, aprendo leggermente la bocca per assaporare il moro. Le loro lingue si incontrarono, scivolando sinuosamente l'una contro l'altra; mentre i due si alternavano ad esplorarsi le bocche arrendendosi all'altro.

Se da un lato il biondo amava la sensazione del petto di Sasuke che lo premeva contro la porta, dall'altro non poteva permettergli di lasciargli il completo dominio. Pfft. Come se Naruto Uzumaki si sarebbe mai arreso a qualcuno!

E un secondo più tardi, gli occhi dell'Uchiha si spalancarono come si ritrovò improvvisamente con la schiena contro la parete, il dobe premuto contro di lui. Riuscì a sentire il sorriso sornione contro le sue labbra prima che iniziassero un altro bacio. Ridusse gli occhi a due fessure.

Oh cavolo no.

Proseguirono con l'effusione, le mani che aveano cominciato a vagare liberamente. Spinse la giacca del biondo giù dalle sue spalle, lasciando che cadesse al suolo e tirò il suo maglione, bofonchiando, “Toglitela”.

Naruto si levò le scarpe, che ringraziando la sua pigrizia, non aveva allacciato e le calciò via. Poi si scostò quel tanto che bastava per togliersi il maglione e la canottiera, ma gli venne tutto orribilmente male mentre tirava gli indumenti sopra la testa. Il mondo girò e si ritrovò di colpo steso a terra, sbatté le palpebre in sorpresa con un Sasuke estremamente lieto piegato su di lui.

“Ow, Bastardo!” gemette, anche se non si era fatto male sul serio. Il moro aveva usato la sua mano per proteggere la sua testa e il pavimento era coperto dal tappeto. Finì di scrollarsi i vestiti dalle braccia e li gettò da qualche parte alle sue spalle. Si accigliò. “Per che cos'era quello?”

C'era un luccichio diabolico negli occhi d'onice. “E' solo che mi piace averti sotto di me, idiota. Tsk, smettila di fare domande stupide”. Chinò il capo e attaccò il collo ambrato, succhiò e mordicchiò tracciando un'umida scia.

Naruto piegò la testa da un lato all'altro mentre boccheggiava inutilmente, 'E' solo che mi piace averti sotto di me, idiota'. Che bastardo. La sua schiena si inarcò ed un piccolo suono strozzato sfuggì dalle sue labbra, quando Sasuke lo morse gentilmente su un capezzolo.

Okay, ma un bastardo davvero bravo...

Una sua mano afferrò delle ciocche corvine per tenerlo in quel punto. Cazzo era così bello, gli mandava dei brividi fino al membro duro. L'altra sua mano strinse una spalla vestita. Perché diavolo Sasuke era ancora vestito?

Raggiunse i bordi della maglia rossa a maniche lunghe e la tirò.

Sasuke non poté fare a meno di emettere un suono indignato quando Naruto strattonò inaspettatamente la sua maglia fin sopra la sua testa, allontanandolo dal petto ben fatto sotto di lui. Fulminò le iridi azzurre e divertite, la maglia tesa sul suo petto e sulle sue braccia.

“Idiota,” mormorò e si alzò sulle ginocchia per levarsi completamente l'indumento, strappandoselo dalle braccia. Il biondo approfittò del momento di distrazione per tirarsi su a sedere e slacciare i suoi jeans e tirarli giù insieme ai boxer senza troppe cerimonie. Il moro perse l'equilibrio all'azione improvvisa e sgranò gli occhi come tentennò per un secondo prima di riuscire a risedersi sulle sue gambe, una mano a terra dietro di lui cosicché il suo corpo fosse inarcato.

“Naru-to!” la sua voce si alzò in shock quando il biondo approfittò della situazione per allacciarsi alla sua erezione esposta. Anche l'altro suo braccio cadde all'indietro mentre lottava per rimanere in equilibrio, facendo penetrare la sua bocca in quella bocca deliziosa.

“Ah!”

In questa posizione e con i jeans ancora intorno alle sue cosce, non riuscì nemmeno a muovere le gambe. Il suo corpo tremò quando il più giovane lo prese del tutto in bocca.

Non riuscì a mantenere il controllo. Reclinò il capo mentre cercava di penetrare in quello stretto calore, il suo respiro si frantumò in rapidi ansimi. “Cazzo, sono flessibile, ma non così flessibile”.

Alzò lo sguardo e realizzò che il biondo era mezzo piegato e le sue gambe intrappolate sotto quelle di Sasuke. Sbuffò, cercando di nascondere il tremore delle sue membra mentre si tirava su e rimuoveva il resto dei vestiti. “Chi ti ha detto di farlo comunque?” Ma una sola parola continuava ad echeggiare nella sua testa. Flessibile...

“Non ho sentito lamentele, Bastardo!” ritorse Naruto mentre sgusciava via da sotto il moro e si spogliava a sua volta degli abiti. Aspettò la replica, ma quando non giunse nessuna risposta, guardò l'altro e arrossì allo sguardo di apprezzamento che stava ricevendo. Non poteva credere che stesse arrossendo! L'imbarazzo lo rendeva sarcastico.

“Chiudi la bocce, bastardo. Ti entrano moscerini”.

Occhi indignati si assottigliarono e poi Sasuke ghignò. Il biondo stava davvero iniziando a non fidarsi di quell'espressione.

Toniche braccia diafane si sollevarono languidamente nell'aria come Sasuke si stiracchiò, inclinando il capo e inarcandosi leggermente. La bocca di Naruto si fece secca al modo in cui ogni singola fottuta e stupenda linea dei muscoli si tese. L'altro ragazzo era per la maggior parte privo di peli, solo un po' di fine peluria attraversava i pettorali, l'addome e poi giù, giù, giù dove era stato proprio un secondo fa. Giù verso quella luccicante e fiera erezione che stava solo pregando per avere più attenzioni ––

Sasuke sbuffò. “I miei occhi sono qui so, baka”.

Naruto sussultò leggermente, fissando una vera faccia sorniona. Che bastardo perverso ed arrogante!

Il biondo lo atterrò.

“Oomph!”

L'Uchiha non permise a quel vile attacco di di sorprenderlo a lungo. Ruzzolarono sul pavimento, entrambi lottando per stare sopra.
Ad intervalli regolari, uno avrebbe imprecato mentre la gamba, il gomito o la testa batteva contro qualche mobile. Punteggiarono la loro lotta con baci e morsi e anche qualche occasionale gemito come i loro corpi strofinavano l'uno contro quello dell'altro.

Alla fine, Sasuke era sulla schiena di Naruto, che ansimava pesantemente, un ghigno soddisfatto sul volto. Era fortunato che la parete era lì ad impedire all'altro di rotolare ulteriormente, altrimenti, chi sapeva quando altro tempo ancora sarebbero andati avanti con quello scontro?

Si erano fermati a metà del muso che separava la cucina dal soggiorno. La testa di Naruto aveva battuto contro di esso e la botta lo aveva temporaneamente stupito. Il moro aveva sfruttato la tregua per voltare il ragazzo e rimettersi sopra. Dovette farlo così rapidamente che il biondo a dire il vero era parzialmente inclinato contro la parete, il volto ed il petto premuti in angolo dove il tappeto e la parete si collegavano. Le sue gambe non erano particolarmente bloccate così calciarono futilmente sul pavimento, incapace di trovare un appoggio. L'angolo, fortunatamente, impediva Naruto di colpirlo. Troppo forte comunque.

Il braccio sinistro del biondo era inchiodato tra i loro corpi accanto alla parete ed il destro avvolta sulla sua schiena. Il suo inguine era sopra le natiche di Naruto, il contatto assuefante. Le sue continue lotte rendevano le cose semplicemente migliori.

“Cazzo,” grugnì. La frizione tra le loro eccitazioni era incredibile.

Naruto ringhiò, odiando di aver perso la battaglia. Cercò di ignorare la deliziosa sensazione di sentire il moro dietro di lui. Dannazione! Se solo la parete fosse stata a qualche piede di distanza, sarebbe stato lui sopra in quel momento!

“Perché -uh- ogni cosa -cazzo- deve essere una battaglia con te?”

“Parli proprio tu, Bastardo!”

E Sasuke scoppiò a ridere, facendo temporaneamente impietrire Naruto.

“Ammettilo e basta che questa volta ho vinto io”. Approfittò delle cessate ostilità per liberare il braccio del compagno e far scivolare una mano intorno al membro pulsante che aveva ammirato prima.. Fortunatamente, il bordo della parete si fermava circa all'altezza dello stomaco del dobe, cosicché non interferisse con le sue intenzioni.

Naruto squillò. “Imbroglione!” accusò, anche se aveva mosso il bacino per dare più spazio alla mano per muoversi.

Il moro mugugnò uno sghignazzo mordendo poi una spalla brunita. “Tutto è lecito in guerra e in amore... e nel ramen a quanto pare”.

Naruto sospirò. “Beh, sì. E' ramen”.

Gli occhi scuri si assottigliarono. Avrebbe dato all'idiota qualcos'altro da pensare al posto del ramen.

Si mosse più in basso.

Il biondo grugnì forte, i suoi occhi si chiusero ed il suo capo poggiò contro il muro alla prima lappata della lingua vellutata. Sasuke continuò pigramente a leccarlo, rendendo il suo corpo una massa tremante. Naruto spostò il braccio che era contro la sua schiena, portandola davanti per stare più comodo ed inginocchiarsi per dare più accesso all'altro.

Sasuke apprezzò lo sforzo. Si spinse contro l'entrata del biondo, la lingua che si muoveva in piccoli cerchi, poi ondulatori finché non trapassò lo stretto anello di muscoli. Gli ansimi rauchi ed i tremori del biondo lo annebbiarono di lussuria e abbassò una mano per massaggiarsi da solo e alleviare un po' di tensione. Grugnì, la mano che si velocizzò quasi involontariamente. Preso dal desiderio, Sasuke penetrò la lingua attraverso l'orifizio del biondo come iniziò a rilassarsi, fottendolo con quel muscolo caldo e facendo inarcare Naruto che gridava acuto. Gli occhi infiammati.

Sasuke sollevò la testa e notò i suoi jeans a terrà li vicino. Sembrava che durante la loro lotta avessero fatto un cerchio completo della stanza, finendo vicino a dove avevano iniziato il tutto. Si voltò sulla schiena ed allungò un braccio, afferrando i pantaloni e tirando fuori un preservativo ed il lubrificante da una tasca nel quale li aveva riposti nell'eventualità che Naruto avesse reagito bene alla sua offerta di pace.

Si girò, riprendendo da dove interrotto; alternò suzioni a penetrazioni dentro e fuori al corpo scosso violentemente dai brividi di fronte ai suoi occhi mentre di metteva il preservativo e si lubrificava goffamente delle dita. Le grida di Naruto stavano diventando sempre più forti e questo era troppo da sopportare.

Tirando su il capo, fece scivolare con facilità un dito dentro al biondo ansimante. Tremò al calore, appoggiò la fronte contro il fondo schiena dell'altro così da poter osservare mentre lo penetrava. Fece scivolare un altro dito, spingendoli insieme e stimolando i nervi all'interno.

Naruto gridò, gli occhi sgranati e annebbiati come Sasuke colpiva la sua prostata ancora e ancora. Erano passati mesi e mesi dall'ultima volta che aveva fatto sesso e Sasuke era troppo bravo, troppo– Gridò ad una particolare dura penetrazione, le sue gambe tremarono in reazione. Le sue mani grattarono contro il muro, cercando qualcosa a cui aggrapparsi per tenerlo ancorato sulla terra, perché sapeva che se avessero continuato ancora a lungo così, si sarebbe frantumato, frantumato in un milione di pezzi per essere poi completamente polverizzato.

“Oh, cazzo, cazzo, Sasuke,” gemette, con voce scossa. Quando l'altro si inclinò e penetrò la sua lingua perché si unisse alle sue dita per torturarlo, gridò e sarebbe venuto se il bastardo non si fosse scostato proprio in quel momento, lasciandolo vuoto e pieno di desiderio.

Sasuke ondeggiò in avanti, gli occhi ardenti di selvaggia lussuria. Afferrò una spalla ambrata ed usò una mano tremante per posizionarsi e penetrarlo con fervore.

Naruto urlò, tremando intorno al membro al suo intorno. Aveva bisogno, aveva bisogno–

Il moro afferrò la gamba destra dell'altro e la sollevò, permettendogli di affondare più a fondo. Bassi grugniti risuonarono nella stanza.

Il biondo stava ansimando, la fronte premuta contro il muro, il suo respiro stava diventando così veloce ed irto che lo stavano confondendo.
La sensazione di Sasuke dentro di lui era troppo, troppo dopo essere stato a lungo senza e non sapeva se sarebbe potuto–

Il moro iniziò a muoversi dentro di lui con profonde e potenti spinte che spinsero tutto il suo corpo contro la parete davanti a lui e solo così capì quando poteva sopportare.

Sasuke affondò in Naruto, incapace di andare piano e dargli tempo di abituarsi. Le sue gambe si piegarono come il suo bacino si muoveva avanti ed indietro.
Attaccò una spalla brunita, succhiando e mordendo nella vana speranza di camuffare i suoni che emetteva. Non aveva mai avuto un amante così sensibile. Naruto tremava e gridava il suo nome con un tale abbandono che stava rapidamente perdendo il poco controllo rimastogli.

Sollevò la gamba nella sua presa ancora più in alto, cercando di affondare ulteriormente, per avvicinarsi quando più poteva al ragazzo di fronte a lui.
Sollevo la sua gamba destra, piegò il ginocchio e le punte dei suoi piedi affondarono nel tappeto per aumentare la forza nelle sue spinte.
La reazione di Naruto fu istantanea, un rumoroso gemito sfuggì alle sue labbra come si tendeva con fatica, anche quando il suo corpo sembrava risucchiarlo ulteriormente in quel cammino ardente.

Cazzo, non poteva reggere oltre! Usando la presa sulla spalla dell'altro, si reclinò per permettersi di penetrare nel stupendo biondo con abbandono. Facendo scivolare il suo braccio tra quelle forti gambe, supportò un ginocchio di Naruto con il gomito, tenendolo in alto nell'aria mentre tastava per afferrare la sua erezione con la sua mano. Era goffo ed era a mala pena in grado di massaggiarlo, le sue spinte disperate stavano rendendo i suoi movimenti più forti ed erratici.

Ma Naruto non ne aveva più bisogno ed un secondo più tardi venne, tremando incontrollabilmente, il suo grido di di liberazione tanto forse da essere udito nell'appartamento. Sasuke venne un attimo dopo, il nome di Naruto sulle sue labbra in un ansimo silenzioso che mascherava la forza del suo orgasmo. Negli ultimi secondi, tirò l'altro più vicino a sé, tenendolo con forza e possessività che stupirono il biondo, anche quando il suo corpo tremò di piacere.

Sasuke batté le palpebre, il viso premuto contro le ciocche bionde. Questo era stato... stremante. Ghignò stancamente, liberando riluttante Naruto e tirandolo con prudenza. Ci voleva troppo sforzo per alzarsi in piedi per occuparsi del preservativo, così se lo levò, lo legò e lo gettò nel cestino accanto alla scrivania. Fortunatamente, era lì vicino, perché se fosse caduto sul terreno, dubitava che l'avrebbe raccolto. Era troppo esausto.

Rotolò sulla schiena, lasciando che le sue gambe tremanti cadessero mollemente al suolo, toccando ancora Naruto, che si era voltato a sua volta. I suoi occhi estremamente soddisfatti. E pensare, che tutto questo era iniziato per–

“Quasi buono quanto il ramen...” sospirò Naruto dopo essersi leccato le labbra secche per cogliere cenni dell'essenza del moro.

Gli occhi di Sasuke si aprirono di scatto. Rotolò cosicché il suo corpo coprisse nuovamente il biondo, completamente rienergizzato dopo aver udito quelle incitanti parole. “Dobe,” ringhiò, “anche se ci volesse tutta la notte, ti proverò che questo,” sfregò i loro bacini strappando un gemito sorpreso, “è molto meglio del ramen!”

E per la seconda volta quel giorno, Naruto comprese ciò che aveva detto. Gli occhi sgranati.

“Non intendevo in quel senso!”

“Sasuke?”

“Sasuke!”

Fine.

 
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view post Posted on 23/1/2009, 13:13
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oddio ho appena letto la terza parte su efp anche se penso che domani rileggerò tutta la storia la fine è fantastica sasu geloso del ramen........
 
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fittina
view post Posted on 23/1/2009, 14:12




NON CI SONO PAROLE!!!!questa storia è troppo bella....poi il finale fantastico....ahaha!!!brava!! penso che me la rileggero altre due volte per poter assaporarla meglio!!eheh!!cmq brava questo blog è meglio dell'altro!!!un bacioneeee!! :P :P
 
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carlisle
view post Posted on 23/1/2009, 14:12




bellissimoooooooooo finalmente i due piccioncini si sono messi insieme evvai :lol:
 
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macchan
view post Posted on 23/1/2009, 14:34




waaaaaaaaaaaaa :wub: sta one-shot è uno spettacolo!!!davvero!!!.....la fine è davvero grandiosa.....mi ha fatto a dir poco sorridere!!!!solo ke credo di doverla leggere di nuovo tutta intera........è troppo gustosa e va apprezzata per bene!!!! :lol:
gran bel lavoro trinh!!!(come sempre!)alla prox!!! :D
 
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view post Posted on 23/1/2009, 15:42
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stupenda!!
sembrano proprio loro, un Naruto e un Sasuke in eterna competizione che, alla fine, si trovano innamorati uno dell'altro.
sembra di trovarsi davanti a due bambini che ricercano l'attenzione dell'altro.
è stupendo anche la scena di Naruto che dopo mesi di scherzi si accorge che Sasuke è un figo da paura.
si vede troppo preso dal ramen -_-
sasuke deve per forza fartelo scordare o accantonare, dipende dai punti di vista, visto che da bravo Uchiha è geloso di tutto ciò che lo distrae da lui.
C'è da dire che Sasuke è anche uno che vuole le attenzioni di Naruto tutte per sè, quindi... ^_^
la fine è stupenda!!Sas'ke si rivela per il gelosone che è, e per decidere chi sta sopra una bella lotta è quello che ci vuole.
attendo con ansia la prossima shot.
 
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Nalhia
view post Posted on 23/1/2009, 17:48




OçO .... sbavamento totale!!
*20 minuti dopo...*
ok, un po' mi sono ripresa... mi sorprendo sempre della resistenza di sasuke... la terza parte l'ho già letta due volte e intendo rileggere di nuovo tutto dal'inizio...
oddio... dalle prime due parti non mi sarei mai immaginata una fine del genere! o meglio, della lemon certo che lo sapevo, ma una lemon così bella è... è... non ci sono parole! credo che dovrebbero inventare un nuovo aggettivo per descriverla!
(che strano... sasuke non mi ha ancora interrotta... ò.ò NdMe)(è ancora sul tappeto insieme a naruto. u.u NdCoscienza)(+w+ hihihi... *nalhia si avvia verso l'appartamento di sasuke con telecamera alla mano* )
 
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.::Hiryu::.
view post Posted on 23/1/2009, 19:08




Oddiooo!!!!!!!!!!!Ma che bel finale!!Questa one-shot è micidiale, l'ultima parte è da sbavo *_* che belli Naru e Sasu che rotolano nel pavimento...
 
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trinh89
view post Posted on 23/1/2009, 19:18




muahahha xD nalhia grazie mille dei commenti, cmq guarda se vuoi commenta solo su EFP, io preferisco che lo si faccia lì XD, commenta qui solo queklle che non ci sono lì.
 
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Lanchan
view post Posted on 23/1/2009, 19:39




YAAAAHHHOOOOOOOOOOOOOO *salta indemoniata da una parete all'altra*

QUANTO ADORO LA SCENA DEL BACIO *______*

sei grande, è tradotta alla perfezione ç__ç anche se per un momento mi sono persa nel punto in cui si incastrano accanto alla parete @.@ *capovolge la testa nel tentativo di capire come sono aggrovigliati*

bene bene bene *ççççççççççççççç*

sappi però che mi sono accorta di una cosa °° tutte le storie che scegli di tradurre hanno un Sasuke maniaco e pervertito, peggio di Jiraya-sensei °°''''


 
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Jio
view post Posted on 23/1/2009, 19:48




Senza parole, sono letteralmente senza parole.
Cioè...cosa si potrebbe dire dopo aver letto una fic del genere...avrò il cervello in tilt per chissà quanto tempo xD
A parte questo. E' ovviamente favolosa...Naruto che tenta di arrovellarsi nel suo discorso senza senso all'appuntamento è da morire dal ridere xD
Per non parlare della scena in cui gli arrivano le tonnellate di ramen...me lo immagino, con la bava alla bocca e gli occhi sognanti xD xD
E ovviamente c'è la lemon finale...meravigliosa...povero Na-chan però...dovrebbe stare più attento alle affermazioni che fa v.v
Anche se, oddio, forse povero non è la parola esatta...magari meglio...umh...beato lui xD xD xD
Ok, la smetto...complimenti all'autrice e a te trinh...come tu faccia a trovare il tempo di tradurre non lo capirò mai xD
Ciauu ^-*
 
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trinh89
view post Posted on 23/1/2009, 19:57




CITAZIONE (Lanchan @ 23/1/2009, 19:39)
YAAAAHHHOOOOOOOOOOOOOO *salta indemoniata da una parete all'altra*

QUANTO ADORO LA SCENA DEL BACIO *______*

sei grande, è tradotta alla perfezione ç__ç anche se per un momento mi sono persa nel punto in cui si incastrano accanto alla parete @.@ *capovolge la testa nel tentativo di capire come sono aggrovigliati*

bene bene bene *ççççççççççççççç*

sappi però che mi sono accorta di una cosa °° tutte le storie che scegli di tradurre hanno un Sasuke maniaco e pervertito, peggio di Jiraya-sensei °°''''

eeee lan un pervetito dovrà pur essrci tra i due XDD. Ma anche naru non scherza a volte... Cmq al 90% è pervertito perché sono fic di darkalbino,l'altro 10 è una casualità XD, ma poi con un titolo come Icha Icha Paradise, proprio amore casto non poteva esserne, ne? XD
 
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Kaori-chan
view post Posted on 23/1/2009, 21:15




*OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO*
Tu non immagini nemmeno da quanto aspettavo di leggere il finale della ficcy!
Io la adoro questa...è antrata ufficialmente nel mio Guinnes delle ficci che mi piacciono di più!è semplicementa stupenda!
Anche se mi sono persa un po anche io per capire come eano incastrati quei due...E poi...la parte finale...Stupenmda...
Nonostante io ami di più Sasuke dolce, qui Sasuke pervertito ci stava proprio bene...*ççççççç*
E poi...gli ha regalato tutto quel ramen quindi sono soddisfatta...^_________^
Ma quanto sono adorabili questi due??
L'avrò riletta almeno cinque volta la fic, eppure lo rifarei per cento, mille!
Insomma complienti all'autore/rice (non lo so-____-") e complimenti a te!
E grazieeee! Sei unica!^^
 
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terachan
view post Posted on 23/1/2009, 22:06




WOW :woot: :woot: :woot: questa è esattamente la mia espressione quando ho visto che hai tradotto a Matter of ramen. Fantastica l'adoro!!! questa fic è geniale!!! L'avevo già letta in inglese e me ne innamorai subito. Però devo dire che non si capisce niente nella lemon. Voglio dire Naruto sta di spalle o no? che cavolo di posizione è? Naturalmente non è colpa tua. Ricordo che anche leggendola in inglese non ci capii un h. Mah? Vabbè al di la di questo è meravigliosa. Anzi tu sei meravigliosa per averla tradotta. :D :D :D
Lavoro impeccabile il tuo... come sempre
 
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8seliane8
view post Posted on 24/1/2009, 14:00




WOW *__* anche se l'avevo già leggettla in inglese, rileggerlain italiano non ha prezzo............. :P
sono contenta tu abbia ricominciatoa postare!!!
 
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22 replies since 23/1/2009, 11:43   398 views
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