-Prisma: Summer love., SasuNaru, Shounen-Ai

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trinh89
view post Posted on 14/3/2009, 15:33 by: trinh89




Titolo: Summer love (Amore estivo).
Autore originale: asashouryuu.
Traduttrice: trinh89.
Lingua originale: inglese.
Disclaimer: tutti i personaggi di questa fanfic non esistono. I loro diritti appartengono al sensei Masashi Kishimoto, e questa traduzione non è a scopo di lucro.
Pairing: SasuNaru.
Rating: G.

n/t: corta, ma bella e a lieto fine ^^. Mi faccio perdonare per i tristi aggiornamenti dei giorni scorsi XDD.

-Prisma: Summer love.

Con un enorme ghigno e una mano a coprirgli gli occhi socchiusi, Naruto sollevò il volto verso il cielo d'estate dimenticando completamente la ragione per cui era lì durante le loro vacanze estive. Questo fino a quando non sentì un colpo sulla testa e una voce brontolona dirgli, “Muovi il culo”. Si accigliò e fulminò l'amico che ora stava camminando davanti a lui, uno spazzettone sulla spalla sinistra e un secchio nella mano destra.

Guardò Sasuke volendo ricordargli di chi era la colpa se erano finiti in quella ingrata punizione. Conoscendo il biondo e aspettandosi che dicesse qualcosa di duro, Sasuke ricambiò lo sguardo, un'acida risposta già sulla punta della lingua.

Il biondo sospirò mentalmente, decidendo all'ultimo secondo che era inutile ricordarlo al compagno, specialmente quando il cielo azzurro lo stava facendo sentire così in pace. Invece dli rivolse un piccolo sorriso che fece inarcare un sopracciglio scuro in sorpresa e incertezza. “Io inizio a pulire quel lato,” disse il moro prima di allontanarsi.

Silenziosamente, cominciarono a pulire la piscina svuotata.

L'acqua si agitò sotto i loro piedi, lasciando umidi segni sui loro pantaloni arrotolati. I due si scambiarono a malapena due parole, come se si stessero pentendo delle loro maniere che li avevano portati a quello scontro.

Sasuke si fermò e si voltò per guardare il biondo che aveva iniziato a canticchiare un motivo. Increspò le labbra. La sua presa intorno al manico dello spazzettone si fece più salda. Il suo petto sussultò leggermente. Una pallida mano scivolò in una tasca che pareva pesante da quando aveva posato gli occhi su Naruto quella mattina. Abbassò lo sguardo sui due biglietti che aveva acquistato per il grande spettacolo pirotecnico. Gli si strinse la gola. La mano gli tremò. Dio! Era patetico.

“Ehi, culo pigro! Dovresti pulire anche lì sai?” udì Naruto gridargli. Rincalzò subito i biglietti in tasca e fulminò il biondo. “Lo sto facendo, idiota,” rispose e continuò col suo compito.

Un'ora più tardi, un Naruto madido di sudore si arrampicò fuori dalla piscina e si distese sgraziatamente al suolo. Sasuke abbassò lo sguardo sul biondo i cui occhi erano chiusi, le labbra leggermente aperte e il respiro affannato. Riuscì a vedere le gocce d'acqua e sudore scivolargli giù per la pelle brunita. Quella particolare tasca divenne ancora più pesante.

“Vado a casa,” disse Sasuke e stava per andarsene quando una mano ambrata lo afferrò per la caviglia sinistra. Il suo sguardo
ritornò sul ragazzo che lo stava guardando con occhi semichiusi. “Non mi compri qualcosa? Come un gelat-”

“Non sono tua madre”.

“Heh”. Quello fu l'unico avvertimento che ricevette prima di essere atterrato dal biondo e poi, la prossima cosa che seppe fu che stavano litigando. Tuttavia, non era serio. Era più vicino all'essere un gioco, i loro tocchi più prossimi all'essere maliziosi e il loro deridersi aveva una nota biricchina.

Pochi minuti più tardi, Sasuke rotolò via da Naruto e si alzò in piedi. Gli fu permesso di fare pochi passi prima che il biondo lo chiamasse. Si voltò e disse glaciale, “Vado a casa”. I suoi occhi d'ossidiana sgranarono quando vide che cosa stesse tenendo l'altro nella sua mano -i biglietti. Probabilmente erano caduti durante la loro lotta.

“Ti sono caduti questi, ingrato”, replicò Naruto, ovviamente infastidito.

Il cuore batté più veloce, Sasuke marciò verso il ragazzo, si prese un secondo per rivolgergli il suo sguardo più freddo, strappò un biglietto e girò sui tacchi andandosene.

“Sasuke-teme”, udì Naruto dire, facendogli chiudere gli occhi per un istante. Prese un profondo respiro e in una voce più forte di quanto avesse voluto, disse, “Ci vediamo alla stazione alle 17:15”. Senza preoccuparsi di aspettare una risposta, affrettò i passi.

Naruto boccheggiò all'indirizzo di Sasuke poi verso il biglietto e poi di nuovo sul moro, prima che tutto venisse assorbito dai suoi sensi. Sasuke gli aveva appena chiesto senza essere ovvio... senza essere... Un ghigno si ampliò sui suoi lineamenti. Portò le mani intorno alla bocca e gridò, “Allora è un appuntamento”.

Udendo ciò, il nervosismo lasciò Sasuke. Ce l'aveva fatta. Era compiaciuto di se stesso. Continuò a camminare, ma un rossore ora pitturava le sue guance e un piccolo sorriso graziava le sue labbra.

Quello era il loro primo appuntamento. Questo era l'inizio del loro amore.

Fine.
 
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