Titolo: A time to… (Un tempo per…)
Autore originale:
asashouryuu.
Traduttrice: trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale:
http://www.fanfiction.net/s/3444322/1/A_time_toDisclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: SasuNaru.
Rating: AU, yaoi, OOC.
-Extra 3: Amore.
Il maître dell'hotel nascose con successo la gioia estatica che provò nel momento in sui i suoi occhi si posarono sul giovane Uchiha che era appena entrato nell'edificio.
“Buona sera, Uchiha-sama”, salutò con un inchino.
“Mia madre e Naruto sono già qui?” domandò Sasuke, gli occhi che guardavano oltre la piccola occhiata che aveva avuto dell'ampio ristorante.
“Sì, sono venuti assieme,” replicò. “Mi permetta di condurla da loro”.
Sasuke annuì e seguì l'uomo, ignorando gli sguardi che qualche cliente gli rivolse. Quando il maître
aprì la porta di una stanza privata per lui, il suono di risate lo accolse.
“Ah Sasuke, sei qui,” disse Mikoto mentre si asciugava con delicatezza l'angolo di un occhio con un fazzoletto.
“Sei in ritardo”, affermò Naruto leggero, gli occhi che luccicavano di felicità.
“Sta piovendo e quindi le strade sono più affollate del solito”. Rispose il moro mentre prendeva posto. “Inoltre, vi stavate divertendo troppo per notare la mia assenza”, aggiunse con beffardo ferimento. Si accigliò giocosamente quando notò che non ci fu nessuna parola di diniego dai due. Infatti, entrambi stavano ghignando al suo indirizzo.
Sasuke non capiva perché sua madre e Naruto fossero così affezionati l'uno all'altro. Non erano esattamente diversi, ma nemmeno simili, tuttavia in qualche modo, erano diventati velocemente amici da quando era tornato col biondo due anni fa. Naruto era tanto vicino a Mikoto quanto Sasuke lo era con Arashi. L'univa occasione in cui Mikoto si era allontanata dal biodo era quando avevano avuto un litigio. Quella volta, la donna preferì starsene in zona neutrale piuttosto che prendere posto al fianco di una delle due parti e aveva mostrato loro i punti che avevano perso nella loro rabbia. Il più delle volte, era grazie alla sua calma che i due risolvevano le loro discussioni. Guardarli fece stringere il cuore di Sasuke di gioia. Era felice di vederli affiatati, ma non tanto felice quanto lo era nel osservare come il suo amante fosse in buoni termini con suo padre ora.
A differenza di Mikoto, Fugaku non cenava da solo con Naruto, ma quando c'era una cena di famiglia, se su trovavano a villa Uchiha o un un ristorante eleganti, Fugaku suggeriva sempre a Sasuke che avrebbe dovuto portare il biondo con lui. E questo non era tutto. Quando la loro relazione era stata resa pubblica, Fugaku aveva rifiutato di rilasciare commenti, facendo sì che l'interesse del pubblico presumesse che lui stesse solo tollerando la relazione del figlio con quello del suo partner in azienda per ragioni d'affari. Tuttavia, quella supposizione cambiò quando Fugaku aveva mosso uno dei suoi freddi attacchi verbali in risposta ad un giornalista di gossip che aveva fatto un commento negativo su Naruto. Aveva contrattaccato prima ancora che Sasuke o Arashi ne avessero avuto la possibilità, questo rese il moro più giovane estatico. Sapeva senza alcun ombra di dubbio che suo padre in qualche modo aveva approvato il biondo.
Per quanto riguardava Itachi... beh, Itachi era come sempre Itachi -astuto, falso, arrogante, ma aveva anche sviluppato un senso per stuzzicare Naruto e rendere la vita di Sasuke ancora più infernale di quanto non avvenisse quando soggiornava da loro. Infatti, per sommo fastidio dell'Uchiha più piccolo, Itachi sceglieva sempre casa loro al posto degli hotel o villa Uchiha quando veniva a Tokyo e per rendere le cose peggiori, uno o due dei suoi collaboratori era sempre al suo seguito. Poiché non poteva avere Naruto tutto per sé mentre erano lì, non mancava mai di sviluppare l'urgenza di calciare gli ospiti sgraditi fuori dalla porta... la stessa urgenza che Naruto riusciva a frenare con un solo sguardo di avvertimento, per grande frustrazione del giovane Uchiha. Tuttavia, nonostante questi fatti, Sasuke era sollevato di sapere, grazie alle sue fini osservazioni, che Itachi era felice del modo in cui le cose stessero andando e che non avrebbe più macchinato nulla per ferire lui o Naruto.
-SasuNaru is love-
“Ci vediamo presto”, disse loro Mikoto mentre entrava nella sua macchina, la portiera tenuta aperta dall'autista.
Sasuke e Naruto annuirono allo stesso tempo.
La donna guardò seriamente il figlio e disse con tono d'ammonimento, “Guida con prudenza”.
“Sono sempre un guidatore responsabile, mamma” replicò il ragazzo leggermente irritato.
Mikoto inarcò un sopracciglio e disse, “Ciò che sto cercando di dire è di tenere giù le tue mani da Naruto mentre guidi” detto ciò, fece un cenno all'autista dandogli il permesso di partire, lasciando un Naruto arrossito ed un Sasuke accigliato.
Il biondo alzò lo sguardo sul compagno e ghignò, “Andiamo a casa”.
“Sì, andiamo”.
Silenziosamente, si incamminarono verso la macchina dell'Uchiha. Il silenzio perdurò e Naruto pensò di essersi addormentato fin quando non sentì una mano alla sua sinistra proprio sulla sua coscia. Lanciò un'occhiata al suo amante che ghignò.
“Sei silenzioso”, disse Sasuke.
“Perché sembri stanco”, rispose Naruto. Premendo leggermente un pollice sulla mano che lo stava innocentemente massaggiando su una coscia. “E' stato stancante la riunione con mio padre?”
“Non proprio. Abbiamo discusso su un po' di idee con l'agenzia pubblicitaria e c'erano delle cose che ci è stato difficile far capire al tipo”. Sasuke riuscì a trattenere la stanchezza dalla sua voce. Lanciò al suo ragazzo un piccolo sorriso e concentrò la sua attenzione sulla strada. Un secondo più tardi fece una smorfia quando Naruto gli pizzicò una mano.
“Tua madre non ti ha detto di essere un guidatore responsabile?”
“Preferisco essere un fidanzato responsabile”. L'Uchiha ghignò quando udì un sospiro esasperato dal biondo. Nell'oscurità della sua auto, un minuscolo sorriso graziò le sue labbra quando Naruto allacciò insieme le loro mani.
-SasuNaru is love-
“Puoi fare il bagno prima di me, Sasuke”, disse Naruto mentre lui ed il suo amato entravano nel loro condominio.
“Non insieme?” domandò il moro slacciandosi la cravatta.
Un leggero rossore imporporò le gote di Naruto che scosse il capo. “Devo fare un po' di cose prima”.
L'altro annuì e andò in bagno mentre il biondo andava nel loro studio.
Un'ora e mezza più tardi, un Sasuke mezzo nudo e fresco di bagno uscì dalla loro camera da letto, in cerca di Naruto. Lo trovò nel loro studio, sulla loro poltrona reclinata che dormiva. Con il suono dei suoi passi attutiti dal tappeto, avanzò verso di lui. Si fermò davanti alla scrivania piena di documenti. Lasciò cadere lo sguardo sui fogli. Erano tutti riguardanti le industrie Uzumaki... informazioni segrete che sembravano tutte complicate, eppure... Lanciò un'occhiata al biondo, gli si strinse il cuore perché sapeva che il ragazzo stava facendo tutto questo per lui.
Lui e Naruto erano distesi nel loro soggiorno, intenti a coccolarsi mentre la pioggia cadeva a terra senza pietà ed il vento ululava rumorosamente. Il moro era seduto tra le gambe di Naruto mentre le sue braccia di quest'ultimo erano avvolte intorno a lui. Era un momento di pace, silenzio ed ozio nel quale potevano assaporare l'uno la compagnia dell'altro.
“Questo pomeriggio, mio padre mi ha dato la giurisdizione degli affari della compagnia con il tuo”, disse mentre tracciava giocosamente le mani intrecciate di Naruto. Reclinò il capo cosicché quando parlasse, le sue labbra sfiorassero contro la mascella brunita. “E mi ha fatto venire voglio di averti lì con me”. Era cerco che se Naruto fosse stato lì, avrebbe sentito meno il peso della grande responsabilità.
Naruto sbuffò. Si sporse leggermente in avanti per appoggiare il mento sulla spalla sinistra del ragazzo. “Allora inizierò ad imparare”.
Il cuore di Sasuke sussultò. “Non ti sto chiedendo di lasciare il tuo lavoro al ristorante di Chouji, dobe”.
“Tu sei il dobe. Non sto lasciando niente. Sono costretto comunque a fare questo addestramento, ricordi?”
“Non ti voglio vedere stressato”, replicò Sasuke.
Naruto si sedette su dritto, il mento alto ed il petto in fuori. “Io sono Naruto Uzumaki, nulla è troppo per me!”
Sasuke sbuffò solo e alzò gli occhi al cielo.
Nulla è troppo. Sasuke si accigliò perché ovviamente il lavoro stava prendendo il suo pedaggio sul suo ragazzo. Tuttavia, fino a d ora il moro non se ne era reso conto. Naruto era sempre il primo ad arrivare a casa. Naruto, quando chiedeva come era andato il suo giorno, avrebbe narrato con la meraviglia di un bambino come aveva trascorso la giornata. La faceva suonare così semplice. Gli aveva fatto credere che fosse semplice. Adesso, a guardare quei fogli in una prospettiva più ampia, Sasuke aveva realizzato quanto le cose fossero ben lungi dall'essere semplici.
Sasuke strinse i pugni. Che cosa stava pensando? Essere il successore non era mai stato semplice, lo sapeva in prima persona e nonostante ciò si era lasciato fregare dal biondo. Da Naruto che stava lavorando sodo.
Lavorando sodo.
Lavora sodo.
Lavora sodo, Sasuke-teme, questo era ciò che Naruto gli augurava ogni volta che usciva per andare al lavoro e lui emetteva un borbottio e basta. Non aveva mai detto quelle parole al biondo. Non una sola volta ed ora ne vergognava. Era un tale bastardo.
Sasuke prese con dolcezza i documenti stretti dal suo amante, riponendoli sul tavolo e portandosi accanto alla poltrona. Si piegò in avanti, fece scivolare un braccio sotto le spalle di Naruto e l'altro sotto le sue ginocchia. Tuttavia, prima che poté sollevarlo, il biondo si mosse ed aprì gli occhi.
Sotto lo sguardo del moro, Naruto guardò il viso oscurato dall'ombra di Sasuke mentre i suoi occhi mezzi assonnati cercavano di capire perché il moro fosse chinato in quel modo.
Sasuke, dall'altra parte, nel vedere quelle iridi ottenebrate dal sonno e dalla confusione, provò il desiderio di dire a Naruto quando assomigliasse a Bianca Neve, ma, frenò il bisogno. E disse invece con tono dispiaciuto e voce roca, “Non dormire qui. E' difficile portarti per tutta la strada fino a letto”.
Naruto sbuffò, ma sollevò una mano per passarla tra le ciocche corvine. Tirò leggermente Sasuke perché il volto dell'altro coprisse il suo. “Non sono così pesante”, borbottò.
La risposta del moro uscì sotto forma di un mezzo gemito quando Naruto premette la sua bocca sulla vena pulsante del suo collo.
“Naruto”, lo semi avvisò, ma fu lui stesso a premere le loro bocche insieme, il secondo in cui Naruto si scostò. Piantò un ginocchio a terra per avere un miglior accesso come approfondì il bacio.
“Sei stanco?” domandò Naruto mentre faceva scorrere le sue mani dalle spalle di Sasuke verso l'ampia schiena.
L'Uchiha non poté trattenere la risata che scosse il suo petto poiché non era lui ad essere stanco. Trascinò la sua bocca sul collo brunito, gli occhi che contavano quanti succhiotti erano guariti e quanti non. “Tu lo sei?” sussurrò raucamente, il suo respiro caldo che si risvegliava e bruciava qualche nervo sensibile.
Naruto lasciò la domanda senza una risposta e si mosse leggermente mentre tirava il suo amante perché si distendesse accanto a lui. Fece scivolare una mano lungo i suoi fianchi poi sulle sue anche prima di sollevare la sua coscia sinistra cosicché lui- Naruto potesse mettere una sua gamba tra quelle di Sasuke. Quando lo fece, sfiorò con essa la crescente erezione del suo amante, eleggendo un breve gemito da quest'ultimo.
Gli occhi del moro si chiusero alla fulminante sensazione che lo trapassò a quel singolo sfioramento. Era iniziato.
Naruto stava di nuovo giocando la sua dolce tortura che lo lasciava sempre senza fiato, senza cervello e che lo faceva sciogliere come burro.
Sasuke succhiò la giocosa e perversa lingua del biondo mentre la sua mano destra scivolava sotto la maglia immacolata del ragazzo. Percepì il tendersi dei muscoli sotto il suo tocco e trascinò le sue dita su quei punti che rendevano irto il respiro di Naruto. Mosse le dita sul suo stomaco, poi sul suo petto, toccando e stuzzicando. Quando volle sentire il petto di Naruto direttamente facendolo entrare in contatto col suo, iniziò a tirare la maglia.
Il moro mezzo ringhiò un impaziente, “La tua maglia”. Diede un altro tiro secco. “Levatela, dannazione!”
Naruto scoppiò a ridere, ma si tolse la maglia con deliberata lentezza. Poi si mosse così da strofinarsi contro la coscia sinistra di Sasuke. Tirò la mano che era intrecciata con i suoi capelli per premere le sue labbra sul polso diafano di quella mano prima di mordicchiare e succhiare il mento dell'amante. Il suo corpo si accese un altro po' nell'udire l'uomo sotto di lui gemere così profondamente. Quel suono lo fece tremare... rendendolo più sfrontato. Si mosse più in basso sulla sua clavicola. Con la punta della lingua prima di chiudere un capezzolo con la sua bocca. Lo trattò con la stessa attenzione in cui avrebbe fatto l'altro.
Sasuke gemette di piacere, con lussuria ed anticipazione. Il suo corpo tremò, essendo fin troppo cosciente del calore, della presenza e del tocco di Naruto. “Naruto”, mormorò, già perso nelle ardenti carezze di Naruto. Le sue dita sprofondarono nei fianchi della poltrona quando sentì il bollente respiro soffiare sulla sua erezione coperta dal tessuto dei pantaloni. Sentì il suo corpo titillare. Sentì la sua erezione contrarsi e sprizzare delle altre gocce preorgasmiche.
Naruto rise nuovamente, nel vedere un'altra umida macchia apparire sui pantaloni di Sasuke. Sfiorò l'erezione del moro con i denti, facendo sì che il moro si mosse verso di lui. “Siamo impazienti, eh?” domandò provocante quando Sasuke sollevò il bacino, ordinando ovviamente che gli venissero tolti i pantaloni.
“Chiudi il becco!” ritorse l'Uchiha. “Fallo e basta!”
Il biondo eseguì ed osservò il membro dell'amante innalzarsi. Prese saldamente quell'asta bollente e si protese. Guidò la punta a sfiorare contro quell'area dove il suo labbro inferiore e quello superiore si incontravano. Poi, lentamente, aprì la bocca, trascinando Sasuke dentro.
“Oh Dio!” riuscì a mormorare Sasuke e gettò un braccio sopra fronte. Quando Naruto iniziò a muoversi, a succhiarlo, il piacere vorticò in lui ed aumentò.
“Ti prego,” supplicò e Naruto lo lasciò fare. Iniziò a penetrare in quella bollente caverna mentre la sua mano sinistra trovava appiglio tra le ciocche dorate. Allargò le gambe per dare più accesso a Naruto che si spinse ancora più avanti.
Sasuke si tirò su sui gomiti e scelse quel momento per guardare Naruto; Naruto che aveva la bocca piena di lui, Naruto che aveva gocce preorgasmiche e saliva che scivolavano gli angoli della sua bocca; Naruto, il cui viso era arrossato e gli occhi colmi d desiderio. La vista lo fece sbavare e in uno schiocco di dita, venne.
“Hai battuto di nuovo il tuo record”, lo informò Naruto dopo essersi ripulito il viso.
“Tutto merito tuo”, replicò il moro sarcastico. Emise un ansimo scosso quando il biondo posò dei baci su entrambi i suoi interno coscia. Il suo corpo si tese quando quella bocca cominciò la sua risalita. Naruto stava sventolando le fiamme che ancora non si erano trasformate in cenere. Quando il volto del biondo raggiunse il suo, sbatté le loro labbra assieme, la sua lingua penetrò possessivamente e bramosamente in quella bocca maliziosa. Le sue mani scivolarono in basso e sbottonarono velocemente i pantaloni di Naruto tirandoli poi giù. Lo massaggiò, facendolo gemere nei loro oscuri ed umidi baci.
Naruto allineò la sua erezione con quella di Sasuke ed iniziò a sfregarli insieme, il moro ondeggiò, ricambiando la pressione. Poi, si mossero insieme, i loro ansimi divennero più forti e i loro respiri più rotti.
Sasuke ringhiò quando la folle sensazione cessò perché Naruto si era allontanato da lui. Si tirò su a sedere giusto in tempo per vedere il biondo prepararsi da solo con le sue dita. La bocca del moro si secco così come le sue labbra. Si irrigidì. Tutto ciò che poteva fare era guardare quell'atto erotico. Non riuscì a trattenere un gemito che volò via dalle sue labbra quando si aggiunse un altro dito. Sentì il suo pene contrarsi dolorosamente.
Incapace di sopportarlo, lasciò che una delle sue dita si unisse al divertimento.
Naruto sussultò sorpreso nel momento in cui un dito di Sasuke scivolò dentro di lui. Focalizzò il suo sguardo sull'amante. “Voglio che t mi osservi”, disse tra gli ansimi.
“Ne ho abbastanza di guardare,” fu la risposta dell'Uchiha. “Io ti voglio”. Penetrò con più forza il suo dito, dicendo implicitamente al biondo che cosa voleva fargli.
Naruto boccheggiò. “Sasu...bast-ah!” gridò quando quel fascio di nervi, già stimolato, mandò una deliziosa sensazione n tutto il suo corpo. Sasuke doveva aver notato lo stato del biondo perché invece di allargarlo, era occupato a toccare quel punto. Naruto sarebbe venuto se non avesse tolto le sue dita così come il dito dell'altro.
Si strofinò contro Sasuke, bilanciando il suo peso sulle sue gambe, sollevandosi, tenne l'erezione del moro con una mano ed infine abbassò lentamente il suo corpo, inglobando il compagno dentro di sé.
Le labbra di Sasuke si separarono per lasciare spazio ad un profondo gemito proveniente dal suo petto. Questo era il momento che stava aspettando. Il momento in cui sarebbe stato circondato dal calore di Naruto... quando il suo pene averebbe abbracciato la sua strettezza.
Ah- la sensazione sollevata da tale momento era inebriante, assuefante e opprimente tanto che gli ci volle un po' per realizzare che Naruto aveva iniziato a muoversi. Le sue mani afferrarono le cosce brunite, sentendo i muscoli dei suoi palmi tendersi quando Naruto si mosse verso l'alto.
Il biondo gemette. Amava quando Sasuke era dentro di lui. Amava ancora di più quando invece di essere penetrato, era lui che si lasciava penetrare da Sasuke. “Sasuke”, gemette, desiderando di più. “Sasuke”, miagolò, la vista che si annebbiava. “Sasuke”, ansimò. Coprì le mani diafane con le sue e le guidò su, perché una restasse su uno dei suoi fianchi e l'altra si avvolgesse intorno alla sua erezione gocciolante.
Sasuke soffocò il bisogno di iniziare a penetrare a sua volta, poiché Naruto non gliene aveva dato il permesso. Doveva aspettare e sperare che Naruto glielo chiedesse presto.
Sbrigati, pregò mentalmente.
Naruto piantò le mani ad entrambi i lati della testa del moro per supportare il suo peso mentre si piegava in avanti. I suoi occhi annebbiati incontrarono quelli di Sasuke che erano nello stesso stato. “Allora?” sussurrò.
Sasuke ghignò e senza sprecare un secondo di più, si spinse con forza nel biondo, facendolo gridare.
“Naruto...” ansimò.
“Più forte”, lo incitò Naruto, che si stava già perdendo nell'oceano di passione.
“Okay”, disse il moro tra i grugniti. “Affonderò di più”. E questo fu ciò che ditte. Stava allargando troppo Naruto, probabilmente era vicino a fargli male, ma era troppo eccitato per fermarsi ed anche il suo compagno era troppo occupato a cavalcarlo per lamentarsi, per non dire notarlo.
“Sa-nngh”. Naruto chiuse forte gli occhi. Sasuke lo raggiunse più a fondo... più a fondo... verso la fine. C'era dolore, ma era ottenebrato dal piacere... dalla consapevolezza di Sasuke, il suo Sasuke che lo stava penetrando. Con qualcosa di affine ad un grido, venne e la sua schiena scattò in un perfetto arco.
Con il calore che lo strinse e l'erotica immagine che Naruto gli fornì venendo, Sasuke lo seguì oltre l'orlo.
Dopo aver guidato fuori il loro orgasmo, un Naruto soddisfatto e privo di forze si accasciò su Sasuke.
Occorse un lungo istante ad entrambi per ricomporsi e quando lo fecero, rimasero in silenzio, beandosi nello splendore del post- orgasmo.
Quando Naruto si accoccolò più vicino al suo petto, il pollice di Sasuke iniziò quasi immediatamente a tracciare dei cerchi sulla schiena imperlata di sudore del biondo in modo rilassante.
In quel momento di silenzio e calma, Sasuke espresse a parole i suoi sentimenti e confessò, “Ti amo”. Sentì il suo amto irrigidirsi giusto dopo che le parole erano state emesse nell'aria. Era una buona reazione questa? O-
Si scostò per vedere il compagno, “Lo hai detto finalmente!” formulò senza fiato Naruto.
“Dubitavi dei miei sentimenti?” domandò beffardo il moro, le sopracciglia che aggrottavano leggermente.
“Cavolo no!” disse il biondo distogliendo lo sguardo con leggero imbarazzo, per poi continuare, “Le azioni parlano più forte delle parole, ma qualche volta, per me, le parole hanno più peso”.
“Heh.”
Il biondo, non amando una tale reazioni apatica, tirò fuori la lingua all'indirizzo del moro e orbottò, ma un sorriso stava tentando di irrompere sulle sue labbra.
“E?” mormorò Sasuke, il pollice sinistro che sfiorava il labbro inferiore dell'altro.
L'amato si accigliò. Ovviamente, non aveva capito la domanda o quanto i suoi occhi fossero pieni di aspettative mentre lo fissava in attesa. I secondi ticchettarono e Narutno non aveva ancora detto nulla. “E?” ripeté. Una vena sulla sua tempia iniziò a pulsare perché era chiaro che il dobe non aveva capito. “E?” ripeté, questa volta con l'impazienza a tingere la sua voce.
Naruto sorrise come la comprensione lo colpì. Prese il pollice che scorreva sul suo labbro e v premette sopra un bacio. Con le iridi focalizzate sul compagno disse, “Ti amo anch'io, Sasuke-teme”.
“Dobe”, sbuffò l'altro e premette velocemente le loro labbra assieme. Facendo scorrere la sua boccca sul collo ambrato, per poi sussurrare, “Andiamo a letto”.
“Perché il nostro letto è più grande e comodo?”
“Esattamente”.
Naruto rise, avvolgendo rispettivamente le sue braccia e le sue gambe intorno alle spalle e alla vita di Sasuke e dicendo arrogantemente, “Non dovevi portarmi a letto un'ora e mezza fa?”
-SasuNaru is love-
Naruto sorrise come si sveglio pian piano. Non riusciva a fare a meno di sorridere perché il suo corpo era così leggero ed il suo cuore stava sprizzando di gioia, facendolo sentire perfetto e bellissimo. Rotolò sulla schiena, una mano in cerca di un corpo caldo. Quando realizzò che l'altro lato del letto era vuoto, fu solo in quel momento che il suo cervello registrò il profumo della colazione e del caffè che penetrava nelle sue narici.
Sasuke stava preparando la colazione. Inalò e soggiunse, colazione giapponese. Ovviamente, il suo stomaco ne era lieto perché stava brontolando. Occhieggiò l'orologio ed imprecò. Odiava quando era sveglio prima che l'allarme suonasse, ma dal momento che non sentiva più sonno, nonostante l'ora a cui si erano addormentati, Naruto decise di alzarsi dal letto.
Contrasse il volto in una smorfia quando sentì un po' di seme di Sasuke colare tra le sue cosce. Afferrando la loro lenzuola, in procinto di finire in lavatrice, asciugò via il liquido dalla pelle e andò in bagno.
Pochi minuti più tardi, stava uscendo dal bagno proprio mentre Sasuke stava entrando nella loro stanza, il quale lasciò che i suoi occhi vagassero sulla sua forma ancora nuda, per annunciare, prima di tornare in cucina, “Colazione”.
“'Giorno anche a te, bastardo”, gli gridò con affetto Naruto mentre si metteva su una maglia pulita e un paio di boxer prima di seguire il moro a tavola.
Quasi tutte le volte, quando facevano colazione, il notiziario del mattino avrebbe fatto da sottofondo, ma non oggi.
Oggi, c'era solo silenzio -un confortevole e amabile silenzio. Stavano semplicemente mangiando in silenzio, gettandosi occhiate furtive e scambiandosi sorrisi dolci. Se qualcuno si fosse preso il disturbo di guardare sotto il tavolo, avrebbero visto che le loro gambe erano incrociate assieme.
Naruto alzò lo sguardo dalla colazione quando il moro si alzò su.
“Devo andare via ora, devo andare in ufficio il più presto che posso”, gli disse.
Ondeggiò la mano in dismissione. “Va bene. Laverò tutto io. Grazie per aver preparato la colazione”.
Sasuke annuì. “Allora io metterò le lenzuola e le coperte nella lavatrice”.
“Mi faresti un piacere”, replicò il biondo ritornando a mangiare.
Dopo un po', Sasuke emerse dalla loro camera da letto, fasciato in un abito da sartoria. Aveva visto il suo compagno in abito d'affari un milione di vole, ma la reazione del suo cuore era sempre la stessa. Il giovane appariva autoritario, intelligente e bellissimo. Sempre bellissimo.
Sorrise quando le iridi scure si concentrarono su di lui.
“Lavora sodo, Sasuke”, disse il biondo.
Sasuke annuì e stava per continuare a camminare verso la porta d'ingresso quando si bloccò e disse “Lavora anche tu sodo, Naruto”.
Non perse la sorpresa sul volto ambrato o il modo in cui quelle iridi azzurre e mozzafiato si illuminarono di mera gioia ed il sorriso che seguì quasi fece cedere le sue ginocchia. Diede al biondo un piccolo sorriso prima di riavviarsi verso la porta.
Naruto voltò il capo alla finestra e socchiuse leggermente gli occhi alla morbida luce che filtrava attraverso il vetro come fissava il cielo azzurro. Oggi starebbe stato un altro giorno fantastico.
Sasuke rimase in piedi fuori dal loro appartamento per qualche secondo per ricomporsi prima di incamminarsi verso l'ascensore. Anche se quel giorno era appena iniziato, si sentiva così realizzato e sapeva che niente avrebbe potuto rovinare il suo umore. Quando il suo cellulare squillò con la suoneria polifonica di una chiamata in entrata, lui, nella sua calma felicità, rispose senza preoccuparsi di guardare il nome sul display.
“Sasuke”, venne la voce fin troppo familiare, “Io, Deidara e Kisame arriveremo a Tokio a l'una, oggi. Vorremmo vedere te e Naruto. Spero che la nostra visita non sia un problema”.
Sasuke si accigliò. Sapeva fin troppo bene cosa intendeva Itachi. I tre avrebbero cenato da loro e quando la sera fosse venuta, Deidara e Kisame sarebbero andati al loro hotel mentre Itachi sarebbe rimasto a dormire nella loro camera degli ospiti. “A dire il vero, è un pr-”
“Come pensavo, non lo è. Allora ci vediamo”.
Prima che potesse anche solo protestare, Itachi aveva riagganciato. Sasuke fulminò il suo telefono. Aveva parlato troppo presto. Avrebbe dovuto saperlo che c'era sempre una persona che non mancava di rovinargli l'umore con i suo brevi soggiorni.
Fine.
Edited by trinh89 - 28/1/2009, 16:03
quando sasuke capisce tutto l'impegno che naruto sta mettendo nel lavoro.....oddio mi si è stretto il petto!!!e quando gli dice che lo amaa?!?!?!?!?!?!!!!!!!oddio....non credevo che l'avrei mai letto!!XD e il pezzo iniziale in cui sasu parla dei rapporti coi vari genitori!!!mi sn sentita veramente sollevata nel leggere di fugaku, sul serio....mi sembra sdi aver vissuto le ansie, i dolori e le gioie come se fossi stata lì....!!!adoro quando una fafiction mi fa sentire così partecipe, e di solito per me qulle di questo tipo sono le migliori!!!!
anche se logicamente preferisco leggere la tua che è già tradotta!! *macchan ha appena finito di allestire la montagna di doni per la sua trinh-sama......prima o poi riuscirà ad eseguire il teletrasporto e glieli porterà* 
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