Titolo: The Uchiha Couple (La coppia Uchiha).
Autore originale:
asashouryuu.
Traduttrice: trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale:
http://www.fanfiction.net/s/2922292/1/The_Uchiha_CoupleDisclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: SasuNaru.
Rating: yaoi, mpreg, what if.
-Capitolo 5: In un momento di rabbia e dolore. 夫婦げんか...
Naruto ed il suo team si trovavano in una missione recupero di livello S. Il recupero era stato alquanto difficile e aveva lasciato i suoi tre membri leggermente feriti, ma erano comunque riusciti a prendere la statuetta di giada che conteneva delle informazioni preziose. Tuttavia avevano dei ninja alle calcagna di cui sbarazzarsi tutti in una volta, così avevano piazzato delle carte esplosive perfettamente nascoste intorno all'area. Era una perfetta zona della morte in cui i loro inseguitori sarebbero entrati, “-bang!-” e poi non sarebbero stati null'altro che cenere.
Era perfetto, ma nella fretta, uno dei suoi compagni fece accidentalmente cadere la statuetta da qualche parte nella zona nera e “accidentalmente” non era mai e mai sarebbe stata una bella cosa, specialmente nella loro professione. Non avendo la possibilità di disattivare il detonatore, Naruto decise di rischiare la sua vita dal momento che era colui con più possibilità di sopravvivenza grazie a Kyuubi.
“Capitano!” esclamò uno di loro, ma il biondo era già entrato nell'area. Dopo pochi secondi di ricerca, trovò la statuetta e la lanciò al suo team.
“Capitano, che ne sarà di lei?” disse una ANBU, c'era una punta di paura nella sua voce.
“Dimenticatevi di me. Andate e basta”. Era un ordine e sebbene fosse doloroso, non ebbero altra scelta che obbedire.
Gli inseguitori entrarono nella zona proprio mentre Naruto, a tutta velocità, se ne andava. Ma anche con la sua rapidità, sentì comunque l'impatto dell'esplosione, che lo fece sbandare facendogli colpire la testa su un sasso, che gli causò una momentanea cecità, mentre il suono dell'esplosione gli fece perdere temporaneamente l'udito. Inghiottì le grida di dolore come delle schegge lo trafissero. Sapeva che Kyuubi avrebbe speso una lunga notte a curarlo e mormorò delle scuse al suo gentile inquilino.
-Sbrigati e vai via da qui, piccolo-
Naruto grugnì. Non aveva voglia di muoversi. Si sentiva magnificamente così come era, disteso a terra con il cielo così limpido, alto e blu. Chiuse gli occhi, immergendosi in quella sensazione delirante fra le braccia di Morfeo. Era vicino al confine, quando un ricordo di quattro giorni prima lampeggiò nella sua mente velocemente e lentamente allo stesso tempo.
-FLASHBACK-
Naruto si svegliò al profumo del caffè che filtrava nella loro stanza. Alzò lo sguardo intontito e trovò Sasuke che portava un vassoio verso il loro letto.
“'Giorno, Sasuke” salutò mentre si tirava su a sedere e si spostava a lato per permettere al marito di sedersi. Sorrise quando vide un girasole sul vassoio insieme alla colazione.
“Girasole?” mormorò, lasciando che le sue labbra sfiorassero la tempia sinistra di Sasuke.
“Sì. Mi ricorda me. Proprio come il girasole, io seguo il sole”, replicò significativamente.
“Perché la colazione a letto?” Naruto stava davvero apprezzando il nuovo lato di Sasuke -dolce e premuroso.
“Perché stai per partire per una missione di una settimana. La casa non sarà la stessa senza di te”.
“Ma anche tu hai una missione, giusto?” Questa volta, porse un piccolo pezzo di pane verso la bocca del moro e tremò quando quelle labbra sensuali sfiorarono la punta delle sue dita.
“Ci vorranno solo tre giorni,” replicò Sasuke e con le bacchette offrì a Naruto un pezzo di uovo fritto.
Senza dire niente, Naruto posò le sue labbra sul collo del moro e succhiò, lasciando un succhiotto. Baciò il segno e mormorò, “Tornerò prima che sparisca”.
“Aspetterò”, fu la risposta prima che Sasuke catturasse le sue labbra in un bacio mozzafiato.-FINE FLASHBACK-
L'ultima frase di Sasuke echeggiò nella sua mente cacciando via il sonno. Assordato, ferito e leggermente accecato, si affidò ai suoi istinti demoniaci per raggiungere la sua squadra. Per quanto agonizzante fu il viaggio, li raggiunse alle porte di Konoha dove collassò tra le braccia di uno dei suoi compagni.
Sono a casa, Sasuke...-SasuNaru is love-
Sasuke marciò lungo il corridoio dell'ospedale. L'aura che emanava, contrastava completamente con lo sterile bianco delle pareti e del pavimento. Camminò, gli occhi fissi in avanti, totalmente sordo ai risolini ed ai sussurri di alcune infermiere.
Sasuke non aveva finito di ascoltare ciò che Hinata gli stava dicendo, ma non ne aveva bisogno.
Solo il nome di sua moglie e la situazione in cui si trovava, furono sufficienti perché si dirigesse verso l'ospedale con il sangue che ribolliva non di desiderio, ma di rabbia. E quella rabbia scoppiò quando irruppe nella stanza dove un Naruto cosciente era ora sotto le cure di Sakura.
“Sasuke!” lo salutò Naruto, felice di vedere suo marito, ma tutta quella felicità fu disintegrata e rimpiazzata da prudenza come percepì la furia proveniente dal corpo dell'altro.
Sasuke doveva essere sollevato nel vedere che Naruto stesse già bene, ma questo invece lo fece arrabbiare ancora di più. Gli faceva solo realizzare quanto fosse stato vicino dal perdere Naruto per colpa della sua stupidità. La paura che strinse il suo cuore con quella consapevolezza lo irritò maggiormente.
“Che diavolo stavi pensando?” disse con voce bassa. Quando era arrabbiato, Sasuke non gridava mai. Preferiva parlare lentamente, cosicché la sua rabbia rendesse la sua voce più profonda e pericolosa. “Per l'amor di Dio. Naruto, era solo una statuetta. Perché rischiare la tua vita?”
“Era una missione, Sasuke”, ribatté Naruto senza pensarci. Non gli era mai piaciuto quando l'altro si arrabbiava a quel modo e lo odiava il doppio quando ne era lui il destinatario, il che era sempre.
“Al diavolo la missione”, ruggì. “perché l'hai dovuto fare tu di persona? Hai il Kage Bushin, ricordi?”
Sì, aveva quello, ma in qualche modo se lo era ricordato quando era ormai troppo tardi.
“Me lo ricordavo, ma ero già dentro la zona nera”.
Alla sincerità della risposta il ninja dai capelli corvini si infuriò ancora di più. Voleva strangolare il biondo per la sua stupidità.
“Sei più stupido di quanto pensassi. Non sarai mai un Hokage, il che è un bene perché come tutti, io non servirò mai un leader stupido”. Sasuke seppe di aver detto troppo quando quelle iridi azzurre divennero tanto turbolente quanto l'oceano in tempesta. Se sentì un mostro quando le lacrime caddero. “Naruto-”
“Va via, Sasuke” disse Naruto con calma, totalmente in contrasto con ciò che stava provando in quel momento.
Senza una parola, lasciò la stanza con un piccolo 'poof'.
Sakura, che qualche secondo prima si era silenziosamente preoccupata che Sasuke potesse esplodere per la rabbia, come poi era accaduto, lo guardò, divisa in due sul compatirlo o sul sgridarlo per aver detto troppo. Ma in parte comprendeva i sentimenti di entrambi i suoi amici, perciò rimase in silenzio e osservò come il moro uscì dalla stanza.
Dopo essersi calmato, Sasuke iniziò a cercare il biondo. Conoscendo Naruto, andò a visitare Iruka.
“Sasuke!” lo salutò Iruka con un gran sorriso. Sapeva che quando Sasuke era alla sua porta, significava che anche Naruto era con lui. Si accigliò quando non vide il biondo o un qualsiasi segno della sua presenza. “Dov'è Naruto?”
Alla domanda, l'Uchiha seppe che sua moglie non era lì. Allo stesso tempo stava pensando a cosa rispondere senza morire per le mani dell'insegnante di natura solitamente dolce in un nanosecondo. Dirgli che aveva ferito Naruto senza ragione sarebbe significato per lui essere scuoiato vivo, rotolato nel sale e messo sottaceto. Se avesse risposto che aveva perso sua moglie, che in quel momento era la verità visto che non lo aveva trovato nemmeno nei posti che frequentava solitamente, si sarebbe ritrovato le ossa rotte una ad una. Ovviamente, non poteva scappare alla morte, quindi optò per una meno dolorosa.
Iruka guardò Sasuke in attesa, mentre la mente di quest'ultimo lavorava al massimo. Poiché non riusciva a trovare una risposta che comportasse ciò che aveva scelto, decise di mentire anche se sapeva che il maestro se ne sarebbe accorto.
“Naruto manda i suoi saluti e vorrebbe averti a cena da noi fra due giorni”, disse dandosela a gambe levate, senza nemmeno voltarsi per vedere l'espressione del chuunin.
Continuò a cercare il biondo. Sapeva che non poteva essere fuori con Neji, Lee, Ino, Tenten, Shikamaru e Chouji perché erano in missione. Non poteva nemmeno essere con Sakura ed Hinata perché erano ancora al lavoro in ospedale; quindi rimanevano Shino, Kiba o... rabbrividì al pensiero che il suo biondo passasse del tempo con quel ragazzo.
Fortunatamente, scorse Kiba e Shino provenire dai campi di allenamento occidentali.
“Avete visto Naruto?” domandò ad entrambi, saltando ogni forma di saluto.
Kiba scosse il capo mentre Shino rispose “Trenta minuti fa al parco. Sembrava triste. Avete litigato?”
“Bel tempo, vero?” annunciò una voce melodiosamente, risparmiando a Sasuke di rispondere.
L'Uchiha ringhiò internamente. Non aveva il tempo per i giochetti del ragazzo e dei suoi sorrisi vuoti.
Sai continuò a rivolger loro il suo falso sorriso. Non si preoccupò quando l'Uchiha lo fissò infastidito. Non era suicida, ma gli era sempre piaciuto provocare Sasuke e pensò che quel momento fosse il migliore per farlo. “Ho visto Naruto un minuto fa”, formulò ed il suo sorriso si ampliò quando l'altro ninja lo guardò con qualcosa di affine alla speranza per poi bastonarlo duramente con “Stava mormorando qualcosa sulla domanda di divorzio”. Soffocò una risata che minacciava di scoppiare dalle sue labbra quando Sasuke impallidì prima di lasciare il posto a tutta velocità, nessun dubbio che fosse diretto verso l'ufficio amministrativo.
“E' così grave la situazione?” domandò Kiba e Sai rispose semplicemente sorridendo misteriosamente.
Il battere del suo cuore era assordante mentre Sasuke si precipitava verso la torre dell'Hokage. Guardò avanti con gli occhi che bruciavano per le lacrime che si impediva di versare. Nella rabbia di aver quasi perso il biondo in una missione, lo aveva perso. Aveva incasinato tutto oltre ogni limite. Era fottuto alla grande. Doveva fare tutto ciò che era in suo potere per fermare Naruto dal lasciarlo. Tutto, ma sarebbe bastato? Una nuova ondata di panico lo investì.
“Sasuke”, udì Kakashi dire come quest'ultimo gli corse a fianco. “Non dovresti essere con Naruto?”
“Sto andando da lui”, rispose in modo terso.
“Beh, allora stai andando nella direzione sbagliata”.
Sasuke si bloccò e fissò il jounin dai capelli argentati che si fermò a sua volta. “Non aveva un bell'aspetto così l'ho seguito in silenzio”.
“E?” quasi schioccò il ninja più giovane.
“E' nel campo di allenamento di casa vostra”.
Sasuke allora impennò verso il complesso Uchiha lasciando il jounin che, grazie alla velocità del giovane, ora esibiva dei capelli scarmigliati dal vento.
Sasuke sospirò sollevato quando vide Naruto seduto su una roccia. Una figura solitaria così desolata che lo fece sussultare.
“Naruto-”
“Ti avevo detto di andare via!” fu la risposta infuriata.
“Io non me ne vado. Il mio posto è qui con te”.
Naruto avrebbe detto a Sasuke che era molto dolce da parte sua, ma era così arrabbiato e ferito che fulminò il compagno e basta.
“Bastardo”.
“Non è una novità a dire il vero”. Quando Naruto iniziò ad ignorarlo, Sasuke entrò in panico. Era questa la fine? Cinque mesi che erano sembrati un secondo? Aveva completamente reciso tutti i legami con quelle semplici parole? Per la prima volta nella sua vita, Sasuke si trovò in ginocchio, a pregare per il perdono. Appariva così patetico che Naruto avrebbe riso; si sarebbe gettato verso il moro e perdonato. Ma non si sentiva in vena di fare quelle cose. Non questa volta.
Vedendo che il suo tentativo era stato inutile, si sedette contro la roccia, stando con sua moglie sebbene fosse una compagnia sgradita. “Starò qui con te, non importa per quanto tempo”.
Naruto sbuffò, quando pochi minuti più tardi, suo marito se ne andò senza una parola. Troppo per le sue parole, pensò, alzando gli occhi al cielo.
Se doveva essere totalmente onesto, allora avrebbe dovuto sapere che era colpevole di non aver perdonato l'altro quando aveva gettato via il suo orgoglio inginocchiandosi e Dio sapeva quanto grande fosse l'orgoglio Uchiha, ma sfortunatamente lui no.
Naruto continuò a meditare. Era ferito dalle parole di Sasuke, ma questa non era una novità perché il bastardo riusciva sempre a ferirlo, che fosse intenzionale o meno. Ma l'attacco verbale nella stanza dell'ospedale era stato inaspettato e ciò gli aveva fatto ancora più male. Naruto guardò oltre la sua spalla sinistra quando avvertì di nuovo la presenza di Sasuke. Questa volta aveva un po' di cose con sé.
Sasuke se ne era andato a prendere un po' di cose, immaginando che sarebbero stati lì tutta la notte e Dio sapeva fino a quando. Aveva con sé due ciotole di miso ramen dell'Ichiraku, tre pezzi di onigiri; tre thermos ognuna contenente caffè bollente, tè e cacao perché non sapeva cosa volesse il suo amore; ultimo ma non meno importante, aveva portato due coperte sapendo che Naruto avrebbe rifiutato di dividerne una con lui. Offrì il ramen al suo compagno, “Prendi. Non mi aspetto nulla in cambio”, Quando il biondo annuì e lo prese senza una parola, Sasuke si sedette a terra e mangiò in silenzio il suo pasto.
Il sole era tramontato, ma loro ancora non si stavano parlando, il che era un primato. Il loro matrimonio era come uno qualsiasi -discutevano e combattevano. Tuttavia, come se ci fosse stato un tacito accordo, risolvevano sempre le cose prima del tramonto, questo, sino ad ora.
-SasuNaru is love -
Naruto si svegliò nel mezzo della notte sentendosi vuoto; troppo solo per i suoi gusti e freddo che non aveva nulla a che fare con la fredda brezza notturna. Si guardò intorno e trovò il suo compagno a pochi passi da lui, addormentato. Gli mancava.
In silenzio, scivolò sotto la coperta di Sasuke, avvolse l'altra coperta sopra di loro, poi si accoccolò contro la schiena del marito. Sorrise come senti il suo calore.
Sasuke si svegliò e si voltò. “Naruto?” chiese, incerto se fosse solo un sogno. “Mi sei mancato”, sentì il biondo sussurrare. Fissando quelle due iridi azzurre e assonnate era sul punto di scusarsi quando sentì morbide labbra premere contro le sue. Aprì la bocca, incontrando la lingua di Naruto a metà strada. Quando si separarono, Naruto stava per scusarsi, ma Sasuke lo zitti con un altro bacio.
Dopo un po', Sasuke gli domandò con un ghignò, “Questo significa che non continuerai con il divorzio?” Naruto lo guardò così sorpreso e confuso che proseguì, “Sai ha detto che ti ha sentito mormorare circa il divorzio”.
“Io non ho menzionato nulla del genere, tanto meno pensato”, Naruto, non volendo stare allo scherzo malato dell'amico questa volta specialmente quando il loro matrimonio era ancora agli albori, ribatté. “Ti amo, inclusi i tuoi difetti ed il tuo essere un bastardo, bastardo”.
Il panico e la paura che erano costantemente cresciuti in lui, si dissiparono come udì quelle parole. Sasuke avvolse le braccia intorno a sua moglie, attirandola più vicino a sé. Quello scherzo di Sai non gli fece più odiare il ragazzo, no, lui lo detestava ora. Giurò di rompere quella maschera sorridente con il suo Sharingan, ma per adesso, avrebbe assaporato la sensazione dell'avere un Naruto dormiente tra le sue braccia sotto il cielo notturno trapuntato dalle stelle.
Continua...
Edited by trinh89 - 13/3/2009, 14:01
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