Titolo: The Uchiha Couple (La coppia Uchiha).
Autore originale:
asashouryuu.
Traduttrice: trinh89.
Lingua originale: inglese.
Link all'originale:
http://www.fanfiction.net/s/2922292/1/The_Uchiha_CoupleDisclaimer: tutti i personaggi di questa fan fic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: SasuNaru.
Rating: yaoi, mpreg, what if.
n/t: questo capitolo ha due finali!
-Capitolo 6: Sottocopertura... 最高の(最悪の.
“CHE COSA?”, gridò ad alta voce Naruto nella sua Oiroke no Jutsu, rompendo il silenzio mortale e spaventando gli uccellini, mentre le parole del pervertito venivano finalmente registrate nella sua mente. Era così sorpreso che non realizzò nemmeno di aver sciolto il suo jutsu.
Mio Dio, in cosa mi sono andato a cacciare?Accanto a lui, suo marito rimase composto, ma se qualcuno lo avesse guardato attentamente, avrebbe visto una vena pulsare sulla sua fronte.
In cosa si è andato a cacciare il mio dobe ‘stavolta? Pensò Sasuke. Il trentenne davanti a loro era serio però, lo sapeva e questo lo fece irritare ancora di più.
Naruto deglutì come sentì l'aura omicida dell'ANBU moro. Non sapeva chi volesse uccidere. Era lui? Jin? O Entrambi?
“Sta a te, Naruto-kun” disse Jin casualmente, ben sapendo che il biondo aveva le mani legate. “Dopotutto, sei tu quello che vuole la mappa, giusto?”
“Ci puoi dare tempo per discuterne?” domandò Sasuke, sfidando l'uomo a rifiutare.
Jin rise, “Certo”. Guardando il biondo aggiunse, “Naruto-kun, se la tua risposta sarà positiva allora ci vediamo qui alle sette. E, oh, indossa questo!” spinse poi una scatola nelle mani del biondo.
Sasuke, in maniera sprezzante, si alzò e se ne andò. Naruto lo seguì immediatamente, preferiva l'ira del suo compagno che la compagnia di quell'uomo pervertito.
L'erede degli Uchiha era così arrabbiato che tutti per la strada che portava alla locanda in cui stavano alloggiando potevano percepire la sua rabbia, facendosi di conseguenza da parte perché passasse. Il sangue gli stava ribollendo e voleva distruggere qualcosa o uccidere qualcuno. Questa missione doveva essere facile, ma grazie al suo dobe era diventata tutto fuorché semplice. Digrignò i denti come ricordava gli eventi che avevano portato a quel impiccio.
FLASHBACK
“Un'epidemia si sta diffondendo in un piccolo villaggio del Paese del Tè. C'è una medicina a questo, ma l'ingrediente principale è quasi estinto. Solo un uomo sa dove si trova la pianta necessaria”, disse Tsunade mentre li guardava con le dita intrecciate.
“Allora, dov'è quest'uomo? Qual è il suo nome?” domandò un Naruto estatico.
“Il suo nome è Akasaka Jin. Vive nel primo villaggio che incontrerete entrando nel Paese dell'Acqua”. Poi la donna si raddrizzò sulla sedia e disse in tono autoritario e serio, “Uchiha Sasuke e Naruto, la vostra missione è di farvi prestare la mappa e recuperare la pianta”.
I due annuirono. Per metà pomeriggio avevano raggiunto il Paese dell'Acqua e dopo un paio di domande erano stati in grado di localizzare la casa di Akasaka e incontrare colui che stavano cercando.
Jin era il figlio di un rinomato dottore di un altro villaggio che aveva lasciato gli studi di medicina per dedicarsi all'arte. Suo padre sebbene rattristato dalla sua decisione, lo aveva sostenuto. Dieci anni dopo, si era ritirato dalla sua professione e aveva condotto una vita tranquilla.
Era un uomo molto chiacchierone ed esibizionista secondo Sasuke. Infatti era così frenetico per il moro che lasciò a Naruto il compito di occuparsi dell'uomo. Il biondo gli disse dell'epidemia e della loro missione.
Jin si prese un momento per sorseggiare il suo tè prima di sorridere e rispondere, “No. Mi rifiuto di darvi la mappa”
Sasuke lo fulminò mentre Naruto si accigliò.
“La stiamo solo chiedendo in prestito,” insisté il ninja più giovane.
“Lo so, ma non sono un eroe che va a dare un ricordo del padre ad uno sconosciuto”.
Secondo Sasuke l'uomo era chiacchierone, esibizionista e superficiale. Prima che potesse dire altro, Naruto aveva composto dei sigilli e pochi secondi più tardi ci fu uno sbuffo di fumo come si trasformò nella sua forma femminile.
“Ti sembro un'estranea ora?” domandò con voce sensuale mentre si metteva seduttivamente in posa. Internamente, Naruto sorrise fiducioso e si preparò per la sua danza della vittoria sapendo che nessun uomo poteva resistere dal dargli ciò di cui aveva bisogno e voleva quando usava quella tecnica.
Gli occhi di Jin erano usciti dalle orbite e la saliva era colata da un lato della sua bocca. Il desiderio che aveva provato per il giovane nel momento in cui i suoi occhi si erano posati su di lui si intensificò nel vederlo nella sua forma femminile. Interessante.
“Mi piaci”, disse, asciugandosi la baca che colava dalla sua bocca e il sangue dal naso. I suoi occhi si ridussero a due fessure in un'espressione astuta come un'idea illuminò la sua mente. “Se vuoi così tanto la mappa allora dammi il tuo corpo per una notte”.
FINE FLASHBACK
La reminiscenza di Sasuke terminò come raggiunse la loro stanza alla locanda, seguito da Naruto che ovviamente aveva preso la sua decisione.
“Sasuke, io ho deciso-” sussultò sorpreso quando il bastardo lo spinse non troppo gentilmente contro la porta, gli occhi puntati nei suoi.
“Io ho deciso molto tempo fa, dobe, che tu sei mio”, fu tutto ciò che disse prima di dargli un bacio rude -una punizione per lo stupido atto. “Non permetterò a nessuno di toccarti”.
Naruto si aspettava un altro bacio violento, ma tutto ciò che ricevette fu un bacio passionale e dolce che ridusse a gelatina le sue gambe.
“Ma questo è l'unico modo idiota,” ribatté il biondo qualche secondo più tardi. Non potevano minacciare l'uomo ne posare un dito su di lui. Per quanto detestasse ammetterlo, non c'era altra via d'uscita.
“Allora lasciamo perdere la missione. Ci deve essere un altro moro”.
Il biondo si strinse a lui, gli occhi sgranati e disperati, “Ma questa non è solo una missione, Sasuke. Quelle persone del villaggio moriranno. Non voglio che accada questo!”
“Quindi sei d'accordo di rischiare il tuo onore per la vita di estranei?” domandò furioso. Lo frustrava mortalmente che il suo dobe avrebbe fatto qualsiasi cosa per salvare una vita.
Trova significato nella sua esistenza solo sacrificando tutto ciò che ha per una persona?“Tu conosci il dolore di perdere una famiglia quindi ti prego lascia che quelle persone, anche se estranee, non provino lo stesso!”
“Tu sei più importante per me, usuratonkachi”.
“Ne Sasuke, mi ami?”
Lo shinobi più grande lo fissò, chiedendosi la ragione di quell'improvvisa domanda e per quale motivo la loro conversazione stesse portando a quel tipo di domande.
“Se veramente mi ami, allora non ti dovrebbe importare di che cosa succede al mio corpo”.
Naruto e il suo modo di pensare. Sul serio, Sasuke lo afferrò per le spalle e lo scosse tre volte sperando di fargli entrare il messaggio in testa. “Dannazione! Io ti amo ed è per questo che non permetterò che il tuo corpo venga sporcato”.
Stava per convincere Naruto a riconsiderare la sua scelta con i suoi baci, ma il suo compagno lo spinse via. “Questa non è una discussione dove puoi convincermi con i tuoi tocchi ardenti”.
Sasuke lo guardò e lo fulminò di rimando. Per un minuto intero i due si fulminarono a vicenda prima che il moro distogliesse lo sguardo.
“Fai quello che vuoi.” Poi lasciò la stanza e per buona misura sbatté la porta così forte che la parete vicina vibrò.
“Scusami Sasuke” sussurrò mentre tirava fuori il kimono dall'aspetto decisamente costoso con un design artistico abbinato ad un obi sfavillante.
-SasuNaru is love-“Ah Naruto-kun, sei qui prima di quanto mi aspettassi” lo salutò Jin dal suo cortile, ovviamente entusiasta del tempo che avrebbero trascorso l'uno con l'altro. Naruto sorrise semplicemente. Dall'esterno appariva freddo, ma dentro era tutto fuorché questo. Nessun uomo lo aveva toccato intimamente oltre a Sasuke. Un momento, questo non suonava giusto. Lui non aveva mai permesso a nessun uomo di toccarlo intimamente oltre all'Uchiha e ora questo stava per cambiare e non poteva fare a meno di temere l'attività che Jin aveva in servo per loro.
“Hai già cenato?” nonostante l'uomo fosse educato e si dimostrasse ospitale, Naruto riusciva a vedere la brama e la lussuria nelle scure iridi color ametista. Irritazione e disgusto resero il suo tono tagliente come disse, “Concludiamo ciò che dobbiamo e basta, okay?”
L'uomo più grande sorrise semplicemente in maniera indulgente e prese il biondo per mano conducendolo in casa attraverso la porta sul retro, portandolo al piano superiore alla sua camera da letto. Lo shinobi era troppo occupato a darsi qualche parola di sostegno che non si rese conto di quanto l'uomo avesse accuratamente preparato la stanza per la loro notte selvaggia.
La camera profumava di qualcosa di sufficientemente dolce da stuzzicare il naso di chiunque e farne desiderare di più. La luce della stanza era emessa da numerose candele situate nei diversi angoli. Il luminoso blu delle lenzuola di seta sembravano l'acqua di una cascata come toccavano il tappeto sul pavimento.
Jin lo studiò apertamente ammirando allo stesso tempo la bellezza che era sua per quella notte. “Naruto”, iniziò dolcemente, “se vuoi la mappa allora farai meglio ad assicurarti che entrambi ne traggano piacere da questo”.
L'altro lo guardò con occhi che avrebbero potuto sedurre anche un santo. Lo sguardo vulnerabile che gli stava rivolgendo gli fece quasi perdere il controllo. Non aveva mai creduto possibile che un ninja potesse avere un simile sguardo. Sentì Naruto irrigidirsi come le sue dita accarezzarono la parte esposta del suo collo. “Sei sicuro della tua decisione?”
Lo shinobi annuì semplicemente, temendo che se avesse aperto bocca avrebbe detto qualcosa di contrario. Per la missione... per gli abitanti del villaggio..., si disse.
“Sto aspettando, Naruto,” disse Jin con voce melodiosa impregnata di impazienza.
Uno sguardo seducente che rivaleggiava quello di una cortigiana graziò il suo voltò e poi il giovane sussurrò piano e senza fiato, “Baciami”.
Il primo contatto delle labbra di Jin con le sue gli fecero desiderare di scostarsi e quando sentì la lingua dentro la sua bocca, quasi si alzò la bile dentro di lui. L'unica persona che aveva fatto questo a e con lui non era lì. Erano solo lui e Jin, soli in quella stanza. Ma poi, lui era con Jin, ma questo non significava che non poteva fingere che il moro fosse Sasuke. La sua mente prese un'immagine sexy dell'Uchiha da uno dei suoi cassetti della memoria etichettato con il nome del suo amante e si aggrappò a quella per l'amore della sua sanità mentale.
Jin interruppe le sue dolci somministrazioni, sorpreso quando l'uomo fra le sue braccia iniziò a ricambiare il suo bacio con una passione che si abbinava alla sua. Naruto lo guardò e mantenne il contatto visivo con lui. “Questo corpo è tuo...”
solo per ‘stanotte', aggiunse mentalmente.
Fu più che lieto di sentire quelle parole. Operò un rapido lavoro con i suoi vestiti, lasciando il biondo solo con l'obi addosso, leccando di tanto in tanto la pelle esposta, venerandola. Spinse il biondo sul letto e osservò il corpo ambrato e tonico con timore prima di iniziare a far scorrere le sue mani sulla pelle liscia. C'era solo una parola che veniva nella sua mente lussuriosa -perfetto.
“E' sempre stato il mio sogno averti così, Naruto-kun”, sussurrò mentre la sua lingua passava sulla clavicola di Naruto prima di morderlo lungo di esso. Si mosse poi verso il basso con una calma singolare come prendeva il suo capezzolo sinistro nella sua bocca e pizzicava quello destro con la mano.
Naruto deglutì il nome che quasi urlò quando sentì i capezzoli tempestati di attenzione. Inarcò la schiena volendo e ordinando di più. Si lasciò scappare un gemito come la lingua di Jin si abbassò e poi si fermò come trovò l'ombelico. Ruotò provocatoriamente intorno ad esso, prima di affondarvi dentro una, due, tre volte finché Naruto non si aggrappò a lui.
Jin ghignò e procedette più in basso per baciare l'interno coscia, saltando la parte che chiedeva ferventemente la sua attenzione. Succhiò sulla pelle, assicurandosi di lasciare un marchio. Lo guardò orgogliosamente prima di fare lo stesso sull'altro interno coscia. Per allora Naruto stava stringendo il suo ultimo pezzo di ragione. Sollevò i fianchi chiedendo tacitamente la cosa che voleva di più, facendo ridere raucamente Jin.
“Ti prego,” ansimò, afferrando la testa dell'uomo e guidandolo verso il suo membro gocciolante. Gin ci soffiò sopra, facendolo miagolare prima di leccare lentamente un lato dell'eccitazione.
“Dio!” boccheggiò Naruto come vide sprazzi di luce attraversargli la vista.
L'uomo continuò a leccarlo e allo stesso tempo a mordicchiarlo qua e là prima di prenderlo in bocca. Naruto spalancò la sua bocca in un grido silenzioso, il bacino che ondeggiava. Dentro e fuori, continuò finché non raggiunse l'orgasmo e non lasciò il suo carico nella bocca in attesa. Ricadde sul letto, un braccio a coprire i suoi occhi.
“Hai un buon sapore, Naruto-kun,” disse Jin mentre lo copriva col suo corpo. Naruto sorrise e lo baciò, assaggiando se stesso nel processo. Gemette nel bacio come sentì dita lubrificate di seme cerchiare il suo stresso anello di muscoli, prima di penetrarlo.
Doveva darne atto a Jin, però. Anche se questa era la sua prima volta con Jin, l'uomo gli stava donando piacere con tale maestria che persino con una debole carezza era in grado di farlo gemere per avere di più. Era come se conoscesse il suo corpo. Naruto imprecò come quelle dita colpirono il suo punto magico ancora e ancora fino a farlo sentire sul punto di venire.
“Ti voglio a quattro zampe”, sussurrò l'uomo più grande, leccandogli il lobo dell'orecchio. Naruto obbedì. Sentì la punta dell'asta di Jin alla sua entrata e si morse un labbro come l'uomo si impalò con un'unica spinta. Il biondo afferrò forte le lenzuola come il dolore collise con il piacere.
“Sasuke” sussurrò pianissimo.
“Scusa?” udì la voce di Jin.
Ondeggiò i fianchi, sperando di far dimenticare all'uomo ogni cosa in caso avesse sentito il nome. “Muoviti”.
“Se vuoi gridare il mio nome, non trattenerti”.
Il tono leggermente arrogante di Jin schiarì la mente annebbiata dal desiderio del biondo. Il suo nome. Stava scherzando? Come poteva farlo quando nella sua mente c'era suo marito che affondava in lui, fottendolo senza tatto. Dovette mordersi la lingua quando l'altro tempestò la sua schiena di baci leggeri come una piuma, mentre le sue spinte si facevano più rapide e profonde.
L'uomo spinse Naruto a stendersi su di un lato e sollevò una gamba cosicché fosse in grado di penetrare più a fondo. Era una sensazione troppo bella. Naruto era così stretto. Riusciva a sentire la corrente di sensazioni, il calore che si stava creando nel suo ventre. Dio! Sentiva il desiderio di lasciare andare il controllo, ma sapeva che avrebbe rovinato ogni cosa.
“Sasuke!” gridò Naruto senza riserve come raggiunsero entrambi lo zenith della loro passione assieme. Quando finalmente le ceneri della loro attività si spensero del tutto, si aspettò di trovare famelici e possessivi occhi neri sopra di lui, ma una volta aperti, furono scure iridi color ametista a fissarlo. La realtà cadde su di lui, facendogli realizzare ciò che avevano appena fatto. Aveva chiamato il nome di un altro uomo negli spasmi della passione. L'avrebbe pagata cara per questo errore.
Al contrario di ciò che pensava, Jin gli sorrise semplicemente e lo baciò dolcemente come usciva dal suo stretto calore.
“Buonanotte, Naruto-kun,” disse come si distese sull'altro lato del letto, totalmente esausto.
Naruto si voltò silenziosamente sul suo lato mentre le lacrime bagnavano i suoi occhi. Sofferenza, rimpianto e disgusto lo colsero e pianse. Inalò profondamente per fermare le lacrime poi si bloccò. Inspirò nuovamente assicurandosi che il naso sensibile non stesse dando di matto. Non si stava sbagliando, riusciva a sentire l'odore post-sesso di Sasuke. Con l'indice, raccolse del seme di Jin che era fuoriuscito dal suo orifizio e lo odorò. Non avrebbe mai potuto sbagliarsi. Il seme odorava di Sasuke. E ogni cosa ebbe senso: perché Sasuke non si era mai preoccupato di tornare indietro dopo essere andato via; perché 'Jin' fosse in grado di farlo gemere e contorcere o perché continuasse a strofinare le sue labbra contro il particolare punto sulla sua schiena. Jin era senza alcun ombra di dubbio Sasuke. Sollievo seguito poi da rabbia scorse in lui, cantando nelle sue vene. Stava per colpire Sasuke quando un sorriso malizioso graziò le sue labbra. A questo gioco potevano giocare in due.
-SasuNaru is love-La mattina seguente, Naruto si svegliò in un letto vuoto, si stiracchiò pigramente il corpo e poi afferrò la mappa sopra il tavolo prima di andarsene dalla finestra per iniziare il suo piano di vendetta. Sapeva che la sua vittoria era stata decisa prima ancora che il suo piano fosse stato messo in atto e non poté fare a meno di ghignare perversamente come entrò nel negozio di abbigliamento.
“Buongiorno, Sasuke!” salutò sorridente, il suo amato che era appena uscito dal bagno. Il jounin dai capelli scuri si limitò ad un cenno del capo in risposta poi domandò tacitamente il contenuto della borsa di plastica che il biondo aveva.
“Oh, questa?” disse tra risolini, arrossendo in seguito, “Dal momento che Jin ci ha prestato la mappa, ho deciso di ringraziarlo quando gliela restituiremo”.
L'Uchiha inarcò un sopracciglio, non piacendogli i risolini ed il rossore del compagno. Le sue iridi d'onice seguirono curiosamente il biondo mentre questi entrava nel bagno portandosi dietro la busta.
Il fruscio di abiti e la voce allegra di Naruto trapassarono la porta del bagno, che il biondo aveva lasciato socchiusa. “In caso tu te lo stia chiedendo, bastardo, Jin è stato gentile con me la notte scorsa. Mi ha trattato bene. Troppo bene”. Poi per buona precauzione, si lasciò scappare un sospiro bramoso.
Prendi questo, bastardo! Pensò, ridendo.
Il suono inconfondibile del sospiro e della risata che erano seguite, fecero quasi strappare a Sasuke la maglia da jounin che stava per mettersi addosso. Sapeva che non avrebbe dovuto arrabbiarsi o essere geloso, dal momento che era ben consapevole chi fosse il Jin di cui parlava il biondo, ma accidenti a lui. Ringhiò chiedendosi cosa stesse facendo il biondo in bagno. Ebbe la sua risposta pochi secondi più tardi e ragazzi! Gli sembrò di essere stato colpito da un fulmine.
In piedi sulla soglia del bagno c'era un Naruto scarsamente vestito e molto, molto fottibile. Il ragazzo in questione stava indossando una maglia semitrasparente che risaltava ogni curva del suo torso, evidenziando anche i capezzoli. I suoi pantaloncini di pelle, stretti erano così mini e mostrava il fondoschiena sodo e le sue gambe esili e toniche.
Con occhi che trasparivano innocente seduzione, Naruto domandò con voce sensuale “Cosa ne pensi, Sasuke?”
Sfortunatamente, Sasuke non riusciva a pensare. Come avrebbe potuto, quando il suo cervello era collassato e tutto il sangue aveva iniziato a circolare verso le zone a sud? L'unica ragione per cui era rimasto cosciente era per la sua necessità di dominare il prendere il suo compagno ancora e ancora fino all'arrivo dell'apocalisse.
“Pensi che piacerà a Jin?”
Quella domanda fu l'ultima goccia e Naruto si ritrovò barbaramente inchiodato contro la parete ed i suoi occhi sgranarono quando sentì la durezza del moro premuto contro il suo ventre. Fissò le iridi d'ossidiana solo per trovarli tinti di rosso e accesi di rabbia e gelosia. E poiché Naruto non sapeva mai quando doveva fermarsi, continuò a provocare il suo compagno già irato. Leccandosi le labbra, commentò, “Pensavo che tu fossi il migliore, Sasuke, ma ora ho dei seri dubbi”. Mise su un'espressione delirante che aveva imparato grazie al tempo trascorso con una certa kunoichi dai capelli rosa ossessionata da Sasuke.
La notte scorsa, Sasuke si era complimentato con se stesso per l'eccellente recita, ma ora stava imprecando con tutto il suo essere. La ragione per cui aveva fatto ciò che aveva fatto, non era solo perché non voleva che nessun altro toccasse ciò che era suo, ma anche per punire il suo dobe per il suo stupido comportamento. Ciò che stava accadendo ora, era ben lungi da ciò che si era aspettato. Credeva che il biondo sarebbe corso tra le sue braccia, rimpiangendo la sua decisione e quando avesse promesso di non farlo di nuovo, avrebbe confessato il suo imbroglio e placato la rabbia del giovane con i suoi baci ed i suoi tocchi. In ogni caso, non c'era altro modo per lui se non confessare ora. Ma prima che potesse farlo, Naruto, che aveva confidato in una confessione, che pareva non voler arrivare presto, lo scostò via.
Soffri e muori, Sasuke!Con un adorabile espressione sul viso, si morse il labbro prima di annunciare, “Non vedo l'ora che Jin mi veda, potrei andare da lui ora”. Si incamminò verso la porta poi guardò il Sasuke sbalordito, “Pranza pure, Uchiha”.
“Naruto, aspetta...” disse come l'amore della sua vita uscì dalla porta. Dannazione! Non poteva permettere al dobe di andare avanti a pensarla così. In tre lunghe falcate raggiunse la porta, la spalancò e si ritrovò a fissare dritto due iridi profonde e azzurre. Afferrò per le spalle il biondo assicurandosi che non andasse via.
“Naruto, la persona con cui eri ieri notte ero io,” disse quasi in panico. “Mi sono trasformato in Jin dopo aver ipnotizzato con lo Sharingan quello vero”. E per provare che ciò che stava dicendo era vero, eseguì velocemente il jutsu dell'henge. “Hai anche gridato il mio nome più volte, specialmente quando sei venuto”.
A questa affermazione, Naruto arrossì, ma non poté fare a meno di far ricomparire il sorriso sulle sue labbra. “Ti ci voleva così tanto per confessare, bastardo?”
Ci vollero un paio di secondi perché le parole di Naruto venissero registrate e quando avvenne, “Che, Usuratonkachi! Tu sapevi-”
“Sai come mi sentivo quando credevo che ero veramente con Jin? Questa è colpa tua, bastardo!”
“Colpa mia! Se tu non avessi usato la oiroke no jutsu io-”
Povero Sasuke, non ebbe mai il tempo per concludere la frase perché il biondo lo menò, ma non se ne lamentò.
Una fantasia fatta, pensò Sasuke con un ghigno.
Continua...
-Finale alternativo.
Pianse fino ad addormentarsi, stringendosi per confortarsi. Quando si svegliò, Jin non era più nel letto e la mappa era stata lasciata sul tavolo accanto al letto. Si vestì rapidamente e afferrò la mappa, assicurandosi che fosse quella giusta. Non si sarebbe assolutamente fatto imbrogliare dopo aver trascorso la notte con uno sconosciuto. Sapeva che avrebbe dovuto fare un bagno prima di andare a casa, ma non voleva stare più a lungo del necessario in quella casa.
“Ho la mappa!” Gridò trionfante mentre irrompeva nella stanza sua e di Sasuke. Si illuminò a vedere il moro che era appena uscito dalla doccia, indossando null'altro che un paio di boxer e un asciugamano in testa. Si accigliò improvvisamente quando vide qualcosa sul collo e sulle spalle di Sasuke.
“C'è qualcosa che non va, dobe?” ghignò il moro.
Non c'era nessun errore. Sasuke aveva qualche succhiotto e un paio di morsi sulla pelle. Rabbia si accese nel biondo e si lanciò verso quel traditore del suo amante, pronto a picchiarlo brutalmente. L'Uchiha bloccò il suo pugno, piegando poi il suo braccio dietro la sua schiena per premerlo poi sul letto con il suo corpo. Inchiodò Naruto sotto di lui, assicurandosi che non fosse in grado di muoversi.
“Fottuto bastardo!” schioccò il compagno, “Mentre io ero occupato a completare la nostra missione, tu ti sei scopato qualcuno!” si contorse in un tentativo di liberarsi. “Ucciderò assolutamente quella puttana!”
“Allora non ho altra scelta che difenderlo,” replicò l'erede degli Uchiha indifferente.
Lui. Così, era un ragazzo e il bastardo non aveva nemmeno negato nulla. Che coraggio!
Il suo corpo divenne molle al dolore che sentì dentro, calde lacrime caddero dai suoi occhi senza permesso. Sasuke si raddrizzò e lo tirò su in piedi. “Te lo mostro,” fu tutto ciò che disse mentre guidava il suo dobe allo specchio.
Il ninja dai capelli biondi sbatté le palpebre confuso come il suo riflesso lo fissò di rimando. Si voltò, domandando, “Che stai...” Si pietrificò come nel punto in cui vi era Sasuke c'era Jin.
“E' sempre stato il mio sogno averti così, Naruto-kun,” disse Jin, ma questa volta stava indossando un ghigno all'Uchiha, l'uomo protese una mano per asciugare le lacrime dai suoi occhi. E Naruto comprese. Nessun mistero sul come Jin conoscesse i suoi punti erogeni o del perché non passò un brutto momento pensando a Sasuke. Sollievo scorse in lui e non seppe se colpire Sasuke per averlo torturato così o ringraziarlo. Alla fine, si buttò sul marito.
“Bastardo! Non capirai mai come mi sono sentito, cosa stavo pensando in quei momenti”.
Lo shinobi dai capelli corvini lo baciò sulla fronte, “Che questo ti sia di lezione per essere un simile dobe”.
“Non chiamarmi così!” ringhiò l'altro e fu spento da un lungo bacio. Interruppe l'effusione quando si ricordò di Jin.
“Mio Dio. Lo hai ucciso?” disse con sguardo accusatorio.
“Certo che no. Se tu non fossi stato così preoccupato e avessi osservato il suo salotto, lo avresti trovato lì esausto e con una stupida espressione sul volto”. Anche se Sasuke ringraziò quella inosservanza e distrazione di Naruto per quel momento, altrimenti il suo piano sarebbe stato rovinato.
Uno sguardo scandalizzato attraverso i lineamenti del biondo come un pensiero gli venne in mente. Sasuke sapeva cosa stava pensando e alzò gli occhi al cielo, “Dobe. Non mi sono concesso a lui. Io non sono una sottospecie di idiota”.
Naruto tirò fuori la lingua, “E allora cosa? E io non sono un idiota, bastardo!”
Sasuke ghignò arrogantemente, “Hai dimenticato, dobe? Che lo Sharingan ha l'abilità di ipnotizzare?”
Il biondo sorrise imbarazzato, “Grazie, Sasuke-teme” e poi procedette col baciarlo.
Una fantasia fatta, pensò Sasuke con un ghigno.
Continua...